22 November, 2024
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Da domani al 13 maggio 2024 il padiglione 2 K114-L113 del Lingotto Fiere ospiterà lo stand della Regione Autonoma della Sardegna, al XXXVI Salone Internazionale del Libro di Torino.

Il programma scelto, in continuità con quello generale del Salone, incentrato sul pensiero della scrittrice Natalia Ginzburg, Vita immaginaria, è molto ricco. Negli ampi spazi dello stand della Regione Sardegna, sviluppato su una superficie di 120 metri quadri, si terranno 35 iniziative, con la presentazione di 27 libri pubblicati dagli editori sardi presenti, diversi momenti culturali, tra i quali quelli per ricordare le figure di Michela Murgia, Maria Giacobbe, Gigi Riva ed Enrico Atzeni, mentre tutti i giorni sono programmati laboratori per i bambini su tecniche di stampa e graphic novel. Il programma prevede inoltre due eventi off in collaborazione con scuole di altre regioni perché la novità dello stand è l’effetto ponte tra la Sardegna e la Penisola. Novità della XXXVI edizione del Salone sono i tavoli tecnici organizzati con insegnanti, promotori culturali, librai ed editori.

«Il Salone del Libro di Torino – ha detto l’assessora della Cultura Ilaria Portas -, è la più importante manifestazione italiana nel campo dell’editoria: prestigioso festival internazionale che consente – sotto il profilo istituzionale – di conseguire importanti obiettivi di promozione dell’isola, visibilità e inserimento del libro sardo nel mercato nazionale ed estero. La partecipazione al Salone rientra, infatti, tra le azioni di intervento della Regione a sostegno dell’editoria sarda».

«Nonostante viviamo in mondo sempre più digitale, l’editoria si continua a confermare lo strumento e il veicolo migliore per la divulgazioneha aggiunto Ilaria Portas -. Il libro è il vestito delle storie del mondo: ci racconta la letteratura, gli studi e le nuove scoperte, attraverso i suoi svariati registri comunicativi e la sua grafica accattivante. Si rivolge a grandi e piccini, appassionati, studiosi e studenti e raggiunge, infine, davvero tutta la popolazione. Il tema dell’edizione 2024, Vita immaginaria, è declinato per la Sardegna con Visiones. Nello stand Sardegna abbiamo deciso di raccontare le Visiones, ovvero l’immaginario culturale, letterario, sportivo della Sardegna, puntando i riflettori sulla vita, le opere e le gesta di alcune figure – tutte recentemente scomparse – che hanno creato fermento e vivacità culturale, dando così lustro alla nostra terra nel resto del mondo. Michela Murgia, Maria Giacobbe, Gigi Riva ed Enrico Atzeni. Nessuno di loro ha bisogno di presentazioni. Perché non si tratta soltanto di scrittrici, di studiosi e archeologi o di grandi sportivi, ma di figure che hanno campeggiato in maniera così gigantesca nel loro passaggio terreno, da lasciare poi un tratto talmente segnante da creare sia una visione per il futuro che un immaginario collettivo dei sardi e intorno ai sardi.»

«L’eredità lasciata da queste figure ben ci rappresenta a livello internazionale come isola ha concluso l’assessora regionale della Cultura -. E’ nostra volontà inoltre puntare su qualità e innovazione nella presentazione delle opere in questa edizione 2024».

L’assessora Portas sarà presente nello stand della Regione Sardegna nella giornata inaugurale, domani, giovedì 9 maggio, e il giorno successivo, venerdì 10 maggio.

Gli editori presenti nello stand della Regione Sardegna al XXXVI Salone Internazionale del Libro di Torino sono 15: Angelica Editore, Barbaro Edizioni, Giampaolo Cirronis Editore, Condaghes, Edizioni Abbà, GIA Editore, Ischire, L’Universale, Nemapress, NOR, Pettirosso Editore, S’Alvure, Sandhi Editori, UniCAPress, WOM edizioni. Saranno presenti, inoltre, come ospiti: ESI – Editori Sardi Indipendenti, Casa Falconieri, Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, Fondazione Giuseppe Dessì, ISRE – Istituto Superiore Regionale Etnografico, Scuola Baskerville – Editoria e Scrittura.

Programma

 

Nuovo appuntamento a Cagliari ad Aprile Resistente, la rassegna del crogiuolo diretta da Rita Atzeri, in corso a Casa Saddi fino a sabato, 29 aprile. Giovedì, 27 aprile, alle 21.00, va in scena Lettere d’Amore e di Guerra, recital che prende l’avvio dall’omonima opera di Simonetta Giacobbe e mette insieme pagine di Diario di Dino Giacobbe e un frammento dagli scritti di Maria Giacobbe. Sul palcoscenico Rita Atzeri, Isella Orchis, Cesare Saliu Chiara Vittone all’arpa. Sono gli anni del fascismo e della guerra civile spagnola e Dino parte per la Spagna per prendere parte al conflitto con le Brigate internazionali, al comando di una formazione di Giustizia e libertà. Il racconto di quegli anni cruciali si sviluppa attorno all ́epistolario che comprende una parte delle lettere che Dino Giacobbe e la moglie Graziella Sechi si scambiarono negli anni 1937-1939. Le lettere ricche di sentimento e tenerezza, sono ovviamente autocensurate per quanto riguarda il politico. Colma questa lacuna la puntigliosa ricerca operata dall’autrice per ricostruire tempi, luoghi e umori politici.

Sabato, 29 aprile, le battute finali della rassegna del crogiuolo sono affidate a Paolo Floris nello spettacolo, alle 21.00, Gramsci spiegato a mia figlia. Musiche di Luca Cadeddu Palmas e Pierpaolo Vacca.

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1986-2018: giunge all’edizione numero trentatré il Premio “Giuseppe Dessì”, il concorso letterario intitolato allo scrittore sardo (1909-1977), che dal 23 settembre al 3 ottobre si svolgerà nel suo tradizionale luogo deputato, a Villacidro, la cittadina del Sud Sardegna, alle pendici del Monte Linas, dove l’autore di “Paese d’ombre” (Premio Strega nel 1972) aveva le sue radici.

Promossa e organizzata dalla Fondazione “Giuseppe Dessì” e dal comune di Villacidro, con il contributo dell’assessorato regionale della Pubblica Istruzione, della Fondazione di Sardegna, il patrocinio del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del GAL Linas Campidano e la collaborazione dei festival letterari Tuttestorie e Marina Cafè Noir, l’edizione 2018 del Premio estende la sua durata: si snoderà, infatti, nell’arco di dieci giornate rispetto alla canonica settimana della cultura che ha caratterizzato le precedenti edizioni.

Il Premio ha registrato anche quest’anno un alto numero di adesioni, con 402 opere iscritte alle due sezioni in cui si articola: 263 per la Narrativa e 139 per la Poesia, con la consueta partecipazione delle principali case editrici nazionali. Maria Pia Ammirati con “Due mogli. 2 agosto 1980” (Mondadori), Giuseppe Marcenaro con “Dissipazioni. Di carte, corpi e memorie” (Il Saggiatore) e Sandra Petrignani con “La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg” (Neri Pozza) per la sezione Narrativa; Alberto Bertoni con “Poesie 1980-2014” (Nino Aragno), Paolo Fabrizio Iacuzzi con “Folla delle vene. Il museo che di me affiora” (Corsiero Editore) e Vincenzo Mascolo con “Q. e l’allodola” (Mursia) per la Poesia: sono i finalisti selezionati dalla giuria presieduta da Anna Dolfi e composta da Mario Baudino, Duilio Caocci, Giuseppe Langella, Giuseppe Lupo, Massimo Onofri, Stefano Salis, Gigliola Sulis ed il presidente della Fondazione Dessì, Paolo Lusci. Agli stessi giurati spetterà il compito di proclamare e premiare i vincitori nella consueta cerimonia in programma sabato 29 settembre a partire dalle 18.00, nella piazza del Municipio di Villacidro.

Cinquemila euro il premio per il primo classificato di ciascuna delle due sezioni (millecinquecento, invece, agli altri finalisti), insieme all’onore di imprimere il proprio nome nell’albo d’oro del concorso letterario accanto a quello di poeti come Elio Pecora, Maria Luisa Spaziani, Giancarlo Pontiggia, Alda Merini, Eugenio De Signoribus, Gilberto Isella, Gian Piero Bona, Alba Donati, Mariagiorgia Ulbar, Milo De Angelis, Maria Grazia Calandrone e di scrittori come Sandro Petroni, Nico Orengo, Laura Pariani, Salvatore Mannuzzu, Marcello Fois, Michela Murgia, Niccolò Ammaniti, Salvatore Silvano Nigro, Antonio Pascale, Maurizio Torchio, Edgardo Franzosini, Carmen Pellegrino, tra i vincitori delle precedenti trentadue edizioni del “Dessì”.

Nel corso della stessa cerimonia verranno conferiti anche gli altri due riconoscimenti che affiancano quelli più strettamente letterari: il Premio Speciale della Giuria e il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna. Il primo viene assegnato a una personalità di spicco della vita pubblica o culturale nazionale: nel palmares compaiono scrittori, intellettuali, giornalisti e personaggi dello spettacolo come Luigi Pintor, Giovanni Dettori, Maria Giacobbe, Antonio Romagnino, Sergio Zavoli, Alberto Bevilaqua, Arnoldo Foà, Maria Lai, Francesco Cossiga, Marco Pannella, Piero Angela, Ascanio Celestini, Mogol, Philippe Daverio, Toni Servillo, Piera Degli Esposti, Salvatore Settis. Dopo il filosofo Remo Bodei, nel 2017, il Premio speciale della Giuria viene assegnato quest’anno a Ernesto Ferrero, scrittore e critico letterario (è stato il direttore del Salone internazionale del Libro di Torino fino al 2016).

Torna invece per il terzo anno consecutivo l’altro premio speciale, quello istituito dal consiglio d’amministrazione della Fondazione Dessì con la Fondazione di Sardegna, che viene assegnato a una personalità del panorama culturale o artistico: dopo il Coro di Neoneli e Giacomo Mameli nel 2016, e Carlo Ossola e Massimo Bray nella scorsa edizione, il Premio Speciale Fondazione di Sardegna quest’anno va al noto psichiatra, e scrittore, Vittorino Andreoli, e all’altrettanto conosciuto giornalista e scrittore Ferruccio De Bortoli.

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Nel pomeriggio di domenica 11 marzo 2018, nei locali del Circolo Culturale Sardo “Logudoro” di Pavia, è stato presentato il volume “Maestre d’Italia”, ultima fatica letteraria della dott.ssa Bruna Bertolo, piemontese, ma affezionata alla Sardegna perché socia dell’Associazione di Promozione Sociale “Quattro Mori” di Rivoli (Torino).

Miglior combinazione non poteva esserci: a introdurre l’incontro per la tradizionale “Festa della Donna” è stata proprio una donna, Paola Pisano, nella sua veste di nuova presidente del “Logudoro” dallo scorso 17 febbraio, la quale ha tracciato un sintetico percorso delle tappe – piuttosto lente -attraverso le quali si è concretizzata nel Novecento l’evoluzione dell’emancipazione femminile in Italia.

Per quanto riguarda il volume la Pisano si è soffermata sullo stile scorrevole del testo e sulla ricchezza di documentazione prodotta dall’autrice relativamente ai tanti personaggi femminili che hanno provveduto all’alfabetizzazione del popolo italiano (bambini ma anche adulti).

Paolo Pulina, vice presidente vicario del “Logudoro” e vice presidente della F.A.S.I. (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia), ha portato ai presenti il saluto della donna presidente della Federazione, Serafina Mascia, e ha sottolineato che l’importante e ammirevole studio della Bertòlo, che ha pagine sulle maestre “eroiche” di tutte le regioni italiane (non a caso è stato presentato recentemente alla Camera dei Deputati), si raccomanda per il pubblico pavese e sardo per lo spazio dedicato, da un lato, ad Ada Negri (provincia di Milano per Motta Visconti) e a Maria Giudice (provincia di Pavia per Codevilla) e, dall’altro, alla “resistente” nuorese Mariangela Maccioni e a Maria Giacobbe (la “maestrina” nuorese dal 1958 a Copenaghen, dove sta per compiere 90 anni).

Alle maestre sarde bisogna riconoscere meriti particolari perché, dovendo operare in realtà sociali difficili, dovevano essere non solo insegnanti  ma anche educatrici e psicologhe.

Nel libro sono segnalate le tappe storiche e legislative che hanno portato ad avere strutture di formazione specifiche per le maestre.

Molte pagine sono riservate a Matilde Serao (che però maestra non fu mai ma che studiò come tale e che scrisse abbondantemente di ambienti scolastici nei giornali per i quali lavorò) e ad Ada Negri, che in realtà – anche lei – fu maestra per pochissimi anni ma che nei suoi volumi di poesie e saggi diede sempre grande risalto all’educazione scolastica di base.

Viene approfondita la figura di Maria Montessori, che ha il merito di aver  reimpostato i metodi educativi.

Il volume ricorda anche Rosa Maltoni Mussolini, mamma di Benito, che fu maestra socialista per un breve periodo.

L’autrice con dovizia di particolari descrive le molte e benemerite maestre socialiste che si sono battute vigorosamente per l’abbattimento dell’analfabetismo.

Tra esse spiccano anche dieci maestre socialiste marchigiane che ottennero l’iscrizione nelle liste elettorali grazie a una sentenza della corte d’appello d’Ancona.

Questo volume sulle “Maestre d’Italia”, ricco di dettagli, oltre a ripercorrere la condizione femminile ci offre un ottimo quadro storico della scolarizzazione  degli italiani.

L’autrice ha illustrato il proprio volume ripercorrendo le vicende delle protagoniste più significative.

La proiezione delle slide e le colonne sonore hanno favorito l’attenzione da parte del pubblico.

Dopo la relazione della dottoressa Bertolo, la serata è continuata in amicizia e allegria, allietata dalle musiche di Antonio (Giulio) Putzu, socio del “Logudoro” e musicista per passione.

Giacomo Ganzu