5 November, 2024
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Modesto FenuPalazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

Il consigliere regionale Modesto Fenu (#Movimento Zona franca) e Maria Rosaria Randaccio hanno tenuto una conferenza stampa, stamane, in Consiglio regionale, sulle problematiche della #Zona franca in Sardegna

«Registriamo con soddisfazione – ha detto Modesto Fenu all’indomani del vertice istituzionale svoltosi in Prefettura a Cagliari sullo stato di attuazione dei provvedimenti legislativi che riguardano l’istituzione della zona franca o dei punti franchi in Sardegna – il parziale accoglimento delle nostre tesi da parte della maggioranza ed attendiamo di capire in concreto cosa emergerà, a partire dal dibattito sulla nostra mozione in #Consiglio regionale.»

«Il nostro invito – ha proseguito Fenu – è ad abbandonare i pregiudizi e superare gli inutili conflitti fra sardi per ottenere il miglior risultato possibile. Noi siamo convinti che il quadro normativo nazionale ed europeo vada nella direzione della zona franca integrale, cioè anche al consumo attraverso la cosiddetta fiscalità di compensazione, come fattore di riequilibrio dello svantaggio competitivo della Sardegna. Ci fa piacere che, ora, autorevoli esponenti del centro sinistra condividano queste nostre idee; da parte nostra ci dichiariamo disponibili a partecipare a tutti i tavoli tecnici che la Regione vorrà attivare, per dare il nostro contributo propositivo.»

«Vogliamo però mettere l’accento su un dato – ha concluso Fenu – quando parliamo di zona franca intendiamo una zona integrale estesa a tutto il territorio regionale mentre le zone intercluse, cioè delimitate dai confini dei porti o delle aree portuali, richiederebbero la disponibilità di risorse pubbliche ingenti che non ci sono. In altre parole significherebbe non fare nulla».

Per la dr.ssa Maria Rosaria Randaccio, leader del #Movimento Zona franca, «le zone intercluse sarebbero un grave danno per la Sardegna perché provocherebbero quello che gli esperti chiamano l’effetto ciambella, la concentrazione di consistenti flussi di popolazione ed attività economiche attorno ai punti franchi ed il progressivo spopolamento delle aree più esterne».

La Sardegna invece ha bisogno, secondo Randaccio, «dell’esatto contrario, di rimettere in moto la sua economia arginando il fenomeno dello spopolamento. La zona franca integrale, del resto, è prevista dall’art. 174 del Trattato di Lisbona, e la sua attuazione darebbe ricchezza non solo ai sardi attraverso l’esenzione da dazi, Iva ed accise, ma all’Italia ed all’Europa».

«Per le famiglie – ha aggiunto Modesto Fenu – si tratterebbe di un risparmio medio di circa 260/500 euro al mese, 3.000/5.000 euro l’anno che per la Sardegna significherebbero rilancio dell’economia, più benessere per i cittadini, più consumi interni, più opportunità di studio e lavoro per i giovani. Si può fare. Non vorremmo, invece, che le aziende sarde, già stremate dalla crisi fossero costrette a delocalizzare andando a insediarsi magari nella zona franca di Tunisi, come qualcuno ha maldestramente suggerito.»

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Il prossimo 10 giugno alle 10.00, negli uffici di piazza Palazzo, si terrà un’apposita riunione, convocata dal prefetto di Cagliari, Alessio Giuffrida, sull’attuazione delle zone franche istituite nella Regione Autonoma della Sardegna. All’incontro sono chiamati a partecipare, per «fornire le proprie valutazioni», il presidente della Giunta regionale, gli assessori dell’Industria, degli Enti locali, della Programmazione, i rappresentanti della capitaneria di porto, dell’agenzia delle dogane e dell’agenzia delle entrate.

Lo ha reso noto il consigliere regionale, Modesto Fenu (capogruppo “Sardegna”) nel corso della conferenza stampa tenutasi in Consiglio, alla presenza del capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas e dell’ex assessore alla Programmazione della Giunta Cappellacci, Alessandra Zedda (Fi). La convocazione del prefetto di Cagliari fa seguito alla richiesta formulata in tal senso dal consigliere Modesto Fenu, dalla dottoressa Maria Rosa Randaccio e dall’avvocato Francesco Scifo, in rappresentanza del “Movimento Sardegna zona franca”, che ha sollecitato l’intervento del prefetto ai sensi della legge 20\2013, essendo scaduti i termini stabiliti in legge per la perimetrazione della zona franca e l’estensione del relativo regime doganale a tutta l’isola in base alla richiesta delle popolazioni.

«E’ tempo di porre fine all’inerzia -ha dichiarato Modesto Fenu – e di dare seguito alle norme che consentono l’istituzione della zona franca in Sardegna, il cui iter normativo e amministrativo è già concluso e ci auguriamo che la convocazione del prefetto possa essere decisiva per procedere con tempestività e efficacia». Il capogruppo di “Sardegna” nel sottolineare come di recente siano state istituite nuove zone franche anche in Italia (Nola e Gioia Tauro) ha ribadito i vantaggi che deriverebbero alle famiglie e alle imprese dall’istituzione del regime franco nell’Isola.

«Abbiamo quantificato con appositi studi – ha spiegato Fenu – un risparmio di oltre 260 euro al mese per una famiglia con due figli a carico, mentre nei prossimi giorni renderemo noti i dati sui benefici per le imprese e quantificheremo quelli che derivano ai Comuni per effetto dei maggiori consumi e dell’aumento delle produzioni».

«La zona franca è un tema attuale e necessario – ha aggiunto Alessandra Zedda – e la Giunta Cappellacci ha posto in essere tutte le azioni e i provvedimenti che consentono allo Stato di procedere con la richiesta formale all’Unione Europea, perché nel pieno rispetto di norme e regolamenti, sia istituita la zona franca integrale in Sardegna». Alessandra Zedda ha rivolto, inoltre, l’invito al presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, perché si faccia promotore col governo italiano di un’iniziativa tesa a favorire un rapida discussione in Parlamento della proposta di legge nazionale approvata la scorsa legislatura in Consiglio regionale per la zona franca sarda.

«La Sardegna zona franca per il Mediterraneo», è l’obiettivo dichiarato dal capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas che ha ricordato le positive esperienza delle isole Canarie e della Azzorre per ribadire che solo «la zona franca potrà disegnare un nuovo modello di sviluppo per l’Isola, tale da far dimenticare i fallimenti di quello attuale: incentrato su una crescita senza sviluppo e con i consumi alimentati dalle risorse pubbliche senza aver favorito sviluppo endogeno».