«Insieme ai politici del PD, i peggiori nemici dell’utilizzo delle Franchigie Fiscali da parte dei residenti in Sardegna, dichiarata Zona Franca dal D.lgs. n. 75/98 (tutt’ora in vigore), sono i Commercialisti!»
Queste le durissime parole della dott.ssa Maria Rosaria Randaccio, presidente del Movimento Sardegna Zona Franca, la quale ci spiega che la Sardegna sarebbe già operativa da tempo – almeno per quanto riguarda le aziende – se non fosse per la maggioranza dei commercialisti che negano ai propri clienti l’invio dei documenti per entrare in regime di zona franca.
«Appare incomprensibile e privo di supporto giuridico – aggiunge Maria Rosaria Randaccio – il loro rifiuto ad applicare quanto previsto nei due Regolamenti Comunitari (n. 2913/92 e n. 2494/93) appositamente richiamati nel suddetto D.lgs. n. 75/98, e in particolare il loro rifiuto a rispettare anche quanto previsto dagli artt. da 166 a 182 del Regolamento n. 2913/92, articoli nei quali vengono disciplinate le zone franche della Comunità Europea, e quindi dell’Italia, che di tale comunità fa parte ai sensi del Trattato di Roma.
Rifiuto al rispetto di quanto previsto dall’art. 128 del suddetto Regolamento n. 2913/92 dove si prevede che “si possa chiedere il rimborso o lo sgravio dai dazi all’importazione qualora si dimostri che le merci d’importazione sono stati introdotti in una zona franca o in un deposito franco”
Il suddetto rifiuto viola principalmente le regole sulla tutela della concorrenza e del libero mercato di cui agli artt. da 101 a 115 del Trattato di Roma, ratificato dalla legge n. 1203/57, dove si prevede che sono vietati nei rapporti commerciali condizioni dissimili per prestazioni equivalenti, e – all’art. 107 – si prevede che non sono considerati aiuti di stato gli aiuti destinati a favorire lo sviluppo economico delle regioni ove il tenore di vita sia anormalmente basso, oppure si abbia una grave forma di sottoccupazione, nonché gli aiuti rivolti a consentire lo sviluppo delle isole ultraperiferiche di cui all’art. 349, e ai sensi dell’art. 105, e la Commissione è tenuta a vigilare e applicare le procedure di infrazione qualora non vengano rispettati i principi fissati dagli artt. 101 e 102 del suddetto Trattato.»
«Ciò che i residenti in Sardegna, in particolare le imprese con sede fiscale nell’isola, devono capire – sottolinea ancora Maria Rosaria Randaccio – è che per entrare in regime di zona franca è necessario soltanto inviare la Dichiarazione d’intento e che tale documento può essere inviato telematicamente da un consulente/commercialista che voglia fare gli interessi dei propri clienti e non perpetrare lo stato di ignoranza e di illecità che purtroppo grava sulle aziende e sui contribuenti, pena la condanna al risarcimento dei danni per gli errori commessi nelle dichiarazioni dei redditi effettuate fino ad ora.»
«E’ necessario ricordare ai commercialisti – conclude Maria Rosaria Randaccio – che la legge è uguale per tutta la Comunità europea, compreso quella fiscale (CEE), e che l’art .2 della Legge n.18/2015 prevede che costituisca colpa grave la violazione manifesta della legge nonché del diritto dell’Unione Europea.»