5 November, 2024
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Ultimo fine settimana di appuntamenti per la prima Biennale d’Arte Contemporanea dedicata a Maria Lai. Domani, sabato 5 ottobre, negli spazi del Camuc di Ulassai prende il via il convegno Dall’artigianato all’arte, organizzato in collaborazione con la Confartigianato di Nuoro-Ogliastra. Mentre domenica 6 ottobre, per il finissage della Biennale, in programma una chiusura in musica con il concerto del coro della Scuola Civica di musica d’Ogliastra e, a seguire, del duo composto dalla chitarrista brasiliana Carol Mello e dalla violinista Emanuela Lioy.

«La mattinata di sabatospiega il direttore artistico della Biennale, Gianni Murtasnasce dall’esigenza, per la Fondazione Stazione dell’Arte, di allargare il confronto con le esperienze dell’artigianato artistico che rappresentano un entroterra ricco e molto interessante, capace di alimentare le ricerche artistiche più di quanto non si pensi.»

La tavola rotonda, condotta dalla giornalista Simona Scioni a partire dalle 9,30, vedrà in apertura i saluti del sindaco di Ulassai Giovanni Soru e, a seguire, del presidente di Confartigianato di Nuoro-Ogliastra Giuseppe Pireddu.

«Il legame tra arte, artigianato e designdice Giuseppe Pireddu è profondo e da tempo radicato nella storia delle lavorazioni isolane, poiché accomuna un forte interesse per la qualità, la creatività e l’innovazione. L’artigianato, con la sua attenzione ai dettagli e alla manualità, rappresenta l’espressione della tradizione, della cultura locale e della maestria individuale. Partecipiamo ai lavori conclusivi della prima Biennale d’arte contemporanea, dedicata a Maria Lai, perché lei era una artista e, soprattutto, una artigiana.»

I lavori proseguono con l’intervento del direttore artistico Gianni Murtas su Arti pure e Arte applicata nel Novecento sardo. Intervengono poi i componenti del comitato scientifico della Biennale: Antonello Carboni, per parlare de La Sardegna dalla terracotta alla ceramica degli anni ‘20; Chiara Manca, con una riflessione su Trama e ordito: un percorso sulla tessitura d’artista in Sardegna; e Damiano Rossi, sull’Artigianalità nell’opera di Maria Lai.

La mattinata si chiude con i contributi di Studio Pratha, studio d’arte tessile di Sarule Confartigianato; Francesca Deledda, ceramista di Oliena Confartigianato; Francesca Fiori, KreoArte designer; Federico Coni, maestro d’Ascia di Ales; e Nicola Filia, artista della ceramica.

La prima Biennale d’Arte Contemporanea di Ulassai è stata inaugurata lo scorso giugno e ha proposto in mostra i lavori di 25 artisti chiamati a confrontarsi con l’opera di Maria Lai, cui la Biennale è dedicata. L’iniziativa è stata organizzata dal comune di Ulassai e dalla Stazione dell’arte all’interno del Progetto Borghi, finanziato dall’Unione europea attraverso il programma NextGenerationEu-M1C3-Linea A PNRR.

A suggellare quattro mesi di esposizione, la mostra chiude domenica 6 ottobre con il concerto della chitarrista brasiliana Carol Mello e della violinista Emanuela Lioy, che eseguiranno un repertorio di musiche ricche di suggestioni popolari, all’insegna della contaminazione sonora. In apertura l’esibizione di Chatas e Fofoqueiras, il coro della Scuola Civica di musica d’Ogliastra. Appuntamento a partire dalle 18,00 negli spazi del Camuc.

 

L’Archivio, che si configura come luogo di studio e di memoria, viene istituito a tre anni dalla scomparsa di Liliana Cano: si tratta di un ente culturale dinamico, finalizzato alla raccolta e alla catalogazione dei documenti legati al suo percorso artistico, alla promozione della conoscenza e valorizzazione delle sue opere, anche attraverso risorse per ulteriori ricerche e studi.
Con una carriera durata oltre settant’anni, molti dei quali trascorsi all’stero, Liliana Cano, si è formata presso l’Accademia di Belle Arti di Torino tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta, dedicando tutta la sua vita alla pittura. Lei stessa amava ricordare: “Sono nata, sono cresciuta e ho dipinto tutto il tempo.” Davide Mariani nominato Direttore Artistico
Alla guida dell’Archivio Liliana Cano ci sarà Davide Mariani, classe 1985, storico dell’arte e curatore, docente di Storia dell’arte contemporanea e Museologia all’Accademia di Belle Arti di Sassari, con già all’attivo l’esperienza da Direttore Artistico del Museo dedicato a Maria Lai e mostre in Italia e all’estero.
Conosciuto per un approccio dinamico e innovativo nella gestione manageriale e artistica, Davide Mariani dichiara: «Assumere la direzione artistica dell’Archivio Liliana Cano è per me un grande onore. Il lavoro di Liliana Cano è stato ed è ancora oggi fonte di ispirazione per molti artisti e non solo. Mi impegnerò a rendere il suo patrimonio artistico accessibile a un pubblico sempre più ampio, promuovendo iniziative che ne valorizzino la straordinaria eredità. Stiamo già lavorando a una serie di grandi eventi che vedranno la luce subito dopo l’estate per celebrare al meglio il centenario della nascita dell’artista».
Parallelamente alla nascita dell’Archivio, approda sul web il sito www.lilianacano.com, piattaforma ufficiale dedicata alla promozione dell’immagine e alle informazioni sull’opera e sulla vita dell’artista. Il sito offre numerose sezioni che comprendono immagini ad alta risoluzione dei suoi dipinti, video-interviste, una pagina riservata alla sua biografia con inedite foto d’epoca e un calendario costantemente aggiornato sugli eventi e le mostre a lei dedicate.
Oltre al sito web, l’archivio ha inaugurato le pagine ufficiali su Facebook e Instagram, con l’obiettivo di raggiungere un pubblico sempre più ampio e diversificato, coinvolgendo gli utenti in modo interattivo. I canali social saranno costantemente aggiornati con notizie, approfondimenti, curiosità e contenuti esclusivi.
La presenza online dell’Archivio rappresenta uno degli aspetti su cui maggiormente si intende investire, come ribadito dallo stesso Davide Mariani: «Vogliamo che il sito e le pagine social diventino un punto di riferimento per chiunque voglia approfondire la conoscenza di Liliana Cano e del suo lavoro».

Un laboratorio di una classe dell’Istituto di Istruzione Superiore G.M. Angioy con l’artista Roberto Ziranu ha concluso venerdì 12 gennaio, la mostra “I 12 Graffi”, inaugurata lo scorso 17 dicembre nel Salone della Grande Miniera di Serbariu, a Carbonia.

Quella di  Carbonia era la ventunesima ed ultima tappa di un percorso che ha toccato Cagliari, Golfo Aranci, Sardara, Quartu Sant’Elena, Seui, Arzana, Laconi, Fonni, Oristano, Nuoro, Cardedu, Ollastra, Orani (suo paese d’origine), Desulo, Siniscola, Aritzo, Ovodda, Porto Torres, San Gavino Monreale e Bitti.

                                   

La mostra di Roberto Ziranu è sviluppata in 12 ritratti di altrettanti personaggi che hanno reso e continuano a rendere grande la Sardegna al di fuori dei confini regionali: Eleonora d’Arborea, Costantino Nivola, Maria Carta, Paolo Pillonca, Giovanni Lilliu, Maria Lai, l’Accabadora, Piero Sanna, Edina Altara, Andrea Parodi, Grazia Deledda e Gigi Riva. Si tratta di figure di spicco del mondo dell’arte e della cultura, dello sport e della nostra identità, uomini e donne che hanno influenzato la produzione artistica di Roberto Ziranu per il loro carisma, la loro carriera, la loro storia, l’alone di mistero che ruota attorno ad alcune delle loro figure.

Per la giornata di chiusura, l’artista ha organizzato, in collaborazione con l’assessora della Pubblica istruzione del comune di Carbonia, Antonietta Melas, la visita di due classi dell’Istituto di Istruzione Superiore “G.M. Angioy”, indirizzo Grafica e Comunicazione, guidate dalle docenti della Cinzia Grussu, Simona Mele, Alessandra Manca e Daniela Soru della 4ª B. Roberto Ziranu ha spiegato agli studenti l’origine della mostra, la tecnica utilizzata per la creazione delle opere e presentato le figure dei 12 personaggi. Al termine della presentazione, gli studenti della 4ª A hanno partecipato al laboratorio con l’artista, con il quale hanno creato un ritratto, scelto a maggioranza tra i 12, quello di Gigi Riva.

Gli studenti, le docenti e per ultima anche l’assessora Antonietta Melas, hanno portato il loro contributo all’incisione del volto del grande campione, mostrando in alcuni casi una buona attitudine, sottolineata con piacere da Roberto Ziranu.

Giampaolo Cirronis

         

                            

E’ stata inaugurata ieri, 17 dicembre, nel salone del Museo del Carbone della Grande Miniera di Serbariu, la mostra personale “I 12 Graffi” di Roberto Ziranu, ventunesima ed ultima tappa di un percorso che ha toccato Cagliari, Golfo Aranci, Sardara, Quartu Sant’Elena, Seui, Arzana, Laconi, Fonni, Oristano, Nuoro, Cardedu, Ollastra, Orani (suo paese d’origine), Desulo, Siniscola, Aritzo, Ovodda, Porto Torres, San Gavino Monreale e Bitti.

La mostra di Roberto Ziranu, unica nel suo genere, è un omaggio alla sua Terra – si legge nella presentazione Da.Ma del Guilcer di Daniela Madau – Storico e Critico dell’Arte -. E’ sviluppata in 12 ritratti di altrettanti personaggi che hanno reso e continuano a rendere grande la Sardegna al di fuori dei confini regionali: Eleonora d’Arborea, Costantino Nivola, Maria Carta, Paolo Pillonca, Giovanni Lilliu, Maria Lai, l’Accabadora, Piero Sanna, Edina Altara, Andrea Parodi, Grazia Deledda e Gigi Riva. Si tratta di figure di spicco del mondo dell’arte e della cultura, dello sport e della nostra identità, uomini e donne che hanno influenzato la produzione artistica di Roberto Ziranu per il loro carisma, la loro carriera, la loro storia, l’alone di mistero che ruota attorno ad alcune delle loro figure.

La mostra si caratterizza per la scelta di pannelli illustrativi e autoportanti che accompagnano i visitatori alla scoperta della Sardegna raccontata attraverso gli occhi, la maestria e le emozioni che Roberto Ziranu incide nei pannelli di ferro. Le opere esposte rappresentano un nuovo traguardo dello scultore oranese, grande conoscitore del ferro.

La mostra “I 12 Graffi” mostra una nuova sfida: ritratti su lastre di ferro attraverso la tecnica dell’incisione e dello sbalzo, unica nel suo genere.

Le 12 opere esaltano l’anima della materia ferrosa e immedesimano i protagonisti ritratti. Ogni opera sembra prendere vita e interagire con lo spazio tramite chiaroscuri generati dai riflessi delle incisioni e dagli sbalzi ottenuti dalle migliaia di martellate, rendendo ogni opera un pezzo unico. Le tappe di questo itinerario si snodano dal Nord al Sud della Sardegna interessando luoghi che rendono omaggio ai vari protagonisti che hanno dato lustro alla nostra Isola, per poi proseguire nel 2024 il suo viaggio nella Penisola e non solo…

Un progetto ambizioso – conclude la nota di presentazione di Daniela Madau – per un artista che vuole esaltare la sua terra natale interagendo con tutte quelle amministrazioni, fondazioni e partner privati che credono nel ruolo dell’arte quale mezzo per la divulgazione della cultura.

Alla presentazione hanno partecipato il sindaco di Carbonia Pietro Morittu e le assessore della Cultura Giorgia Meli e della Pubblica istruzione Antonietta Melas, e il commissario straordinario del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna Anna Elisabetta Castelli e del direttore Fabrizio Atzori, impegnati nel sito della Grande Miniera nella giornata conclusiva dell’ultima tappa dell’evento Open Your Mine. Presenti anche i fratelli Ziranu di Carbonia, parenti dell’artista.

Allegate le fotografie della presentazione e l’intervista all’artista Roberto Ziranu.

                 

Sono stati inaugurati questa mattina i parcheggi comunali di San Giovanni Suergiu. La zona di sosta ricavata al centro del paese, nell’ex area Serafini, con ingresso in via Gramsci e uscita in via Grazia Deledda, è un’opera pubblica strategica attesa da oltre 20 anni, per evitare il congestionamento del traffico nel cuore del paese. L’area parcheggi è costituita da 47 posti auto e i bagni pubblici: un servizio ai cittadini che si trovano a gestire la loro permanenza tra gli edifici scolastici, la sede comunale, il mercato civico e le tante attività commerciali presenti in quella parte del paese.

«Siamo riusciti a realizzare l’opera grazie a due finanziamenti regionali spiega il sindaco, Elvira Usaiper un totale di 400mila euro; adesso siamo in attesa di appaltare le restanti aree di sosta in via Portobotte.»

Sono tutte opere programmate ed iniziate nel primo mandato consiliare.

«In effetti siamo riusciti nei tempi stabilitiprecisa l’assessore dei Lavori pubblici, Gianfranco Ghisu a concludere i lavori nonostante lo stop forzato imposto dalla pandemia da Covid-19. Ci tengo a ringraziare il mio predecessore Giuseppe Pinna per il lavoro profuso, soprattutto, nel momento degli espropri.»

I nuovi parcheggi comunali saranno intitolati alla memoria dell’artista sarda Maria Lai alla fine del prossimo anno scolastico, con un progetto specifico dell’Istituto Comprensivo Marconi di San Giovanni Suergiu.

 

Un’importante iniziativa ha animato le numerose celebrazioni nel Sulcis in occasione dell’8 marzo. A Villamassargia il convegno “Donne straordinarie”, organizzato dalla sezione territoriale della FIDAPA, in collaborazione con il Club Jane Austen Sardegna, ha voluto dedicare la Giornata Internazionale della Donna a grandi personalità della storia sarda.

La manager culturale Giuditta Sireus e lo scrittore prodigio Matteo Porru, menzione speciale al Premio Costa Smeralda e Premio Campiello Giovani, hanno affascinato il pubblico presente in platea, e gli appassionati collegati da remoto, tracciando un suggestivo itinerario al femminile alla scoperta di otto indimenticate donne straordinarie che hanno rivoluzionato la società, l’arte e la scienza: Francesca Sanna Sulis, Maria Manca, Ninetta Bartoli, Paola Satta, Eva Mameli Calvino, Maria Lai, Maria Carta e Grazia Deledda.

Nomi rappresentativi della Sardegna evoluta ed emancipata che sottolineano, come affermato dalla presidente del Distretto Sardegna della Fidapa BPW Italy Anna Rita Cogoni, «la straordinarietà della donna anche nell’intimità e nella personalità».

Per Maria Gemma Moi, Past Presidente del Club, «le grandi donne straordinarie che hanno fatto la storia spesso sono andate contro corrente e contro stereotipi ancora oggi duri a morire».

Nonostante le celebrazioni in Consiglio regionale non è voluta mancare all’appuntamento la consigliera della Commissione Pari opportunità della Regione, Maria Chiara Basciu, medico dentista ed impegnata in numerose attività di volontariato, tra le fondatrici della Fidapa Sulcis e già past President del Club, che «ritiene fondamentale in questo momento storico ricordare al mondo intero cosa ci accomuna e non ciò che ci divide».

«Il vero progresso che è insito nel cambiamentoha sottolineato la consigliera Maria Chiara Basciu sta nell’evoluzione culturale che deve portare al superamento dei pregiudizi tra i quali quelli legati al gender gap, che non è orientamento alla parità assoluta tra sessi bensì ha come punto di arrivo l’equiparazione sociale, ovvero il riconoscimento delle specificità, capacità, inclinazioni proprie della persona indipendentemente dal genere.»

«Non ci sono lavori da donna e lavori da uominiha spiegato Maria Chiara Basciuci sono attività per le persone che sono portate, hanno capacità e abilità in quel tipo di professioni, a dispetto del genere.»

«In ogni parte del Mondo le donne hanno però lottato e combattuto per i propri diritti fondamentali, si sono distinte ed hanno conseguito importantissimi risultati umanitari, sociali, culturali, scientifici e professionaliha aggiunto la componente del massimo organo in Sardegna preposto alla tutela delle pari opportunitàquindi il motto da proporre universalmente, non oggi per oggi ma oggi per il futuro, visto il momento cruciale del conflitto in essere tra Russia e Ucraina, potrebbe essere: lavoriamo su ciò che ci accomuna per superare le barriere, di qualunque tipo, che ci dividono.»

«Se ciò fosse alla base del dialogo comune tra le potenze mondiali ha concluso la dentista sulcitanaforse sarebbe più semplice giungere a soluzioni che tengano realmente conto del bene comune e degli equilibri internazionali, riportando immediatamente la pace nel cuore dell’Europa e restituendo la libertà e la dignità ad un popolo ingiustamente occupato che oggi piange tante vittime e immani sofferenze.»

Nella foto uno scatto di gruppo al termine del convegno “Donne Straordinarie” a Villamassargia (da sinistra Giuditta Sireus, Anna Rita Cogoni, Matteo Porru, Maria Chiara Basciu, Maria Gemma Moi, Anna Rita Pisu e l’assessore di Villamassargia Sara Cambula).

Sarà la Festa Internazionale della Donna l’importante occasione per una nuova iniziativa in presenza della Fidapa Sardegna che vuole celebrare questa ricorrenza con un momento di riflessione dedicato ad alcune “Donne Straordinarie” della storia sarda.

Ad organizzare il convegno, in programma martedì 8 marzo presso l’Oratorio di Villamassargia con inizio alle 10.30, la sezione Sulcis dell’Associazione internazionale delle donne impegnate nelle arti, nelle professioni e nell’economia.

Dopo due edizioni online, il sodalizio sulcitano, in collaborazione con il Club letterario Jane Austen, ha pensato ad una manifestazione in presenza con la possibilità di seguire l’evento anche da remoto attraverso il collegamento zoom attivato per l’occasione dalla Fidapa.

Il parterre è di tutto rispetto perché dopo il saluto della Presidente della sezione locale, Anna Rita Cogoni, interverrà la Presidente del Distretto Sardegna, Maria Lucia Fancellu, che sarà anche protagonista alla fine della giornata per la conclusione dei lavori.

Si entrerà nel vivo con la prima relazione affidata a Maria Chiara Basciu, fondatrice e Past President della Fidapa Sulcis, medico dentista impegnato nel volontariato e nelle cure dei carcerati in tutta l’Isola e componente della Commissione Pari Opportunità della Regione Sardegna.

Dopo di lei la scena vedrà protagonista la fondatrice del Club Jane Austen, Giuditta Sireus, socia Fidapa, che intervisterà il giovane scrittore Matteo Porru, uno dei grandi talenti della letteratura sarda: sarà lui a parlare della vita di grandi personaggi al femminile, da Francesca Sanna Sulis, a Maria Manca, da Paola Satta alla straordinaria Maria Lai fino al Premio Nobel Grazia Deledda.

Per assistere sarà necessario il green pass rafforzato e l’utilizzo obbligatorio della mascherina FFP2.

Calasetta accessibile e sostenibile, ultimi atti. La manifestazione dedicata al tema, importante quanto delicato, della sostenibilità, si avvia alla conclusione con L’arte del riciclo, a cura della Fondazione MACC, il Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta, in programma da domani, giovedì 23, a sabato 25 settembre. Tre giornate di laboratori (dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 18.00), rivolti ai bambini e ai ragazzi dai 6 ai 12 anni, condotti dallo staff del Maac, per scoprire l’arte del riciclo attraverso un viaggio nel pensiero creativo e nella rigenerazione dell’oggetto.

Dai legni e i tessuti di Maria Lai alle spugnette di ferro di Rosanna Rossi, i partecipanti andranno alla scoperta delle opere di due grandi artiste della nostra Isola, conosceranno in particolare i lavori che rientrano nel tema del riciclo, un percorso per comprendere come nasce un’opera d’arte che recupera e trasforma lo scarto.

Si terranno, poi, due workshop curati da Marilena Pitturru, artista che ha fatto del riciclo la forza etica e poetica del suo lavoro (smonta, assembla, cuce, ritaglia, salda), e Davide Volponi, creativo che genera opere riciclando anch’egli materiali scartati, per indagare la poetica del riutilizzo che da sempre contraddistingue la loro ricerca artistica: tronchi che svettano come palazzi coloratissimi, figure diafane e combattenti nate da bottiglie di plastica blu.

L’anno scorso ha compiuto i 250 anni di vita. Calasetta è una realtà peculiare – fonde nella sua cultura originaria le tradizioni provenienti dalla Liguria (Pegli), la Tunisia (Tabarka), il Sulcis (l’isola di Sant’Antioco, la punta estrema della Sardegna sud-occidentale) – con una forte vocazione turistica su cui si regge l’economia del paese. E i flussi turistici, spesso concentrati in brevi periodi, risorsa di certo preziosa, nel tempo hanno però determinato effetti negativi in termini di sostenibilità, in particolare per il lungo tratto costiero,  tesoro paesaggistico di grande pregio. Ecco, il tema, importante quanto delicato, della sostenibilità, che chiama in causa anche risvolti etici e sociali, e dove convergono fattori come l’accessibilità, l’inclusione, la sicurezza, la salute, la resilienza. Nasce su questi presupposti e con queste premesse CALASETTA ACCESSIBILE E SOSTENIBILE, in programma dal 3 al 25 settembre nel comune tabarchino, fra laboratori creativi, attività ludico-didattiche e appuntamenti musicali. Il progetto si propone di avviare un percorso che consenta l’attivazione di alcune buone pratiche per l’utilizzo dei litorali in un’ottica di sostenibilità e accessibilità attraverso azioni immateriali specifiche e la creazione di servizi a favore dei diversamente abili, di anziani e famiglie.

Per l’occasione è stato appositamente creato il sito www.calasettaturismo.it  (accessibile anche attraverso un QR code presente in tutto il materiale informativo), che con il programma contiene le regole e i comportamenti da seguire all’interno delle spiagge di Calasetta, i luoghi di interesse del paese, le strutture ricettive e di ristorazione per promuovere soprattutto il cibo a km zero.

Sono stati anche installati negli ingressi delle spiagge calasettane cartelli informativi sui comportamenti da seguire nell’”abitarle” e il Comune, proprio per “Calasetta Accessibile e Sostenibile”, ha previsto l’installazione di passerelle e pedane per facilitare l’ingresso in spiaggia dei diversamente abili.

Da rimarcare che tutto il materiale cartaceo promozionale dell’iniziativa è stato riprodotto su carta riciclata e che è stata rafforzata la campagna di comunicazione on line e social proprio per ridurre al minimo gli stampati.

Il progetto è promosso dal comune di Calasetta, con il sostegno della Fondazione di Sardegna e dell’assessorato della Cultura della Regione Sardegna, ed è organizzato dall’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo.

«Questo Festival della sostenibilità è stato pensato e fortemente voluto perché abbiamo il dovere di ‘ristrutturare’ la nostra immagine, le nostre caratteristiche e la nostra identità. In questa stagione si è molto discusso della posidonia, descrivendola come sporcizia, rifiuto, e rievocando le spiagge bianche alle quali siamo stati tutti abituati negli ultimi 30 anni. Dobbiamo, appunto, ripartire da qui: educare alla bellezza del nostro territorio, che vive e deve essere armonioso con le sue caratteristiche – spiega Claudia Mura, sindaca di Calasetta -. Le nostre spiagge sono belle anche con la posidonia, magari non tutti ne apprezzano la vista, ma è nostro compito far capire quanto questa pianta acquatica sia importante per la vita delle spiagge stesse, già fortemente erose e da proteggere. La sostenibilità, inoltre, è un concetto poliedrico, tutto al giorno d’oggi deve essere sostenibile, anche le relazioni tra gli esseri umani, che nell’ultimo periodo storico sono invece cosi distanti. A tutto ciò dobbiamo educare, a tutto ciò speriamo fortemente che le famiglie educhino i propri figli, i nostri giovani, la Calasetta del domani.»

«Dopo avere sostenuto il comune di Calasetta nell’organizzazione delle celebrazioni per i 250 anni della nascita del paese, per noi è importante, a distanza di un anno, essere di nuovo al fianco dell’Amministrazione in una iniziativa questa volta dedicata all’accessibilità e alla sostenibilità – dice Graziano Milia, presidente dell’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo -. Perché storia, cultura e, ancora di più in questo caso, ambiente, tema particolarmente attuale e delicato, rappresentano i cardini intorno ai quali far girare il volano di sviluppo dei territori.»    

Festa della Sostenibilità

Sarà la Festa della Sostenibiltà ad aprire la manifestazione. Tre serate di concerti al tramonto sotto la Torre sabauda, simbolo di Calasetta. Tre sere, sei concerti, con due diverse proposte per serata, a basso impatto ambientale, in perfetta sintonia con i temi dell’accessiblità e della sostenibilità: serate acustiche e semiacustiche, luci e servizi tecnici a batterie, senza l’uso della corrente elettrica (info e prenotazioni: info@assoentilocali.it).

Si parte venerdì 3 settembre, alle 19.30, con Clavius, di e con Daniele Ledda, artista sonoro e visivo, docente, performer e sperimentatore, docente di Musica Elettronica al Conservatorio di Cagliari, direttore artistico dell’associazione Ticonzero (che da molti anni si occupa di musica d’avanguardia, elettronica e sperimentale).

Clavius è un progetto di costruzione e modifica, che si snoda intorno agli strumenti a tastiera tradizionali. Ledda ha ideato una performance/installazione che coordina il suono, l’azione e la visione che utilizza gli strumenti Clavius, espandendone la tavolozza timbrica, attraverso una moltiplicazione delle corde. Questa è sia reale che digitale, attraverso il suono virtualizzato. Lo strumento viene quindi suonato in maniera ordinaria, ma anche diffusa, sollecitando le corde che si irradiano nello spazio attraverso il pizzicare o un archetto. La parte di azione e visuale è centrata sulla tecnica “cameraless”, ottenuta tramite la chimica della fotografia analogica in bianco e nero, con foto-sculture investite da un videomapping.

A seguire il concerto di Perry Frank, musicista e polistrumentista, che presenta il suo progetto Ambient guitar sessions, live sessions di musica ambient – lo strumento principale è la chitarra, il cui suono viene processato tramite pedali e amplificatori – che dal 2014 porta in luoghi panoramici e tipici della Sardegna. Il sound di Perry Frank, alias Francesco Perra, è caratterizzato da atmosfere oniriche e sognanti generate da soundscape, drone e glitch di sottofondo che creano paesaggi sonori rarefatti ed eterei,  rassicuranti e meditativi, al tempo stesso nostalgici e oscuri.

Il nuovo disco di Perry Frank s’intitola “Selvascapes”, composto in collaborazione col musicista danese Lauge. Perra cura anche l’aspetto visivo della sua musica, ideando e dirigendo tutti i videoclip delle sue canzoni.

Sabato 4, a partire dalle 21.00, a esibirsi sotto la Torre saranno, prima, la storica Banda Musicale G. Puccini di Calasetta, poi, il Coro “Note di profilo”, gruppo corale del paese tabarchino.

Domenica 5 settembre il tris di appuntamenti musicali alla Torre si chiude, dalle 19.30, con il concerto del Matteo Leone Quartet, protagonista il musicista di casa (voce e chitarra), accompagnato da Matteo Muntoni (basso), Daniel Matta (percussioni), Brahim Khamlichi (violino). Cantautore, chitarrista, batterista più che emergente, dopo un percorso artistico di ricerca nella cultura afroamericana, dove il blues è stato parte essenziale, Matteo Leone ha poi sentito il bisogno di tornare alle sue origini: Calasetta (abita nella vicina frazione di Cussorgia) e l’Africa. Lo scorso anno, in occasione degli eventi per la celebrazione dei 250 anni del paese tabarchino, presentò in anteprima il disco “Ràixe”, fra afroblues e musica del deserto, interpretato interamente in tabarchino, questa la peculiarità del lavoro. Quella fatica discografica ha visto la partecipazione e collaborazione del musicista italo-algerino Faris e diverse collaborazioni importanti, con i gruppi tuareg maliani Terakaft e Tinariwen, pionieri del “desert rock” e del “blues del deserto”, e con il cantante e chitarrista statunitense Ben Harper. Matteo Leone ha suonato in svariati festival in Italia e all’estero, è stato in tournée negli Stati Uniti e in Giappone, ha suonato “in casa” al Narcao Blues, al Sant’Anna Arresi Jazz, al festival Rocce Rosse, ha collaborato con artisti isolani come le Balentes e Joe Perrino.

A seguire il set di Irene Loche, giovane talentuosa chitarrista e cantautrice oristanese. Ha cominciato a suonare la chitarra a 6 anni ed è  cresciuta ascoltando dischi Soul, Blues, R&B, Rock e Folk americani. Ha iniziato presto a sperimentare e a comporre con lo strumento con accordature aperte, miscelando accordi e sonorità. Nel 2017 ha avuto modo di conoscere Bill Asher, riconosciuto da moltissimi artisti come uno dei più grandi liutai al mondo, ricevendo da lui grande apprezzamento per il suo “guitar playing”. Da lì l’occasione di suonare in diversi importanti locali negli Stati Uniti e, sempre nel 2017, e l’opportunità di incontrare e conoscere il famoso artista americano Jackson Browne, che ne rimane impressionato. Nel 2018 diventa ufficialmente rappresentante ed endorser della “Asher Guitar’s and Lap Steels” insieme ad artisti del calibro di Ben Harper, Jackson Browne, Fletwood Mac, Paul Simon e riceve un modello di chitarra creato ad hoc per lei.

Domenica 5 sarà anche il giorno del Posiday, a cura del CEAS (Centro di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità) dell’isola di Sant’Antioco (info e prenotazioni: info@ceassantantioco.it – 346 2140608). Una giornata dedicata ad attività ludico-didattiche e divulgative che prenderà il via a Spiaggia Grande, dalle 9.30 alle 13.00, con “Sospesi sulle praterie sommerse”: si parlerà della Posidonia oceanica e si faranno passeggiate in canoa trasparente biposto per osservarla nel suo habitat. Le uscite (l’ultima è prevista alle 12.30) sono programmate per un massimo di 8 persone alla volta, accompagnate da un istruttore.

Nel pomeriggio ci si sposterà nella spiaggia Sottotorre, dove, dalle 17.00 alle 19.00, si succederanno altre attività ludico-didattiche: Non è un’alga!” – I laboratori prevedono una prima parte introduttiva di divulgazione sulla Posidonia oceanica e il suo ruolo ecologico, con dei video e osservazione al microscopio delle foglie; “I tesori del mare” – Seduti intorno a uno scrigno, i partecipanti scopriranno le meraviglie del mare che si possono trovare e osservare grazie alla posidonia;I love Posidonia” – Gioco dell’oca interattivo sulla posidonia, il mare e l’impronta ecologica (rivolti ai bambini fino ai 10 anni); “Il diritto di spiaggiarsi”  Dopo una prima parte di introduzione sulla Carta della Terra, i ragazzi faranno un laboratorio con la metodologia del gioco di ruolo a tema (rivolto ai ragazzi dagli 11 anni).

Il Posiday si chiuderà, come anticipato, con i concerti di Matteo Leone e Irene Loche nel piazzale della Torre sabauda.

Calasetta Accessibile e Sostenibile riprenderà mercoledì 22 settembre con l’iniziativa Puliamo il mondo dai pregiudizi, curata da Legambiente Cagliari. Il punto d’incontro è fissato alle 9.30 in Piazza Belly, da dove – come segnale forte di civismo – partiranno le attività di pulizia degli spazi urbani, dei parchi e delle spiagge (info e prenotazioni: infolegambientecagliari@gmail.com).

 Ultimi appuntamenti dal 23 al 25 settembre con L’arte del riciclo, a cura della Fondazione MACC, il Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta. Tre giornate di laboratori (dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 18.00), rivolti ai bambini e ai ragazzi dai 6 ai 12 anni, condotti dallo staff del Maac, per scoprire l’arte del riciclo attraverso un viaggio nel pensiero creativo e nella rigenerazione dell’oggetto (info e prenotazioni: fondazione.macc@gmail.com – 0781 887219 – 348 8668603 – 349 8690949).

Dai legni e i tessuti di Maria Lai alle spugnette di ferro di Rosanna Rossi, i partecipanti andranno alla scoperta delle opere di due grandi artiste della nostra Isola, conosceranno in particolare i lavori che rientrano nel tema del riciclo, un percorso per comprendere come nasce un’opera d’arte che recupera e trasforma lo scarto.

Si terranno, poi, due workshop curati da Marilena Pitturru, artista che ha fatto del riciclo la forza etica e poetica del suo lavoro (smonta, assembla, cuce, ritaglia, salda), e Davide Volponi, creativo che genera opere riciclando anch’egli materiali scartati, per indagare la poetica del riutilizzo che da sempre contraddistingue la loro ricerca artistica: tronchi che svettano come palazzi coloratissimi, figure diafane e combattenti nate da bottiglie di plastica blu.

Si alza il sipario sull’edizione numero 19 de “L’isola del teatro & l’isola raccontata”, in programma dal 28 agosto fino al 5 settembre a Fluminimaggiore. Il festival, organizzato dal Teatro del Sale di Cagliari, ha come filo conduttore “Terra!”.
La filosofia del Festival.
“Terra!”: innumerevoli volte questo grido è risuonato dalle coffe e dalle navi errabonde. Grido di naviganti ma anche di migranti in disperante ricerca di una nuova vita. Terra, la “nostra”, in cui affondano le nostre radici e che ci è stata prestata dai figli dei nostri nipoti.
La Terra che noi inquiniamo con consumi irresponsabili ed indifferenza. La Terra, la “nostra”, vilipesa dall’incuria e dalla furia voluta degli incendi che essa provoca. Questa Terra è l’unica che abbiamo e non esiste un pianeta di riserva. “Terra!”, dunque, perché sia un invito a cominciare a viverci con maggiore consapevolezza e responsabilità: vivere con sostenibilità.
Il programma.
Il festival 2021 è articolato in numerosi laboratori, performance, concerti, presentazione di libri, letture e, ovviamente, spettacoli teatrali. Per i laboratori, gli spettacoli e gli incontri è necessaria la prenotazione. È necessario, inoltre, essere in regola con le disposizioni sanitarie anti-Covid: certificazione vaccinale (green pass) o attestato di tampone negativo (il test deve risalire a non più di 48 ore prima dello spettacolo).
I laboratori.
Il primo laboratorio è previsto il 29 agosto, alle 10.00, nello Spazio Lab Parco Riola (replica il giorno dopo alla stessa ora). Sarà un laboratorio di giocoleria e movimento a cura di Emiliano Alessi. Alle 17.00, al Giardino del Museo Etnografico, “Madre Terra – Le dee dentro la donna”, un laboratorio di collage collettivo a cura di Simona Muratori.
Il 30 agosto, dalle 10.00 alle 13.30, laboratorio al Teatro del Respiro – Progetto Musica senza confini dal titolo “SuoniAmo insieme”, dedicato alle neo-famiglie, ideato e condotto da Francesca Romana Motzo (contattosonoro). Sempre il 30 agosto, alle 16.00, e sempre al Teatro del Respiro – Musica senza confini, le “Incursioni sonore” dedicato alle attrici ed attori in “form’Azione”. I due appuntamenti si replicano il giorno dopo, alla stessa ora.

L’1 settembre, a mezzogiorno, ad Arenas, l’ex villaggio minerario nel bosco, continua il progetto Musica senza confini con Circular Music, dedicato alla cittadinanza residente e in transito, ideato e condotto da Stefano Baroni. Dello stesso autore, alle ore 17.00, nello Spazio Lab Parco Riola, il laboratorio-performance “Drum Circle”.
Il 2 settembre, alle ore 18.00, allo Spazio Lab del Parco Riola, “Sulla terra bene sto! Mi metto in equilibrio”, un laboratorio di movimento/ Brain Gym per la vita quotidiana a cura del Teatro Botanico.
Il 3 settembre, sempre al Parco Riola, alle 18.00, “Lascio il Segno. Prendo una pietra e la trasformo in messaggio. Prendo una parola e la trasformo in movimento”, un racconto a cura del Teatro Botanico.
Lo stesso Teatro Botanico guiderà il laboratorio creativo con la terracotta “La Terra è nelle mie mani”, il 4 settembre, sempre alle 18.00, al Parco Riola, ed il giorno dopo, 5 settembre, con “Crescere consapevole – TetrArt”, laboratorio di riciclo con il Tetra Pak.
A corredo delle iniziative, per la prima volta e primo seme della edizione n. 20, prevista per l’estate 2022, ci sarà la residenza di ricerca e produzione artistica “Tutti su per terra!”, di
Davide Volponi.
Incontri con l’autore.
Il 30 agosto, alle ore 20.00, al Giardino del Museo Etnografico, ci sarà la presentazione del libro “La Isla Bonita” (66thand2nd edizioni) di Nicola Muscas.
Il 31 agosto, alle 19.00, sempre al Giardino del Museo Etnografico, incontro con Maria Teresa Fadda e il suo “Sogni e pastelli, amicolibro”.
Altro appuntamento l’1 settembre, alle ore 19.00, con il volume “Cenerentola del XXI secolo. Cenusareasa, storia di una badante romena” (EBS print) di e con Rocco Marascia.
Gli incontri si spostano al Tempio di Antas il 3 settembre: alle ore 19.00, “Storie Barocche” (Piemme edizioni) con Carlo Augusto Melis Costa e Nicolò Migheli. A seguire, alle 20.30, “Dalla parte del fuoco. Ovvero il paradosso di Bambi” (edizioni Il Maestrale) con Giuseppe Mariano Delogu. Chiuderà la serata l’incontro sul tema “Fogu! La lotta al fuoco dura 365 giorni l’anno”, al quale parteciperanno il sindaco di Santulussurgiu, Diego Loi, il sindaco di Fluminimaggiore, Marco Corrias, gli autori Giuseppe Mariano Delogu, Nicolò Migheli e Carlo Augusto Melis Costa. Il Festival aderisce alla campagna Pro Su Montiferru, devolvendo tutto l’incasso alle comunità colpite dagli incendi del 24-25 luglio.
Il 4 settembre, alle 19.00, al Giardino del Museo Etnografico, incontro con Giulio Cavalli che presenta “Disperanza” (Fandango libri).
Spettacoli.
Si comincia il 28 agosto, alle 19.00, all’Anfiteatro di Portixeddu, con “Tei Tei”, di e con Emiliano Alessi, una performance urbana di giocomicità per tutti. Si replica il 29, alla stessa ora, ma in Piazza Caduti.

Il 29 agosto il Festival si intreccia con le attività curate dalla Cooperativa Start Uno, alle 20.30, nel Tempio di Antas, “La Via Lattea nel cielo delle colonne di Antas”, visita guidata ed osservazione delle costellazioni al telescopio a cura della Cooperativa Start Uno con Il Planetario de L’Unione Sarda. L’appuntamento si replicherà il 18 settembre, a partire dalle 19.00. Alle 22.30, all’Anfiteatro Parco Riola, concerto di Adele Madau in “Soul of object”.
Il 30 agosto, alle 22.00, all’Anfiteatro Parco Riola, lo spettacolo “Niccolai in mondovisione. La leggenda del Cagliari dello scudetto”, con Fabrizio Passerotti, testo di Bepi Vigna e regia di Giulia D’Agostini per la produzione della Compagnia “I Girasogni”.
L’1 settembre, alle 20.30, nel Parco Riola, va in scena “E se i topolini scoprono i tombini? Quando la Natura si ribella”, liberamente ispirato al racconto “La Topastra” di Stefano Benni, di e con Marta Proietti Orzella.
Concerto in solo dedicato a Maria Lai il 2 settembre, alle 20.00, in tempo per il tramonto, al Tempio di Antas, con Marco Colonna che presenta “Fili”, omaggio all’artista ogliastrina.
Spettacolo clou il 4 settembre, alle ore 22.00, all’Anfiteatro Parco Riola, con “Disperanza”, di e con Giulio Cavalli, accompagnato da Federico Rama alla chitarra. Una produzione Epoché ArtEventi.
Infine, il 5 settembre, alle 21.30, all’Anfiteatro Parco Riola, andrà in scena “La Distanza della luna”, da “Le Cosmicomiche” di Italo Calvino. Le letture saranno a cura di Marta Proietti Orzella. Le musiche dal vivo di Stefano Guzzetti. Lo spettacolo è una produzione Teatro del Sale.