25 November, 2024
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Venerdì all’Exmà di Cagliari verrà inaugurata la mostra fotografica di Roberto Murgia dal titolo “Malattie senza dignità”. Da Cagliari parte così una campagna nazionale di comunicazione sociale tesa alla sensibilizzazione sulle problematiche legate alle malattie reumatiche, ancora oggi poco conosciute e che, contrariamente a ciò che si pensa, colpiscono la popolazione giovane molto più rispetto a quella di età avanzata.

Organizzata dal Collegio Reumatologi Ospedalieri Italiani, con l’allestimento curato dall’associazione culturale Puntila, l’esposizione presenta  50 scatti realizzati da Murgia (reumatologo e fondatore nel 2011 del gruppo internazionale FB Hipstamatic Sardinia) con tecnica fotografica non convenzionale, cioè utilizzando l’app esclusiva per iPhone Hipstamatic, fra le più premiate degli ultimi anni.

Attraverso sette sezioni (Sofferenza, Malinconia, Abbandono e poi Energia, Ottimismo, Fiducia e Senso di futuro) che ripercorrono idealmente le diverse fasi emozionali con cui il paziente vive la malattia reumatica, il visitatore viene preso per mano verso la conoscenza del vissuto delle persone affette da queste patologie, fatto spesso di sofferenza, isolamento, incomprensione e mancato riconoscimento. Quasi fossero malattie “senza dignità”.

Quella di Cagliari (che si affianca al convegno “Real Life Rheumatologists”, organizzato per venerdì dal Croi sempre negli spazi di via San Lucifero 71) è la prima tappa di un percorso che vedrà la mostra viaggiare in diverse città italiane in occasione dei convegni di sensibilizzazione sulla malattia reumatica organizzati dal Croi per gli anni 2015 e 2016.

Un’anteprima dell’esposizione (che ospita anche alcuni contributi dei co-fondatori di Hipstamatic Sardinia, Maria Columbu e Simone Muresu e degli hipstafotografi Nicola Casamassima, Adelino Marques e Roberto Ursino) è stata presentata la scorsa settimana a Roma, nella biblioteca del Senato della Repubblica in occasione dell’inaugurazione dell’EULAR, il congresso europeo della reumatologia.

“Malattie senza dignità” non è solo una mostra, ma anche un libro, edito da Auxiliatrix, che in 108 pagine raccoglie gli scatti di Murgia accompagnati da brevissimi testi curati dal presidente del Croi, Stefano Stisi.

Una pubblicazione il cui ricavato della vendita sarà destinato dal Croi all’acquisto di attrezzature diagnostiche e per sostenere ore di specialistica di reumatologia presso quelle ASL ed ospedali che – con un preciso progetto a favore dei malati reumatici – ne faranno richiesta.

Il libro e la mostra itinerante sono gli elementi attraverso cui raccontare tante storie per dare più dignità alla reumatologia, ai reumatologi, ai malati reumatici.

All’inaugurazione di venerdì, oltre all’autore delle foto, interverranno: Stefano Stisi (Presidente nazionale Croi), Luigi Arru (Assessore regionale alla Sanità), Raimondo Perra (Presidente commissione Sanità Regione Sardegna), Luigi Minerba (Assessore Politiche Sociali e della Salute comune di Cagliari), Ivo Picciau (Presidente Asmar) e Raimondo Ibba (Presidente Ordine dei medici della Provincia di Cagliari).

L’esposizione sarà visitabile sino al 5 luglio, tutti i giorni (escluso il lunedì), con orario continuato dalle 10.00 alle 20.00.

1-fiducia

1-futuro 1-sofferenza 2-energia 4-ottimismo 13-malinconia 16-abbandono

Si intitola “I love my selfie. Autostima e autoscatto nel nuovo millennio” la tavola rotonda che l’associazione culturale Puntila, in collaborazione con la Biblioteca Universitaria di Cagliari e con alcuni professori di psicologia dell’ateneo cagliaritano, organizza venerdì 19 dicembre, alle ore 17.00, nella suggestiva Sala Secentesca della Biblioteca Universitaria, in via Università 32.

L’iniziativa rappresenta la fase conclusiva dell’omonimo progetto partito a ottobre: attraverso una campagna lanciata sui media tradizionali e sui social è stato chiesto a chiunque avesse voglia di partecipare alla ricerca d’inviare un proprio autoscatto, raccontando quale messaggio con quella foto intendeva trasmettere.

Sino al 20 novembre un’equipe di psicologi capeggiata da Renato Troffa, dottore di ricerca in Psicologia, ricercatore e docente di Psicologia sociale, Psicologia della Comunicazione e Psicologia ambientale, ha raccolto più di 110 selfie arrivati non solo dalla Sardegna, ma da tutto il mondo.

Si è successivamente provveduto a una scrematura che ha portato a scegliere, come più rappresentativi per la ricerca, 24 autoscatti. Queste foto sono state poi mostrate a un gruppo di valutazione, chiamato a descrivere ciò che ciascuna di esse comunicava loro. Una parte di questi autoscatti sarà illustrata venerdì nella tavola rotonda, per spiegare le differenze di vedute tra chi fotografando sé stesso ha voluto comunicare un messaggio ben preciso, e chi, osservando la foto, ha provato sentimenti che non sempre sono andati nella stessa direzione.

A introdurre i lavori, che saranno coordinati dal supervisore del progetto Renato Troffa, sarà la direttrice della Biblioteca Universitaria, Ester Gessa. E’ prevista anche la partecipazione di Roberto Murgia, fondatore nel 2011 insieme alla giornalista Maria Columbu del gruppo Facebook Hipstamatic Sardinia, che conta oltre duemila iscritti ed è diventata una delle principali community mondiali di riferimento per i cultori dell’app fotografica per iPhone Hipstamatic. Saranno presenti anche alcune delle persone che hanno partecipato allo studio inviando un proprio selfie.

Durante la serata saranno presentate anche le “Confessioni di selfiste in cerca di…”, brevi monologhi scritti dall’attrice Elena Pau, e interpretati dalla stessa Pau e dall’attrice Rita Atzeri, che con verve ironica restituiscono  lo spirito di una tendenza che se da un lato può apparire puro narcisismo, dall’altro sembra quasi dire che l’affermazione e la sicurezza del Sé dipendano dai “like” ricevuti.

Nata qualche mese fa dalla determinazione dell’attrice teatrale Elena Pau, dell’organizzatrice Carla Sulis e della grafica Barbara Ardau, l’associazione culturale Puntila vuole occuparsi di cultura, arte e spettacolo dal vivo a 360 gradi, in particolar modo in ambiti non convenzionali e nel campo del sociale.

In questo senso il nome non è un caso: è preso in prestito dal celebre personaggio creato dal grande drammaturgo Bertolt Brecht che segnò un cambiamento epocale nel modo di fare e scrivere teatro, puntando su un impegno politico e sulla capacità critica del pubblico abituato a subire passivamente da una platea convenzionale una sterile fascinazione, senza invece essere messo nelle condizioni di prendere una posizione.

«Siamo convinte che oggi più che mai la cultura e l’arte, parole tanto à la page e tanto pronunciate dai nostri amministratori ai vari livelli, debbano essere utili alla comunità e debbano trovare applicazione nei contesti più vari – dicono le fondatrici di Puntila – non soltanto nelle poltroncine dei teatri, nelle gallerie d’arte ed in altri luoghi più o meno blasonati e comunque destinati ad un pubblico elitario.»