22 November, 2024
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«Sto smontando tutto, vado via. Il Comune ha voluto così e così sarà. Chiara Vigo però non finirà andrò dove altri mi accoglieranno». Sono le parole determinate e decise che pronuncia Chiara Vigo, maestro dell’arte di tessere il bisso, mentre ripone in buste e scatoloni le opere ed i suoi lavori esposti al museo del bisso a Sant’Antioco. Chiara Vigo afferma la sua inappellabile decisione dopo l’ultima ordinanza di sfratto che le hanno inviato gli uffici del Comune, dopo appena 24 ore dalla sentenza del Tar che ha deliberato di non essere idoneo a dirimere la richiesta di sospensiva del provvedimento, avanzata da Chiara Vigo in opposizione alla decisione del Comune. L’ordinanza le impone di lasciare entro cinque giorni i locali al piano terra del Monte Granatico, conosciuti come il Museo del bisso, a causa di una segnalazione degli uffici preposti alla sicurezza che hanno dichiarato non a norma l’impianto elettrico.

In città da ieri non si parla d’altro. Ancora una volta la città, la politica e l’opinione pubblica, si dividono tra favorevoli e contrari se Chiara Vigo debba o meno rimanere al Monte Granatico a gestire ancora il suo Museo del bisso.

«Non si tratta di essere favorevole o contrari. L’Amministrazione in passato l’ha sempre sostenuta – spiega il sindaco Mario Corongiu – se c’è qualcuno che vuole sostituirsi agli atti degli uffici o ha delle idee per risolvere il problema legalmente, lo faccia.»

Chiara Vigo, conosciuta in tutto il mondo, ha fatto muovere in suo favore personalità e persone dello spettacolo come l’attrice Maria Grazia Cucinotta che ha promosso anche una raccolta di firme per mantenere in vita il Museo del bisso. «Una cosa non capisco, perché si continui a sostenere che i locali non sono a norma per l’impianto elettrico e che il comodato d’uso sia scaduto nel 2013 – afferma Chiara Vigo – quando ho fatto Monumenti Aperti nel 2015».

La sentenza del Tar adesso, non solo non concede la sospensiva dell’ordinanza, ma ha rimandato la questione ad una possibile quanto improbabile causa civile.

Tito Siddi

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Il consigliere regionale e segretario regionale di Sinistra Ecologia Liberà Luca Pizzuto interviene nella vicenda della chiusura del Museo del bisso di Sant’Antioco, per il quale il comune di Sant’Antioco ha imposto lo sfratto per un problema con l’impianto elettrico.

«Torniamo sulla vicenda dello smantellamento del Museo del bisso di Sant’Antioco, in occasione della sua chiusura – scrive in una nota Luca Pizzuto -, per portare la nostra massima solidarietà alla signora Chiara Vigo. Ci siamo attivati a livello regionale per cercare ancora una volta di arrivare ad una soluzione. Chiediamo con forza al sindaco – conclude Luca Pizzuto – di provare altre strade per scongiurare la chiusura di questa una perla della cultura sulcitana, meta ogni anno di numerosissimi visitatori e conosciuta in tutto il mondo per la sua bellezza e specialità.»
Anche il Circolo SEL Antonio Gramsci di Sant’Antioco ha diffuso un comunicato stampa con il quale rivolge un appello all’amministrazione in carica nella figura del primo cittadino Mario Corongiu e del suo vice ed assessore alla cultura Marco Massa, «affinché mettano immediatamente in atto gli strumenti amministrativi che hanno a disposizione atti a bloccare la procedura di sgombero dei locali del Monte Granatico, ci rendiamo disponibili oltremodo a creare un canale con l’amministrazione regionale, se di problemi legati a risorse per la ristrutturazione dei locali si tratta, porti ad un coinvolgimento dell’assessorato competente e dell’assessore Claudia Firino, affinché si recuperino le risorse, ove sia possibile, per mettere a norma gli stabili e si riassegni alla signora Vigo il locale, così che lei possa proseguire nell’opera maestra di promozione territoriale del nostro comune entro e fuori i confini nazionali. Questa è una delle cose che la politica può e deve fare – ha concluso il Circolo SEL Antonio Gramsci di Sant’Antioco – per salvaguardare quel pacchetto di peculiarità che sono parte integrante ed esclusiva della magnifica cittadina in cui risiediamo».

Fino ad oggi tute le azioni messe in atto per opporsi alla decisione del comune di Sant’Antioco ri sono rivelate inutili, ad iniziare dal ricorso al TAR di Chiara Vigo, fino alla petizione online promossa dall’attrice Maria Grazia Cucinotta che il 30 luglio ha visitato il Museo del bisso.

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Ieri mattina, al Museo del Bisso di Sant’Antioco, realizzato nei locali del Monte Granatico, Maria Grazia Cucinotta, da tempo impegnata in una petizione on line a favore del mantenimento dei locali del museo, nato dieci anni fa ad opera del maestro Chiara Vigo, ha “rilanciato” la necessità di proteggere una simile rarità che fa onore alla cittadina che lo accoglie.

A monte un problema con l’impianto elettrico che ha determinato lo sfratto da parte del comune, al quale il maestro s’è opposto con un ricorso al Tar.

Ma può un filo d’oro, dono del mare, regalmente filato dal maestro Chiara Vigo, scontrarsi con una simile realtà?

Una tradizione che si perde nella notte dei tempi. «Ho voluto tessere oltre al filo, rapporti e amicizie», questa la metafora che ieri mattina Chiara Vigo ha rimarcato mentre i tanti ospiti seguivano incantati le sue mani.

Ma cos’è il Bisso?

E’ una fibra tessile di origine animale, un filo di seta marina ottenuto dai filamenti che secerne un mollusco detto “pinna nobilis” ma conosciuto volgarmente come “nacchere”.

Mentre da un “groviglio dorato” nasceva il filo che avvolgeva nel fuso, Chiara Vigo ha intonato il noto canto sardo “No potho reposare”, da tutti gli ospiti seguito in coro con una dolcezza quasi protettiva nei confronti di quel filo che iniziava a prendere forma.

Un filo che collega il passato al presente, per un futuro che non può trascurare la storia e le tradizioni, un presente che chiede a gran voce che il Museo del Bisso continui a custodire questo grande tesoro del mare.

Nadia Pische

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Sabato 30 luglio l’attrice Maria Grazia Cucinotta sarà a Sant’Antioco per manifestare solidarietà al maestro di bisso Chiara Vigo. Nello scorso mese di febbraio, prima firmataria, Maria Grazia Cucinotta lanciò la petizione online su change.org per chiedere che fossero tutelati l’arte del maestro Chiara Vigo e del suo Museo del Bisso, ospitato nei locali comunali del Monte Granatico, a Sant’Antioco. La petizione rivolta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru e al sindaco di Sant’Antioco Mario Corongiu, in questi sei mesi ha raccolto la bellezza di oltre 18.000 adesioni.

«La petizione si rese necessaria – spiega Fabrizio Steri, rappresentante del Comitato per la tutela del Museo del Bisso – in quanto il Comune richiedeva al Maestro Chiara Vigo il rilascio dell’immobile per presunti problemi all’impianto elettrico dei locali del Monte Granatico, concessi al Maestro, per il suo Museo del Bisso, in comodato d’uso gratuito fin dall’autunno 2004. Malgrado la petizione di Maria Grazia Cucinotta e l’impegno di personalità dell’arte e della cultura nazionali ed internazionali per scongiurare la chiusura di un Museo e di un’arte unici al mondo, a quella prima determina datata 23/12/2015, ha fatto seguito, nel corrente mese di luglio un’ulteriore diffida del Comune per l’immediato rilascio dell’immobile, tra l’altro in piena stagione turistica e mentre il Museo continua ad ospitare centinaia di visitatori ogni giorno.»

«Alla luce della nuova diffida del Comune, e del non scongiurato rischio di chiusura del Museo, l’attrice Maria Grazia Cucinotta ha ritenuto di dover scendere in campo nuovamente, stavolta portando direttamente e personalmente la sua solidarietà al Maestro Chiara Vigo con la sua presenza al Museo domani, sabato 30 luglio 2016, alle ore 12.00 – conclude Fabrizio Steri -. L’attrice, dopo l’esposizione dei motivi che l’hanno indotta ad occuparsi in prima persona della vicenda, si rende disponibile ad un confronto con tutta la stampa presente.»

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