23 November, 2024
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La Giunta regionale ha approvato i criteri di riparto delle risorse finalizzate alla salvaguardia degli equilibri di bilancio delle quattro Province sarde e della Città Metropolitana di Cagliari. In base a quanto è stato deciso ieri in Conferenza Regione-Enti Locali con gli assessori degli Enti locali Cristiano Erriu e del Bilancio Raffaele Paci, saranno applicati gli stessi criteri adottati per i trasferimenti del Fondo Unico previsto dall’articolo 10 della legge regionale n. 2/2007, ovvero il 40% dei 5 milioni di euro sarà ripartito in parti uguali e il 60% in base alla popolazione residente. Il testo della delibera approvata oggi ha ottenuto il parere favorevole, espresso all’unanimità dai rappresentanti di Anci, Cal e dell’associazione degli enti di Area vasta.

Con un’altra delibera, la Giunta ha approvato requisiti e criteri per l’accesso e il riparto delle risorse finanziarie (600mila euro) destinate alle Unioni di Comuni capofila dei progetti di programmazione territoriale per il triennio 2018-2020. Un terzo dello stanziamento sarà ripartito in parti uguali tra le associazioni di Unioni di Comuni regolarmente ammesse a contributo. Un altro terzo sarà assegnato in base al numero complessivo dei Comuni appartenenti alle Unioni associate, mentre la restante parte sarà suddivisa in base alla popolazione residente nel territorio interessato.

È stato attivato il finanziamento ministeriale per le aree di crisi industriale non complesse della Sardegna centrale che prevede lo stanziamento di 4 milioni e mezzo di euro. L’attivazione è stata innescata dal cofinanziamento di 900mila euro da parte della Regione approvato oggi dalla Giunta su proposta dell’assessore Raffaele Paci e dell’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras. Le imprese interessate dal bando Invitalia, che avranno, dunque, complessivamente 5 milioni e 400mila euro a disposizione, potranno così impegnarsi in iniziative per il rilancio delle loro attività. L’iniziativa dell’Esecutivo rientra nell’ambito dei contratti di sviluppo, finanziati da Governo e Regione, per iniziative considerate di particolare valore economico e strategico per lo sviluppo della Sardegna. Ancora su proposta dell’assessore Raffaele Paci, la Giunta ha deciso che nel  progetto dell’Iti di Olbia, Investimento territoriale integrato chiuso e finanziato con 15 milioni di euro ad aprile dell’anno scorso, sarà inserito anche il Museo della Musica, uno spazio attrezzato dove si svolgeranno attività artistiche collegate alla musica. Gli Iti sono interventi che puntano alla riqualificazione urbana ma anche sociale, con l’inclusione delle fasce più deboli, nelle periferie delle città. Oltre a quello di Olbia, sono già stati finanziati con 15 milioni ciascuno anche gli Iti di Cagliari e Sassari. 

Su proposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru è stata approvata la ripartizione delle risorse stanziate nel bilancio regionale 2018 quale terzo acconto per la copertura dello squilibrio dei bilanci delle aziende del SSR. Destinato anche per l’anno in corso l’importo di due milioni 803mila euro per la campagna vaccinale degli anziani e degli assistiti con patologie croniche, previo accordo con le organizzazioni sindacali di categoria e condivise in sede di comitato regionale dei Medici di medicina generale,  per le attività previste dall’Accordo integrativo regionale vigente. La Giunta inoltre ha approvato le Linee Guida per l’attivazione del progetto aziendale sulla campagna vaccinale antinfluenzale 2018/2019.

Infine, ha proposto l’assegnazione alle Aziende sanitarie di ulteriori risorse per la copertura delle perdite di esercizio 2016, in proporzione all’incidenza percentuale della perdita registrata da ciascuna azienda sanitaria al netto della perdita dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Sassari e contestualmente ha definito per l’ATS e per l’Azienda Ospedaliera Brotzu un ulteriore acconto a copertura della perdita derivanti dagli ammortamenti non sterilizzati effettuati dalle medesime aziende.  

Come proposto dall’assessore Donatella Spano, è stato escluso da ulteriore procedura di valutazione ambientale, condizionato a prescrizioni, il progetto per la realizzazione e l’esercizio di un impianto per il deposito preliminare di rifiuti pericolosi e il recupero e la messa in riserva di rifiuti non pericolosi nel Comune di Settimo San Pietro.

La Giunta ha adeguato gli indirizzi per la contrattazione integrativa del personale non dirigente dell’Agenzia Forestas. La novità scaturisce dalla delibera approvata oggi su proposta dell’assessore del Personale Filippo Spanu d’intesa con l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano. L’adeguamento si è reso necessario in seguito all’ulteriore stanziamento di un milione di euro nell’ambito della legge n. 40 dello scorso 5 novembre che ha previsto la variazione di bilancio. Le risorse a disposizione della contrattazione per il triennio 2016-2018 ammontano complessivamente a oltre 3 milioni di euro.

In questo modo si rendono omogenei i trattamenti retributivi dei dipendenti di Forestas con quelli del comparto di contrattazione collettiva regionale, a riconoscimento del ruolo e dell’importanza del servizio svolto dai lavoratori dell’Agenzia nel quadro della tutela del patrimonio boschivo e faunistico, della lotta e della prevenzione agli incendi. L’esecutivo ha inoltre destinato ulteriori risorse (un milione di euro) alla contrattazione collettiva regionale per rendere omogenei i fondi delle progressioni professionali in tutte le amministrazioni del comparto.

 

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Dopo quelle presentate dai comuni di Oristano e Palmas Arborea nei giorni scorsi, arrivano ora le diffide dei cittadini residenti e dei titolari delle aziende agro-zootecniche di San Quirico e Tiria indirizzate al Servizio energia ed economia verde della R.A.S., affinché dichiari improcedibile l’istanza di autorizzazione unica per la costruzione di un impianto ibrido solare termodinamico nella borgata di San Quirico, presentata dalla Società bolzanina San Quirico Solar Power S.r.l. Per il prossimo martedì 13 novembre l’assessorato regionale dell’Industria ha convocato a Cagliari la seconda conferenza di servizi, dopo che la prima – svoltasi il 20 marzo – aveva evidenziato numerose inadempienze da parte della Società proponente, oltre che vistose lacune progettuali, e si era conclusa con la richiesta di “corpose e rilevanti integrazioni”.

«Diffidiamo la Regione dal procedere con l’iter di autorizzazione per diverse ragioni: 1) perché il progetto definitivo che va allegato all’istanza di autorizzazione unica non presenta ancora un livello definitivo. Infatti, mancano ancora numerosi elaborati minimi. Ed è la stessa R.A.S. che ne prescrive la presentazione “pena l’improcedibilità dell’istanza – dichiara il portavoce del Comitato per la salute e la qualità della vita, Antonio Ignazio Garau -. 2) perché la Società proponente – pur essendone consapevole e avendoli individuati – non ha inserito i numerosi proprietari di abitazioni e aziende agro-zootecniche della zona – che subiranno ingenti danni patrimoniali (svalutazione degli immobili, minor fatturato, etc.) ed esistenziali, se la R.A.S. autorizzasse la costruzione dell’impianto – nell’elenco dei soggetti nei cui confronti il provvedimento finale è destinato a produrre effetti diretti. Così come non ha inserito numerosi proprietari dei terreni che, lungo un percorso di oltre 7 chilometri, saranno interessati dall’apposizione della servitù di elettrodotto.»

«Gli abitanti di San Quirico e di Tiria non sono contrari agli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Chiedono solamente che questo tipo di impianti industriali siano costruiti in aree industriali o degradate, di cui la Sardegna – purtroppo – abbonda, e non in terreni vocati all’agricoltura, limitrofi ad aree sottoposte a plurima vincolistica paesaggistica, intorno ai quali abitano oltre 700 persone – prosegue Garau -. Confidiamo molto nella sensibilità, nel buon senso e nella coerenza del presidente Francesco Pigliaru e dell’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, che hanno condotto una battaglia encomiabile contro la costruzione degli impianti solari termodinamici di Decimoputzu-Villasor e Gonnosfanadiga-Guspini, intervenendo più volte anche presso il Consigli dei ministri. Le criticità evidenziate dalla Giunta regionale per quegli impianti sono le medesime dell’impianto di San Quirico. Perché nel Medio Campidano quel tipo di impianto non va bene, mentre a San Quirico sì? A parte i danni patrimoniali e gli altri inconvenienti esistenziali, d’estate vorremmo poter continuare a dormire con le finestre delle nostre case aperte, senza l’incubo che ci arrivi il fumo delle 75 tonnellate di legna che la centrale a biomassa dovrebbe bruciare quotidianamente»

«I cittadini riuniti nel Comitato – si legge in una nota – si chiedono perché la Regione non si adoperi per interfacciare la domanda di aree per la costruzione di questo tipo di impianti con l’offerta fiorente in Sardegna (si pensi ai recenti bandi emanati dal Consorzio industriale di Nuoro per le aree di Bolotana-Ottana, o alle aree disponibili a Macchiareddu o a Porto Torres o a Portovesme, etc.), evitando l’eccessivo consumo di suolo e la serie di altri pesanti impatti sotto il profilo ambientale, paesaggistico e socio-economico. Cui prodest l’impianto di San Quirico? A quale ratio politica risponde la violenza che si vuole perpetrare a un territorio che, civilmente e democraticamente, ha espresso il suo dissenso anche attraverso le sue rappresentanze istituzionali (Provincia di Oristano, Comune di Oristano, Comune di Palmas Arborea, Comune di Arborea), tutti i partiti politici (tutti!) e innumerevoli associazioni di categoria, sindacali e ambientaliste? Perché forzare la mano?»

«Nel caso in cui la R.A.S. – nonostante le irregolarità segnalate – confermasse la conferenza di servizi di martedì 13 novembre – conclude la nota -, una delegazione del Comitato sarà presente a Cagliari al fianco dei Consigli comunali di Oristano e Palmas Arborea, per ribadire la ragioni del no alla costruzione di impianti industriali in aree agricole e per rivendicare il diritto delle amministrazioni locali di pianificare lo sviluppo dei loro territori, diritto in questo caso scippato e calpestato.»

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La Sardegna è terra di buone pratiche in ambito energetico. Lo certificano, a livello europeo, i progetti e le azioni portate avanti in questi ultimi anni dall’Assessorato dell’Industria. Dagli impianti pilota per lo sviluppo di smart-grid e micro-grid agli incentivi per l’efficienza energetica negli edifici pubblici, passando per i bandi destinati ai Comuni che intendono dotarsi di sistemi di accumulo e di controllo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili: l’Isola è coinvolta in numerosi programmi che puntano a favorire l’integrazione delle diverse fonti energetiche negli edifici per incrementare l’autoconsumo attraverso strumenti di finanziamento comunitari. Un quadro degli interventi in atto, e di quelli già attuati, è stato tracciato a Cagliari durante l’ultima giornata dell’evento internazionale Enerselves, progetto sviluppato nell’ambito di Interreg-Europe, al quale, insieme alla Sardegna, partecipano altre 6 Regioni comunitarie di Spagna, Svezia, Polonia, Malta, Romania e Regione Lazio.

«La Sardegna è ormai in grado di confrontarsi alla pari con l’Europa sulle questioni dell’efficienza energetica. Lo testimonia anche la nostra partecipazione a Enerselves, un progetto della durata di 48 mesi nel quadriennio 2017-2020 che ho avuto modo di presentare qualche mese fa a Bruxelles, durante la Settimana Europea dell’Energia Sostenibile – ha detto l’assessora dell’Industria, Maria Grazia Piras -. Risparmio energetico, creazione di reti intelligenti per distribuire l’energia, miglioramento della qualità dell’ambiente, efficientamento degli edifici pubblici, sono tutti temi sui quali in questi ultimi quattro anni abbiamo concentrato notevoli sforzi e investito risorse importanti. Sul fronte dell’energia, il futuro della Sardegna deve essere sempre più sostenibile e all’avanguardia. Enerselves – ha aggiunto Maria Grazia Piras – ci consente di intervenire con azioni finanziate dai fondi strutturali e di investimento europei e migliorare quelle esistenti. Il nostro punto di riferimento è il Piano Energetico Ambientale Regionale con il quale abbiamo anticipato alcune misure contenute nella Strategia energetica nazionale per la riqualificazione degli edifici pubblici incentrata su efficienza e autoconsumo. Ridurre del 50% le emissioni climalteranti associate ai consumi entro il 2030 non è un’utopia. Ma serve unità d’intenti tra Enti pubblici, imprese e cittadini. Ecco perché abbiamo delineato un così vasto programma di azioni, una svolta di sviluppo in un mondo in cui l’energia è sempre più strettamente legata a internet, alla sharing economy e alle politiche di condivisione.»

Il progetto Enerselves si sviluppa in due fasi: la prima riguarda l’attività di condivisione di buone pratiche e di esperienze tra i vari partner europei; la seconda si focalizza sul monitoraggio del livello di attuazione dei Piani di Azione locale, in modo da verificare il raggiungimento degli obiettivi. Enerselves vede coinvolti 175 portatori di interesse (circa 20/25 per ognuna delle sette regioni coinvolte) e prevede la realizzazione di 7 eventi di carattere interregionale e 30 di diffusione locale, di cui 4 in Sardegna. Una guida informativa raccoglierà 110 buone pratiche, mentre ogni regione dovrà redigere un Piano di Azione locale. Il budget a disposizione della Sardegna è pari a 200mila euro.

Il Piano di azione della Sardegna, in accordo con il Piano Energetico Regionale, definisce la linea strategica da adottare e prevede la descrizione delle macro-azioni con cui raggiungere l’obiettivo di 1300 nuove utenze connesse a smart-grid. Le macro-azioni sono cinque e sono necessarie e complementari per l’attuazione del Piano. La più importante riguarda sicuramente lo sviluppo delle smart-grid a Berchidda e Benetutti. I due Comuni rappresentano situazioni uniche, dal punto di vista energetico. Entrambi, infatti, operano come Aziende elettriche pubbliche concessionarie di reti elettriche di distribuzione in media e bassa tensione. È la condizione ideale per capire se, sul piano tecnico ed economico, gli esperimenti sull’integrazione energetica possono portare vantaggi per i gestori, la comunità e le aziende che operano in quei territori. E, soprattutto, è indispensabile per valutare se il modello può essere replicato in altre zone o addirittura nell’intera Sardegna. Il progetto pilota dei due Comuni è sostenuto da risorse dell’Assessorato dell’Industria che è intervenuto stanziando 6 milioni di euro. Non meno importanti sono i progetti di smart-grid, anche questi finanziati dall’Industria per un totale di 24 milioni di euro, che riguardano le Università di Cagliari e Sassari, dove sorgeranno campus sperimentali nei principali poli degli atenei. Ma le azioni di efficientamento energetico interessano un po’ tutte le strutture pubbliche, dalla stessa Regione agli enti strumentali, dai Comuni ai Consorzi industriali. Oltre 5 milioni di euro, infatti, saranno spesi per realizzare smart-grid negli immobili di viale Trento a Cagliari e in alcuni Assessorati, mentre sono già 53 gli interventi finanziati per gli edifici pubblici nell’Isola (complessivamente l’importo è di 58 milioni di euro) che dovranno essere realizzati entro il 2020. Ci sono risorse importanti anche per le amministrazioni pubbliche che intendono dotarsi di sistemi di accumulo e gestione dell’energia prodotta da rinnovabili, purché permettano di raggiungere almeno il 50% di autoconsumo istantaneo. Il bando, da 6,5 milioni di euro, è stato pubblicato quest’anno ed è stato un successo: 95 gli interventi finanziati su 120 domande pervenute. Un successo che ha spinto l’Assessorato a riaprire i termini per presentare i progetti, stanziando ulteriori 856mila euro. Infine, sempre nel 2018, è stata avviata l’attività di Audit energetico che precede gli interventi da realizzare sui principali edifici pubblici della Regione e su alcuni edifici di edilizia abitativa pubblica gestiti dall’AREA (Azienda Regionale per l’Edilizia Abitativa).

   

 

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Pieno rispetto del cronoprogramma delle attività di bonifica già avviate a Porto Torres e dei livelli occupazionali. Syndial garantisce il mantenimento degli impegni presi che riguardano sia le imprese già contrattualizzate che le imprese dell’ATI e quelle in subappalto, all’interno del Progetto Nuraghe. Le garanzie sono arrivate oggi nell’incontro tra l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, la collega dell’Industria Maria Grazia Piras ed i vertici di Syndial. La riunione era stata convocata per fare luce sulla vicenda e tutelare il territorio dopo la rescissione del contratto d’appalto con il Raggruppamento temporaneo di imprese Astaldi-Petroltecnica-Furia-Domus.

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«La metanizzazione è una fase di transizione energetica essenziale ed irrinunciabile per garantire lo sviluppo dell’economia della Sardegna, in particolare delle industrie e dei trasporti marittimi, e assicurare ai cittadini pari condizioni con il resto d’Italia. Il nostro è un progetto condiviso con il Governo nazionale, inserito nel Patto per la Sardegna siglato due anni fa, e al Governo chiediamo il rispetto degli accordi presi. Attendiamo ancora una risposta alla lettera inviata più di un mese fa a Palazzo Chigi e al MISE.»

Lo ha detto l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, intervenendo a Sassari ad un convegno sul metano, organizzato dalla Fondazione Segni.

L’assessore dell’Industria ha difeso il progetto della cosiddetta ‘dorsale’. «La rete di distribuzione del metano – ha ricordato Maria Grazia Piras – è fondamentale per la sicurezza nell’approvvigionamento e gestione del Gnl. In più garantisce pari trattamento in termini di tariffe con i meccanismi di compensazione inseriti nel Patto. Gli iter autorizzativi sono già partiti, di recente la Commissione Ue ha dato via libera alla joint venture Sardinia Newco, nata da SNAM e Società Gasdotti Italia, che dovrà realizzare l’infrastruttura, e presto partiranno i lavori per i depositi costieri previsti dal piano. Ogni rallentamento genera incertezza, e la Sardegna non può attendere oltre. Alla luce delle analisi fin qui condotte – ha sottolineato ancora l’assessore dell’Industria – la rete di collegamento, da considerarsi a tutti gli effetti parte della rete nazionale, è la soluzione meno impattante dal punto di vista ambientale e della sicurezza di approvvigionamento».

L’assessore Maria Grazia Piras ha inoltre ricordato gli interventi inseriti nel Piano energetico regionale e attuati in questi ultimi anni: dalle azioni sull’efficientamento energetico («una vera fonte energetica») alla mobilità elettrica («nessun’altra regione sta investendo quanto la Sardegna»), ai bandi destinati ai Comuni che si stanno misurando con le micro-grid e i sistemi innovativi di stoccaggio dell’energia.

«Abbiamo investito risorse importanti e stiamo portando avanti buone pratiche in campo energetico, perché il futuro è rappresentato da una Sardegna sempre più sostenibile e all’avanguardia. Ma, in una prospettiva di breve e medio termine, non possiamo fare a meno del metano, il quale, al contrario di quanto si sostiene da più parti, può contribuire enormemente a risolvere i problemi legati al clima e all’inquinamento ambientale. A parità di energia prodotta in fase di combustione, il gas naturale, infatti, rispetto al gasolio produce il 26% di emissioni in meno e il 40% in meno rispetto al carbone. Infine – ha concluso Maria Grazia Piras -, l’utilizzo del Gnl in sostituzione di benzina e gasolio riduce di circa il 95% le emissioni di ossido d’azoto e particolato.»



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Questa mattina, a Sassari, è stato compiuto un passo avanti decisivo per risolvere il problema dell’approvvigionamento idrico nell’isola dell’Asinara A sancirlo è un Accordo di programma firmato dall’assessorato dell’Industria, il comune di Porto Torres, il Parco Nazionale dell’Asinara, l’Agenzia Regionale Conservatoria delle Coste e il Gestore unico del servizio idrico integrato, Abbanoa. All’incontro per la sigla del documento erano presenti l’assessora Maria Grazia Piras, il sindaco di Porto Torres, Sean Wheeler, il commissario straordinario della Conservatoria, Giovanni Pilia, e l’amministratore unico di Abbanoa, Abramo Garau.

Grazie all’intesa si identificano i ruoli e le competenze dei soggetti che dovranno portare alla riqualificazione delle infrastrutture e all’efficientamento delle reti di distribuzione dell’acqua a Cala d’Oliva. In sostanza, l’accordo firmato oggi accelera le procedure per realizzare le opere necessarie per l’inserimento nel perimetro d’Ambito di competenza di Abbanoa delle infrastrutture idriche, fognarie e depurative dell’Asinara e per il riordino del servizio idrico integrato dell’isola. Si apre quindi una nuova fase destinata ad accelerare i lavori indispensabili per sostenere la progettazione e la pianificazione in atto all’Asinara. Entro 20 giorni a partire da oggi, verrà siglata un’intesa tra il comune di Porto Torres e Abbanoa, un atto propedeutico alla messa in sicurezza di tutta la rete idrica e al trasferimento degli impianti in capo al Gestore Unico. In contemporanea con la verifica del cosiddetto ‘stato di consistenza’, potranno essere avviati i lavori per la messa in sicurezza degli impianti esistenti. In una fase successiva saranno attuati gli interventi sulle infrastrutture e sulla parte dei bacini di riserva delle acque. I tempi saranno rapidi e le risorse finanziarie sono pari a 3,2 milioni di euro, in capo all’assessorato dell’Industria, che ha già erogato al comune di Porto Torres una prima tranche di 320mila euro. Il resto verrà trasferito man mano che andranno avanti i lavori a Cala d’Oliva. Ulteriori risorse serviranno invece per estendere i lavori sulle infrastrutture previste in altre zone dell’Asinara.

«Avevamo promesso di risolvere questo problema annoso e stiamo mantenendo gli impegni presi – ha commentato l’assessore Maria Grazia Piras -. La riqualificazione del sistema idrico dell’Asinara è prioritaria per consentire lo sviluppo del potenziale di ricettività turistica dell’isola, per facilitare l’insediamento di popolazione residente e favorire la nascita di attività produttive, ovviamente nel rispetto del Piano previsto dall’Ente Parco. Stiamo regolando in maniera ottimale le procedure per la gestione e il governo delle diverse iniziative, grazie all’apporto e alla collaborazione di tutti gli enti e le aziende coinvolte nell’intervento. Si è avviata con decisone la procedura per realizzare all’Asinara un servizio idrico integrato all’altezza delle esigenze e delle aspettative di tutti, compresi i cittadini.»

 

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«Il tempo dell’attesa è finito: Governo da una parte e Eni dall’altra devono dare al più presto risposte chiare e definitive su metanizzazione e chimica verde.»

Lo ha detto l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, intervenendo ad Arborea al congresso regionale della Filctem Cgil. «Sul metano – ha sottolineato Maria Grazia Piras – stiamo incalzando il Governo perché dia seguito a quanto previsto dal Patto per la Sardegna. La Giunta Pigliaru ha portato a compimento un percorso che nessun altro esecutivo regionale aveva mai concluso. C’è un accordo, ci sono le risorse: ora da Roma ci aspettiamo il definitivo via libera. I sardi e le imprese, penalizzate fortemente dall’assenza del metano, non possono attendere un giorno di più.»

L’assessore Maria Grazia Piras si è soffermata anche sul difficile rapporto con Eni. «Nonostante impegni e promesse, assistiamo a un lento ma graduale allontanamento dell’azienda dalla Sardegna. Non erano questi i patti e non intendiamo retrocedere. Chiediamo un intervento del Governo perché si arrivi al più presto a un confronto con Eni per capire dove, quali e quanti investimenti sono previsti nell’isola». Nel corso del suo intervento, l’assessora ha rimarcato inoltre il ruolo svolto dal sindacato in questi ultimi quattro anni. «Si è creato un clima di forte collaborazione e abbiamo raggiunto risultati importanti. Penso agli sforzi compiuti per la riapertura dell’Alcoa, per esempio, o al risanamento di aziende private e partecipate regionali come Igea, o ancora alla battaglia per il riconoscimento delle aree di crisi complessa a Porto Torres e Portovesme. Certo, ciò non significa che non manchino le criticità – ha detto ancora l’assessore regionale dell’Industria – e tra queste c’è sicuramente il problema della burocrazia. Ricordo però che due anni fa abbiamo approvato la legge per la semplificazione, e un secondo provvedimento sarà esaminato dal Consiglio entro l’anno. L’obiettivo è tagliare altre leggi inutili e rendere più rapidi gli iter autorizzativi». L’assessore Maria Grazia Piras, infine, si è soffermata sui risultati importanti raggiunti in questa legislatura nel campo dell’energia (l’approvazione del Piano Energetico Regionale), dell’efficientamento energetico negli edifici pubblici, della mobilità elettrica, della sostenibilità ambientale e, soprattutto, dell’internazionalizzazione. «Se oggi i dati sull’export sono positivi e in crescita, lo si deve anche al sostegno fornito alle piccole e medie imprese con il programma triennale per l’Internazionalizzazione varato dall’Assessorato nel 2015. È un segnale che lascia ben sperare e che alimenta il clima di fiducia con il quale la Sardegna sta risalendo la china dopo anni di crisi terribile.»

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Il progetto di Rete Intelligente del comune di Serrenti, finanziato dalla Regione con i Fondi POR FESR 2014-2020, per l’asse Energia sostenibile e qualità della vita, azione 4.3.1, si è aggiudicato il premio ENEL “Cresco Awards – Comuni sostenibili e agenda 20130” promosso dalla Fondazione Sodalitas. Il premio è stato assegnato a Rimini, nel corso della 35esima Assemblea annuale dell’ANCI. Serrenti è uno dei Comuni in Sardegna che più sta investendo nel settore dell’energia rinnovabile e delle reti intelligenti, e sono ben nove gli impianti installati su edifici pubblici alimentati da energia rinnovabile. Il progetto premiato a Rimini, la “Casa dell’Energia”, rientra tra quelli sostenuti finanziariamente dall’assessorato regionale dell’Industria, all’interno del programma di efficientamento energetico e micro reti nelle strutture pubbliche dell’isola.

«Il premio assegnato al comune di Serrenti è un riconoscimento alle buone pratiche sull’efficienza energetica, un tema che, come Assessorato, abbiamo stimolato in questi anni, non solo con finanziamenti ad hoc ma anche attraverso una capillare opera di informazione sul territorio – ha detto l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras -. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: l’eco-efficienza e la riduzione di consumi di energia primaria negli edifici e nelle strutture pubbliche sono un elemento chiave della nostra politica energetica. E il ruolo dei Comuni, ai quali sono stati destinati ingenti risorse per predisporre progetti in materia, è fondamentale. Il riconoscimento a Serrenti è anche un premio a tutte quelle amministrazioni che stanno lavorando per aumentare la propria efficienza energetica e rendere più ‘verdi’ i paesi della Sardegna.»

A Serrenti, destinatario di un finanziamento di 118mila euro, sarà realizzato un intervento sperimentale nel complesso Scuola media e Teatro di via Gramsci, già dotato di impianto fotovoltaico. Grazie a tecnologie smart grid e lo sviluppo di una micro rete, gli impianti saranno ottimizzati con l’obiettivo di garantire l’autoconsumo. L’intervento si configura come primo smart building comunale che integra l’impianto fotovoltaico attualmente in esercizio con un sistema di accumulo. Risultato: da un lato, l’energia sarà distribuita in maniera intelligente, dall’altro, il Comune avrà garantito un consistente risparmio energetico. Si tratta di un primo passo verso una futura micro rete comunale scolastica-sportiva-ricreativa, composta dalla Scuola media, dal Teatro, dalla Scuola elementare, su cui è installato un ulteriore impianto fotovoltaico, dalla Scuola materna e dalla Palestra comunale. A Serrenti, insomma, il futuro energetico è già realtà. 

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Sono molto positivi i risultati delle due call di invito a manifestare interesse a investire nelle aree di crisi del Polo industriale di Porto Torres e di Portovesme. Entrambe sono state promosse dal ministero dello Sviluppo economico, Regione Autonoma della Sardegna e Invitalia, nell’ambito dei rispettivi progetti di riconversione e riqualificazione industriale e con l’obiettivo di definire i fabbisogni di investimento delle imprese.

Per Porto Torres sono arrivate 59 manifestazioni d’interesse. La maggiore concentrazione degli investimenti (82%) riguarda il settore manifatturiero; seguono le attività di gestione dei rifiuti ed i progetti con finalità di ricerca e sviluppo sperimentale.

Circa la metà delle proposte di investimento riguarda progetti tra 1,5 e 20 milioni di euro (49% del totale), a cui si associano il 20% degli investimenti ed il 34% delle previsioni di nuova occupazione.

Sopra la soglia dei 20 milioni sono pervenute 4 proposte che raccolgono il 77% degli investimenti totali, due delle quali riguardano investimenti in avanzata fase progettuale, potenzialmente coerenti con la normativa relativa ai Contratti di Sviluppo.

Per l’area di crisi di Portovesme, invece, sono arrivate 21 manifestazioni di interesse. In linea con la strategia del “Piano Sulcis”, la call ha avuto l’obiettivo di individuare progetti coerenti con l’intervento di rilancio economico del territorio attraverso le agevolazioni della legge 181/89.  Molte proposte sono arrivate da imprese di piccola dimensione (il 61,9%). La maggiore concentrazione degli investimenti e degli occupati riguarda il settore dell’attività dei servizi di alloggio e di ristorazione. 

Più della metà delle proposte di investimento riguarda progetti tra 1,5 e 20 milioni di euro (a cui corrisponde il 33,8% di investimenti ed il 29,5% di occupazione), mentre quelli al di sopra dei 20 milioni di euro rappresentano il 66,2% del totale degli investimenti e il 70,5% del totale dell’incremento occupazionale.

Sono in corso gli approfondimenti necessari per la definizione delle risorse finanziarie che saranno attivate e rese disponibili sul territorio delle due aree di crisi.

«La risposta alle call di Porto Torres e Portovesme rappresenta un risultato incoraggiante in un ottica di rilancio delle aree di crisi – commenta l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras -. Non solo il numero delle proposte pervenuto è superiore alle previsioni, ma è rilevante anche il fatto che queste riguardino un vasto ambito di settori produttivi e che vi sia una forte intensità di Ricerca & Sviluppo. Siamo quindi entrati nella fase finale di definizione del Progetto di Riconversione e Riqualificazione Industriale (PRRI) delle due aree da parte di Invitalia. Contiamo che a breve questo venga trasmesso al Gruppo di coordinamento e controllo istituito presso il MISE per l’espressione del proprio parere. Al contempo – conclude Maria Grazia Piras -si andranno a definire l’ammontare di risorse che potranno essere rese disponibili per le due aree di crisi così da poter procedere alla definizione e sottoscrizione dell’Accordo di programma e attivare gli interventi agevolativi a sostegno dei progetti imprenditoriali.»

La proposta di legge n.550 in materia di attività di cava e miniera non è stata discussa dal Consiglio regionale. Il testo, entrato in Aula con la procedura d’urgenza prevista dall’art.102 del Regolamento era stato rinviato in Commissione la scorsa settimana per alcuni approfondimenti.

Nella seduta odierna del parlamentino delle “Attività Produttive”, maggioranza e opposizione non hanno trovato l’accordo sulle proposte emendative presentate dalla Giunta. La minoranza ha quindi chiesto il rispetto dei termini previsti dal Regolamento (10 giorni) per presentare la propria relazione alla legge.

Il presidente Luigi Lotto, sentito il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau, ha deciso di aggiornare i lavori della.

Deluso il consigliere di Art.1 – Mdp Luca Pizzuto, ispiratore del provvedimento: «Prendo atto della decisione – ha detto – oggi si decide di rinviare la discussione nonostante gli accordi raggiunti in Aula. In ogni caso non avremmo accolto gli emendamenti della Giunta che andavano contro lo spirito originario della proposta. Il nostro intento era quello di riempire un vuoto normativo che impedisce alla Regione di intervenire nel caso in cui una società titolare di una concessione non rispetti i diritti dei lavoratori». Come nel caso della Polar, azienda di Piscinas da tempo al centro di una dura vertenza sindacale: «Oggi in Sardegna può accadere che un’azienda licenzi 13 dipendenti e non rispetti l’obbligo di reintegro deciso dal Tribunale del Lavoro – ha aggiunto Luca Pizzuto – questa norma serve per evitare che si ripetano situazioni simili».

Contro la proposta di legge si sono invece schierati tutti i rappresentanti della minoranza Luigi Crisponi (Riformatori), Gianluigi Rubiu (FdI) e i forzisti Marco Tedde ed Alberto Randazzo. Secondo gli esponenti dell’opposizione la legge interviene su un caso specifico e non rispetta il principio di generalità e astrattezza: «Per risolvere un singolo caso si rischia di mettere in difficoltà decine di aziende e migliaia di lavoratori – hanno detto – la materia, oggi regolata da leggi ormai superate, ha bisogno di una revisione organica». Per i consiglieri di minoranza, inoltre, la proposta contiene profili di illegittimità costituzionale che la espongono a un’impugnazione certa da parte del Governo.

Dubbi sono stati espressi anche dall’assessore all’Industria, Maria Grazia Piras, che ha illustrato alla Commissione gli emendamenti della Giunta. «Abbiamo cercato di riscrivere la legge per evitare che alcune norme vadano in contrasto con la normativa nazionale – ha affermato Maria Grazia Piras – la Regione ha l’obbligo di vigilanza sull’attività di cava e miniera che esercita attraverso la polizia mineraria. Nel caso in cui non vengano rispettate le prescrizioni contenute nell’atto di concessione, l’azienda va incontro a pesanti sanzioni. La Regione può avviare la procedura di revoca della concessione ma non può chiudere l’attività. Sulla tutela dei diritti dei lavoratori, credo che la normativa vigente sia esaustiva. Ho paura che la proposta di legge faccia crescere i contenziosi, da parte nostra c’è la disponibilità a lavorare a una legge organica di settore».

Contro la proposta n.550 si sono schierate, infine, Confindustria, Confapi e Confartigianato sentite in audizione dalla V Commissione. I rappresentanti delle associazioni Federico Fiorelli (presidente della Commissione “Cave e miniere” di Confindustria), Silvana Manuritta (direttore generale di Confapi), Stefano Mameli (segretario regionale Confartigianato) e Marco Fuscello (presidente del Consorzio lapideo) hanno chiesto il ritiro della legge. «E’ un provvedimento che anziché proteggere i lavoratori rischia di lasciarli per strada – hanno detto in coro – le sanzioni contro le aziende che non rispettano le norme esistono già. Si lavori piuttosto a una legge di riforma organica che superi l’attuale normativa ormai non più adeguata ai tempi».