21 November, 2024
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La commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale ha concluso in tarda mattinata la due-giorni di audizioni sul pacchetto di provvedimenti allo studio della Giunta regionale per contrastare gli effetti devastanti causati dall’emergenza Covid-19 sul tessuto economico isolano.

Davanti al parlamentino presieduto da Piero Maieli sono sfilati i rappresentanti delle associazioni datoriali, gli operatori del turismo, dell’artigianato e del commercio. Da tutti è arrivata un’indicazione precisa: le imprese, soprattutto, quelle costrette a sospendere l’attività per contrastare la diffusione del Coronavirus,  hanno urgente bisogno di liquidità. Unanimità anche sull’esigenza di prestare soccorso immediato al comparto turistico, settore trainante dell’economia isolana sul quale l’emergenza sanitaria rischia di provocare una crisi irreversibile se non si assumeranno decisioni rapide ed efficaci.

Sulle modalità di erogazione delle risorse si confrontano due posizioni: la Giunta, grazie all’accordo stipulato recentemente con la Banca di investimenti europea, propone alle imprese un prestito garantito con l’azzeramento degli interessi fino a 800mila euro, un preammortamento di due anni e la restituzione della quota capitale in 15 anni. La minoranza consiliare preme invece per la formula del fondo perduto da riservare alle piccole e micro imprese.

CONFINDUSTRIA, CONFESERCENTI, CONFCOMMERCIO, CONFAPI

Secondo il presidente di Confindustria Maurizio De Pascale la via più rapida per immettere liquidità del mercato è il ricorso al credito d’imposta: «I prestiti garantiti rischiano di trasformarsi in un boomerang, il credito d’imposta sarebbe invece immediatamente disponibile e consentirebbe alle imprese di respirare. La Sardegna ha bisogno di ripartire al più presto. Occorre concentrare gli sforzi sul sistema turistico altrimenti si perderebbero migliaia di posti di lavoro. Siamo in una situazione eccezionale, servono misure eccezionali come nel dopoguerra. Occorre semplificare le procedure e rendere immediatamente disponibili le risorse».

Stessa linea sulle tempistiche degli interventi da parte di Enrico Gaia (Confapi) e Roberto Bolognese (Confesercenti). Il primo ha puntato il dito contro le lungaggini burocratiche che rallentano l’erogazione delle risorse alle aziende e sollecitato lo sblocco dei bandi T1,T2 e T3 per gli aiuti alle nuove imprese e l’aumento di competitività. Roberto Bolognese, invece ha rimarcato le difficoltà attraversate dalle piccole aziende del settore turistico indicando alcuni possibili interventi: integrazione di 1000 euro (per tre mesi) al bonus statale da 600 euro, prestiti garantiti in misura proporzionale al volume d’affari delle imprese (fino a un massimo di 50mila euro), accesso al credito anche per le piccole attività che non potranno beneficiare dei fondi statali, esonero per il 2020 del Durc e del certificato antimafia, concessioni gratuite del suolo pubblico per rendere più agevole il rispetto delle norme sul distanziamento sociale.

«Senza un soccorso di Stato e Regione ha detto Roberto Bolognese il 42 per cento delle imprese isolane legate al turismo rischia di non riaprire.»

Intervento pubblico invocato anche da Sara Pintus, direttore di Confcommercio: «Occorre evitare alle piccole imprese di fare debitoha detto Sara Pintusmeglio pensare a interventi a fondo perduto come ha fatto la Provincia autonoma di Bolzano. Sarebbe opportuno coprire i costi di esercizio delle attività commerciali, se non è possibile con il fondo perduto si prevedano finanziamenti a tasso zero».

UNIONCAMERE

Sulla diversificazione delle misure di sostegno alle imprese ha invece concentrato il suo intervento il presidente di Unioncamere Gavino Sini: «Serve un cocktail di farmaci per risanare il grande malato ha detto Gavino Sini l’economia sarda ha bisogno di interventi rapidi ed efficaci. Il fondo perduto potrebbe andar bene per le piccole e le micro imprese, garantire loro un minimo di liquidità le aiuterebbe a risollevarsi. Diverso invece il discorso per le imprese medio-grandi: in questo caso il prestito a interesse agevolato sarebbe di aiuto. Ma non è l’unica soluzione: vedrei bene anche l’emissione di mini bond per le grandi imprese turistiche o il ricorso del prestito partecipativo con l’ingresso della Sfirs in società di capitali. Un’altra via è quella della moneta complementare. In Sardegna c’è un circuito già sperimentato che potrebbe aiutare a lasciare i soldi nel territorio»  

FEDERALBERGHI, ASSOHOTEL, OPERATORI SETTORE RICETTIVO

Drammatica la situazione delle strutture ricettive in Sardegna: «Il settore registra perdite del 70% rispetto allo scorso anno – ha detto il presidente di Federalberghi Paolo Mancac’è bisogno di iniziative forti. Se non si garantisce la ripartenza potrebbe andare in fumo il 50% delle buste paga stagionali. Per questo chiediamo tempi brevi nell’erogazione delle risorse. Bisogna fare un ragionamento di sistema, in futuro occorrerà cambiare volto al turismo isolano, c’è bisogno di investimenti strutturali».

Una sburocratizzazione dei finanziamenti ha chiesto anche Carlo Amaduzzi di Assohotel: «Le imprese hanno bisogno di liquidità. I soldi devono essere investiti per garantire sicurezza ai nostri clienti. Se la Sardegna riaprirà sarà un’isola sicura e feliceha affermato Carlo Amaduzzima per rafforzare questa immagine serve l’aiuto della Regione. Mi lasciano perplesso però alcune dichiarazioni del presidente Solinas che ha parlato di passaporto sanitario per i turisti e di test della saliva. Serve chiarezza, così si spaventano i turisti».

Rocco Meloni, in rappresentanza di oltre 200 microimprese isolane del settore alberghiero, extralberghiero e del commercio, ha suggerito alcune misure a sostegno degli operatori economici: sospensione dei mutui e dei tributi per il 2020, contributi a fondo perduto, bonus assunzioni, attivazione e rilancio dei collegamenti aerei e marittimi, pianificazione dei protocolli di accoglienza dei turisti, campagna promozionale a livello regionale e nazionale. «Parlo a nome delle micro imprese che rappresentano il tessuto produttivo di territori marginali come l’Ogliastra – ha detto Rocco Meloni – se muoiono queste piccole attività muore la Sardegna»

ASSOVIAGGI, CISAV

Qualche segnale di speranza è invece arrivato dai rappresentanti delle agenzie di viaggio, nonostante la grave crisi che ha investito il settore con un calo del 60% delle prenotazioni per la Sardegna. Mario Sannia, a nome della Cisav (Comitato indipendente delle agenzie di viaggi e turismo), ha presentato alla commissione il progetto “Sardegna, io mi fido di te” mettendo a disposizione l’esperienza di circa 600 agenti di viaggio per rilanciare l’offerta turistica isolana. «Abbiamo il dovere di pensare a una ripartenza. Noi abbiamo le conoscenze per garantire un pacchetto turistico variegato, fondato sulle eccellenze del territorio – ha detto Mario Sannia il nostro obiettivo è ricompattare tutti gli attori del mercato e garantire redditività alle imprese sarde».  

A Mario Sannia si è unito Riccardo Cappai, rappresentante di Assoviaggi che ha dato la piena disponibilità a supportare la regione nella promozione turistica: «I nostri 300 associati rappresentano un presidio di servizi per tutti i turisti – ha detto Riccardo Cappai – le nostre agenzie possono trasformarsi in Infopoint per i visitatori».

CNA, CONFARTIGIANATO, CASARTIGIANI e CAIC

L’avvio immediato della Fase 2 ha auspicato il presidente di Cna Francesco Porcu: « Occorre mettere in campo tutte le energie per avviare la ricostruzione economica ha detto Francesco Porcusuggeriamo l’istituzione di una cabina di regia che veda la partecipazione di Regione, enti locali e forze sociali. E’ necessario procedere a una  ricognizione del bilancio della Regione per recuperare le risorse ancora non impegnate o difficilmente spendibili, a partire dai fondi strutturali europei, renderle disponibili e metterle al servizio di un grande progetto di rilancio del nostro sistema economico-produttivo».

CNA ha quindi proposto un grande piano di investimenti pubblici, anche in deroga al codice degli appalti. «Le costruzioni possono risvegliare il mercato internoha detto Francesco Porcu pensiamo alla riqualificazione degli edifici scolastici e all’efficientamento energetico del patrimonio pubblico. E’ questa la chiave per rilanciare l’economia della Sardegna».

Critico l’intervento del presidente di Confartigianato Fabrizio Mazzuzzi: «A due mesi dal lockdown stiamo ancora discutendo su quali misure mettere in campo. Siamo in forte ritardo e le aziende non possono più aspettare – ha detto Fabrizio Mazzuzzi – quando è scoppiata l’emergenza abbiamo proposto alla giunta una soluzione immediata: lo sblocco dei 40 milioni stanziati in finanziaria per il comparto artigiano. Una parte poteva essere utilizzata sottoforma di contributi a fondo perduto, ciò avrebbe consentito a molte piccole imprese di pagare i costi di esercizio. Non si è fatto niente e, a oggi, non sappiano se quei soldi sono ancora disponibili o sono andati a finire in un fondo indistinto. Sulle risorse messe in campo da Stato e Regione occorre stare attenti: non tutte le imprese hanno subito danni, nell’erogazione dei finanziamenti bisogna tenere conto dei bisogni reali».

Un aiuto immediato alle imprese hanno chiesto anche Ignazio Schirru di Casartigiani ed Aldo Pisu di Artigiancassa. Ignazio Schirru ha proposto «un reddito di sopravvivenza» che consenta alle imprese di pagare le spese vive mentre Aldo Pisu ha invocato interventi rapidi a sostegno degli imprenditori in difficoltà.

IMPRESE E LAVORATORI DELLO SPETTACOLO

La Quinta Commissione, infine, ha sentito gli operatori dello spettacolo, settore tra i più colpiti dall’emergenza Covid-19.

«Tutti gli eventi primaverili ed estivi sono stati sospesi o annullatiha detto il responsabile del Coordinamento dei rappresentanti dello spettacolo Marco Benonidifficilmente si tornerà a lavorare nel 2020. C’è bisogno di un intervento urgente a sostegno delle imprese e dei lavoratori». Marco Benoni ha proposto per questo l’incremento dei capitoli di spesa inseriti nel bilancio regionale, in particolare nella legge 56 del 1990, portando la dotazione finanziaria a 29,5 milioni di euro per il prossimo triennio. Più risorse anche per gli eventi culturali, la promozione della lettura, lo sviluppo del cinema. «Un altro tasto dolenteha aggiunto Marco Benoniriguarda la sicurezza: ci sarà bisogno di importanti interventi per adeguare le strutture alle nuove disposizioni anti-Covid».

Sulle difficoltà dei lavoratori dello spettacolo si è invece concentrato l’intervento di Fausto Siddi (Sai-Slc Cigil): «In Sardegna sono circa mille gli attori e i danzatori professionisti che in questi mesi si sono dovuti fermare – ha detto Fausto Siddi in molti casi si tratta di liberi professionisti che soffrono una situazione ancora più precaria. E’ importante offrire loro una tutela, a partire dall’istituzione di un registro regionale. Le risorse per il comparto oltre a garantire gli ammortizzatori sociali per i lavoratori dovrebbero essere utilizzate anche per finanziare le prove degli spettacoli futuri e per la formazione e riqualificazione professionale».

Le audizioni sono state intervallate dagli interventi dei consiglieri di maggioranza e opposizione. Nel dibattito sono intervenuti Gianfranco Satta (Progressisti), Gigi Piano e Salvatore Corrias (Pd), Emanuele Cera (Forza Italia, Carla Cuccu (M5S) e Maria Elena Fancello (Misto).

I rappresentanti della minoranza hanno insistito sull’opportunità di prevedere forme di finanziamento a fondo perduto per le imprese attualmente non contemplate nel disegno di legge della Giunta.

I consiglieri Emanuele Cera e Carla Cuccu hanno proposto alla Commissione l’approvazione di un documento unitario che tenga conto dei suggerimenti arrivati dai rappresentanti delle imprese turistiche, dell’artigianato e del commercio. Proposta su cui sembra esserci l’accordo di tutte le forze politiche.

Il consigliere di Udc-Cambiamo, Antonello Peru, ha invece annunciato la presentazione di un progetto di legge per il varo di strumenti finanziari innovativi a favore del sistema produttivo: «Presenterò il documento alla maggioranza ha detto Antonello Peruservono misure che bypassino il sistema bancario. Penso ai minibond o ai basket bond con garanzia pubblica. L’altra proposta è quella della introduzione della moneta complementare nella pubblica amministrazione, per le politiche di sviluppo e di supporto alle imprese. La mia idea è quella di un bonus vacanze da 1000 euro per nucleo familiare finanziato con 300 milioni di euro».

«In questi due giorni abbiamo ascoltato proposte e suggerimenti interessantiha detto il presidente della Commissione Piero Maieli -. L’obiettivo di tutti noi è quello di garantire liquidità alle imprese per programmare la ripartenza. Valuteremo, tenendo conto degli interventi decisi dal Governo nazionale, quali misure adottare. Non siamo contrari per principio al fondo perduto, occorre però valutare il fabbisogno reale e procedere con misure mirate, tempestive ed efficaci.»

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Sarà trasmesso nelle prossime ore al Consiglio regionale il disegno di legge della Giunta con le misure a sostegno dell’intero comparto produttivo isolano per contrastare l’emergenza economica causata dalla diffusione del virus Covid-19. I contenuti del provvedimento sono stati anticipati questa mattina dall’assessore del Bilancio Giuseppe Fasolino alla Commissione “Attività produttive” presieduta da Piero Maieli.

L’esponente dell’esecutivo ha confermato la dotazione finanziaria da 200 milioni di euro. Sarà a disposizione delle imprese sotto forma di prestiti agevolati con l’intero ammontare degli interessi a carico della Regione. Il fondo, frutto dell’accordo tra la Sardegna e la Banca Europea degli investimenti, permetterà alle aziende messe in ginocchio dalla diffusione del Coronavirus di ripartire e programmare il futuro.

«L’obiettivo principale è dare liquidità alle attività produttive per consentire loro di rialzarsi dopo questi mesi terribili ha detto Giuseppe Fasolino lo faremo garantendo l’accesso al credito a tutte le imprese, anche a quelle considerate a rischio. Ogni concessione sarà a tasso zero per i prestiti fino a 800mila euro. Chi chiederà di più (fino a un massimo di 5 milioni di euro) potrà comunque avere condizioni favorevoli. I prestiti avranno 24 mesi di preammortamento e il capitale potrà essere restituito in 15 anni. Tutto questo grazie a un fondo di 200 milioni di euro finanziato da Regione e BEI in parti eguali.»

L’assessore ha chiarito che nel provvedimento saranno inserite anche aziende in forte crisi e per le quali è più difficile ottenere un prestito dalle banche: «Non potranno accedere al fondo solo quelle imprese che al 31 dicembre scorso erano interessate da procedure concorsuali o che stavano per chiudereha detto Giuseppe Fasolino l’accesso al credito sarà invece garantito a tutte le imprese che si trovano in difficoltà ma che con un intervento possono avere la speranza di andare avanti».

Il provvedimento della Giunta non contiene invece stanziamenti a fondo perduto, misura chiesta a gran voce dalle opposizioni. Su questo punto, hanno insistito i consiglieri regionali Gianfranco Satta, Salvatore Corrias, Eugenio Lai, Francesco Agus, Gigi Piano e Maria Laura Orrù. Secondo Giuseppe Fasolino prevedere un contributo a fondo perduto per le 113mila imprese isolane peserebbe sul bilancio della Regione per circa un miliardo di euro: «Non abbiamo tutti questi soldi ha sottolineato Giuseppe Fasolino – per questo bisognerà fare delle scelte. La Giunta crede che l’accordo con la Bei sia in questo momento lo strumento migliore per venire incontro a tutti i settori produttivi. In ogni caso siamo pronti a discutere con le opposizioni altre azioni di sostegno». Secondo la minoranza, il contributo a fondo perduto potrebbe essere previsto solo per le microimprese e per le piccole attività artigianali e commerciali, con risorse limitate per il bilancio regionale. Contraria, invece, la consigliera del Gruppo Misto Maria Elena Fancello.

Un altro punto affrontato durante l’audizione, è il reperimento delle risorse da mettere a disposizione per famiglie e imprese: «Nessuno poteva prevedere questa emergenzaha rimarcato Giuseppe Fasolino ci siamo trovati a contrastare una situazione molto difficile. E’ necessario fare scelte ponderate. La Sardegna, come regione a statuto speciale, ha un bilancio fondato, per l’80%, sulle entrate erariali. Dalle nostre stime, vista la riduzione del gettito determinata dall’emergenza Covid-19, alle casse regionali mancheranno tra i 600 e i 700 milioni di euro. Un buco che mette a rischio anche i servizi essenziali garantiti dalla Regione. Per questo occorre rivedere il fondo messo a disposizione dal Governo alle Regioni che stanzia solo 1,5 miliardi di euro per l’emergenza Covid. A noi toccherebbero 150 milioni, cifra evidentemente insufficiente. Un’altra possibilità è chiedere un anticipo delle risorse europee del prossimo programma di sviluppo».

Interventi rapidi con ulteriori passaggi in Commissione sono stati sollecitati da tutti i gruppi della minoranza e anche dal consigliere dell’Udc Giorgio Oppi che ha invitato la Giunta a una trasmissione più puntuale della documentazione.

I membri della commissione hanno poi sollecitato un chiarimento sulle misure a favore delle famiglie che stanno mettendo in difficoltà numerosi sindaci: «Serve un chiarimento interpretativo hanno detto in coro gli esponenti della minoranza altrimenti si rischia di non dare risposte a chi oggi si trova in forte difficoltà».