Dal prossimo 17 novembre al via, tra Iglesias e Gonnesa, la ventunesima edizione del Festival Internazionale di Musica da Camera.
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Il Festival Internazionale di Musica da Camera, con i suoi ventuno anni, è certamente tra le iniziative dedicate alla musica classica più longeve e qualificate della Sardegna e, con la direzione artistica del bandoneonista Fabio Furia, ogni edizione propone le più importanti formazioni specializzate nella musica da camera. Un genere, quest’ultimo, in origine eseguito nelle sale delle corti per il divertimento dei principi ma che dall’Ottocento identifica la musica eseguita da pochi strumenti e per poche voci. Il compositore che portò la musica da camera nella sala da concerto fu Ludwig van Beethoven.
Una ventunesima edizione di grandissimo livello, che si apre il 17 novembre, alle 19 al Teatro Electra di Iglesias, con Flautissimo, concerto che vedrà protagonisti la flautista Silvia Careddu ed il pianista israeliano Itamar Golan. Una carriera straordinaria quella di Lia Careddu, che ha suonato con tutte le più importanti orchestre europee, dove ha spesso ricoperto il ruolo di prima parte. Vincitrice di numerosi concorsi internazionali è stata primo flauto della Konzerthausorchester di Berlino e dei Wiener Symphoniker dal 2015. Dal 2012 fa parte della Kammerakademie Potsdam e vanta collaborazioni con compagini orchestrali prestigiose come la Mahler Chamber Orchestra, la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, la Budapést Festival Orchestra, la Chamber Orchestra of Europe e la Philharmonia Orchestra di Londra. Nel 2016 è membro dell’Alban Berg Ensemble Wien, sostenuto dalla Fondazione Alban Berg e residente presso il Musikverein di Vienna. Con lei sulla scena Itamar Golan, che ha iniziato la sua carriera come solista e musicista da camera negli Stati Uniti e in Israele. Ha anche suonato come solista con la Israel Philharmonic Orchestra e con la Filarmonica di Berlino sotto la direzione di Zubin Mehta. Dal 1991 al 1994 ha insegnato alla Manhattan School of Music di New York ed è attualmente professore di musica da camera al Conservatorio di Parigi.
I due musicisti proporranno un programma dedicato a Prokofiev, con la Sonata per flauto e pianoforte op. 94, e a Franck, con la Sonata per flauto e pianoforte in La Maggiore. Eleganza, purezza del suono e virtuosismo tecnico sono le parole d’ordine di questo programma, di cui il flauto e il pianoforte sono protagonisti indiscussi. Un continuo fluire di melodie dolci e soavi e di temi che si rincorrono tra armonie cangianti e ritmi incalzanti, in cui emerge il delicato equilibrio tra gli impasti timbrici del flauto e i colori del suono del pianoforte.
Si prosegue domenica 24 novembre, sempre al Teatro Electra con inizio alle 19, per un viaggio di quasi tre secoli nella grande musica classica di Bach, Beethoven e Dvorak, con Francesco Manara (violino), Francesco Mariozzi (violoncello) e Francesco De Zan (pianoforte). Fondatore del trio Johannes, Francesco Manara dal 1992 è primo violino dell’orchestra del Teatro alla Scala e della Filarmonica, e dal 2001 è primo violino del Quartetto d’Archi della Scala. Suona un Guadagnini ”ex Buckemburg” del 1783. Francesco Mariozzi è stato primo violoncello presso il Teatro Massimo Bellini di Catania e spesso primo violoncello ospite presso il Teatro SanCarlo di Napoli, l’Orchestra Sinfonica Siciliana, il Teatro Regio di Parma e l’Orchestra sinfonica di Roma e del Lazio. Collabora con la attore Claudio Santamaria esibendosi in importanti festival teatrali. Il pianista Francesco De Zan tiene un’intensa attività concertistica con oltre 400 concerti. Nell’estate 2011 è stato invitato dal Festival dei Due Mondi di Spoleto a tenere la prima esecuzione assoluta del melologo “La Realtà” su testi di P.P. Pasolini e musica di F.E. Scogna con la partecipazione dell’attore Claudio Santamaria. I tre musicisti eseguiranno un itinerario ricco di sfaccettature in cui il rigore contrappuntistico bachiano (Sonata per viola da Gamba BWV 1028) si affianca da un lato alle atmosfere slave e al sapore del canto popolare rielaborato da Dvoràk (Dumky Trio n 4 op. 90, per violino, pianoforte e violoncello) e dall’altro all’estetica audace e innovativa beethoveniana della Sonata “Primavera” n. 5 op 24 per violino e pianoforte.
Si riprende domenica 1 dicembre, ancora alle 19 al Teatro Electra, quando il grande pianista Bruno Canino suonerà in duo con il giovane talentuoso violinista Riccardo Zamuner. Un programma straordinario che sfoglia le più belle pagine del repertorio per violino e pianoforte, ponendo a confronto due generazioni di virtuosi: Bruno Canino, pianista leggendario, tra i più grandi interpreti della letteratura cameristica del nostro tempo e Riccardo Zamuner, talentuoso violinista, giovane promessa dello scenario musicale contemporaneo. Un itinerario che propone un continuo alternarsi di episodi musicali che spaziano dall’intimismo romantico al lirismo, fino alla brillantezza di melodie pure e scattanti. Il cartellone della serata proporrà di Grieg la Sonata n. 3 in do minore per violino e pianoforte, op. 45, di Saint Saens Introduzione e Rondò capriccioso, di Tchaikowsky Meditation, per chiudere con la celeberrima Carmen Fantasy di Sarasate.
Attualmente docente di musica da camera con pianoforte alla Scuola di Musica di Fiesole, come solista e pianista da camera, Bruno Canino ha suonato nelle principali sale da concerto e festival europei, in America, Australia, Russia, Giappone e Cina. Suona in duo pianistico con Antonio Ballista, e collabora con illustri strumentisti quali Accardo, Ughi, Amoyal, Perlman, Blacher. È stato dal 1999 al 2002 direttore della Sezione Musica della Biennale di Venezia. Si è dedicato in modo particolare alla musica contemporanea, lavorando, fra gli altri, con Pierre Boulez, Luciano Berio, Karlheinz Stockhausen, György Ligeti, Bruno Maderna, Luigi Nono, Sylvano Bussotti, di cui spesso ha eseguito opere in prima esecuzione. Ha suonato sotto la direzione di Abbado, Muti, Chailly, Sawallisch, Berio, Boulez, con orchestre come la Filarmonica della Scala, Santa Cecilia, Berliner Philharmoniker, New York Philharmonic, Philadelphia Orchestra, Orchestre National de France. Tra le sue registrazioni più recenti, l’integrale pianistica di Emmanuel Chabrier. Il suo libro “Vademecum del pianista da camera” è edito da Passigli ed è di prossima pubblicazione un nuovo “Senza Musica”.
Domenica 8 dicembre (alle 19.00 Teatro Electra) sarà la volta del Duo Schiavo-Marchegiani, apprezzato dal pubblico e dalla critica internazionale per lo stile personalissimo, la naturalezza del discorso musicale, la bellezza del suono, l’intensità e la travolgente energia delle loro interpretazioni. Parallelamente all’intensa attività solistica, dal 2006 Sergio Marchegiani e Marco Schiavo formano un duo pianistico tra i più attivi e dinamici sulla scena italiana e internazionale. Per la tappa sarda il duo ha scelto un programma di grande impatto, con le Danze Ungheresi di Brahms, una collezione musicale di 21 danze per pianoforte a quattro mani che testimonia l’amore del grande compositore tedesco per il canto popolare ungherese. Si tratta di brani brillanti e virtuosistici che raccolsero da subito un grandissimo successo di pubblico per la capacità di proporre accompagnamenti incalzanti, modulazioni impreviste, sincopi e controtempi, evocando le suggestioni delle atmosfere della tradizione musicale magiara. Il Duo ha tenuto centinaia di concerti in tutto il mondo, suonando nelle sale più prestigiose: Sala Grande della Carnegie Hall a New York, Sala Grande della Philharmonie e del Konzerthaus di Berlino, Sala d’Oro del Musikverein e Sala Grande del Konzerthaus a Vienna, Mozerteum di Salisburgo, Laeiszhalle di Amburgo, Beethoven-Haus a Bonn, Rudolfinum e Smetana Hall a Praga, San Pietroburgo, Suntory Hall a Tokyo, Teatro Solis a Montevideo, Teatro Petruzzelli di Bari e inoltre a Roma, Parigi, Zurigo, Sofia, Istanbul, Helsinki, Mosca, Montreal, Washington, Città del Messico, San Paolo del Brasile, Baku, Astana, Hong Kong, Bangkok, Singapore. Si sono esibiti con importanti orchestre come i Berliner Symphoniker, la Budapest Symphony Orchestra, la Prague Radio Symphony Orchestra, la New York Symphonic Orchestra, l’Orchestra Sinfonica dello Stato del Messico, l’Orchestra Sinfonica di Istanbul, le Orchestre da Camera di Città del Messico e Madrid, la PragueChamber Orchestra, l’Orchestra Filarmonica di Stato dell’Azerbaijan e la Thailand Philharmonic Orchestra.
Il ciclo dei concerti al Teatro Electra si conclude domenica 15 dicembre, sempre a partire dalle 19, con il grandissimo violoncellista Mario Brunello in duo con il pianista Andrea Lucchesini. Un repertorio monumentale che propone alcuni dei più grandi capolavori della letteratura cameristica romantica, interpretati da due musicisti d’eccezione. La limpidezza delle melodie e la ricerca timbrica unita all’equilibrio delle forme scandiscono un dialogo continuo ed appassionato tra violoncello e pianoforte. In programma musiche di Janàček, Chopin, Hahn e Franck.
Mario Brunello nel 1986 vince il Primo Premio al Concorso Ciaikovskij di Mosca che lo proietta sulla scena internazionale. Viene invitato dalle più prestigiose orchestre, tra le quali London Philharmonic, Munich Philharmonic, Philadelphia Orchestra, Mahler Chamber Orchestra, Orchestre Philharmonique de Radio-France, DSO Berlin, London Symphony, NHK Symphony di Tokyo, Kioi Sinfonietta, Filarmonica della Scala, Accademia Nazionale di Santa Cecilia; lavora con direttori quali Antonio Pappano, Valery Gergiev, Yuri Temirkanov, Manfred Honeck, Riccardo Chailly, Vladimir Jurowski, Ton Koopman, Riccardo Muti, Daniele Gatti, Myung-WhunChung e SeijiOzawa. È direttore artistico dei festival Arte Sella e I Suoni delle Dolomiti. Ha pubblicato tre libri, l’ultimo dei quali con Gustavo Zagrebelsky, ed è Accademico di Santa Cecilia. Suona il prezioso violoncello Maggini dei primi del Seicento appartenuto a Franco Rossi.
Formatosi alla grande scuola pianistica di Maria Tipo, Andrea Lucchesini s’impone all’attenzione internazionale giovanissimo, con la vittoria del Concorso Internazionale “Dino Ciani” al Teatro alla Scala di Milano. Suona da allora in tutto il mondo con orchestre prestigiose e i più grandi direttori, suscitando l’entusiasmo del pubblico per la combinazione tra solidità di impianto formale nelle sue esecuzioni, estrema cura del suono, raffinatezza timbrica e naturale capacità comunicativa. Appassionato camerista, collabora regolarmente con artisti di grande prestigio: in duo con il violoncellista Mario Brunello ha inciso l’integrale dell’opera beethoveniana, le Sonate di Brahms, e inoltre composizioni di Chopin, Schumann, Schubert e Lekeu. Recentissima è l’incisione live della Fantasia Corale di Beethoven, con Fabio Luisi alla testa di Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino.
Il festival propone anche due concerti con ingresso gratuito che si terranno nell’Aula Consiliare del Municipio di Gonnesa. Il primo, sabato 30 novembre, con inizio alle 19.30, proporrà un cartellone dedicato ai grandi personaggi femminili nel melodramma con il soprano Silvia Martinelli, accompagnata al pianoforte da Andrea Trovato. Un omaggio che ripercorre le più belle melodie delle più celebri arie d’opera: da “Le Nozze di Figaro” a “La Traviata”, fino a “La Sonnambula”, “Il Barbiere di Siviglia”, “Norma”. Un salto nei secoli, in una passeggiata tra teatri e belcanto, storie d’amore e intrighi di palazzo.
Dal melodramma al tango. Sabato 7 dicembre, sempre con inizio alle 19.30, il direttore artistico del festival Fabio Furia al bandoneon ed Alessandro Deiana alla chitarra terranno un concerto dal titolo Eldiasque me quieras. Il suono passionale del bandoneon ed il virtuosismo della chitarra si amalgamano per raccontare il tango attraverso un repertorio che ripercorre la storia dagli anni ’20 agli anni ’50. Un percorso che segna l’evoluzione di questo genere musicale così amato, partendo da quello tradizionale fino alle avanguardie e alla sua più alta nobilitazione.
Per tutta la durata del festival sono in programma degustazioni, visite guidate, mostre e conferenze.