22 November, 2024
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Sì è tenuto ieri mattina, nella sede del Consorzio Industriale provinciale del Sulcis Iglesiente, un incontro tra i vertici del Consorzio ed il Consiglio direttivo del Movimento Sardegna Zona Franca, primo passo fondamentale verso la piena operatività della zona franca nell’ex provincia di Carbonia Iglesias, definita nella delibera della Giunta regionale n. 21/5 dello scorso mese di aprile e redatta dagli stessi tecnici presenti ieri alla riunione a Portovesme.

Alla presenza del presidente del Consorzio, ing. Federico Strina, del vice direttore generale, ing. Filippo Baghino e del funzionario amministrativo Learco Fois, l’avvocato Francesco Scifo e la dottoressa Maria Rosaria Randaccio, rispettivamente segretario politico e presidentessa del Movimento, hanno illustrato dettagliatamente quelle che sono le strade da percorrere per far partire subito il processo di creazione ed individuazione delle aree destinate ai depositi doganali ed i documenti da inviare agli uffici ministeriali di competenza.

Nel corso dell’incontro, sono state poste le basi per l’avvio di una stretta collaborazione tra il Consorzio industriale ed il Movimento Sardegna Zona Franca, in modo da superare tutte le difficoltà burocratiche ed abbreviare l’iter amministrativo richiesto dalla normativa.

A breve è previsto un nuovo incontro, alla presenza di tutti i sindaci del Sulcis Iglesiente, il cui coinvolgimento si renderà necessario per trarre i maggiori vantaggi possibili per tutte le attività produttive che verranno interessate.

La partenza della zona franca nel territorio del Sulcis Iglesiente – secondo il Movimento Sardegna Zona Franca – sarà il volano, non solo per creare un indotto economico senza precedenti nel territorio dell’ex provincia di Carbonia Iglesias, ma anche per attrarre investimenti in altre aree della Sardegna, nelle quali c’è una fortissima carenza di posti di lavoro.

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Il Movimento Zona Franca ha contestato il presidente della Regione per i ritardi nell’applicazione della legge sulla zona franca. All’incontro tenutosi sabato al Palazzo Regio di Cagliari, dopo che il Movimento Sardegna Zona Franca aveva fatto un appello esplicito alla Giunta regionale sarda per l’applicazione della legge sulla zona franca durante il sit-in davanti al Palazzo regionale di Viale Trento, il presidente Francesco Pigliaru – si legge in una nota stampa del Movimento Zona Franca – è stato incalzato dalle domande della delegazione dei zonafranchisti composta dalla dott.ssa Maria Rosaria Randaccio, dall’avv. Francesco Scifo, dall’avv. Paolo Aureli, da Claudia Mariani e da un folto gruppo proveniente dai comitati pro zona franca dei vari territori dell’isola. 

Le scintille sono iniziate con l’intervento dell’avv. Francesco Scifo che ha chiesto al presidente Pigliaru di utilizzare tutto il suo prestigio di professore universitario e studioso della zona franca per far applicare la legge dello Stato, in particolar modo il decreto legislativo n.75 del 1998, dal momento che l’Agenzia delle Dogane non ne riconosce addirittura l’esistenza. 

«Il presidente Pigliaru – si legge ancora nella nota – inizialmente si è tenuto all’interno dei meandri del solito linguaggio in politichese prendendo l’impegno di rivendicare nelle opportune sedi il diritto della Sardegna ad avere la zona franca doganale nei 6 porti franchi, ma poi – dopo l’intervento della dott.ssa Maria Rosaria Randaccio – la quale ha chiesto al suo interlocutore se sia al corrente che il Decreto Legislativo n. 116/2016 (entrato in vigore nello scorso luglio) ha modificato nuovamente l’art. 8 dello Statuto Sardo e che quindi la Regione Sardegna, che è un’isola ultraperiferica, può incamerare direttamente i tributi che prima erano competenza dello Stato Italiano e di conseguenza dovrà rimborsare l’Iva che i cittadini sardi stanno pagando – l’ambiente si è scaldato e il presidente ha ribadito il disaccordo della sua Giunta alla questione della zona franca come intesa dai zonafranchisti, negando addirittura che la Sardegna sia un’isola ultraperiferica e che niente abbia a che fare con il regime fiscale delle Isole Canarie.»

Molto critici anche gli interventi dell‘avv. Paolo Aureli e di Claudia Mariani.

Protesta zonafranchisti al presidente Pigliaru

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Zona Franca ad Arbatax

Ieri sera, nella sala congressi dell’Arbatax Park, nel corso del convegno sulla zona franca ad Arbatax, deliberata dalla Giunta comunale il 27 aprile scorso, diversi imprenditori provenienti non solo da tutta l’Ogliastra, ma anche dal Nord Italia, hanno avuto modo di ascoltare direttamente dalla bocca dei relatori quante siano state le occasioni perse per il territorio a causa di una mancanza di consulenti preparati e capaci di “scovare” le varie opportunità nazionali che europee. 

In particolare, Maria Rosaria Randaccio, Intendente di Finanza in pensione e presidente del Movimento Sardegna Zona Franca, ha “bacchettato” il comune di Tortolì per non aver saputo sfruttare i fondi europei per il settore della nautica da diporto, la cui destinataria sarebbe dovuta essere l’area dell’ex Cartiera ai sensi della legge n.355/1976 che aveva previsto che l’esecuzione dei lavori ordinari e straordinari sul porto di Cagliari (di conseguenza anche Arbatax), Ancona, La Spezia, Livorno e Messina dovessero essere a totale carico dello Stato, e ai sensi dell’art. 1 commi da 990 a 994 della legge n.296/2006 (Finanziaria 2007) che autorizzava un contributo  di 10  milioni di euro per 15 anni a decorrere dal 2007 per la realizzazione di grandi infrastrutture portuali immediatamente cantierabili, previa acquisizione dei corrispondenti piani finanziari presentati dalle competenti Autorità portuali.

L’avvocato Francesco Scifo ha poi fatto un riepilogo delle azioni recenti del Movimento, citando in particolare la preparazione delle delibere regionali e dei comuni di Olbia e di Portovesme, che hanno portato all’attivazione della zona franca nei porti della Sardegna da parte del Consiglio Regionale.

Il segretario politico del Movimento si è poi dilungato nel citare vari esempi di operatività delle zone franche più conosciute e i modi di una eventuale applicazione nel porto di Arbatax e nella zona industriale retrostante. Pur riconoscendo che sia necessario che almeno una delle zone franche previste nelle delibere regionali inizi la sua operatività a tutti gli effetti, si è lanciata l’idea di costituire una o più cooperative per facilitarne la partenza.

L’avvocato Paolo Aureli, delegato del Sulcis del Movimento, ha poi concluso spiegando le differenze tra le varie zone franche e ponendo la questione dal punto di vista delle imprese già esistenti nel territorio e della possibilità di lavoro non solo per tutti gli attuali disoccupati e cassaintegrati, ma anche dei migranti che numerosi stanno sbarcando nelle coste dell’isola.

L’intervento più atteso è stato quello del dott. Gianni Andrea Deligia, alto funzionario dell’ONU e Premio Nobel per la pace nel 2001, che ha parlato della sua vasta esperienza in campo internazionale e dell’amarezza di tornare nella sua terra natìa e di trovare gli stessi problemi di sempre ancora irrisolti.Gianni Andrea Deligia ha messo l’accento sullo spopolamento della Sardegna e sul futuro drammatico che ci attende se non si cercherà di sfruttare subito l’opportunità di aprire nuove frontiere commerciali verso il Nord Africa attraverso un regime fiscale “privilegiato” per poter essere competitivi nei settori in cui la Sardegna possiede un’eccellenza qualitativa di prodotti, cioè l’agricoltura e la pastorizia. 

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Il via libera della Giunta regionale al procedimento per l’attivazione delle zone franche con natura doganale in diverse aree della Sardegna, è salutato con grande soddisfazione dai movimenti che da anni si battono in Sardegna per il progetto delle zone franche.

L’avvocato Francesco Scifo esulta insieme a tutti i zonafranchisti per il lavoro del Movimento Sardegna Zona Franca, «premiato da una Giunta regionale che dietro una grande spinta e il fiato sul collo, ha alla fine deliberato ciò che Maria Rosaria Randaccio ha predicato fin dal 2012».

«E’ bello, dopo tanto lavoro, poter celebrare la vittoria della Sardegna: le zone franche della Sardegna sono oggi realtà. Il lungo cammino iniziato nel 1948, con l’approvazione dello Statuto autonomistico, è oggi arrivato ad un punto di svolta positivo e decisivo per lo sviluppo dell’Isola. Finalmente! Anche la Giunta regionale ha compreso l’importanza di questo strumento di politica economica: oggi le zone franche della Sardegna sono state attivate e con tre delibere adottate in accordo con lo Stato Italiano. Noi abbiamo fondato il Movimento Sardegna Zona Franca ed, a giusto diritto, possiamo dire di aver sollevato e portato avanti questo vessillo di indipendenza economica che era caduto nell’oblio fino al 2012.»

«La Giunta Pigliaru ha preso una decisione storica e, con lungimiranza non comune, si è avvalsa di tutte le competenze tecniche che noi potevamo fornirle, volentieri e gratuitamente, per il benessere di tutti. La svolta storica è stata la manifestazione del 16 febbraio 2016 quando, insieme ai valorosi lavoratori del Sulcis che da soli ci hanno accompagnato a manifestare, ci siamo recati dal presidente Pigliaru a chiedergli di portare a termine il lavoro iniziato da noi nel 2012: il Governatore ha accolto la nostra richiesta e ora, per la Sardegna, si apre una nuova era di prosperità e di lavoro. Un grande “Grazie” al Governatore Pigliaru che non si è fatto condizionare dai colori politici ed all’ing. Tore Cherchi che ha creduto alla nostra scommessa di progresso.»

«Adesso dovremo imprescindibilmente vigilare sul prosieguo della procedura – conclude Francesco Scifo -, cioè D.P.C.M. della Presidenza del Consiglio dei ministri e successiva comunicazione all’UE.»

Francesco Pigliaru 3321

Municipio Carbonia 1 copia

Fino alle ore 13.00 del 20 novembre è possibile presentare le domande per accedere al fondo destinato agli “inquilini morosi incolpevoli”. Potranno presentare domanda coloro che, avendo un contratto di affitto per la propria abitazione, hanno ricevuto lo sfratto (con citazione per la convalida), per non aver pagato, senza colpa, il relativo affitto.

Ne dà comunicazione il comune di Carbonia.

I “morosi incolpevoli” sono coloro che non possono pagare gli affitti per la perdita o la riduzione consistente del reddito del proprio nucleo familiare, dovute ad una delle seguenti cause: perdita del lavoro per licenziamento; accordi aziendali o sindacali con riduzione dell’orario di lavoro;  cassa integrazione ordinaria o straordinaria che riduce notevolmente il reddito; mancato rinnovo dei contratti a termine o di lavoro atipici; cessazione di attività da libero professionista o di imprese registrate, derivanti da cause di forza maggiore o da perdita di avviamento; malattia grave, infortunio o morte di un componente da cui consegue una forte riduzione del reddito familiare o la necessità di utilizzare gran parte del reddito per affrontare le spese mediche ed assistenziali.

Le domande di partecipazione devono arrivare, a pena di esclusione, entro le ore 13.00 del 20 novembre 2014. Possono essere presentate a mano all’Ufficio Protocollo Generale del Comune di Carbonia, in Piazza Roma 1, o spedite con raccomandata con ricevuta di ritorno (A/R) all’indirizzo: Comune di Carbonia, Ufficio Patrimonio-Politiche per la Casa, Piazza Roma 1, 09013 Carbonia. Le domande, anche se spedite tramite servizio postale, devono arrivare entro il termine di scadenza.

Le domande di partecipazione devono essere compilate unicamente sui moduli predisposti dal comune di Carbonia, disponibili, insieme al bando presso la portineria del Palazzo comunale, in Piazza Roma 1, a Carbonia, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.00 alle ore 13.00; presso le sedi delle ex circoscrizioni di Cortoghiana e Bacu Abis; sul sito del comune di Carbonia  www.comune.carbonia.ci.it – Sezione Bandi e concorsi, altri bandi.

Per informazioni rivolgersi all’Ufficio Politiche della Casa, dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 12.00. Telefono 0781/694232 e 694247.

Nasce la “Federazione delle associazioni, dei comitati, dei coordinamenti e dei movimenti pro Zona Franca”. Ne da notizia la dottoressa Maria Rosaria Randaccio – leader del movimento regionale – in seguito a quanto deliberato dagli attivisti nella recente riunione tenutasi a Bonarcado. I rappresentanti delle associazioni che si riconoscono nel progetto Zona franca saranno presto chiamati ad una riunione organizzativa per dare vita alla più grande aggregazione sociale mai vista prima in Sardegna, afferma la dottoressa Randaccio.

“Legalità” è la parola d’ordine della rinnovata unità dei movimenti zona franca riuniti a Bonarcado per rilanciare l’azione con una nuova struttura organizzativa di tipo federativo per affrontare con ancora maggiore determinazione le istituzioni che hanno negato un diritto acquisito dei Sardi di operare in regime fiscale di extradoganalità con conseguente     –  non imponibilità“ dell’Iva, dei dazi doganali e delle  accise, regime fiscale compensativo applicabile  anche al dlgs 75/98 in quanto lo stesso decreto e stato emanato in attuazione di precise Direttive Comunitarie recepite dall’Italia nel  dpr 633/72  ( IVA) e nel dlgs 48/2010 ( ACCISE) ossia la normativa che in base al principio di armonizzazione”  si applica a tutte le circa 3.000 Zone franche presenti in tutto il mondo.

«Il popolo Sardo merita rispetto – dice Maria Rosaria Randaccio –. La condizione di povertà nella quale ci stanno spingendo è un delitto, e la nostra reazione sarà da considerarsi una legittima difesa.»

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Sabato 4 ottobre, alle 18.00, nella sala convegni del Lù Hotel, a Carbonia, si svolgerà una conferenza dibattito sul tema: “Zona Franca Integrale al consumo, ragioni storiche, giuridiche ed economiche per operare in regime Iva non imponibile”.

Sono previsti gli interventi Maria Rosaria Randaccio (ex Intendente di finanza) e Giulio Simbula (imprenditore).

La Sardegna è avvolta da una gravissima crisi che ha investito tutti. Imprese e lavoratori stanno soffrendo insieme dinamiche economiche che travolgono migliaia di famiglie. Un quarto delle famiglie sarde (24,8%) vive al di sotto della soglia di povertà relativa. Questa situazione – sostengono i promotori della conferenza – impone l’urgenza di adottare efficaci provvedimenti orientati a invertire il declino e promuovere una reale crescita economica o quantomeno a conseguire condizioni di riequilibrio attraverso la cosiddetta “discrimine positiva”, ovvero l’adozione di uno strumento di politica economica qual è l’istituto della Zona franca integrale. Già i Padri Fondatori dello Statuto Speciale della Regione Sardegna hanno considerato, fin dal 1948, la necessità di istituire in Sardegna la #Zona Franca Integrale, unico strumento che grazie all’autonomia fiscale su Iva, Accise e Dazi Doganali, è capace di colmare il naturale gap economico insulare con una politica di sviluppo tesa ad accrescere il potere d’acquisto, pertanto sostenere la domanda, le produzioni e il commercio, consentendo anche di attrarre nuovi capitali, tecnologie e nuove competenze imprenditoriali, con il chiaro effetto sulla disoccupazione, che ha raggiunto in Sardegna il primato del19,5% (Italia 13,6%). Con questa iniziativa la dottoressa Randaccio vuole richiamare l’attenzione sull’attuale contesto giuridico, delineando il perimetro di attuazione per operare in regime Iva non imponibile nella #Zona Franca della Sardegna; isola ultraperiferica, a scarsa densità demografica, gravata da sovra costi del trasporto e a rischio di coesione sociale per i problemi legati alla dilagante disoccupazione.

Ugo Cappellacci copiaAlessandra Zedda 1
La Giunta regionale presenterà un proprio emendamento di modifica all’articolo 12 dello Statuto, prevedendo l’estensione della Zona franca a tutto il territorio regionale. E’ quanto comunicano con una nota il presidente della Regione, Ugo Cappellacci e l’assessore della Programmazione, Alessandra Zedda in merito alla Zona franca integrale. La nuova formulazione, concordata con i rappresentanti dei Comitati per la Zona franca della Sardegna, Maria Rosaria Randaccio, Francesco Scifo ed Andrea Impera, prevede che: «Il territorio della Regione autonoma della Sardegna è posto fuori dalla linea doganale e costituisce zona franca interclusa dal mare territoriale circostante»
«Nella richiesta di revisione – sottolineano il presidente Cappellacci e l’assessore Zedda – punteremo sul fatto che il diritto al riconoscimento di una Zona franca estesa a tutto il territorio regionale non sorgerà con la nuova formulazione, ma esiste da quando è stato approvato lo Statuto Sardo. Auspichiamo che il Consiglio regionale sostenga e recepisca l’emendamento perché per tagliare il traguardo e rilanciare il nostro sistema economico non si può prescindere da una fiscalità di vantaggio che deve arrivare dalla Zona franca integrale.»