19 November, 2024
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L’Agenzia Laore Sardegna – Servizio sviluppo delle filiere animali – in collaborazione con il Consorzio Universitario di Nuoro e il Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, ha organizzato un seminario su “La trasformazione del latte nei caseifici aziendali in Sardegna”. che si terrà domani, 6 dicembre, dalle 16.45, presso il Polo Agro-Forestale e Ambientale di via Colombo, località “Sa Terra Mala”, a Nuoro.

Nel corso dell’incontro, rivolto alle micro-imprese di trasformazione di latte ovino e caprino e agli imprenditori zootecnici, saranno presentati i risultati di un’indagine effettuata presso i mini-caseifici sardi e uno studio sugli aspetti economici della caseificazione aziendale.

Interverranno Fabrizio Mureddu, commissario del Consorzio Universitario Nuorese; Maria Ibba, direttore generale Laore Sardegna; Massimiliano Venusti, Laore Sardegna; Roberto Furesi e Pietro Pulina, Dipartimento di agraria dell’Università di Sassari e Pierluigi Caria, assessore regionale dell’Agricoltura.

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L’assessore regionale dell’Agricoltura e Riforma Agropastorale, Pierluigi Caria, è intervenuto a conclusione del seminario dal titolo: “Le alleanze strategiche tra il turismo e le aziende agricole multifunzionali nei nuovi scenari competitivi” tenutosi a Bosa e organizzato dall’Agenzia Laore Sardegna, nell’ambito del progetto PROMETEA (Promozione della Multifunzionalità del settore Agro-turistico), finanziato dal programma INTERREG Marittimo IT-FR 2014/20.

«La promozione della Sardegna nel mondo deve partire dalla ricchezza della storia e della tradizione produttiva delle nostre campagne, da una rete che colleghi i territori costieri con quelli delle zone interne – ha detto Pierluigi Cartia – che ha rimarcato la necessità di “aprirsi ai  turisti, e potenziali futuri consumatori, che purtroppo non conoscono ancora la nostra Isola. Dobbiamo fare rete tra le aziende agricole che investono nella multifunzionalità e nell’agricoltura di precisione. Con quelle realtà imprenditoriali che vogliono accettare la sfida di una rivoluzione culturale dove i nuovi traguardi siano la crescita economica e occupazionale del comparto che passi dalla valorizzazione del patrimonio ambientale e delle eccellenze delle produzioni agroalimentari». In chiusura di intervento, l’assessore Caria si è rivolto ai tanti giovani in sala: «Dovete costruire imprese ed essere in grado di farle stare sul mercato, confrontandovi e valorizzando le migliori idee nell’ottica della crescita».

Quattro le parole chiave emerse durante i lavori: Competitività, Sostenibilità, Intelligenza e Semplificazione. Non solo: è stato utile il messaggio dove “Modalità ed Efficienza di spesa” dei fondi per lo sviluppo rurale devono esser valorizzati con severità. Sono stati presentati dati scientifici, studi aziendali, economici e bilanci di aziende multifunzionali efficienti. Tanti i protagonisti che hanno raccontato le loro esperienze: operatori agrituristici, operatori turistici, esperti di marketing turistico, operatori di albergo diffuso. Tutti i partecipanti hanno voluto dimostrare che la Formazione e i Tavoli di lavoro sono indispensabili come occasione di confronto e strategia di crescita.

Durante il seminario si è parlato del posizionamento della Sardegna nel panorama Internazionale, dell’importanza della condivisione e del saper far rete per creare valore. Gli esperti suggeriscono una visione diversa del turismo: dev’essere considerato all’ interno del business dell’“Accoglienza” e «Il turista come un viaggiatore emozionale non come un semplice consumatore».

Fra le autorità presenti  Silvia Tanda, assessore del comune di Bosa si è soffermata sull’impatto del comparto per la valorizzazione del territorio.Il  presidente della V commissione  del Consiglio regionale, Luigi  Lotto, ha sottolineato l’importanza delle leggi approvate in questa legislatura su turismo, agriturismo, quali strumenti indispensabili per  operare in modo nuovo e di maggiore collaborazione. 

Tanti gli interventi di ed  esperti di settore durante la giornata di Maria Ibba, direttore generale dell’Agenzia Laore Sardegna; Anna Paola Iacuzzi, Direttore Servizio Supporto alle politiche di sviluppo rurale; Pietro Pulina, professore ordinario di UNISS DipAgraria; Benedetto Meloni professore ordinario di  UNICA-DISSI-Terras e – fra questi – apprezzato anche quello di Giancarlo Dall’Ara, esperto di marketing turistico.

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Tutti i rappresentanti dell’Organismo interprofessionale (pastori, trasformatori privati e del mondo della cooperazione) hanno preso parte ai lavori affiancati dai direttori generali dell’Assessorato e dell’Agenzia regionale Laore Sardegna, Sebastiano Piredda e Maria Ibba, e dai tecnici di Laore e Agris. E poi i vertici del Consorzio del Pecorino romano Dop e dell’Associazione regionale allevatori (ARA). Quasi quattro ore di confronto dove si è fatto il punto sull’intera filiera del comparto lattiero caseario ovino, con la nuova stagione produttiva ormai all’inizio. Nuovo prezzo del latte da riconoscere ai pastori, andamenti delle vendite dei formaggi e crescita del valore del Pecorino romano sulle piazze d’oltre Tirreno, sono stati i maggiori temi che hanno animato il lungo tavolo di lavoro. Ma anche diversificazione delle produzioni, destagionalizzazione e conquista di nuovi mercati dove promuovere formaggi, latte o latte polverizzato.

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Con il convegno “Akinas – Vitigni unici dalla biodiversità della Sardegna” si è conclusa la prima edizione del progetto “Territori del vino e del gusto”, organizzato dall’assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio in collaborazione con l’assessorato dell’Agricoltura, col supporto delle agenzie regionali Laore e Agris e il coinvolgimento delle amministrazioni comunali interessate, delle quattro Strade del Vino della Sardegna e del Consorzio di tutela del Carignano. Il convegno, all’Auditorium del Cis – Intesa San Paolo, ha dato l’occasione per stilare un bilancio della rassegna “Territori del vino e del gusto” e ha ospitato la presentazione della ricerca sui vitigni autoctoni della Sardegna che potrebbero portare importanti sviluppi sul fronte della produzione enologica sarda. 
“Territori del vino e del gusto” ha seguito due binari: da fine giugno a settembre ha proposto 8 eventi aperti al pubblico in altrettanti Comuni della Sardegna (Baunei, Nuoro, Orosei, Atzara, Aggius, Sant’Antioco, La Maddalena e Cabras), con l’obiettivo di presentare a turisti e cittadini il patrimonio enogastronomico, culturale, paesaggistico, architettonico e artigianale dei territori coinvolti attraverso degustazioni in piazza, convegni e con il coinvolgimento di buyers e giornalisti di Germania, Austria e Svizzera. A suggello, una coda di appuntamenti scientifici, svoltisi in grandi centri di studio e commercio dei vini di qualità come Milano (Università Bicocca, lo scorso 7 settembre) e Asti (in concomitanza con il Douja d’Or 2017, il 15 settembre) più, appunto, la chiusura a Cagliari.
«Chiudiamo questa prima edizione – ha detto l’assessore del Turismo Barbara Argiolas – con la consapevolezza che l’incrocio tra il nostro patrimonio culturale con quello produttivo può diventare un valore aggiunto per la Sardegna, grazie alla storia millenaria del vino nell’isola e al lavoro che la Regione, mediante le agenzie Laore e Agris, sta mettendo in campo per avere vigneti sempre più produttivi e curati e favorire al ritorno dei giovani all’agricoltura grazie a progetti di qualità legati al vino. Come dimostrano le esperienze in altre parti d’Italia e del mondo, la vinocoltura ha un valore anche per il turismo: le nostre eccellenze – e fra queste sono da annoverare anche i vitigni autoctoni – rappresentano infatti pienamente i nostri territori, il nostro paesaggio, la nostra cultura e come tali possono offrire al turista l’occasione per vivere una esperienza autentica e unica, attraverso itinerari che valorizzino le risorse delle aree interne dell’isola e il nostro patrimonio di saperi.»
«Turismo, agricoltura e produzioni agroalimentari, espressione dei diversi territori dell’Isola, sono il modo migliore per raccontare la Sardegna in tutto il mondo – ha sottolineato l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria -. Con questa manifestazione, che merita di essere riproposta, abbiamo legato la tradizione e la storia alle ricchezze ambientali, le bellezze del paesaggio rurale sardo alle migliori eccellenze dei nostri cibi. Milioni di turisti sono alla ricerca di esperienze uniche e nuove. Di viaggi che li accompagnino nella ricerca di storie, alimenti tipici e identità delle terre che li accolgono.»
E la volontà di continuare il percorso inaugurato con “Territori del vino e del gusto” è confermata da Maria Ibba, direttrice dell’agenzia LAORE: «Il progetto – ha detto – ha consentito di sperimentare e promuovere nuove forme di integrazione tra il settore agricolo e alimentare e quello turistico. Ha permesso di dare risalto e il giusto riconoscimento alle rispettive eccellenze e costituisce un esempio, anche per il futuro, di come pubblica amministrazione e imprenditorialità su obiettivi precisi e condivisi possano conseguire risultati e produrre favorevoli impatti sul mondo della produzione. Oggi abbiamo parlato di innovazione della ricerca, di trasferimento alle imprese e di scommesse e successi raggiunti.»
Il direttore di Agris Roberto Zurru ha evidenziato «come l’attività di ricerca in agricoltura sia utile per creare condizioni di supporto agli agricoltori. Il nostro obiettivo è creare valore economico in maniera sostenibile, cercando di salvaguardare le nostre risorse». Zurru ha sottolineato la soddisfazione per i risultati raggiunti dalla ricerca e dalla divulgazione, in un lodevole sforzo di collaborazione multidisciplinare, con l’auspicio di un confronto diretto con le imprese che sole potranno indicare le loro priorità per lo sviluppo delle attività nella direzione prospettata.
Il risultato del progetto Akinas è stato presentato da Gianni Lovicu di Agris: la ricerca ha restituito alla Sardegna e alle sue aziende un gran numero di vitigni, spesso veri e propri unicum (cioè coltivati e vinificati a livello mondiale solo in Sardegna), capaci di migliorare e diversificare il vino prodotto nell’isola. I vitigni recuperati dal progetto Akinas rappresentano una ulteriore possibilità di sviluppo di nuovi prodotti enologici e di marketing di quelli esistenti. 

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L’assessore regionale dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, è intervenuto questa mattina, nel centro congressi di Santa Cristina a Paulilatino, al seminario dedicato a illustrare i risultati del progetto NOVES (Nuovi orientamenti per la VitiEnologia sarda), ideato e realizzato dall’Agenzia Agris Sardegna, in collaborazione con l’Agenzia Laore, e finanziato dall’assessorato dell’Agricoltura.
«Il vitivinicolo sardo è un settore molto avanti rispetto ad altri comparti dell’agricoltura isolana – ha detto Pierluigi Caria -. Stiamo facendo particolarmente bene, con passi da gigante sulla qualità delle produzioni, mentre sulle quantità dobbiamo ancora lavorare di più e meglio. Pur nella competizione fra aziende, nell’ultima edizione del Vinitaly si è capito che l’unione delle imprese è la vera forza nella promozione dei nostri vini nei mercati nazionali ed esteri.»
Obiettivo dei cinque anni di lavori, portati avanti in numerose aziende dell’Isola, è stato quello di offrire nuove opportunità economiche per le imprese vitivinicole della Sardegna attraverso la divulgazione di modelli colturali innovativi su genetica agronomica e tecnologie utilizzate.
«Il report presentato oggi – ha aggiunto l’assessore dell’Agricoltura – ci guida verso un cammino che deve puntare contemporaneamente su un’agricoltura di precisione, istruita e quindi produttiva. Tale traguardo si può raggiungere solo mettendo in rete il mondo della ricerca delle Agenzie regionali e delle Università con quello delle imprese. Ecco quindi che la nostra agricoltura si può dotare di strumenti innovativi e capaci di tenere le aziende al passo con il progresso produttivo, anche attraverso i bandi del Programma di sviluppo rurale che finanziano le aggregazioni e le collaborazioni fra i diversi portatori di interesse.»
La vitivinicoltura rappresenta uno dei comparti più importanti dell’economia agricola della Sardegna, espressione di produzioni enologiche di alta qualità e tipicità, riconosciute e apprezzate dai mercati anche a livello internazionale. Nell’evoluzione di un’antica tradizione, il comparto alimenta un indotto economico, culturale e sociale di grande interesse e con i suoi vigneti, tradizionali o orientati a modelli colturali più innovativi, contribuisce alla definizione del paesaggio agrario di gran parte dell’Isola, caratterizzando soprattutto vaste zone collinari e pedecollinari, ma anche alcuni interessanti areali di pianura.
La ricerca isolana ha sempre dedicato una particolare attenzione per l’innovazione del comparto, mirata a favorire il suo adeguato sviluppo economico, salvaguardando e valorizzando in primo luogo il ricco e variegato patrimonio di vitigni locali e operando in armonia con il prezioso patrimonio ambientale.
All’incontro odierno, oltre ai numerosi relatori delle due Agenzie agricole, hanno partecipato il presidente della V commissione Attività produttive del Consiglio regionale, Luigi Lotto, il direttore generale di Agris, Roberto Zurru, e la direttrice generale di Laore, Maria Ibba.

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Il primo bando regionale “Terra ai giovani” ha tagliato il nastro del traguardo questa mattina con la firma dei contratti, avvenuta nella sede della presidenza della Giunta a Villa Devoto, fra i 10 vincitori delle concessioni e la Regione: 651 ettari di terre incolte di proprietà della Regione Sardegna sono stati concessi in affitto agevolato per 15 anni, eventualmente rinnovabili una sola volta, a 10 aziende condotte da giovani agricoltori sotto i 40 anni. All’iniziativa hanno partecipato il capo di Gabinetto della presidenza, Gianluca Serra, l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, il capo di Gabinetto degli Enti locali, Matteo Muntoni, la direttrice generale dell’Agenzia Laore Sardegna, Maria Ibba e il direttore generale dell’assessorato dell’Agricoltura, Sebastiano Piredda.
«La dimostrazione che Terra ai giovani sia un progetto vincente l’abbiamo avuta oggi ascoltando le tante storie raccontate dai ragazzi che hanno vinto il bando. Esperienze e progetti imprenditoriali diversi, ma accomunati da un’idea: costruire il proprio futuro investendo nel comparto agricolo – ha detto il neo assessore Pier Luigi Caria -. Seguiremo queste aziende garantendo assistenza costante attraverso i nostri tecnici e fra non molti mesi andremo a trovare gli assegnatari per fare il punto della situazione. Il costante e sinergico impegno che le diverse strutture della Regione, in primis Laore, hanno messo e stanno mettendo in campo per far partire il prima possibile anche il secondo bando di Terra ai giovani.»
688 ettari di terre incolte, di proprietà della Regione e delle Agenzie Laore e Agris, sono stati messi a bando in 11 lotti: 10 sono stati assegnati, mentre quello ubicato in agro di San Vito (circa 36,77 ettari) è andato deserto. Sono otto i territori interessati dal provvedimento: Sassari, Alghero, Serramanna, Villasor, Vallermosa, Ussana, Donori e San Vito. Terra ai giovani ha l’obiettivo di favorire il ricambio generazionale in agricoltura e di ripopolare le aree rurali dell’Isola. Destinatari dell’iniziativa sono infatti i giovani under 40. Il progetto, ideato dall’assessorato dell’Agricoltura in collaborazione con la presidenza della Giunta e l’assessorato degli Enti locali, è stato seguito e curato in tutti i suoi passaggi dalle strutture di Laore.
Sono state ammesse a valutazione 107 domande delle 128 presentate. In fase di istruttoria è stata data priorità a chi ha presentato progetti aziendali innovativi nella produzione, trasformazione e commercializzazione. Priorità anche a chi ha seguito studi specifici e a chi ha dimostrato capacità ed esperienza lavorativa. Uguale attenzione è stata rivolta a chi aderisce a Organizzazioni di produttori, Cooperative agricole e sociali, Consorzi di tutela o altre reti d’impresa. Una premialità è stata inoltre riconosciuta agli imprenditori agricoli professionali e ai coltivatori diretti.
La gara per il lotto 1 di San Vito è andata deserta, mentre il lotto 2 di Sa Segada e di Fighera, proprietà di Laore in agro di Alghero (16,24 ettari), è stato aggiudicato a Davide Saccu, coltivatore diretto dal 2015. L’azienda opera in territorio di Alghero con la produzione di ortaggi in pieno campo, cereali, leguminose da granella e prato pronto in rotoli. Il progetto imprenditoriale valorizzato dalla Regione prevede la coltivazione di uva da tavola, frutticoltura e olivicoltura intensiva.
Il lotto 3 di Pimpisu, proprietà di Laore in agro di Serramanna (21,71 ettari), è stato aggiudicato a Martina Lunesu, coltivatrice diretta dal 2012 e titolare di un’azienda ovina nel territorio di Serramanna. L’imprenditrice intende destinare il lotto alla coltivazione di cereali da granella, erbai da foraggio ed erba medica per alimentazione zootecnica.
Il lotto 4 di Rumanedda, proprietà di Laore in Comune di Sassari (6,21 ettari), è stato aggiudicato all’azienda condotta da Mario Riccardo Loi. Trattandosi di un primo insediamento in agricoltura l’impresa non ha uno storico produttivo e ha proposto di utilizzare il lotto con una coltivazione del bambù gigante e con un allevamento di suini in “plein air”.
Il lotto 5, con l’azienda San Michele, di proprietà del demanio regionale Monte dei Pascoli e ubicata fra i territori di Donori e Ussana (138,83 ettari), è stato aggiudicato all’imprenditrice agricola professionale, Francesca Piras, che già opera nei Comuni di Gairo e Lanusei nell’allevamento di bestiame allo stato brado e nelle colture arboree. Il Piano di valorizzazione aziendale per il lotto prevede l’allevamento bovino da carne, caprino da latte, l’apicoltura, le coltivazioni erbacee e l’olivicoltura.
Il lotto 6, il più esteso fra quelli messi a bando (350,04 ettari), interessa l’azienda Monte Pascoli di Cixeddu in territorio di Vallermosa. Aggiudicatario è il perito agrario e coltivatore diretto dal 2014, Francesco Pintus. L’azienda Pintus ha un indirizzo produttivo foraggero-zootecnico, con allevamento di ovini, e opera tra i Comuni di Bitti, Lula e Orune. Il progetto premiato dalla Regione prevede l’allevamento di ovini di razza sarda, di caprini e di bovini da carne.
Il lotto 7 riguarda l’azienda Is Figus, di proprietà della Regione Autonoma della Sardegna, che si estende fra i territori di Serramanna e Villasor (24,06 ettari). Aggiudicataria la Società agricola Il Mandorlo Srl, costituita nel 2016. Amministratore unico è Francesco Matta, agronomo e coltivatore diretto dal 2006. Matta opera in agro di Villasor nella produzione di cereali e ortive in pieno campo. Il Piano di valorizzazione proposto dalla Società prevede di realizzare un impianto intensivo di mandorlo, coltivazioni di ortive annuali in pieno campo e asparagi.
Il lotto 8 con l’azienda di Porticciolo, di proprietà della Regione Autonoma della Sardegna, si trova in agro di Alghero (18,73 ettari). Aggiudicataria la Società agricola Agave di Maria Pasqua Piras e figli, già attiva dal 2007 in territorio di Alghero nella produzione e trasformazione di prodotti agricoli primari e nel settore ricettivo con la gestione di un agriturismo. Il progetto premiato dalla Regione prevede di destinare il lotto alle coltivazioni di cereali e leguminose, piante officinali, frutticoltura, olivicoltura, uva da tavola, ma anche all’allevamento di galline ovaiole e all’agriturismo.
I lotti 9, 10 e 11 interessano l’azienda Agris di Giviamolas in agro di Villasor. I 23,37 ettari del lotto 9 sono stati aggiudicati alla Società agricola S’Acqua Bia, costituita nel 2011. Il legale rappresentante è l’agrotecnico e coltivatore diretto, Davide Nonne. La Società, a esclusiva vocazione agricolo-zootecnica, opera nei territori di Musei e San Gavino Monreale. Il Piano di valorizzazione aziendale prevede l’allevamento di ovini di razza sarda e la coltivazione di foraggere e cereali da granella (grano duro).
I 20,47 ettari del lotto 10 sono stati aggiudicati alla Società agricola Antigu Medau Sas, costituita nel 2010. La Società, che ha sede in territorio di Narcao, è amministrata dall’agrotecnico Nicola Graccione e dal Socio Accomandatario l’agronomo Luigi Biffi. Il 90% delle attività è dedicato all’allevamento di capre da latte e produzione di foraggi, mentre il 10% all’apicoltura. Stesso indirizzo riguarda il Piano di valorizzazione aziendale presentato per il lotto.
Chiude il bando Terra ai giovani il lotto 11 con 32,64 ettari aggiudicati alla Società agricola Monte Omo Ss. La Società è di primo insediamento ed è rappresentata dall’agronomo Matteo Cabriolu e da Carla Etzi. Il Piano di valorizzazione aziendale proposto punta sulla coltivazione di piante da frutto (drupacee e agrumi) e di orticole in pieno campo, che verranno progressivamente ridotte a favore dei fruttiferi.
E’ in arrivo un secondo bando. Le strutture di Laore stanno già lavorando da alcuni mesi nell’individuare nuovi terreni liberi o da riprendere prossimamente in possesso da parte della Regione. Fino a ora, oltre al lotto di San Vito che sarà riproposto nel prossimo bando, sono stati segnalati in fase preliminare circa 300 ettari, localizzati in 9 Comuni della Sardegna.

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E’ in programma domani pomeriggio, alle 16.00, ad Alghero (Lo Quarter) la conferenza stampa (con successiva conferenza tecnica), di presentazione del Grenaches du monde, il concorso enologico internazionale che si tiene in questi giorni in Sardegna. 

L’assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio, Francesco Morandi, aprirà l’incontro con i giornalisti. A seguire il sindaco di Alghero, Mario Bruno, e il direttore generale di Laore Sardegna, Maria Ibba, introdurranno i successivi interventi: Fabrice Rieu, presidente del Conseil Interprofessionnel des Vins du Roussillon (CIVR), Marzia Cilloccu, assessore delle Attività produttive, Turismo e Politiche delle pari opportunità del comune di Cagliari; Agostino Cicalò, presidente di Unioncamere Sardegna; Meritxell Serret, Consellera d’Agricultura de la Generalitat de Catalunya; Andrea Soddu, sindaco di Nuoro.

Nel pomeriggio è prevista una tappa al museo etnografico di Nuoro.

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«Grenaches du Monde 2017 non sarà soltanto un concorso enologico dedicato ai vitigni Cannonau, ma il primo momento di un percorso comune tra i consorzi sardi, italiani, francesi e spagnoli per una crescita reciproca e la promozione comune di quello che è uno dei vini più rappresentativi del Mediterraneo». Lo ha detto oggi a Jerzu l’assessoredell’Agricoltura Elisabetta Falchi durante la presentazione della manifestazione che si terrà in Sardegna nel febbraio 2017.
La quinta edizione del concorso, che sarà organizzato dall’agenzia regionale LAORE in collaborazione con il Conseille interprofessionel des Vins du Roussillon (CIVR) detentore del marchio, si svolgerà dall’8 all’11 febbraio 2017 e toccherà diverse zone dell’Isola. «Sarà un evento articolato su più territori – ha spiegato l’assessioe Falchi – perché riteniamo che la Sardegna sia una terra da scoprire e il Cannonau abbia molte aree di produzione diverse da far conoscere: Grenaches è davvero un’opportunità da non perdere, non solo per i Cannonau ma per presentare al mondo anche le altre produzioni».
Alghero ospiterà il momento del concorso vero e proprio, che il 10 febbraio metterà a confronto i campioni di vino provenienti dai produttori italiani, francesi e spagnoli. Inoltre, commissari, partecipanti e stampa saranno accompagnati anche a conoscere gli areali vitivinicoli del Nuorese, degustare i vini dei produttori e entrare in contatto con l’identità culturale sarda grazie alla visita del Museo etnografico di Nuoro e del sito nuragico di Barumini. Infine l’11 febbraio, Cagliari ospiterà la festa finale di commiato all’ex Manifattura Tabacchi. Tante le iniziative culturali correlate al Grenaches e ancora in corso di definizione.
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche la direttrice di LAORE Maria Ibba, il presidente del Consorzio di tutela del Cannonau Marcello Usala, il presidente di Unioncamere Agostino Cicalò, il sindaco di Jerzu Roberto Congiu e quello di Alghero Mario Bruno, l’assessora delle attività produttive del Comune di Cagliari Marzia Cilloccu, insieme ai rappresentanti di CIVR e dei Consorzi di tutela dei vini sardi. «Auspichiamo che questa sia la prima di una lunga serie di edizioni di Grenaches du Monde ospitate in Sardegna: siamo al centro del Mediterraneo e vogliamo essere sempre più al centro delle rotte mondiali del vino», ha concluso Elisabetta Falchi.

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Non si placano le polemiche sul progetto per la centrale solare termodinamica nelle campagne di Decimoputzu e Gonnosfanadiga. I direttori delle agenzie regionali Agris e Laore, Roberto Zurru e Maria Ibba, oggi hanno inviato una comunicazione all’architetto Luciano Virdis, amministratore della società Flumini Mannu ltd, nella quale spiegano che non c’è alcuna condivisione del progetto da parte delle due agenzie.
«Il riferimento alle Agenzie da noi rappresentate ha creato un allarme generalizzato dell’opinione pubblica e delle Amministrazioni locali – scrivono Zurru e Ibba -, i sindaci dei territori hanno ravvisato in ciò la condivisione incondizionata al progetto da parte di Agris Sardegna e Laore Sardegna». Pertanto, pur con la sottolineatura che non rientri tra i compiti delle due Agenzie una valutazione sul progetto generale, Zurru e Ibba ribadiscono che «non esiste al momento nessuna condivisione dello stesso da parte nostra. In qualsiasi caso, però, la nostra eventuale partecipazione per l’innovazione agronomica e il contenimento dell’impatto ambientale nel sito dell’impianto sarà assolutamente condizionata alla realizzazione degli stessi secondo le autorizzazioni e gli indirizzi delle Autorità regionali e sulla base delle priorità e degli indirizzi strategici che verranno specificamente assegnati alle Agenzie dall’Organo esecutivo». In questa direzione, manifestando perplessità sulla pubblica utilità del progetto e sulle ricadute positive per le imprese agricole della zona, si era espressa nei giorni scorsi anche l’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi.
In chiusura, Roberto Zurru e Maria Ibba invitano il rappresentante della società Flumini Mannu ltd «a non utilizzare il nome delle Agenzie Agris e Laore per la promozione dell’iniziativa. In caso contrario, saremmo costretti a tutelare le Agenzie da noi rappresentate nelle sedi opportune».

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Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

La Commissione “Attività Produttive” del Consiglio regionale ha iniziato l’iter per l’approvazione di una norma organica sull’attività di panificazione e la tutela dei pani tipici della Sardegna con l’audizione dei rappresentanti di Confcommercio e dell’Associazione dei panificatori della Sardegna, 

All’attenzione del parlamentino presieduto da Luigi Lotto due diverse proposte di legge: la n.93, prima firmataria Daniela Forma (Pd) e la n.290, primo firmatario Luigi Crisponi (Riformatori). «L’orientamento della Commissione – ha detto il presidente Lotto – è quello di arrivare in tempi rapidi a un Testo unico che disciplini l’attività di produzione del pane, tuteli i prodotti della tradizione, garantisca i consumatori, promuova e valorizzi le filiere produttive».

Un’iniziativa accolta con favore da Confcommercio e Associazione dei panificatori. In Sardegna sono presenti 1050 panifici che danno lavoro a oltre 4000 dipendenti con un fatturato di 300 milioni di euro. «E’ una realtà che attende da tempo una legge di settore – ha detto il presidente regionale dell’Associazione panificatori Gianmario Sechi – una norma servirà a fare chiarezza a vantaggio dei consumatori. Oggi c’è molta confusione: non si distingue più tra pane fresco e pane riscaldato, tra prodotti ottenuti con materie prime scadenti e prodotti di alta qualità».

Antonello Cesaraccio, presidente dell’Associazione dei panificatori di Sassari ha invece sottolineato la difficoltà a valorizzare le filiere produttive: «In Sardegna solo il 20% del pane è prodotto con grano sardo, il resto viene importato dai mercati esteri – ha detto Cesaraccio – non c’è materia prima sufficiente a soddisfare la richiesta, si può provare a incentivare la produzione ma occorre fare chiarezza sui ruoli e combattere il fenomeno dell’abusivismo. Gli agricoltori devono fare gli agricoltori, noi ci occupiamo di produrre il pane». Per marcare ancora di più questa distinzione, i rappresentanti dei panificatori hanno proposto di istituire l’Albo regionale dei produttori presso l’assessorato dell’Artigianato anziché dell’Agricoltura. «Siamo per il 90% imprese artigiane – ha affermato il presidente dell’Associazione dei panificatori del Sud Sardegna Gianfranco Portas – vorremmo che la nostra professionalità venisse riconosciuta ed esaltata. Il panificio nei nostri paesi non ha solo un valore economico ma anche sociale e culturale».

Soddisfazione per l’iniziativa consiliare è stata espressa anche da Gianluca Deriu, presidente della Confcommercio di Nuoro, che ha annunciato alla Commissione la presentazione di un testo scritto con le osservazioni dell’associazione di categoria alle due proposte di legge.

I primi firmatari delle due iniziative Forma e Crisponi hanno accolto con favore i suggerimenti.

«Vogliamo difendere chi opera alla luce del sole e rispetta le regole – ha detto Daniela Forma – è nostra intenzione contribuire alla diffusione della cultura del pane. I consumatori devono essere tutelati così come vanno difese le professionalità del settore. Un modo per contrastare l’abusivismo potrebbe essere quello di legare il riconoscimento della qualifica di panificatore allo svolgimento di un tirocinio formativo nei panifici».  

«Il nostro obiettivo è valorizzare l’arte bianca e i suoi imprenditori – ha detto Crisponi – è importante assicurare trasparenza al consumatore con corrette distinzioni tra pane fresco, pane preconfezionato e pane surgelato.»

I lavori della Commissione proseguiranno nel pomeriggio con le audizioni dei docenti universitari Costantino Palmas e Antonio Farris, del Direttore Generale di Laore Maria Ibba e dei rappresentanti di Cna, Casartigiani, Confartigianato, C.L.A.A.I. e Confindustria. Domani saranno invece sentite le associazioni di categoria agricole.