21 November, 2024
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Domani, giovedì 25 aprile, doppio appuntamento per il giorno della Festa della Liberazione, organizzata in collaborazione con Anpi e Cgil (l’ingresso agli spettacoli è gratuito).
Alle 19.00, nella Sala Bancri di Fucina Teatro, Mario Faticoni, accompagnato da Antonello Carta alla fisarmonica, presenta SERVABO, una riduzione del libro di Luigi Pintor (produzione Il Crogiuolo). Il recital sarà preceduto da un’introduzione dello storico Gianluca Scroccu.
«Scritta sotto il ritratto di un antenato mi colpì, quand’ero piccolissimo, una misteriosa parola latina: servabo. Può voler dire conserverò, terrò in serbo, terrò fede, o anche servirò, sarò utile”

Queste parole, che spiegano il titolo del libro, riassumono anche il significato di cinquant’anni di vita, raccontata, a partire dai ricordi della prima giovinezza, “per riordinare nella fantasia dei conti che non tornano nella realtà”. Un’autobiografia, “Servabo”, che rivela un uomo, Luigi Pintor, per il quale la politica fu innanzitutto un’esperienza etica profonda e il riflesso di un’intensità intellettuale e umana che si esprime con una scrittura letteraria di rara qualità.
«Ascoltare Servabo di Pintor in questa nuova produzione de Il crogiuolo – scrive Mario Faticoni – significa ascoltare la voce di un lucido indagatore italiano dei passaggi guerra-pace, fascismo-libertà; di un grande giornalista, di un letterato, di un fratello, di un uomo, di un sardo. Una voce saggia indispensabile ai giovani d’oggi. Voce di un loro coetaneo, tanto è breve, lucida, come i loro post. Voce lontana dall’odioso politichese-ingannevole, “intellettuale”, scaduta, respingente, rifiutata. Poche pagine, due di una decina di capitoletti, nella lettura ridotte ancor più all’essenziale. L’isola, Cagliari, la guerra, la mina, la prigione, la pace, il matrimonio, il mestiere di giornalista, l’esilio, l’avamposto, il dolore. La mia voce è alternata a quella musicale di Antonello Carta, antico compagno d’arte.»

A seguire, alle 21.00, sempre nello spazio Fucina Teatro va in scena “La Città Futura”, dall’opera di Antonio Gramsci, recital concerto con Stefano Giaccone (musicista e cantautore nato a Los Angeles nel 1959 ma trasferistosi a Torino dopo pochi anni, si è sempre mosso sulla scena rock indipendente, tra folk e jazz) e Giuseppe Manias (col fratello Luigi gestisce la Biblioteca Gramsciana di Ales). L’evento è dedicato alla Città Futura, numero unico del giornale curato per intero da Gramsci e pubblicato nel 1917, che aveva lo scopo di educare e formare i giovani. Giaccone, in collaborazione con Manias, racconta con letture e canzoni legate alla memoria, alle lotte, alla vita sociale la città dove dal 1911 al 1922 visse il filosofo e politico di Ales, Torino.
I testi originali gramsciani si snodano fra musiche eseguite dal vivo (voce più chitarra), letture, brevi commenti sociologici e storici, contributi audio. «Un continuo confronto/scontro con il Dopoguerra degli anni ’50 e ’60, l’attualità contemporanea e la proiezione futura. La città quale luogo/motore della prima rivoluzione industriale e luogo/liquido all’alba della rivoluzione informatica».

Dopo l’autobiografia romanzata di Lugi Pintor la sfortunata, e tragica, vicenda del fratello Giaime, intellettuale, traduttore, raffinato germanista, morto giovanissimo in un’azione di guerra partigiana nel 1943. Venerdì 26 aprile, alle 21, nella Sala Bancri di Fucina Teatro viene presentato “Il Viaggio di Giaime”, di Carlo Ferrucci, trasposizione in forma di recital teatrale del libro dell’autore “La mina tedesca. Il vero romanzo di Giaime Pintor” (2015), con Rita Atzeri, Maria Grazia Bodio, Simeone Latini, Maria Loi, Fausto Siddi (produzione Il crogiuolo).
«’Il viaggio di Giaime’ – scrive Carlo Ferrucci – è un atto unico in cui ricostruisco, basandomi in parte su quanto riferitomi da Antonietta Pintor ma lavorando soprattutto – e inevitabilmente – di fantasia, alcuni episodi del viaggio compiuto da Giaime tra il 12 settembre e il 1 dicembre del ’43. Lavorando di fantasia ma cercando, nello stesso tempo, di riflettere il più fedelmente possibile i punti di vista e gli stati d’animo che si colgono negli scritti di Giaime, in particolare ne “Il colpo di stato del 25 luglio” (di cui riporto dei passi ad apertura di alcune scene).»

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Anche quest’anno Cagliari celebrerà la Festa della Liberazione dal nazifascismo con il tradizionale corteo che da piazza Garibaldi raggiungerà piazza del Carmine per ricordare così, a 74 anni di distanza da quella storica data, la lotta partigiana, la fine della dittatura e la riconquistata libertà. L’iniziativa, organizzata dal Comitato 25 Aprile, sarà anticipata e proseguirà fino a tutto il mese di maggio con una serie di iniziative che, organizzate in città e in altri centri della provincia, saranno rivolte soprattutto alle scuole e ai giovani.

Il programma, in corso da diverse settimane, entra nel vivo martedì 23 aprile con l’inaugurazione due mostre. La prima al Teatro Massimo di Cagliari ha per tema “Gli schiavi di Hitler” e racconta la Resistenza degli internati militari italiani e il lavoro forzato attraverso racconti, disegni e documenti. Realizzata dal Centro studi che ha lo stesso nome e che ha sede a Cernobbio, è organizzata dall’associazione Terra Promessa di Selegas. Promossa in collaborazione con Anppia e Anpi, resterà aperta fino a domenica 28.

“Donne della Resistenza. Madri Costituenti. Itinerari di Democrazia” è invece la mostra, proposta dall’Anpi che verrà inaugurata presso l’aula consiliare del comune di Quartucciu e resterà visitabile fino a giovedì 25. Da venerdì 26 fino al 1° maggio la mostra sarà invece allestita presso il Liceo Dettori.

Mercoledì 24 aprile l’appuntamento è invece a San Basilio dove per le 19 la sezione Anpi della Trexenta organizza una fiaccolata.

Giovedì 25 aprile, 74° anniversario dalla Liberazione dal nazifascismo, si terrà a Cagliari il tradizionale corteo. Dopo il raduno dei partecipanti a partire dalle 9.30 nella parte alta pedonale di Via Alghero, il corteo si snoderà per la via Sonnino, con una sosta al Parco delle Rimembranze, dove verrà depositata una corona d’alloro in ricordo dei caduti per la patria e la libertà dell’Italia nella guerra di Liberazione, a cura delle associazioni partigiane e delle istituzioni. Dopo un omaggio all’opera-monumento ad Antonio Gramsci di Pinuccio Sciola, il corteo riprenderà a sfilare in via Sonnino, piazza Emilio Lussu, via Roma, via Sassari e fino alla piazza del Carmine. Qui sul palco i giornalisti Vito Biolchini e Alessandra Addari coordineranno gli interventi di saluto del presidente del Comitato 25 Aprile, di giovani studenti e di un rappresentante nazionale dell’Anpi. A scandire la mattinata saranno i canti partigiani del Coro Anpi delle sezioni di Cagliari e Trexenta, coordinati da Roberto Deiana.

La festa poi proseguirà nel pomeriggio a partire dalle 15.30 con un presidio in piazza Gramsci nella zona prospicente al Monumento ai caduti.

Alle 18.30 invece, nella sala della Fondazione Siotto in via dei Genovesi, l’associazione Chenàbura organizza il dibattito “La Resistenza ebraica: Enzo e i fratelli Sereni”.

La Festa della Liberazione proseguirà poi a Pirri con due appuntamenti di spettacolo, in programma presso La Vetreria e inseriti nell’ambito del cartellone “Aprile Resistente”. Alle 19.00 va in scena “Servabo” di Luigi Pintor, una produzione del Crogiuolo con Mario Faticoni ed Antonello Carta alla fisarmonica. Alle 21.00 invece spazio a “La città futura” un recital concerto ispirato all’opera di Antonio Gramsci, con Stefano Giaccone e Giuseppe Manias.

Il 25 aprile sarà celebrato anche in alcuni centri della provincia. La mattina del 25 aprile San Nicolò Gerrei ricorderà Salvatore Corrias, Partigiano e Giusto tra le Nazioni, in una iniziativa dell’Anpi Trexenta.

A Monserrato la Liberazione verrà celebrata in mattinata con una messa in suffragio e la deposizione alle 11 di una corona d’alloro al Monumento ai caduti di tutte le guerre presso i giardinetti di via Del Redentore. Organizzano l’Associazione Combattenti e l’Anpi in collaborazione con il Comune.

La Festa della Liberazione sarà celebrata anche a Settimo San Pietro (appuntamento dalle 9 al chiosco bar Primo Levi con musica, laboratori artistici e il mercatino degli hobbisti) e a Senorbì, dove alle 17.00, è in programma una manifestazione a cura dell’Anpi.

“Fascismi vecchie nuovi, in Italia e in Sardegna” è invece il titolo della conferenza in programma venerdì 26 aprile a Cagliari. Appuntamento a partire dalle 17.30 all’Hostel Marina (Scalette San Sepolcro). Intervengono il direttore dell’Istasac Aldo Borghesi e il dirigente nazionale dell’Anpi Vincenzo Calò.

Alle 21 prosegue invece alla Vetreria di Pirri la rassegna “Aprile Resistente”. In scena “Il viaggio di Giame” di Carlo Ferrucci, un recital con Rita Atzeri, Maria Grazia Bodio, Simeone Latini, Maria Loi e Fausto Siddi (produzione Il Crogiuolo).

Due invece gli appuntamenti in programma domenica 28 aprile. A Quartu Sant’Elena, con partenza alle 9.00 dalla Bussola del Lungomare Poetto si terrà il Memorial ciclistico dedicato a Gino Bartali e alle staffette partigiane.

Alla Vetreria di Pirri, alle 21.00, per la rassegna “Aprile Resistente” va in scena lo spettacolo “Cammelli a Barbiana, Don Lorenzo Milani e la sua scuola”, di Francesco Niccolini e Luigi D’Elia, con Luigi D’Elia e la regia di Fabrizio Saccomanno (una produzione Thalassia -Teatri Abitati)

Le celebrazioni per il 74° anniversario della Liberazione dal nazifascismo proseguiranno anche nel mese di maggio. Da mercoledì 1° a domenica 5 Senorbì ospiterà la mostra “Gli schiavi di Hitler”, promossa da Anppia e Anpi e organizzata dall’associazione Terra Promessa di Selegas.

Giovedì 2 maggio, grazie all’Anpi e allo Spi-Cgil, gli studenti dell’Istituto Tecnico Scano saranno protagonisti di un viaggio della vemorianei luoghi delle stragi nazifasciste (Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema, Padule di Fucecchio).

Venerdì 3 maggio, nella sala Nanni Loy dell’Ersu in via Trentino a Cagliari, “Francesco Cocco: fra cultura e politica”. Numerose testimonianze ed un video ricorderanno a partire dalle 17.00 l’intellettuale cagliaritano, in una iniziativa organizzata dal Centro di Iniziativa Democratica con la collaborazione di Istituto Gramsci Sardegna e l’Anpi.

Lunedì 6 maggio ad Assemini, presso l’Istituto professionale, Uaps e Anpi organizzano la proiezione del docufilm su “Gerard Hoffman, combattente contro il nazifascismo” e la mostra sugli antifascisti ed i partigiani sardi.

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Prima Paskedda Zau, eroina del popolo nei moti nuoresi di Su Connottu nel XIX secolo, poi Paska Devaddis, vittima, probabilmente innocente, di una lunga faida che sconvolse Orgosolo agli inizi del 900, infine Maria Lai, grande maestra d’arte ogliastrina scomparsa nel 2013. Donne forti, ciascuna a suo modo simbolo, tre “ribelli”, alle quali Il Crogiuolo ha voluto dedicare una mini rassegna intitolata, appunto, Trittico delle Ribelli. Che si chiude proprio con un omaggio all’opera dell’artista di Ulassai, che ha ispirato “La capretta di Maria“, una nuova produzione di teatro per l’infanzia della storica compagnia – fondata da Mario Faticoni – diretta da Rita Atzeri. Lo spettacolo andrà in scena mercoledì 26 dicembre, alle 17.00, nella Sala Bancri dello spazio Fucina Teatro, nel centro culturale La Vetreria di Pirri. L’ideazione, l’elaborazione drammaturgica e la regia sono della stessa Rita Atzeri, Marta Gessa, Antonio Luciano, Daniela Vitellaro, con la danzatrice Giulia Cannas, gli interpreti.

«”La capretta di Maria” è uno spettacolo pensato per parlare ai più piccoli dell’opera di Maria Lai e permettere loro di fare un viaggio alla scoperta del valore e dei significati dell’arte nella nostra vita – spiega Rita Atzeri -. In questo percorso poetico abbiamo fuso alcuni elementi biografici della vita di Maria con la narrazione di alcune fiabe da lei rivisitate. Abbiamo immaginato che la nostra ‘scatola teatrale’, privata dei neri e resa bianca per l’occasione, fosse un teatrino con il quale la stessa Maria, bambina, gioca a far prendere forma alle immagini del suo sguardo che trasforma la realtà.»

Lo spettacolo, fatto di sogni e visioni della durata di quaranta minuti, si apre con Maria Lai bambina, che descrive la nascita in lei del pensiero artistico con l’immagine di un pettine che vela il suo occhio destro di capelli ribelli: un’azione che si specchia nei gesti simmetrici delle attrici in scena. Da qui si dipana, con il tessuto metaforico della danza, che simboleggia l’arte, la narrazione delle fiabe “La capretta”, “Cuore mio”, “Il dio distratto”. Delle installazioni ambientali, site specific, di Maria Lai, Atzeri ha scelto di dare corpo in scena alla sua più nota, “Legarsi alla montagna”.

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L’ultima edizione, appena scorsa, del NurArcheoFestival è stata dedicata a lui. Ora Il Crogiuolo, come peraltro già annunciato, dedica a Cristiano Bandini, giornalista e scrittore recentemente, e prematuramente, scomparso, lo spazio scenico di Fucina Teatro, alla Vetreria di Pirri. E lo fa organizzando per giovedì 20 settembre, alle 21.00, una serata di inaugurazione ufficiale della nuova sala teatrale, che porta il nome del suo username: Bancri. Un omaggio/ricordo a cui parteciperanno la famiglia di Cristiano, amici, colleghi e diversi ospiti, fra artisti, attori e musicisti.

«Abbiamo deciso di chiamare il nostro spazio Sala Teatro Bancri in pieno accordo con la moglie, la giornalista Maria Carrozza – precisa Rita Atzeri, presidente e direttrice artistica del Crogiuolo -. Un caro amico, giornalista, scrittore e intellettuale di prim’ordine, una persona di raro rigore morale, di grande generosità e sapienza umana. L’incontro con Cristiano Bandini – ricorda Rita Atzeri – risale agli anni in cui la compagnia fondata da Mario Faticoni metteva in scena al Teatro dell’Arco di Cagliari “Aspettando Godot” di Beckett. Con Giovanni Sanna curava l’ufficio stampa e la realizzazione di un piccolo giornalino informativo sullo spettacolo. Da quel momento l’intelligenza e lo sguardo discreto e buono di Cristiano sono stati un dono prezioso che ha accompagnato, anche nella distanza, il nostro lavoro.»

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Il NurArcheoFestival giunge alla sua decima edizione. Un traguardo importante e significativo per la rassegna teatrale organizzata dal Crogiuolo, che quest’anno è dedicata a Cristiano Bandini, recentemente, e precocemente, scomparso. «Un caro amico, giornalista, scrittore e intellettuale di prim’ordine, una persona di raro rigore morale, di grande generosità e sapienza umana – sottolinea Rita Atzeri, direttrice artistica del Crogiuolo e anima del Festival -. L’incontro con Cristiano Bandini risale agli anni in cui la compagnia fondata da Mario Faticoni metteva in scena al Teatro dell’Arco di Cagliari “Aspettando Godot” di Beckett. Con Giovanni Sanna curava l’ufficio stampa e la realizzazione di un piccolo giornalino informativo sullo spettacolo. Da quel momento l’intelligenza e lo sguardo discreto e buono di Cristiano sono stati un dono prezioso che ha accompagnato, anche nella distanza, il nostro lavoro». Alla sua memoria il Crogiuolo vuole dedicare non solo il decennale del Nurarcheofestival ma anche, e in particolare, lo spazio scenico di Fucina Teatro nel centro culturale La Vetreria di Pirri: «Si chiamerà – specifica Rita Atzeri – Sala Teatro Bancri, dedicata a Cristiano Bandini».

Intrecci nei teatri di pietra si fa di nuovo in due. La decima edizione della rassegna, come lo scorso anno, raddoppia, nel senso che al cartellone consueto, dove dal 3 agosto al 14 settembre la tradizione storica e culturale della Sardegna si sposerà ancora una volta con il teatro in alcuni dei luoghi di maggior pregio archeologico dell’Isola, si affiancherà una programmazione che coinvolgerà dal 13 al 24 agosto diversi comuni con meno di tremila abitanti. Il NAF 2018 prosegue quindi nel solco del connubio fra cultura e turismo e si incontra con le linee dell’assessorato regionale del Turismo: combattere lo spopolamento dei piccoli centri attraverso le attività culturali – spettacoli, visite guidate, tavole rotonde – per salvaguardare e valorizzarne il patrimonio materiale e immateriale.

«Lo sforzo organizzativo e produttivo per i 10 anni del Nurarcheofestival è stato veramente notevole», sottolinea Rita Atzeri, direttrice artistica della rassegna. Cinque sono le ospitalità nazionali, con altrettanti importanti attori della nostra scena teatrale: Iaia Forte, più volte ospite del Festival, con “Odissea Penelope”; Isabella Carloni con il suo spettacolo dedicato alla pittrice Artemisia Gentileschi, “Artemisia”; Gianluigi Tosto – attore che da alcuni anni ha orientato il suo lavoro verso la narrazione e la recitazione poetica – che, dopo il successo dello scorso anno, ripresenta la “sua” Iliade; Matteo Belli – qualche anno fa la critica lo ha definito “il nipotino di Dario Fo” – in scena con “Perseverare humanum est”; Paolo Panaro, narr-attore eccellente, che proporrà “Il viaggio di Ulisse” (nelle precedenti edizioni del festival fra i protagonisti sono da annoverare interpreti come Maria Paiato e Laura Curino). Il cartellone si arricchisce anche della presenza di Caterina Murino, che proporrà un’intensa interpretazione di “Canne al vento” di Grazia Deledda, una nuova produzione del Crogiuolo, con testo e regia di Rita Atzeri, pensata appositamente per il NAF 2018. Il Crogiuolo partecipa, inoltre, alla produzione nazionale de “La terra degli uomini toro” di Marco Taddei e presenta altre due sue produzioni originali, “Sa notti de Is Janas” e “Dalla luna ai menhir”, su testo di Bepi Vigna.

Al centro del NurArcheofestival, quindi, con un cartellone particolarmente fitto, ancora soprattutto la cultura classica, attraverso la proposta di spettacoli dedicati al mito e all’epica, e quella più specificamente legata alla storia edalla tradizione letteraria sarda.

«Il NurArcheoFestival – spiega Rita Atzeri, presidente del Crogiuolo (ha da due anni raccolto il testimone dal fondatore storico dell’associazione, Mario Faticoni) – nasce con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio archeologico, per favorire una conoscenza profonda della nostra cultura materiale e immateriale. Nel corso degli anni abbiamo definito il NurArcheo come festival dal tempo lungo, perché gli appuntamenti che ne fanno parte prevedono, in taluni casi, escursioni naturalistiche, visite guidate ai siti, spettacoli teatrali al calar del sole e per chi volesse la possibilità di completare l’esperienza con degustazioni o cena, perché la conoscenza di una terra passa anche attraverso la sua cucina. Altro punto di forza – conclude Rita Atzeri – è la valenza di presidio culturale che il Nurarcheofestival riveste nel proporre le proprie iniziative e interventi, principalmente, in comuni al di sotto dei tremila abitanti: così facendo intende offrire un contributo concreto alla lotta allo spopolamento delle zone dell’interno.»

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E’ partita la VII edizione di Spazi di Frontiera, la rassegna storica organizzata da La Cernita Teatro. Per questa nuova edizione la rassegna si ripropone in una veste nuova con differenti spazi di rappresentazione a Carbonia, Iglesias e Cagliari, con una sezione dedicata agli Istituti d’Istruzione Superiore ed una serie di eventi collaterali organizzati in cooperazione con altri enti del territorio impegnati in attività culturali e sociali.
Durante l’intero periodo autunnale, ottobre/dicembre 2017, spettacoli e incontri con gli  autori avranno luogo presso Il Teatro di Bacu Abis, La Comunità di via Marconi di Carbonia, Il Centro Culturale Casa del Cinema di Iglesias gestito dall’Arci e lo Spazio Fucina La Vetreria di Pirri del Crogiuolo di Cagliari.

La rassegna si è aperta giovedì 12 ottobre presso il teatro di Bacu Abis, in occasione della Festa del tesseramento organizzata dallo SPI-CGIL del Sulcis Iglesiente, durante la quale La Cernita è andata in scena con “Cose dell’altro mondo“, uno spettacolo incentrato sul tema delle truffe agli anziani, materia inerente agli argomenti trattati nel dibattito svolto durante la serata.

Proseguirà l’11 novembre, a Carbonia, presso il Salone della Comunità di Via Marconi con la sezione Teatro dedicata agli Istituti d’Istruzione Superiore dove Andrea Rosas, autore e attore della compagnia, presenterà “La gran follìa” Rileggere il “Furioso”. Riscrivere l’Amore.

Andrea Rosas racconta dell’amore di Orlando per Angelica e di come si può – per amore (o per qualcosa che si crede sia amore) – perdere il senno e impazzire: «Parlando di Orlando ed Angelica, alla fine mi sono ritrovato a parlar di noi, uomini e donne di questo tempo , noi nudi davanti alle nostre certezze e fragilità, oggi come ieri. Anzi, forse oggi più di ieri“. Un monologo per provare a ri-scrivere insieme le pagine di un Amore oggi sempre più malato, per aiutarlo a “guarire”».

Lo stesso spettacolo, inserito nel programma delle “Giornate del cinema del Mediterraneo”, andrà in replica sabato 18 novembre presso il Centro culturlae-Casa del Cinema di Iglesias, in collaborazione con l’ARCI di Iglesias.

Anche il mese di dicembre sarà ricco di appuntamenti.

In occasione della Festa del Minatore organizzata da “Il comitato Santa Barbara” e “Associazione pensionati di Bacu Abis“ la Cernita, venerdì 1 dicembre alle ore 21.00, presenterà  al Teatro di Bacu Abis il riallestimento di un cavallo di battaglia della Compagnia, “STORIA DI UNA PICCOLA CITTÀ” Prog. Il lavoro mobilita-abitare le storie: Carbonia, una piccola città, appena uscita dalla guerra si stringe tutta intera attorno ai minatori scioperanti per affermare il suo diritto di esistere.

Il giorno seguente, sabato 2 dicembre, alle ore 18.00, al Teatro di Bacu Abis, ancora nell’ambito dei festeggiamenti della “Festa del Mnatore”, andrà in scena la Compagnia la Maschera con “Donne al bivio di…”, performance teatrale tra commedia musicale e cabaret.

Sabato 16 dicembre ci sposteremo a Cagliari, presso lo spazio Fucina della Vetreria, per il terzo e ultimo matinee con gli Istituti Superiori in cooperazione con il Crogiuolo, storica compagnia di Cagliari fondata Mario Faticoni. Durante la mattinata l’autore ed attore Andrea Rosas andrà in scena con un suo secondo lavoro diretto da Monica Porcedda, “Nulla succede per caso“, una storia cagliaritana sul Bene e sul Male liberamente ispirata a “Il vento soffia, dai bastioni” di Sergio Atzeni.

La rassegna si chiude al Teatro di Bacu Abis, sabato 23 dicembre, alle ore 18.00, con “Chàos” ultimo lavoro nato all’interno del “laboratorio teatrale permanente di Bacu Abis” diretto da Monica Porcedda, quest’anno giunto alla sua 9ª edizione con la partecipazione di 16 allievi. La pièce, tratta dalla Teogonia di Esiodo, porterà in scena 16 allievi.

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E’ tutto pronto al porto di Cagliari per la terza edizione di InvitaS. Apre il “villaggio sardo di gusto e tradizione”. L’evento che si propone di tenere “In-Vita” le tradizioni, la storia, la cultura le eccellenze enogastronomiche ed artigianali della Sardegna”, organizzato dall’associazione Primavera Sulcitana presieduta da Alessia Littarru, inizia domani sabato 28 ottobre e terminerà l’1 novembre. Per cinque giorni, il “villaggio del gusto” resterà aperto dalle 10.00 alle 23.00. Tantissimi gli eventi in programma: nell’ultimo weekend di ottobre spazio all’inaugurazione, sabato 29 ottobre, alle 11.00, con la sfilata dei partecipanti (maschere, costumi sardi, associazioni in abiti rinascimentali) nella Calata via Roma. A conclusione della parata, “su cumbidu”, con le donne in costume tipico sardo pronte a offrire ai visitatori presenti dolci tipici sardi. Domenica spazio garantito al Medioevo e al Rinascimento in Sardegna: in mattinata il corteo storico a rappresentare la storia della Sardegna. Rappresentano il Medioevo il gruppo dei figuranti e sbandieratori di Iglesias ed il gruppo “Funtana Onnis” di Guasila. Il rinascimento è a cura dall’associazione “Castello Siviller marchesato di Villasor”.

C’è poi la maxi area food, 8 postazioni chef e 700 posti a sedere. Tanti i menù, tutti sardi, da scegliere. Lunedì, poi, spazio alla cultura e poesia isolana, anche con ”CulturaS-Assaggi diVersi”. A partire dalle 17.00 le voci di nove tra poeti, scrittori, attori, cantanti sardi animeranno la kermesse tra letture, canzoni ed un personale omaggio alla Sardegna e ad una serie di figure di spicco dell’Isola. Ci saranno l’attore Mario Faticoni, gli scrittori Gianni Marilotti e Pietro Picciau, i poeti Fernando Cuccu, Gavino Angius, Valentina Neri, Alberto Lecca, la cantante Arianna Argiolas. Alle 19.00 sarà la volta della cantante Federica Cabras con un repertorio che spazia dai classici della tradizione musicale sarda ai brani moderni che abbracciano anche la world music.

Martedì 31, nel pomeriggio, la festa di “Is Animeddas” a cura dell’associazione Libera, che accoglierà i bambini offrendo loro dei dolci, noci, mandarini secondo la tradizione, così come detta la tradizione del Sud Sardegna. L’1 novembre, “Su mortu mortu”, oltre alle Fruste del Campidano e ai minatori di Buggerru. Per tutti i visitatori un bicchierino di mirto offerto dall’azienda Zedda Piras.

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Mario Faticoni suggella i festeggiamenti dei suoi ottant’anni riproponendo uno degli spettacoli più intensi della sua carriera teatrale, TRAGOIDIA, tratto da “Canto per un capro” del poeta bittese, trapiantato a Torino, Giovanni Dettori. Un concerto in versi per voce sola, con adattamento e regia di Bruno Venturi (produzione de Il Crogiuolo, con un nuovo allestimento firmato Arcostudio), che va in scena allo spazio Fucina Teatro della Vetreria di Pirri sabato 28 ottobre alle 21.00, ultimo appuntamento della rassegna che Il Crogiuolo ha dedicato all’attore e regista veronese-cagliaritano. Spettacolo di raro pathos, costruito sul testo di Dettori, di altissimo valore letterario, dedicato alla scomparsa prematura del figlio del poeta, con l’allora (era il 1989) collaborazione dell’antropologo e filosofo Placido Cherchi e di un giovanissimo costumista, Alessandro Lai, oggi fra i più affermati sulle scene nazionali e non solo.

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Dopo l’inaugurazione della mostra dei suoi disegni giovanili, Mario Faticoni festeggia gli ottant’anni con un altro appuntamento, inserito nella rassegna che Il Crogiuolo ha dedicato al suo padre fondatore.

Domani, venerdì 20 ottobre, allo spazio Fucina Teatro della Vetreria di Pirri va in scena alle 21.oo “Con mille lire in cerca di Zazà”, il concerto-spettacolo in due tempi che vede protagonista l’attore e regista veronese-cagliaritano, accompagnato al pianoforte da Salvatore Spano e Riccardo Zinzula. Un excursus degli spettacoli di canto, tanto cari a Faticoni: Kurt Weill e Brecht, la canzone italiana con “Lasciami cantare una canzone” e “Canzoni su due ruote”, la canzone napoletana, fino ad arrivare all’omaggio a Giorgio Gaber, che la farà da padrone nella seconda parte del recital.

Come prologo, verrà presentato da Roberto Deiana, chansonnier di tradizioni popolari, e dallo stesso Mario Faticoni il cd live “Frattanto canto”, che contiene le tracce registrate di canzoni tratte da alcuni concerti-spettacolo (il ricavato dalla vendita del cd andrà a sostenere l’attività dell’archivio di Mario Faticoni, riconosciuto dal Mibact di interesse storico nazionale e custodito all’Arcostudio di via Portoscalas).

Poi sarà un’alternanza di cantato e recitato: canzoni napoletane, “Parigi” di Majakovskij, “Come pioveva”, il ritratto di Mussolini scritto da Gadda, “Gastone”, un trittico dedicato al poeta Antonio Sini. Infine Giorgio Gaber, di cui Mario Faticoni proporrà alcuni cavalli di battaglia, fra cui “Ho visto tanti giovani”, “Il conformista”, “Le elezioni”, “La mia generazione”, “Illogica allegria”, “Non insegnate ai bambini”.

La mostra Se quel guerrier io fossi – Segni Sogni di Mariolino è ancora visitabile fino al 27 ottobre, dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 12.00 e su appuntamento (tel. 339 5850384). 

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Mario Faticoni ha tagliato il traguardo degli ottant’anni. E a uno dei padri, e maestri, del teatro moderno e contemporaneo in Sardegna, attore, regista, autore, giornalista e scrittore, Il Crogiuolo, sua creatura, oggi diretta da Rita Atzeri, dedica una rassegna, GLI OTTANT’ANNI DI MARIO FATICONI, appunto, allo spazio Fucina Teatro della Vetreria di Pirri. Tre gli appuntamenti in programma, fra il 13 e il 28 ottobre, una mostra e due spettacoli. «Lo spirito con cui rispondo alla festa per i miei ottant’anni – spiega Mario Faticoni – per un terzo è memoria seria, “Tragoidia”, lo spettacolo più sentito, e per due terzi gioco, disegno di bambino e canto, in ossequio alla natura di monello». 

E venerdì 13 ottobre, alle 19.00, si inaugura SE QUEL GUERRIER IO FOSSI – Segni Sogni di Mariolino, titolo – ispirato dal recitativo che precede la romanza “Celeste Aida”, intonata da Radamès nella celebre opera di Verdi (il canto lirico, altra passione di Mariolino) – della mostra a cura dall’Associazione Hibrys – Centro internazionale del fumetto, diretto da Bepi Vigna, e del relativo album di disegni giovanili di mario Faticoni, curato da Mimmo Caruso, con prefazioni di Bepi Vigna ed Alessandra Menesini.

Una cinquantina di tavole, un tocco lieve al festeggiamento per i miei ottant’anni, le definisce l’attore veronese, cagliaritano d’adozione. Che così descrive l’esposizione: «Sono i disegni di Mariolino, l’adolescente in bilico tra la città natale, Verona, e la città d’approdo sua e della famiglia, Cagliari. L’epoca abbraccia gli anni 50 del secolo scorso, ma si racconta anche della fonte ispirativa, i fumetti di Bonelli su Tex e di Salgari su Corsaro Nero e Sandokan, ma anche e forse soprattutto il clima familiare affettuoso e quello all’aria aperta di una fattoria di campagna, infine della malinconia dell’adolescente rimasto lontano per un anno dai genitori e del contatto con gli ultimi anni di guerra. Oggetti, cuginetti e fratellini, compagni di scuola, l’immaginario idilliaco naturale, infatuazioni amorose, il panorama campestre – la stalla, il  cavallo, il camino, la bicicletta, la jeep – il calore familiare agognato, fantasie femminili, Cagliari vista da Castello, ciclisti, calciatori, tennisti, marciatori, fatti di cronaca. Disegni dal vero, disegni ritratti dalle tavole di Walter Molino della Domenica del Corriere: la tragedia del Polesine, la morte del bandito Giuliano, la caduta da cavallo dell’attore Alan Ladd, gli incontri fra la regina Elisabetta d’Inghilterra e Charlie Chaplin e fra il presidente americano Eisenhower e Gina Lollobrigida, furti, incidenti, fughe, rapimenti femminili…».

«Segni in bianco e nero di matita e colori tenui di pastello, tracciati su fogli ingialliti – scrive Bepi Vigna nella sua presentazione -. Il tempo riemerge in frammenti da una vecchia cartella. La madre che stira sul tavolo da cucina, Mariolino che disegna, la radio che racconta. Ciclisti e calciatori… Coppi e Bartali, Tex Willer, ritratti insieme a cugini, amici, compagni di scuola. Rita Hayworth accanto a fanciulle desiderate e irraggiungibili… Gli anni Cinquanta furono quelli del miracolo della modernità, l’inizio di un’epoca in cui si poteva di nuovo sognare… C’è questo nei disegni di Mariolino: le tracce di una rivoluzione antropologica».

Così Alessandra Menesini nella sua prefazione: «…Una (parziale) autobiografia, questa sequenza di disegni che si ferma di botto al 1949. Ossia all’anno in cui il ragazzo con la matita si trovò a vivere in una città, Cagliari, che gli sembrò “scura e brusca” e dotata di troppi stagni… Mariolino… aggiunge alle tavole un testo sapido e leggero e di felice colorata sintesi. Accanto alle immagini, tenacemente conservate per decenni… parole ironiche e poetiche, lievemente nostalgiche… l’uso abile del chiaroscuro, la precisione dei particolari, la capacità di restituire le atmosfere familiari come gli echi delle imprese di Fausto Coppi o dei goal di Gunnar Nordahl…».

La mostra è visitabile fino al 27 ottobre, dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 12.00 e su appuntamento (tel. 339 5850384). 

CON MILLE LIRE IN CERCA DI ZAZÀ, è il concerto-spettacolo in due tempi che Faticoni metterà in scena, il 20 ottobre alle 21.00, accompagnato al pianoforte da Salvatore Spano e Riccardo Zinzula. Un excursus degli spettacoli di canto, tanto cari all’attore e regista: Kurt Weill e Brecht, la canzone italiana tra il 1920 e il 1950 con “Lasciami cantare una canzone” e “Canzoni su due ruote”; oppure quella da camera con “Torna caro ideal” ed altri recital ancora, la canzone napoletana, fino ad arrivare agli omaggi a Gaber e a De Andrè. 

Il 28 ottobre, alle 21.00, Mario Faticoni ripropone uno dei suoi cavalli di battaglia: TRAGOIDIA, tratto da “Canto per un capro” del poeta bittese, trapiantato a Torino, Giovanni Dettori. Un concerto in versi per voce sola, con adattamento e regia di Bruno Venturi (produzione Il Crogiuolo, nuovo allestimento di Arcostudio).

«Aver accettato di riprendere la mia prima regia a distanza di quasi trent’anni, è stato un atto di gratitudine nei confronti di Mario (Faticoni), di Giovanni (Dettori) e di tutti questi anni trascorsi – scrive Venturi nelle sue note -. La mia prima regia avveniva tutta sulle suggestioni che mi venivano  dall’immensa opera di Andrej e Arseni Tarkovskij, figlio e padre. E su un lungo studio effettuato sulla foné di Carmelo Bene… Ho chiesto a Mario di sforzarsi per rimettere in gioco tutto il lavoro di tanti anni prima: quei versi erano in lui, in noi e potevano diventare anche tutta un’altra musica…»