22 December, 2024
HomePosts Tagged "Mario Faticoni" (Page 5)

Diapositiva1

Prende il via mercoledì sera il #Festival Sant’Anna Arresi Teatro 2014.

MERCOLEDI’ 30 LUGLIO

Ore 21.00 – Per le strade di Sant’Anna Arresi – tappa finale Parco del Municipio

IL DIO DISTRATTO – SARDUS PATER in anteprima

Ass. Cult. Il Paese che accarezza le nuvole

Progetto scenico e regia: Mariano Corda.

Ore 22.00 – Parco del Municipio

GENE MANGIA GENE

Allegri attentati alla vita.

Il Crogiuolo

Di e con: Rita Atzeri.

Regia: Mario Faticoni.

Ore 23.00 – Parco del Municipio

CORTI A TEATRO

PROGETTO MIGRANTI: OGGI, IERI.

“Le ragioni che non conosci” di e con Alessandro Congeddu

Andrea Rosas racconta “Il Lungo Viaggio” di Leonardo Sciascia

Suggestioni sonore: Gerardo Ferrara.

Piazza del Nuraghe 6

manifesto_arresi2014-targa

Prenderà il via il 30 luglio, alle 21.00, la III edizione di #Sant’Anna Arresi Teatro 2014, Festival per un di Teatro Sociale di tutti e per tutti realizzata dal comune di Sant’Anna Arresi e La Cernita Teatro in collaborazione con l’ex Provincia di Carbonia Iglesias, gestione commissariale ed il contributo della comunità di Sant’Anna Arresi.

Il progetto nasce nel 2012 con l’obiettivo di riprendere un grande progetto di Teatro realizzato negli anni ’80, dal comune di Sant’Anna Arresi e il #Cada Die Teatro, che aveva dato vita ad un festival importante, anticipando i tempi con tendenze e novità sulla scena nazionale teatrale.

Nel 2012, l’Amministrazione insieme a #La Cernita Teatro, presentano un progetto per riannodare le file di quel discorso con un #Festival per un Teatro Sociale, un teatro di piazza “tra il colto e il popolare” che fin dalle origini nella tradizione antica, in occidente come in oriente, diventa espressione della memoria collettiva e dell’identità individuale.

«Nonostante la crisi e le numerose difficoltà che incidono pesantemente su chi si lavora nel sociale e su chi come noi si occupa di teatro e di cultura in un territorio come il Sulcis – spiega Monica Porcedda, direttore artistico – si conferma questa terza edizione valorizzando, oltre l’Anfiteatro di Piazza del Nuraghe, la strada e altri spazi non convenzionali molto suggestivi presso il Parco del Municipio che ospiterà la mattina, per la prima volta, un’esperienza laboratoriale di due giornate – 31 luglio e 1 agosto – per coloro che vogliano avvicinarsi al teatro, cominciando dalle basi.  Saranno tre giornate ricche di eventi, dalla mattina sino a tarda notte, con altre importanti novità: il pomeriggio del 31 luglio alle ore 19.00 al Parco del Municipio, dedicato all’incontro con gli artisti ospiti del Festival ed il progetto Corti a Teatro che ospiterà dei lavori prodotti dal Festival. Sant’Anna Arresi diverrà uno spazio aperto alla produzione teatrale, alla ricerca, all’incontro e confronto con professionisti del settore, alla partecipazione di Associazioni del Paese impegnate nel Teatro di Strada e degli allievi di Sant’Anna Arresi, Bacu Abis e di tutto il Sulcis Iglesiente che partecipano ai laboratori teatrali diretti dalla Cernita e che anche quest’anno saranno presenti come protagonisti di nuovi lavori, al coinvolgimento della Comunità e dei numerosi turisti che ogni anno scelgono Sant’Anna Arresi come meta. Per un teatro da fare e non solo da vedere, un teatro della partecipazione prima ancora che della visione. Un Festival che offre uno spazio a progetti in fase di ricerca e sperimentazione che trovano nel festival una tappa importante per uno sguardo sulle contraddizioni dell’era post-industriale: dal consumismo sfrenato al discorso sulla biodiversità, l’autosviluppo e alla visione  del concetto di libertà oggi, dall’emigrazione come attuale fenomeno politico e sociale all’emarginazione, fino all’esigenza di recuperare antiche tradizioni, linguaggi, saperi e modi di vivere che accomunano il passato con il presente, l’uomo con la natura e l’ambiente che lo circonda.» 

Si partirà il 30 luglio, alle ore 21.00, sulle strade di Sant’Anna Arresi, con tappa finale presso la Piazza del Municipio con L’Associazione Il Paese che Accarezza le nuvole di Sant’Anna Arresi, nata nel 2012, con un progetto teatrale scolastico diretto da Mariano Corda. 20 bambini, di età compresa tra 7 e 11 anni,  e 5 adulti sui trampoli presenteranno l’anteprima dello spettacolo itinerante in 4 stazioniIl dio distratto-Sardus Pater” tratto da “Un pezzo di luna” di Giuseppe Dessì. Alle ore 22.00, al Parco del Municipio, ci sarà Rita Atzeri del Crogiuolo, una delle migliori ed attuali attrici sarde, che presenterà “Gene Mangia Gene. Allegri attentati alla vita” con la regia di Mario Faticoni. Un’ indagine sul  vivere contemporaneo, uno sguardo insieme: ironico, intransigente e complice sui grandi problemi dell’era del consumismo. A concludere gli eventi alle ore 23.00 “CORTI A TEATRO PROGETTO MIGRANTI: OGGI, IERI”  produzione del Festival.  “Le ragioni che non conosci” di e con Alessandro Congeddu e Andrea Rosas che racconta “Il Lungo Viaggio” di Leonardo Sciascia. Percussioni e voce di Gerardo Ferrara.

Giovedi 31 Luglio alle ore 19.00 gli ospiti del Festival che incontreranno al Parco del Municipio Cinzia Crobu, giornalista, critico teatrale ed antropologa del teatro,  per una chiacchierata sul Teatro contemporaneo e sociale oggi e sui temi di questo Festival: Uno sguardo sulle contraddizioni dell’era post-industriale: dal consumismo sfrenato al discorso sulla biodiversità, l’autosviluppo e alla visione  del concetto di libertà oggi, dall’emigrazione come attuale fenomeno politico e sociale all’emarginazione, fino all’esigenza di recuperare antiche tradizioni, linguaggi, saperi e modi di vivere che accomunano il passato con il presente, l’uomo con la natura e l’ambiente che lo circonda.

Alle ore 21.30  sempre al Parco del Municipio Monica Porcedda e gli allievi del Progetto Laboratorio permanente di ricerca teatrale Bacu Abis presentano “Pronti! Chi parla?”  un secondo studio (il primo è stato presentato alla IV edizione di Spazi di frontiera il 14 Giugno 2014 al Teatro di Bacu Abis) sul corpo, le relazioni di gruppo e la voce creato per questo Festival in strada.  Alle ore 22.30 La Cernita Teatro presenta in anteprima “Dalla scuola… Alla frutta!”  Una commedia tutta da gustare.  Un richiamo alla genuinità della vita in un epoca in cui tecnologia, malessere e malattie sembrano farla da padrone.

Il Testo è di Gloria Uccheddu che firma la regia con la collaborazione di Monica Porcedda. In scena Gloria Uccheddu e Riccardo Montanaro. Arrangiamento musicale e voce: Francesco Atzori dei Onair Jokers.

Venerdì 1 agosto, alle ore 21.30, in Piazza del Nuraghe, gli allievi Progetto laboratorio permanente di ricerca teatrale Sant’Anna Arresi presentano “Libertà è…” in anteprima. Un omaggio a Giorgio Gaber ed una riflessione sul concetto di Libertà oggi. A seguire ore 22.30 presso il Nuraghe Arresi Coop. Teatro olata con “Bogaisinci a su soli, jogu poeticu teatrali de Salvatore Vargiu”, con la regia di Giuseppe Boy. Disabilità ed emarginazione in una dimensione teatrale onirica con tutte le incongruenze logiche e temporali che il sogno e la poesia rivendicano come essenza stessa della loro esistenza.

La serata termina con l’ultimo appuntamento alle ore 23.30 ORE 23:30 Nuraghe Arresi  “Corti A Teatro Progetto Oralità Pastorale [n°2]” di e con Monica Serra (micro fratture Teatro).

Un archivio di materiali sonori, riguardanti lo studio del linguaggio dei pastori con gli animali come Secondo STEP del progetto, realizzato a Sant’Anna Arresi in collaborazione con la Cernita Teatro per il Festival.

Direzione Artistica ed organizzativa: 

La Cernita Teatro 

Ingresso gratuito e libero a tutti gli spettacoli

Quota di partecipazione al laboratorio del 31 luglio e del 1 agosto 12 euro.

Di seguito il programma.

Mercoledì 30 luglio, ore 21.00

Per le strade di Sant’Anna Arresi – tappa finale Parco del Municipio
IL DIO DISTRATTO – SARDUS PATER in anteprima 

Ass.Cult. Il Paese che accarezza le nuvole
tratto da “Un pezzo di luna” di Giuseppe Dessì.
Anteprima dello Spettacolo itinerante sui trampoli in 4 stazioni.
Adattamento testi: Salvatore Cireddu.
Musica a cura di: Salvatore Cireddu.
Progetto scenico e regia: Mariano Corda.

Ore 22.00 – Parco del Municipio

GENE MANGIA GENE
Allegri attentati alla vita.

Il Crogiulo
Di e con: Rita Atzeri.
Regia: Mario Faticoni.
Un indagine nel vivere contemporaneo, uno sguardo insieme: ironico, intransigente e complice sui grandi problemi dell’era del consumismo.

ORE 23.00-  Parco del Municipio

CORTI A TEATRO
PROGETTO MIGRANTI: OGGI, IERI.
“Le ragioni che non conosci” di e con Alessandro
Andrea Rosas racconta “Il Lungo Viaggio” di Leonardo Sciascia
Suggestioni sonore: Gerardo Ferrara.
Progetto nato all’interno del Festival.

Giovedì 31 luglio ore 9.00 –  Parco del Municipio 

PARI O DISPARI: A,B,C DEL TEATRO

Laboratorio in tre tappe diretto da Monica Porcedda, Gloria Uccheddu e Riccardo Montanaro.

Prima tappa A ore 9.00 incontro in Piazza del Municipio.
Il laboratorio si terrà le mattine del 31 luglio e 1 agosto, dalle ore 9.00 alle ore 11.00. Rivolto a coloro che vogliano avvicinarsi al teatro, per passione e curiosità, cominciando dalle basi.

Ore 19.00 – Parco del Municipio

INCONTRO CON GLI ARTISTI

Cinzia Crobu intervista gli ospiti del Festival.

Ore 21.30 – Parco del Municipio

PRONTI! CHI PARLA?

La Cernita Teatro
Progetto Laboratorio permanente di ricerca teatrale Bacu Abis
Con: Cristina Alciator, Arianna Basciu, Pietro Carta, Maria Giulia Cirronis, Carla Galliu, Roberta Erras, Nicola Mannai, Assuntina Matta, Natalia Matzedda, Anna Rita Mei, Dario Mura, Marco Palomba, Irene Secchi, Donatella Virdis.

Effetti sonori: Nicola Mannai.
Regia: Monica Porcedda.

Ore 22.30 – Parco del Municipio
DALLA SCUOLA… ALLA FRUTTA

Una commedia tutta da gustare

La Cernita Teatro
Testo e regia di: Gloria Uccheddu.
Con: Gloria Uccheddu e Riccardo Montanaro.
Arrangiamento musicale e voce: Francesco Atzori (Onair Jokers).
Collaborazione alla regia: Monica Porcedda.
Un richiamo alla genuinità della vita in un epoca in cui tecnologia, malessere e malattie sembrano farla da padrone.

Venerdì 1 agosto ore 21.30 – Piazza del Nuraghe 

LIBERTA’ E’… in anteprima

La Cernita Teatro
Progetto Laboratorio permanente di ricerca teatrale Bacu Abis
Omaggio a Giorgio Gaber
Con: Giuseppe Cocco, Carlotta Franzini, Fabio Diana, Marisa Marongiu, Anna Paola Massa, Salvatore Messina, Stefanina Pilloni, Susanna Piras.
Regia: Monica Porcedda.

Ore 22.30 Nuraghe Arresi

BOGAISINCI A SU SOLI
Jogu poeticu teatrali de Salvatore Vargiu

Coop. Teatro Olata
Con: Rosalba Arriu, Dino Pinna, Flavio Contini, Martina Massenti.
Scene: Salvatore Vargiu e Giorgio Pinna.
Luci: Enrico Serra.

Assistenza alla regia: Cinzia Mocci.
Regia: Giuseppe Boy.

Disabilità ed emarginazione in una dimensione teatrale onirica con tutte le incongruenze logiche e temporali che il sogno e la poesia rivendicano come essenza stessa della loro esistenza.

Ore 23.30 Nuraghe Arresi

CORTI A TEATRO
Progetto Oralità pastorale [n°2]

micro fratture Teatro
di e con Monica Serra

Archivio di materiali sonori, riguardanti lo studio del linguaggio dei pastori con gli animali.

Secondo STEP del progetto, realizzato a Sant’Anna Arresi in collaborazione con la Cernita Teatro per il Festival.

Rita-Atzeri_007-7

Giovedì 19 giugno 2014, alle ore 21.00, nel Teatro Fratelli Medas, in piazza Municipio 1 a Guasila, all’interno della rassegna di Teatro popolare, organizzata, per il quinto anno consecutivo dai Fratelli Medas, andrà in scena “Tottu sa vida” un’opera di Paola Alcioni, prodotta da Il Crogiuolo di Mario Faticoni.

Il testo sarà interpretato da Rita Atzeri, accompagnata dal violino di Alessio Devita.

La fantasticazione del “possibile” come chiave per elaborare il lutto.

Una giovane donna è abbandonata alla vigilia delle nozze dall’uomo amato, che sposerà un’altra. L’elaborazione di quel lutto darà significato a tutta la vita successiva della donna che – attraverso una continua fantasticazione e la narrazione a se stessa, in chiave ironica e dolceamara – supererà la cocente disillusione, la vergogna e la solitudine, aprendosi al “possibile” anche nella vita, guardando avanti senza mai lasciare spazio alla rassegnazione inerte, scoprendo l’infinito e struggente valore dinamico e positivo dell’amore interiorizzato.

Il progetto UniveErsuTeatro, nato dalla collaborazione tra Ersu e Il Crogiuolo, giunge quest’anno alla sua seconda edizione. Questa stagione di primavera, che prevede tre appuntamenti, uno già svolto il 31 marzo, gli altri programmati il 16 aprile e il 6 maggio, vuole essere un’anteprima di quella che sarà l’attività autunnale, che abbraccerà didattica, spettacoli e proiezioni cinematografiche, il tutto pensato per gli studenti universitari ma aperto alla cittadinanza tutta.

Obiettivo ultimo creare al Teatro Nanni Loy un centro d’interesse forte per la produzione e la formazione teatrale animata e gestita dalla compagnia di teatro universitario, che si spera possa nascere al termine di questo progetto triennale.

Gli appuntamenti di primavera, programmati tra marzo e maggio, hanno visto la collaborazione piena e attiva con l’Università degli Studi di Cagliari il Dipartimento di storia beni culturali e territorio, dottorato in storia, beni culturali, Studi internazionali archivio di stato di cagliari, archivio di stato di oristano.

Lunedì 31 marzo, ore 16, nell’ aula magna della facoltà di studi umanistici (2° piano) si è tenuto il primo di un ciclo di seminari sul tema “La Sardegna dalla “grande guerra” al fascismo: economia, politica, società”: relatori Luisa Maria Plaisant e Giovanna Caltagirone. Il Crogiuolo con Mario Faticoni e Rita Atzeri ha proposto un recital da “Un anno sull’altipiano e Marcia su Roma e dintorni” di Emilio Lussu.

Enrico Mattei, un PATRIOTA” è invece la nuova produzione de Il Crogiuolo, nata dalla sollecitazione ricevuta dalla prof.essa Maria Luisa Di Felice, dal cui corso monografico prende l’avvio l’idea dello spettacolo.

In scena, per questo primo studio, mercoledì 16 aprile, ore 16.00, al Teatro Nanni Loy, Fausto Siddi, inteprete del testo scritto da Rita Atzeri e diretto dai due a quattro mani.

Un giornalista di talento, ma rovinato dalla sua incapacità di gestire la propria vita sentimentale, riceve dal proprio caposervio l’ultima occasione di conservare il proprio posto di lavoro, facendo un pezzo su Enrico Mattei.

Il caposervio vuole che Paolo, così si chiama il nostro protagonista, prenda spunto dall’articolo che ha scritto sul Jobs Act di Matteo Renzi, per riflettere sulla figura di uno dei protagonisti della rinascita dell’Italia nel secondo dopoguerra, convinta com’è che sia necessario che il giornalismo faccia qualcosa di più della cronaca e che la polica debba indicare delle strade coraggiose per la ripresa di un paese, che vede allo sbando.

Il 6 maggio, sempre alle ore 16.00 e sempre al Teatro Nanni Loy, andrà invece in scena “Il Lavoro mobilita: il 1948 a Carbonia e dintorni”, di Monica Porcedda, con Alessandro Congeddu, Arianna Basciu, Carla Galliu, Gloria Uccheddu, Lucia Longu, Luciano Sulas, Mariella Mannai, Piero Deidda, Pietro Carta, Riccardo Montanaro, Rosanna Sulas.

Regia di Monica Porcedda.

Voluta nel 1938 dal regime fascista, Carbonia sorge in meno di 13 mesi dall’immigrazione di uomini e donne provenienti da tutta l’Italia attratte dalla speranza di un lavoro e di una nuova vita. A dieci anni dalla sua fondazione la Città mostra i segni della sua esistenza precaria quando i più economici carboni esteri mandano in crisi il settore estrattivo, crisi rapida e dolorosa che spinge la dirigenza della Carbosarda ad attuare una rigida politica aziendale: licenziamenti e trasferimenti di personale (soprattutto quello politicizzato e sindacalizzato), aumento dei fitti, dell’energia elettrica, del carbone, dei viveri negli spacci aziendali, riduzione degli stipendi e sanzioni arbitrarie ai lavoratori. Contro le misure repressive e provocatorie il 7 ottobre 1948 il sindacato proclama lo “sciopero bianco” durato 72 giorni. Una città intera, appena uscita dalla guerra, trova la propria identità, stringendosi attorno ai minatori scioperanti per difendere il lavoro.

Il Crogiuolo ha fissato la data di inizio del nuovo corso di dizione tenuto da Mario Faticoni, per lunedì 28 ottobre, e la data di inizio del laboratorio di canto popolare tenuto da Clara Murtas, per giovedì 7 novembre.

Le lezioni saranno tenute all’Arco Studio di Via Porto Scalas 17, a Cagliari. Sono ancora disponibili dei posti, gli interessati possono chiamare il numero 334 8821892 o scrivere a: ilcrogiuolo@gmail.com.

Venerdì 6 settembre 2013, alle ore 22.00, nell’ambito del NurArcheoFestival – Intrecci nei teatri di pietra, organizzato da Il Crogiuolo in collaborazione con il Teatro del Sottosuolo tra l’Ogliastra ed il Sulcis Iglesiente, presso la piazzetta adiacente scuola elementare, in pieno centro storico a Gonnesa, andrà in scena lo spettacolo “Gene mangia gene. Allegri attentati alla vita” di e con Rita Atzeri, regia Mario Faticoni, produzione Il Crogiuolo.

“Gene mangia Gene” si propone come una riflessione caustica ironica e diventente sulla società dei consumi: si parla di biotecnologie, manipolazioni genetiche, colossi industriali eticamente discutibili dalla Coca – cola, alla Danone e alla Novartis, cellule staminali, acquisti sfrenati e via discorrendo.

Lo spettacolo sarà preceduto, ore 21.00, dalla presentazione del libro edito da AM/D, “Svegliatevi sardi! New York 1978” Costantino Nivola intervistato da Mario Faticoni, saranno presenti l’autore, di seguito la sua prefazione al libro, e il giornalista Massimiliano Messino:

«A Cagliari di ritorno dal viaggio a New York, dove avevo intervistato Costantino Nivola, Tuttoquotidiano, il giornale al quale lavoravo, stava per chiudere; un giornalista senza giornale è come il gabbiano costretto a terra. Ma anche il teatro, mestiere che devasta le esistenze, ebbe il suo ruolo: mi aspettavano tre convegni da organizzare e un Mackie Messer da interpretare.

Ricordo questo per cercare di spiegare perché decido di pubblicare a trentacinque anni di distanza un’intervista così preziosa.

Devastante, ma propizio teatro, comunque: senza il teatro non avrei incrociato in quell’agosto 1978 a New York Costantino Nivola. Ero partito per motivi personali e forse il solo suo ruolo d’artista non m’avrebbe portato fino a Long Island. L’incontro vero con lui, salvo quello che sapessi prima della sua arte di scultore, era stato infatti teatrale, indiretto ma teatrale.

E aveva nome piazza Satta, a Nuoro, il suo gioiello.

Vi erano andati in scena tra il ’72 e il ’75 Gli occhi tristi di Guglielmo Tell, Quelli dalle labbra bianche e il trionfo-epopea di Su connottu, rappresentato un anno dopo la scomparsa del suo autore, Romano Ruju, impiegato del Comune di Nuoro che riuscì a essere grande poeta e drammaturgo, di cui era impossibile non innamorarsi per la sua gioia creativa ed esistenziale, il suo amore per la poesia e il canto, la sua fragilità di sognatore.

L’involucro di quella perla era Nuoro, in quegli anni tutto un pulsare di iniziative di artisti, intellettuali e poeti, impregnata dell’aura de Il giorno del giudizio, oggetto di un numero monografico della rivista Paragone.

Prendemmo tutti la febbre nuorese. In quelle recite estive scoprii piazza Satta e Costantino Nivola. Estati sotto il segno di quello spazio magico, sotto il segno di Nivola. Giovani, in un clima ancora di entusiasmo e speranze, cercavamo esempi etici. Non c’è occasione d’essere a Nuoro che non vada ancora oggi, come un ragazzo innamorato, a trovare la bella.

La piazza parlava per lui, spazio libero della ricreazione, della fraternizzazione, dell’incontro, familiare come una persona. Parlava anche del tradimento: mancavano quei negozietti, quei luoghi di lavoro progettati intorno, che fanno di uno spazio una piazza, un luogo di vita. Ce ne accorgemmo col tempo e ne fummo sempre più rattristati. Era consolante, almeno, vedere accovacciati sulle sue sculture gli studenti con i loro zainetti, i ragazzi giocarci a pallone. Nell’intervista che segue, Nivola rimarca amaramente quel tradimento.

Non potevo che andare a trovarlo, una volta sul suolo americano.

A distanza di anni e con il solo strumento dell’autoindagine, è difficile ricreare il clima di quella giornata. Pur denso della nebbia del tempo, il ricordo va all’incontro fortunato tra due spiriti liberi, soli, in terreno neutro, in un momento di fiducioso abbandono e sintonia, accomunati dalla passione e dall’urgenza di esprimersi su temi sociali e culturali della propria terra e del proprio tempo, pur su piani diversi per ambiti e qualità: un isolano grande artista umanista e un sardo-non sardo aspirante attore.

Era un periodo di fervido impegno sia in teatro che al giornale. Numerosi articoli critici verso il sistema culturale e politico sardo, teatro ma anche emigrazione, lettura pubblica, passività delle istituzioni, responsabilità degli intellettuali, fallimento della Rinascita, franchismo, golpe in Cile, la stessa crisi di Tuttoquotidiano.

Non ebbi bisogno di fare domande articolate. Al suo bisogno d’intervento bastarono brevi accenni.

Nivola parla a dirotto, con passione e candore. Denuncia la mancata opera su Gramsci ad Ales, l’infatuazione per la civiltà esterna, la superstrada rettilinea in stile olandese, il disamore dei sardi per la propria terra, il tradimento della lingua, uno spirito ancora intriso di crudeltà, l’insensibilità estetica, l’assenza di poesia, la sciatteria nel costruire, “ovili come porcili”, plastica al posto dei cesti, alberi tagliati…

Ma la denuncia ha un tono dolce, sereno: “La loro non è ostilità, è indifferenza”. E quando dice “Vi fate fare queste cose”, c’è sorriso, bontà, come dire: “Sbagliate, ma vi potete correggere, se volete”. Il viso è sereno, la voce lieve, si è a tavola, si mangia.

E non è la levità disincantata dell’emigrato. Altri emigrati non hanno questa voce; andate a sentire quella del caro Giovanni Dettori1 nella sua casa piemontese, ci si può affilare un coltello. La voce di Nivola è di un dolore distillato, voce paziente di un’esigua speranza, dell’uomo bambino che racconta Orani, dell’uomo incantato dalla vita, che di notte si fonde con la sua terra sdraiato su un prato. Sentimento sereno dettato dalla coscienza politica, dal modello di sviluppo desiderato:

“… una Sardegna agricola, pastorale, con un minimo di strutturazione industriale, una tecnologia di natura indispensabile per alleviare la fatica dell’uomo, ma soprattutto un modo di vivere basato sull’accettazione di modi di vita parsimoniosi ed economici”.

“Minimo”, “indispensabile”, “parsimonia”.

Si legge in queste parole del 1978 l’annuncio di quella resipiscenza economica, di quel non più procrastinabile cambiamento, che riempie la comunicazione odierna. Concetti per nulla buttati lì a volare sulle ali dell’utopia: li sorregge la coscienza: “L’uomo, messo nella condizione naturale, manifesta il suo lato positivo”.

Forse a quest’uomo, come a tutti gli innovatori, la sua terra non ha dato tutto quello che meritava: “Ai sardi ha fatto comodo immaginarmi come loro, un piccolo sardo”.

Al mio ritorno Tuttoquotidiano sta per chiudere.

Per anni rimangono inerti nel cassetto block notes e rullino fotografico, che contengono altre tracce del viaggio americano, paesaggi, momenti di vita, interviste all’Italian Cultural Institute e all’editore americano di Padre padrone di Gavino Ledda; e spettacoli, tra cui uno straordinario Andy Warhol’s last love del gruppo ungherese Squat Theatre, il concerto del ritorno in America di Alan Stivell, quello di Zubin Metha nella piana del Central Park allestita per metà picnic in campagna, per metà insediamento protervo del territorio di pura marca americana, con tanto di recinzioni e bandiera; lo sparuto corteo comunista che si annuncia con un flebile coro; l’incontro con alcuni studenti universitari iraniani, intelligenza sprizzante gioia e comunicatività, accesa passione politica; la notizia dell’elezione di papa Luciani appresa in metropolitana, e l’emozione nel trovare in libreria l’edizione americana di Morte di un commesso viaggiatore di Miller rappresentato da noi del Cut solo undici anni dopo la prima mondiale.

In un soprassalto di professionalità ripresi quattro anni fa il block notes e stesi l’intervista per inserirla in Tumulti quotidiani, il libro del mio giornalismo. Ma su consiglio di Gio Maria Bellu, Aldo Brigaglia, Vito Biolchini e Giovanni Sanna la estrassi cercando di farne un libretto a parte. La sensibilità di AM&D, che ringrazio, fa uscire oggi dal limbo e salva queste parole.

Mi sembra una testimonianza bella di quel tempo, di quell’uomo, della sua terra, del suo modo d’amarla virilmente, anche profetica per l’oggi. Limiti e meriti del tempo che trascorre.

Sento l’orgoglio e la fortuna d’essere stato l’uomo giusto al momento giusto. Per avermi concesso allora di esserlo, lo ringrazio.

Nivola morirà nel 1988, la moglie Ruth vent’anni dopo. Uno strano destino li accomuna: invitati in anni diversi a Cagliari per l’inaugurazione delle opere al Consiglio regionale e per la grande mostra a Palazzo Regio, entrambi, scomparsi pochi mesi prima, non poterono parteciparvi.

Quella coincidenza, quella fatale assenza, pensando al sentimento doloroso affiorato, pur pudicamente, dall’intervista, mi sembrano oggi un misterioso, tacito rifiuto. Come se, dopo lo storico fallimento della rinascita della terra amata, la fertilità legata a quelle sculture fosse rinnegata, ed esse, grembi mai più fecondi, testimoni d’accusa, severe presenze postume.“ Nel letto di granturco c’è rimasto, dalla tua parte, un solco senza seme”, fa dire, negli stessi anni, alla sua moglie dell’emigrato, Francesco Masala2, altro artista deluso di Sardegna.

La Sardegna e l’arte. La Sardegna e il mare. È come se, da millenni, i soporosi vapori salini spiranti dal mare soffocassero a terra il vento liberatorio e vitale, violentando l’anelito alla vita e all’azione, la capacità fantastica e visionaria, lo slancio progettuale.

E la voce pur possente di alcuni suoi abitanti non superasse la coltre sciroccosa delle nuvole.

Prende il via venerdì 16 agosto la quinta edizione del NurArcheoFestival, un progetto forte di valorizzazione del patrimonio archeologico e architettonico dell’Ogliastra, ideato e promosso da Il Crogiuolo e nato grazie al forte sostegno dell’allora presidente della Provincia Ogliastra Piero Carta.

Parallelarmente, con gli stessi obiettivi volti alla promozione dei siti archeologici e storici del Sulcis Iglesiente, nasceva cinque anni fa (2009) un analogo progetto, a cura del Teatro del Sottosuolo, denominato Teatri di Pietra le voci di Astarte.

La difficile situazione nel quale il mondo della cultura in generale, e ancor più nello specifico il settore dello spettacolo dal vivo si è venuto a trovare nell’annualità in corso, ha favorito l’estensione di una collaborazione già esistente tra Crogiuolo e Teatro del Sottosuolo, sfociata nell’organizzazione congiunta dei due eventi, da qui NurArcheoFestival intrecci nei teatri di pietra, in programma dal 16 agosto al 15 settembre 2013 nelle due province, Ogliastra e Sulcis Iglesiente. Per il Sulcis Iglesiente il progetto si svolge con la collaborazione della Regione Sardegna e i Comuni di Fluminimaggiore, Gonnesa e Perdaxius. Per l’Ogliastra con la collaborazione di Regione Sardegna, Fondazione Banco di Sardegna, comuni di Ilbono, Villagrande Strisaili, Ulassai, Tortolì, Baunei, Lanusei.

Diciotto spettacoli in quasi un mese di programmazione, con in più, e queste sono le novità forti dell’edizione 2013 del NurArcheoFestival, la realizzazione, appositamente per i siti di Scerì ad Ilbono e la tomba dei giganti al bosco Selene di Lanusei, di due installazioni ad opera rispettivamente  degli artisti Simone Dulcis e Lea Gramsdorf, che realizzano “Un telaio per Maria” e  di Marilena Pitturru con “La dea delle libagioni”. Entrambi i progetti installativi sono curati da Alessandra Mesinini. Seconda novità la presenza di tre “laboratori del gusto” legati a dolci e pane, olio e formaggio e realizzati da “Dolce e salato da Laura e Marina”, Oleificio Demuru, azienda agricola Su Strumpu, in programma a Lanusei, Ilbono e Villagrande Strisaili.

Nei siti archeologici gestiti dalla società Irei e dalle cooperative La Nuova Luna e Archeo Taccu, senza la cui preziosa collaborazione la realizzazione del Festival non sarebbe possibile, la visione degli spettacoli sarà preceduta da una visita guidata ai siti.

Il cartellone del NurArcheoFestival è parte del più ampio progetto di promozione culturale del territorio portato avanti dal Consorzio Ogliastra Promozione.

Primo appuntamento per “Intrecci nei teatri di pietra” il 16 agosto, ore 21.30, a Fluminimaggiore, Tempio di Antas, con “All’ombra dell’ultimo sole”, liberamente ispirato al Decamerone di Boccaccio, scritto e diretto da Rita Atzeri, con Daniela Collu,  Alessandra Leo, Alessia Marrocu, Alessandro Muroni, Pier Paolo Frigau, Vincenzo De Rosa e con la partecipazione di Tiziana Martucci, canzoni di Alessandro Muroni, una coproduzione Il Crogiuolo – Teatro del Sottosuolo.

L’1 settembre 2013, alle 21.00, a Perdaxius, nel parco di San Leonardo andrà in scena “Canne al vento” da Grazia Deledda, con Gianluca Medas – voce narrante e Andrea Congia – chitarra classica, una produzione Associazione Figli d’Arte Medas.

Il 6 settembre 2013, alle 21.00, a Gonnesa, nel centro storico, nella piazza antistante la scuola elementare si terrà la presentazione libro “Svegliatevi sardi! New York 1978” Costantino Nicola intervistato da Mario Faticoni edizioni AM&D. Alle 22.00 Rita Atzeri per la regia di Mario Faticoni sarà l’interprete di un testo da lei scritto “Gene mangia gene”. Allegri attentati alla vita. Produzione Il Crogiuolo.