24 November, 2024
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Il comune di Benetutti ed e-Distribuzione (società del gruppo Enel) alla presenza dell’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, hanno sottoscritto questa mattina l’accordo preliminare per la cessione della parte di rete e-Distribuzione gestita nel comune del Goceano. La Regione è intervenuta, attraverso diverse delibere, per consentire al Comune, che già deteneva la rete del centro abitato, di rilevare anche la titolarità dell’infrastruttura elettrica in agro e di sviluppare un modello energetico basato sulla sperimentazione e la realizzazione di reti intelligenti e di sistemi di accumulo dell’energia, previste nel PEARS.
Benetutti, insomma, si appresta a diventare il primo esempio di Smart Community in Sardegna, uno dei pochi in Italia e in Europa. La cessione ha permesso al Comune di acquisire quelle porzioni di rete in bassa e media tensione presenti nelle campagne. Benetutti, che opera come azienda elettrica concessionaria di reti distributive, è quindi in una situazione ideale per la sperimentazione studiata dalla Regione che si è posta tre obiettivi principali. Il primo è promuovere l’autoconsumo istantaneo e la condivisione dell’energia; il secondo è massimizzare il consumo locale dell’energia, mentre il terzo è abbattere i costi energetici per cittadini e imprese.
«Tutto ciò – ha detto l’assessore Piras – è perfettamente in linea con quanto previsto dal Piano Energetico, che punta a far diventare la Sardegna un modello europeo basato su sistemi per la gestione intelligente e l’uso efficiente dell’energia, come suggerito dalle buone prassi della sharing economy. A Benetutti la gestione condivisa dell’energia può già essere una realtà. Nel paese, infatti, la produzione da fonti rinnovabili è quasi sette volte superiore rispetto al consumo. Oltre all’acquisizione delle reti in agro – ha sottolineato l’assessore – il Comune, grazie alle risorse del POR Sardegna 2014-2020, potrà ammodernare e rendere più efficienti le reti di distribuzione e programmare gli interventi per realizzare le cosiddette Smart Grid. Dallo sviluppo delle reti intelligenti, crediamo che possano trarne vantaggio anche le imprese e le start-up sarde che operano nell’ICT, settore fondamentale per garantire il funzionamento affidabile ed efficiente del nuovo sistema energetico. Questo non è un esempio di autarchia, al contrario stiamo spingendo perché le diverse comunità possano aprirsi e scambiarsi esperienze positive come quella in atto a Benetutti. Abbiamo di fronte la sfida della rivoluzione tecnologica. Il mercato dell’energia – ha concluso l’assessore Piras – si sta modificando e offre enormi opportunità, purché lo si guardi da nuove prospettive. Stiamo mettendo la Sardegna nelle condizioni di affrontare questa sfida.»

L’assessore Piras ha inoltre voluto ringraziare tutti i soggetti che hanno fatto sì che l’operazione andasse a buon fine.

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Le imprese devono essere indirizzate verso le buone pratiche industriali ed ambientali per la riduzione dei rifiuti industriali, cioè, trasformarli da rifiuto in risorsa. Questo indirizzo generale può trovare concreta applicazione nel caso dei fanghi rossi che residuano in grande quantità dalla lavorazione della bauxite. Lo prevede una delibera approvata di recente dalla Giunta regionale. Il provvedimento formula un atto di indirizzo per l’adozione di buone pratiche industriali ed ambientali, proprie delle politiche dell’economia circolare, che dovranno essere gradualmente adottate nel trattamento dei fanghi rossi, sinora considerati solo come rifiuti speciali non pericolosi da mettere a discarica. L’obiettivo è incentivare il recupero di sostanze contenute in quantità notevoli quali ferro, alluminio, titanio, o in quantitativi modesti ma di grande valore economico quali scandio e terre rare, che possono essere utilizzate per altre lavorazioni o produzioni. Nel passato tale recupero è stato dichiarato insostenibile dal punto di vista economico. La ricerca tecnologica attuale ha però aperto nuove strade. La valutazione sulle prospettive scientifiche di tali processi industriali è stata certificata dal Centro per la Sostenibilità Ambientale (CESA) costituito nell’ambito del Piano Sulcis. Il rapporto del CESA esprime inoltre un giudizio positivo su una nuova tecnologia, sviluppata da un qualificato centro di ricerca di azienda privata sarda. Questa strada è battuta anche da altri soggetti. Le potenzialità di applicazione sono per ora su scala ridotta ma già rendono possibile la realizzazione di un impianto di dimostrazione industriale di taglia significativa, cioè dell’ordine di 80/100mila tonnellate/anno di fango. Lo stato dell’arte non consente attualmente alternative all’abbancamento dei fanghi rossi, da attuarsi secondo le migliori pratiche disponibili, ma nel tempo la tecnica è destinata a cambiare. Lo sviluppo e l’applicazione industriale delle tecnologie di recupero e utilizzo risponderebbero dunque a molti obiettivi.
«Troppo spesso – sottolineano l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras ed il coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi – interpretiamo il rifiuto come un materiale di scarto, in questo caso molto costoso da smaltire. Questa è una visione lineare della produzione. Ben più intrigante è ragionare in termini di economia circolare, in cui il rifiuto diventa materiale, spesso nobile, per successive lavorazioni. Valorizzare gli studi su questa materia ed applicarli alla produzione industriale è, nelle migliori prassi internazionali, fonte di opportunità di reddito e di occupazione. Su questo sentiero vogliamo lavorare e questa delibera è un primo passo verso lo sviluppo dell’economia circolare.»

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Nuovo vertice sulla vertenza Alcoa martedì 17 ottobre, alle 17.00, negli uffici della presidenza della Regione, in viale Trento 69, a Cagliari. L’ha convocato il capo di gabinetto del presidente, Gianluca Serio. Attorno allo stesso tavolo, con il presidente Francesco Pigliaru, ci saranno gli assessori dell’Industria Maria Grazia Piras e del Lavoro Virginia Mura; il coordinatore per l’attuazione del Piano Sulcis Salvatore Cherchi; il direttore generale dell’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro (ASPAL); le segreterie territoriali e regionali di CGIL, CISL e UIL; Roberto Forresu della FIOM CGIL, Rinaldo Barca della FSM CISL, Vincenzo Marroccu della UILM UIL ed Angelo Diciotti della CUB.

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Miniera di Olmedo
 Questa mattina a Cagliari, l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, ha incontrato i rappresentanti sindacali ed i lavoratori della miniera di Olmedo per fare il punto sulla vicenda che riguarda il sito produttivo. L’assessora Piras ha ripercorso l’iter amministrativo che ha portato alla rinuncia alla concessione mineraria, prima da parte della S&B e, successivamente, della società Elmin e alla conseguente decisione di emanare un bando per la presentazione di manifestazione di interesse per il trasferimento della concessione stessa a un nuovo soggetto. Per quanto riguarda l’avviso pubblicato nel luglio scorso, è stata presentata una manifestazione di interesse da parte della società Futura S.r.l. a nome di un costituendo raggruppamento temporaneo di imprese che è stato ammesso a procedere con l’istanza di concessione. L’incontro, inoltre, è servito a verificare le ipotesi tese a tutelare quei lavoratori che sono usciti, o usciranno nei prossimi mesi, dal regime degli ammortizzatori sociali. L’assessore Piras ha affermato che, in presenza di un nuovo procedimento di assegnazione, a fronte dell’interesse manifestato per lo sfruttamento della miniera di bauxite, dal momento in cui verrà dichiarata cessata la custodia da parte della Elmin, si dovranno comunque garantire i livelli di sicurezza del sito e la guardiania fino alla conclusione dell’iter. Al contempo l’assessore dell’Industria si è detta disponibile a verificare insieme all’assessorato del Lavoro, competente per materia, i possibili percorsi alternativi di sostegno al reddito o di utilizzo temporaneo dei lavoratori della miniera in linea con la normativa vigente.

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Si è svolto a Cagliari l’incontro della Cabina di regia, coordinata dall’assessorato dell’Industria, sul Programma Regionale triennale per l’internazionalizzazione delle imprese, aggiornamento 2017-2020. All’incontro erano presenti gli assessori dell’Industria e dell’Agricoltura, Maria Grazia Piras e Pierluigi Caria, i rappresentanti dell’Assessorato del Turismo e quelli delle diverse categorie produttive. Il Programma è stato avviato nel 2015 ed è in pieno svolgimento. Le azioni si sono mosse su tre linee: erogazione di finanziamenti e aiuti alle micro, piccole e medie imprese; servizi di assistenza alle imprese; attività istituzionali di promozione e internazionalizzazione. Notevole lo sforzo finanziario messo in campo dalla Regione: 32 milioni e 281mila euro, di cui oltre 24 destinati a Bandi e aiuti, 2,4 milioni per gli interventi di assistenza e quasi 5 milioni e mezzo di euro per le attività istituzionali.
«Continuiamo a sostenere il tessuto imprenditoriale sardo con investimenti importanti – ha detto l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras -. Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti con la prima parte del Programma triennale e stiamo seguendo da vicino l’attuazione delle diverse iniziative, monitorando i progetti di penetrazione commerciale predisposti dalle imprese che hanno partecipato ai bandi e ai percorsi formativi organizzati a Cagliari, Sassari e negli altri territori. Proprio in questi giorni – ha aggiunto Maria Grazia Piras – abbiamo pubblicato il nuovo bando per l’Export Lab, la cui prima edizione ha riscosso un grande interesse da parte delle imprese. Riteniamo che la parte formativa sia un pezzo fondamentale del Programma perché la Sardegna ha bisogno sempre più di imprenditori preparati e qualificati, che sappiano confrontarsi con le sfide difficili dei mercati esteri.»
«L’agroalimentare sardo è una fetta importante del più ampio progetto di internazionalizzazione delle produzioni isolane che, come Giunta, stiamo cercando di valorizzare – ha detto l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria -. Su questo settore abbiamo investito 9 milioni e 310mila euro con l’obiettivo di conquistare nuovi mercati emergenti e di consolidarci in quelli storici. Un’attenzione speciale alle piccole e medie imprese, che per esempio sul vitivinicolo e sul caseario hanno avuto e continueranno ad avere un convinto sostegno. Ieri – ha ricordato Pierluigi Caria – abbiamo presentato il progetto di promozione delle tre Dop dei formaggi ovini sardi, dove la Regione ha investito 3 milioni, mentre oggi è stato pubblicato il bando sulla sottomisura 3.2 del PSR dedicato al Sostegno per attività di informazione e promozione, svolte da associazioni di produttori nel mercato interno, con una dotazione finanziaria di 1,5 milioni.» 
L’aggiornamento del Programma ha tenuto conto, oltre che degli ultimi indicatori statistici sull’export, anche delle informazioni relative alle 200 imprese che hanno presentato domanda in forma singola o associata sui bandi pubblicati nel 2016 e 2017 con i quali sono stati finanziati piani export per circa 8 milioni di euro. Il Programma, quindi, mette a fuoco i settori produttivi più sensibili alle dinamiche di internazionalizzazione e identifica i mercati e i Paesi obiettivo scelti dalle aziende sarde per promuovere i propri prodotti. I settori verso i quali la Regione ritiene strategico indirizzare gli interventi del Programma sono: agroalimentare, turismo, bioedilizia e costruzioni, ICT, meccanica, energia, attività artistiche, lapideo, sughero, moda, tessile, artigianato artistico e sistemi di logistica avanzata e nautica. Europa, Nord America, Penisola Araba, Asia orientale, America Latina e area del Mediterraneo sono invece le macro-aree geografiche di riferimento.
La fase di aggiornamento del Programma prevede la pubblicazione di nuovi bandi per imprese in forma singola, aggregata e partenariati, la seconda edizione di Export Lab (il bando è stato appena pubblicato), incontri tecnico-formativi sul territorio, Export Pass e Export Focus, organizzazione di missioni istituzionali, e le attività previste nel Piano export Sud, cioè il Programma pluriennale di promozione e di formazione elaborato dal MISE e ICE Agenzia e finanziato con fondi UE. I nuovi bandi per l’industria hanno una dotazione finanziaria di 5 milioni di euro, mentre quelli dell’Agricoltura possono contare su risorse pari a 7 milioni e 200mila euro. La seconda edizione di Export Lab, che si articolerà in corsi in aula a Cagliari e Sassari, consulenze in azienda, affiancamento all’estero e redazione di piani export, sarà destinata a 40 aziende. Oltre ai numerosi incontri tecnico-formativi e ai percorsi di assistenza e crescita sui temi export, il Programma stabilisce una serie di eventi in Italia e all’estero: dalle missioni a Londra, Singapore e Las Vegas alla partecipazione al Vinitaly e Artigiano in Fiera a Milano. Denso di appuntamenti anche il cartellone delle iniziative istituzionali che sono in capo all’Assessorato del Turismo che si articoleranno non solo in partecipazioni a fiere e mostre del settore ma soprattutto in educational tour per giornalisti e troupe televisive nel territorio regionale.

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Simone Testoni.

Domani mattina i vescovi del territorio del Sassarese, alle ore 10.00, incontreranno i lavoratori della miniera di Olmedo. Lo ha annunciato con una breve nota Simone Testoni, segretario generale Ugl chimici. Il Nord Ovest sardo, è un territorio unito con gli amministratori locali divenuti parte integrante nella rivendicazione, uniti alla vertenza che vede i minatori della Nurra chiedere ai politici della Regione Sardegna di essere trattati come gli altri minatori sardi e di non essere discriminati. Domani anche la Curia del Nord Sardegna con i suoi esponenti, in testa padre Salvatore Morittu ed i vescovi, sosterrà la rivendicazione del diritto al lavoro dei minatori che dal 4 settembre occupano il giacimento sia in sotterraneo a 180 metri di profondità sia negli uffici. 

Alcuni minatori nello scorso mese di luglio hanno perso l’ultimo ammortizzatore sociale (la mobilità) ed oggi si trovano senza alcun reddito, gli altri la perderanno il 4 dicembre, il giorno della ricorrenza della festa alla patrona dei minatori (Santa Barbara).

«Auspichiamo – conclude Simone Testoni – che il buon Dio illumini la mente di chi ci governa, il presidente Francesco Pigliaru ed i suoi assessori al lavoro ed industria, Virginia Mura e Maria Grazia Piras, irradi i loro cuori d’Amore nella speranza che si ravvedano per una giusta risoluzione positiva alla causa.»

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E’ stato inaugurato questa mattina, a Ottana, un impianto solare unico nel suo genere per l’integrazione delle tecnologie utilizzate ed esempio di eccellenza nel campo dello sfruttamento delle fonti rinnovabili: è l’Impianto sperimentale a concentrazione della Sardegna, il cui primo lotto è stato inaugurato questa mattina nell’area industriale di Ottana alla presenza degli assessori dell’Industria e dei Lavori Pubblici, Maria Grazia Piras ed Edoardo Balzarini, dell’amministratore unico di ENAS, Giovanni Sistu, e del professor Alfonso Damiano, dell’Università di Cagliari, che ha fornito il supporto tecnico scientifico allo sviluppo del progetto.

Il progetto è stato realizzato dall’ENAS e finanziato dall’assessorato dell’Industria (10 milioni di euro) e dall’assessorato dei Lavori pubblici (2 milioni di euro). L’impianto utilizza tecnologie solari a concentrazione che sfruttano insieme il termodinamico e il fotovoltaico. Si tratta di una piattaforma di sperimentazione di scala industriale aperta alla ricerca applicata nei settori delle tecnologie solari, dei sistemi di accumulo energetici e della gestione delle micro-reti. L’impianto ha la possibilità di erogare una potenza elettrica complessiva di 1 MWe e consentirà la gestione dell’energia prodotta attraverso due sistemi di accumulo, termico ed elettrochimico. Altro dettaglio rilevante: tutti gli elementi che costituiscono l’impianto sono di manifattura italiana.

«Si tratta di un impianto sperimentale importante perché è un esempio di ciò che si può fare con lo sviluppo di smart grid all’interno delle aree industriali – ha detto l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras -. Il nostro obiettivo è rendere attrattive le zone a vocazione imprenditoriale come quella di Ottana, dove è nostro intento, e l’inaugurazione dell’impianto di oggi ne è una prova, creare infrastrutture per consentire una ripresa produttiva, a partire da settori quali l’agroalimentare e soprattutto quelli alternativi al vecchio modello industriale. Il messaggio che parte da Ottana è chiaro: dal Centro Sardegna si può ripartire con esempi di infrastrutture che puntano all’innovazione e alla ricerca. È la strada che stiamo tracciando grazie al Piano energetico regionale che sta cambiando il modello energetico della Sardegna, dall’energia per l’energia all’energia che serve, sia per le imprese che per i cittadini, con lo sguardo rivolto anche alla salvaguardia dell’ambiente e alla riduzione delle emissioni associate ai consumi. Tra l’altro, l’impianto di Ottana è la testimonianza che si possono fare impianti di rinnovabili in zone industriali senza consumare territori destinati a produzioni diverse. Il progetto inaugurato stamattina – ha concluso l’assessore Piras – è l’esempio concreto che tutto questo è fattibile.»

«Il lotto inaugurato oggi non è a sé stante, ma è una parte di un intervento complessivo che la Regione ha ritenuto di realizzare per raggiungere un obiettivo importante: abbattere i costi energetici della gestione del sistema idrico multisettoriale a beneficio del bilancio regionale, come indicato dal Piano regionale di sviluppo – ha detto l’assessore dei Lavori pubblici, Edoardo Balzarini -. È un punto di partenza verso traguardi ancora più importanti. Nell’ambito del raggiungimento dell’autosufficienza energetica, l’ENAS porterà avanti il completamento degli impianti a Ottana, un progetto suddiviso in quattro lotti per una spesa complessiva di 59 milioni di euro. Un programma di interventi che, tra l’altro, porterà rilevanti cadute economiche nel territorio compreso tra Ottana e Noragugume. Inoltre, voglio sottolineare il lavoro di squadra tra i due assessorati, Industria e Lavori pubblici: la sinergia è sempre un valore aggiunto. Infine – ha concluso l’assessore Edoardo Balzarini – ringrazio le donne e gli uomini dell’ufficio progetti di ENAS, che si è distinto negli anni per la progettazione di grandi opere infrastrutturali della Sardegna.»

«Siamo all’interno di un percorso lungo e articolato già avviato un anno fa con l’inaugurazione di un impianto da 4 MWh di tipo tradizionale – ha sottolineato l’amministratore di ENAS, Giovanni Sistu -. La particolarità di questo impianto innovativo è che consente non solo all’Enas, ma a tutta la Sardegna, di lavorare sulla realizzazione di impianti fotovoltaici a impatto ridotto. Produciamo l’energia che ci serve, vicino al territorio, riducendo gli effetti sull’ambiente. Poter fare esperimenti in un’area come questa ci avvicina ai nostri obiettivi. Inoltre, riduciamo i costi. L’Enas, per garantire la messa in pressione dell’acqua e consentire che la risorsa arrivi a tutti i sistemi locali, spende circa 9 milioni di euro all’anno. La Regione – ha ricordato l’amministratore di ENAS – è impegnata in un processo di investimenti per neutralizzare questa spesa. Con gli interventi sul fotovoltaico e sull’idroelettrico speriamo di raggiungere l’obiettivo nel medio termine.»

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La Giunta regionale ha deciso, su proposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru, di programmare le risorse per interventi volti a favorire la natalità e che abbiano carattere di innovatività rispetto alle misure previste a livello nazionale. La Regione si impegna a cofinanziare con almeno il 20% le attività dei progetti che saranno realizzati con le risorse del “Fondo per le politiche della famiglia”.
Su proposta dell’assessora Maria Grazia Piras, la Giunta ha dato il via libera all’assegnazione di contributi per favorire le attività delle Confederazioni delle Imprese Industriali e delle Piccole Medie imprese sui problemi dello sviluppo economico e sociale. La somma stanziata è di 200mila euro.
La Giunta, infine, ha approvato il disegno di legge sul comparto pesca per il risarcimento dei danni causati dai delfini. Il testo, proposto dall’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, prevede che agli operatori del settore ittico possano essere risarciti i danni alle catture causati da mammiferi protetti. Tale provvedimento gode di uno stanziamento di 100mila euro per gli anni 2015, 2016 e 2017.

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La nuova centrale di cogenerazione a servizio dello stabilimento di Matrìca a Porto Torres potrà essere costruita senza che il progetto sia sottoposto a ulteriore procedura di valutazione di impatto ambientale. Lo ha stabilito la Giunta regionale che ha approvato una delibera in tal senso proposta dall’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano.
Il progetto consiste nella realizzazione di una centrale dual-fuel, alimentata a gas naturale o GPL, che permetterà l’autonomia energetica degli impianti di Matrìca nell’ambito degli interventi sulla Chimica Verde nel nord Sardegna. La centrale sarà costituita da un turbogeneratore da 5,5 MWe e da una caldaia per la generazione di vapore. L’alimentazione a GPL sarà garantita attraverso un sistema di collegamento con la rete di stabilimento già esistente. Nel caso di utilizzo di metano, invece, l’alimentazione avverrà con uno specifico sistema di stoccaggio e vaporizzazione di GNL. Il progetto sostituisce quello che prevedeva la costruzione di una caldaia a biomassa, non «L’istanza di Matrìca è stata presentata a maggio di quest’anno – dice l’assessore Spano -. Significa che in pochi mesi gli uffici dell’Assessorato hanno svolto un ottimo lavoro; sono stati in grado di dare risposte certe, nel rispetto delle procedure e in tempi molto rapidi. Il Servizio Valutazioni Ambientali, ricevuta la documentazione con le modifiche al progetto della caldaia, autorizzato a suo tempo, ha ritenuto che non fosse necessario sottoporlo alla procedura di VIA. Ora Matrìca avrà a disposizione cinque anni per realizzare la centrale». 
«Matrìca può continuare a procedere con gli investimenti previsti nella Chimica Verde, settore strategico per il rilancio economico del nord Sardegna – dice l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras -. La Regione ci crede, non da oggi, e lo testimonia il fatto che è stata impressa una forte accelerazione all’iter autorizzativo del progetto. La nuova centrale, infatti, è funzionale alla reindustrializzazione del sito produttivo di Porto Torres, anche in connessione con gli ulteriori investimenti che a brevissimo saranno definiti con ENI. Il piano di riconversione industriale – conclude Maria Grazia Piras – è legato all’Area di crisi complessa. L’obiettivo è realizzare infrastrutture che possano dar vita a un indotto di piccole e medie imprese della filiera della Chimica Verde.»

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l'assessore Paci a Sassari
Una Rete Metropolitana intelligente che, pensandosi e organizzandosi come una grande città unitaria, punta a ridisegnare il nord-ovest della Sardegna mettendo a sistema le politiche, i progetti e le iniziative, favorendo innovazione sociale e sviluppo competitivo. È il cuore della manifestazione d’interesse presentata ieri a Sassari all’assessore della Programmazione Raffaele Paci dalla Rete metropolitana del Nord Sardegna, 8 Comuni coinvolti (Sassari, Alghero, Castelsardo, Porto Torres, Sennori, Sorso, Stintino e Valledoria) e quasi 228mila abitanti interessati. Un pezzo di programmazione territoriale diverso da quelli finora presentati, perché coinvolge un tessuto urbano importante con la seconda città più grande della Sardegna, qualche mese fa destinataria di 15 milioni di euro grazie all’Iti (Investimento territoriale integrato). Nella sede del Palazzo Infermeria San Pietro per la Regione erano presenti anche le assessore dell’Ambiente Donatella Spano e dell’Industria Maria Grazia Piras, i sindaci, i consiglieri regionali del territorio, sindacati e imprenditori.

«Capitale umano, innovazione, ambiente, cultura e identità: sono i 4 settori che abbiamo in qualunque luogo della Sardegna, dal più piccolo paesino alla grande città, e che si declinano in base ai contesti in cui si vogliono sviluppare. Questi sono i nostri punti di forza e ci aiuteranno a uscire dalla crisi, e grazie alle nuove tecnologie possono ridurre il gap geografico – ha detto l’assessore della Programmazione Raffaele Paci -. E poi c’e il valore aggiunto della qualità della vita, apprezzato da chiunque, ma il tema è sempre lo stesso: come creare opportunità di lavoro, e lo possiamo fare se utilizziamo in ognuno dei nostri settori di forza innovazione e capitale umano. In questo territorio nasceranno un Centro per l’agricoltura di precisione e uno per le malattie animali, che vogliamo serva l’intera Europa, e parlando di finanziamenti, oltre ai 15 milioni dell’Iti sono già arrivati 60 milioni di Iscol@, 40 del mutuo infrastrutture, 100 per l’azienda ospedaliera che si aggiungono ai precedenti 100, 20 per il campus, 9 per i porti, 5 per le ciclovie, e molti altri ancora per un totale di oltre 370 milioni. Ci sono tante potenzialità e molte risorse – ha concluso Paci -, ora serve progettare bene e raggiungere un elevato livello di efficienza e un profondo senso di etica nella pubblica amministrazione che permetta di dare risposte rapide ai cittadini.»
La Rete diviene il soggetto chiave per il coordinamento dell’intera area, con l’obiettivo di favorire la valorizzazione e promozione del territorio, con particolare riguardo alle aree urbane, in connessione funzionale col resto del territorio. “Riempire le aziende di byte” l’obiettivo principale, perché così si supera qualunque barriera geografica. Sei gli ambiti d’intervento previsti: ricerca e sviluppo, turismo sostenibile, sanità e inclusione sociale, ambiente naturale e aree protette, trasporti, innovazione. Si va dalla valorizzazione delle aziende agricole di Surigheddu e Mamuntanas, della Nurra e della Romangia in un “unicum” di eccellenze produttive all’innovazione delle pmi fino alla creazione di un Polo Fieristico e Centro Congressi della Rete Metropolitana. E poi turismo culturale e sanitario, con centri di eccellenza, parchi, aree marine e sic, corridoi ecologici.
«Questo incontro è un primo passo nel dialogo con la Regione – ha commentato il sindaco di Sassari e presidente della Rete Metropolitana Nicola Sanna -. La Rete è un’unione dei comuni anomala, nata in un momento delicato, quello dell’elaborazione della riforma sugli enti locali, e rappresenta l’opportunità di sviluppo di un’area urbana complessa, una complessità pari a quella della città metropolitana. L’area del Nord ovest, oggi, mostra segnali di ripresa e punta ad individuare elementi strategici di sviluppo.» 
Tra progetti chiusi, avviati e in corso sono coinvolte 30 Unioni per un totale di 284 Comuni. Considerando che dalla programmazione territoriale sono escluse alcune zone coinvolte in piani specifici (per esempio Sulcis o Nuorese), si tratta dell’88% dei centri sardi. A disposizione ci sono circa 300 milioni di euro e 30 mesi al massimo per realizzare i progetti.