17 July, 2024
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«Con il disegno di legge di riforma della giustizia, all’ordine del giorno della Commissione Giustizia in Senato, che prevede l’abolizione dei Tribunali per i Minorenni e l’istituzione delle Sezioni specializzate per la famiglia presso i Tribunali ordinari, si rischia di perdere di vista quelli che sono i diritti per i minori e la famiglia, così come previsto anche dalla Convenzione ONU sui diritti dei minori.»

A sostenerlo è Piero Comandini, consigliere regionale del Partito democratico.

Nei mesi scorsi si è creato un movimento, sia a livello nazionale che regionale, contro la riforma per l’abolizione dei tribunali per i minorenni ma, nonostante tutti gli addetti ai lavori, dai magistrati alle associazioni di educatori operanti nel settore socio – educativo si siano espressi contrari, la commissione Giustizia al Senato sta continuando senza prendere in considerazione l’opportunità di creare un momento di confronto aperto a tutte le parti interessate.

Stamattina anche Cagliari ha deciso di far sentire la propria voce e, presso il Seminario Arcivescovile, il momento di confronto è stato forte e deciso, all’unisono, magistrati, educatori, famiglie, assistenti sociali, il Presidente del Tribunale per i Minori di Cagliari Marina Polo e il Procuratore della Repubblica dello stesso tribunale Anna Cau, nonché altre autorevoli presenze, hanno detto NO all’annullamento dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Piero Comandini è il primo firmatario di un’interpellanza che verrà discussa in Consiglio regionale in tempi brevissimi, presentata insieme agli esponenti del gruppo del Partito democratico della maggioranza in Consiglio regionale.

«Nonostante la riforma della giustizia sia necessaria – si legge nell’interpellanza – non si può prevedere, per la specificità e autonomia che i Tribunali per i Minorenni hanno, l’accorpamento presso i Tribunali Ordinari, che dovrebbero occuparsi di tutte le controversie in materia civile, perché, così facendo, il minore perderebbe quella posizione centrale che oggi gli viene riconosciuta perdendo la titolarità dei diritti prioritari.»

«Inoltre – prosegue Piero Comandini – si perderebbe la figura del Giudice Onorario, una perdita importante in quanto, per la sua specifica professionalità nel campo minorile, è in grado di garantire un giudizio multidisciplinare, si perderebbe anche il ruolo importantissimo dei servizi sociali, che appare chiara l’intenzione di volergli attribuire un ruolo di mero controllo. Le situazioni, molteplici e varie, vanno valutate per la loro specificità, e il contributo dei servizi sociali è spesso basilare per aiutare il Giudice a coniugare l’esigenza di aiuto e sostegno alla crescita del minore con quella di giustizia e sicurezza sociale. I rischi dell’applicazione di tale riforma sarebbero devastanti per il settore minorile, perciò chiediamo al presidente Pigliaru e, ai parlamentari che rappresentano la Sardegna nelle istituzioni capitoline – conclude Piero Comandini -, di intervenire in Commissione Giustizia, non solo per evitare l’abolizione dei Tribunali per i Minorenni ma anzi rafforzare il loro ruolo e autonomia, in parallelo si auspica la costituzione di un gruppo di lavoro per studiare e superare le criticità ed eventualmente elaborare un disegno di legge di riforma della Giustizia Minorile che tenga conto delle specificità del settore.»

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Lunedì 14 marzo, nell’Auditorium del Convitto Nazionale di Via Pintus – località Terramaini, a Cagliari si è tenuto l’incontro formativo per giornalisti titolo “Informazione e minori – La tutela dei soggetti deboli”.

La sala è apparsa sin dall’inizio gremita di giornalisti che attenti e motivati hanno potuto seguire i diversi interventi da parte degli addetti ai lavori.

La serata è stata aperta dai saluti del rettore dell’istituto che ha ospitato la conferenza e dal presidente dell’ordine dei giornalisti che, oltre ai saluti ha presentato e ringraziato i relatori presenti.

Il primo intervento è stato fatto dalla dottoressa Marina Polo, presidente del tribunale dei minori di Cagliari. Le sue parole sono state mirate ed hanno subito fatto il punto sull’importanza  di trasmettere le informazioni a mezzo stampa, evitando il più possibile che si possano fare dei collegamenti con il minore, tali da farlo riconoscere anche senza necessariamente fare il nome.

Le vittime del bullismo, ad esempio, aggiunge la dottoressa Polo, vengono riconosciute e il risultato è che il fenomeno viene accentuato.

Riferisce come soluzione una proposta avanzata e non concretizzata ai tempi di Piero Fassino, consistente nell’istituzione di un ufficio stampa atto a passare le notizie filtrate a tutela dei minori.

In seconda battuta prende la parola il dottor Ferrero, ex giudice minorile ed ex garante. Nel suo intervento parla delle varie convenzioni che hanno dettato modifiche in materia di minori per il riconoscimento dei diritti dei bambini e ricorda che violare la carta di Treviso può far incorrere in procedimenti penali. Espone anche in un rapido escursus il cambiamento delle figure genitoriali e l’evoluzione del modello educativo e di condivisione dei genitori.

E’ poi la volta della dottoressa Alessandra Carbognin, pedagogista, sociologa e giornalista, che si propone alla platea in modo del tutto originale e toccante…

Presenta tre giovanissimi studenti del liceo classico musicale dello stesso convitto che ci ha accolto: Luca, Alessia e Fabio…

Accompagnati dalle note della chitarra di Fabio, Luca e Alessia leggono alcune brevi letterine scritte da una bambina che non ha nulla, da un bambino il cui papà è un ubriacona, dalla bimba di un manovale dalle ruvide mani e da un’altra ancora che dopo il bacio del buongiorno della sua mamma…pur volendo sa di non poter correr via da quel letto che la trattiene senza ritegno.

Difficile riprendere poi a parlare… ma la dottressa Carbognin lo fa con una professionalità ed una capacità che coinvolgono tutti i presenti. Attraverso alcune slide presenta uno dopo l’altro casi famosi dove è mancata del tutto la tutela dei minori in questione.

Chi non ricorda la triste tragedia del piccolo Alfredino, era il 10 giugno del 1981, Pertini presidente della Repubblica… per tentare di salvare il mal capitato bimbo interviene anche l’angelo sardo Licheri ma a nulla valsero i tentativi di salvarlo e… Alfredino morì dopo lunghe interminabili ore di telecamere irrispettose ed invadenti.

Ancora il caso di Marco Fiora, rapito  e tenuto prigioniero per ben due anni e mezzo, dal momento della liberazione è stato fotografato e intervistato e per porre fine a ciò è dovuto intervenire il tribunale dei minori portando così a riflettere lo stesso padre che aveva autorizzato tutto  sul fatto di quanto questo atteggiamento dei mass media potesse creare nel bambino un disagio psicologico.

E poi Serena Crutz, adottata per ben due volte che poi da grande decide di scrivere un libro dove racconta proprio il suo disagio, la sua sofferenza nell’aver vissuto un trauma di quella entità mediatica.

Senza contare l’incredibile caso della piccola Miriam, il cui padre venne accusato di averla stuprata, ma dopo denunce e diatribe interminabili si scopre la malattia della bimba, un tumore, che di lì a poco le causerà la morte, il padre, professore di matematica stimato da tutti,  poco prima della scomparsa della bimba viene scagionato.

Tremenda vicenda anche quella che nel 2001, vede coinvolti in un doppio atroce delitto Erika ed Omar. O ancora quella, qualche anno prima, nel 1990, della disabile in sedia a rotelle, una quattordicenne che viene stuprata e sul giornale compaiono nome e cognome della vittima…

In quel caso la giornalista venne sospesa. E viene sospeso anche il giornalista che nel 1992 riporta nome e cognome di un bimbo nei confronti del quale vengono attuati atti di libidine.

Anni molto duri, questi di cui ha egregiamente raccontato la dottoressa Carbognin che coinvolgono garanti e telefono azzurro e che porteranno sotto gli occhi  di tutti i punti della carta di Treviso.

Porre l’attenzione sul possibile danno che la  notizia può causare al minore, ribadisce la pedagogista che da giornalista precisa “il diritto di cronaca rimane ma, si pone avanti il diritto di tutela del minore.

Resta ovviamente possibile e piacevole parlare di minori in caso di assegnazione di premi che altro non causerebbero se non la crescita dell’autostima.

Un pomeriggio ricco e forbito, animato da addetti ai lavori molto attenti alle problematiche legate al mondo dei minori, molto preparati e precisi nell’esporre gli argomenti.

Qualche intervento da parte della stampa che lamenta la difficoltà di poter accedere facilmente alle notizie e di non sentir tutelato il diritto all’informazione, ha leggermente ingrigito la scorrevolezza della serata, facendo ancora una volta riflettere sulla forse crescente ed insostituibile necessità di dar vita ad un ufficio stampa capace di filtrare in modo corretto, giusto e appropriato, tutte quelle informazioni legate al mondo dei minori… sempre più vittime ferite nel corpo e nell’anima da chi adulto approfitta di loro in maniera subdola e meschina.

Nadia Pische

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