22 November, 2024
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Marina Manconi è la nuova presidente dell’EBAS, Ente Bilaterale dell’Artigianato della Sardegna. Panificatrice gallurese di Tempio Pausania, e dirigente di Confartigianato Gallura, la Manconi guiderà l’Ente per i prossimi 3 anni.

Nel suo incarico verrà affiancata dal VicePresidente Federico Matta (UIL), e dai Componenti il Comitato di Presidenza Marianna Orru (CNA) e Samuele Piddiu (CGIL).

L’Ente Bilaterale per l’Artigianato della Sardegna, costituito nel 1993 su iniziativa delle quattro associazioni regionali dell’artigianato (Confartigianato, CNA, Casartigiani e Claai), e dai tre sindacati confederali (CGIL, CISL e UIL) ha il compito di raccogliere, da imprese e lavoratori, i Fondi previsti dalla contrattazione collettiva per ridistribuirli, sotto forma di prestazioni e servizi, a favore delle stesse aziende e dei loro dipendenti.

Nel rispetto del CCNL del settore artigiano e della normativa in materia di ammortizzatori sociali, aderiscono all’Ente 3.550 imprese, con i loro 10.668 addetti. La provincia più rappresentata è Sassari con 1.256 aziende e 3.916 addetti, seguita da Cagliari con 911 e 3.013 dipendenti.

Tra le attività dell’Ente c’è il sostegno al reddito con l’FSBA, il Fondo di Solidarietà Bilaterale alternativo, la sicurezza e la prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro attraverso l’Opra Sardegna, che ha compiti in materia di tutela della salute, la sanità integrativa con San.Arti., il Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa per i lavoratori dell’artigianato, e la formazione, che con Fondartigianato promuove, realizza e diffonde le attività formative e di valorizzazione delle risorse umane nelle piccole e medie imprese. Inoltre, l’EBAS, eroga direttamente contributi a fondo perduto per l’occupazione, l’ambiente e la sicurezza, gli incentivi alla formazione e l’aggiornamento, gli eventi ordinari e gli eventi eccezionali.

Nel quadriennio 2015-2018, l’EBAS nell’Isola ha erogato 723mila euro di servizi. Di questi, 135mila sono stati destinati alle aziende, 125mila ai dipendenti e 462mila per gli ammortizzatori sociali. Nell’ultimo anno, nel 2018, è stato erogato un totale di 146mila euro, di cui 43mila alle aziende, 41mila ai dipendenti e 62mila come ammortizzatori sociali.

Per la presidente Manconi, «nonostante i timidi segnali di ripresa registrati dal settore, il settore artigiano soffre ancora il perdurare dell’incertezza economica e le imprese continuano ad accusare il colpo di oltre 10 anni di crisi e dell’allargarsi del cuneo fiscaleA pagare le spese della crisi, in questi anni, sono stati anche i dipendenti che nelle piccole imprese artigiane diventano spesso persone di famiglia, anche loro vittime innocenti di un’economia stagnante, talvolta recessiva».

«L’azione dell’EBAS – conclude Marina Manconi – quindi, ha il compito di stare vicino alle imprese e ai lavoratori che ne fanno parte. Nel prossimo periodo, imprese e addetti potranno godere di prestazioni, anche innovative, che siano vicine alle esigenze concrete, specifiche del sistema produttivo sardo, alle dimensioni medie che la caratterizzano, riducendo al minimo le difficoltà di accesso legate alla burocrazia interna

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Quasi 6mila imprese e 9mila posti di lavoro. In Gallura, seppur a regimi ridotti, il motore artigiano dell’economia gira ancora. Edilizia e impiantistica, lapideo e cura del verde, trasporti e autoriparazione ma anche, e soprattutto, servizi, ospitalità e ristorazione.

Un comparto, quello delle micro e piccole attività produttive, che nel nord est della Sardegna rappresenta il 24% delle 26.600 realtà imprenditoriali, in un territorio di 26 comuni, 160mila abitanti e quasi 75mila famiglie. Quindi, l’artigianato di Olbia-Tempio “combatte e resiste” anche se risente ancora dell’onda lunga della crisi (il 2017 si è chiuso con -81 imprese registrate all’Albo Imprese Artigiane della CCIAA), duramente colpito dai prestiti bancari sempre più asfittici (-5,9% confronto tra trimestre settembre 2017 e giugno 2017), da una fiscalità che ha superato il 60%, da una burocrazia ancora pesante, nonostante le nuove leggi regionali ne abbiano ridotto l’impatto, da inconcepibili sprechi, da riforme vessatorie, inutili o mai attuate, da un sistema socio economico ancora seriamente compromesso dalla disoccupazione, mitigato solo dalle occupazioni stagionali, e da un reddito pro-capite ancora basso (10.656 euro pro capite l’anno).

Sono questi i numeri sul tessuto produttivo della Gallura, che emergono dal dossier realizzato dall’Osservatorio sulle MPMI di Confartigianato Sardegna che, attraverso i dati UnionCamere e Istat di fine 2017, ha analizzato la struttura imprenditoriale di ogni singolo comune dell’ex provincia Olbia-Tempio.

E di questi dati, e delle prospettive del territorio, si è parlato dell’Assemblea elettiva di Confartigianato Gallura che ha riconfermato presidente l’uscente Giacomo Meloni (imprenditore edile olbiese di 52 anni), che nel prossimo quadriennio verrà affiancato dal direttivo composto da Salvatore Delrio (comparto nautica), Agostino Pirina (movimento terra), Simone Ballo (impianti), Luigi Dettori (impianti), Marina Manconi (agroalimentare), Pietro Pattitoni (movimento terra e trasporti), Giacomino Maludrottu (metalmeccanica) e Loredana Derosas (lavorazione lapidei), supportati dal collegio dei sindaci composto da Piermario Pirina (lavorazione legno), Giovanni Mellino (autotrasporto merci) e Gianluca Stara (tinteggiature e rifiniture edili).

Giacomo Meloni, alla platea, ha ricordato il dialogo quotidiano dell’associazione con la Politica e le Istituzioni, per la crescita del territorio, per la ricostituzione della Provincia, per l’abbattimento della burocrazia, per la concessione dei crediti e dei finanziamenti, per l’approvazione della legge Urbanistica e per lo sviluppo del turismo.

Troppo spesso i nostri interlocutori politici hanno tentato di metterci nell’angolo – ha detto il rieletto presidente – ma il dialogo con loro sta cambiando perché hanno capito che sottovalutare la forza di 6mila imprese, come spesso hanno fatto, non è servito a nessuno: ne’ a loro, ne’ al sistema produttivo che si è ribellato perché scavalcato da logiche e ragionamenti incomprensibili. Per questo a tutti, in più occasioni, abbiamo fatto capire che siamo impostanti per la crescita del territorio e che con questa nostra rivendicazione andremo avanti. Non ci basta più essere ascoltati esclusivamente quando si tratta di votare».

Giacomo Meloni ha poi affrontato la questione dell’autonomia e ricostituzione della “Provincia Olbia Tempio”: «Il nostro sistema produttivo deve rivendicare uno spazio di autonomia politica e amministrativa, oltre che economica, nel quadro regionale, con la consapevolezza che non ci sarà nessuno che ci concederà nulla che non saremo capaci di conquistarci da soli». Su questo argomento ha lanciato un allarme: «Presto dovremo confrontarci con un sistema politico, burocratico, amministrativo che vuole togliere ancora di più dai territori il potere decisionale e pianificatorio per metterlo in mano a soggetti che non possono cogliere tutte le differenze e le sensibilità territoriali: questo non possiamo concederlo a nessuno»”.

Ha poi puntato l’indice contro l’eccessiva tassazione e burocrazia: «Quando le aziende, per poter pagare le tasse sono costrette ad accendere un finanziamento, questo è un punto di non ritorno Siamo tutti consapevoli come questi 2 fattori stiano penalizzando la piccola e media impresa; tutti gli adempimenti, spesso inutili che ci sono, e il costo della macchina amministrativa, il fisco, il costo del lavoro con il cuneo fiscale sono temi sentiti e importanti e sappiamo bene che molte delle questioni che ci affliggono non vengono dal livello locale. Abbiamo il compito di sensibilizzare l’opinione pubblica e i nostri politici locali perché portino le questioni che ci riguardano a livello regionale o governativo. Dobbiamo agire anche a livello nazionale per cambiare questi due fattori negativi».

Infine il passaggio più atteso dagli imprenditori su turismo e urbanistica: «Presto ci saranno le regionali ed è necessario far sapere a chi ci rappresenterà che servono norme urbanistiche che ci consentano di svolgere e sviluppare la nostra economia, la nostra società e il nostro territorio, che sono “naturalmente” e fortemente orientati verso il turismo, secondo quello che anche il mercato ci chiedeVoglio essere preciso – ha aggiunto Giacomo Meloni – e dire chiaramente che siamo favorevoli alla proposta dell’assessore Cristiano Erriu e all’incremento delle volumetrie con regole chiare per le strutture ricettive anche all’interno della fascia dei 300 metri. Questo non significherebbe, come non lo è stato finora, deturpare l’ambiente o fare colate di cemento indiscriminate, ma dare risposte concrete alle necessità di un turismo, che per un certo target di clientela chiede servizi adeguati e camere con degli standard adeguati alle sue aspettative. Non ci sono motivazioni per sostenere che non si possono fare cambiamenti su strutture che già esistono e fare modifiche in assoluto. Quindi ci vuole un piano urbanistico adeguato».

Per il presidente di Confartigianato Gallura il tema dei servizi a supporto del turismo, che consentirebbero una fruibilità del territorio tutto intero quello costiero e quello interno, è un argomento molto caldo. «E’ necessario realizzare delle infrastrutture adeguate che rendano accessibile l’intero territorio – ha aggiunto – strutture che mettano veramente in relazione l’intera Gallura. Solo così potremo superare una diatriba che non ha più senso tra costa e interno perché continuiamo a chiamare interno anche territori che si possono collegare con massimo trenta minuti di percorrenza in una strada decente e che eviterebbero lo spopolamento dei paesi, la possibilità per chi ci visita in una stagione più lunga di quella balneare di fruire di tutte le nostre possibilità e delle nostre attrattive che devono essere messe in vetrina e rese fruibili».

L’ultima parte del discorso di Giacomo Meloni è stata dedicata anche all’export: «Siamo consapevoli di quanto sia importante accedere a nuovi mercati per i nostri settori tradizionali dell’agroalimentare, come hanno dimostrato i progetti di promozione, ma siamo altrettanto consapevoli di quanto siano necessari sia il supporto economico, sia la collaborazione tra imprese”.

Poi la riflessione finale: «Il mondo sta cambiando e dobbiamo farlo anche noi – ha concluso – dobbiamo prendere atto di questo cambiamento, anche per una piccola impresa locale ormai i competitors sono globali, ma lo sono anche le opportunità. Lavoriamo per valorizzare quello che abbiamo di originale e di unico che sono le nostre radici e il nostro modo di fare le cose, a regola d’arte con quei valori che sono tipici dell’artigianato, del made in Italy».

Dal dossier emergono altri dati importanti.

A livello settoriale si osserva che il 64,4% delle 1.743 imprese del Manifatturiero, pari a 1.123 unità, sono artigiane; il 56,5% delle 4.277 imprese delle Costruzioni, pari a 2.416 unità, sono artigiane e il 16,2% delle 12.589 imprese dei Servizi, pari a 2.036 unità, sono artigiane. In tutti e tre i macro-settori l’artigianato, nel periodo 2016-2017, registra una perdita: di -37 unità nel Manifatturiero, di -32 unità nelle Costruzioni e di 11 unità nei Servizi.  Nell’artigianato del territorio lavorano 8.928 addetti, di cui il 47,1%, pari a 4.202, sono dipendenti e gli altri 52,9%, pari a 4.726, sono indipendenti.

Nell’area territoriale in esame si contano 14.133 micro imprese con meno di 10 addetti che rappresentano il 96,7% del tessuto imprenditoriale dell’intero territorio e occupano 26.946 addetti, pari al 66,7% del totale.  Mentre le micro-piccole imprese con meno di 50 addetti sono complessivamente 14.565 e rappresentano il 99,7% del totale e danno lavoro a 34.226 addetti pari all’84,7% dell’occupazione del territorio.

Tra i comuni con il più alto tasso di imprenditorialità troviamo Olbia con 9.497 imprese, seguita da Arzachena, Tempio Pausania, La Maddalena e San Teodoro. Tra quelli maggior vocazione artigiana sempre Olbia in prima fila (2.098) seguita sempre da Arzachena, Tempio Pausania, La Maddalena e Santa Teresa Gallura. L’incidenza maggiore dell’artigianato sul totale delle imprese la troviamo a Sant’Antonio di Gallura (35,1%), seguito da Luras, Calangianus, Padru e Budoni. Infine il più alto reddito pro-capite (imponibile) è registrato a Loiri Porto San Paolo (12.164 euro), seguito da Golfo Aranci, La Maddalena, Palau e Aglientu.