Ignazio Locci (FI): ««La gestione della vertenza Igea da parte della Regione è scandalosa».
«La gestione della vertenza Igea da parte della Regione è oltremodo scandalosa: tutti gli accordi, compreso l’ultimo del 7 novembre scorso, sono stati disattesi, mentre gli operai, stremati da una situazione sempre più drammatica, sono arrivati al settimo mese senza stipendio. Unico responsabile: la Giunta dei professori, palesemente disinteressata al dramma che stanno attraversamento le maestranze Igea, e convinta di farla franca con il solito “stiamo lavorando”. Un lavoro di cui, tuttavia, non si percepisce alcun frutto.»
Lo ha detto stamane Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna, dopo essersi recato a Monteponi a portare solidarietà e vicinanza ai lavoratori.
«Sono padri di famiglia che non sanno più come andare avanti, strozzati dai debiti e abbandonati da una classe dirigente che, oggi al governo, mostra di non sapere fare il proprio lavoro – ha aggiunto Locci -. Inoltre, per una ventina di precari i contratti risultano in scadenza e ancora nessuno ha fornito loro le giuste rassicurazioni. A questo punto, vista l’imbarazzante incapacità di gestire la vertenza da parte della Giunta Pigliaru, sarebbe il caso che si andasse in Consiglio regionale con una proposta di legge urgente che ponga la parola fine, regolarizzando la situazione degli operai e mettendo in sicurezza l’immenso patrimonio minerario oggi a rischio per ragioni di pubblica sicurezza. Più passa il tempo, più lo scenario si aggrava. Non si capisce cosa stiano aspettando gli uffici regionali competenti a liquidare all’Igea i tre milioni di euro di fatture scadute, o a trasferirle gli 8 milioni stanziati nell’assestamento di bilancio. L’Assessorato regionale all’Industria ha tutti i poteri per velocizzare le pratiche e dare una scossa alla burocrazia. Ma è evidente che Maria Grazia Piras sta pensando ad altro. A breve, poi, chiuderà la Ragioneria della Regione e per assicurarsi gli stipendi (almeno un anticipo prima di Natale) gli operai dovranno attendere il 2015. E questo sarebbe gravissimo, un ulteriore offesa all’indirizzo di centinaia di famiglie sarde.»