18 November, 2024
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Si è svolto mercoledì 31 maggio, nella Sala della Regina della Camera dei Deputati, il 1° Congresso Internazionale di Pedagogia Familiare  che ha riscosso una grande partecipazione, costituendo altresì un momento di riflessione e confronto sugli aspetti fondanti della Pedagogia Familiare – come Scienza, ormai quasi trentennale, Professione, nel suo divenire anche legislativo, e Valore universale – la cui straordinarietà risiede nel fatto che è l’unica professione che ha quali linee guida i Diritti Umani e i Diritti dei Bambini.

Vincenza Palmieri, Fondatore della Pedagogia Familiare e Presidente, esprime «grande soddisfazione non solo per le oltre 200 persone che hanno seguito con estremo interesse i lavori, ma anche per le intese manifestate dai Rappresentanti Istituzionali e di Governo, per gli accordi raggiunti e per la presenza di Amministratori Locali con cui avviare protocolli e collaborazioni professionali con i Pedagogisti Familiari». Primo fra tutti il Comune di Anguillara Sabazia, nella persona del suo sindaco Sabrina Anselmo, del vice sindaco ed assessore delle Politiche sociali Sara Galea e dell’assessore alla Pace e ai Diritti Umani Viviana Normando, con cui si è siglata in quella Sede una lettera di intenti e si è già avviato un protocollo per attivare un progetto di Pedagogia familiare nello stesso Comune. 

«Non un punto di partenza né un punto di arrivo, ma un punto di incontro per raccogliere l’esperienza degli ultimi 30 anni e riconoscere le vittorie emblematiche fin qui raggiunte, non solo in tutto il territorio nazionale ma anche in Africa (Angola), Spagna, Ecuador, Albania e Grecia», ha dichiarato il presidente Palmieri.

Grande commozione per l’invito di due missionari, Pedagogisti Familiari dell’Angola, che hanno parlato anche a nome dei loro fratelli, formati presso l’I.N.PE.F. (Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare) che li hanno preceduti ed hanno istituito missioni di Pedagogia Familiare in Africa: «Veniteci a trovare, noi chiederemo alle Istituzioni Governative angolesi di fare in modo che la Pedagogia Familiare sia ufficiale come servizio territoriale». «Da noi il matrimonio non è l’unione tra due persone ma tra due famiglie» – le parole di Don Chilumbo Sizano Da Costa Bunda, sacerdote della Diocesi di Sunde – cui si lega il messaggio di suor Florinda Muvandje, membro della Congregazione delle Suore di Santa Caterina, per la quale «la famiglia è il luogo dove si impara ad amare, è il pilastro su cui viene costruita la società». Entrambi hanno sottolineato come, insieme alla Formazione Teologica e Morale, quella in Pedagogia Familiare li abbia resi oltremodo specialisti nell’affrontare le problematiche familiari. 

Prezioso il contributo dei relatori, esperti ed esponenti del Mondo Accademico, che hanno fatto il punto sul metodo scientifico, lo stato presente e le prospettive future di una Professione sempre più al centro della domanda sociale, come il prof. Giuseppe Palmieri, Ricercatore all’Università di Cordoba, che per la prima volta ha pensato di applicare la metodologia multidisciplinare e olistica alla base della Pedagogia Familiare ai risultati della ricerca archeologica, con l’intento di rendere il patrimonio culturale alla portata di tutti, in primis dei bambini, raccontando di percorsi culturali intergenerazionali, dai piccoli ai nonni.

Significative le riflessioni sulla funzione educativa della Scuola e della Famiglia del consigliere del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Luciano Chiappetta e della Senatrice Elena Ferrara (Componente VII Commissione Istruzione Pubblica e Beni Culturali, Commissione Straordinaria per la tutela e la promozione dei Diritti Umani, Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali) che in particolare ha evidenziato il sostegno concreto che la Pedagogia Familiare può dare in questo senso, perché non possono esserci bambini soli, famiglie sole, né una Scuola sola. Importanti e condivise le parole dell’on. Mario Marazziti, presidente della XII commissione Affari sociali e Sanità della Camera dei deputati, per il quale il tema della debolezza, della fragilità, dell’imperfezione è e deve diventare sempre più un tema pedagogico familiare al centro di una profonda e articolata riflessione.

La senatrice Enza Blundo (Vicepresidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza), ponendo l’accento sull’urgenza di rivisitare quelle leggi che non hanno portato i risultati attesi, ha tenuto a riconoscere all’A.N.PE.F. il fatto di essere una realtà capace di farsi carico dei problemi quotidiani della gente, risolvendoli.

Efficace ed emozionante la riflessione dell’on. Antonio Guidi, già ministro per la Famiglia, che così si è espresso: «L’orgoglio che si prova nel momento in cui si riesce a riportare un bambino a scuola o a restituire il sorriso ad una famiglia, è il punto da cui occorre ripartire insieme, lavorando su quelle Leggi e su quelle sinergie in cui crediamo fermamente».

Illuminanti gli spunti dell’avvocato Francesco Morcavallo, già Giudice del Lavoro e dei Minori, e dell’avvocato Francesco Miraglia, esperto in Diritto di Famiglia, i quali hanno posto l’attenzione su importanti aspetti legati alla riforma della Giustizia e sul valore normativo della professione del Pedagogista Familiare, temi che – come sottolineato dal presidente Palmieri – «ci vedono da anni così concordi, affiancati e determinati». Una disciplina tra l’altro che, come delineato dalla Prof.ssa Stefania Petrera, Responsabile Relazioni Istituzionali dell’I.N.PE.F., esprime una professionalità specialistica sempre adeguata e al passo coi tempi e capace, con estrema flessibilità e capacità di reazione, di valorizzare quelle positività e risorse esistenti in ogni contesto e in ogni famiglia.

Incentrati sulla famiglia anche gli interventi dell’on. Eleonora Bechis (VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione Camera dei Deputati), per la quale solo attraverso un’unica rete nazionale e locale di politiche familiari è possibile tutelare la famiglia quale risorsa e bene sociale, e della dott.ssa Daniela Salvati, consulente ONU e Componente del Direttivo CISCoD (Comitato Italiano Sport contro Droga), la quale ha ricordato come la Famiglia sia un fenomeno sociale in continua evoluzione e per questo rappresenti l’Istituzione più moderna della nostra Società ed ha fatto un plauso a chi – come l’A.N.PE.F. – mette in atto una professione ispirata ai Diritti inviolabili dell’Uomo e del Bambino.

Potenti e orgogliosamente concrete le testimonianze dei Pedagogisti Familiari dell’A.N.PE.F., che hanno portato la loro esperienza professionale sul campo, nelle diverse Regioni italiane, con uno spirito di rete ma anche di grande unione come gruppo di Professionisti.

Emiliana Alessandrucci, presidente del CoLAP (Coordinamento Libere Associazioni Professionali), a cui l’A.N.PE.F. ha aderito sin dalla sua Costituzione, ha sostenuto la necessità di riconoscere e valorizzare le competenze professionali e l’importanza del percorso di definizione dei requisiti e della verifica trasparente degli Standard qualitativi propri delle professioni, in base ai criteri di valutazione previsti dalle recenti norme sulle libere professioni. Il commento del presidente Palmieri: «Un altro importante traguardo che ci rende fieri della fermezza con cui abbiamo portato avanti un progetto etico sulla Professione che rappresenta, anche tutelati dalle norme, una Risorsa, una Proposta ed una Risposta».

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“I porti del Mediterraneo e la sfida per l’accoglienza” è stato il tema di una tavola rotonda, coordinata da Roberto Lai, presidente dell’associazione Arciere Onlus che si è tenuta venerdì 20 maggio nell’Aula consiliare del comune di Sant’Antioco. L’obiettivo della conferenza è stato quello di proporre una riflessione, all’inizio della stagione degli sbarchi di migranti, sul ruolo dei porti e dei comuni nel Mediterraneo, per meglio comprendere quanto le istituzioni già svolgono e quale ruolo può ricoprire la società civile. Dopo il saluto ai presenti del sindaco di Sant’Antioco Mario Corongiu, si sono succeduti i temi svolti dei vari relatori. A promuovere la Tavola rotonda, a cui ha partecipato anche il vescovo di Iglesias Monsignor Giovanni Paolo Zedda, è stato il dottor Emiliano Abramo, responsabile per la Sicilia della Comunità di Sant’Egidio, premiato con il prestigioso premio “Colomba d’oro per la Pace 2015” dall’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo (IRAD) per l’importante lavoro di accoglienza in Sicilia.

«E’ parso significativo scegliere proprio la località di Sant’Antioco in quanto comune di periferia coinvolto nelle buone pratiche di accoglienza, terminale di una rotta di sbarchi, quella di barconi salpati dall’Algeria-  ha spiegato Emiliano Abramo – che potrebbe essere ancora più trafficata a causa della chiusura del corridoio balcanico e a causa delle difficoltà in territorio libico.»

Tra i relatori, il Direttore Marittimo della Sardegna Centro-Meridionale, Capitano di Vascello, Roberto Isidori, ed il tenente di vascello elicotterista comandante dell’ufficio Marittimo di Sant’Antioco, Diego Leone, che hanno esposto i numeri degli interventi di salvataggio in mare e l’attività che viene svolta dalla Guardia costiera. Il vescovo si è soffermato invece sui valori cristiani dell’accoglienza e dell’impegno della chiesa per favorire il processo di integrazione. Interessante l’intervento del deputato Mario Marazziti, presidente della commissione Affari sociali della Camera dei deputati, che ha spiegato l’operatività e gli sforzi del governo sul versante immigrazione dando atto alla grande opera verso i migranti svolta dalla Comunità di Sant’Egidio.

«La piramide della vita: infanzia, giovani, età fertile e anziani si è appiattita – ha sottolineato Mario Marazziti -. I risultati degli sforzi del governo verso la famiglia si vedranno tra vent’anni. In questo contesto i migranti, anche se è difficile da capire, possono essere una risorsa e una garanzia di occupazione. Viviamo – ha concluso Marazziti – in un momento di grandi difficoltà ma anche di arricchimento perché un popolo senza anima non esiste.»

E’ stato un convegno ricco di temi umani, civili e sociali svolto alla presenza di tanti cittadini e di rappresentanti dell’Arma dei carabinieri, Guardia di Finanza, Esercito e diverse associazioni impegnati nel controllo delle frontiere e con il compito, che sta diventando ogni giorno più impegnativo, di salvare la vita a tanti disperati che solcano il mare a bordo di barconi fatiscenti per raggiugere l’Europa che non li vuole, e vivere in un mondo senza più guerre e povertà.

Tito Siddi

I porti del Mediterraneo

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I porti del Mediterraneo

Domani 20 maggio 2016, alle ore 11.30, presso l’Aula consiliare del comune di Sant’Antioco, si terrà una tavola rotonda dal titolo “I porti del Mediterraneo e la sfida per l’accoglienza”: obiettivo della tavola rotonda è costruire una riflessione all’inizio della cosiddetta stagione degli sbarchi sul ruolo dei porti e dei comuni nel Mediterraneo, per meglio comprendere quanto le istituzioni già svolgono e quale ruolo può ricoprire la società civile.

E’ parso significativo scegliere proprio la località di Sant’Antioco in quanto comune di periferia coinvolto nelle buone pratiche di accoglienza, terminale di una rotta di sbarchi, quella di barconi salpati dall’Algeria, che potrebbe essere ancora più trafficata a causa della chiusura del corridoio balcanico e a causa delle difficoltà in territorio libico.

A promuovere la Tavola rotonda sarà il dott. Emiliano Abramo, responsabile per la Sicilia della Comunità di Sant’Egidio, premiato con il prestigioso premio “Colomba d’oro per la Pace 2015” dall’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo (IRAD) per l’importante lavoro di accoglienza in Sicilia: alla stessa prenderà parte quale relatore il dott. Mario Marazziti – presidente della commissione Affari sociali della Camera dei deputati, il direttore marittimo della Sardegna Centro-Meridionale capitano di vascello (CP) Roberto Isidori.