18 July, 2024
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Giunta del 17 aprile 2018

La Giunta regionale ha approvato il disegno di legge sul lavoro straordinario dei dipendenti regionali in occasione di consultazioni elettorali. Viene stabilito, sulla base di una interpretazione autentica, che l’articolo 90 della legge del 6 marzo 1979, sulle prestazioni di lavoro straordinario per gli adempimenti connessi allo svolgimento delle consultazioni, si riferisce a tutte le elezioni e ai referendum la cui competenza organizzativa è in capo alla Regione.

Su proposta dell’assessora Maria Grazia Piras, l’Esecutivo ha programmato ulteriori risorse pari a 3 milioni di euro da destinare al Programma regionale per la mobilità elettrica.

Per evitare di rallentare o pregiudicare la realizzazione di numerose opere pubbliche, la Giunta su proposta dell’assessore Edoardo Balzarini ha approvato alcune modalità applicative per governare la fase transitoria fino alla pubblicazione del prezziario delle opere pubbliche 2018. Il provvedimento si è reso necessario dopo diverse segnalazioni, pervenute da enti e amministrazioni, circa le difficoltà ad assicurare la copertura finanziaria di interventi, già programmati in via definitiva, prima della pubblicazione del suddetto prezziario.

Come proposto dall’assessore della Sanità Luigi Arru, è stato rinnovato per tre anni l’incarico al direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, Alberto Laddomada.

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L’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras ha partecipato, a Bruxelles, alla prima giornata degli eventi organizzati dalla Regione Sardegna nell’ambito di EUSEW 2018, Settimana Europea dell’Energia Sostenibile, tredicesima edizione della Conferenza politica annuale che ha l’obiettivo di discutere e plasmare il futuro energetico dell’Europa.

«Risparmio energetico, creazione di reti intelligenti per distribuire l’energia, miglioramento della qualità dell’ambiente, a partire dall’efficientamento degli edifici pubblici – ha detto Maria Grazia Piras -: la Regione sta investendo risorse importanti e sta portando avanti buone pratiche in questi campi perché il futuro è rappresentato da una Sardegna sempre più sostenibile e all’avanguardia in tema di energia.»

La Regione si confronta con l’Europa sui temi dell’efficienza energetica a partire da ENERSELVES, progetto che ha una durata complessiva di 48 mesi nel quadriennio 2017-2020 e prevede il coinvolgimento della Regione Lazio e altre cinque regioni di Spagna, Svezia, Polonia, Malta e Romania e di 175 portatori di interesse. Con ENERSELVES saranno individuate 110 buone pratiche da raccogliere in una guida dove saranno scelte almeno 10 azioni regionali. Nella parte finale è prevista anche l’implementazione di un piano d’azione locale, con uno o più interventi, che dovrà essere finanziato con risorse comunitarie del POR Sardegna.
«Gli incontri di oggi e domani, qui a Bruxelles – ha sottolineato l’assessore Maria Grazia Piras – ci consentono di illustrare a una platea qualificata, composta da autorità pubbliche, società private, ONG e consumatori, le strategie adottate dal nostro Assessorato per promuovere iniziative tendenti al risparmio energetico e per ottenere energia pulita, sicura ed efficiente. Come avvenuto negli anni scorsi con il progetto Foster in Med, ENERSELVES consentirà alla Regione di intervenire con azioni finanziate dai fondi strutturali e d’investimento europei e migliorare quelle esistenti per supportare l’integrazione delle risorse energetiche rinnovabili negli edifici pubblici. Il nostro punto di riferimento – ha aggiunto l’assessore dell’Industria – è il Piano Energetico Ambientale Regionale con il quale abbiamo anticipato alcune misure contenute nella Strategia energetica nazionale per la riqualificazione degli edifici pubblici incentrata su efficienza e autoconsumo. L’obiettivo più volte dichiarato è di ridurre del 50% le emissioni climalteranti associate ai consumi entro il 2030. Per ottenere questo risultato c’è bisogno di unità d’intenti. Ognuno di noi, Enti pubblici, imprese e cittadini, è chiamato ad agire in tal senso. Le risorse messe in campo dalla Giunta sono ingenti: 68 milioni di euro di investimenti per le reti Smart grid, 15 milioni per la mobilità elettrica, 6,5 milioni di euro per il Bando micro-grid e accumulatori, grazie ai quali quasi 100 Comuni stanno già avviando progetti sperimentali di reti intelligenti, e ancora 1 milione e mezzo di euro per migliorare l’efficienza energetica delle imprese, 6 milioni di euro per un altro intervento strategico e innovativo, già contemplato nel PEARS, che riguarda le due Smart Communities di Benetutti e Berchidda, unici due paesi in Sardegna dotati di rete elettrica di proprietà, nei quali verranno realizzate le Smart Grid e, infine, gli 11 milioni investiti per un esempio di buona pratica premiato anche dall’Unione Europea, vale a dire l’impianto sperimentale a concentrazione solare di Ottana, una piattaforma aperta alla ricerca applicata che rappresenta un esempio di ciò che si può fare con lo sviluppo di Smart Grid all’interno delle aree industriali. Si tratta – ha concluso l’assessora Piras – di un vasto programma di azioni che rappresentano una svolta di sviluppo in un mondo in cui l’energia è sempre più strettamente legata a internet, alla sharing economy e alle politiche di condivisione.»
Maria Grazia Piras, a margine degli eventi odierni, ha incontrato la responsabile della Direzione Energia della Commissione Europea, Andreea Strachinescu, che è rimasta particolarmente colpita dall’intervento su Benetutti e Berchidda, un esempio di buona pratica che sarà presentato nel corso dei prossimi appuntamenti europei sul tema dell’energia.

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«È una straordinaria opportunità per le imprese: ci sono ben 96 lotti immediatamente disponibili, distribuiti su 65 ettari dell’area industriale di Porto Torres e Sassari, che possono essere utilizzati per nuovi insediamenti produttivi e per riqualificare il tessuto imprenditoriale della zona e, soprattutto, ci saranno risorse nazionali e regionali che potranno essere incanalate a sostegno dello sviluppo del territorio e della rinascita dell’intero nord ovest della Sardegna. È un’occasione che non possiamo lasciarci sfuggire.»
Lo ha detto l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, intervenendo alla Camera di Commercio di Sassari all’incontro organizzato da Regione e Invitalia per presentare alle amministrazioni locali, al Consorzio Industriale, alle associazioni di categoria e alle imprese la ‘call’ dedicata all’Area di crisi industriale complessa di Porto Torres che verrà pubblicata sui quotidiani il prossimo 5 giugno.
Il responsabile sviluppo e Crm di Invitalia, Corrado Diotallevi, e il referente per l’attuazione del piano di riconversione e riqualificazione industriale, Roberto Saba, hanno spiegato le modalità attraverso le quali le imprese interessate potranno manifestare a Invitalia la loro intenzione a presentare i progetti che, una volta raccolti, permetteranno di definire le risorse e gli strumenti agevolativi a sostegno delle imprese intenzionate a insediarsi nell’area. I programmi di investimento potranno riguardare la produzione di beni e servizi (creazione di impresa, creazione di nuova unità da parte di impresa esistente, ampliamento e diversificazione di unità esistente), programmi di investimento per la tutela ambientale, progetti di innovazione dei processi e della organizzazione, progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale. Le manifestazioni di interesse dovranno pervenire entro e non oltre il 5 luglio di quest’anno. Domani, a Carbonia,  nella sala convegni della Sotacarbo,verrà presentato la ‘call’ per l’area di Portovesme, in via di pubblicazione il prossimo 8 giugno. All’incontro sarà presente anche il coordinatore del Piano Sulcis Salvatore Cherchi.
«Per il rilancio economico e sociale di Porto Torres e Portovesme, serve una forte sinergia tra le istituzioni dei territori e la Regione – ha sottolineato l’assessore Maria Grazia Piras -. Noi ci aspettiamo che le imprese presentino idee già mature e progetti cantierabili in tempi rapidi. Serve una partecipazione numerosa perché la qualità e la quantità delle proposte in campo determineranno successivamente l’ammontare delle risorse che saranno messe a disposizione sia dell’area di Porto Torres che di quella di Portovesme. È indispensabile quindi che i progetti di riqualificazione e reindustralizzazione si trasformino in tempi brevi in iniziative fattibili e concrete. Ci attendiamo che tutti i soggetti coinvolti, a partire dalle associazioni di categoria, contribuiscano a un ampio lavoro di divulgazione. Le risorse messe in campo dalla Regione per sostenere il sistema imprenditoriale isolano – ha concluso l’assessore dell’Industria – sono ingenti, a partire da quelle previste nei bandi T1, Tt2 e T4. Ma l’importanza degli strumenti legislativi e finanziari delle Aree di crisi complessa è data dal fatto che si tratta di strumenti specifici, tarati proprio per quelle zone.»

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Il Consiglio regionale ha approvato le mozioni sul trasferimento della gestione del Servizio idrico integrato dal Consorzio ZIR di Macomer alla società Abbanoa Spa e sulla liquidazione dell’ARAS.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, in parte modificato dalla conferenza dei capigruppo, con la mozione n. 420 (Forma e più) sul trasferimento della gestione del servizio idrico integrato dal Consorzio Zir di Macomer ad Abbanoa Spa. Il presidente ha dato quindi la parola alla consigliere del Partito democratico Daniela Forma, prima firmataria della mozione, per illustrarne il contenuto.

Daniela Forma ha ricordato che «nello scorso mese di agosto sono state attivate le disposizioni per il riordino delle funzioni dei consorzi industriali fra le quali il trasferimento delle competenze per la gestione del servizio idrico, ma un mese fa le aziende insediate hanno ricevuto notizia del subentro di Abbanoa con l’indicazione del nuovo contratto, con costi lievitati fino al 400%, determinando il rifiuto di sottoscrivere il contratto di servizio che, nei fatti, costituiva l’ennesima penalizzazione delle aziende della Sardegna centrale». L’intervento della Regione, ha poi spiegato, «ha creato le condizioni per sospendere i termini per sottoscrizione del contratto (1°giugno), prorogandoli al 1° novembre e su questo l’assessorato ha dato disponibilità ad una mediazione nel breve e medio termine fra tutti i soggetti interessati, non altrettanto ha fatto Abbanoa che, invece, ha ribadito che il subentro era stabilito dalla legge con ulteriore irrigidimento nei confronti di alcune aziende che hanno scarichi industriali, paventando addirittura il ricorso all’autorità giudiziaria per reati ambientali». Ad oggi, ha concluso la Forma, «non risulta l’accettazione dello slittamento al 1° novembre, per altro previsto dalla legge regionale 10/08, per cui invito la Giunta ad annullare in autotutela la delibera dell’agosto 2017 con effetto su tutti gli atti successivi».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, intervenendo nella discussione generale, ha parlato di una «questione piuttosto singolare, l’ennesima puntata della vicenda Abbanoa che quadruplica i costi per le aziende della zona industriale di Macomer, a dimostrazione del fatto che la società è diventata una repubblica indipendente rispetto ad Egas, all’assessorato ed alla Giunta, dove succede di tutto e nessuno controlla, eludendo peraltro un preciso obbligo di legge previsto dalle leggi nazionali ed europee». Evidentemente, ha aggiunto, «questa situazione a qualcuno fa comodo, perché chi si mette di traverso viene cacciato, come il direttore generale di Egas, mentre il direttore generale di Abbanoa viene riconfermato nonostante la recente sanzione da oltre 600.000 euro dell’Autorità per l’Energia; forse qualcuno si occuperà di Abbanoa ma è inammissibile che si debba arrivare a questo mentre l’assessore fa spallucce».

Sempre per Forza Italia la capogruppo Alessandra Zedda ha affermato che «c’è ben poco da aggiungere sui rilievi riguardanti gestioni e procedure di Abbanoa, con la differenza che stavolta vengono dalla maggioranza anche se Abbanoa accusa chi critica di dire bugie». Oggi, ha sostenuto, «l’assessore deve dare riposte sul Consorzio di Macomer (che è in attivo) sul quale la Giunta ha convogliato risorse straordinarie, in ogni caso non si può appesantire proprio in quell’area la situazione delle imprese, bisogna agire ed agire subito perché i tempi sono molto stretti per il caso specifico e per la gravissima situazione generale».

A nome del Pds il consigliere Piermario Manca ha sottolineato che «la relazione di Forma e gli stessi interventi della minoranza evidenziano un problema specifico tenendo sullo sfondo questioni generali abbastanza diverse; affrontare il problema strategico dell’acqua in Sardegna è compito del Consiglio, meno occuparsi di un certo numero di utenze come se ci fossero due modi di pagare l’acqua». Credo che la discussione non si possa ridurre a questo, ha continuato Manca, «ma concentrarsi sull’acqua come bene comune, parlando di acqua a tutto campo al di là dei piccoli o grandi privilegi localizzati in questa o quell’area».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha detto fra l’altro che «Manca ha ragione perché molte volte il Consiglio si sofferma su situazioni particolari e tuttavia il problema di Macomer è serio perché da poco la Regione è intervenuta sulla profonda crisi industriale della Sardegna centrale, perciò proprio qui non si può avallare una impennata dei pagamenti delle proporzioni descritte; verifichiamo quello che è possibile fare con tutti i soggetti interessati, senza nascondersi dietro il dito, perché Abbanoa è per molti aspetti un problema irrisolto che va affrontato».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha precisato che quella in corso «non è una discussione su Abbanoa, anche se il Consiglio ovviamente può farla, ma un fatto specifico collegato al dibattito sull’economia della Sardegna centrale conclusosi con un ordine del giorno votato all’unanimità ed una manifestazione che si è svolta ad Ottana; c’è un problema che riguarda i costi del servizio per le aziende di Macomer e di questo dobbiamo ragionare con la massima attenzione, la volontà di fare chiarezza e di rivedere la delibera della Giunta se necessario, non è un atto contro nessuno ma un impegno nei confronti delle aziende della Sardegna centrale, su questo chiediamo l’intervento dell’assessore».

L’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras, a nome della Giunta, ha affermato che «il problema è nato da una situazione abbastanza anomala e onerosa sia per il pubblico che per le aziende ed i cittadini e riguarda in Sardegna 8 Zir messe liquidazione con la legge 10/08 e quindi da 10 anni, generando disfunzioni per imprenditori che operano in quelle nelle aree, inefficienze, disorganizzazione e costi aggiuntivi compresi quelli per il personale in strutture con pochissimi dipendenti». Abbiamo iniziato a porre fine a questa situazione in continuità con la precedente Giunta, ha ricordato l’assessore, «liquidando i consorzi di Tempio, Siniscola, Valle del Tirso e via via tutti gli altri, ed una delle questioni preliminari affrontate era proprio quella di trasferire reti ed impianti idrici come previsto dalla legge, cosa che è stata fatta alla fine dell’estate». Approfondirò questione, ha assicurato la Piras, «ma è vero che i problemi sono emersi solo a Macomer perché qui c’è la rete industriale ma non l’acqua industriale che costa molto meno di quella potabile; cogliamo comunque la richiesta del Consiglio per favorire l’attivazione di un tavolo tecnico che come assessorato ho già chiesto chiedendo anche il rinvio del contratto da 1° giugno a 31 ottobre, con l’impegno di seguire la vicenda anche riesaminando le tariffe delle zone industriali, revisione alla quale sta lavorando l’Egas con l’obiettivo di ridurne la tipologia introducendo magari nuove sub categorie per le aziende che devono utilizzare acqua potabile come quelle dell’agro alimentare».

La prima firmataria della mozione Daniela Forma ha dato atto all’assessore della sensibilità dimostrata, ricordando però che la scadenza del 1° giugno incombe ed è questa la ragione della mozione. La Forma ha espresso quindi una valutazione positiva sulle verifiche e sullo slittamento dei termini, ferma restando la necessità di affrontare i problemi della legge di riordino aree industriali ancora non pienamente applicata, a cominciare dalla tariffazione speciale per le attività produttive.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha condiviso  le argomentazioni del collega Manca sull’appello ad una riflessione sull’ acqua sempre bene collettivo, che non può che essere fondata sul principio chi più consuma più paga. Ben venga perciò, ha auspicato Congiu, «una pronuncia Aula in grado di fare chiarezza sui temi concreti oggetto della discussione; mi risulta peraltro che, in un incontro a Macomer, si siano fatto alcuni passi avanti con fatturazioni proporzionate ai consumi, il differimento dei termini e l’individuazione di tariffe speciali per le aziende idrovore di tutta la Sardegna». A giugno, ha concluso, «ci sarà anche la ri-profilazione delle tariffe nazionali ma, andando oltre, occorre riflettere sulla necessità di una revisione dei regolamenti consortili che, così come sono, rallentano la ristrutturazione delle aziende».

Per i Riformatori il consigliere Luigi Crisponi ha definito la relazione assessore «insufficiente rispetto sollecitazioni ricevute, perché non poteva dire a posteriori che si documenterà ed è impensabile che questo accada ad aziende della zona industriale più povera della Sardegna più di altre sfiancata dalla crisi, come Consiglio dovremmo occuparci di ben altro per sostenere le imprese del territorio, ora però non c’è tempo da perdere: diciamo no a tariffe insostenibili, a rivedere tutto non solo entro il 31 ottobre ma in modo totale secondo le esigenze dell’economia del territorio».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, a favore, ha sollecitato un approfondimento sulla situazione delle 8 Zir della Sardegna che nel 2008 avevano un buco di 20 milioni col personale che doveva essere assorbito dai Comuni ma poi tutto si è fermato a causa della mancanza di risorse degli Enti locali. Ci vuole una visione di carattere generale per rilanciare queste strutture, ha aggiunto, compresa quella di Tossilo dove l’allora Giunta di sinistra aveva fatto un piano di rifiuti da 40 milioni che dovevano andare ai Comuni, per cui bisogna fare un discorso uguale per tutti.

Il consigliere Antonio Gaia (Cps), favorevole, ha messo in evidenza che «oggi l’attenzione riguarda un caso particolare ma ci sono molti punti di contatto col problema generale della gestione di Abbanoa che deve essere risolto, perché non è possibile trasferire il servizio idrico integrato ad un soggetto illegittimo che, di conseguenza, non può imporre tariffe a nessuno, questa è la vera questione da affrontare».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, favorevole, ha ipotizzato che «Abbanoa in realtà è il parafulmine di qualcos’altro perché non fa che prendere ordini, dato che le tariffe le stabilisce Egas ed anche a Macomer ha eseguito ordini perché è solo un gestore come dice la legge: le responsabilità sono altrove, dalla Giunta regionale agli azionisti».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la mozione che il Consiglio ha approvato con 47 voti favorevoli ed 1 contrario.

Prima di cominciare l’esame della mozione 417, il consigliere Pierfranco Zanchetta (Cristiano Popolari socialisti) ha chiesto la parola sull’ordine dei lavori. Pierfranco Zanchetta ha ricordato la notizia della nomina del presidente della Regione a commissario straordinario per gli interventi nell’arcipelago de La Maddalena. Il consigliere ha espresso grande soddisfazione e ha augurato buon lavoro al presidente Francesco Pigliaru.

La mozione n. 417  sulla liquidazione dell’ARAS e l’affermarsi di un modello gestionale centralizzato dei servizi in agricoltura è stata illustrata da Piermario Manca (Partito dei sardi). Il consigliere ha detto che la mozione, pur essendo firmata solo dai consiglieri del suo gruppo, è una mozione di tutto il Consiglio regionale perché riprende un ordine del giorno approvato all’unanimità qualche mese fa. Piermario Manca ha chiesto maggiore chiarezza perché il Consiglio – ha detto – ha necessità di sapere cosa sta succedendo. Ci sono 290 lavoratori  e tutto il sistema della zootecnia a rischio.  Manca ha annunciato che chiederà un accesso agli atti nei confronti di LAORE. Entrando nel merito della mozione sono stati spiegati i cinque punti principali del dispositivo. Prima di tutto – ha detto Manca – è necessario contrastare con ogni mezzo consentito e in ogni sede (anche quelle giudiziarie) il disegno accentratore dell’AIA e della Coldiretti;  si chiede poi di  garantire la permanenza in Sardegna di tutti i servizi e di tutti i livelli occupativi attualmente esistenti in capo all’ARAS e di promuovere immediatamente un modello gestionale dei servizi in agricoltura sottratto a qualsiasi forma di centralizzazione ed esproprio dei dati e delle conoscenze. Il promotore della mozione chiede inoltre al presidente della Regione e all’assessore dell’agricoltura di riferire in Consiglio sullo stato di attuazione delle proposte formulate in esecuzione dell’ordine del giorno n. 90 approvato all’unanimità il 13 marzo 2018. Ma per i promotori della mozione il punto fondamentale è  dare immediata attuazione alle disposizioni di cui all’articolo 2, comma 40, della legge regionale n. 3 del 2009 e ai successivi atti di indirizzo.

Nella discussione generale è intervenuto  Luigi Crisponi (Riformatori sardi) che ha posto all’assessore tre domande. Le retribuzioni dei lavoratori ARAS quando saranno liquidate? Le posizioni contributive sono regolarmente pagate? E se sì, chi le paga e con quali risorse? Il  lavoro in itinere quotidiano chi lo pagherà?

 Luigi Lotto (PD) ha detto che la situazione attuale è molto delicata. Siamo in una fase intermedia di interlocuzione con il ministero e i soggetti interessati devono ritrovare un minimo di responsabilità.  Per il presidente della Quinta commissione tutto ciò che la legislazione nazionale ed europea ci consente di acquisire deve essere acquisito. La speranza è che la interlocuzione avviata dall’assessorato con il ministero vada in porto. Se così non dovesse essere non possiamo consegnarci mani e piedi a situazioni come quella attuale che ha creato disastri.  Il nuovo corso deve portare novità positive per tutti e per gli allevatori.

Fabrizio Anedda (Gruppo misto) ha sottolineato l’estrema confusione che esiste. Su tutto un dato certo: i servizi dell’ARAS sono irrinunciabili ed i lavoratori devono essere salvaguardati. Ma come mai – ha chiesto Fabrizio Anedda – non ci sono stati controlli e perché LAORE ha aspettato così tanto per denunciare la situazione attuale? 

Per Gaetano Ledda (Partito sardo d’azione – La Base) la  situazione è catastrofica. I dipendenti sono a rischio, l’agricoltura e la zootecnia non possono fare a meno dei servizi dell’ARAS e rischiamo di perdere 47 milioni di euro di fondi europei. Gaetano Ledda ha chiesto di aggiungere la firma alla mozione. 

Gianluigi Rubiu (Udc) ha detto che la  discussione in aula fa emergere un aspetto importante: non si è ancora trovata la  soluzione al problema. Per Gianluigi Rubiu bisogna analizzare tre aspetti fondamentali: i dipendenti che non percepiscono lo stipendio da mesi; esiste un’istanza di liquidazione ed il licenziamento dei dipendenti. «Abbiamo 7 giorni di tempo per risolvere i problemi prima che il danno sia irreparabile – ha aggiunto – ci sono 47 milioni di euro di fondi europei che l’isola perderebbe. Il problema non può più essere trascinato». Una soluzione potrebbe essere quella di fare una legge per dare un’anticipazione ad ARAS e entro 6 mesi creare un altro organismo.

 Eugenio Lai (art.1 –SDP) – ha chiesto il rispetto di tutti i lavoratori. Tutti gli assessorati si devono mettere in moto e si deve chiudere il tavolo con il ministero con una soluzione certa.

Per Francesco Sabatini (PD)   il tempo della calma è finito e si deve trovare una soluzione immediata. Ci sono due azioni che viaggiano in contemporanea: una immediata (risolvere i problemi di contenzioso)  e una complessiva e definitiva.

Marco Tedde (Forza Italia Sardegna)  ha detto che questa mozione mette in luce la posizione dell’assessore che è inadempiente. La situazione è drammatica – ha aggiunto – è in gioco il futuro dei lavoratori e del comparto e i 47 milioni di euro che stiamo per perdere. Si fanno ipotesi di riforme assurde, c’è mancanza di chiarezza complessiva e di risposte serie. Nel frattempo LAORE e i commissari litigano assumendo vicendevolmente di essere creditori. E’ un pasticcio.

E’ poi intervenuto l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria che ha spiegato che la strategia di fondo è dare applicazione alla legge 3 del 2009. I lavoratori entreranno in LAORE previo espletamento di un concorso. C’è una fase di transizione da affrontare ma stiamo lavorando per salvaguardare i lavoratori e il comparto.  Anche nella peggiore delle ipotesi – ha concluso – una soluzione verrà messa in campo. Non lasceremo a terra i dipendenti o non lasceremo le aziende senza servizi. La trattativa non è semplice ma stiamo cercando di risolverla.

Piermario Manca (Pds), intervenendo in sede di replica, ha invitato la Giunta a considerare anche un piano alternativo qualora la trattativa con il governo si concludesse senza il via libera al superamento dei tetti assunzionali, impedendo così l’inserimento dei dipendenti Aras e Apa nell’agenzia Laore, come previsto all’articolo 2 comma 40 della legge 3 del 2009. Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha annunciato voto favorevole alla mozione ed ha proposto la cancellazione della parola “Coldiretti” dal testo del dispositivo. Il suo compagno di gruppo e di partito Gianmario Tendas ha insistito sulla necessità di un piano “b” rispetto a quello del passaggio dei dipendenti in Laore. Anna Maria Busia (Misto) ha annunciato voto a favore ed ha proposto la redazione di un ordine del giorno unitario così da meglio esplicitare integrazioni e modifiche. Domenico Gallus (Psd’Az-La Base) ha dichiarato voto favorevole alla mozione ed ha ribadito il sostegno alle professionalità che operano in Aras e Apa.

Gianfranco Congiu (capogruppo Pds) ha chiesto lo sblocco delle erogazioni delle anticipazioni finanziarie alle Apa ed il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu ha evidenziato la scadenza del 7 giugno quale termine entro il quale trovare una soluzione per i dipendenti Aras e Apa («in quella data sono annunciate le lettere di licenziamento per tutti i lavoratori»).

Eugenio Lai (Art1-Sdp) si è detto a favore della modifica proposta da Solinas (Pd) ed ha annunciato voto a favore come ha fatto il capogruppo Psd’Az-La Base, Gaetano Ledda. A sostegno della proposta Busia, per un ordine del giorno, si è invece pronunciata la capogruppo Fi, Alessandra Zedda («per rafforzare i contenuti e integrare le modifiche») mentre Paolo Truzzu (FdI) ha manifestato dubbi sui tempi con i quali procede il confronto giunta-governo in merito all’applicazione della legge 3/2009.

Il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini, ha ribadito con fermezza la necessità di proseguire secondo le disposizioni della legge 3 e Luigi Crisponi (Riformatori) ha ricordato le differenti posizioni emerse tra i sindacati confederali e Confederdia. A favore della mozione hanno proseguito Fabrizio Anedda (Misto) e Angelo Carta (Psd’Az-La Base) che ha invitato il Consiglio ha indicare una sola opzione per la risoluzione della vertenza Aras (l’applicazione della legge 3/2009). Il presidente della commissione Attività produttive, Luigi Lotto (Pd) ha però insistito sull’opportunità di prevedere interventi alternativi rispetto a quelli che prevedono il passaggio dei lavoratori in Laore e il consigliere Antonio Gaia (Upc), a questo proposito, ha evidenziato che l’applicazione della legge 3 non garantirebbe il passaggio di tutti i lavoratori Aras e Apa in Laore.

Daniele Cocco ( capogruppo Art1-Sdp) ha escluso il ricorso all’ordine del giorno ed ha annunciato voto favorevole alla mozione Congiu e più. La capogruppo Fi, Alessandra Zedda, ha insistito per l’eliminazione del riferimento alla Coldiretti e l’Aula ha accordato la modifica, quindi il presidente Gianfranco Ganau ha posto in votazione la mozione che è stata approvata con 44 voti a favori su 44 presenti.

Il Consiglio è convocato per domani, mercoledì 30 maggio, alle 10.00.

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Saranno pubblicate sui quotidiani, i prossimi 5 e 8 giugno, le “chiamate” per le manifestazioni di interesse relative ai progetti di riconversione e riqualificazione industriale a Porto Torres e Portovesme promosse dal ministero dello Sviluppo Economico (MiSE), la Regione Sardegna e Invitalia. Per presentare le opportunità offerte dagli strumenti legislativi in materia e informare i soggetti interessati sui dettagli delle “Call”, l’assessorato regionale dell’Industria ed Invitalia hanno organizzato due eventi. Il primo si svolgerà mercoledì 30 maggio, alle 15.00, alla Camera di Commercio di Sassari. Il secondo, invece, si svolgerà giovedì 31 maggio, alle 11.00, alla Sotacarbo, nella Grande Miniera di Serbariu, a Carbonia.
All’incontro di Sassari parteciperanno l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, il referente della Regione Sardegna per la definizione e l’attuazione dei Progetti di Riconversione e Riqualificazione Industriale, Roberto Saba, il responsabile sviluppo e Crm di Invitalia, Corrado Diotallevi, insieme ai referenti di Invitalia per le due aree di crisi. A Carbonia sarà presente anche il coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi.
Il futuro delle due aree industriali è strettamente legato all’esito delle “chiamate”. Le imprese interessate potranno manifestare a Invitalia la loro intenzione a presentare progetti che avranno la possibilità di usufruire di contributi a fondo perduto e mutui agevolati previsti dalla legge 181/89 sulle Aree di crisi industriale complessa. L’obiettivo degli inviti, destinati a soggetti italiani ed esteri, è rilevare i fabbisogni di investimento delle imprese e, quindi, definire la gamma degli strumenti agevolativi da attivare e mettere a disposizione delle stesse imprese per promuovere programmi di investimento per la produzione di beni e servizi, programmi di investimento per la tutela ambientale, progetti di innovazione dei processi e della organizzazione, progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale.

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L’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras risponde positivamente alla richiesta inoltrata nei giorni scorsi dalla consigliera regionale del Partito Democratico Daniela Forma che si è fatta carico di rappresentare le proteste degli operatori insediati nelle aree industriali di Tossilo e Bonu Trau di Macomer per gli aumenti spropositati nelle tariffe di acqua e depurazione legati al subentro di Abbanoa spa nella gestione del servizio idrico integrato.

«Qualche settimana fa – ricorda Daniela Forma – gli operatori dell’area industriale di Macomer (Tossilo e Bonu Trau) sono stati invitati a sottoscrivere il nuovo Contratto di servizio con Abbanoa spa che dovrebbe subentrare dal prossimo 01 Giugno nella gestione del Servizio Idrico Integrato al Consorzio Industriale di Macomer. Tale trasferimento di funzione si è presto scoperto che avrebbe comportato un aumento delle tariffe per gli operatori in alcuni casi fino ad oltre il 400%: una situazione quindi insostenibile che ha determinato la sollevazione delle aziende e il rifiuto di sottoscrivere il nuovo contratto di servizio con Abbanoa spa.»

«Le associazioni di categoria hanno quindi rivolto un appello alla Regione Sardegna e ai rappresentanti istituzionali del territorio – aggiunge Daniela Forma – affinché si valutasse con ponderatezza la questione. Nei giorni scorsi ho quindi depositato una mozione sul tema “caro tariffe Macomer” che verrà discussa nel Consiglio regionale calendarizzato per il 29 Maggio inoltrando congiuntamente una richiesta a tutti i soggetti interessati – Giunta regionale, Consorzio Industriale di Macomer, Abbanoa ed Egas – per rivedere il termine del 1 giugno come data di effettivo subentro del nuovo gestore per consentire un ragionamento più ampio e consapevole su tale oneroso passaggio.»

«Ho infatti sottolineato – dichiara Daniela Forma – come dopo tutti gli sforzi che stiamo mettendo in campo per rendere appetibili agli imprenditori i nostri insediamenti industriali delle aree interne, non fosse pensabile correre il rischio di far chiudere i battenti anche a chi fino ad ora ha resistito e ha garantito sviluppo ed occupazione nella Sardegna Centrale. L’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras ha da subito dimostrato grande attenzione al tema ed ha confermato di essersi attivata per chiedere ai soggetti interessati dal trasferimento una proroga dei termini della esecutività del contratto per verificare se possono essere adottati correttivi per alleggerire i costi alle aziende operanti nella ZIR di Tossilo.»

«Ringrazio l’assessore regionale dell’Industria – conclude Daniela Form – per l’attenzione dimostrata nei confronti delle aziende insediate nell’area industriale di Macomer, in attesa di un altrettanto sollecito riscontro da parte di Abbanoa spa e dell’Ente di Governo dell’Ambito della Sardegna (EGAS) che consenta l’apertura di un dibattito regionale più ampio sulle tariffe da applicare negli insediamenti industriali.»

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Garantire per almeno altri quattro mesi le attività di assistenza tecnica in zootecnia svolte dall’associazione regionale allevatori della Sardegna (Aras), nonostante la messa in liquidazione dell’associazione ed a fronte dell’anticipazione, da parte dell’agenzia per l’attuazione dei programmi regionali in campo agricolo (Laore), delle somme relative al secondo quadrimestre 2018 e quantificate in circa 4.600.000 euro. È questa l’ipotesi che nelle prossime ore vedrà impegnati tecnici e amministratori regionali e che ha registrato una sostanziale condivisione nella Quinta commissione del Consiglio regionale, a conclusione della sessione di audizioni che sul tema ha avuto come protagonisti i sindacati, i commissari di Aras ed i vertici di Laore.

Una situazione, quella dell’Aras e delle Apa, particolarmente complicata e che richiede – a giudizio dei sindacati e dei commissari del parlamentino presieduto da Luigi Lotto (Pd) – una soluzione immediata per non perdere i circa 47 milioni di euro destinati alle aziende sarde, a valere sulla misura relativa al cosiddetto benessere animale, le cui domande scadono il prossimo 15 giugno e che non possono essere riconosciute in sede comunitaria senza la necessaria attività (notificata in sede Ue) dell’Aras.

Ma non solo, sono a rischio i 296 dipendenti dell’associazione regionale allevatori e gli 81 lavoratori delle quattro associazioni provinciali (Apa). Non è un segreto, infatti, che agli stessi lavoratori sia già stata comunicata, quale data ultima per la trasmissione delle lettere di licenziamento, quella del prossimo 6 giugno.

Il caso che contrappone i commissari di Aras e i vertici di Laore nasce dalle controversie relative alla rendicontazione delle attività svolte nel 2014, 2015, 2016 e 2017 ed è precipitato a seguito della formalizzazione del mancato riconoscimento, da parte di Laore, di un presunto credito di Aras pari a 1.987.761 euro (a fronte di un contributo complessivo di 54.200.000  euro) per il periodo sopra indicato. Da qui la messa in liquidazione dell’associazione regionale allevatori a cui segue la nota di Laore che, il 16 maggio dichiara, non solo di non avere alcun debito con Aras ma di vantare crediti nei confronti dell’associazione allevatori per 2.075.708 euro, ed un’altra comunicazione, datata 17 maggio 2018, con la quale l’assessorato regionale degli Enti locali evidenzia che a seguito dello scioglimento dell’Aras, tutti gli immobili funzionali all’esercizio dei servizi resi, devono ritornare nella disponibilità dell’amministrazione regionale.

Nel corso delle rispettive audizioni i commissari Aras (Vitangelo Tizzano e Enrico Leccisi) e i vertici Laore (Maria Ibba, direttore generale; Tonino Selis, direttore del servizio attività zootecniche) anche sollecitati dagli interventi dei consiglieri Piermario Manca (Pds), Marco Tedde (Fi), Gianni Lampis (FdI), Luigi Crisponi (Riformatori), Fabrizio Anedda (Misto), Gianmario Tendas (Pd), Franco Sabatini (Pd), Piero Comandini (Pd), Gianluigi Rubiu (Udc), Antonello Peru (Fi) e Gaetano Ledda (Psd’Az – La Base), hanno ribadito le proprie ragioni ed hanno sostenuto con forza la correttezza del rispettivo operato. In particolare, i dirigenti di Laore, hanno insistito sulla necessità di poter effettuare verifiche efficaci e stringenti sulla rendicontazione delle attività svolte da Aras ed hanno anche dichiarato piena disponibilità per un contradditorio, così da far venir meno le anomalie che, a giudizio di Ibba e Selis, non consentono all’agenzia Laore di poter erogare le somme che l’associazione allevatori vanta come presunto credito per le annualità comprese tra il 2014 e il 2017.

La preoccupazione per il futuro lavorativo degli oltre 350 addetti impiegati  tra Aras ed Apa è stata invece manifestata dalle rappresentanze sindacali.

Confederdia, con Osvaldo Ibba, Giuseppe Lai e Paola Naitana, ha affermato con nettezza il proprio favore per il ricorso alle previsioni contenute nella legge 3 del 2009 che all’articolo 2 comma 40 autorizza l’agenzia Laore a inquadrare, attraverso prove selettive concorsuali per soli titoli, il personale dipendente Aras alla data del 31 dicembre 2016. Per la piena applicazione di tali disposizioni serve però il via libera del ministero per superare i vincoli assunzionali imposti alle pubbliche amministrazioni.

Gaia Garau (Uil), Raffaele Lecca (Cgil) e Francesco Piras (Cisl) hanno confermato, in via di principio, il proprio sostegno per l’inquadramento del personale Aras in Laore, ma non hanno nascosto le perplessità sulla effettiva possibilità per l’ottenimento della necessaria deroga ministeriale al fine del superamento dei vincoli nelle assunzioni. I confederali, evidenziando la professionalità e la disponibilità di tutti i dipendenti Aras, e sottolineando il mancato pagamento degli stipendi, a partire dalla retribuzione di dicembre scorso, hanno mostrato disponibilità a valutare la prosecuzione del lavoro e delle attività attualmente svolte da Aras ed Apa anche attraverso la costituzione di una nuova società o di una nuova associazione, in accordo con Laore e la Regione.

A margine delle audizioni sulla vertenza Aras, la commissione ha ascoltato l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, sulla situazione della Keller. L’audizione, richiesta dal consigliere FdI, Gianni Lampis, ha consentito di fare il punto sulla  fabbrica di Villacidro che, fondata nel 1983 per produrre carri ferroviari, è stata liquidata nel 2011. Lo stabilimento (250.000 metri quadrati di superficie) è stato acquisito dal locale consorzio industriale per rilanciarne le attività ma dopo i tre bandi di vendita del tribunale di Cagliari, è andato deserto anche il bando ad offerta libera pubblicato dal consorzio industriale. L’assessore ha quindi informato i commissari del coinvolgimento di Invitalia al fine di individuare operatori interessati allo stabilimento della Keller. Il consigliere Lampis, ricordando che il prossimo dicembre scadranno gli ammortizzatori per gli ultimi cento lavoratori beneficiari, ha sollecitato il ricorso a tutti gli strumenti utili a garantire un reddito agli ex Keller.

Il presidente della commissione Luigi Lotto, ha domandato invece all’assessore Maria Grazia Piras notizie sul futuro della miniera di Olmedo e la responsabile dell’Industria ha assicurato che entro la fine del mese sarà pubblicato il bando per la concessione della miniera auspicandone esiti positivi anche in considerazione del miglioramento dei prezzi nel mercato della bauxite.

L’ulteriore argomento trattato dalla Quinta commissione è stata la proposta di legge n. 506 (Lotto e più) che ha l’obiettivo di regolamentare la lavorazione, la trasformazione e il confezionamento di prodotti agricoli esclusivamente aziendali. Luca Saba (Coldiretti), Pietro Tandeddu (Copagri) e Serafino Casula (Confagricoltura) hanno espresso un giudizio sostanzialmente positivo sulla proposta ed hanno rimarcato la necessità chiarezza in ordine all’applicazione delle disposizioni in materia di igiene e sanità, così da non ingenerare confusione e fraintendimenti  tra gli operatori agricoli.

Il direttore generale dell’assessorato della Sanità, Giuseppe Maria Sechi e la responsabile dei servizi veterinari, Daniela Mulas, hanno confermato la piena applicazione delle norme nazionali e comunitarie in materia di igiene, somministrazione e lavorazione degli alimenti, nonché hanno suggerito di attendere le annunciate linee guida ministeriali in materia di home food e home restaurant.

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E’ stata aperta oggi ai visitatori e ai turisti, la Galleria Anglosarda, nell’ex miniera di Montevecchio. Al taglio del nastro erano presenti l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras; il presidente del Parco Geominerario, Tarcisio Agus; l’amministratore unico di IGEA, Michele Caria; i sindaci di Guspini, Arbus e San Gavino e i consiglieri regionali Rossella Pinna, Alessandro Collu e Gianni Lampis.

Ristrutturata e messa in sicurezza in seguito ai lavori svolti da IGEA, cui spetta la manutenzione delle miniere sarde, la storica Galleria entra nell’elenco dei siti minerari resi fruibili a nuovi utilizzi grazie ai recenti interventi dell’Assessorato dell’Industria. Si tratta del terzo sito che viene riaperto ai visitatori negli ultimi due anni, dopo Porto Flavia e Galleria Henry.

La gestione unitaria dei siti (Regione-Igea-Comuni-Parco) ha già portato a notevoli risultati in termini di presenze turistiche nel 2017 e nei primi mesi del 2018. A Buggerru, la Galleria Henry è stata visitata da oltre 14.500 persone nel 2017 e da un migliaio di persone nei primi tre mesi di quest’anno. Superano invece le 30mila presenze, nel 2017, le bellezze di Porto Flavia, mentre sono quasi 6mila i visitatori nei primi 4 mesi del 2018. Cifre consistenti anche a Montevecchio, versante di Guspini, dove lo scorso anno si sono contate oltre 10mila presenze. Tarcisio Agus, presidente del Parco Geominerario, l’ente che ha in campo la gestione della Galleria Anglosarda, ha annunciato novità importanti per i prossimi mesi. L’obiettivo è mettere a regime la rete dei siti minerari e naturali e consentire una fruibilità turistica ad ampio raggio, dalle ex miniere ai musei dislocati nei diversi territori, passando per alcune delle più importanti aree naturalistiche della Sardegna. A giugno partirà un programma di attività promozionali e in previsione c’è anche l’attivazione di un Centro unico per le prenotazioni. Non meno importante, in questi mesi, è stato il lavoro di IGEA che, nel caso della Anglo Sarda, ha consentito di liberare dalle macerie il tratto di Galleria ora visitabile agevolandone il ripristino prima della stagione estiva.

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Industria-Miniera Montevecchio

L’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, inaugurerà mercoledì prossimo, 23 maggio, alle ore 11.00, l’apertura al pubblico della Galleria Anglo Sarda, nella miniera di Montevecchio, uno dei più importanti esempi di archeologia industriale della Sardegna.
Per l’occasione, l’assessore Piras illustrerà le iniziative portate avanti in questi anni dall’Assessorato per rendere nuovamente fruibili i beni ex minerari, restituirli alle comunità e assicurare la gestione agli enti locali e alle diverse istituzioni coinvolte. Saranno inoltre presentati i dati relativi all’affluenza turistica nei principali siti aperti ai visitatori. La riapertura della Galleria Anglo Sarda è stata resa possibile grazie all’impegno dell’assessorato dell’Industria e ad accurati lavori di ristrutturazione e di messa in sicurezza eseguiti da IGEA, società in house della Regione. Adesso il sito rientra nella lista dei beni storici e minerari del Parco Geominerario della Sardegna aperti al pubblico e contribuirà a far crescere l’offerta turistica dell’isola.
Alla cerimonia di inaugurazione parteciperanno, oltre all’assessore Piras, l’amministratore unico di IGEA, Michele Caria, il presidente del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, Tarcisio Agus, il sindaco di Guspini, Giuseppe De Fanti, il sindaco di Arbus, Antonio Ecca, e i consiglieri regionali Rossella Pinna, Alessandro Collu e Gianni Lampis. 

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Porto Cervo, assessora Piras con rappresentanti aziende e buyers cinesi
L’agroalimentare sardo conquista i compratori cinesi. Una delegazione di buyers provenienti da Pechino, Tianjin, Hainan e Wuhan è approdata in questi giorni a Porto Cervo, in Gallura, per incontrare un gruppo di aziende isolane che fanno parte di una rete di imprese finanziate con il Programma di Internazionalizzazione dell’Assessorato dell’Industria. Questa mattina, nel corso degli incontri B2B, l’assessora Maria Grazia Piras ha rivolto un saluto istituzionale ai rappresentanti delle aziende e ai buyers cinesi. «Stiamo facendo un lavoro capillare e trasversale, con il coinvolgimento di altri Assessorati, per consentire alle imprese dell’agroalimentare e dell’ICT di penetrare nei mercati esteri e far sì che i nostri prodotti siano apprezzati fuori dai confini regionali e nazionali», ha detto l’assessore Piras.

«Il nostro programma per l’Internazionalizzazione vale complessivamente 30 milioni di euro e nell’ultimo triennio abbiamo messo in campo azioni incisive per aiutare le aziende a trovare nuovi sbocchi commerciali, dai bandi per le imprese singole, associate e in rete, ai Forum tematici e agli educational tour, passando per i corsi dell’Export Lab dedicati alla formazione di export manager. I risultati sono stati più che positivi e gli ultimi dati segnalano una crescita dell’export sardo, un aumento delle esportazioni legato anche alle strategie della Regione. A fare la differenza rispetto ad altre regioni e altre nazioni – ha sottolineato l’assessore incontrando la delegazione cinese – è la qualità dei nostri prodotti che raccontano una storia millenaria, una storia di aziende fortemente legate alle diverse zone dell’isola. Il nostro agroalimentare nasce e si sviluppa in un vero e proprio ‘paradiso’, una regione che sempre più deve diventare sinonimo di eccellenza, grazie alla qualità della vita e alla salubrità dei territori.»

I compratori cinesi hanno incontrato le aziende della rete “Sardinia Food Experience” della quale fanno parte sette realtà imprenditoriali, in particolare cantine, panifici, caseifici e produttori di dolciumi. Il piano della rete vale complessivamente oltre 430mila euro, il 75% a carico della Regione. Le aziende hanno già partecipato a incontri nel territorio cinese e nelle prossime settimane si dovranno dotare di un piano di marketing, di strumenti promozionali e di una campagna pubblicitaria destinata al mercato asiatico. Quindi, rifinito il packaging dei prodotti e approfonditi gli aspetti sulle normative in materia di esportazione, parteciperanno a quattro fiere organizzate in Cina e ad altrettanti eventi di presentazione dei prodotti e incontri B2B. Oltre alla rete Sardinia Food Experience, la Costa Smeralda ha ospitato di recente incontri e manifestazioni di promozione dei prodotti ai quali hanno partecipato la rete Sardinian Asian Way, di cui fanno parte 10 aziende sarde che hanno Giappone e Singapore quali mercati esteri di riferimento, e la rete Oro di Gallura, che comprende cinque imprese che hanno già avuto contatti con importatori provenienti da Canada e USA.