19 November, 2024
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La difficile situazione dei dipendenti dei consorzi Zir della Sardegna  è stata al centro dei lavori della Seconda commissione che questa mattina ha svolto le audizioni dei rappresentanti dei consorzi di Sassari, Macomer, Nuoro, Chilivani e Iglesias.

Il primo a prendere la parola nel parlamentino presieduto da Gavino Manca (Pd) è stato il direttore dello Zir di Sassari, Giovanni Scognamillo, che ha ripercorso le tappe di una vicenda burocratica e legislativa che mette a rischio le garanzie e le tutele lavorative dei trentacinque dipendenti degli otto consorzi che operano nell’Isola («ma tre Zir: Siniscola, Tempio e Valle del Tirso non hanno più dipendenti»).

A complicare il futuro lavorativo nei consorzi industriali è stata l’approvazione di una serie di modifiche alla legge n. 10 del 2008, introdotte in sede di approvazione dell’ultima variazione di bilancio (legge n. 32 del 5 dicembre 2016). «Al comma 45 dell’articolo 1 della legge 32/2016 – ha spiegato Scognamillo – si introduce, rispetto alle disposizioni contenute nella legge 10\2008, il cosiddetto “comando”  che trasforma il rapporto di lavoro dei dipendenti Zir, previsto precedentemente a tempo indeterminato, in “precario” o temporaneo”».

Così, se la legge 10/2008 stabiliva che il personale dei consorzi doveva esser trasferito unitamente al patrimonio dell’ente destinatario delle funzioni (Comuni o in alternativa ai consorzi provinciali – ex Asi) l’entrata in vigore della 32/2006 prevede che il personale sia di fatto separato dal complesso aziendale da trasferire all’ente subentrante nonché si ricomprendono, tra gli enti subentranti, anche le società in house. 

«L’inserimento delle società in house stabilito dalla legge 32 – hanno dichiarato i rappresentanti dei consorzi – è illegittimo in quanto le stesse non possono essere direttamente  destinatarie delle funzioni industriali dei consorzi  soppressi, che per legge sono riservate ai Comuni, ed in più immaginare il passaggio dei dipendenti delle Zir alle società in house, in un momento in cui versano in condizioni di estrema difficoltà, significa favorirne il loro licenziamento».

Una ulteriore penalizzazione, a giudizio dei dipendenti dei consorzi, deriva dall’applicazione delle disposizioni contenute nel comma 47 lettera a) e lettera b) dell’articolo 1 della legge 32 laddove viene stabilito per legge che tutto il personale dei consorzi è in esubero («significa che non è più necessario all’esercizio delle funzioni e dei servizi trasferiti e come tale non sussiste l’obbligo di assunzione per gli enti subentranti») e se la legge 10/2008 garantiva «l’integrale copertura delle maggiori spese fino alla cessazione dei rapporti di lavoro» con la nuova norma si prevede che «la Regione garantisca agli enti subentranti l’erogazione di un contributo corrispondente al trattamento economico del personale trasferito relativo alla sole prime due annualità».

Il funzionario del consorzio di Nuoro, Gesuino Macis; la responsabile dell’amministrazione del consorzio Chilivani-Ozieri, Barbara Polo; la dipendente del consorzio di Iglesias, Maria Cristina Angius; il direttore dello Zir di Macomer, Mario Rubattu; il vice direttore del consorzio di Nuoro, Giuseppe Laruffa; e il funzionario di Sassari, Mario Spiga, hanno quindi argomentato difficoltà e penalizzazioni che le norme introdotte con la legge 32 hanno prodotto nell’attività dei consorzi insieme con la riduzione delle garanzie giuridiche e economiche dei lavoratori ed hanno altresì auspicato un tempestivo intervento del Consiglio regionale.

Il presidente della commissione, Gavino Manca, ha definito la situazione esposta dai dipendenti dei consorzi “paradossale” («abbiamo lavorato per mettere un punto fermo al precariato nelle pubbliche amministrazioni e questa legge sembra crearne di nuovo») ed ha affermato che le modifiche introdotte in sede di assestamento di bilancio sono state approvate con l’inserimento di emendamenti «dell’ultima ora e sui quali c’è stata forse carenza di conoscenza e informazione».

L’esponente dei democratici ha mostrato perplessità sull’inserimento delle società in house tra gli enti subentranti nelle funzioni consortili, sul trasferimento del patrimonio delle Zir ai Comuni («i primi sono enti pubblici economici e l’agenzia delle entrate in passato ha già espresso parere negativo») e più in generale sulla riduzione delle tutele ai lavoratori operata con l’approvazione della legge n. 32/2016: «Il ripristino delle garanzie e delle tutele per i dipendenti dei consorzi Zir, compresi quelli di Siniscola e Tempio, nel frattempo trasferiti nei rispettivi Comuni, è l’obiettivo principale della commissione e non escludo appositi interventi già in sede di approvazione della manovra 2017».

Gavino Manca ha quindi preannunciato la convocazione in sede congiunta della commissione Lavoro e di quella delle Attività produttive per l’audizione dell’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras e di quello del Bilancio e Programmazione, Raffaele Paci.

A seguire, la commissione Lavoro ha ascoltato i rappresentanti sindacali dei lavoratori del call center Sky di Sestu che, a seguito del piano di ristrutturazione della prima media company in Italia, vedono aumentare il rischio di un disimpegno aziendale per la seda sarda della Pay tv che occupa quasi mille addetti, impiegati per lo più nei servizi di custom service e dove si prevedono 7 trasferimenti di dipendenti del settore cruciale “Control  room” (centro di smistamento delle chiamate al centralino clienti Sky).

Tonio Ortega (Uilcom-Uil), Antonello Marongiu (Slc-Cgil) e Valeria Piacciau (Fistel-Cisl) hanno rappresentato al parlamentino del lavoro le difficoltà e i timori dei dipendenti della sede Sky della Sardegna («da anni l’azienda non investe nelle attività e nei servizi che si svolgono a Sestu mentre aumentano le attività verso outsourcer») e l’assenza di un vero piano industriale che delinei con chiarezza e trasparenza il futuro aziendale e della sede sarda.

I rappresentanti sindacali hanno quindi invitato la Regione a sostenere la vertenza nazionale Sky e a far rilevare nelle opportune sedi la consistenza degli incentivi pubblici ottenuti dall’azienda sotto forma di sgravi fiscali, contratti agevolati e formazione cofinanziata.

Il presidente, Gavino Manca, a nome dell’intera commissione, ha dichiarato il pieno sostegno ai lavoratori Sky impegnati nella dura vertenza con la multinazionale della Pay tv ed ha ipotizzato l’approvazione di una risoluzione con la quale supportare l’azione del presidente della giunta nei confronti del governo centrale, perché siano assicurate le opportune garanzie sul mantenimento della sede sarda e dei relativi livelli occupazionali. Gavino Manca ha quindi preannunciato la convocazione per un’audizione del direttore del personale di Sky.

La commissione Lavoro, ha quindi ricevuto una delegazione dei vigili del fuoco precari, impegnati nella manifestazione che ha visto gli stagionali protestare dinanzi alle sedi del partito democratico in tante città italiane (in Sardegna, a Cagliari e Nuoro).

Giuseppe Lecca (presidente dei vigili del fuoco precari) e Valerio Artizzu (consiglio nazionale Usb) hanno chiesto la piena e rapida applicazione delle disposizioni contenute nella risoluzione approvata nel Parlamento per la stabilizzazione dei vigili del fuoco precari (in Sardegna sono circa ottocento).

«Alcuni di noi lavorano a chiamata da 30 anni e tutti siamo addestrati e professionalizzati – ha spiegato Lecca – ma nonostante le carenze negli organici non  ci è offerto altro se non il contratto a tempo, per una media di cinque chiamate all’anno, ciascuna di durata non superiore ai dieci giorni lavorativi.»

Il presidente della commissione Gavino Manca ha quindi ricordato il carattere nazionale della vertenza che vede impegnanti gli stagionali ed ha preannunciato un documento da indirizzare al governo centrale per evidenziare l’insostituibile funzione dei vigili del fuoco, insieme con l’opportunità di incrementare gli organici in una realtà particolare, quale è la Sardegna, soprattutto per ciò che attiene la lotta al fuoco.