[bing_translator]
La Commissione (Executive Board) dell’Unesco Global Geoparks ha espulso il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, dalla Rete Mondiale dei Geoparchi. Il verdetto, in buona parte temuto e prevedibile, è stato ufficializzato ieri a Siviglia, a distanza di due mesi dall’ispezione compiuta dalle due commissarie, l’olandese Marie Louise Frey e la tedesca Cathrien Posthumus.
A distanza di poche ore, il presidente del Parco Geominerario Tarcisio Agus ed il direttore Ciro Pignatelli, hanno diffuso una nota di commento alla decisione dell’Unesco, che riportiamo integralmente.
«Era stato premiato con il marchio UNESCO, un progetto, un’idea che aveva bisogno di essere tutta costruita: l’idea di poter ambire ad essere il geoparco più grande d’Europa.
Ma già i due cartellini gialli hanno mostrato la complessità di un processo, per la cui realizzazione c’era la necessità di forti strutture politico-istituzionali ma anche di un efficiente apparato tecnico.
Di assunzione di responsabilità politica (la prima che è venuta meno nell’avvicendarsi di maggioranze più o meno sensibili al progetto), ma anche di una condivisione e collaborazione totale di tutte le aree che, sulla carta, formano il grande progetto UNESCO.
Ed è ciò che noi abbiamo cercato di realizzare, la parte più difficile da gestire: la conclusione del processo che ci avrebbe portato dentro o fuori dall’UNESCO (visto che non erano più possibili cartellini gialli).
Ce l’abbiamo messa tutta anche con i pochi mezzi, la scarsità di personale e molta parte che remava contro.
Ma sapevamo che sarebbe stato difficilissimo unire aree della Sardegna sotto un unico sistema, laddove c’è frammentazione, chiedere collaborazione laddove c’è crisi e resistenza, chiedere condivisione laddove c’è scarsissima conoscenza del patrimonio geominerario dei propri territori.
E noi, arrivati solo due anni fa sapevamo di avere ricevuto un compito ben arduo.
Fare il miracolo di chiudere il processo, e rendere unite, collaborative e consapevoli del proprio patrimonio, tutte le aree del Geoparco UNESCO.
Ma, non si può creare ciò che esiste solo sulla carta.
Questo ci hanno detto i commissari dell’UNESCO, i quali ci hanno chiesto di ridimensionare il progetto e riproporlo nelle sue reali dimensioni di Parco geominerario di grande ricchezza storica culturale e naturale.»
«Ce la stiamo mettendo tutta per dare al Parco una dignità di Ente autonomo, motore di una valorizzazione del patrimonio storico e ambientale di cui la Sardegna deve essere fiera rappresentante – dichiara il presidente Tarcisio Agus – il fatto che il board dell’Unesco, ci ritiene non ancora in grado di proporci come sistema integrato, non toglie niente all’impegno che abbiamo di perseguire gli obiettivi di ottimizzazione e di maggior coinvolgimento istituzionale, di enti e associazioni, della costruzione di Centri visita attraverso una reale Rete dei laboratori Ceas e del variegato sistema museale esistente fino alla promozione dei geositi e delle aree ad alta valenza mineraria e ambientale.»
«L’esperienza dell’UNESCO insegna – non solo a noi – che senza il concorso politicamente consapevole e all’unisono, di tutte le istituzioni locali e nazionali, oltre che l’interessamento costante dell’associazionismo e della cittadinanza attiva, nessuna promozione delle nostre ricchezze e del nostro patrimonio potrà avere il successo che merita in qualsivoglia consesso internazionale.»
Tarcisio Agus
Ciro Pignatelli