8 May, 2025
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L’anno scorso ha compiuto i 250 anni di vita. Calasetta è una realtà peculiare – fonde nella sua cultura originaria le tradizioni provenienti dalla Liguria (Pegli), la Tunisia (Tabarka), il Sulcis (l’isola di Sant’Antioco, la punta estrema della Sardegna sud-occidentale) – con una forte vocazione turistica su cui si regge l’economia del paese. E i flussi turistici, spesso concentrati in brevi periodi, risorsa di certo preziosa, nel tempo hanno però determinato effetti negativi in termini di sostenibilità, in particolare per il lungo tratto costiero,  tesoro paesaggistico di grande pregio. Ecco, il tema, importante quanto delicato, della sostenibilità, che chiama in causa anche risvolti etici e sociali, e dove convergono fattori come l’accessibilità, l’inclusione, la sicurezza, la salute, la resilienza. Nasce su questi presupposti e con queste premesse CALASETTA ACCESSIBILE E SOSTENIBILE, in programma dal 3 al 25 settembre nel comune tabarchino, fra laboratori creativi, attività ludico-didattiche e appuntamenti musicali. Il progetto si propone di avviare un percorso che consenta l’attivazione di alcune buone pratiche per l’utilizzo dei litorali in un’ottica di sostenibilità e accessibilità attraverso azioni immateriali specifiche e la creazione di servizi a favore dei diversamente abili, di anziani e famiglie.

Per l’occasione è stato appositamente creato il sito www.calasettaturismo.it  (accessibile anche attraverso un QR code presente in tutto il materiale informativo), che con il programma contiene le regole e i comportamenti da seguire all’interno delle spiagge di Calasetta, i luoghi di interesse del paese, le strutture ricettive e di ristorazione per promuovere soprattutto il cibo a km zero.

Sono stati anche installati negli ingressi delle spiagge calasettane cartelli informativi sui comportamenti da seguire nell’”abitarle” e il Comune, proprio per “Calasetta Accessibile e Sostenibile”, ha previsto l’installazione di passerelle e pedane per facilitare l’ingresso in spiaggia dei diversamente abili.

Da rimarcare che tutto il materiale cartaceo promozionale dell’iniziativa è stato riprodotto su carta riciclata e che è stata rafforzata la campagna di comunicazione on line e social proprio per ridurre al minimo gli stampati.

Il progetto è promosso dal comune di Calasetta, con il sostegno della Fondazione di Sardegna e dell’assessorato della Cultura della Regione Sardegna, ed è organizzato dall’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo.

«Questo Festival della sostenibilità è stato pensato e fortemente voluto perché abbiamo il dovere di ‘ristrutturare’ la nostra immagine, le nostre caratteristiche e la nostra identità. In questa stagione si è molto discusso della posidonia, descrivendola come sporcizia, rifiuto, e rievocando le spiagge bianche alle quali siamo stati tutti abituati negli ultimi 30 anni. Dobbiamo, appunto, ripartire da qui: educare alla bellezza del nostro territorio, che vive e deve essere armonioso con le sue caratteristiche – spiega Claudia Mura, sindaca di Calasetta -. Le nostre spiagge sono belle anche con la posidonia, magari non tutti ne apprezzano la vista, ma è nostro compito far capire quanto questa pianta acquatica sia importante per la vita delle spiagge stesse, già fortemente erose e da proteggere. La sostenibilità, inoltre, è un concetto poliedrico, tutto al giorno d’oggi deve essere sostenibile, anche le relazioni tra gli esseri umani, che nell’ultimo periodo storico sono invece cosi distanti. A tutto ciò dobbiamo educare, a tutto ciò speriamo fortemente che le famiglie educhino i propri figli, i nostri giovani, la Calasetta del domani.»

«Dopo avere sostenuto il comune di Calasetta nell’organizzazione delle celebrazioni per i 250 anni della nascita del paese, per noi è importante, a distanza di un anno, essere di nuovo al fianco dell’Amministrazione in una iniziativa questa volta dedicata all’accessibilità e alla sostenibilità – dice Graziano Milia, presidente dell’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo -. Perché storia, cultura e, ancora di più in questo caso, ambiente, tema particolarmente attuale e delicato, rappresentano i cardini intorno ai quali far girare il volano di sviluppo dei territori.»    

Festa della Sostenibilità

Sarà la Festa della Sostenibiltà ad aprire la manifestazione. Tre serate di concerti al tramonto sotto la Torre sabauda, simbolo di Calasetta. Tre sere, sei concerti, con due diverse proposte per serata, a basso impatto ambientale, in perfetta sintonia con i temi dell’accessiblità e della sostenibilità: serate acustiche e semiacustiche, luci e servizi tecnici a batterie, senza l’uso della corrente elettrica (info e prenotazioni: info@assoentilocali.it).

Si parte venerdì 3 settembre, alle 19.30, con Clavius, di e con Daniele Ledda, artista sonoro e visivo, docente, performer e sperimentatore, docente di Musica Elettronica al Conservatorio di Cagliari, direttore artistico dell’associazione Ticonzero (che da molti anni si occupa di musica d’avanguardia, elettronica e sperimentale).

Clavius è un progetto di costruzione e modifica, che si snoda intorno agli strumenti a tastiera tradizionali. Ledda ha ideato una performance/installazione che coordina il suono, l’azione e la visione che utilizza gli strumenti Clavius, espandendone la tavolozza timbrica, attraverso una moltiplicazione delle corde. Questa è sia reale che digitale, attraverso il suono virtualizzato. Lo strumento viene quindi suonato in maniera ordinaria, ma anche diffusa, sollecitando le corde che si irradiano nello spazio attraverso il pizzicare o un archetto. La parte di azione e visuale è centrata sulla tecnica “cameraless”, ottenuta tramite la chimica della fotografia analogica in bianco e nero, con foto-sculture investite da un videomapping.

A seguire il concerto di Perry Frank, musicista e polistrumentista, che presenta il suo progetto Ambient guitar sessions, live sessions di musica ambient – lo strumento principale è la chitarra, il cui suono viene processato tramite pedali e amplificatori – che dal 2014 porta in luoghi panoramici e tipici della Sardegna. Il sound di Perry Frank, alias Francesco Perra, è caratterizzato da atmosfere oniriche e sognanti generate da soundscape, drone e glitch di sottofondo che creano paesaggi sonori rarefatti ed eterei,  rassicuranti e meditativi, al tempo stesso nostalgici e oscuri.

Il nuovo disco di Perry Frank s’intitola “Selvascapes”, composto in collaborazione col musicista danese Lauge. Perra cura anche l’aspetto visivo della sua musica, ideando e dirigendo tutti i videoclip delle sue canzoni.

Sabato 4, a partire dalle 21.00, a esibirsi sotto la Torre saranno, prima, la storica Banda Musicale G. Puccini di Calasetta, poi, il Coro “Note di profilo”, gruppo corale del paese tabarchino.

Domenica 5 settembre il tris di appuntamenti musicali alla Torre si chiude, dalle 19.30, con il concerto del Matteo Leone Quartet, protagonista il musicista di casa (voce e chitarra), accompagnato da Matteo Muntoni (basso), Daniel Matta (percussioni), Brahim Khamlichi (violino). Cantautore, chitarrista, batterista più che emergente, dopo un percorso artistico di ricerca nella cultura afroamericana, dove il blues è stato parte essenziale, Matteo Leone ha poi sentito il bisogno di tornare alle sue origini: Calasetta (abita nella vicina frazione di Cussorgia) e l’Africa. Lo scorso anno, in occasione degli eventi per la celebrazione dei 250 anni del paese tabarchino, presentò in anteprima il disco “Ràixe”, fra afroblues e musica del deserto, interpretato interamente in tabarchino, questa la peculiarità del lavoro. Quella fatica discografica ha visto la partecipazione e collaborazione del musicista italo-algerino Faris e diverse collaborazioni importanti, con i gruppi tuareg maliani Terakaft e Tinariwen, pionieri del “desert rock” e del “blues del deserto”, e con il cantante e chitarrista statunitense Ben Harper. Matteo Leone ha suonato in svariati festival in Italia e all’estero, è stato in tournée negli Stati Uniti e in Giappone, ha suonato “in casa” al Narcao Blues, al Sant’Anna Arresi Jazz, al festival Rocce Rosse, ha collaborato con artisti isolani come le Balentes e Joe Perrino.

A seguire il set di Irene Loche, giovane talentuosa chitarrista e cantautrice oristanese. Ha cominciato a suonare la chitarra a 6 anni ed è  cresciuta ascoltando dischi Soul, Blues, R&B, Rock e Folk americani. Ha iniziato presto a sperimentare e a comporre con lo strumento con accordature aperte, miscelando accordi e sonorità. Nel 2017 ha avuto modo di conoscere Bill Asher, riconosciuto da moltissimi artisti come uno dei più grandi liutai al mondo, ricevendo da lui grande apprezzamento per il suo “guitar playing”. Da lì l’occasione di suonare in diversi importanti locali negli Stati Uniti e, sempre nel 2017, e l’opportunità di incontrare e conoscere il famoso artista americano Jackson Browne, che ne rimane impressionato. Nel 2018 diventa ufficialmente rappresentante ed endorser della “Asher Guitar’s and Lap Steels” insieme ad artisti del calibro di Ben Harper, Jackson Browne, Fletwood Mac, Paul Simon e riceve un modello di chitarra creato ad hoc per lei.

Domenica 5 sarà anche il giorno del Posiday, a cura del CEAS (Centro di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità) dell’isola di Sant’Antioco (info e prenotazioni: info@ceassantantioco.it – 346 2140608). Una giornata dedicata ad attività ludico-didattiche e divulgative che prenderà il via a Spiaggia Grande, dalle 9.30 alle 13.00, con “Sospesi sulle praterie sommerse”: si parlerà della Posidonia oceanica e si faranno passeggiate in canoa trasparente biposto per osservarla nel suo habitat. Le uscite (l’ultima è prevista alle 12.30) sono programmate per un massimo di 8 persone alla volta, accompagnate da un istruttore.

Nel pomeriggio ci si sposterà nella spiaggia Sottotorre, dove, dalle 17.00 alle 19.00, si succederanno altre attività ludico-didattiche: Non è un’alga!” – I laboratori prevedono una prima parte introduttiva di divulgazione sulla Posidonia oceanica e il suo ruolo ecologico, con dei video e osservazione al microscopio delle foglie; “I tesori del mare” – Seduti intorno a uno scrigno, i partecipanti scopriranno le meraviglie del mare che si possono trovare e osservare grazie alla posidonia;I love Posidonia” – Gioco dell’oca interattivo sulla posidonia, il mare e l’impronta ecologica (rivolti ai bambini fino ai 10 anni); “Il diritto di spiaggiarsi”  Dopo una prima parte di introduzione sulla Carta della Terra, i ragazzi faranno un laboratorio con la metodologia del gioco di ruolo a tema (rivolto ai ragazzi dagli 11 anni).

Il Posiday si chiuderà, come anticipato, con i concerti di Matteo Leone e Irene Loche nel piazzale della Torre sabauda.

Calasetta Accessibile e Sostenibile riprenderà mercoledì 22 settembre con l’iniziativa Puliamo il mondo dai pregiudizi, curata da Legambiente Cagliari. Il punto d’incontro è fissato alle 9.30 in Piazza Belly, da dove – come segnale forte di civismo – partiranno le attività di pulizia degli spazi urbani, dei parchi e delle spiagge (info e prenotazioni: infolegambientecagliari@gmail.com).

 Ultimi appuntamenti dal 23 al 25 settembre con L’arte del riciclo, a cura della Fondazione MACC, il Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta. Tre giornate di laboratori (dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 18.00), rivolti ai bambini e ai ragazzi dai 6 ai 12 anni, condotti dallo staff del Maac, per scoprire l’arte del riciclo attraverso un viaggio nel pensiero creativo e nella rigenerazione dell’oggetto (info e prenotazioni: fondazione.macc@gmail.com – 0781 887219 – 348 8668603 – 349 8690949).

Dai legni e i tessuti di Maria Lai alle spugnette di ferro di Rosanna Rossi, i partecipanti andranno alla scoperta delle opere di due grandi artiste della nostra Isola, conosceranno in particolare i lavori che rientrano nel tema del riciclo, un percorso per comprendere come nasce un’opera d’arte che recupera e trasforma lo scarto.

Si terranno, poi, due workshop curati da Marilena Pitturru, artista che ha fatto del riciclo la forza etica e poetica del suo lavoro (smonta, assembla, cuce, ritaglia, salda), e Davide Volponi, creativo che genera opere riciclando anch’egli materiali scartati, per indagare la poetica del riutilizzo che da sempre contraddistingue la loro ricerca artistica: tronchi che svettano come palazzi coloratissimi, figure diafane e combattenti nate da bottiglie di plastica blu.

Si alza il sipario sull’edizione numero 19 de “L’isola del teatro & l’isola raccontata”, in programma dal 28 agosto fino al 5 settembre a Fluminimaggiore. Il festival, organizzato dal Teatro del Sale di Cagliari, ha come filo conduttore “Terra!”.
La filosofia del Festival.
“Terra!”: innumerevoli volte questo grido è risuonato dalle coffe e dalle navi errabonde. Grido di naviganti ma anche di migranti in disperante ricerca di una nuova vita. Terra, la “nostra”, in cui affondano le nostre radici e che ci è stata prestata dai figli dei nostri nipoti.
La Terra che noi inquiniamo con consumi irresponsabili ed indifferenza. La Terra, la “nostra”, vilipesa dall’incuria e dalla furia voluta degli incendi che essa provoca. Questa Terra è l’unica che abbiamo e non esiste un pianeta di riserva. “Terra!”, dunque, perché sia un invito a cominciare a viverci con maggiore consapevolezza e responsabilità: vivere con sostenibilità.
Il programma.
Il festival 2021 è articolato in numerosi laboratori, performance, concerti, presentazione di libri, letture e, ovviamente, spettacoli teatrali. Per i laboratori, gli spettacoli e gli incontri è necessaria la prenotazione. È necessario, inoltre, essere in regola con le disposizioni sanitarie anti-Covid: certificazione vaccinale (green pass) o attestato di tampone negativo (il test deve risalire a non più di 48 ore prima dello spettacolo).
I laboratori.
Il primo laboratorio è previsto il 29 agosto, alle 10.00, nello Spazio Lab Parco Riola (replica il giorno dopo alla stessa ora). Sarà un laboratorio di giocoleria e movimento a cura di Emiliano Alessi. Alle 17.00, al Giardino del Museo Etnografico, “Madre Terra – Le dee dentro la donna”, un laboratorio di collage collettivo a cura di Simona Muratori.
Il 30 agosto, dalle 10.00 alle 13.30, laboratorio al Teatro del Respiro – Progetto Musica senza confini dal titolo “SuoniAmo insieme”, dedicato alle neo-famiglie, ideato e condotto da Francesca Romana Motzo (contattosonoro). Sempre il 30 agosto, alle 16.00, e sempre al Teatro del Respiro – Musica senza confini, le “Incursioni sonore” dedicato alle attrici ed attori in “form’Azione”. I due appuntamenti si replicano il giorno dopo, alla stessa ora.

L’1 settembre, a mezzogiorno, ad Arenas, l’ex villaggio minerario nel bosco, continua il progetto Musica senza confini con Circular Music, dedicato alla cittadinanza residente e in transito, ideato e condotto da Stefano Baroni. Dello stesso autore, alle ore 17.00, nello Spazio Lab Parco Riola, il laboratorio-performance “Drum Circle”.
Il 2 settembre, alle ore 18.00, allo Spazio Lab del Parco Riola, “Sulla terra bene sto! Mi metto in equilibrio”, un laboratorio di movimento/ Brain Gym per la vita quotidiana a cura del Teatro Botanico.
Il 3 settembre, sempre al Parco Riola, alle 18.00, “Lascio il Segno. Prendo una pietra e la trasformo in messaggio. Prendo una parola e la trasformo in movimento”, un racconto a cura del Teatro Botanico.
Lo stesso Teatro Botanico guiderà il laboratorio creativo con la terracotta “La Terra è nelle mie mani”, il 4 settembre, sempre alle 18.00, al Parco Riola, ed il giorno dopo, 5 settembre, con “Crescere consapevole – TetrArt”, laboratorio di riciclo con il Tetra Pak.
A corredo delle iniziative, per la prima volta e primo seme della edizione n. 20, prevista per l’estate 2022, ci sarà la residenza di ricerca e produzione artistica “Tutti su per terra!”, di
Davide Volponi.
Incontri con l’autore.
Il 30 agosto, alle ore 20.00, al Giardino del Museo Etnografico, ci sarà la presentazione del libro “La Isla Bonita” (66thand2nd edizioni) di Nicola Muscas.
Il 31 agosto, alle 19.00, sempre al Giardino del Museo Etnografico, incontro con Maria Teresa Fadda e il suo “Sogni e pastelli, amicolibro”.
Altro appuntamento l’1 settembre, alle ore 19.00, con il volume “Cenerentola del XXI secolo. Cenusareasa, storia di una badante romena” (EBS print) di e con Rocco Marascia.
Gli incontri si spostano al Tempio di Antas il 3 settembre: alle ore 19.00, “Storie Barocche” (Piemme edizioni) con Carlo Augusto Melis Costa e Nicolò Migheli. A seguire, alle 20.30, “Dalla parte del fuoco. Ovvero il paradosso di Bambi” (edizioni Il Maestrale) con Giuseppe Mariano Delogu. Chiuderà la serata l’incontro sul tema “Fogu! La lotta al fuoco dura 365 giorni l’anno”, al quale parteciperanno il sindaco di Santulussurgiu, Diego Loi, il sindaco di Fluminimaggiore, Marco Corrias, gli autori Giuseppe Mariano Delogu, Nicolò Migheli e Carlo Augusto Melis Costa. Il Festival aderisce alla campagna Pro Su Montiferru, devolvendo tutto l’incasso alle comunità colpite dagli incendi del 24-25 luglio.
Il 4 settembre, alle 19.00, al Giardino del Museo Etnografico, incontro con Giulio Cavalli che presenta “Disperanza” (Fandango libri).
Spettacoli.
Si comincia il 28 agosto, alle 19.00, all’Anfiteatro di Portixeddu, con “Tei Tei”, di e con Emiliano Alessi, una performance urbana di giocomicità per tutti. Si replica il 29, alla stessa ora, ma in Piazza Caduti.

Il 29 agosto il Festival si intreccia con le attività curate dalla Cooperativa Start Uno, alle 20.30, nel Tempio di Antas, “La Via Lattea nel cielo delle colonne di Antas”, visita guidata ed osservazione delle costellazioni al telescopio a cura della Cooperativa Start Uno con Il Planetario de L’Unione Sarda. L’appuntamento si replicherà il 18 settembre, a partire dalle 19.00. Alle 22.30, all’Anfiteatro Parco Riola, concerto di Adele Madau in “Soul of object”.
Il 30 agosto, alle 22.00, all’Anfiteatro Parco Riola, lo spettacolo “Niccolai in mondovisione. La leggenda del Cagliari dello scudetto”, con Fabrizio Passerotti, testo di Bepi Vigna e regia di Giulia D’Agostini per la produzione della Compagnia “I Girasogni”.
L’1 settembre, alle 20.30, nel Parco Riola, va in scena “E se i topolini scoprono i tombini? Quando la Natura si ribella”, liberamente ispirato al racconto “La Topastra” di Stefano Benni, di e con Marta Proietti Orzella.
Concerto in solo dedicato a Maria Lai il 2 settembre, alle 20.00, in tempo per il tramonto, al Tempio di Antas, con Marco Colonna che presenta “Fili”, omaggio all’artista ogliastrina.
Spettacolo clou il 4 settembre, alle ore 22.00, all’Anfiteatro Parco Riola, con “Disperanza”, di e con Giulio Cavalli, accompagnato da Federico Rama alla chitarra. Una produzione Epoché ArtEventi.
Infine, il 5 settembre, alle 21.30, all’Anfiteatro Parco Riola, andrà in scena “La Distanza della luna”, da “Le Cosmicomiche” di Italo Calvino. Le letture saranno a cura di Marta Proietti Orzella. Le musiche dal vivo di Stefano Guzzetti. Lo spettacolo è una produzione Teatro del Sale.

Ritratto d’artista per il Janas Festival 2021 organizzato da Le Voci di Astarte con la direzione artistica di Sabrina Barlini: oggi, alle 21.30, in piazza Chiesa, a Masainas, va in scena “La capretta di Maria” de Il Crogiuolo, lo spettacolo ideato, scritto e diretto da Rita Atzeri, interpretato da Marta Gessa,Antonio Luciano e Daniela Vitellaro insieme con la giovane danzatrice Giulia Cannas per un ideale viaggio nel mondo di Maria Lai.

Fantasia e realtà s’intrecciano nella pièce che ripercorre la vita della creatrice dei celebri “libri cuciti” e artefice del progetto “Legarsi alla montagna”, fin dall’infanzia, con la scoperta del talento per il disegno e la prima ispirazione, nata con «l’immagine di un pettine che vela il suo occhio destro di capelli ribelli». “La capretta di Maria” – per un pubblico di giovanissimi e famiglie – rappresenta un’occasione per esplorare, in forma poetica e giocosa, la poetica visionaria dell’artista di Ulassai ma anche per riflettere sul significato e sull’importanza dell’arte e della bellezza.

Nel segno della fiaba – prendendo spunto dalle storie narrate e illustrate da Maria Lai e dalla presenza ricorrente della capretta, capace di inerpicarsi su alture e precipizi, sul limite dello strapiombo come sulla misura dell’infinito, che diventa simbolo dell’ispirazione che conduce l’artista fin sulle vette più alte senza dimenticare il legame con la propria terra e la propria gente, con la memoria e le radici, ma guardando al futuro.

La capretta di Maria” accosta note biografiche ed elementi fiabeschi, trasportando sulla scena le avventure vere o immaginarie di una bambina affascinata da ogni aspetto del reale e dall’esistenza segreta degli oggetti del quotidiano, un’anima sensibile attenta all’essenza oltre le apparenze, da cui trarrà materia per le sue creazioni in cui la dimensione concreta e materica si sposa a quella evocativa, onirica e fantastica.

«Ero analfabeta, ma piena di favole. Ciò che ho fatto dopo, da adulta, è iniziato a quell’età. Mani, occhi, parole, diventavano collegamenti tra realtà e sogno – racconta l’artista -. Ho dietro di me millenni di silenzi, di tentativi di poesia, di pani delle feste, di fili di telaio»: nei suoi racconti e nelle sue opere, dense di metafore e simbolismi, magici specchi capaci di trasfigurare la realtà e di parlare al cuore dei fanciulli, con la semplicità e l’innocenza dell’età dei giochi, Maria Lai ha saputo dar forma alle aspirazioni e ai desideri, alle parole e ai pensieri di generazioni di donne e uomini, facendo sue la saggezza dei vecchi e la curiosità dei bambini, nel segno della poesia.

Le sue “Fiabe Cucite” – libri come sculture, opere in cui il filo ricama la traccia della scrittura, nel germogliare delle idee, nel fluire dei racconti, fino a dar forma “tangibile” e insieme metaforica all’immaginario – rivivono sulla scena attraverso la magia del teatro e le geometrie in movimento della danza, così che l’artista stessa diventa l’eroina di una storia, regalando al pubblico l’illusione di poter, come Alice, andare al di là dello specchio per entrare nel regno della fantasia – e dell’arte.

Il Janas Festival 2021 prosegue sabato 7 agosto, alle 19.00 nel Parco di San Leonardo a Perdaxius con “Pindulas” – nuova produzione de Le Voci di Astarte mentre lunedì 9 agosto, alle 19.00, al Parco Scarsella di Domusnovas spazio alle “Cantastorie” Sabrina Barlini e Gloria Uccheddu tra antiche e nuove favole e leggende dell’Isola.

 

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Tornano nel Sulcis Iglesiente gli appuntamenti con Spazi di Frontiera, il festival organizzato da Cernita Teatro e Gruppo Teatro Albeschida. 
Il festival, diretto da Monica Porcedda, ha preso il via lo scorso giugno con incontri e performance attorno al tema della salute mentale e della salute nel suo complesso: un tema più che mai attuale in un momento come questo, in cui dobbiamo confrontarci con riflessioni e limiti che hanno cambiato le nostre vite, la percezione di noi stessi, la relazione con il mondo. Una visione universale calata però nella dimensione comunitaria di una realtà, quella del Sulcis Iglesiente, caratterizzata da un forte disagio socio-economico ed un alto tasso di dispersione scolastica e di disoccupazione giovanile. E’ qui dunque che si è concentrata l’azione di Cernita Teatro, nata nel 2009, con l’obiettivo di promuovere azioni di teatro sociale, e del Gruppo Teatro Albeschida, nato nel 2000 nel Centro Diurno di Salute mentale dell’Assl 7 Carbonia. “Spazi di frontiera” è l’ultimo progetto condiviso dalle due realtà. 
Il programma è iniziato sabato 17 ottobre, a Bacu Abis, nel cortile ex scuola elementare con “Vorrei essere libero come…”, spettacolo diretto da Monica Porcedda  per Cernita Teatro e Gruppo Teatro Albeschida (in replica il giorno dopo alle 16.30, a Iglesias, nella chiesa di San Salvatore). Di seguito andrà in scena Il Crogiuolo teatro con “Memorie dal sottosuolo” di Giorgio Todde, con Rita Atzeri e la violinista Barbara Sirigu. 
Fino a giovedì 22 ottobre Cernita e Albeschida terranno i laboratori teatrali Cantieri Creativi che saranno ospitati tra Bacu Abis, Fluminimaggore, San Gavino e Sanluri. 
Sabato 24 ottobre, alle 16.00, alla Tonnara Su Pranu di Portoscuso andrà in scena il Crogiuolo con “La capretta di Maria”, testo e regia di Rita Atzeri con Marta Gessa, Antonio Luciano, Daniela Vitellaro e la danzatrice Giulia Cannas, e a seguire il laboratorio per ragazzi ispirato a Maria Lai con Marco Nateri. 
Alle 17.00, al Teatro di Bacu Abis, “Madame La Thèrapie” con Albeschida. 
Il festival Spazi di Frontiera si chiuderà domenica 25 ottobre: alle 18.00, a Bacu Abis, gli attori dello spazio Lab saranno protagonisti di “Chaos parte terza”, per la regia di Monica Porcedda. 
Nel rispetto delle misure di contenimento del Covid-19 l’ingresso agli eventi potrà avvenire solo su prenotazione ai numeri 3897673106 – 3393380375
Il Festival è realizzato in collaborazione con l’Assessorato della Pubblica Istruzione e Beni Culturali della Regione Sardegna, l’ATS – Azienda per la Tutela della Salute in Sardegna, la Fondazione di Sardegna, i Comuni di Carbonia, Portoscuso, Iglesias, Fluminimaggiore, San Gavino Monreale e Sanluri e con il supporto del Coordinamento delle Associazioni di Bacu Abis, Anpi Carbonia, Rete Unitaria Antifascista del Sulcis Iglesiente, Primavera Resistente – Sulcis Iglesiente, Asce – Associazione sarda contro l’emarginazione.

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“Io resto a casa…e tengo lontano il virus” è il titolo del concorso organizzato dalla casa editrice dreamBOOK Sardegna e dalla Scuola Paritaria Primaria Maria Lai, con il patrocinio del comune di Carbonia, al fine di raccogliere le testimonianze dei bambini della scuola primaria della Sardegna sull’esperienza che stanno vivendo a causa della pandemia legata al Coronavirus.

Si tratta di un modo efficace per vivere con i bambini le paure, i problemi, le difficoltà di una convivenza forzata all’interno della propria casa, lontani dai loro amici e dalle loro abitudini. Un modo per dare loro voce e spazio in modo giocoso.

La partecipazione al concorso è gratuita e consiste nell’invio di un racconto, o di una filastrocca, o di un disegno relativo all’esperienza vissuta.

Per tutti i dettagli è possibile consultare i seguenti siti:

www.scuolaparitariaprimaria.it
www.dreambookedizioni.it
www.comune.carbonia.su.it

La partecipazione è gratuita.
Per maggiori informazioni è possibile inviare una email all’indirizzo segreteria@scuolaparitariaprimariamarialai.it, oppure lasciare un messaggio privato nella pagina Facebook della Scuola Paritaria Primaria Maria Lai.

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Alla Stazione dell’Arte è stata inaugurata la mostra “Lente sul mondo”, che chiude le celebrazioni per il centenario della nascita dell’artista: un programma espositivo, lungo un anno, che dalla Sardegna è approdato a Roma e a Parigi per tornare nei luoghi di ‘’Legarsi alla montagna’’, performance collettiva che unì ancor più saldamente Maria Lai alla sua comunità.

Il 2019 è l’anno di Maria Lai. Dalla Stazione dell’Arte di Ulassai al MAXXI di Roma, passando dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, questa voce inedita del panorama artistico del ‘900 è stata celebrata attraverso mostre, percorsi museali, performance, pubblicazioni e convegni. Un percorso artistico alla scoperta del mondo unico e magico che ha sempre animato l’immaginario creativo dell’artista ogliastrina.

L’evento conclusivo di questo anno straordinario e denso di appuntamenti è rappresentato dalla mostra “Maria Lai. Lente sul mondo” inaugurata sabato 21 dicembre alla Stazione dell’Arte di Ulassai, museo fortemente voluto dall’artista e da lei istituito nel 2006 con una donazione di oltre centocinquanta opere.

“Lente sul mondo”. La mostra è organizzata dalla Fondazione Stazione dell’Arte, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi e il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, del comune di Ulassai e della Fondazione di Sardegna. Curata da Davide Mariani, direttore del museo dedicato a Maria Lai, nasce con l’intento di mettere in evidenza l’attitudine dell’artista a riflettere su macrocosmi a partire da microcosmi, facendo di Ulassai, il suo paese natale costantemente minacciato da frane, una metafora del mondo.

«Ulassai è una metafora straordinaria, perché è minacciata da frane, come il mondo – così diceva Maria Lai –. Allora si parlava della bomba atomica… frane universali. E poi questo nastro che arriva… ma che vuol dire un nastro? Non vuol dire niente, non sostiene… però lì, nella storia, nella leggenda, si dice che quel nastro abbia dato una direzione di salvezza. E allora tutto il paese faccia quest’opera, dia un’immagine del mondo nuova e dell’arte. Perché l’arte è come quel nastro, bella da vedersi ma è soprattutto direzione di salvezza.»

Le opere in mostra. “Lente sul mondo” si compone di oltre venti opere appartenenti alla collezione del Museo Stazione dell’Arte, di cui alcune esposte per la prima volta al pubblico. La mostra indaga in maniera sistematica l’ambizione di Maria Lai di trovare un linguaggio universale, tensione imprescindibile degli ultimi trent’anni del suo percorso d’arte.

A partire dalla serie La rupe (2002), in cui grazie a un efficace, quanto essenziale, collage di carte strappate restituisce l’immagine dei tacchi che coronano Ulassai, da sempre fonte di ispirazione e universo creativo. Come le suggestioni legate alla sua infanzia: in Paesaggio (1947), Maria Lai modella con la ceramica un paesaggio roccioso, memore degli insegnamenti di Arturo Martini. Altri passaggi richiamano invece quel sentimento maturato nel tempo di “Ansia d’infinito”, come in Andende Andende (1995/2004) e Un pezzo caduto di cielo (2003), in cui il rapporto dell’uomo con lo spazio viene esplicitato attraverso la sabbia, le pietre, gli spaghi e la polvere d’argento. Il percorso espositivo è arricchito da un focus sul tema della natività che, già dalla prima metà degli anni Cinquanta, riveste un ruolo centrale nella produzione di Maria Lai. Il presepe, ancora una volta, rappresenta una metafora perfetta dell’arte, intesa come via di salvezza per il mondo.

2019, un anno all’insegna di Maria Lai. La mostra “Lente sul mondo” si collega idealmente con quella inaugurata all’inizio di questo mese a Parigi, Maria Lai. Suivez le rythme. Curata sempre da Davide Mariani e organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, l’esposizione resterà aperta fino al 10 gennaio del 2020. La mostra parigina è la prima monografica di Maria Lai in Francia.

Attraverso l’esposizione di opere autografe, foto, video ed edizioni d’artista, la mostra mette in luce le strategie impiegate da Maria Lai per avvicinare l’arte alla gente. All’Istituto Italiano di Cultura sono presenti opere che hanno segnato l’immagine dell’artista anche tra il grande pubblico: i libri cuciti, le geografie, le fiabe, i giochi e la documentazione fotografica di alcuni dei suoi interventi ambientali più significativi che oggi costituiscono parte della collezione di arte pubblica del Museo a cielo aperto “Maria Lai” di Ulassai.

Il 2019 era iniziato con l’avvio della programmazione espositiva interamente curata da Davide Mariani, nominato Direttore del museo lo scorso 4 dicembre 2018, con la mostra Maria Lai. Sguardo Opera Pensiero, un progetto espositivo nato con l’intento di indagare i luoghi dell’arte attraverso l’opera di Maria Lai e di svelare allo stesso tempo il processo creativo che si nasconde dietro la realizzazione dei suoi lavori.

In primavera è stata invece la volta di Maria Lai. Pane Quotidiano, rassegna dedicata ai momenti più significativi della produzione dell’artista legata al tema della panificazione, sia da un punto di vista materico sia da uno più simbolico e allusivo, ovvero come metafora dell’arte e della vita.

Per Maria Lai il 2019 è stato anche l’anno della retrospettiva Tenendo per mano il soleal MAXXI che ha collaborato con la Fondazione Stazione dell’Arte anche per la mostra Tenendo per mano l’ombra, inaugurate entrambe a giugno rispettivamente a Roma e Ulassai.

Prima della mostra di Parigi, infine, è stata la volta del progetto Cuore mio. A distanza di quasi quarant’anni da “Legarsi alla montagna”, la Fondazione di Sardegna e la Fondazione Stazione dell’Arte si sono incontrate per dare vita a un progetto che, grazie all’intervento dell’artista milanese Marcello Maloberti, è risultato essere molto più di un semplice tributo a Maria Lai. Il 21 settembre scorso, sulla montagna di Ulassai, è stata inaugurata un’opera site-specific di carattere permanente che è entrata a far parte della collezione del Museo a Cielo Aperto Maria Lai. L’installazione è stata preceduta da una performance che, a partire dal tramonto e fino a tarda sera, ha coinvolto la comunità di Ulassai per le strade del paese e nella centrale piazza Barigau. A giugno, l’opera di Maloberti, un cartello stradale collocato in verticale, come una bandiera, era stata ospitata per due giorni al Museo MAXXI di Roma, proprio in occasione dell’inaugurazione della mostra dedicata a Maria Lai.

LA STAZIONE DELL’ARTE

La Stazione dell’Arte di Ulassai, nel cuore dell’Ogliastra, in Sardegna, è un museo d’arte contemporanea dedicato a Maria Lai (Ulassai, 1919 – Cardedu, 2013). Istituito nel 2006 dall’artista, attraverso una donazione di oltre centocinquanta opere al Comune di Ulassai, il museo, gestito dalla Fondazione Stazione dell’Arte, di cui Maria Lai è stata Presidente onorario a vita, custodisce la più importante e completa collezione pubblica della sua opera e organizza una programmazione espositiva legata ad alcune tematiche per lei centrali, come il rapporto fra arte, comunità e paesaggio.

“MARIA LAI. LENTE SUL MONDO”

A cura di Davide Mariani

21/12/2019 – 22/03/2020

Stazione dell’Arte, Ulassai

Orari: lunedì – domenica 9.30 – 19.30

Visite guidate: 9.30; 11.00; 13.00;

14.30; 16.00; 18.00

Apertura straordinaria: 24/26/31 dicembre 2019

1° e 6 gennaio 2020

Chiuso: 25 dicembre 2019

Progetto grafico: Luisa Gulli

In collaborazione con: Istituto Italiano di Cultura di Parigi

Main sponsor: Fondazione di Sardegna

Partner istituzionali: Regione Autonoma della Sardegna, Comune di Ulassai

www.stazionedellarte.com

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Alla Stazione dell’Arte viene inaugurata la mostra “Lente sul mondo”, che chiude le celebrazioni per il centenario della nascita dell’artista: un programma espositivo, lungo un anno, che dalla Sardegna è approdato a Roma e a Parigi per tornare nei luoghi di ‘’Legarsi alla montagna’’, performance collettiva che unì ancor più saldamente Maria Lai alla sua comunità.

Il 2019 è l’anno di Maria Lai. Dalla Stazione dell’Arte di Ulassai al MAXXI di Roma, passando dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, questa voce inedita del panorama artistico del ‘900 è stata celebrata attraverso mostre, percorsi museali, performance, pubblicazioni e convegni. Un percorso artistico alla scoperta del mondo unico e magico che ha sempre animato l’immaginario creativo dell’artista ogliastrina.

L’evento conclusivo di questo anno straordinario e denso di appuntamenti è rappresentato dalla mostra “Maria Lai. Lente sul mondo” che sarà inaugurata sabato 21 dicembre, alle ore 17.00, alla Stazione dell’Arte di Ulassai, museo fortemente voluto dall’artista e da lei istituito nel 2006 con una donazione di oltre centocinquanta opere.

“Lente sul mondo”. La mostra è organizzata dalla Fondazione Stazione dell’Arte, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi e il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, del Comune di Ulassai e della Fondazione di Sardegna. Curata da Davide Mariani, direttore del museo dedicato a Maria Lai, nasce con l’intento di mettere in evidenza l’attitudine dell’artista a riflettere su macrocosmi a partire da microcosmi, facendo di Ulassai, il suo paese natale costantemente minacciato da frane, una metafora del mondo.

«Ulassai è una metafora straordinaria, perché è minacciata da frane, come il mondo – così diceva Maria Lai –. Allora si parlava della bomba atomica… frane universali. E poi questo nastro che arriva… ma che vuol dire un nastro? Non vuol dire niente, non sostiene… però lì, nella storia, nella leggenda, si dice che quel nastro abbia dato una direzione di salvezza. E allora tutto il paese faccia quest’opera, dia un’immagine del mondo nuova e dell’arte. Perché l’arte è come quel nastro, bella da vedersi ma è soprattutto direzione di salvezza

Le opere in mostra. “Lente sul mondo” si compone di oltre venti opere appartenenti alla collezione del Museo Stazione dell’Arte, di cui alcune esposte per la prima volta al pubblico. La mostra indaga in maniera sistematica l’ambizione di Maria Lai di trovare un linguaggio universale, tensione imprescindibile degli ultimi trent’anni del suo percorso d’arte.

A partire dalla serie La rupe (2002), in cui grazie a un efficace, quanto essenziale, collage di carte strappate restituisce l’immagine dei tacchi che coronano Ulassai, da sempre fonte di ispirazione e universo creativo. Come le suggestioni legate alla sua infanzia: in Paesaggio (1947), Maria Lai modella con la ceramica un paesaggio roccioso, memore degli insegnamenti di Arturo Martini. Altri passaggi richiamano invece quel sentimento maturato nel tempo di “Ansia d’infinito”, come in Andende Andende (1995/2004) e Un pezzo caduto di cielo (2003), in cui il rapporto dell’uomo con lo spazio viene esplicitato attraverso la sabbia, le pietre, gli spaghi e la polvere d’argento. Il percorso espositivo è arricchito da un focus sul tema della natività che, già dalla prima metà degli anni Cinquanta, riveste un ruolo centrale nella produzione di Maria Lai. Il presepe, ancora una volta, rappresenta una metafora perfetta dell’arte, intesa come via di salvezza per il mondo.

2019, un anno all’insegna di Maria Lai. La mostra che sarà inaugurata il 21 dicembre si collega idealmente con quella inaugurata all’inizio di questo mese a Parigi, Maria Lai. Suivez le rythme. Curata sempre da Davide Mariani e organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, l’esposizione resterà aperta fino al 10 gennaio del 2020. La mostra parigina è la prima monografica di Maria Lai in Francia.

Attraverso l’esposizione di opere autografe, foto, video ed edizioni d’artista, la mostra mette in luce le strategie impiegate da Maria Lai per avvicinare l’arte alla gente. All’Istituto Italiano di Cultura sono presenti opere che hanno segnato l’immagine dell’artista anche tra il grande pubblico: i libri cuciti, le geografie, le fiabe, i giochi e la documentazione fotografica di alcuni dei suoi interventi ambientali più significativi che oggi costituiscono parte della collezione di arte pubblica del Museo a cielo aperto “Maria Lai” di Ulassai.

Il 2019 era iniziato con l’avvio della programmazione espositiva interamente curata da Davide Mariani, nominato Direttore del museo lo scorso 4 dicembre 2018, con la mostra Maria Lai. Sguardo Opera Pensiero, un progetto espositivo nato con l’intento di indagare i luoghi dell’arte attraverso l’opera di Maria Lai e di svelare allo stesso tempo il processo creativo che si nasconde dietro la realizzazione dei suoi lavori.

In primavera è stata invece la volta di Maria Lai. Pane Quotidiano, rassegna dedicata ai momenti più significativi della produzione dell’artista legata al tema della panificazione, sia da un punto di vista materico sia da uno più simbolico e allusivo, ovvero come metafora dell’arte e della vita.

Per Maria Lai il 2019 è stato anche l’anno della retrospettiva Tenendo per mano il soleal MAXXI che ha collaborato con la Fondazione Stazione dell’Arte anche per la mostra Tenendo per mano l’ombra, inaugurate entrambe a giugno rispettivamente a Roma ed Ulassai.

Prima della mostra di Parigi, infine, è stata la volta del progetto Cuore mio. A distanza di quasi quarant’anni da “Legarsi alla montagna”, la Fondazione di Sardegna e la Fondazione Stazione dell’Arte si sono incontrate per dare vita a un progetto che, grazie all’intervento dell’artista milanese Marcello Maloberti, è risultato essere molto più di un semplice tributo a Maria Lai. Il 21 settembre scorso, sulla montagna di Ulassai, è stata inaugurata un’opera site-specific di carattere permanente che è entrata a far parte della collezione del Museo a Cielo Aperto Maria Lai. L’installazione è stata preceduta da una performance che, a partire dal tramonto e fino a tarda sera, ha coinvolto la comunità di Ulassai per le strade del paese e nella centrale piazza Barigau. A giugno, l’opera di Maloberti, un cartello stradale collocato in verticale, come una bandiera, era stata ospitata per due giorni al Museo MAXXI di Roma, proprio in occasione dell’inaugurazione della mostra dedicata a Maria Lai.

LA STAZIONE DELL’ARTE

La Stazione dell’Arte di Ulassai, nel cuore dell’Ogliastra, in Sardegna, è un museo d’arte contemporanea dedicato a Maria Lai (Ulassai, 1919 – Cardedu, 2013). Istituito nel 2006 dall’artista, attraverso una donazione di oltre centocinquanta opere al comune di Ulassai, il museo, gestito dalla Fondazione Stazione dell’Arte, di cui Maria Lai è stata Presidente onorario a vita, custodisce la più importante e completa collezione pubblica della sua opera e organizza una programmazione espositiva legata ad alcune tematiche per lei centrali, come il rapporto fra arte, comunità e paesaggio.

“MARIA LAI. LENTE SUL MONDO”

A cura di Davide Mariani

21/12/2019 – 22/03/2020

Stazione dell’Arte, Ulassai

Orari: lunedì – domenica 9.30 – 19.30

Visite guidate: 9.30; 11.00; 13.00;

14.30; 16.00; 18.00

Apertura straordinaria: 24/26/31 dicembre 2019

1° e 6 gennaio 2020

Chiuso: 25 dicembre 2019

Progetto grafico: Luisa Gulli

In collaborazione con: Istituto Italiano di Cultura di Parigi

Main sponsor: Fondazione di Sardegna

Partner istituzionali: Regione Autonoma della Sardegna, Comune di Ulassai

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Prende il via domani, a Ghilarza, la prima edizione dell’International Gramsci Festival. L’inaugurazione è prevista alle 17.00, nella Torre Aragonese di piazza San Palmerio, con i saluti istituzionali e gli interventi del presidente della Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci, Giorgio Macciotta, del sindaco di Ghilarza, Alessandro Marco Defrassu e delle autorità regionali. Tema guida sarà il “carcere”nelle più svariate declinazioni.

Alle 17.30 l’attenzione sarà rivolta alla cerimonia di riapertura dell’edificio museale (dopo sette mesi di ristrutturazioni), teatro di numerose iniziative culturali. Tratta in prevalenza dagli archivi delle famiglie di Delio e Giuliano Gramsci, la preziosissima raccolta documentaria “La famiglia Schucht sui parenti russi del pensatore sardo, sarà esposta al piano inferiore della struttura fino al 22 gennaio 2020, anniversario della nascita di Gramsci. Contiene quarantacinque immagini fotografiche, in parte inedite, selezionate dal nipote Antonio jr in persona.

Al museo sarà inoltre consegnata per essere esposta fino al 29 febbraio 2010 l’opera In punta di ago, un frammento di vita”, un libro singolare ispirato all’arte di Maria Lai, realizzato dagli studenti del Liceo artistico Foiso Fois e vincitore del concorso Home promosso dall’Istituto Piemontese Antonio Gramsci. Il libro è ricamato con disegni e parole tratte dagli scritti di Gramsci per raccontare il suo arrivo a Torino nel 1911, le difficoltà incontrate, economiche e di adattamento e le paure. Ma è allo stesso tempo un gioco di specchi che parla dei tanti studenti sardi fuori sede.

Nei locali rinnovati dell’ex sede del PCI sarà invece allestita la mostra Global Gramsci, composta dalle illustrazioni dell’artista Agostino Iacurci, accompagnate da testi che evidenziano la diffusione planetaria degli studi gramsciani dall’Europa fino a territori lontanissimi quali Brasile, India e Giappone.

Nella Agorà sarà collocata la mostra Gramsci dietro le sbarre”, un’esposizione realizzata dall’associazione Culturale Casa Natale Antonio Gramsci di Ales per mettere insieme le migliori opere premiate nelle tre edizioni dell’omonimo concorso nazionale di pittura per detenuti.

Nelle strade del centro urbano arrivano poi iLuoghi gramsciani, gigantografie fotografiche in bianco e nero a cura dell’Associazione per Antonio Gramsci di Ghilarza, mentre i negozi saranno impreziositi dagli allestimenti Le parole di Gramsci, un’originale raccolta di oggetti legati ai suoi scritti, curata dell’associazione Onnigaza.

Dopo l’avvio di giovedì, sono tanti i personaggi di spicco che arriveranno a Ghilarza nei giorni successivi: venerdì l’autore irlandese Sam Millar e lo scrittore Seba Pezzani (alle 17.00), il giurista Giovanni Maria Flick (alle 18.30); sabato giungeranno Sahm Venter, curatrice del libro “Lettere dal carcere di Nelson Mandela”, Maria Luisa Righi della Fondazione Gramsci di Roma, lo scrittore-ergastolano Sebastiano Prino e l’attore e regista Fabio Cavalli.

Ci sarà anche Antonio Gramsci jr, in arrivo direttamente dalla Russia, a salutare l’evento con l’esposizione di una speciale raccolta fotografica personale.

Fino al 14 dicembre, Ghilarza accoglierà ospiti di calibro internazionale coinvolgendo i luoghi simbolo, e persino le strade ed i negozi del centro urbano saranno impreziositi da mostre e installazioni dedicate alla figura del grande intellettuale.

Allegate le fotografie di Antonio Gramsci jr con il figlio Tarquinio, e alcune immagini dell’opera “In punta di ago, un frammento di vita”, un libro ispirato all’arte di Maria Lai, realizzato dagli studenti del Liceo artistico Foiso Fois, che sarà esposto al museo fino al 29 febbraio 2010.

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Per il centenario della nascita di Maria Lai è stato approvato il sostegno finanziario di 3mila euro a favore della Fondazione Stazione dell’Arte Ulassai, sull’esercizio 2019, grazie all’incremento dello stanziamento destinato all’organizzazione delle manifestazioni celebrative per il centenario. Lo ha deciso la Giunta regionale su proposta dell’assessore della Pubblica Istruzione e Beni Culturali, Andrea Biancareddu che ricorda come quest’anno ricorra il centenario dalla nascita dell’artista Maria Lai, nata il 27 settembre 1919 ad Ulassai e morta il 16 aprile 2013 a Cardedu.

Il comune di Ulassai, paese natale di Maria Lai, con la Fondazione Stazione dell’Arte – a cui l’Amministrazione regionale partecipa con un proprio rappresentante all’interno del Comitato direttivo – costituita nel 2006 e di cui l’artista è stata Presidente onorario fino alla morte, organizza manifestazioni, rassegne, mostre e spazi espositivi delle opere d’arte dell’artista. Sono previste anche collaborazioni con altri musei, fuori e dentro la Sardegna, che ripercorrono la vita e la produzione artistica di Maria Lai. L’assessore Andrea Biancareddu ha per questo deciso, per l’anno 2019, di sostenere le manifestazioni celebrative che dall’ambiente e dagli elementi naturali della Sardegna ha trovato ispirazione per la sua arte con la quale ha contribuito a far conoscere in tutto il mondo la bellezza dell’Isola.

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La mostra regionale del libroQui c’è aria di Cultura si chiude domani 23 novembre a Tempio Pausania accogliendo il giovane vincitore del premio Campiello Junior, Matteo Porru, che intervistato da Salvatore Taras racconterà al pubblico dello spazio Faber la sua entusiasmante esperienza al prestigioso concorso letterario di Venezia.

Ma la serata si annuncia ricchissima di eventi. In un connubio tra cinema e letteratura, il regista Peter Marcias, alle 19.00, alla Casa del fanciullo presenterà il documentario Manlio Brigaglia, un inedito contenuto extra del film Uno sguardo alla terra” distribuito da Istituto Luce Cinecittà. La video intervista è stata realizzata pochissima distanza dalla morte del grande intellettuale di origini tempiesi, al quale in apertura della mostra del libro è stata intitolata la Sala Lettura del Palazzo degli scolopi.

Il lavoro è nato con l’idea di osservare la realtà dell’isola tra passato e futuro, con la volontà di recuperare uno dei più importanti lavori del cinema etnografico, “L’ultimo pugno di terra” di Fiorenzo Serra, al quale Manlio Brigaglia aveva offerto il suo contributo con la realizzazione dei testo. A introdurre questo speciale omaggio cinematografico a Brigaglia, assieme a Peter Marcias ci sarà Paolo Serra della Società Umanitaria di Carbonia.

A concludere l’intera manifestazione alle 20 sarà poi l’attore Daniele Monachella (premio Roma comic off 2018) nell’avvincente interpretazione dell’evento reading Enrico Costa… Il muto di Gallura”, realizzato in collaborazione con il Circolo Culturale Aristeo.

L’evento organizzato dall’AES in collaborazione con l’amministrazione comunale di Tempio è entrato nel vivo già nel pomeriggio di venerdì. L’inaugurazione della mostra artistica “Noi e il mondo”, a cura di AES e Casa Falconieri, ha fatto da apripista agli incontri con gli autori allo Spazio Faber, dove è stata allestita l’esposizione delle pubblicazioni di ben trentuno case editrici.

Un lungo nastro di stoffa decorata realizzato dall’artista Gabriella Locci è stato disteso per circoscrivere la sala, sorretto da donne e uomini invitati a leggere i passi letterari riportati sul fronte dell’opera, significative citazioni di Grazia Deledda, Gramsci, Dessì, Satta e tanti altri grandi nomi che hanno segnato la storia della letteratura sarda. Un modo per avvicinare alla lettura, ma non solo.

La città di Tempio è stata in questo modo unita idealmente, emulando in modo originale la straordinaria operazione realizzata nel 1981 da Maria Lai con gli abitanti di Ulassai, attraverso l’utilizzo di un lungo nastro celeste, meravigliosa intuizione per legare le case del paese alla montagna e in questo fungere da esortazione per superare le divisioni interne della comunità.

Gli incontri con gli autori della sezione “Tra Isola e mondo” moderati da Salvatore Taras, hanno preso il via con la presentazione del volume fotografico Nuraghi Paesaggi e stagioni di Salvatore Pirisinu, edito da Mediando. Dopo l’intervento dell’editrice Simonetta Castia, il noto archeologo Rubens D’Oriano ha illustrato i contenuti dell’opera attraverso un’analisi della fotografia nel contesto contemporaneo, e ha quindi contestualizzando gli elementi di un paesaggio profondamente pervaso dalla presenza dei meravigliosi monumenti nuragici. Il volume contiene foto di meravigliosi paesaggi sardi ripresi nel corso della quattrostagioni.

L’autrice Isabella Mastino ha esposto i contenuti della sua seconda antologia su Grazia Deledda, Il Viaggio, attraverso una lettura appassionata e travolgente di alcuni brani del volume pubblicato da Alfa Editrice. L’opera rappresenta un viaggio letterario nell’animo umano in quattro capitoli che riassumono e commentano quattro romanzi della Deledda. Mastino ha espresso il desiderio di realizzare una prossima, terza antologia.

Simpatica e accattivante è stata la presentazione diPiccinni in Castòrias di Giuseppe Tirotto. Il libro della Nor edizioni, una raccolta di simpatici racconti in gergo castellanese, alcuni dei quali premiati in importanti concorsi letterari a livello regionale, come il Premio Ozieri. Il testo narra le vicissitudini di un momento cruciale di passaggio da una società prettamente contadina a una condizione preindustriale, attraverso le avventure di un ragazzo che ripercorre quasi in modo mitico aneddoti sui giochi di guerra dei bambini, sul cinema, l’arrivo della televisione, l’emigrazione e altri temi.

Gli incontri chiudere gli incontri con gli autori è stata la presentaiozne de Il quadro segreto di Leonardo, dello scrittore Fabio Delizzos, a cura della libreria Bardamù. Pungolato dalle domande del giornalista Giuseppe Pulina, Delizzos ha illustrato il lungo lavoro di ricerca che ha anticipato la redazione dell’opera, e ha elencato anche alcuni aspetti poco conosciuti della vita del grande genio toscano. In chiusura sono fioccate le domande da parte del pubblico.

La serata si è conclusa al Teatro Casa del Fanciullo con lo spettacolo danzatoSnowflex. Storia di un fiocco di neve”, a cura della compagnia Moviment’arti di Tempio per la regia e le coreografie di Daniela Tamponi. Sala gremita per un lavoro musicale e multimediale che ha coinvolto i più piccoli, applauditissimi protagonisti di un’opera ispirata all’omonimo libro di Simone Sanna edito da Taphros.