22 November, 2024
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Sono entrati in fila per due, mano nella mano, occhi vispi e tanta curiosità. Hanno percorso il corridoio degli ambulatori, hanno salutato medici e infermieri e hanno, da subito, preso “possesso” della sala giochi del reparto. Con loro due maestre delle classi prime della scuola primaria di Li Punti e cinque mamme. Sono i primi alunni delle scuole cittadine che hanno aderito al progetto “Un minuto per la vita”, il progetto della Cardiologia pediatrica dell’Aou di Sassari che ha l’obiettivo di individuare eventuali patologie che costituiscono un fattore di rischio per morte improvvisa.

I primi 16 bambini sono arrivati questa mattina, a bordo di uno scuolabus messo a disposizione dall’Atp. Nella sala giochi-d’attesa hanno aspettato il loro turno, sotto gli occhi vigili delle maestre e delle mamme. E poi, uno per volta, accompagnati dalle infermiere e dalle dottoresse della Cardiologia pediatrica, con tutta tranquillità si sono sottoposti all’Ecg e alla visita.

Il progetto, infatti, prevede una visita cardiologica ed un Ecg ai bambini delle sole prime classi delle scuole primarie. E così, tutti i venerdì, sino a maggio, per un giorno a settimana i medici della struttura diretta da Mario Pala saranno impegnati nello screening di una-due classi per volta, a seconda del numero dei bambini. Il progetto prevede il controllo di circa 1.000 alunni di 44 prime elementari dei 9 istituti comprensivi della città.

«Questo progetto – ha detto il responsabile del reparto di Cardiologia pediatrica Mario Pala – rappresenta una sfida per la Cardiologia moderna. Molte morti che noi chiamiamo di tipo elettrico, sono di origine cardiaca e la causa va individuata semplicemente con l’elettrocardiogramma, un esame che, a cent’anni dalla sua invenzione, è validissimo per individuare questo tipo di patologie.»

L’iniziativa nasce quindi dalla volontà di prevenire la morte cardiaca improvvisa che, al giorno d’oggi, rappresenta circa il 45 per cento delle morti di origine cardiovascolare. Si tratta di una prima e importante esperienza, perché può considerarsi un vero e proprio screening di massa che, in Sardegna, non è mai stato fatto su bambini in tenera età. Il progetto, inoltre, mira a individuare eventuali cardiopatie congenite e, se necessario, avviare i piccoli pazienti a ulteriori accertamenti.

«Contiamo di presentare questo progetto anche il prossimo anno – ha aggiunto Mario Pala – con l’obiettivo di estendere questa attività di prevenzione agli alunni delle prime classi delle scuole della provincia. Un progetto ambizioso, che pensiamo di portare avanti anche con il contributo di privati. Tra questi il gruppo folk San Nicola di Sassari che, il 25 gennaio con lo spettacolo in programma al Teatro comunale, si è messo a disposizione per una raccolta di fondi per l’acquisto di macchinari utili agli esami cardiologici. Un contributo potrà arrivare anche dalla Conad di Sassari che si è resa disponibile a co-finanziare l’iniziativa a respiro provinciale, assieme ad altri privati.»

Il progetto vede coinvolte la Cardiologia pediatrica dell’Aou di Sassari, il comune di Sassari, l’Atp e la Fondazione di Sardegna.

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Arriveranno negli ambulatori di Cardiologia pediatrica venerdì mattina (8 novembre), alle ore 9.00, i primi bambini delle scuole primarie di Sassari che hanno aderito al progetto “Un minuto per la vita”. Prende così il via il progetto che ha l’obiettivo di individuare eventuali patologie che costituiscono un fattore di rischio per morte improvvisa. Il progetto, inoltre, mira a individuare eventuali cardiopatie congenite e, se necessario, avviare i piccoli pazienti a ulteriori accertamenti.
Saranno 19 i piccoli alunni della Primaria di Li Punti che venerdì, accompagnati dalle loro insegnanti, arriveranno all’ingresso della palazzina Materno infantile con lo scuolabus messo a disposizione dall’Atp. Ad accoglierli ci sarà il personale medico e infermieristico della Cardiologia pediatrica.
Il progetto prevede una visita cardiologica e un Ecg ai bambini delle sole prime classi delle scuole primarie.
E così, tutti i venerdì, sino a maggio, per un giorno a settimana i medici della struttura diretta da Mario Pala saranno impegnati nello screening di una-due classi per volta, a seconda del numero dei bambini. Il progetto prevede il controllo di circa 1000 alunni di 44 prime elementari dei 9 istituti comprensivi della città.
L’iniziativa nasce dalla volontà di prevenire la morte cardiaca improvvisa che, al giorno d’oggi, rappresenta circa il 45 per cento delle morti di origine cardiovascolare. Si tratta di una prima e importante esperienza, perché può considerarsi un vero e proprio screening di massa che, in Sardegna, non è mai stato fatto su bambini in tenera età.
Il progetto vede coinvolte la Cardiologia pediatrica, il Comune di Sassari, l’Atp e la Fondazione di Sardegna.

Il primo obiettivo è individuare eventuali patologie che costituiscono un fattore di rischio per morte improvvisa quindi eventuali cardiopatie congenite, infine, avviare i piccoli pazienti affetti da eventuali patologie cardiache a ulteriori accertamenti. È il progetto della Cardiologia pediatrica dell’Aou di Sassari, “Un minuto per la vita”, tanto è il tempo necessario per fare un elettrocardiogramma, che a breve sarà avviato nelle scuole Primarie di Sassari. Nei giorni scorsi è stato presentato ai dirigenti scolastici degli istituti comprensivi della città, nella sede dell’assessorato alle Politiche educative e giovanili del comune di Sassari. «L’iniziativa nasce dalla volontà di prevenire la morte cardiaca improvvisa che, al giorno d’oggi, rappresenta circa il 45 per cento delle morti di origine cardiovascolare. Questa attività di prevenzione è una vera e propria sfida della cardiologia moderna». A dirlo è stato il responsabile della Cardiologia pediatrica Mario Pala che, alla presenza dell’assessora comunale Rosanna Arru e del presidente dell’Atp Roberto Mura, ha illustrato ai dirigenti scolastici come nasce l’iniziativa. Il progetto prevede lo screening di circa 1.000 alunni di 44 prime elementari dei 9 istituti comprensivi della città. «L’età di sei anni – ha detto Mario Pala – è quella ideale, perché la maggior parte dei bambini non hanno mai fatto una visita e un esame di questo tipo». Il piano prevede una visita cardiologica e un Ecg per tutti i bambini che aderiscono all’iniziativa. In un secondo tempo, se necessario e in presenza di un sospetto diagnostico, i medici potranno procedere con ulteriori accertamenti clinici e strumentali anche nei confronti dei loro familiari. Le visite saranno fatte negli ambulatori della Cardiologia pediatrica, al piano terra della palazzina del Materno infantile. Un giorno a settimana, a partire dalla seconda metà di ottobre sino a maggio, sarà dedicato allo screening di almeno due classi per volta. «Siamo la scuola dell’obbligo – ha detto l’assessore Rosanna Arru – e non possiamo sottrarci a un’attività di prevenzione così importante. Per questo motivo abbiamo voluto che ci fosse un’occasione di incontro per creare una sinergia tra gli enti coinvolti». I dirigenti scolastici hanno espresso apprezzamento per il progetto e si sono resi disponibili per la buona riuscita. Le scuole, in questa prima fase, presenteranno il progetto alle famiglie e raccoglieranno le adesione che, per il tramite dell’assessorato comunale, saranno poi comunicate alla Cardiologia pediatrica e all’Atp, l’azienda trasporti pubblici di Sassari, che metterà a disposizione gli scuolabus per il trasporto degli alunni dall’istituto agli ambulatori della Cardiologia pediatrica di viale San Pietro. «È importante fare questa prima esperienza – ha concluso Mario Pala – perché può considerarsi un vero e proprio screening di massa che, in Sardegna, non è mai stato fatto su bambini in tenera età». Il progetto è stato finanziato con 10 mila euro dalla Fondazione di Sardegna e ha il sostegno del Comune di Sassari, con un contributo di 3mila euro, quindi dell’Atp.

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«La nostra azienda, l’Aou di Sassari così come la conosciamo oggi, è nata nel 2016 con la funzione di Hub ma che è tale soltanto di nome e grazie alle professionalità dei tanti operatori che lavorano al suo interno». Così, questa mattina, il direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, Nicolò Orrù, ha iniziato il suo intervento davanti alla sesta commissione Sanità del Consiglio regionale. Al settimo piano dell’ospedale civile, nella sala riunioni affollata dai direttori delle strutture complesse e semplici dell’azienda di viale San Pietro, si è svolto l’incontro convocato dal presidente dell’organismo consiliare regionale Domenico Gallus. Accanto a lui, il vicepresidente della sesta commissione Daniele Cocco ed il presidente del Consiglio regionale Michele Pais. Con il direttore generale erano presenti il direttore sanitario Bruno Contu e il direttore amministrativo Chiara Seazzu. In apertura, il sindaco di Sassari Nanni Campus, ha portato i saluti di buon lavoro.

«Per poter esercitare appieno il ruolo di Hub – ha detto ancora – ed essere polo universitario di attrazione questa Aou deve essere adeguatamente finanziata, dal punto di vista delle strutture, delle tecnologie e del personale.»

Il direttore generale Orrù ha subito proposto una fotografia dell’azienda ospedaliera con 866 posti letto destinati a diventare 770 con la riforma della rete ospedaliera, e che al 31 dicembre scorso ha fatto registrare 34.081 ricoveri, con valori della produzione in aumento, una spesa farmaceutica costante, e non in aumento, quindi i bilanci 2017 e 2018 in sostanziale pareggio.

«Prima di poter procedere con la riduzione dei posti letto – ha proseguito – così come previsto dal piano di riordino della rete ospedaliera, è necessario che i presidi ospedalieri di primo livello operino in sinergia con l’Hub per il rientro dei pazienti. stabilizzati, afferenti al territorio di competenza, fino alla dimissione. I presidi ospedalieri, inoltre, si devono far carico delle patologie a medio-bassa complessità clinica medica e chirurgica. La rete territoriale – ha detto Nicolò Orrù – si deve fare carico dei pazienti in dimissione che a oggi continuano spesso a stazionare nei reparti per acuti, creando inappropriatezza, inefficienza economica e rischioso sovraffollamento».

A titolo di esempio, il direttore generale ha ricordato che l’Aou ha iniziato a fatturare all’Ats Sardegna le «degenze inutili, questo in attesa che i pazienti in dimissione – i quali aspettano anche 90 giorni – possano essere ricoverati in strutture adeguate come le Rsa».

Dal punto di vista dei risultati, Nicolò Orrù ha ricordato che «dal piano nazionale esiti 2018 risulta che abbiamo una situazione di appropriatezza e di garanzia di efficacia delle prestazioni – ha detto – e l’unico elemento rosso sono le colicistectomie una situazione data dal fatto che qui vengono svolti gli interventi complicati e non quelli programmati. Non più rossa ma arancione è segnalata, invece, la questione relativa ai primi parti cesarei perché siamo riusciti a ridurre l’inappropriatezza dal 40 al 30 per cento».

Per il direttore generale è vitale il potenziamento del personale, con l’azienda che dispone di un piano triennale del fabbisogno che ne prevede oltre tremila e una dotazione organica di circa 2500. «Sarebbero necessari quindi 600 unità in più nell’arco di un triennio – ha proseguito – perché questo consentirebbe di accreditare anche le strutture».

Intanto una boccata di ossigeno è arrivata a luglio, con il finanziamento da parte della Regione di 3 milioni di euro per l’assunzione del personale che ha permesso il prosieguo delle attività. Resta ancora, per Orrù, la necessità di superare il vincolo del 7 per cento sulle assunzioni destinate al personale amministrativo.

Il direttore generale quindi ha parlato delle risorse finanziarie a disposizione. Tra queste i 93 milioni di euro per il nuovo materno infantile che, dopo l’abbattimento, avrà necessità di circa 8 mesi per le procedure del Via. Ancora, a disposizione 85 milioni per il secondo ampliamento dell’ospedale per il quale si sta predisponendo la gara per l’individuazione dei progettisti.Si aggiungono i 10 milioni per l’adeguamento antincendio, i 4 milioni di finanziamento Uniss per la nuova Rianimazione, Neurologia ed Ematologia, lavori al momento fermi per fallimento delle imprese. E ancora, 3 milioni per le sale parto del Materno infantile.

Nicolò Orrù ha poi ricordato i 15 milioni che la direzione generale, in attesa che si possano avviare i lavori per il nuovo ospedale, ha destinato alle ristrutturazioni dell’esistente e al fabbisogno delle tecnologie.

Non ha dimenticato di ricordare gli sforzi fatti per la sigla dell’Addendum, per la riorganizzazione e il potenziamento delle attività di acquisizioni beni e servizi, per l’indizione delle procedure di affidamento in urgenza nel rispetto del nuovo codice dei contratti pubblici e per l’avvio del progetto aziendale Debiti Incagliati per i contratti che risultavano «formalmente non in regola». Un’operazione quest’ultima che ha consentito di adottare 82 provvedimenti, di liquidare 16 milioni di euro e di risparmiare 2,1 milioni di euro.

Si sono quindi susseguiti numerosi interventi, dal presidente dell’ordine dei medici della provincia di Sassari Nicola Addis al presidente di Facoltà Andrea Montella, dal professor Alberto Porcu direttore della clinica Chirurgica a Franco Bandiera direttore della Medicina, da Andrea Tirotto che ha parlato della situazione degli infermieri ad altri medici e professori che hanno rappresentato le loro esigenze e la situazione delle loro strutture (professor Salvatore Dessole, dottor Mario Pala, dottor Franco Cudoni, dottor Luigi Cugia, professor Sechi, dottoressa Patrizia Tilocca, dottor Gildo Motroni, dottor Stefano Profili, dottoressa Maria Cossu, dottoressa Monica Derosas, dottoressa Alma Posadinu, professoressa Angela Spanu, professor Roberto Antonucci, professor Angelo Scuteri, dottoressa Elisabetta Pitzorno, dottor Luigi Podda e dottor Giorgio Olzai). Breve intervento anche della portavoce del movimento Donne in lotta per la sanità Luana Farina che si è concentrata sulla Smac.

A conclusione della riunione è seguita la visita dei commissari regionali nei reparti di Pronto soccorso, Ematologia e day hospital oncologico.

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Una visita cardiologica e un esame elettrocardiografico per prevenire la morte cardiaca improvvisa che, al giorno d’oggi, rappresenta circa il 45 per cento delle morti di origine cardiovascolare. Se poi la visita viene rivolta ai bambini in età scolare, rappresenta un vero e proprio provvedimento di medicina preventiva. È, in sostanza, quanto prevede il progetto della Cardiologia Pediatrica dell’Aou di Sassari che, nei giorni scorsi, è stato finanziato dalla Fondazione di Sardegna con un importo di 10mila euro.

A partire da settembre prossimo, sino a giugno, il progetto coinvolgerà 1.000 piccoli alunni delle prime classi delle scuole Primarie di Sassari.

«Può considerarsi un vero e proprio screening di massa afferma Mario Pala, direttore della Cardiologia Pediatrica perché a sei anni la maggior parte dei bambini non hanno mai fatto una visita e un esame di questo tipo. In Italia soltanto alcuni centri hanno avviato indagini simili mentre in Sardegna non è mai stato fatto su bambini in tenera età ma soltanto su adolescenti.»

Dai dati a disposizione della Cardiologia Pediatrica, in italia la morte cardiaca improvvisa in soggetti sotto i 35 anni si manifesta in apparente buono stato di salute ma ha alla base una patologia cardiaca non nota, come una cardiomiopatia ipertrofica, una displasia aritmogena del ventricolo destro, la sindrome di Brugada, la sindrome del Q-T lungo e la sindrome di Wolff-Parkinson-White.

«La prevenzione di questo eventoaggiunge lo specialistacontinua a rappresentare una delle principali sfide della cardiologia moderna. Ecco perché con questo progetto sottoporremo a visita cardiologica e a Ecg tutti i bambini che frequentano la prima classe delle primarie di Sassari, oltre 1.000. In un secondo tempo, se necessario e in presenza di un sospetto diagnostico, potremo procedere con ulteriori accertamenti clinici e strumentali anche nei confronti dei loro familiari.»

Il progetto ha avuto anche il sostegno del Comune di Sassari, con un contributo di 3 mila euro e la collaborazione dell’assessorato Politiche educative e giovanili guidato dall’assessora Alba Canu, dei dirigenti dei vari istituti scolastici cittadini coinvolti, quindi dell’Atp, azienda trasporti pubblici, con il presidente Roberto Mura, che metterà a disposizione gli scuolabus per il trasporto degli alunni dalla scuola alla struttura di viale San Pietro.

Tra gli obiettivi del programma, in prima battuta si punta a individuare eventuali patologie cardiache di cui i soggetti visitati potrebbero non essere a conoscenza, in particolare evidenziare alterazioni del sistema elettrico di conduzione del cuore che costituiscono un fattore di rischio per morte cardiaca improvvisa in soggetti in apparente buono stato di salute.

Il progetto, poi, mira a individuare nei bambini eventuali cardiopatie congenite che non hanno ancora dato segni o sintomi clinicamente significativi.

Infine, si punta ad avviare i bambini affetti da eventuali patologie cardiache, e i loro genitori, ad ulteriori accertamenti clinici e strumentali per poter instaurare i provvedimenti terapeutici opportuni.