2 November, 2024
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Si è spento oggi, all’età di 82 anni, Giorgio Oppi, leader dell’UDC, consigliere regionale all’ottava legislatura (la sua presenza nell’aula di via Roma venne interrotta nella legislatura 1994-1999, quando il Partito Popolare gli negò la quarta candidatura consecutiva, in attuazione di una norma poi superata). E’ stato indiscutibilmente uno degli uomini più influenti della politica sarda per oltre mezzo secolo.

Giorgio Oppi era nato l’8 febbraio 1940, a Iglesias. Iniziò a fare politica da studente universitario, collega e grande amico di giovani che avrebbero “sposato” la carriera politica in altre formazioni: Emanuele Sanna, Luigi Cogodi ed Emidio Casula.

Conseguì la laurea in Geologia e le prime esperienze lavorative le maturò da docente nei corsi professionali nell’ente presieduto da Giovanni Maria Lai, a Carbonia.

E’ stato per diversi anni dirigente provinciale della Democrazia Cristiana e vicesindaco di Iglesias fino al 1993, quando non si ricandidò (l’anno che vide nascere la “stella” di Mauro Pili, eletto sindaco – con il compianto Roberto Frongia vice sindaco – con una coalizione civica, nella clamorosa rimonta al ballottaggio di inizio dicembre contro il candidato del centrosinistra Nico Grillo). Venne rieletto consigliere comunale nel 1997.

In Consiglio regionale Giorgio Oppi venne eletto la prima volta nel 1979 nel Collegio di Cagliari, confermato nel 1984 e nel 1989. Nel 1989 assunse prima la vicepresidenza del Consiglio regionale, due mesi dopo l’incarico di assessore regionale della Sanità, ricoperto nelle Giunte guidate da Mario Floris ed Antonello Cabras.

Nella legislatura 1994-1999, escluso forzatamente dall’assemblea perché non ricandidato, dopo brevi esperienze con PPI e MID, aderì al CCD, nelle cui liste venne rieletto consigliere regionale nel 1999 nel Collegio provinciale di Cagliari (dopo una breve esperienza da presidente del Consorzio Industriale di Portovesme, incarico che aveva già ricoperto diversi anni prima) e ricoprì l’incarico di capogruppo fino al 2002, quando nacque l’UDC, attraverso la fusione tra CCD, CDU e Movimento dei Democratici Cristiani della famiglia di Bruno Randazzo.

Giorgio Oppi venne rieletto per la quinta volta consigliere regionale nel 2004, da segretario regionale dell’UDC, partito che non ha più lasciato anche nei periodi più bui dello stesso a livello nazionale che hanno visto via via prendere altre strade i principali leader, ad iniziare da Marco Follini e Pierferdinando Casini. Ha avuto una breve esperienza da deputato ma ha poi preferito tornare in Sardegna, per continuare a recitare un ruolo centrale, sia quando si è trovato in maggioranza, sia quando è stato all’opposizione. Nel 2019 è stato rieletto per l’ottava volta consigliere regionale nella Circoscrizione di Cagliari e, nel corso della legislatura, ha lavorato per far crescere il gruppo e ha avuto un ruolo di primissimo piano nella coalizione di maggioranza di centrodestra, al punto che recentemente, ricoverato in gravi condizioni in ospedale mentre era in corso una serrata verifica di maggioranza in vista di un probabile rimpasto in Giunta, il presidente della Regione, Christian Solinas, ha affermato che la verifica sarebbe proseguita solo dopo la riabilitazione di Giorgio Oppi, La riabilitazione sperata, purtroppo, non c’è stata.

Giorgio Oppi ha avuto per oltre mezzo secolo un ruolo importantissimo anche nella politica locale e negli enti di sottogoverno. Ha tenuto quasi sempre ottimi rapporti con i partiti di opposizione, e con singoli loro rappresentanti, al punto da assegnare spesso – avendo un ruolo determinante nelle singole assemblee – incarichi di primissimo piano a esponenti della parte politica di minoranza.

A Iglesias, la sua città, pur facendo parte della coalizione di centrodestra in Consiglio regionale, in diverse consiliature, compresa quella in corso, con la sua lista civica ha stretto alleanza con il centrosinistra, risultando determinante per il risultato elettorale. Analoga strategia ha seguito anche a Carbonia alle elezioni dello scorso anno che portarono alla vittoria il centrosinistra e all’elezione a sindaco di Pietro Morittu.

Come spesso accade ai politici, soprattutto a quelli molto influenti, Giorgio Oppi era “amato” dagli amici, tanti, e “odiato” dai nemici, sicuramente in numero molto inferiore a quello degli avversari politici, perché con molti di loro aveva un ottimo rapporto. 

Conoscendolo da moltissimi anni, perché pur avendo 20 anni in meno di lui ho iniziato la professione di giornalista nei primi anni della sua carriera politica, ritengo di poter dire che con la scomparsa di Giorgio Oppi la politica sarda perde oggi un tassello importante di un mosaico che da anni fa grande fatica a trovare ricambi all’altezza.

Ciao Giorgio

Giampaolo Cirronis

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Giuseppe Pilloni torna alla presidenza del Centro commerciale naturale di Iglesias. E’ stato unanime il benestare dei soci del Centro commerciale naturale al rinnovo della classe dirigente del sodalizio, che potrà quindi contare nuovamente su un gruppo ricco di entusiasmo, di spirito costruttivo e di volontà di condivisione.

Per Giuseppe Pilloni, l’elezione a presidente, dopo cinque anni da vice, senza mai aver abbandonato la nave, nonostante i molteplici motivi di tempesta, riporta d’attualità i suoi precedenti due anni alla guida del gruppo, dal 2004 al 2006 con l’associazione Centro città, e dal 2006 al 2010 quando la stessa assumeva le vesti di Centro commerciale naturale Centro Città, alla quale si è poi affiancato il Comune. Giuseppe Pilloni riporterà in trincea il valore della collaborazione tra commercianti e lo spirito di confronto con le istituzioni, al fine di costruire strategie di superamento della crisi del commercio locale che, spesso, assume i connotati della recessione.

Giuseppe Pilloni sarà affiancato da Stefania Tolis, vice presidente e tesoriera, Matteo Montis, segretario con deleghe al marketing e comunicazione, Luca Puddu consigliere con delega alle installazioni e manifestazioni, Mario Floris consigliere con delega al dialogo con la ristorazione e Bar.

Il presidente Giuseppe Pilloni porta con sé una squadra giovane, con tanta voglia di innovazione e di aggregazione e con grande spirito di servizio, al fine di offrire una mano determinante al comparto commerciale contemporaneo, per centrare obiettivi di programmazione e di crescita economica e soprattutto sociale, portando a casa più risultati e sinergie possibili.

«Siamo convinticommenta Stefania Tolische con la grande esperienza sul campo maturata dal presidente Giuseppe Pilloni, riusciremo a farci guidare al meglio, consapevoli che la parola d’ordine sarà fare squadra, ripartendo dai soci e dal centro storico.»

Luca Puddu, responsabile delle installazioni, ci assicura che gli ombrelli non mancheranno di essere montati anche quest’anno anomalo, con la partecipazione attiva del comune che li sponsorizza in toto. Insomma tutti pronti ai blocchi di partenza attendiamo il via.

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Roberto Frongia, neo assessore regionale dei Lavori pubblici, lascia il Consiglio comunale di Iglesias, al suo posto subentrerà Luisella Corda, prima dei non eletti nella lista dei Riformatori sardi alle Amministrative del 10 giugno di un anno fa, con 67 preferenze.

Roberto Frongia, 59 anni, presidente dei Riformatori sardi e del Comitato per il riconoscimento dell’Insularità in Costituzione, è alla seconda esperienza da assessore regionale. Nella prima, nella XII legislatura, dal 1999 al 2004, ricoprì il ruolo di assessore del Turismo, Artigianato e Commercio, nelle Giunte guidate da Mario Floris, Mauro Pili ed Italo Masala.

La decisione di lasciare il Consiglio comunale di Iglesias per dedicarsi a tempo pieno al nuovo prestigioso ed oneroso incarico, è arrivata undici giorni dopo il giuramento da neo assessore regionale.

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Roberto Frongia, 59 anni, avvocato, presidente dei Riformatori sardi e del Comitato per il riconoscimento dell’Insularità in Costituzione, nonché consigliere comunale di minoranza al comune di Iglesias, è il nuovo assessore regionale dei Lavori pubblici. Ritorna così in Giunta regionale, a distanza di 15 anni, avendo ricoperto l’incarico di assessore del Turismo, Artigianato e Commercio per l’intera XII legislatura, nelle tre Giunte presiedute da Mario Floris, Mauro Pili ed Italo Masala.

Roberto Frongia ha iniziato la sua esperienza politico-amministrativa al comune di Iglesias, la sua città, il 5 dicembre 1993 da assessore e vicesindaco al fianco di Mauro Pili, con il quale fu protagonista di una clamorosa rimonta al ballottaggio (partendo dal 22% contro il 48% maturati al primo turno) nei confronti della coalizione di centrosinistra guidata da Nico Grillo. L’esperienza al comune di Iglesias si interruppe anticipatamente per la candidatura di Mauro Pili alla carica di governatore, alla vigilia delle elezioni regionali del 1999 che lo videro candidato, non eletto, alla carica di consigliere. Venne subito indicato dai Riformatori sardi come assessore tecnico del Turismo, Artigianato e Commercio, incarico che ricoprì per l’intera legislatura, in tre diverse Giunte. Conclusa quell’esperienza, ha continuato il suo impegno politico, senza soluzione di continuità, con i Riformatori sardi, candidandosi prima alla carica di consigliere regionale, poi a quella di sindaco di Iglesias, senza fortuna, e un anno fa è tornato in Consiglio comunale da consigliere di minoranza. Dal luglio 2016 è presidente del partito. Ha proseguito le battaglie storiche dei Riformatori sardi per le riforme e da un paio d’anni guida il Comitato per il riconoscimento dell’insularità in Costituzione.

Dalla prossima settimana, subito dopo il giuramento in Aula, Roberto Frongia guiderà l’assessorato dei Lavori pubblici della Giunta Solinas.

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Il Consiglio regionale ha dato il via libera alla legge sull’inquadramento del personale dell’Agenzia Forestas.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione degli articoli e degli emendamenti collegati al Testo unico sul nuovo contratto dell’Agenzia Forestas.

Aprendo la discussione dell’art. 1 Daniela Forma, del Pd, ha ribadito il suo dissenso rispetto al testo della commissione perché, fra l’altro, «appare slegato dalle attività esercitate dall’Agenzia, per cui ci saranno sicuramente grandi problemi di attuazione; inoltre, resta inalterato il problema dei semestrali con nuove disparità normative ed economiche, per cui auspico che con emendamenti che hanno ottenuto un certo consenso si possa migliorare il testo per renderlo più accettabile e meno iniquo».

Messo ai voti, l’articolo è stato approvato con 34 voti favorevoli ed 1 contrario.

Successivamente è iniziata la discussione dell’art. 2.

Esponendo il parere della Giunta sugli emendamenti l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu ha ricordato che, già in sede di discussione generale, «è stata evidenziata la necessità di affrontare il problema in modo pragmatico con un contratto pubblico inserito nella 31 per poi affrontare la questione dei lavoratori a tempo determinato per ridurre al massimo le incertezze di questa aliquota del personale». Filippo Spanu ha poi ribadito l’appello rivolto all’Aula ed anche all’esterno «per soluzioni che, fermo restando l’obiettivo generale, togliessero incertezze contrattuali, organizzative e finanziarie su un contratto che, di fatto, riguarda la metà dei dipendenti del sistema Regione». Per queste ragioni, ha aggiunto, «abbiamo favorito emendamenti mirati, anche se non proposti direttamente dalla Giunta, superando la logica maggioranza-opposizione». In definitiva, ha concluso Filippo Spanu, «su questo articolo che è il cuore del testo, stiamo cercando di restare all’interno della 31 facendo chiarezza sulla specificità di questi lavoratori, perché inserirli tutti insieme dentro un contratto di impianto amministrativo significa determinare poi problemi di attuazione, di rappresentatività nell’ambito dello stesso contratto, di impatto finanziario: siamo dunque favorevoli all’emendamento 10/28 ed al 4, mentre per il resto ci rimettiamo all’Aula».

Il presidente della commissione Autonomia e personale Francesco Agus ha sottolineato che «come commissione abbiamo sempre osservato il principio della delegificazione perché troppo invasivo e, in particolare, perché le leggi statali lasciano ampi spazi alla contrattazione e le norme regionali sono troppo farraginose». I vincoli sono stati ridotti per quanto possibile, ha concluso Francesco Agus, annunciando un emendamento orale all’articolo cambiando una definizione da adeguata a coerente».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha ripercorso l’attività sempre più intensa dei giorni scorsi per migliorare testo evitando contrapposizioni anche se, ha lamentato, «un certo clima ricorda tempi ormai superati con la diffusione di manifesti necrologici di contenuto fuori luogo che non mostrano volontà costruttiva ma solo la cura di interessi particolari». Antonio Solinas ha poi confermato le sue numerose perplessità di fronte all’ipotesi prospettata dalla Giunta nella quale, ha sostenuto, «prevale una visione burocratica inserendo nella 31 Forestas che dovrebbe essere invece uno strumento agile e dinamico». Ora, ha avvertito, «siamo ad un bivio: inserire il personale nella 31 o ipotizzare un contratto pubblico di comparto, e la differenza sta nel collocarli all’interno del ruolo unico del sistema Regione nel primo caso e, nell’altro, delineare una contrattazione a parte». Penso che per Forestas, ha concluso, «sia molto meglio la seconda ipotesi, anche se molti sindacati e molti consiglieri la rifiutano e forse ora non c’è più tempo, per cui comunque ritengo necessario fare un ulteriore sforzo per non lasciare nessuno indietro».

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha espresso la volontà del suo gruppo di aderire alla proposta del presidente della commissione Francesco Agus.

Successivamente il Consiglio ha approvato con 46 voti favorevoli e 2 contrari l’emendamento n. 10 (Agus e più) che prevede l’avvio della contrattazione entro il 31 dicembre del 2018. Il testo è stato integrato dall’emendamento orale proposto dallo stesso Francesco Agus. Subito dopo il voto favorevole al testo dell’articolo (44 favorevoli, 1 contrario) che, fra l’altro, ha determinato la decadenza dell’emendamento n. 4 su cui aveva espresso parere favorevole la Giunta che prevedeva l’istituzione di “una area di contrattazione separata” all’interno del sistema Regione.

Approvati gli articoli 3 e 4, l’Aula è passata all’articolo 5 e ai relativi emendamenti.

L’on. Daniela Forma (Pd) ha insistito «sulle perplessità del passaggio contrattuale alla legge 31 dei 4.200 dipendenti assunti a tempo indeterminato. Ritengo che ci saranno notevoli difficoltà nel processo di stabilizzazione dei dipendenti a tempo indeterminato. Ho molti dubbi su questa procedura, assai diversa per modalità rispetto a quella che era stata indicata dalla Prima commissione. Non so più a che santo appellarmi, l’Aula ha imboccato una via senza uscita».

Per il presidente della commissione Bilancio, on. Franco Sabatini, «non è possibile che si faccia confusione e si inventino le cose. E’ inaccettabile che ci siano ancora semestrali: devono essere stabilizzati con contratto semestrale come già abbiamo fatto per l’Ente foreste. Ma questa legge, con l’articolo 5 modificato integralmente dall’emendamento 8, mette in sicurezza gli operai forestali che non corrono più nessun rischio rispetto alla stabilizzazione. Basta con le ipotesi e le paure. Il governo centrale deve darci, in deroga, la possibilità di stabilizzare tutti i semestrali evitando così allo Stato di pagare per sei mesi l’indennità di disoccupazione».

Per il Pds ha preso la parola l’on. Gianfranco Congiu, secondo cui «si potrebbe incorrere in un vizio di compilazione della norma. Per questo annuncio un emendamento orale all’articolo 8 per sostituire con “dipendenti con il rapporto a tempo determinato” la formula “dipendenti con rapporto semestrale».

L’on. Francesco Agus (Campo progressista) ha presentato un altro emendamento orale all’emendamento 8 mentre l’on. Paolo Truzzu (Fdi) ha detto di aver presentato l’emendamento 9 proprio «con lo scopo di evitare i problemi segnalati poco fa dall’on. Gianfranco Congiu».

Per l’on. Daniele Cocco (Art. 1 – Mdp) «bisogna stare attenti a non confondere le tipologie dei lavoratori e definire chi è il lavoratore trimestrale. Altrimenti tutto il lavoro svolto non serve a nulla».

Il presidente Gianfranco Ganau ha ritenuto opportuno sospendere i lavori dell’Aula per un approfondimento sulle perplessità manifestate dall’on. Cocco.

Alla ripresa, l’on. Gianfranco Congiu (Pds) ha spiegato che l’intento che si era proposto “può essere soddisfatto anche con un ordine del giorno. Dunque, ritiro l’emendamento orale”.

Respinto l’emendamento 24, ritirati i 34 e 35.

Sull’emendamento 8 (personale assunto a tempo determinato) ha preso la parola il presentatore, on. Antonio Solinas, che ha detto: “Una volta che saranno stabilizzati i 1300 lavoratori vedremo se sarà necessario procedere ad altre ulteriori stabilizzazioni”.

Tutti i gruppi politici hanno dichiarato di condividere l’emendamento 8, che è stato approvato all’unanimità. L’emendamento 8 prevede che “per il personale dipendente a tempo determinato in regime di tempo parziale il transito nel nuovo inquadramento avviene a seguito della definizione del processo di stabilizzazione. Al fine di superare il precariato e valorizzare la professionalità acquisita

Sull’articolo 6 ha preso la parola l’on. Daniela Forma (Pd), che ha illustrato l’emendamento 27, soppressivo dell’articolo 6. Anche l’on. Francesco Agus (Campo progressista) è intervenuto come primo firmatario dell’emendamento 36 e ha detto: «Sarà la contrattazione a definire le categorie all’interno del contratto regionale e stiamo prevedendo oneri finanziari per 9 milioni di euro per via di una simulazione ma sappiamo che quella somma andrà in diminuzione. Non si tratta, dunque, di un costo certo, che sarà chiaro solo al termine della contrattazione».

Per l’on. Roberto Deriu «in quest’Aula più che alla post-verità siamo alla pre-verità e siamo ormai anche ai preconcetti. Si confondono con partigianeria le possibilità con le probabilità e si sono fatti esercizi numerici in libertà per influenzare il corso di questa legge. Noi ci basiamo con prudenza su valutazioni accertate, come ha ribadito il presidente Francesco Agus. Questa è una legge anti populista e anti demagogica: è falso che si dilati la spesa pubblica e il futuro si incaricherà di dimostrare anche questo. Questa riforma, questa buona legge è compatibile con la finanza regionale».

«Il buon lavoro del Consiglio regionale va premiato con un applauso visto che il Consiglio si è dovuto sostituire alla giunta regionale per scrivere questa riforma», ha detto l’on. Mario Floris (Udc). «Con la prima repubblica i provvedimenti che entravano in Consiglio regionale erano pressoché perfetti perché erano già passati alla concertazione con le parti sociali. Oggi non è proprio così e mi meraviglia che l’assessore dica che vuole migliorare un testo di cui dice di non condividere la sostanza. La stabilizzazione è una medaglia che i partiti politici tradizionali si devono mettere».

Il presidente del Consiglio ha dato la parola a Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp), che rivolgendosi alla collega Daniela Forma (Pd) ha affermato che il suo intervento “è in contrasto con quanto detto precedentemente”. E ha aggiunto: «Quando si tratta di dipendenti noi vogliamo che questo Consiglio sia unito, quando ci sono dei miglioramenti della situazione contrattuale dei dipendenti, soprattutto per quelli lasciati indietro nel corso degli anni, noi siamo favorevoli». Eugenio Lai ha poi proseguito: «L’efficienza dell’agenzia Forestas merita più rispetto e quindi fossero anche 15 milioni di euro, questo il Consiglio ha il dovere di recuperarli” e “voterò l’aumento di spesa di 9 milioni di euro».

Giorgio Oppi (Udc), dichiarando il suo voto favorevole, ha affermato che le osservazioni dei colleghi Roberto Deriu e Franco Sabatini hanno centrato perfettamente il problema. «Credo che con questo provvedimento stiamo rendendo giustizia ai lavoratori. E  credo che, anche se i nostri nemici dicono che abbiamo troppi dipendenti, l’inserimento dei semestrali darà lustro all’agenzia».

Piermario Manca (Pds) ha espresso dubbi sull’emendamento 36, presentato all’ultimo minuto, in quanto si stanno destinando i 9 milioni di euro, già previsti  per il funzionamento di Forestas, agli stipendi dei dipendenti. Piermario Manca ha chiesto chiarimenti al presidente della Commissione.

Pietro Cocco (Pd) ha ricordato che era necessario modificare un contratto che non è più adeguato ai tempi e alla trasformazione dell’ente Foreste in agenzia Forestas. Cocco, rivolgendosi al consigliere Mario Floris, ha ricordato che «è vero che è un problema vecchio di cui però nessuno si è mai occupato». Cocco ha poi evidenziato che, nonostante la Giunta abbia una sua posizione, non ha votato contro ma si è rimessa all’Aula. «E’ un atteggiamento di rispetto nei confronti del Consiglio».

Daniele Cocco (capogruppo Art. 1 – Sdp), ha concluso gli interventi dei capigruppo ribadendo il convinto sostegno al provvedimento evidenziandone le ricadute positive per i dipendenti e le comunità sarde. L’esponente della maggioranza ha ringraziato dunque l’assessore per “essersi rimesso alla volontà dell’Aula” ed il relatore di maggioranza “per la coerenza di comportamento dimostrata”.

Posto in votazione, l’Aula non ha quindi approvato l’emendamento n. 27 ed ha dato il via libera all’emendamento sostitutivo totale n. 36 (Agus e più)  che stabilisce che “a decorrere dal 2019 una quota di 9.349.000 annui delle risorse trasferite a Forestas è destinata a fare fronte agli oneri dell’attuazione dell’articolo 2 della legge”.

Invitato dal presidente Gianfranco Ganau, il segretario d’Aula, Gianni Lampis (FdI), ha dato lettura dell’ordine del giorno collegato alla legge, primo firmatario il consigliere Stefano Coinu (FI) che impegna la Giunta a far sì che “il personale, incluso quello semestrale che a seguito di pensionamento o di altre cause che ne determino la cessazione dal lavoro, viene reintegrato dall’agenzia attraverso le procedure selettive previste dalla legge per la categoria degli operai, in un numero pari a quello cessato dal servizio attraverso la predisposizione di un piano triennale di assunzioni. L’agenzia provvede al reintegro tenendo conto delle mansioni mancanti e dal numero di ettari conferiti dai Comuni in ogni complesso forestale”. 

 L’assessore del personale, Filippo Spanu, ha espresso un sostanziale parere favorevole evidenziando che in realtà l’ordine del giorno tratta il tema del cosiddetto turnover che – ha ricordato l’assessore – potrà essere garantito nell’ambito degli spazi assunzionali concessi alla regione sarda.

A favore dell’ordine del giorno si sono espressi il consigliere Stefano Coinu (Fi) e il relatore Giuseppe Meloni (Pd) mentre perplessità sono state espresse da Alessandro Collu (Pd). Posto in votazione l’ordine del giorno è stato approvato e sono incominciate le dichiarazioni di voto sull’intero provvedimento.

A favore Luigi Crisponi (Riformatori) che ha evidenziato la spaccatura interna alla maggioranza e quella con la Giunta, mentre Oscar Cherchi (Fi) dichiarandosi a favori ha parlato di “giustizia fatta” ed ha sottolineato “la sconfitta della Giunta del centrosinistra”. Favorevole anche il consigliere di CP-Misto, Francesco Agus («perché si conclude un lavoro con un accordo virtuoso che risolve un problema sentito e conclamato»). Convintamente a favore anche il consigliere dei Riformatori, Alfonso Marras, («finalmente arriva il riconoscimento per l’operato di oltre 5.000 lavoratori al servizio delle nostre comunità»)e il capogruppo Psd’Az, Gaetano Ledda («un plauso alla maggioranza e alla minoranza e a tutti i dipendenti Forestas che oggi entrano a far parte del sistema regione»).

Voto di astensione è stato invece preannunciato dalla consigliera del Pd, Rossella Pinna («non siamo riusciti a rimettere sul binario giusto la norma e mi rammarica il fatto  che non sia stata trovata una sintesi in maggioranza per dare a dipendenti Forestas una soluzione concertata e non una prospettiva incerta come è quella del ricorso alla legge 31 per il loro inquadramento»).

Favorevole anche Giovanni Satta, Psd’Az («a contrarietà della giunta c’è solo perché non vuole fare torto ai sindacati confederali»); Marco Tedde, Fi («ma gli applausi sono fuori luogo perché la legge passa per il senso di responsabilità e l’impegno mostrato dell’opposizione») e Piermario Manca (Pds) seppur con i dubbi sulle coperture finanziarie dell’emendamento n. 36.

A favore Gianluigi Rubiu (FdI) che ha evidenziato il ruolo delle opposizioni e denunciato “la pesante sconfitta della Giunta”.

Critico il giudizio di Gigi Ruggeri (Pd) che ha espresso dubbi sulla necessità di stipulare un nuovo contratto ai dipendenti per restituire efficienza all’Agenzia Forestas. «Ci sarà invece un’amplificazione di costi – ha detto Gigi Ruggeri – verrà raddoppiata la consistenza del personale che riportiamo in ambito di contrattazione pubblica. Stiamo dicendo al personale a tempo indeterminato che per loro non ci sarà più posto».

Voto favorevole ha invece annunciato Edoardo Tocco (Forza Italia): «L’Aula dà un segnale importante all’Agenzia che non aveva ancora una piena identità. Da oggi i lavoratori hanno una certezza per il loro futuro. Il Consiglio ha fatto un buon lavoro, l’opposizione non ha ostacolato nessuno».

Sulla stessa lunghezza d’onda il collega Antonello Peru (Forza Italia) che ha espresso soddisfazione per il grande lavoro svolto: «E’ merito della maggioranza ma un plauso speciale va alla minoranza per l’impegno dimostrato – ha detto Antonello Peru – da oggi i dipendenti Forestas sono figli della stessa madre e dello stesso padre. Oggi non ci sono vincitori né vinti, ha solo prevalso il buonsenso. Questa riforma ha un grande obiettivo e ne siamo tutti orgogliosi. La motivazione professionale dei dipendenti determinerà più efficacia nei servizi».

Soddisfatto anche il capogruppo dei Cristiani Popolari Socialisti Pierfranco Zanchetta: «Abbiamo fatto il nostro dovere di legislatori – ha detto – è ingeneroso l’attacco fatto all’assessore Spano che invece si è rimesso al volere dell’Aula. Questa è una legge che esprime la volontà del Consiglio. Oggi si ridà speranza ai lavoratori e una prospettiva importante all’Agenzia Forestas che, per me, è la nostra Guardia nazionale».

Paolo Truzzu, capogruppo FdI ha ringraziato l’on. Daniela Forma (Pd) e tutti i colleghi che hanno manifestato dubbi: «Ci hanno aiutato a scrivere una legge migliore. Dal dubbio nasce la saggezza. Con questa legge si pone rimedio a un errore. Quando fu costituito l’Ente Foreste c’era già la volontà di inserire i dipendenti nella legge 31. Noi lo avevamo già richiesto in questa legislatura. Oggi non facciamo altro che rispettare quelle volontà». Due, secondo Paolo Truzzu, i fatti politici rilevanti: «La legge è figlia della minoranza Senza di noi, viste le divisioni interne alla maggioranza, non sarebbe passata. Altro elemento: è una vittoria del Consiglio che per una volta ha avuto uno scatto d’orgoglio ed è riuscito a imporre una sua scelta all’esecutivo».

Convintamente favorevole si è dichiarato anche Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp): «La legge dà attuazione a una nostra competenza primaria – ha affermato – portiamo all’interno del comparto unico di contrattazione il personale di Forestas. L’ordinamento precedente non funzionava, abbiamo corretto un’anomalia».

Antonio Solinas (Pd) ha invece dichiarato la propria astensione ribadendo i dubbi manifestati nel corso del dibattito: «Spero che l’on. Roberto Deriu, che ha parlato di scelte demagogiche, non si riferisse a me. C’è massima serietà nel lavoro fatto. I dubbi c’erano e chi voleva fare la legge in fretta lo ha capito. Mettiamo tutto nella “31” ma questa legge dovrà essere modificata e adeguata. non prendiamoci in giro: i costi saranno superiori e dovranno essere reperiti dal bilancio regionale. Cosa farà Forestas quando i dipendenti non potranno essere dichiarati idonei per la campagna antincendi ai sensi della 31? Oggi quando piove gli operai vengono messi in cassa integrazione, cosa succederà domani? Pagherà Forestas?».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, nel difendere la legge, si è rivolto ai consiglieri di minoranza Paolo Truzzu e Marco Tedde: «Con in numeri non ci azzeccate. La maggioranza può approvare il provvedimento da sola. Questa legge non ha padrini, sono contento di averla fatta perché so quanto ci è costata. Sono orgoglioso e contento di esserci riuscito». Rivolto all’on. Antonio Solinas (Pd), Daniele Cocco ha poi detto: «Antonio Solinas ha parlato di cassa integrazione: finalmente non ci saranno operai mandati a casa e altri mantenuti al lavoro. Confido tantissimo nell’assessore che avrà adesso il compito di entrare nella fase contrattuale».

Giudizio positivo anche da parte di Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp): «Abbiamo migliorato una situazione dando una prospettiva ai 6000 dipendenti. L’Ente Foreste era in default. E’ stata questa maggioranza a pagare gli oneri professionali e a riprendere il percorso delle stabilizzazioni. La Giunta Cappellacci non lo ha fatto. Sentir dire che tutto quanto dipende dalla minoranza mi lascia basito. Noi abbiamo i numeri per approvarla da soli. Questa discussione ha fatto chiarezza: la legge che andiamo ad approvare è un altro tassello per sconfiggere il precariato in questa Regione».

A Lai ha replicato Giuseppe Fasolino (Forza Italia): «Peccato, ci eravamo quasi riusciti, poteva essere una pagina positiva della politica regionale. Noi politici siamo spesso additati per aspetti negativi, oggi abbiamo l’opportunità di dare un messaggio importante. Il Consiglio, al di la delle casacche, ha capito di poter fare una legge migliore. Possiamo essere esempio di buona politica. Prendiamoci entrambi i meriti andando oltre i colori e le appartenenze».

Giuseppe Meloni (Pd), dopo aver annunciato il suo voto favorevole ha rimarcato il suo ruolo di relatore unico: « Non è un caso, in Commissione ci si è resi conto che la legge non poteva avere colori ma aveva l’obiettivo di andare incontro alle esigenze dei dipendenti di Forestas. E’ un errore individuare vincitori. Gli unici vincitori sono i lavoratori. La strada sarà lunga ma si è messo rimedio a una situazione che così non poteva andare avanti».

L’assessore al Personale Filippo Spanu ha difeso l’azione dell’esecutivo: «La nostra presenza in Consiglio non è stata formale. E’ stato un dibattito pubblico, giocato prima in Commissione e poi in Aula – ha detto Filippo Spanu – abbiamo mantenuto rapporti trasparenti con tutti gli attori, sintomo importante di una cultura di Governo. La cultura di questa Giunta è basata sulla concertazione, proprio per questo, visto che non c’era un risultato condiviso, pensavamo si potesse fare meglio. Abbiamo cercato di migliorare la legge anche quando il Consiglio ha preso l’iniziativa. La politica si fa con la costruzione faticosa delle idee. La concertazione non ha portato al risultato sperato ma ci siamo confrontati in Consiglio cercando di affrontare tutte le questioni di Forestas nel miglior modo possibile. Ci sono ancora incertezza normative, contrattuali e di tempi, cercheremo di risolverle».

Secondo Stefano Coinu (Forza Italia) non esistono buoni e cattivi: «Ci sono persone che fanno delle scelte e per questo verranno giudicate. Dissento da Gianfranco Congiu: oggi non si scrive una pagina normale ma eccezionale. Non vorrei che venisse rovinato tutto. C’è una cronistoria, gli atti lo dimostrano. In ogni caso occorre recuperare il senso vero della politica».

Per Angelo Carta (Psd’Az)  poter parlare di persone che non stanno perdendo il lavoro è una fortuna: «Parliamo di un’azienda che non è in crisi e di persone che non rischiano il posto. Questo ci ha consentito di discutere in modo franco e di dissentire. Resta un punto: i lavoratori semestrali che con questa legge stiamo tentando di tutelare con un sistema binario. Deve esserci la consapevolezza che servirà un duro lavoro per poterli tutelare al meglio dal punto di vista contrattuale».

Franco Sabatini (Pd), dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha rivolto un monito all’Aula: «Non capisco il teatrino della politica: davvero pensiamo che quello che diciamo condizionerà il voto alle prossime elezioni regionali? I cittadini ragionano ed esprimono il voto in piena libertà – ha affermato Franco Sabatini – non capisco l’attacco alla Giunta. Il Consiglio ha fatto la legge di riforma che ha allargato le competenze dell’Agenzia Forestas. Abbiamo fatte 450 stabilizzazioni, un grande risultato seppur non definitivo. Avevamo 42 milioni di buco sul Tfr. Giunta e Consiglio hanno fatto un buon lavoro».

Daniela Forma (PD) ha ribadito che si tratta di una legge non solo sbagliata ma anche demagogica. «Ci siamo fatti trascinare dal popolo – ha detto – perdendo una grande occasione. Con l’approvazione di questa legge non si avrà un miglioramento contrattuale ma solo un inquadramento sbagliato per i dipendenti con conseguente difficoltà nell’applicabilità del provvedimento. La consigliera ha annunciato il voto contrario.

Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha annunciato il voto favorevole alla legge. «Oggi siamo finalmente alla fine di questa grande battaglia – ha sottolineato – e siamo rimasti fedeli ai nostri valori e principi. Speriamo che i futuri amministratori abbiano maggiore sensibilità nei confronti dei lavoratori».

Per Gianfranco Congiu (Partito dei sardi) oggi il Consiglio ha solo rimesso le cose al loro posto. «Per questo meglio tacere: abbiamo rifatto quello che doveva essere fatto 20 anni fa. Sono lieto – ha concluso – di aver dato il mio contributo».

Pietro Cocco (PD) ha ricordato che quello di oggi è la conclusione di un percorso nato 10 anni fa. «Era necessario trovare strumenti nuovi anche dal punto di vista contrattuale e lo abbiamo fatto. Oggi non esistono né vincitori né vinti. L’Agenzia Forestas ha sempre avuto il massimo impegno da parte del Consiglio regionale. Oggi l’attenzione è sempre sui “semestrali” su cui occorre vigilare».

Alessandra Zedda (FI), annunciando il voto a favore, ha detto: «Meglio tardi che mai. Con il nostro voto diamo dignità al personale e rispettiamo gli uomini e le donne che difendono la nostra Sardegna». La capogruppo di Forza Italia ha detto di avere grande rispetto, pur non condividendo le loro posizioni, nei confronti dei colleghi Daniela Forma, Antonio Solinas e dell’assessore degli Affari generali Filippo Spanu che sono stati i più critici nei confronti del provvedimento.

La legge è stata approvata (votanti 43, sì 41, 2 contrari) tra gli applausi del pubblico.

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiuso la seduta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

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Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli del testo unificato su “Norme in materia di inquadramento del personale dell’Agenzia ForeSTAS”.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame del Testo unico riguardante “Norme in materia di inquadramento del personale dell’Agenzia Forestas” con l’intervento dei capigruppo.

Il primo a prendere la parola è stato il presidente del gruppo Fdi Paolo Truzzu che, riprendendo il dibattito della mattinata, ha ricordato che «molti hanno espresso dubbi ed in effetti è così anche se sono quelli classici del legislatore, a mio giudizio gli stessi di quando fu istituita Forestas, scelta strettamente collegata con la situazione attuale, quella cioè di portare il mondo forestale all’interno del sistema Regione». La domanda centrale, ha detto, «è chi fa, cosa fa e perché lo fa; siamo la Regione più boscosa d’Italia con un patrimonio immenso che va valorizzato perché oggi si fa troppo poco, ecco l’interesse pubblico da tutelare, senza soluzioni diverse dalla 31, mettendo i lavoratori alla pari degli altri». Quanto ad altri dubbi, ha aggiunto, «siamo fuori tempo massimo con soluzioni quasi obbligate che non lasciano spazi a compromessi al ribasso, l’Agenzia ed i suoi dipendenti devono essere messi nelle condizioni di dare il meglio, per diventare non un carrozzone ma uno straordinario motore dello sviluppo della Sardegna, per cui non c’è un problema di costi ma di missione di Forestas». Con questa operazione verità, ha concluso, «riusciremo anche a difendere i diritti dei più deboli, per cui questa legge va approvata con correttivi come divisioni contrattuali e soluzioni ad esaurimento per operai trimestrali».

Per l’Udc il consigliere Giorgio Oppi ha raccontato di aver fatto uno sforzo di memoria rispetto ad alcuni interventi «non pertinenti e puntuali, soprattutto in materia di stabilizzazioni bloccate e poi sbloccate già nel 2011 con accordi sindacali salvo interventi esterni e nuove difficoltà come quelle derivate dall’azione della Corte dei conti che impose la restituzione delle retribuzioni per tre anni». Giorgio Oppi ha poi ricordato la sua esperienza di assessore, mettendo in luce le tante anomalie di una ripartizione territoriale molto sbilanciata dei lavoratori Forestas con casi estremi come quello dell’Ogliastra con 600 unità e quasi nessuno a Sassari ed in Gallura». Le vere carenze, secondo Giorgio Oppi, «riguardano la forte scopertura di figure amministrative e non è corretto fare sempre riferimenti al passato; ora bisogna rendere giustizia e il problema dei fondi non c’è, andiamo invece con decisione verso un modello razionale valorizzando intelligenze e professionalità interne come abbiamo fatto in tanti altri casi».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni, soffermandosi sulle varie posizioni in campo le ha definite «piuttosto confuse e in alcuni casi demagogiche», soffermandosi sul fatto che «in realtà si sta parlando di una legge arrivata in Aula dopo oltre un anno e mezzo di dibattito interno durante il quale si è parlato di tutto senza mettere a fuoco un problema strettamente collegato ad esigenze vitali della Sardegna». La mancanza di una progettualità forte è stata il punto debole di Forestas, ha continuato, «così come è mancata una riflessione sull’utilizzo sbagliato delle sue risorse umane e professionali, un po’ come tutte le agenzie regionali; Forestas invece deve essere ricostruita sulla base di ciò che serve alla Sardegna, tagliando clientelismi e rendite di posizione». Agendo in questa direzione, ha concluso, «risolveremo anche il problema semestrali con soluzioni intelligenti e di prospettiva, fermo restando che oggi stiamo costruendo uno strumento ma non possiamo tralasciare di indicare una strategia che metta al centro le foreste anche come mezzo naturale di contrasto al dissesto idro geologico del territorio».

Il capogruppo di Art. 1 – Sdp Daniele Cocco ha sottolineato la necessità di riportare il dibattito sul tema concreto del contratto dei lavoratori dell’Agenzia, spiegando che «a proposito della definizione della missione di Forestas il nuovo contratto previsto da questa legge è coerente, a parte i dubbi che ancora ci sono ma non possiamo fermare il Consiglio all’infinito tralasciando la tutela di diritti acquisiti che finora non sono stati rispettati facendo emergere profonde differenze fra Forestas e le altre agenzie del sistema Regione». La commissione ha lavorato bene col supporto dei capigruppo, ha proseguito Daniele Cocco, «ponendo le migliori premesse per la legge ora in discussione, ma ora come Consiglio abbiamo il dovere politico e morale di dare una risposta alle tante domande che ci hanno sottoposto migliaia e migliaia di dipendenti; abbiamo sempre ascoltato tutti a cominciare dalle organizzazioni sindacali che spesso hanno chiesto tavoli separati alimentando confusione, ad esempio, fra semestrali che sono comunque dipendenti e trimestrali a rotazione». Ora, ha concluso, «lavoreremo su alcuni emendamenti qualificanti con lo scopo di dare più sicurezza ai semestrali».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha dichiarato di non poter affermare che «si sta scrivendo la storia con pagine nuove e inedite, abbiamo invece il grande merito di rimettere le cose al loro posto, cioè all’interno della 31 del ’98 che già allora faceva riferimento all’Azienda foreste demaniali e il fatto grave, semmai, è che ci siano voluti vent’anni». Il nostro gruppo, ha concluso, «è qua per lavorare e collaborare impedendo che si facciano fesserie e tutelando professionalità e competenze al servizio del nostro patrimonio ambientale, mettendo al centro il futuro dei 1220 dipendenti a tempo determinato che meritano ogni tutela».

Il capogruppo del Pietro Cocco ha osservato che il dibattito propone alcune questioni oggettive sulle quali riflettere. Abbiamo fatto Forestas in coerenza con la politica dell’Ente foreste, ha ricordato, «per dare valore al patrimonio ambientale e valorizzare conoscenze e professionalità di lavoratori nel campo ambientale e a stretto contatto con gli Enti locali, anche se ci sono problemi che risalgono al passato ed hanno la loro complessità ma, come in ogni materia complicata, bisogna moltiplicare gli sforzi per arrivare ad una soluzione nell’interesse generale». Arriviamo a questa legge dopo un grandissimo lavoro che non può essere liquidato con un’alzata di spalle, ha aggiunto, «per cui adesso bisogna scegliere se fermarsi al passato o cambiare e noi abbiamo fatto quest’ultima scelta, per un giusto riconoscimento retributivo e normativo a lavoratori il cui contratto nazionale vigente è legato a quello dei boscaioli toscani e delle comunità montane, realtà che non esistono più», Oggi non c’è più tempo e bisogna decidere, ha ammonito, «senza protagonismi ma con responsabilità e sotto questo profilo è giusto andare verso un contratto regionale che equipari i dipendenti di Forestas a quelli di altri enti ed agenzie; nel nostro gruppo abbiamo gruppo libertà di voto ma la maggioranza si è espressa per il sì, con una particolare attenzione per i semestrali che hanno diritto a risposte in poco tempo».

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha detto che «se ci è voluto tutto questo tempo significa che i problemi sono stati tanti ma anche che la legge va approvata, anche se restano tante discrasie e non è che le responsabilità di governo possano essere cancellate con qualche amnesia». In questi anni, ha ricostruito, «la maggioranza ha fatto la politica del gambero non modificando la legge 1/77 sull’organizzazione della Regione e poi, quando è stata costituita l’Agenzia, è rimasta ferma senza prendere in esame la situazione del personale pensando di più alle designazione dei vertici». Il risultato di questo immobilismo, ha riassunto Alessandra Zedda, «è che i lavoratori di Forestas sono gli unici esclusi dal comparto regionale e questo è inaccettabile anche a fronte di lavoratori assunti per concorso, dipendenti con posizioni non adeguate al loro titolo di studio, o entrati nel sistema Regione con chiamate dirette; di qui la necessità di rendere giustizia a migliaia di lavoratori appartenenti ad una società di diritto pubblico controllata dalla Regione, con lo stesso sistema informatico e lo stesso regime di contabilità». Arriveremo a martedì con le nostre proposte per i semestrali, ha concluso, «ma la strada è quella di una legge giusta ed equa».

A nome della Giunta l’assessore agli Affari generali Filippo Spanu ha precisato, in apertura, che «i lavoratori sono già interessati dalla legge 31/98 in larga parte». In questa lunga fase istruttoria della legge, ha ricordato, «l’obiettivo della Giunta è stato sempre quello di migliorare per quanto possibile la piattaforma legislativa per fare in modo che raggiunga gli obiettivi che ci si propone, mantenendo un rapporto sempre molto stretto con la commissione arricchito da ampie occasioni di confronto esterno con tutte le parti interessati, nell’ottica del dialogo sociale e della coesione sindacale». Nel dibattito, ha aggiunto, «è stato messo l’accento sul cosa bisogna fare ma a nostro avviso anche il come riveste grande importanza; oggi Forestas ha le sue difficoltà ma ha fatto molti passi avanti sotto ogni punto di vista anche con disponibilità di risorse che assicura buone prospettive». Sul piano contrattuale, ha spiegato Filippo Spanu, «abbiamo un contratto regionale fondamentalmente per amministrativi ed uno per dirigenti, per cui i lavoratori di Forestas potrebbero sì arrivare ad un contratto pubblico ma, nella fase transitoria del confronto fra datore di lavoro e parti sociali, il contratto resterebbe quello attuale anche a non voler far cenno alla situazione dei dipendenti a termine». Alla fine, ha concluso, «avremo problemi di applicazione e di attuazione puntuale, di inquadramento, difficoltà di gestione delle rappresentanze e conflittualità sindacale, per cui assicuriamo l’impegno ad introdurre miglioramenti significativi del testo finalizzati a garantire funzioni omogenee con contratti omogenei, norme di pari livello alla 31/98 e soluzioni per le unità a tempo determinato. Di qui l’invito a collaborare ricercando la miglior coesione sindacale».

Dopo l’assessore Donatella Spano ha preso la parola l’on. Stefano Tunis (FI), che ha detto: “Platealmente in questi giorni i lavoratori di Forestas hanno abbandonato il Consiglio regionale e mi chiedo perché parte della maggioranza e la Giunta avessero interesse a far slittare sino a oggi una riforma che poteva essere fatta prima. Quali sono le forze oscure e gli obiettivi sottesi in questa vicenda? Ve lo dico io: l’interesse supremo della tutela dell’ambiente boschivo deve essere integrato con chi ha la responsabilità di tutelarlo. E la settimana prossima, piaccia o no alla Giunta, noi approveremo questo provvedimento e non un provvedimento modificato dalla Giunta”.

Per l’on. Luigi Lotto (Pd) “va respinto con forza l’atteggiamento anche arrogante del collega Stefano Tunis e va incaricato l’assessore a lavorare sino all’ultimo minuto utile per arrivare alla soluzione migliore”. Anche l’on. Eugenio Lai (Articolo 1) ha difeso il lavoro della maggioranza: “Noi e non altri non abbiamo bisogno di proconsoli romani o di commissari incaricati. Noi ci confrontiamo e non ascoltiamo le strade indicate da Roma. Ribadiamo che oggi voteremo il passaggio agli articoli per mettere poi tutti i dipendenti sotto il cappello della legge 31 e per migliorare la condizione dei semestrali. Vogliamo dire senza retorica che il confronto lo si fa soltanto con chi condivide queste proposte e conosce le attese dei dipendenti di Forestas. Non ci sono vie alternative alla legge 31 per il personale”. Un concetto confermato anche dal capogruppo Daniele Cocco (Art. 1 – Sdp), che ha chiesto al presidente Gianfranco Ganau di procedere al voto per il passaggio agli articoli.

Fratelli d’Italia è intervenuta con l’on. Gianni Lampis, che ha detto: “Basta fare allusioni sui proconsoli romani, ognuno guardi in casa sua. Avremmo fatto meglio ad affrontare questa legge non alla fine della legislatura ma è chiaro che lo si deve fare almeno ora. Non è accettabile che ci siano dipendenti regionali di serie A e di serie B: per questo chiedo che si voti il passaggio agli articoli”. Anche l’on. Antonio Solinas (Pd) ha ricordato la necessità di “usare questi giorni per riflettere sulla legge e ci vuole coraggio a parlare della poca coesione della maggioranza se nella minoranza ci sono consiglieri come Stefano Tunis che stanno facendo la propria lista fuori dal partito”.

Favorevole al passaggio agli articoli anche l’on. Francesco Agus (Campo progressista), che ha aggiunto: “Lavoriamo sino alla fine per migliorare ma non accetto che questo testo di legge sia considerato come un oggetto che è entrato in aula forzatamente. La Prima commissione aveva un mandato chiaro: applicare ai lavoratori di Forestas il contratto regionale. E così è stato. Abbiamo fatto un lavoro buono: l’ottimo non è di questo pianeta”.

Per il gruppo Articolo 1 anche l’on. Paolo Zedda si è detto favorevole al voto per il passaggio agli articoli e così l’on. Attilio Dedoni (Riformatori), che ha “apprezzato l’intervento del presidente della commissione Autonomia, Francesco Agus”.

Per la capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, “il passaggio agli articoli è necessario e la proposta appare soddisfacente. Cercheremo un voto all’unanimità e non siamo disponibili a fare passi indietro accogliendo tutte le richieste della Giunta”. Per l’on. Mario Floris “se l’assessore ha un’altra idea la dica ma la commissione ha già trovato una soluzione”.

Dal Pd il capogruppo on. Pietro Cocco ha ribadito la posizione della maggioranza: “Abbiamo detto che è necessario fare modifiche sulla materia contrattuale e questa è la posizione che teniamo. Occorre intervenire soltanto sul tema dei lavoratori semestrali, definendo bene chi sono e che compiti hanno secondo il contratto”.

L’Aula ha approvato il passaggio agli articoli e il presidente Gianfranco Ganau ha tolto la seduta ricordando che il termine ultimo per il deposito degli emendamenti alla legge Forestas scade martedì 13 novembre alle 11 mentre i lavori del Consiglio regionale riprenderanno dall’articolato di legge mercoledì alle 10.00.

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Il Consiglio regionale, in seduta statutaria, si è riunito sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. All’attenzione dell’Aula, un solo punto dell’ordine del giorno: la mozione n. 452 sulle criticità del sistema dei trasporti aerei e marittimi, con particolare riferimento alla situazione del vettore Air Italy e della Tirrenia.

Dopo le formalità di rito, ha preso la parola Giovanni Satta (Psd’Az), primo firmatario del documento sottoscritto da 30 consiglieri di maggioranza e opposizione.

Giovanni Satta, in premessa, ha invitato l’intero Consiglio a concentrarsi, per una volta, sull’oggetto della mozione, evitando riferimenti alle responsabilità del passato: «Il problema dei trasporti è vissuto in maniera forte dalla popolazione sarda e dagli operatori economici – ha detto Giovanni Satta – cerchiamo di trovare insieme delle soluzioni concrete».

L’esponente del Psd’Az si è quindi concentrato sulla situazione dei trasporti marittimi e sulla decisione della Cin-Tirrenia di trasferire la propria sede a Milano: «Una decisione giustificata, secondo la compagnia marittima, dalla necessità di procedere a una fusione. Una scusa che non trova nessuna legittimazione giuridica – detto Giovanni Satta – io non ci credo. La Sardegna ha subito la vendita della Tirrenia, società che continua a ricevere finanziamenti pubblici, mai nessuno da questi banchi ha chiesto di impugnare quella convenzione. L’accordo scadrà nel 2020. E’ nostro dovere lavorare per una rimodulazione della convenzione. Tirrenia quest’estate ha operato una politica dei prezzi devastante per la Sardegna. Tutto questo senza controlli e verifiche sulla qualità dei servizi».

Il primo firmatario della mozione ha poi affrontato la situazione di Air Italy che «a giugno ha deciso di trasferire 51 lavoratori da Olbia a Milano-Malpensa. «Il vettore aereo ha deciso di spostare il suo cervello operativo in Lombardia. Ciò causerebbe un ulteriore impoverimento della Sardegna e in particolare della Gallura – ha affermato Giovanni Satta – preoccupa il fatto che questa società, che aveva firmato un accordo di programma nel 2016, decida di lasciare l’Isola. Tutto il personale che si occupa della gestione dei voli opererà a Milano. Ciò significa che anche le future assunzioni saranno destinate a Milano».

Secondo il consigliere di minoranza, la decisione di Air Italy «è uno schiaffo alla Sardegna, abbiamo il dovere di intervenire. Una società privata può fare le proprie scelte, lo ha fatto anche la Fiat, però Air Italy appartiene ad un’altra società che ha interessi in Sardegna, il Qatar ha firmato diversi accordi che ora occorre rimettere in discussione. Abbiamo appoggiato la nascita del Mater Olbia ma oggi si potrebbe chiedere, visto che la Regione investe 60 milioni di euro, che i lavoratori di Air Italy trasferiti a Milano vengano trattenuti in Sardegna».

Da Giovanni Satta, infine, è arrivata una richiesta precisa alla Giunta: «Occorre costituire un tavolo tecnico che coinvolga il Governo per aprire un dialogo diplomatico che consenta di arrivare a una soluzione per assicurare il mantenimento della base operativa di Air Italy in Sardegna – ha concluso il primo firmatario della mozione – l’assessore  ai trasporti Carlo Careddu ha grande valore morale e preparazione adeguata per affrontare il problema, noi faremo la nostra parte».

E’ poi intervenuto il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi che ha subito sottolineato le criticità del sistema di trasporti aerei: «La mozione arriva in aula alla fine di una stagione turistica non esaltante e a pochi giorni dal deposito delle firme per il riconoscimento dello svantaggio dell’insularità – ha detto Luigi Crisponi – i dati Assaeroporti forniscono un quadro non esaltante: da gennaio ad agosto il numero degli utenti nazionali è in calo. Ciò dimostra che la continuità territoriale non ha funzionato. Ci sono solo due destinazioni Roma e Milano come se alle altre parti del territorio nazionale non interessasse la Sardegna. Ciò crea disagi così come crea disagio le criticità del trasporto marittimo. La Giunta regionale ha perso la rotta: la continuità territoriale non funziona, ci sono continui rincari delle tariffe, le compagnie low cost scappano».

Luigi Crisponi si è quindi soffermato sulla riorganizzazione di Air Italy. «La compagnia ha deciso di trasferire gran parte della forza lavoro che ha garantito qualità ai servizi di Meridiana. Nei giorni scorsi sono atterrati alcuni aerei della Qatar Airway con personale che arrivava tutto da fuori. Noi siamo disposti a sostenere iniziative per garantire il diritto alla mobilità dei sardi, serve un tavolo tecnico».

Critico anche il giudizio di Edoardo Tocco (Forza Italia) che ha chiesto uno scatto d’orgoglio per impedire il disimpegno della compagnia Air Italy. «E’ mancata la concertazione, questo è grave – ha detto Edoardo Tocco – una compagnia che rileva un vettore nato in Sardegna come Meridiana ha il dovere di mettersi in contatto con la Giunta. O la compagnia sta giocando al rialzo, perché altrimenti mascherare licenziamenti con trasferimenti? E’ un problema serio per chi governa la Sardegna. Quando un Governo vede andare via i propri conterranei ha il dovere di reagire».

Edoardo Tocco, infine, ha invitato la Giunta regionale a fare pressione sulla compagnia: «I proprietari hanno altri interessi in Sardegna. In questo momento siete voi che avete il dovere di reagire per dare un segnale ai cittadini e al Consiglio regionale. Assessore dimostri di far valere dignità e orgoglio dei sardi. Air Italy deve rimanere in Sardegna, la Giunta metta le cose in chiaro».

Secondo Marco Tedde (Forza Italia) la proposta di un tavolo tecnico è giusta ma non risolutiva. «Più che un tavolo tecnico serve un tavolo politico sul quale sbattere i pugni – ha detto Tedde – non è possibile che la Regione non faccia rispettare le regole e i patti sottoscritti. Qatar ha interessi milionari in Sardegna nei settori dell’urbanistica, della sanità e dei trasporti. Ha il dovere di rispettare le regole, non è possibile che a questa potenza finanziaria sia consentito tutto, non si può permettere di attaccare i politici che esprimono le loro opinioni».

Tedde ha poi criticato aspramente le politiche della Giunta in materia di trasporti: «La mancata adozione di un piano di incentivi ai low cost ha fatto perdere ad Alghero 349mila passeggeri. Sulla continuità territoriale si è consumato un flop di dimensioni epocali. Avete prima parlato di “fattive interlocuzioni” sulla continuità territoriale salvo poi ricevere un cartellino rosso da Bruxelles che vi ha costretto al ritiro del bando».

Anche sulla destagionalizzazione il giudizio di Marco Tedde è stato negativo: «Si era garantito che il primo bando sarebbe stato pubblicato a settembre con un investimento di 10 milioni di euro per i mesi di spalla. Quel bando è fermo al palo. Anche quest’anno non avremo risorse per incentivare i flussi turistici».

Il consigliere azzurro ha poi spostato l’attenzione sul trasporto marittimo: «Il settore ha registrato un aumento sconsiderato dei prezzi. Moby non ha ancora iniziato a pagare rate per l’acquisto Tirrenia che riceve decine di milioni di euro all’anno. Serve un tavolo politico su cui sbatterei i pugni. Pigliaru prenda in mano una volta per tutte le redini dei trasporti per disegnare un nuovo sistema di continuità marittima e aerea».

Per Emilio Usula (Rossomori),  il disastro del sistema dei trasporti in Sardegna rappresenta un onere per i cittadini e un danno per l’ambiente. «E’ in atto l’anestesia di un popolo. Per lo sviluppo è indispensabile un sistema dei trasporti efficiente. Il sistema-Sardegna sopporta costi aggiuntivi per la produzione e lo scambio di merci, tutti ciò grava sulla competitività delle aziende e influisce negativamente sui posti di lavoro. Lo Stato deve garantire uguali condizioni per tutti i cittadini».

Usula ha poi parlato di scelte sbagliate delle quali anche la Giunta attuale deve assumersi al responsabilità. «Air Italy si candidava a diventare compagnia di bandiera. Dove sono finiti gli accordi? Quale è l’interesse del Qatar e quale peso vuole avere la Sardegna? Per ora si mettono a rischio i posti di lavoro di 51 lavoratori che verranno trasferiti a Malpensa. Non c’è da sperare di nulla di buono nel mantenimento della centralità dell’Isola».

Secondo l’esponente dei Rossomori va superato il monopolio nel sistema marittimo. «Occorre  rivedere la convenzione con Tirrenia. La Sardegna deve avere un ruolo da protagonista magari ripensando a una flotta sarda. L’esperimento degli anni scorsi è stato gestito male ma l’idea di base era buona».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha definito il sistema trasporti “il problema dei problemi” perché attraversa tutti i settori economici, dal turismo al commercio. «E’ anche un problema sociale – ha sottolineato Giuseppe Fasolino – perché comprime il diritto alla mobilità dei sardi. Per non parlare della sanità: i trasporti, purtroppo, sono utilizzati da molte persone per andare a curarsi nella penisola. Purtroppo, nessuna Giunta regionale  è riuscita a risolvere definitivamente il problema ma l’attuale assessore ai Trasporti non è responsabile, ha iniziato questo lavoro da poco, ognuno si deve prendere le sue responsabilità».

Giuseppe Fasolino ha quindi puntato il dito contro il Governo nazionale: «La Sardegna fa parte dell’Italia? Esiste un governo nazionale che potrebbe intervenire? Secondo me sì, ha il dovere di intervenire».

Sulla vertenza Air Italy, infine, Fasolino ha avanzato dubbi sulla costituzione di un tavolo tecnico-politico: «Secondo me non serve a nulla – ha detto – abbiamo invece una grande opportunità: il Consiglio sostenga all’unanimità la Giunta e l’assessore ma si alzi il livello del confronto, si battano i pugni a livello nazionale. Il Governo deve convocare l’azienda. Rigotti non si permetta di bacchettare la politica. Noi abbiamo il dovere di difendere e tutelare il territorio».

Ha preso la parola Raimondo Cacciotto (Pd), che ha ringraziato l’assessore Carlo Careddu per l’impegno dimostrato per garantire il diritto alla mobilità da e per la Sardegna e nel definire il percorso della nuova continuità territoriale. “Persistono comunque delle criticità – ha detto – e da una di queste scaturisce la mozione di oggi, sulla vertenza Air Italy, un tema che sicuramente l’assessore non sta trascurando e sta seguendo con impegno per scongiurare le dislocazione del personale e ogni possibile segnale di disimpegno della compagna dell’Isola”. Raimondo Cacciotto ha anche manifestato preoccupazione per le decisioni di Ryanair rispetto allo scalo di Alghero. Per l’esponente della maggioranza bisogna aprire un tavolo con il governo sulla situazione Air Italy, Ryanair e sul nuovo modello organizzativo dell’Enav, per evitare la dislocazione dei lavoratori fuori dall’Isola e garantire la continuità territoriale.

Per Giuseppe Meloni (Pd): “Il tema in discussione oggi è uno dei più sentiti nella nostra regione”. Il consigliere ha condiviso l’impostazione del collega Satta, ossia di guardare al presente e al futuro per trovare soluzioni anziché pensare al passato. “Oggi ci troviamo con un’azienda, Air Italy, che ha approfittato di un avvicendamento al governo e ha deciso di iniziare il trasferimento e la dislocazione verso Malpensa del cuore dell’azienda”. Per Meloni il governo deve intervenire affinché i 51 dipendenti non vengano spostati e vengano rispettati i patti del 2016, compreso il reintegro dei 500 lavoratori nel corso dei tre anni. Il consigliere ha auspicato un intervento unitario del Consiglio regionale affinché venga rispettata la Sardegna e tutti i dipendenti di Air Italy. “Neanche uno deve andare a Malpensa e la moratoria di dieci giorni deve essere estesa affinché siano rispettati i patti”. Per Giuseppe Meloni, infine, sulla Continuità territoriale ci vuole un governo più vicino alla Regione affinché la Sardegna venga trattata da parte della Commissione europea al pari degli altri territori europei.

Il presidente della Quarta commissione, Antonio Solinas (Pd) ha affermato di non capire a quale flop ci si riferisce. “I flop che conosco sono quelli che ho vissuto con la Giunta Cappellacci”. Poi parlando della Tirrenia, ha aggiunto che questa Giunta regionale, “ha avuto la capacità e la forza politica, nonostante non fosse previsto, di imporre anche grazie al governo nazionale la rivisitazione della convenzione in corso d’opera, fatta esclusivamente nell’interesse dei sardi”. Antonio Solinas ha poi parlato ancora di flop dei bandi della continuità territoriale della Giunta Cappellacci “che hanno messo la Giunta nell’impossibilità di mettere in campo bandi per tre anni, perché eravamo sotto osservazione da parte dell’Unione europea”. Oggi si ripropone la flotta sarda quando le normative comunitarie parlano di altro e se di flop vogliamo parlare quello più grande è della flotta sarda”. Antonio Solinas ha poi ricordato che il 3 luglio scorso che la Quarta commissione ha approvato la risoluzione che chiedeva il rispetto dell’accordo sottoscritto dal governo con i sindacati anche di Meridiana fly, e quindi Air Italy, che aveva l’obiettivo di rafforzare Meridiana e quindi la sua sede. “Con l’acquisto di Air Italy da parte del Qatar airway, la nuova proprietà ha disconosciuto l’accordo e avviato lo smantellamento della compagnia”. Solinas ha ricordato, inoltre, che il manager di Air Italy ha avuto “un atteggiamento sgradevole nei confronti della Quarta commissione dimostrando che della Sardegna a quel gruppo poco importa”.

Dopo l’on. Antonio  Solinas ha preso poi la parola l’on. Gianni Lampis (FDI), che ha detto. “Leggo testualmente: «E’ necessario riprendere un filo interrotto dalla giunta Cappellacci e ripartire con slancio>. Questo letteralmente diceva il presidente Pigliaru in campagna elettorale nel 2014ed è in nome di queste parole che voi non potete presentarvi in quest’Aula e sostenere che sia cambiato qualcosa. La vostra idea di Sardegna non è certamente concisa con la Sardegna che avete realizzato in questi anni. La vostra politica sui trasporti e non solo non è stata quella che avete promesso, illudendo i sardi. I 51 dipendenti devono essere salvaguardati dalla politica e oggi il Consiglio darà un ampio mandato al presidente Francesco Pigliaru perché i posti di lavoro siano salvati”.

Per l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc) “siamo finiti in un’aula di smemorati e facce toste. Non è giusto dire che le responsabilità sono della Giunta: nessuno che dice una parola sul governo gialloverde e sul ministro Danilo Toninelli che ha fatto ricevere da un usciere  il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore Carlo Careddu su una vicenda così complicata. C’è un chiaro disegno della Lega di riappropriarsi di una compagnia aerea in competizione con Alitalia e avere in mano i cieli della Padania. E’ del tutto evidente che il governo attuale vuole che Air Italy lasci la Sardegna e vada al nord. Il nuovo slogan è: prima gli italiani, ché dei sardi non ce ne frega niente”.

Per l’on. Gianluigi Rubiu “i sardi sono costretti a subire scelte inadatte e intempestive, tra l’opera di Carlo Careddu e quella di Massimo Deiana. Consegnerete a chi vincerà le prossime regionali un’isola del tutto isolata e poco appetibile dal punto di vista turistico”. L’oratore ha ricostruito i passaggi della complessa  vicenda  e ha detto: “I conti di Air italy non tornano  e ci sono 20 lavoratori la cui sorte è in sospeso tra Olbia e Milano”.

Per l’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) “non è chiaro a tutti qual è il patema che i lavoratori di Air Italy ma certamente i sardi non possono essere più isolati di così. Per colpa di chi ha amministrato la Regione: altro che tirare in ballo i disegni oscuri della Padania. Quando si discute di problemi sardi il presidente della Giunta deve sedersi nel Consiglio dei ministri, questo dice la Costituzione”.

Ha preso poi la parola l’on. Fabrizio Anedda (Misto), secondo cui “i lavoratori sono stati usati per campagna elettorale e non basta criticare il governo Di Maio-Salvini.- Trovo più giusto proporre soluzioni”.

Per l’on. Daniele Cocco (Sinistra) “è ingeneroso attaccare la Giunta regionale per la questione di Air Italy. Stranamente in questi pochi mesi Malpensa è diventata stella polare del trasporto aereo italiano. Basta con la dietrologia e la strumentalizzazione politica”.

Il Pds è intervenuto con il suo capogruppo, on. Gianfranco Congiu, che ha detto: “Abbiamo ancora cinque giorni per scongiurare il trasferimento delle maestranze ed evitare di celebrare funerali riempiendoci la bocca di epitaffi. Serve un forte mandato politico di quest’Aula per l’assessore e il presidente: i trasferimenti vanno bloccati e non è questa la sede per rinfacciarci chi ha fatto di più o di meno. Non parlo ora da difensore dei diritti dei lavoratori ma da difensore della Sardegna, che in quel lembo di terra ha visto sviluppare maestranze e industria aerea. Non dobbiamo accettare questo smantellamento del nostro patrimonio nel silenzio generale della politica”.

La capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, ha detto che “il tema dell’insularità in Costituzione è un obiettivo che si sta avvicinando alla nostra portata. Ed è di insularità che parliamo quando discutiamo del diritto di essere cittadini grazie ai trasporti. O viceversa, di non esserlo senza trasporti adeguati. La fuga di Air Italy è dovuta a ragioni di carattere economico e non è del tutto da ascrivere alla Giunta Pigliaru ma purtroppo la politica trasportistica di questa giunta non è certo stata lungimirante né efficace: non è possibile dire che va tutto bene in questo settore. Anzi”.

L’on. Alessandra Zedda ha aggiunto: “Stare dalla parte della Giunta in questa vicenda significa stare dalla parte dei sardi ed è inaccettabile che il ministro non abbia ricevuto personalmente l’assessore Carlo Careddu. Siamo in ritardo: acceleriamo subito questa battaglia e senza polemica siamo pronti a sostenere questa lotta”.

Per la Giunta l’assessore Carlo Careddu ha ringraziato l’Aula “per gli spunti e gli interventi appassionati” e ha riconosciuto che “il sistema sardo dei trasporti è lacunoso, ha un gap infrastrutturale ed è molto lontano dall’essere un sistema perfetto. Ho assunto un anno fa la delega assessoriale e ho provato a lavorare sui problemi più importanti sul tema del diritto dei sardi alla mobilità”. Nel merito l’assessore ha detto: “Sapete bene che arrivo da Olbia e che conosco bene il tema di Air Italy. Oggi abbiamo una compagine che punta a trasformare questa compagnia in un vettore europeo e con un piano industriale da medio e lungo raggio. Da qui la scelta di Malpensa. Ma noi contestiamo il fatto che si debba trasferire questo management operativo per attuare il piano industriale e gestire la flotta. D’altronde anche Ryanair sta in Irlanda ma opera in tutta Europa. Abbiamo cercato un contatto con Quatar Airways ma sino a oggi abbiamo ottenuto una moratoria mentre sono in corso le trattative sindacali. E’ una sconfitta se anche una sola persona lascerà la Sardegna ma sarà una sconfitta soprattutto se Air Italy dovesse frequentare i nostri aeroporti solo per i voli in continuità territoriale. Ovviamente sarà mia cura relazionare costantemente il Consiglio.

Per quanto riguarda la continuità territoriale stiamo seguendo i vincoli della Commissione europea ma difendendo il diritto alla mobilità dei sardi e all’accessibilità in Sardegna. Questi concetti stiamo cercando di trasfondere nel percorso amministrativo che a giorni porterà alla pubblicazione del bando, che speriamo sia appetibile per le compagnie.

Sulla privatizzazione di Arst c’è grande attenzione mediatica, comprensibile visto che si tratta della prima azienda della Sardegna: vorrei dire che non c’è nessuna privatizzazione ma una esternalizzazione del 20 per cento delle attività di Arst, come previsto dalle norme.

Sull’insularità sono invece convinto che si tratti della strada corretta: va inserita nella Costituzione. Manca però un concetto fondamentale: occorrerà che sia sostanziato nei singoli strumenti di legge e dell’Unione europea, come il regolamento sulla continuità territoriale che non può essere lasciato alla discrezionalità dei funzionari”.

E’ poi intervenuto il consigliere Giovanni Satta (Psd’Az-La Base) per diritto di replica. “Volevo ricordare all’onorevole Solinas che la mozione è firmata anche da moltissimi colleghi della maggioranza”, riscontrando che “c’è stato purtroppo il solito rimpallo di responsabilità”. Satta ha ricordato che in quest’anno ha lavorato positivamente con l’assessore Careddu sia sulla Continuità territoriale con la Corsica sia sul problema del collegamento con Piombino, che era stato eliminato dalla Moby Lines. L’esponente dell’opposizione ha preso l’impegno, a nome del Psd’Az e del segretario del partito, di prendere posizione a Roma e in tutte le sedi necessarie affinché venga portata avanti ogni azione possibile a tutela dei dipendenti di Air Italy. 

Il consigliere ha poi chiesto una breve sospensione per predisporre un ordine del giorno e dare ampio mandato all’assessore Carlo Careddu e al presidente Francesco Pigliaru per tutelare i lavoratori ed garantire che lo sviluppo dell’azienda avvenga in Sardegna e non a Malpensa.

Mario Floris (Uds),  dichiarando il suo voto favorevole all’ordine del giorno, “che come si diceva un tempo non si nega a nessuno”, ha sottolineato che il problema deve essere affrontato in un altro modo. Floris ha ribadito che la continuità territoriale deve tornare a essere responsabilità dello Stato, e “che lo Stato deve concorrere allo sviluppo socioeconomico della Sardegna”. Floris ha esortato i parlamentari sardi a unirsi per tutelare la Sardegna a prescindere dallo schieramento politico.

Per Giuseppe Fasolino (FI) “abbiamo un ordine del giorno molto più importante con cui dobbiamo cercare di risolvere il problema di queste 51 famiglie”. E ha aggiunto “che si tratta di un problema senza colore, di un problema della Sardegna”. “Dobbiamo dare forza al presidente – ha aggiunto – più è forte, più avrà possibilità di ottenere risultati a Roma”. Giuseppe Fasolino si è detto d’accordo con il consigliere Floris nel ritenere fondamentale che lo Stato affronti il problema dei trasporti della Sardegna.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha dato lettura dell’ordine del giorno presentato che, fra l’altro, impegna la Giunta a chiedere al Governo nazionale l’immediata convocazione del “tavolo di crisi” per l’esame della situazione del sistema dei trasporti in Sardegna, a seguito della mancata attuazione della continuità territoriale per le persone e le merci.

Il documento, in particolare, si sofferma inoltre sulla necessità di mantenere i livelli occupazionali di Air Italy e la permanenza lavoratori nella sede di Olbia, assicurare nell’ambito del Piano industriale della compagnia la crescita e lo sviluppo dell’asset presente nell’Isola e garantire la concreta attuazione del principio/diritto di continuità territoriale da e per la Sardegna.

Non essendoci iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione il documento che il Consiglio ha approvato all’unanimità, con 52 voti.

Al termine dello scrutinio ha tolto la seduta. Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.

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«La politica sarda deve superare le sue storiche divisioni e, al di là degli schieramenti. impegnarsi concretamente, prima delle elezioni, a sostenere le ragioni dell’autonomia regionale e difendere prima di ogni altro l’interesse della Sardegna.»

E’ l’appello che il leader dell’Uds Mario Floris ha rivolto agli esponenti di tutte le forze politiche che parteciperanno alle prossime elezioni regionali perché, ha sostenuto, «abbiamo il dovere di riavvicinare i sardi alle istituzioni in un mondo profondamente cambiato nel quale la politica, in generale, ha perso il contatto con la società rinunciando ad indicare una prospettiva credibile di rilancio della Sardegna». Su questi temi Mario Floris ha innestato una riflessione sull’autonomia che, a suo giudizio, «non si è realizzata, per colpa dello Stato che non ha rispettato quella parte dello Statuto che prevede i Piani di rinascita, ma soprattutto della Regione». «Nessuno – ha lamentato l’esponente dell’Uds – ci ha mai impedito di cambiare lo Statuto come hanno fatto altre Regioni, siamo stati noi a non riuscire a fare questa riforma, mettendo gli interessi dei partiti davanti a quelli dei cittadini».

Di qui l’appello alle forze politiche a sottoscrivere, prima delle elezioni, un impegno politico e morale, non solo a difendere gli interessi della Sardegna su grandi temi some sanità e continuità territoriale ma a sostenere una profonda riforma della Regione, dalla legge elettorale all’organizzazione degli assessorati ad una nuova disciplina dei rapporti fra Giunta e Consiglio.

Dopo Mario Floris, ha preso la parola il coordinatore regionale dell’Uds Antonio Nicolini che ha illustrato gli elementi principali della piattaforma programmatica del partito, a partire dal cambiamento dei rapporti fra Stato e Regione e dalla revisione degli accordi del 2006 che hanno trasferito alla Regione le spese di sanità («oggi abbiamo fatto una riforma decisa da Roma pagata con i soldi nostri»), trasporti, continuità territoriale e trasporto pubblico locale.

«Si tratta di circa 3.5 miliardi di euro su un bilancio complessivo di circa 7 miliardi – ha affermato Nicolini – un taglio che sottrae risorse preziose allo sviluppo della Sardegna.»

Per quanto riguarda le riforme istituzionali, Nicolini ha ribadito la necessità di cambiare sia lo Statuto, utilizzando anche l’art. 116 della Costituzione vigente, che l’organizzazione interna della Regione, modificando la legge 1/77 ed istituendo, fra l’altro, il nuovo assessorato agli affari europei.

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Sarà un 25 aprile “speciale”, denso di appuntamenti ed attività, per “Aprile alla Vetreria Aprile Resistente”, la rassegna congiunta di Cada Die Teatro, Il Crogiuolo e Cemea.
Nel pomeriggio di domani, mercoledì, nella Corte della Vetreria di Pirri, il programma per la Festa della Liberazione avrà inizio con Il Crogiuolo e TiConZero, coproduttori di “Concertato per la Liberazione”, concerto per ensemble di musicisti, spettatori, attori e performer, diretto da Daniele Ledda, con l’azione performativa dei pittori Gianluca Marjani e Mario Floris. Esperimento dove si fondono contaminazione dei linguaggi artistici e coinvolgimento attivo dello spettatore.
Dalle 16.00 alle 18.00, si terrà il Laboratorio di costruzione di strumenti musicali (aperto a tutti), fino ad arrivare all’esito finale spettacolare: dalle 19.00 alle 20.00, in scena un Concerto con gli attori Rita Atzeri, Antonio Luciano, Daniela Vitellaro, Fausto Siddi, i musicisti di TiConZero ed i partecipanti al laboratorio (coproduzione Il Crogiuolo/TiConZero). L’unico vincolo sarà il tema, che deve affrontare argomenti legati alla Festa della Liberazione. «Perché legare il tema della contaminazione in ambito artistico a quella della Liberazione? L’esigenza – dichiarano gli organizzatori – è quella di utilizzare uno spazio ludico per indirizzare, in particolare alle giovani generazioni, riflessioni su come identificare le tracce di pensiero neofascista nel nostro quotidiano».

Dalle 16.00, fino alle 20.00, sempre nella Corte La Vetreria, anche l’esposizione, curata da Cemea, di fotografie e oggetti realizzati dagli ospiti del gruppo Umana Solidarietà Sardegna.
Alle 17.30, stessa location, ecco Pietro Olla, prof. Pietrowsky, con il suo Circoscienze, spettacolo a cappello per ragazzi e bambini di tutte le età. Giocoleria, equilibrismo fra didattica e risate. Il prof. Pietrosky, docente emerito di fisica del gioco presso l’Università del Divertimento, insegue il sogno di trovare la formula per togliere un coniglio dal suo cappello. 

La serata del 25 aprile alla Vetreria si chiuderà, alle 21.00, allo spazio Fucina Teatro, con lo spettacolo Bachisio Spanu. “L‘epopea di un contadino sardo alla guerra”, libero adattamento di Marco Parodi da “Un anno sull’altipiano” di Emilio Lussu, con inserti tratti da “Roccu U Stortu” di Francesco Suriano tradotti in campidanese da Rossana Copez. In scena Giovanni Carroni, sotto la regia di Parodi (produzione Bocheteatro).

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Seduta solenne, domani lunedì 26 febbraio, alle 11.00, in Consiglio regionale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione del 70esimo anniversario dello Statuto sardo.

Il corteo presidenziale arriverà in Consiglio regionale in via Roma alle 10 e 40. Sarà accolto dal Presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, dal Presidente della Regione Francesco Pigliaru e dal sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Dopo una breve visita alla mostra “Cronache dell’Autonomia”, al piano terra del Palazzo, il Capo dello Stato incontrerà, in presidenza, gli ex Presidenti del Consiglio regionale e gli ex presidenti della Regione. Saranno presenti gli ex presidenti: Felice Contu, Salvatorangelo Mereu, Giacomo Spissu, Francesco Rais, Angelo Rojch, Mario Floris, Antonello Cabras, Federico Palomba, Renato Soru, Ugo Cappellacci. Il Presidente Mattarella poi si trasferirà nell’aula consiliare. Il coro degli alunni della scuola primaria e secondaria dell’istituto comprensivo “E. Puxeddu” di Villasor eseguirà l’Inno di Italia.

La seduta solenne si aprirà con l’intervento del presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau. Seguirà l’intervento del presidente della Regione Francesco Pigliaru. Chiusa la seduta, sarà eseguito il brano “Su patriotu sardu a sos feudatarios (Procurade ‘e moderare)” da parte del Coro Nugoro Amada di Nuoro.