Lo spettacolo di Rita Atzeri ha concluso la prima giornata di “Una Miniera di Cultura”, dopo la presentazione di tre volumi editi da Aipsa, Cuec e Carlo Delfino.
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La voce appassionata di Rita Atzeri, con un’intensa interpretazione recitativa ha portato in scena “Maria di Eltili” di Bepi Vigna all’Auditorium della Grande Miniera di Serbariu, concludendo la giornata inaugurale dell’evento “Una Miniera di Cultura”, coordinato dall’AES.
Il testo inedito di Vigna, sulle musiche di Alessandro Muroni, è stato occasione per parlare di temi molto attuali, dalla violenza sulle donne al problema dell’integrazione dei migranti e del diverso in generale.
In “Maria di Eltili” Vigna ha raccolto una tradizione orale piuttosto diffusa in Ogliastra, che riguarda una serie di racconti popolari ispirati alle incursioni dei mori saraceni. La leggenda vuole che Maria sia stata rapita e, dopo mille peripezie, sia riuscita a tornare a vivere nella sua Sardegna e a integrarsi nella propria comunità.
Questo patrimonio orale, rivisitato dalla fantasia dello scrittore, è stato quindi messo brillantemente in scena da Rita Atzeri sotto forma di melologo, un recital con voce narrante e musica.
La serata è stata caratterizzata dalla presentazione di due libri di racconti, molto vicini al fantasy.
Il primo è “Guardando le formiche dal basso” (Aipsa) di Roberto Paracchini, giornalista e scrittore, che ha illustrato ai presenti le differenze tra la scrittura puramente giornalistica e quella romanzata, per poi addentrarsi nelle trame complesse delle sue narrazioni, ricche di psicologismi e ambientazioni oniriche, tra realtà e fantasia.
Il secondo è “Peccato che sia giorno” (Cuec) di Silvia Serafi, scrittrice cagliaritana di grande simpatia, il cui stile narrativo ricorda atmosfere simili a quelle dei film di Hitchcock, ispirate peraltro alle teorie freudiane. Sono storie complesse ma dalla scrittura fresca e piacevole, inserite all’interno di diverse dimensioni narrative. Ciò che caratterizza in particolar modo i racconti della Serafi, è la tecnica narrativa dell’effetto sorpresa, dove alla fine niente è come sembra.
Nel corso della serata è stato presentato “Grazia Deledda. Una Vita per il Nobel”, di Maria Elvira Ciusa, edito da Carlo Delfino, dedicato a una delle grandi donne di valore: le “reinas” sarde.