22 November, 2024
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Il Consiglio regionale ha approvato il testo unico sulla lingua sarda ed il rendiconto 2017, ed ha ricordato con un minuto di silenzio l’ex consigliere regionale Raffaele Farigu.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. All’ordine del giorno il Testo Unico sulla lingua sarda. Il presidente ha messo in discussione l’articolo 41 “Entrata in vigore” che è stato subito approvato. 

Si è quindi passati alle dichiarazioni finali sulla legge. Il primo a prendere la parola è stato il consigliere Mario Tendas (Pd) che ha annunciato il suo voto favorevole: «E’ una legge frutto del lungo lavoro portato avanti dalla Commissione Cultura  rispetto al quale l’Aula ha apportato delle correzioni intervenendo su alcuni punti critici – ha detto Mario Tendas – la difficoltà maggiore che incontra oggi la lingua è la trasmissione intergenerazionale. Con questo provvedimento si cerca di intervenire su quel fronte. Oggi solo il 3% delle scuole fa progetti di didattica in sardo, la legge cerca di quintuplicare la quota di insegnamento del sardo nelle scuole. Ci sono tutte le ragioni per credere che questo obiettivo possa essere raggiunto».

Soddisfazione per l’approvazione della legge ha espresso il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco: «La legge ha avuto un iter complicato ma alla fine si è raggiunta una sintesi è un punto qualificante di questa legislatura per il quale ringrazio l’on. Paolo Zedda».

Critico invece il consigliere Fabrizio Anedda (Gruppo Misto) che ha annunciato la sua astensione: «Il dibattito non mi ha coinvolto così come non è riuscito a coinvolgere i sardi – ha detto Fabrizio Anedda – la proposta di legge è una distrazione dai problemi del lavoro, la vertenza Aias è solo un esempio con i dipendenti che lamentano il mancato pagamento di 11 stipendi. Preferisco rispondere alla richiesta di aiuto di questi lavoratori, alle richieste delle partite Iva trascurate da tempo. Le priorità sono altre».

Di avviso diverso Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp) che invece ha espresso piena soddisfazione per l’approvazione della legge. «Oggi si compie un passo importante, non è vero che nessuno è interessato alla lingua – ha sottolineato Lai – è vero invece che ci sono problemi seri ma non esiste un popolo senza lingua. Oggi il Consiglio compie un passo importante per affermare la propria identità. Non è di seconda importanza il fatto che venga disciplinato l’insegnamento del sardo a scuola che consentirà alla futura classe dirigente di avere più consapevolezza. Si è compiuto un passo importante».

D’accordo con l’on Lai anche il consigliere del Pd Luigi Lotto: «E’ stato conseguito un buon risultato. E’ chiara a tutti la valenza della lingua per il popolo sardo. Se si considera l’iter della legge, con decine di audizioni in Commissione, si capisce che il lavoro è stato molto complesso. Oggi si fa un passo avanti rispetto a quanto fatto dalla Giunta 13 anni fa. Dalla sperimentazione si passa alla pratica. Si sono create le basi perché il passo in avanti si faccia davvero». Secondo Luigi Lotto occorrerà in futuro mandare avanti i progetti di valorizzazione del sardo, del catalano e delle altre parlate alloglotte. «Abbiamo fatto in modo che il problema non si risolvesse oggi. Tutti quelli che guardano con attenzione alla lingua sanno che la questione potrà essere risolta positivamente. Serviva la massima condivisione».

Raimondo Cacciotto (Pd) ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto: «La discussione ampia che ha caratterizzato l’esame della legge è rappresentativa della varietà del patrimonio linguistico della Sardegna. Anche ad Alghero è nata la Consulta del catalano, è un contributo alla varietà di questo patrimonio linguistico. La legge può fornire un nuovo strumento per la valorizzazione delle parlate isolane e del sistema culturale dell’Isola».

Il relatore Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp), intervenendo in sardo, ha ribadito la validità della legge: «E’ un provvedimento che porta grosse novità e corregge un peccato grave dello Statuto dove manca un riferimento al sardo. Con questa legge approviamo le norme di attuazione e il sardo entra finalmente nello Statuto – ha rimarcato Paolo Zedda – per chi ha ancora dubbi, dico che tutti i finanziamenti per la lingua si traducono in lavoro. Una buona legge promuove anche il turismo e influisce sul dimensionamento scolastico». Paolo Zedda, infine, ha ringraziato gli ex consiglieri regionali Efisio Arbau, Modesto Fenu e Gavino Sale per le proposte di legge presentate e poi confluite nel Testo Unico, l’ex presidente della Commissione Cultura Gavino Manca e la funzionaria Cristina Caria per il lavoro svolto.

Voto favorevole ha annunciato anche Augusto Cherchi (Pds): «Il Partito dei Sardi ha consapevolezza che la Sardegna è una nazione e ha il dovere di perseguire l’unità su un elemento come la lingua – ha detto Augusto Cherchi – siamo stati irremovibili quando abbiamo proposto una sintesi nella ricerca di uno standard unico che considerasse le diverse esperienze territoriali e storiche. Non siamo caduti nel tranello dello scontro, abbiamo sommato le esperienze e siamo arrivati all’ipotesi di una norma linguistica e ortografica unica. Si è fatto un importante passo in avanti».

A favore della legge si è schierata anche Rossella Pinna (Pd): «Avrei voluto pronunciare la mia dichiarazione in campidanese ma purtroppo appartengo a quella generazione di persone a cui è stato negato il diritto di parlare in sardo – ha detto Rossella Pinna – a scuola mi veniva impedito di parlare la mia lingua, ho recuperato da mia nonna che mi parlava di nascosto in sardo perché aveva capito l’importanza della conoscenza della lingua materna. Sono favorevole a questa legge, una buona norma sulla quale la commissione ha lavorato per due anni. Non sono d’accordo con chi ritiene, anche all’interno della maggioranza,  che sia un problema di poco conto e che ci fosse qualcosa di più urgente della lingua. Serviva un intervento che superasse la legge 26, c’è la necessità di diffondere l’uso della lingua, elemento fondamentale della nostra identità. Invito insegnanti e genitori a tramandare e insegnare la lingua. Si torni alle radici perché senza radici non si vola».

In sardo è intervenuto il consigliere dei riformatori Luigi Crisponi: «Quando tu puoi parlare la tua lingua non solo a casa ma tra la gente provi grande soddisfazione, quando lo fai in consessi importanti come questo ti senti libero – ha detto Luigi Crisponi – peccato che però la legge che andiamo ad approvare presenti diverse lacune». Secondo l’esponente della minoranza la norma poteva essere definita meglio ascoltando le raccomandazioni provenienti dai territori: «E’ una mancanza alla quale non si può porre rimedio – ha concluso Luigi Crisponi – siamo andati di fretta, serviva una riflessione più approfondita».

Voto contrario ha annunciato il capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti Pierfranco Zanchetta: «Questa legge mi pare un matzamurru. Noi consiglieri della Gallura per quanto sia apprezzabile lo sforzo dell’art.9 riteniamo che il gallurese sia stato impoverito – ha affermato Pierfranco Zanchetta – vedremo se la Consulta sarà capace di trovare anche per il gallurese e l’isulanu de la Maddalena una forma di tutela. Ricordo che due delibere del 2010 e del 2012 del Consiglio provinciale di Olbia chiedevano una revisione della legge regionale 26 e della legge nazionale 482 che non considerano lingua il gallurese. Allora si aprivano sportelli linguistici di logudorese a Olbia, una forzatura inaccettabile. Una glottofagia, un cannibalismo linguistico che ci declassa non può starci bene. Mi auguro che la legge possa avere gli effetti indicati dall’art.9. Ci auguriamo un plurilinguismo democratico».

Giudizio condiviso dall’altro consigliere gallurese Giuseppe Meloni (Pd): «A mio parere non esiste una lingua sarda ma diverse lingue sarde. Si sta perdendo un’occasione d’oro per riaprire un confronto con il legislatore nazionale. La legge 482 è ambigua, non riconosce il gallurese e fa confusione. Era dovere della Regione chiedere un’integrazione dell’art.2 della legge 482. Bastava seguire l’esempio svizzero. Con questa legge stiamo ribadendo che esistono lingue di serie A e lingue di serie B. Occorreva più coraggio, per questo voterò contro»

Voto contrario ha annunciato anche Stefano Coinu (Forza Italia): «La legge ha avuto un iter tormentato, ci sono state 100 audizioni e una volta arrivata in Aula quasi 400 emendamenti, alcuni dei quali sostanziali proposti dalla stessa maggioranza come l’abrogazione dell’art. 2 e le correzioni l’art. 9 – ha ricordato Stefano Coinu – la chicca è proprio l’art. 9 che migliora la stesura originaria e demanda a una Consulta, composta da 28 elementi, la definizione di una norma linguistica e ortografica. Gli esperti saranno scelti tenendo conto della loro provenienza geografica. Credo che in cuor suo non sia contento nemmeno Paolo Zedda. Si sta decidendo di non decidere, noi chiedevamo di rinunciare. Il voto è contrario, si sta disgregando il popolo sardo per provare a unire la maggioranza».

Critico anche Gaetano Ledda (Psd’Az – La Base): «Nel dibattito si sono sentite opinioni diverse. La maggioranza per trovare l’unità ha fatto cambiamenti sostanziali. Alla fine è venuta fuori una grande confusione. Ricordo che la lingua sarda è unica, composta da diverse parlate. Oggi diciamo in legge cose non vere. Stiamo modificando la realtà. La lingua sarda è una».

Per Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori sardi «si tratta di un lavoro non finito in Commissione e non trattato nel migliore dei modi dal Consiglio. Manca la base, l’essenza del perché abbiamo una lingua. E’ facile dire che siamo una nazione, ma non capiamo quale sia l’idem sentire di una comunità».

Contro la proposta in discussione anche l’intervento di Giovanni Satta (Psd’Az – La Base). «In questa legge di buono c’è solo l’impegno che vi ha messo Paolo Zedda. Per altro è una legge che evidenzia le divisioni. Io ho imparato il sardo da piccolo poi sono stato a Sassari e Olbia e ho imparato le altre parlate. La legge è stata approvata in fretta per accontentare qualcuno, la maggioranza è obbligata a votarla come ha fatto per la riforma sanitaria e per i soldi dei pastori. Dispiace perché si poteva trovare l’unità. La lingua non è né di destra nè di sinistra. Riportatela in Commissione».

Marco Tedde (Forza Italia) ha ribadito il giudizio negativo sulla legge espresso a più riprese nel corso della discussione. «C’è stato un lungo braccio di ferro all’interno della maggioranza tra chi parteggiava per i localismi e chi invece puntava a una lingua standard la proposta iniziale è stata destrutturata, i valori di riferimento sono venuti a mancare. Questa è una legge inadeguata rispetto agli obiettivi strategici. Unico lato positivo è l’inserimento della valorizzazione della lingua catalana di Alghero che ha pari dignità rispetto al sardo. Questo era stato ignorato all’inizio. Grazie a noi oggi il catalano ha un ruolo. Ciò non toglie che nel suo complesso la proposta sia negativa».

Per la capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, «oggi è un giorno triste perché non abbiamo potuto dare il nostro contributo per unire il popolo sardo, invece di dividerlo. Credo, a giudicare dal risultato arrivato in quest’Aula, che in commissione non si sia lavorato rispettando i canoni di formazione di una legge. Non ho mai pensato di avere il verbo e dunque la lingua per parlare a tutti i sardi ma sono convinta che campidanese e logudorese, come dicono studi scientifici,  derivino separatamente e insieme dal latino».

Si è espresso contrariamente anche l’on. Gianluigi Rubiu (Udc), che ha detto: «Questa legge è sbagliata nei tempi e non è pienamente condivisibile nei contenuti. E’ una legge bandierina che non produrrà effetti positivi per la Sardegna, pur riconoscendo noi l’importanza di un testo di legge che affermi l’esistenza di una lingua sarda comune. Altri sono i provvedimenti, però, che i sardi attendono e non possiamo ignorare il momento storico con un 3,3 per cento di aumento della povertà in Sardegna rilevato questa mattina dall’Istat. Il tasso di disoccupazione dei giovani sardi è ormai al 54 per cento e la dispersione scolastica al 33 per cento. Abbiamo bisogno di aggiungere altro? Sì, lo spopolamento delle zone interne e la fuga di cervelli dall’Isola».

Per l’on. Giuseppe Fasolino (FI) «abbiamo perso tanto tempo per fare un pasticcio e il Consiglio ha stabilito chi di noi ha la dignità della lingua sarda. Noi galluresi non abbiamo la dignità degli altri. E mi chiedo perché il campidanese non sia considerato una lingua sarda. La verità è che dovevate approvare questa legge per mettere una bandierina ma sapete come me che si tratta di un provvedimento sbagliato. Non è di questi comportamenti che ha bisogno la Sardegna».

A favore del provvedimento in esame si è espresso il capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco, che ha detto: «In realtà questo testo ha avuto un iter lunghissimo che testimonia la difficoltà della trattazione del tema, sotto il profilo politico, culturale e scientifico. Non si fanno le leggi per mettere le bandierine, come ho sentito: si fanno perché è necessario farle. E una legge sulla lingua sarda andava fatta: potrà essere migliorata, se serve. Ma intanto la facciamo, per la prima volta, e colmiamo un bisogno che esisteva. Torneremo a discuterne, aprendo il dibattito nella società».

Non appena è giunta in Aula la notizia del decesso, il presidente Ganau ha invitato i consiglieri a un minuto di raccoglimento per ricordare l’on. Raffaele Farigu, consigliere regionale del Psi nelle legislature VII X e XII e due volte deputato, venuto a mancare questa mattina. Originario di Capoterra, Farigu era nato nel 1934 e aveva affiancato il suo lavoro in prefettura all’attività politica e a quella sociale ai vertici dell’Uce (Unione ciechi d’Europa) e dell’istituto di formazione professionale Ierfop.

Poi il voto finale della legge sulla lingua sarda, che è stata approvata.

Il presidente Gianfranco Ganau è passato poi all’esame del punto successivo dell’ordine del giorno: il rendiconto del Consiglio regionale per il 2017. L’on. questore Fabrizio Anedda ha illustrato la relazione e lo ha rimesso, con parere positivo, alla valutazione dell’Aula.

Per l’on. Gianni Lampis (Fdi) «da tre mesi mi ritengo molto infastidito per l’atteggiamento del collegio dei questori e non voterò questo rendiconto».

Il rendiconto ed i suoi allegati sono stati approvati dall’Aula. Approvato poi anche il rendiconto dei Gruppi consiliari del 2017 ed il resoconto del Corecom Sardegna 2017.

Il presidente Gianfranco Ganau ha tolto la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo che ha convocato il Consiglio per martedì 3 luglio, alle 16,30. Primo punto all’ordine del giorno la proposta di legge 508 (Lotto e più) Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2017, n. 16 (Norme in materia di turismo). Seguirà l’esame della PL 164 (Pinna e più) Interventi per la promozione e la valorizzazione dell’amministratore di sostegno a tutela dei soggetti deboli, della PL 495 (Lotto e più) Disposizioni per la valorizzazione della suinicoltura sarda e della PL 506 (Lotto e più) Norme per la lavorazione, la trasformazione ed il confezionamento di prodotti agricoli esclusivamente aziendali.

L’ordine del giorno proseguirà con l’esame della PL 434 (Lotto e più) Disposizioni transitorie per la sanatoria di situazioni irregolari sugli immobili regionali, della PL 223 (Comandini e più) in materia funebre e cimiteriale. Ex articolo 102 entra in aula anche la proposta di legge 481 (Lai e più) Disposizioni in materia di personale della categoria “assuntori” operante in Sardegna in base alla legge n. 14 del 1965 e costituzione della “Lista ad esaurimento assuntori”.  

Martedì 3 luglio alle 15,30 la Conferenza dei capigruppo incontrerà i presidenti dei comitati provinciali INPS della Sardegna, sulla presenza dell’Istituto sul territorio.

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L’assessorato dell’Agricoltura ha definito la rimodulazione del Piano di sviluppo rurale 2014-2020. Lo ha fatto al termine del confronto con le associazioni agricole che hanno partecipato in questi mesi al Tavolo verde istituito dalla Regione. La somma complessiva da riprogrammare ammonta a circa 61 milioni di euro.

I dettagli della ridefinizione del Psr sono stati illustrati questa mattina dall’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria alla Commissione “Attività Produttive” del Consiglio regionale. «All’unanimità si è deciso di puntare su alcune misure che avevano bisogno di essere rafforzate o su altre la cui dotazione finanziaria era insufficiente – ha spiegato Pierluigi Caria – in particolare si è deciso di intervenire sulla misura 6.1 (Primo insediamento in agricoltura) con 10 milioni di euro e sui progetti integrati di filiera con ulteriori 15 milioni. Le altre somme andranno invece agli interventi per la difesa del suolo (13 milioni), agli investimenti nelle aziende agricole (10 milioni), ai Gal (5 milioni) e alla tutela delle razze rare (3 milioni)».

Pierluigi Caria ha spiegato che la Giunta ha raccolto le richieste provenienti dal mondo giovanile per l’incremento dei fondi sul primo insediamento in agricoltura. «Con 10 milioni contiamo di soddisfare altre 300 domande – ha detto l’assessore – in questo modo potremo coprire oltre la metà delle richieste presentate con l’obiettivo finale di dare una risposta a tutti». Sollecitato dai consiglieri Pier Mario Manca (Pds) Gianluigi Rubiu (Udc), Gaetano Ledda (La Base) Mario Tendas e Valerio Meloni (Pd) sull’opportunità di procedere allo scorrimento delle graduatorie per evitare l’esclusione di alcune domande, Pierouigi Caria ha comunicato che è in atto una valutazione giuridica da parte dell’assessorato. «Se non fosse possibile potremmo decidere di ricorrere ad un secondo bando».  

Caria ha poi consegnato alla Commissione la documentazione relativa alla situazione della spesa del Psr 2014/2020. Finora sono stati erogati poco più di 335 milioni di euro. «Siamo al terzo posto in Italia per spendita delle risorse. Prima di noi ci sono solo il Veneto e le Province Autonome di Trento e Bolzano – ha sottolineato Pierluigi Caria – se ci riferiamo ai primi tre mesi dell’anno siamo addirittura primi. Per quanto riguarda le somme impegnate, la Regione ha programmato circa il 65% delle risorse disponibili (827 milioni su 1291)».   

L’assessore, infine, ha annunciato l’imminente pubblicazione dei bandi relativi alle sottomisure 2.1 e 2.3 (ricorso alle consulenze e formazione dei consulenti) 5.1(prevenzione delle calamità naturali) 8.3 (prevenzione degli incendi) e 8.6 (tecnologie silvicole, trasformazione e commercializzazione di prodotti delle foreste).

Prima dell’audizione dell’assessore all’Agricoltura, la Commissione guidata da Luigi Lotto ha incontrato in mattinata una delegazione degli ex lavoratori Vesuvius, l’azienda siderurgica con sede a Macchiareddu chiusa nel dicembre del 2016. La Commissione nei prossimi giorni sentirà gli assessori del Lavoro e dell’Industria per fare il punto della situazione e procedere alla verifica delle azioni messe in campo per favorire la ripresa produttiva.

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Il Consiglio regionale ha approvato la mozione n. 413 (Lotto e più) e l’ordine del giorno Rubiu (Udc) e più, sulla difesa delle produzioni di agnello IGP di Sardegna dalle imitazioni e dall’introduzione sul mercato di agnelli provenienti dall’estero macellati nell’Isola e marchiati IGP di Sardegna. Approvata anche la mozione n. 331 (Cherchi Augusto e più) sulla mancata attuazione delle disposizioni della legge 15 marzo 2010, n. 38, concernente “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il presidente ha comunicato al Consiglio una delibera della Giunta per le elezioni con la quale viene contestata formalmente l’incompatibilità prevista dalla legge ai consiglieri Christian Solinas e Gavino Manca eletti rispettivamente al senato ed alla Camera, che non hanno esercitato il diritto di opzione per la carica prescelta entro 10 giorni. Di conseguenza il Consiglio, chiamato a votare a scrutinio segreto per l’avvio della procedura di contestazione si è espresso favorevolmente con 27 sì, 13 no e 2 astenuti (Fasolino e Tedde di Forza Italia).

Il presidente ha illustrato poi una seconda delibera della Giunta con la quale, dopo le dimissioni di Pietro Pittalis risulta subentrante in base alla documentazione ufficiale Stefano Coinu, che viene proclamato eletto e presta giuramento.

Subito dopo l’Aula ha iniziato la discussione della mozione n. 311, primo firmatario Augusto Cherchi del Pds, sull’introduzione delle cure palliative e della terapia del dolore nel sistema sanitario regionale.

Nel suo intervento, Augusto Cherchi ha ricordato che «fin dal 2015 erano state presentate specifiche istanze al presidente Francesco Pigliaru ed all’assessore Luigi Arru, seguite da una interpellanza nel 2016 e questa mozione nel 2017 mentre Lo Stato ha approvato all’unanimità nel 2010 una ottima legge-quadro presa ad esempio dall’Organizzazione mondiale della Sanità, per porre le basi per l’applicazione diffusa di questa terapia che riguarda 80 milioni di persone nel mondo, costa il 20% della sanità in Europa, 19 miliardi in Italia e 600 milioni in Sardegna». «Ma al di là dei numeri – ha aggiunto Augusto Cherchi – la terapia ha un alto significato sul piano etico e morale, oltre che economico, per la Sardegna che ha poli di eccellenza dove però ci sono liste d’attesa di oltre un anno e problemi di personale: chiediamo perciò l’attuazione della legge 38/2010».

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco, vice presidente della commissione Sanità, ha affermato che «il reparto attivo presso il Brotzu non funziona a pieno regime ed ha gravi carenze di organico oltre che liste d’attesa inaccettabili di circa 12 mesi, per cui in un momento così drammatico per la sanità sarda è urgente intervenire sul reparto che va messo in condizioni di funzionare con piena efficienza».

Sempre per Forza Italia il vice capogruppo Marco Tedde ha definito la situazione di tanti pazienti sardi che soffrono «immorale, anche se non partiamo da zero perché nel 2013 e nel 2014 sono stati adottati importanti atti preliminari istituendo la rete della terapia del dolore; poi però si è fermato tutto e si tratta di una negligenza che dimostra la gestione debole della sanità sarda». La maggioranza, secondo Marco Tedde, «ha imposto una riforma sanitaria piena di lacune imponendo al Consiglio tappe forzate mentre si attende da 6 mesi l’approvazione del Ministero ed anche la vicenda dei diabetici sardi è emblematica perché diversi da tutti gli altri perché non possono utilizzare farmaci e supporti».

Per i Riformatori sardi, il consigliere Luigi Crisponi, «oltre alla legge su terapia del dolore c’è la 26/14 sull’endometriosi approvata all’unanimità dal Consiglio e mai attuata neanche nella parte che prevedeva specifiche esenzioni per le pazienti, mentre il governo nel 2017 ha adottato i Lea che comprendono queste esenzioni: è su queste cose che l’assessore deve dare risposte».

Antonello Peru, di Forza Italia, che in apertura ha dichiarato di voler aggiungere la sua firma alla mozione, ha sottolineato l’importanza della legge nazionale di riferimento e le risorse in essa contenute, impiegate anche dalla Sardegna per realizzare a suo tempo 3 hospice ma queste strutture, ha segnalato, «sono del tutto insufficienti e quelle attive non funzionano al meglio, dimenticando che le persone hanno diritto di poter vivere in modo dignitoso anche le malattie gravi, una esigenza che va recepita non solo realizzando le strutture ma anche promuovendo l’assistenza domiciliare». «Sui diabetici – ha concluso – è stato fatto un primo passo ma occorre fare di più a partire dalla dotazione degli strumenti di monitoraggio sottocutanei».

Ancora per Forza Italia il capogruppo Alessandra Zedda, cercando di capire le ragioni della mancata attuazione della legge e delle stesse delibere della Giunta, ha sottolineato «l’evidente menomazione del diritto alla salute dei sardi anche perché le liste di attesa di oltre un anno mezzo sono di fatto virtuali perché mancano le strutture in grado di prendere in carico i pazienti». La situazione complessiva, ha continuato, «fa capire che non si crede in questa terapia nonostante la Regione sostenga per intero i costi della sanità con ricorse pari a circa il 60% del proprio bilancio».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, che ha definito l’argomento «molto delicato», ha ricordato gli atti compiuti nella legislatura precedente che, nella sostanza, «in molti casi non coincidono e parlano di strutture molto carenti nonostante la disponibilità significativa di risorse». Fra l’altro, ha detto ancora Cocco, «è stato istituito un tavolo tecnico che ha prodotto una relazione che individua precise problematiche nella formazione del personale tanto è vero che sono state stanziate risorse aggiuntive per 480.000 ripartite in 3 master, uno dei quali partito venerdì scorso». Affrontando in generale lo stato della sanità sarda, Pietro Cocco ha auspicato «una discussione seria su riforma sulla nuova rete ospedaliera perché su questo abbiamo scommesso, i problemi che emergono sul campo sono tanti ma ci sono anche molte notizie infondate, insomma serve una operazione-chiarezza».

In qualità di capogruppo, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha detto che «prima di dare giudizi avventanti è bene documentarsi perché non è vero che la Sardegna non ha fatto niente, tanto è vero che la struttura del Brotzu è stata realizzata nei primi 2000 e, siccome non c’erano centri pubblici, molti privati li hanno realizzati col contributo di associazioni». «Ci sono quindi ampie responsabilità di tutti – ha sostenuto ancora Giorgio Oppi – e sotto questo profilo la mozione deve spingerci ad operare concretamente e c’è molto da fare anche per dare attuazione alla riforma della rete ospedaliera, che segna il passo al ministero ma non si può aspettare la fine della legislatura perché questo vuoto paralizza la sanità sarda». «E poi – ha concluso – bisogna dare basta al balletto dei privati che scaricano tutte le responsabilità sulla Regione».

Per la replica l’assessore Luigi Arru ha ringraziato l’on. Cherchi per aver sollevato il problema in aula e ha detto: «La legge è del 2010, non nel 2014. E cosa è accaduto sino a oggi? E cosa non si è fatto dal 2010 al 2014? Cure palliative e terapia del dolore sono materie che si intrecciano ma sono cose diverse. Il problema è creare reti e personale, che deve essere formato adeguatamente. Presto con l’Università attiveremo un master di secondo livello per la terapia del dolore e abbiamo già un’eccellenza, Olbia, che è stata certificata dal Sole 24 ore».

Per l’assessore alla Sanità «grazie a dei colleghi che operano all’Oncologico siamo bravissimi anche con le terapie invasive e non userei il parametro delle liste d’attesa per affrontare questo problema perché spesso i ritardi derivano da responsabilità altrui e dalla nostra decisione di risistemare, con opere urgenti, gli ospedali che ne hanno bisogno. Da quando si è arrivati si è detto che la Sardegna spende troppo per la Sanità: mettiamoci d’accordo su questo. Noi siamo convinti che la nostra proposta di riorganizzazione della rete ospedaliera sia la più efficace sotto il profilo della governance ed è molto più importante per noi togliere il dolore che lasciare medici in ospedali dove ci sono reparti che lavorano pochissimo. Dobbiamo portare la cultura antalgica fuori da Cagliari e formare medici specialisti nella terapia del dolore».

L’on. Cherchi (Pds) ha replicato: «Questa mozione ha tre anni di gestazione e alla fine del mio intervento rifarò la domanda con la quale ho aperto l’intervento. Non confondiamo i malati di tumore con la terapia del dolore e nemmeno le cure palliative con il dolore. Non abbiamo in Sardegna un solo posto letto per le cure palliative pediatriche eppure sono mediamente trenta ogni anno i pazienti pediatrici che si avviano alla fine della vita. Noi non abbiamo la rete delle terapie del dolore ma non c’è hub senza rete: chiedo all’assessore se intende costituire o no la rete prevista dalla legge 38 del 2010?».

L’on. Marco Tedde (FI) ha chiesto di aggiungere la sua firma alla mozione Cherchi e ha aggiunto rivolto all’assessore Luigi Arru: «Lei è diventato abilissimo a glissare sulle questioni centrali. Con molta eleganza interpreta il suo ruolo, ma senza impegno. Lei non ha mosso un passo per attuare la legge 38 e questi sono i fatti: com’è andata a finire la riorganizzazione della rete ospedaliera, non aggiri le domande e non dia risposte evasive».

L’assessore Arru ha ripreso la parola per dire che intende «applicare la legge 38, con i tempi che avete utilizzato voi, dal 2010 al 2013».

Per l’on. Pietro Cocco (Pd) «il collega Tedde ha sbandato ma stiamo ad ascoltarlo lo stesso».

La capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, ha detto: «Continuate pure con questo andazzo ma la risposta sarà uguale a quella che avete ottenuto il 4 marzo».

Per il Pds è intervenuto l’on. Roberto Desini, secondo cui «c’è una mozione e a  quella l’assessore Arru è chiamato ad attenersi. Da anni siete chiamati a dare attuazione alla legge 38, è arrivato il momento di recuperare il tempo perduto».

Il sardista Angelo Carta ha ricordato che «l’Aula è d’accordo sulla mozione» e così l’on. Daniele Cocco (Art. 1): «Fare l’assessore a fine mandato non è un regalo per nessuno ma oggi è necessario applicare immediatamente la legge 38. I sardi hanno aspettato abbastanza».

La mozione 331 è stata approvata.

La mozione 413 sulla difesa degli agnelli marchiati IGP Sardegna è stata presentata dall’on. Luigi Lotto (Pd), presidente della commissione Agricoltura. L’oratore ha detto: «Una vicenda di cronaca della scorsa settimana porta alla ribalta sulla stampa ancora una volta il tema della certificazione dei prodotti sardi e della protezione della loro origine mediante un marchio. Sembrerebbe che degli agnelli siano stati importati in Sardegna dalla Romania, macellati in Sardegna e poi esportati di nuovo con il marchio sardo. E’ fondamentale il ruolo del consorzio in questo caso come in tutti i casi di protezione dei prodotti con un marchio nostro. E’ chiaro che servono norme nuove, anche penali, contro la contraffazione: lasciamo alla magistratura il compito di occuparsene, accanto al Parlamento presso il quale giace un disegno di legge. Con chiarezza però viene alla luce del sole un fatto che tutti sospettavamo: il marchio sardo ha un valore enorme se qualcuno si preoccupa di portarli dalla Romania, macellarli e rivenderli come prodotto di Sardegna. Siamo certi che il Consiglio regionale vorrà prendere una posizione chiara e univoca su questa vicenda, che ci porta a stare a fianco al Consorzio di tutela in questo caso e più in generale ai marchi dell’olio, del vino e del settore lattiero caseario. Dobbiamo lavorare per ottenere anche altri marchi di origine, allargando le nostre produzioni e tutelandole nel commercio. Questa vicenda va condannata ma ci deve servire da monito».

Nella discussione è intervenuto l’on. Gianluigi Rubiu (Udc), che ha ringraziato il collega Lotto per la mozione: «Il problema è grave e va oltre il fatto fine a se stesso: nel 2015 in Italia i reati agroalimentari sono cresciuti del 215 per cento». L’oratore ha annunciato e poi depositato un ordine del giorno che auspica l’intensificazione dei controlli sul fronte della contraffazione e delle frodi agroalimentari. 

Per Art. 1 l’on. Lai ha detto: «Questo tema va discusso anche per un fatto di orgoglio della buona politica. L’anno scorso abbiamo stanziato 15 milioni di euro per il comparto ovino e le nostre buone risposte e pratiche non possono essere messe in discussione da chi fa cose poco serie come queste. Basta con queste contraffazioni, che sono un grande danno per l’economia sarda: abbiamo stanziato altri 20 milioni per la pastorizia e per l’agricoltura sarda, chiediamo che si spendano quelle risorse».

Il Pds ha preso la parola con l’on. Piermario Manca, che ha ringraziato il presidente Gianfranco Ganau per aver portato in Aula con tempestività la mozione: «Noi sapevamo che erano necessarie le stalle di sosta nei porti per controllare il bestiame, l’ho detto tre anni fa. Perché non lo abbiamo fatto? Questo è il vero problema e questo dobbiamo fare se vogliamo arginare il fenomeno e fermare certe truffe alimentari».

La consigliera Daniela Forma (Pd) si è complimentata con l’assessorato dell’Agricoltura ed ha chiesto all’assessore di riferire circa le interlocuzioni ministeriale sulla possibile risoluzione delle problematiche inerenti il declassamento degli ippodromi sardi. Nel merito degli argomenti oggetto della mozione l’esponente della maggioranza ha parlato di “fatti di straordinaria gravità” ed ha ricordato gli sforzi fatti per la valorizzazione dell’agnello sardo Igp. La consigliera ha inoltre evidenziato ruolo e funzione del consorzio di tutela ed ha concluso il suo intervento auspicando un incremento degli stanziamenti in sede di assestamento di bilancio per aumentare il numero di agenti vigilatori.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha lamentato la mancata discussione delle due proposte di legge a suo tempo presentate per l’istituzione di controlli portuali e aeroportuali al fine di meglio tutelare le produzioni agricole sarde e la salubrità dei. Antonio Gaia (Upc-Socialisti) ha fatto riferimento ad un suo precedente intervento in Aula del 2015 per riproporre il divieto al taglio delle orecchie degli agnelli al momento della macellazione. Mantenere la targhetta auricolare fino al momento dell’acquisto del prodotto nelle macellerie – a giudizio del consigliere della maggioranza – è la soluzione semplice e immediata per garantire il consumatore dalle frodi.

L’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, intervenendo in sede di replica, ha ribadito l’impegno per la tutela dell’agnello sardo e del marchio Igp ed ha confermato la frode scoperta nel periodo dell’ultima Pasqua quando dodicimila agnelli provenienti dalla Romania sono stati macellati e spacciati come agnello sardo Igp nel mercato isolano. L’assessore ha inoltre illustrato per sommi capi un importante progetto sperimentale per la tracciabilità elettronica delle carni ed ha assicurato un incremento delle azioni di vigilanza a tutela dei marchi qualità conquistati dalla Sardegna. Pierluigi Caria ha inoltre ribadito la volontà di procedere nelle iniziative per il riconoscimento di ulteriori marchi per le produzioni tipiche isolane ed ha aggiornato il Consiglio sulla situazione che riguarda Ara e Apa.

In ordine al Vinitaly ha confermato la partecipazione di 97 cantine sarde  ed ha uspicato una sempre maggiore aggregazione tra produttori e aziende.

Sulla questione degli ippodromi, l’assessore ha confermato la firma al ministero delle Politiche agricole del decreto che consentirà lo svolgimento delle gare nell’ippodromo di Chilivani da domenica 22 aprile, nonché una possibile moratoria per scongiurare gli effetti del declassamento degli ippodromi della Sardegna.

Il presidente della commissione Attività produttive, Luigi Lotto, ha confermato la messa in votazione della mozione di cui è primo firmatario e dell’ordine del giorno presentato dal capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, in qualità di primo firmatario L’esponente della maggioranza ha ricordato che sulla questione degli ippodromi è al lavoro la sottocommissione per portare all’attenzione dell’Aula una proposta normativa condivisa per dare una svolta al comparto e garantire un futuro all’ippica in Sardegna. Il consigliere del partito dei Sardi, Piermario Manca, ha ribadito che la migliore soluzione per tutelare i prodotti sardi e scongiurare le frodi alimentari è rappresentata dalla realizzazione delle cosiddette stalle di sosta in prossimità di porti e aeroporti per il controllo degli animali e delle piante.

Daniela Forma (Pd) ha sottolineato procedure, adempimenti e normative statali e europee che dovrebbero tutelare produzioni tipiche e consumatori ed ha auspciato in futuro una maggiore comunicazione tra gli organi ministeriali deputati al controllo.

Il capogruppo Pds, Gianfranco Congiu, ha denunciato un atteggiamento punitivo da parte dello Stato nei confronti della sardegna per quanto attiene ilr ecepimentod elle norme europee in materia di tutela delle razze autoctone. A giudizio di Congiu lo schema ministeriale inibisce la Regione, laddove volesse istituire l’ente selezionatore e dunque la Sardgena non potrebbe tutelare il suo patrimonio.

Il consigliere Upc, Antonio Gaia, ha riproposto la conservazione della targhetta auricolare ricordando che prima dell’istituzione del consorzio per la tutela Igp, le orecchie degli agnelli non venivano tagliati in sede di macellazione.

Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha proposto di portare in discussione la proposta di legge per istituire i controlli nei porti e negli aeroporti e il consigliere del Pd, Mario Tendas, ha dichiarato voto favorevole per la mozione e l’ordine del giorno.

Posta in votazione la mozione Lotto e più che impegna la Giunta a garantire la sicurezza dell’immagine dell’agnello sardo Igp è stata approvata all’unanimità con 41 voti a favore.

La capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha quindi precisato che i contenuti della mozione sul tema presentata a suo tempo dagli ex consiglieri di Forza Italia, Ugo Cappellacci e Pietro Pittalis, sono stati inseriti nell’ordine del giorno Rubiu e più che dà mandato al presidente della Giunta di adottare ogni utile iniziativa per contrastare la contraffazione alimentare dei prodotti agricoli sardi.

Dopo il parere favorevole espresso dalla giunta l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità con 38 voti favorevoli.

Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato conclusi i lavori dell’Aula ed ha convocato il Consiglio per domani, giovedì 19 aprile, alle 10.00.

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Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge sulla pesca ed il disegno di legge sull’istituzione dell’anagrafe regionale degli studenti.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n. 492/A – Giunta regionale – “Disposizioni in materia di pesca”.

Per illustrare il provvedimento il presidente ha dato la parola al relatore, il presidente della commissione Agricoltura Luigi Lotto (Pd).

Prima di Lotto sono intervenuti alcuni consiglieri regionali sull’ordine dei lavori.

Il consigliere del Pds Roberto Desini, riferendosi alla partecipazione del presidente Gianfranco Ganau ad una video – conferenza con il comitato a sostegno del riconoscimento dell’insularità nella Costituzione attraverso una raccolta firme congiunta con la Sicilia, ha ricordato che «il Consiglio ha approvato una legge che prevedeva contributi alle società sportive per le trasferte nelle isole minori, legge ancora non applicata ed è un fatto vergognoso».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, ha segnalato in modo critico «il tentativo di eliminare la vigilanza presso le guardie mediche dimenticando che la stessa Regione, dopo un omicidio verificatosi nel 2003 a Solarussa, stanziò ben 30 miliardi di lire (allora) per il potenziamento di queste strutture con una forte attenzione al problema della sicurezza». Nel 2005, ha ricostruito ancora Giorgio Oppi, «si tentò una nuova eliminazione della vigilanza che fu però bloccata da una mozione votata all’unanimità dal Consiglio; a questo punto è necessario che l’assessore riferisca in Aula al più presto, per trovare prima una soluzione e poi, eventualmente, pensare ad altri provvedimenti».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, riferendosi ad un emendamento sulla legge in discussione che presenta forse alcuni profili di inammissibilità, ha chiesto che in ogni caso il testo sia distribuito, confrontandosi con gli uffici sulle parti che occorre approfondire.

Il consigliere Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp), prendendo spunto dalla recente ricorrenza dell’8 marzo dedicata alla giornata internazionale della donna, ha lamentato che «dal 2017 i centri antiviolenza del Sud Sardegna sono bloccati e la situazione è incresciosa, riteniamo sul punto che l’assessore della Sanità abbia precise responsabilità e chiediamo perciò chiarimenti urgenti, possibilmente alla fine dei lavori».

Illustrando il disegno di legge all’ordine del giorno, il relatore Luigi Lotto (Pd) ha affermato che «la legge proposta dalla Giunta ed approvata dalla commissione con l’astensione della minoranza parte dall’esigenza di rimuovere una disparità di trattamento fra i canoni delle attività di acquacoltura a seconda della forma societaria degli operatori interessati, eliminando il privilegio concesso alle cooperative». Il tema è stato ora risolto con il nuovo testo, ha sostenuto Lotto, «che prevede un trattamento equo per tutti gli operatori del settore e, in più, viene introdotta una nuova disciplina della concessioni per le autorizzazioni alla pesca professionale e sportiva; in particolare l’elemento qualificante è la semplificazione delle procedure per la pesca sportiva, nel senso che non verrà più richiesto il tesserino ma basterà un semplice versamento con allegato il documento di identità». Quanto alla pesca subacquea, ha concluso, «si dà mandato alla Giunta di predisporre norme specifiche da sottoporre poi alla commissione».

Per i Riformatori sardi il consigliere Luigi Crisponi ha ricordato che «la commissione ha insistito su alcuni aspetti positivi, fra i quali l’assenza di norme sanzionatorie, riscontrando però che manca uno sguardo rivolto ad una realtà che chiedeva sburocratizzazione ed inoltre restano alcune criticità come l’aver trascurato pescatori disabili, il riferimento alle zone di riposo biologico, ad organismi di supporto tecnico scientifico, alla definizione del ruolo di associazioni sportive, a nuovi spazi per la gestione della fauna ittica ed acquatica». In sostanza, ha sintetizzato, «dietro lo sport ci sono opportunità di iniziative economiche che vanno considerate a cominciare dalla pesca a pagamento, soprattutto nelle aree interne».

Piermario Manca, del Pds, ha parlato di «una legge che la Sardegna aspettava però, rispetto alla mozione dell’aprile scorso con cui il Consiglio ha assegnato priorità alla pesca in Sardegna, la legge non basta perché siamo convinti che debba essere istituita una direzione generale all’interno dell’assessorato e dare nuovo slancio al settore che merita una sua identità; è una richiesta del Pds che intendiamo ribadire».

Il consigliere Gennaro Fuoco (Misto), ha osservato che «nei prossimi mesi si renderà necessario affrontare una volta per tutte la questione del demanio marittimo a 70 anni dallo Statuto speciale che, peraltro, lo definiva di pertinenza dello Stato, mentre in Sicilia e Friuli – Venezia Giulia è di competenza della Regione». E’ una questione fondamentale, a giudizio di Fuoco, «perché nella nostra Regione una intera macchina amministrativa opera nel settore senza averne titolarità e goderne i proventi economici e le stesse concessioni per la pesca producono risorse che vanno allo Stato; questo aspetto va modificato, possibilmente prima della legislatura, insieme ad una normativa a tutto campo che riguardi anche le concessioni delle spiagge e turistiche».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, rilanciando i temi di un recente dibattito cui partecipò anche l’assessore, ha criticato «il mancato approccio moderno ai problemi della pesca in Sardegna, che presuppone anche l’adeguamento degli organici e la definizione di nuovi compiti e strategie». In Sardegna, ha aggiunto, «abbiamo il 70% delle zone umide d’Italia e quindi la presenza della pesca nelle acque interne, accanto a quella tradizionale e quella di altura appannaggio di altre marinerie, insomma c’è un intero settore da riordinare e rispetto a questi dati di fatto la legge è insufficiente». Da parte nostra, ha detto ancora Dedoni, «abbiamo sollecitato spesso la maggioranza ma purtroppo le cose non sono cambiate, resta il fato che serve una nuova normativa più ampia ed organica per inserire la pesca all’interno del comparto agro alimentare e dare finalmente un esempio di buona politica alla Sardegna».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, dopo aver valutato positivamente che approva in Aula il tema della pesca dopo che è stato trascurato per 4 anni, ha dichiarato che «la legge si limita ad intervenire su un problema di particolare (comunque importante) ma non offre quella visione di insieme di cui la Sardegna ha bisogno, basti pensare che un anno fa il governo nazionale ha chiesto alla Sardegna di dotarsi di una carta vocazionale, cioè il piano regolatore della pesca, e avremmo dovuto farlo presto e bene perché siamo un’Isola». La Sardegna non ha grandi numeri, solo 2000 marinerie, ed importiamo l’80% del prodotto che consumiamo, significa che ci sono spazi di crescita enormi che vanno sfruttati, attraverso una legge specifica in grado di sostenere le imprese del settore».

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha espresso condivisione per l’emendamento del collega Gianfranco ongiu, a suo avviso coerente con la volontà del Consiglio di istituire una direzione generale dedicata alla pesca. Finalmente, ha commentato, «la Regione ha una legge moderna rivolta ad un comparto per il quale si è fatto qualcosa ma occorre fare molto di più allargando il campo di intervento ad una normativa organica anche a tutela della grande qualità del nostro prodotto». Abbiamo vietato la pesca ai ricci con la canna, ha concluso, «è un paradosso ma fa capire che ci dobbiamo muovere in maniera molto più incisiva».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, nel merito della legge, ha ribadito il suo no alle sperequazioni ed il suo all’apertura ad imprese non cooperative, affermando che a suo giudizio «resta comunque in ombra il principio di programmazione più volte richiamato nella relazione, cioè il punto è che le nostre imprese della pesca non vengano pregiudicate, per esempio nell’accesso alla finanza pubblica soprattutto di fonte europea». Pensiamo in Sardegna le migliori politiche per rilanciare il settore sottraendolo all’assalto di marinerie più evolute, ha poi auspicato Gianfranco Congiu, «senza dimenticare che se altri hanno raggiunto questi traguardi significa che hanno lavorato bene; è la strada da seguire e dobbiamo tracciarla ora che in sede comunitaria si discutono le scelte del settore». Gianfranco Congiu, infine, si è soffermato ancora una volta sulla la mozione votata a larga maggioranza dal Consiglio per istituire una direzione generale ad hoc per la pesca: «dobbiamo muoverci concretamente su questa strada e, per quanto riguarda il mio emendamento mi riservo di presentare una proposta orale più snella».

Dopo l’on. Gianfranco Congiu ha preso la parola l’on. Luigi Lotto (Pd), che ha detto: «Mi fa piacere che questo provvedimento di legge stia destando l’attenzione del Consiglio, che sta dibattendo sul settore pesca nel suo complesso. E’ importante che ci si ponga oggi il problema di gestire dentro l’assessorato dell’Agricoltura la pesca nel suo complesso come un settore economico. Lavoriamo insieme da oggi per mettere in piedi nelle prossime settimane un disegno di legge complessivo e nel frattempo approviamo questo provvedimento tampone».  

Per Forza Italia ha preso la parola l’on. Alessandra Zedda, secondo cui «stiamo perdendo un’occasione: questo provvedimento avrebbe avuto una funzione maggiore se avessimo considerato quanto dice il DM 2016 quando si parla delle 12 miglia nautiche dalle proprie linee di base. Se noi siamo davvero una regione autonoma e speciale dobbiamo usare i nostri poteri sino in fondo. Possiamo riferire anche alle acque interne il concetto di piccola pesca e di pesca artigianale? Possiamo davvero appellarci a vari aspetti positivi del decreto ministeriale che ho citato prima».

Ha preso poi la parola l’assessore Pierluigi Caria, che ha risposto a tutti i rilievi dei consiglieri regionali intervenuti in precedenza. «Auspico che ci sia una direzione generale della Pesca o comunque di un servizio rafforzato all’interno dell’assessorato, visto che di pesca per la Regione oggi si occupano soltanto nove persone, nonostante alti fatturati e un importante numero di addetti».

L’assessore ha ricordato che «quest’anno sono arrivate dai pescatori richieste di finanziamento per circa 20 milioni, molto più rispetto che in passato» e ha aggiunto: «Siamo intervenuti con questo provvedimento per eliminare una disparità di trattamento a seconda della veste giuridica che si utilizza, tra coop e società di capitali. Dobbiamo evitare il rischio che qualche azienda della pesca chiuda e dovevamo disciplinare il canone di concessione dell’area demaniale oltre ad alcuni aspetti burocratici. Certo, l’obiettivo è riformare tutto il settore come da più parti l’Aula sta sollecitando: io sono favorevole a lavorare a una proposta generale per il comparto, anche per il tema del fermo biologico e della pesca del tonno, del corallo e dell’aragosta. Oggi, intanto, risolviamo questi problemi».

L’Aula ha approvato il passaggio agli articoli e sull’articolo 1 l’on. Gianfranco Congiu (Pds) ha presentato un emendamento orale, l’articolo 1 bis, che prevede entro tre mesi che l’assessore Pierluigi Caria proponga l’istituzione della Direzione generale della pesca, acquacoltura e politiche del mare all’interno dell’assessorato all’Agricoltura. 

L’on. Alessandra Zedda (FI) a nome del gruppo ha espresso parere favorevole all’emendamento Gianfranco Congiu e così il gruppo dei Riformatori sardi con l’on. Luigi Crisponi e l’Udc con l’on. Gianluigi Rubiu. Favorevole anche l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc), il Psd’Az con l’on. Angelo Carta e anche l’on. Luigi Lotto per il Pd, che ha auspicato  a breve un provvedimento di riordino del settore, non solo l’istituzione della direzione generale.

L’articolo 1 è stato approvato e così l’articolo 1 bis.

L’articolo 2 è stato messo in discussione con cinque emendamenti, i primi quattro a firma di Forza Italia e l’ultimo a firma del Pd.

L’on. Alessandra Zedda (FI) ha accolto l’invito al ritiro dei quattro emendamenti. L’articolo 2 è stato approvato e così l’emendamento aggiuntivo 5, relativo «alle persone con disabilità e con disagio economico, agli ultrasettantenni e ai minori».

Sull’articolo 3 è intervenuto l’on. Luigi Crisponi (Riformatori), che ha manifestato perplessità sulla norma. Anche l’on. Gianluigi Rubiu (Udc) ha contestato la norma, sostenendo che «non dice nulla ma delega nei fatti l’attività legislativa alla giunta regionale». 

L’assessore Pierluigi Caria e l’on. Luigi Lotto (Pd) hanno difeso il richiamo alla normativa nazionale e le direttive della Giunta che saranno sottoposte al parere della commissione. L’on. Luigi Crisponi (Riformatori) ha ribadito: «Siamo davanti a una delega totalmente in bianco  verso la giunta regionale. Dobbiamo essere consapevoli di questo e del rischio che la materia della pesca subacquea non sia modernizzata”. L’assessore Pierluigi Caria ha difeso ancora l’articolo 3, “sul quale il Consiglio esercita la sua vigilanza nell’ambito delle norme nazionali e comunitarie».

L’articolo 3 è stato approvato e così l’articolo 4.

Sull’articolo 5 l’on. Luigi Crisponi (Riformatori) ha parlato della necessità di una copertura finanziaria per la legge mentre l’on. Giuseppe Meloni (Pd) ha replicato: «Questo provvedimento era necessario e porterà denaro, poco o molto non lo so, nelle casse della Regione. Non capisco lo spirito della opposizione di qualcuno in quest’Aula».

L’articolo 5 è stato approvato e così il 6.

L’Aula ha poi approvato il testo finale della legge.

Il relatore di maggioranza, Mario Tendas (Pd) ha illustrato iter consiliare e contenuti del disegno di legge n. 440 (Istituzione dell’Anagrafe regionale degli studenti) che su proposta della Giunta ha come obiettivo la tracciabilità dei percorsi scolastici dei singoli studenti al fine di combattere la dispersione scolastica. Il consigliere Tendas ha inoltre evidenziato la condivisione della Seconda commissione consiliare ed ha evidenziato alcuni correttivi apportati al testo dell’esecutivo per rendere il provvedimento più funzionale e snello e adeguarlo alle recenti disposizioni contenute all’interno dei decreti sulla buona scuola.

In ordine alla dotazione finanziaria, Mario Tendas, ha ricordato le  difficoltà di copertura con l’impiego delle risorse europee ed ha quindi confermato l’impiego di fondi regionali: «La quantificazione finanziaria è stata stabilita in modo da consentire il primo avvio del sistema dell’anagrafe studenti ed è pari a complessivi 120mila euro». L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato che “l’’istituzione dell’anagrafe degli studenti deve contenere gli elementi conoscitivi necessari a garantire, a livello regionale, l’adempimento delle competenze in materia di diritto-dovere all’istruzione e la valutazione delle politiche in materia secondo quanto disposto dal decreto legislativo n. 75 del 2005”. «Il provvedimento di cui si auspica l’approvazione in Consiglio – ha concluso Mario Tendas – è utile a monitorare l’abbandono scolastico in tempo reale, rilevando quell’insieme di segnali e campanelli d’allarme rappresentati da assenze reiterate e frequenti, interruzioni di percorso, bocciature e mancata acquisizione di competenze che conducono all’insuccesso scolastico e all’abbandono prematuro della scuola o di altri canali formativi».

La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha espresso vivo apprezzamento per le previsioni normative contenute nel Disegno di legge n. 440 “perché ci aiuta a contrastare il triste fenomeno della dispersione scolastica”. L’esponente della maggioranza ha dunque evidenziato i positivi risultati ottenuti negli ultimi due anni in termini di riduzione del tasso di dispersione scolastica in Sardegna ed ha definito l’anagrafe degli studenti “lo strumento utile per programmare rete scolastica e edilizia e monitorare carriera scolastica dei nostri giovani”. La consigliera del Pd ha inoltre ricordato l’emendamento presentato dalla Seconda commissione per ampliare la platea dei  soggetti iscritti all’anagrafe, comprendendo anche i bimbi  da zero a sei anni, per intercettare precocemente i segnali della povertà educativa in relazione alla presenza di nidi e scuole dell’infanzia. La consigliera Pinna ha concluso ribadendo che “combattere la povertà educativa in Sardegna resta una priorità”.

L’assessore della Pubblica Istruzione, Giuseppe Dessena, ha ricordato l’obiettivo dell’esecutivo e della maggioranza («abbattere la dispersione scolastica») ed ha evidenziato l’investimento di 80 milioni di euro nel quadriennio per ridurre il tasso di dispersione scolastica che negli ultimi due anni si è ridotto di 5.3 punti percentuali. «Con l’istituzione dell’anagrafe degli studenti – ha concluso Dessena – potremo disporre della mappatura del percorso di studi dei ragazzi e interfacciare l’anagrafe con tutte le altre anagrafi esistenti, superando gli ostacoli imposti dalle norme sulla privacy».

Approvato il passaggio agli articoli, l’Aula, con distinte e successive votazioni, ha dato il via libera all’articolo 1 (Istituzione); articolo 1 bis (finalità); soppresso in commissione l’articolo 2 è stato approvato l’articolo 3 (Tipologia e gestione dei dati); l’articolo 4 (Modalità di funzionamento e processo di implementazione e integrazione del sistema informativo) e l’articolo 5 (Norma finanziaria).

Votato il testo finale della legge con 33 favorevoli e 10 astenuti l’Aula ha quindi approvato anche il  documento n. 19, inerente il Programma delle attività del Corecom per l’anno 2018, dopo che il capogruppo del Psd’Az-La base, Angelo Carta, ne aveva illustrato i contenuti evidenziando le voci ridefinite in sede di Seconda commissione (la voce “Rimborsi spese e missioni” da euro 20.000 a euro 10.000; – la voce “Dotazione per postazioni conciliazione decentrata” da euro 35.000 a euro 20.000; – la voce “Oneri per convenzioni enti locali, università e tirocini” da euro 35.000 a 20.000; – la voce “Oneri per le verifiche previste dalla L.R. n. 3 del 2015” da euro 10.000 a euro 7.500; – la voce “Spese postali” da euro 1.000 a euro 0; – la voce “Abbonamenti a riviste e acquisto di libri” da euro 3.000 a euro 2.000; – la voce “Comunicazione istituzionale” da euro 10.000 a euro 2.000; – la voce “Iniziative, studi e ricerche connessi all’attività istituzionale” da euro 30.000 a euro 12.500; – la voce “Spese varie ed impreviste” da euro 15.000 a euro 5.000).

Dopo una breve sospensione dei lavori sono state poste in discussioni le mozioni n. 374 e n. 265 sul piano di riorganizzazione delle sedi Inps e sulle sue ripercussioni in Sardegna.

La consigliera del Pd, Daniela Forma, ha illustrato la mozione 374, ed ha ripercorso le varie fasi della riorganizzazione dell’Inps ed ha enunciato compiti e funzioni dell’ente nonché  i principali servizi erogati dall’istituto nazionale della previdenza rimarcando “i timori e le preoccupazioni che si vanno manifestando in Sardegna per la possibile chiusura di  18 sportelli Inps, nei centri delle cosiddette zone interne dell’Isola”. «Sarebbe lo smantellamento dei servizi dello Stato nelle zone più deboli della Sardegna – ha concluso la consigliera Forma – e gli indicatori nazionali non possono essere applicati alla realtà sarda, pena la sottrazione di servizi essenziali per i nostri territori».

Il consigliere di Art. 1 – Sdp, Luca Pizzuto, ha quindi chiesto il rinvio della discussione della mozione sulla Saremar ed il presidente del Consiglio, dopo aver accordato alla richiesta, ha concesso la parola al consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, per l’illustrazione della mozione n.265 sempre sulla riorganizzazione delle sedi Inps. L’esponente della minoranza ha quindi criticato con veemenza le decisioni dello Stato e dell’Inps tendenti alla chiusura di presidi fondamentali nelle nostre comunità ed ha inviato l’esecutivo regionale ad azioni forti e conseguenti per scongiurare lo smantellamento dei servizi vitali. «Non c’è stato il sostegno energico e vigoroso della Giunta alle proteste delle nostre comunità – ha tuonato Crisponi – e lo spopolamento è anche figlio di una politica regionale troppo morbida nei confronti dello Stato». Il consigliere dei Riformatori sardi ha concluso il suo intervento con l’invito all’assessore Spano perché “faccia valere nel confronto con il governo e con l’Inps il drammatico appello del Consiglio per salvare i servizi nelle zone interne dell’isola e scongiurare così una vera e propria bancarotta sociale”.

Ha quindi preso la parola il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) che ha denunciato un evidente arretramento dello Stato nell’Isola: «La chiusura delle sedi Inps arriva dopo quella della caserme dei carabinieri e della polizia e di alcuni uffici postali. Provvedimenti che non fanno altro che acuire il dramma dello spopolamento di cui tutti parlano ma che nessuno ha il coraggio di affrontare con decisione. La verità è che si dirada la presenza dello Stato in Sardegna con il venir meno di servizi pubblici essenziali».

Tedde ha poi ricordato di aver presentato lo scorso anno, insieme al Gruppo di Forza Italia, un’interrogazione analoga per lamentare la chiusura di alcuni uffici postali senza ottenere risposta dalla Giunta Pigliaru: «Oggi si parla di altro, il problema si sta allargando. Non è accettabile che le sedi Inps vengano trasformate in punti d’ascolto. La Sardegna è la seconda regione italiana per estensione territoriale con una rete viaria insufficiente. Regione e Consiglio devono aprire una vertenza con lo Stato, un braccio di ferro deciso. Non si può sempre parlare di chiusure. Occorre affrontare il problema una volta per tutte nella sua complessità. Lo spopolamento continua a crescere. Non può essere mitigato, come sostiene qualcuno, con l’arrivo dei migranti, serve una forte presenza dello Stato che crei economia e ricchezza».

Secondo Piermario Manca (Pds) «il livello di civiltà di un popolo si misura dalla qualità e quantità dei servizi offerti. Risulta indubbio che in Sardegna stiamo regredendo, c’è un arretramento generale dello Stato».

Piermario Manca ha evidenziato le palesi differenze sociali tra la Sardegna e il resto d’Italia: «La popolazione invecchia e si concentra nelle città – ha detto il consigliere del Partito dei Sardi – se si continua così si condanna l’Isola all’oblio. Non è accettabile un arretramento dello Stato di queste dimensioni, non abbiamo strumenti per contrastare lo spopolamento. Questo fenomeno si combatte solo con il presidio del territorio. Occorre attivare tutte le pressioni possibili nei confronti dello Stato perché siano garantiti i servizi essenziali».

Pierfranco Zanchetta, capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti, condividendo l’impostazione della mozione presentata dalla collega Daniela Forma (Pd), ha rivendicato la necessità di un rafforzamento della presenza dello Stato nell’Isola.

Rivolto all’on. Luigi Crisponi ha detto: «Senza polemica vorrei ricordare che l’iniziativa di sopprimere le province è stato l’inizio di una sottrazione di servizi. Il venir meno delle funzioni svolte dalle istituzioni periferiche ha contribuito a creare la situazione attuale».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha auspicato la presentazione di un ordine del giorno unitario con l’inserimento di ulteriori due punti rispetto a quelli contenuti nelle mozioni: l’acquisizione del piano di ristrutturazione dell’Inps e la possibilità di presentare osservazioni da parte delle regioni interessate dai tagli sentendo i comuni interessati.

L’assessore Filippo Spanu, dopo aver ringraziato i presentatori delle mozioni, ha rivendicato la bontà dell’azione portata avanti dalla Giunta nei confronti del governo centrale. «Battere il pugno sul tavolo può servire a dare visibilità all’impegno della Regione ma non basta – ha detto Filippo Spanu – occorre avere numeri da spendere, unità d’intenti e  capacità di intavolare una trattativa per far valere i nostri interessi».

Filippo Spanu ha poi ricordato che non è la prima volta che la Giunta si occupa di Inps: «Lo abbiamo fatto a inizio legislatura affrontando una situazione simile. Allora la razionalizzazione mandata avanti dall’Istituto di previdenza ha generato alcuni benefici. Con l’impegno delle amministrazioni locali si sono evitate chiusure di uffici attraverso operazioni di risparmio. Sei o sette sedi dell’Inps hanno ottenuto canoni più bassi o comodati gratuiti e in cambio hanno mantenuto le sedi aperte. Credo che sia necessario mantenere un atteggiamento unitario, coinvolgendo le amministrazioni locali». Secondo Filippo Spanu questo è il metodo da seguire, una scelta che finora ha dato buoni frutti: «E’ accaduto sulle Camere di Commercio (con il mantenimento di tre sedi su quattro in Sardegna) o con l’accordo sulla sicurezza stipulato con il ministero degli Interni. In questo caso non si parla di arretramento ma di avanzamento dello Stato con la previsione di un potenziamento dei presidi della forza pubblica e la riapertura della caserma della Guardia di Finanza a Macomer».

Filippo Spanu ha poi rivelato l’avvio di una trattativa con il Governo e con la sede centrale dell’Istituto di previdenza: «C’è un confronto in atto che parte da una serie di indicatori e tematiche (vecchiaia, difficoltà viaria, infrastrutturazione digitale) – ha detto Filippo Spanu – contiamo di portarlo avanti lavorando a stretto contatto con le amministrazioni locali».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dato la parola ai presentatori delle mozioni per la replica.

La consigliera Daniela Forma (Pd) ha mostrato apprezzamento per le parole dell’assessore e si è detta favorevole a una sintesi tra le due mozioni con l’inserimento di alcune integrazioni. «Accolgo con favore i suggerimenti dell’on. Gianfranco Congiu (Pds) sulla richiesta di acquisizione del Piano di ristrutturazione dell’Inps e sul coinvolgimento degli enti locali – ha affermato l’esponente del Pd – inserirei anche una richiesta di potenziamento dell’organico dell’Inps in Sardegna. Nell’ultimo triennio sono andate in pensione 15 persone e non sono state sostituite, altre 20 usciranno nel 2018. L’Istituto di previdenza ha bandito un concorso per 365 funzionari, approfittiamo dell’interlocuzione con il governo per richiedere da subito il rafforzamento dell’organico nell’Isola».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) si è detto favorevole alla presentazione di un ordine del giorno unitario chiedendo la di rimandare la presentazione del testo alla seduta di domani mattina.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dichiarato chiusa la seduta e convocato il Consiglio per domani alle 10.00, annunciando che, al termine della seduta mattutina, la Conferenza dei Capigruppo incontrerà una delegazione dei lavoratori ex Hydrocontrol e Sigma.

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La Giunta regionale proporrà una rimodulazione del Psr per dare risposte ai giovani esclusi dai bandi per il primo insediamento in agricoltura.

E’ l’impegno assunto dall’assessore regionale dell’Agricoltura Pierluigi Caria al termine dell’incontro con i rappresentanti della Coldiretti e la commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale dopo la protesta dei giovani agricoltori per le vie di Cagliari.

«La Regione ha ricevuto 2.985 domande per le misure del pacchetto giovani – ha detto Pierluigi Caria – di queste ne sono state finanziate 883 con 70 milioni di euro. Restano fuori 2100 richieste per le quali cercheremo di trovare una soluzione. Questa passa necessariamente attraverso una rimodulazione del Psr con lo spostamento di risorse verso gli investimenti.»

Per soddisfare tutte le domande, servirebbero tra gli 80 e i 100 milioni di euro. «La questione sarà affrontata lunedì prossimo nel Tavolo verde convocato in Regione – ha aggiunto Pierluigi Caria – in quella sede dovrà essere indicata una strada da percorrere per presentare una piattaforma unitaria a Bruxelles. Il primo marzo sarà in Sardegna una delegazione della Commissione Europea che ascolterà le nostre proposte. La Ue non esclude una rimodulazione del Psr ma, per ottenere il via libera dalle istituzioni europee, occorre aver prima aver “lanciato” tutte le misure del Piano».

Dall’assessore Pierluigi Caria è arrivata anche una precisa presa di posizione sulle modalità da seguire per dare ristoro ai giovani che hanno presentato le domande: «Credo che la soluzione migliore sia quella di uno scorrimento delle graduatorie del primo bando anche se il Psr prevede la pubblicazione di un secondo bando – ha affermato Pierluigi Caria – se così fosse ci batteremo perché siano rispettati i requisiti previsti nel primo bando e non ci siano esclusi per sopravvenuti limiti di età».

I giovani della Coldiretti, accompagnati da alcuni agronomi e dai sindaci di Villasor e di Barrali, hanno raccontato le loro vicissitudini nella presentazione delle domande. «Chiedere di insediarsi prima di aver ottenuto il via libera al finanziamento – hanno spiegato i ragazzi della Coldiretti – ha creato grosse difficoltà di natura finanziaria a noi ed alle nostre famiglie». Contestata anche la scelta di procedere con i bandi a sportello.

D’accordo sulla necessità di trovare una soluzione per i giovani aspiranti agricoltori tutti i componenti della Commissione agricoltura.

«Non si possono mandare a casa 2.000 ragazzi che hanno creduto in questa possibilità – ha detto il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu – la Commissione e la Giunta si attivino per individuare il percorso migliore». Sulla stessa lunghezza d’onda gli altri rappresentanti della minoranza. «Siamo pronti a dare il nostro contributo – ha detto Antonello Peru (Fi) – solo la politica può trovare una soluzione. Occorre mettercela tutta». Secondo Giovanni Satta (Psd’Az-La Base) «il futuro della Sardegna passa attraverso l’agricoltura. Gli errori del bando sono imputabili alla politica e alla burocrazia regionale. C’è l’obbligo politico e morale a trovare una soluzione». Anche per Luigi Crisponi (Riformatori) occorre dare una risposta al più presto: «Se così non fosse potremmo parlare di totale fallimento del Piano di sviluppo rurale».

Favorevoli ad una rimodulazione del Psr anche i consiglieri di maggioranza Antonio Gaia (Upc), Mario Tendas e Piero Comandini del Pd. «La Commissione si faccia carico di verificare quali risorse possono essere recuperate per procedere a una modifica del Piano – ha detto Antonio Gaia – in caso affermativo sarebbe meglio procedere a uno scorrimento delle graduatorie del primo bando». Per Mario Tendas occorre guardare in faccia alla realtà:  «Nel bilancio regionale non ci sono risorse disponibili, la rimodulazione del Psr è una scelta obbligata». Stesso giudizio da parte di Piero Comandini: «Ai giovani deve essere data una risposta, gli appuntamenti delle prossime settimane con i rappresentanti della Commissione Europea saranno decisivi. La protesta di oggi deve essere il punto di partenza per costruire un percorso comune e ottenere la rimodulazione del Psr».

Il presidente della Commissione “Attività Produttive” Luigi Lotto ha garantito l’impegno del parlamentino per trovare una soluzione percorribile che soddisfi le richieste dei giovani. «L’assessore ha indicato una via – ha detto Lotto – la Commissione farà la sua parte fino in fondo».

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Il Consiglio regionale, nel giorno del lutto per la scomparsa di Giuseppino Pinna (Udc), ha approvato il bilancio consolidato della Regione per l’esercizio 2016.

In apertura di seduta il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato all’aula di aver provveduto alla nomina dei componenti della Commissione d’inchiesta sulla presenza dell’amianto in Sardegna. Ne faranno parte i consiglieri Antonio Solinas (Pd), Daniela Forma (Pd), Mario Tendas (Pd), Piero Comandini (Pd), Edoardo Tocco (Fi), Pietro Pittalis (Fi), Annamaria Busia (Cp), Augusto Cherchi (Pds), Domenico Gallus (Psd’Az-La Base), Daniele Cocco (Art. 1 – Mdp), Pierfranco Zanchetta (Cps), Mariano Contu (Fi), Gianluigi Rubiu (Udc) e Luigi Crisponi (Riformatori).

Il presidente Ganau ha poi ricordato la figura del consigliere dell’Udc Giuseppino Pinna scomparso ieri dopo una lunga malattia. «Peppino era una persona buona e gentile – ha detto Gianfranco Ganau Ganau – ha lavorato con costanza ed impegno per il Consiglio. Mai sopra delle righe, sapeva fare squadra, consapevole che al di là di ogni appartenenza politica si può lavorare insieme per il bene della Sardegna. E’ stato un compagno di squadra onesto e leale che mancherà a tutti quanti». Ganau ha quindi espresso vicinanza alla famiglia dell’on Pinna invitando l’aula ad osservare un minuto di silenzio.

Dopo il ricordo dell’on. Giuseppino Pinna, il Consiglio è passato all’esame del primo punto all’ordine del giorno: Bilancio consolidato della Regione Sardegna per l’esercizio 2016.

Il consigliere dei Rossomori Emilio Usula ha chiesto la parola per un intervento sull’ordine dei lavori. «Vorrei segnalare un’anomalia che prende corpo in quest’Aula – ha detto Emilio Usula – riguarda il ruolo di terzietà e di equidistanza che dovrebbe essere incarnato dal presidente del Consiglio. Questo ruolo viene oggi meno vista la sua decisione di partecipare alla contesa elettorale». A nome dei Rossomori e del Polo dell’Autodeterminazione, il consigliere Emilio Usula ha quindi chiesto al presidente Gianfranco Ganau di dimettersi dalla carica o, in alternativa, di autosospendersi durante la campagna elettorale.

A Emilio Usula ha replicato il presidente Gianfranco Ganau: «So bene quali sono i ruoli istituzionali e quelli politici – ha detto Gianfranco Ganau – saprò ben distinguere come ho sempre fatto».

In difesa del presidente del Consiglio è intervenuto il capogruppo del Pd Pietro Cocco: «In Italia si svolgono le elezioni, è come chiedere al presidente del Consiglio dei ministri  di dimettersi. Ganau ha svolto e continuerà a svolgere il suo ruolo super partes. E’ il consigliere Emilio Usula l’unico che interpreta il suo ruolo strumentalmente – ha affermato Pietro Cocco – questa volta ha toppato. Il presidente ha dimostrato in questi anni di saper interpretare il suo ruolo di equidistanza. Il consigliere Emilio Usula poteva risparmiarsi questo intervento».

Il presidente ha quindi aperto la discussione sul primo argomento all’ordine del giorno. Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) ha espresso condivisione per il documento predisposto dalla Giunta. «La Commissione ha condiviso l’impostazione. Il bilancio consolidato è stato approvato con i voti favorevoli della maggioranza e quello contrario dell’opposizione. Ricordo che senza l’approvazione del bilancio consolidato sarebbe impossibile per la Regione assumere nuovo personale e stipulare contratti con i fornitori. Per il buon funzionamento della macchina amministrativa è, dunque, opportuna una rapida approvazione del provvedimento».

Il relatore di minoranza Alessandra Zedda (Fi) pur ricordando le difficoltà dovute all’entrata in vigore delle nuove normative in materia finanziaria ha espresso un giudizio negativo sulla decisione della Giunta di procedere alla approvazione del bilancio consolidato in assenza di un giudizio di parificazione delle Corte dei Conti.

«In questo bilancio mancano i dati di Arpas, Forestas, Abbanoa e Arst – ha detto Alessandra Zedda – .Mi chiedo se ciò possa essere un buon servizio, e soprattutto se si possano ritenere di scarsa significatività per il conti finanziari della nostra Regione».

L’esponente della minoranza è poi entrata nei dettaglio del documento: «Il rendiconto consolidato della Regione per l’esercizio finanziario 2016, che comprende le risultanze del Consiglio regionale, espone un risultato di amministrazione negativo pari a – euro 164.379.806,88 e dopo gli accantonamenti pari a – euro 1.237.632.416,89. Il risultato economico dell’esercizio registra un utile di euro 908.801.354 mentre il patrimonio netto, anch’esso positivo, ammonta a euro 1.139.807.307. In presenza di spazi finanziari sempre più limitati, negli ultimi anni si è irrigidito il sistema della spesa e soprattutto emergono le difficoltà del governo regionale a garantire, oltre alla correttezza formale della gestione delle risorse pubbliche, i risultati ottenuti nelle diverse politiche pubbliche a sostegno e soddisfazione dei principali settori quali la sanità, l’istruzione, le povertà, la mobilità interna ed esterna nei trasporti, il lavoro».

Alessandra Zedda ha quindi stigmatizzato la situazione dei residui passivi che ha superato i due miliardi di euro e delle perenzioni pari a 1,766 miliardi: « Nella nostra Regione la consistenza di residui perenti è tra le più alte e tale circostanza deve indurre ad una loro attenta considerazione quantitativa e qualitativa, in ragione della potenziale influenza sugli equilibri di bilancio e sul finale risultato di amministrazione, per il caso di consistenti quanto concomitanti reclami di pagamento da parte dei creditori. Tale stato di cose impone una accurata programmazione dell’acquisizione delle risorse ai fini di reperire la disponibilità di cassa necessaria a far fronte ad un progressivo riassorbimento della mole dei residui perenti».

Al termine del suo intervento, Alessandra Zedda ha invocato un cambio di rotta nelle procedure di spesa per affrontare più efficacemente i nodi dello sviluppo dell’Isola: «Ridurremo la disoccupazione, miglioreremo l’ambiente, le ferrovie diventeranno come quelle svizzere, le scuole sarde diventeranno fantastiche e sparirà la dispersione scolastica, le strade non ne parliamo, crescita occupazione stelle polari e così via: il dramma è che è da quattro anni che assistiamo a questi annunci trionfali ma poco è cambiato, la Sardegna è sempre più disperata. In quattro anni non avete ancora agito sulle vere esigenze dei sardi, continua a bastarvi la pacca della presa in giro romana. Un noto proverbio dice “acqua passata non macina più”, purtroppo di acqua sotto i ponti ne è passata e purtroppo invano proprio come succede nei nostri bacini. Questa minoranza responsabilmente è qua, ancora, nonostante la vostra scarsa affidabilità, per battaglie comuni che unendo maggioranza e opposizione possano operare per il bene dei sardi e della Sardegna».

Giudizio negativo anche da parte del capogruppo del Psd’Az Angelo Carta: «Il bilancio va approvato dopo il parere di parificazione della Corte dei Conti – ha sottolineato Carta – non c’è il parere quindi non può essere approvato. La sentenza del Tar Abruzzo dice che se non si approva blocchiamo qualsiasi tipo di assunzione. E’ una sorta di gabbia nella quale ci troviamo per la poca chiarezza della legge. Siamo così per colpa della Giunta dei professori. Non c’è stata finanziaria che non sia stata impugnata».

Secondo Angelo Carta, il rendiconto non è solo di tipo finanziario ma anche politico: «Misura l’efficacia della Giunta nel gestire l’amministrazione pubblica. Mi chiedo quando è stato inviato alla Corte dei Conti? La Giunta si è attivata per mandare il bilancio eni tempi giusti?  C’è stata una scarsa programmazione e attenzione da parte dell’esecutivo. Oggi ci troviamo nella condizione di approvare un bilancio che potrebbe tornare in aula dopo il parere della Corte dei Conti. Come è possibile che arrivino in Consiglio provvedimenti illegittimi e in ritardo? Stiamo parlando di un rendiconto del 2016, non è possibile astenersi, fa acqua per una ragione di legge. Dovremmo tornare sull’argomento. Non  so se potremmo pagare quanto dovuto ai fornitori».

Per il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, «sono normali i ritardi di questa giunta regionale ma è invece incredibile la visione creativa della Giunta Francesco Pigliaru nel campo delle leggi di bilancio. Avreste fatto meglio a occuparvi oggi dei problemi irrisolti invece di disattendere le promesse. Come quelle che avete fatto ai dipendenti di Forestas, che ancora non hanno  avuto una soluzione. Non avete la volontà politica di risolvere i problemi dei dipendenti di Forestas, questo è il punto. E così per Ottana, per quei padri e madri di famiglia ai quali state togliendo ogni speranza: vi siete impegnati per loro e non state mantenendo le promesse. Per questo tanti sardi sono indignati con la politica: voi non avete il senso della responsabilità. Il problema, caro collega Emilio Usula, non è il presidente Gianfranco Ganau ma la Giunta. Che prima se ne va e meglio è».

Per l’assessore Raffaele Paci «il problema dei lavoratori di Forestas o di Ottana sono temi politici sui quali in questo mese di campagna elettorale ognuno esprimerà le proprie posizioni. Noi siamo tranquilli perché abbiamo fatto il nostro dovere ma oggi siamo qui per il bilancio consolidato che per la prima volta  viene portato in aula dalle Regioni e logicamente segue il rendiconto della Regione, approvato all’inizio di agosto. I ritardi sono dovuti alla necessità di costruire un nuovo sistema informativo, cha ha preso tempo. Non c’è da nascondere nulla: stiamo facendo oggi un’approvazione di un bilancio consolidato e se non procediamo all’approvazione non possiamo attendere il giudizio di parificazione del bilancio da parte della Corte dei conti. A quel punto porteremo in aula il rendiconto del 2016».

Il presidente Ganau ha dato ancora la parola all’on. Pietro Pittalis, che ha chiesto all’assessore Paci ulteriori spiegazioni sulla procedura in atto. «E’ evidente a tutti che siamo davanti a un pasticcio normativo», ha detto l’esponente di Forza Italia.

L’Aula ha approvato a maggioranza il Doc 23.

Collegato al Doc 23 è stato presentato un ordine del giorno a firma Pittalis e più, sui 130 lavoratori del tessile di Ottana esclusi dalla mobilità in deroga per il 2016 e 2017.

L’on. Daniela Forma (Pd) ha chiesto di apporre la firma sull’ordine del giorno e così l’on. Emilio Usula (Rossomori). La Giunta con l’assessore Virginia Mura ha detto: «Non sono abituata a dover dare spiegazioni sul mio lavoro. L’impegno del mio assessorato c’è stato e continuerò a livello sostanziale per dare una risposta ai lavoratori».

L’on. Pietro Pittalis ha replicato: «Non può pretendere, caro assessore, che al quinto anno di legislatura le stendiamo i tappeti rossi. Su questo problema tutta l’assemblea le sta dando un mandato forte. Svegliatevi e andate a Roma. Accampatevi, se serve”.

Il capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco, ha detto: «I lavoratori della Legler li abbiamo ricevuti e hanno avuto le risposte. L’assessore si sta facendo carico di rappresentare il problema a Roma ma non accetto che ci siano fughe in avanti sotto elezioni”.

L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.

L’Aula è poi passata all’esame disegno di legge 475 sulla continuità territoriale marittima Sardegna-Corsica. Per il relatore di maggioranza, on. Pierfranco Zanchetta (Pd), «la commissione ha licenziato il disegno di legge con il voto favorevole, visto che si tratta di regolamentare lo spostamento di persone e merci nell’ambito dell’Ue. Stiamo mantenendo gli impegni siglati tra Sardegna e Corsica sulla tratta Santa Teresa -Bonifacio affidata alla Sardegna e sulla tratta Propriano-Porto Torres, che sarà di competenza della Corsica».

Per la minoranza l’on. Giovanni Satta (Psd’Az) «l’obiettivo primario del disegno di legge è assicurare la continuità fornendo garanzie sui costi e sulla qualità del trasporto. Secondo noi tale collegamento marittimo deve essere garantito tutto l’anno e con unità navali idonee anche in condizioni meteo avverse». 

Per l’on. Edoardo Tocco (FI) «questo testo è eccellente e sarebbe molto bello incontrare nuovamente i corsi portando la notizia dell’approvazione della legge. Al di là della continuità territoriale con le isole sarde minori, credo sia necessario accelerare i te,pi e approvare questa legge e affrontare poi il problema della continuità aerea, per risolverlo».

Perplesso, invece, il giudizio dell’on. Marco Tedde (FI), che ha detto: «Stiamo andando ad attuare una legge con gli elementi di un’altra legge. Non so per quali motivo abbia sentito il bisogno di legiferare, forse per trovare risorse finanziarie autonome. E purtroppo questa legge ci fa riflettere ancora una volta sul disastro complessivo delle politiche dei trasporti in Sardegna. Assessore Carlo Careddu, non può mettere sotto il tappeto la polvere perché la polvere è qui e la comunità sarda lo ha capito e ha formato il suo giudizio su di voi e sulla vostra azione politica. Lo certificherà il 4 marzo questo giudizio».

Per l’on. Antonio Solinas (Pd) «il servizio passeggeri e merci da e per la Corsica va garantito e su questo non credo si possa discutere. Spesso le condizioni meteo di quella tratta sono pericolose e chi eserciterà il servizio dovrà tenerne conto rispetto alle imbarcazioni che intenderà utilizzare. E se tutto andrà bene dal primo di ottobre garantiremo sempre i collegamenti con la Corsica non solo per sette mesi l’anno ma anche per quei mesi in cui non sarebbe vantaggioso per un’azienda garantire il servizio. Chiederei però al collega Marco Tedde di evitare giudizi, anche perché potremmo occuparci degli errori nella gestione dell’aeroporto di Alghero, salvato dalla Giunta Pigliaru dai danni che avete fatto voi».

Ha preso poi la parola l’on. Luigi Crisponi (Riformatori), che ha parlato in generale del tema della continuità territoriale, al di là del collegamento con la Corsica. «L’avvio delle prenotazioni aeree per i voli su Cagliari, comunicato nei giorni scorsi salverà le aziende turistiche, che giustamente nelle scorse settimane erano preoccupate e battevano i pugni. Ma per Alghero non si vede ancora nulla. Mi pare che ci sia poco da essere soddisfatti se con meno di 200 euro si va a New York da Roma mentre ce ne vogliono cento per arrivare dalla Sardegna a Roma». L’on. Luigi Crisponi ha comunque garantito il sostegno del suo gruppo a favore del disegno di legge per la continuità con la Corsica.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha sottolineato che «anche le iniziative in tema di trasporti rafforzano il legame fra Sardegna e Corsica nella prospettiva europea e tuttavia non si possono dimenticare i danni provocati dal mancato superamento della situazione di insularità che grava ancora pesantemente sulla Sardegna, lacuna che va ascritta alla responsabilità politica del governo regionale, così come è mancato l’impegno della Giunta solennizzato da diverse riunioni dei capigruppo, su alcuni problemi aperti come quelli dei lavoratori Forestas». Rivolto all’assessore dei Trasporti, Attilio Dedoni ha poi ricordano che «in Sardegna esistono ben 5 aeroporti per cui è necessaria una politica unitaria forte ed autorevole che finora è mancata tradendo le attese del popolo sardo che però certamente farà sentire la sua voce alle elezioni del prossimo 4 marzo».

Il consigliere del Pds Roberto Desini ha definito il disegno di legge molto positivo, anche perchè ha avuto un percorso sollecito di appena 20 giorni dall’approvazione della legge di stabilità 2018 ad oggi, «un buon risultato che ovviamente non può far dimenticare il lavoro che c’è ancora da fare, dal perfezionamento delle politiche comuni sui trasporti con la Corsica e le Baleari al riconoscimento dell’insularità da parte dell’Unione europea; anzi, la recente bocciatura del referendum dimostra che lo Stato patrigno c’è ancora e va contrastato con forza». Quanto al collegamento Sardegna Corsica, Desini ha auspicato che l’attuazione della legge garantisca il miglioramento della qualità del servizio nell’interesse dei cittadini e, infine, è tornato sul problema della mancata applicazione della legge regionale che prevedeva l’abbattimento dei costi per le società sportive che effettuano trasferte nelle isole minori. «Non è concepibile – ha sostenuto – che circa 5.000 atleti sardi siano bloccati dal Coni regionale, una situazione gravissima che richiede l’intervento immediato del presidente della Giunta».

A nome della Giunta l’assessore della Pubblica istruzione Giuseppe Dessena, intervenendo sul problema del mancato finanziamento dei costi delle trasferte sportive sollevato da Roberto Desini,  ha riconosciuto che «c’è una responsabilità evidente in capo al Coni, al quale abbiamo mandato una lettera di sollecito riapprovando anche la delibera di Giunta ma ancora non abbiamo avuto risposta: ci comporteremo di conseguenza e, in caso negativo, cambieremo la legge».

Per quanto riguarda il tema dei trasporti l’assessore Carlo Careddu, dopo aver premesso di essere abituato al confronto ed assicurando che si terrà conto di tutte le indicazioni emerse dal dibattito, ha affermato che «la legge nasce da una sollecitazione della commissione Trasporti che la Giunta ha recepito con grande sollecitudine, è il frutto di un confronto ampio con tutte le forze politiche che apre, una pagina nuova nei rapporti trans frontalieri fra due Stati esteri, attraverso un collegamento qualificato come domestico affidato alla Sardegna e la Corsica, in vista della costituzione del gruppo europeo di cooperazione territoriale con altre realtà europee che subentrerà nella gestione». L’obiettivo comune, ha detto ancora Careddu, è quello di incentivare gli scambi economici e commerciali fra le due isola che partono comunque da numeri sono importanti: «Nel 2016 sulla tratta S.Teresa-Bonifacio sono transitati 259.000 passeggeri ed oltre 16.000 tonnellate di merci, mentre sulla Porto Torres-Propriano 1.928 passeggeri e 71.000 tonnellate di merci, noi esportiamo materie prime, prodotti dell’agro alimentare e mano d’ opera specializzata e ci strutturiamo per consolidare questi rapporti nei prossimi 3 anni». L’investimento, ha concluso, «è corposo e deriva da una indagine di mercato cui hanno risposto due vettori i quali, limitatamente al periodo invernale, otterranno una compensazione».

Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli.

All’art. 1 è stato presentato un emendamento del consigliere Giovanni Satta (Psd’Az-La Base) che prevede il parere della commissione sulle linee guida che dovranno essere approvate dalla Giunta.

Il relatore di maggioranza Piefranco Zanchetta (Cps) ha espresso parere contrario, mentre l’assessore Carlo Careddu si è rimesso all’Aula.

Il proponente Giovanni Satta ha chiarito che la finalità dell’emendamento è solo quella di evitare gli errori commessi dalla Regione nelle continuità marittima con la Tirrenia e in conclusione, prendendo atto degli impegni dell’assessore, ha annunciato il ritiro dell’emendamento.

Il consigliere di Forza Italia Antonello Peru, dispiaciuto per il ritiro, ha dichiarato di volerlo recepire, sottolineando che «tutti i provvedimenti che intervengono per aumentare la mobilità dei sardi ci vedono favorevoli ma i commissione avevamo tutti sollevato problemi seri su sicurezza dei naviglio, lavoratori ex Saremar e tariffe con l’assessore neutrale che infatti si è rimesso all’Aula; prendiamo atto degli impegni dell’assessore ma l’intervento della commissione per noi è necessario».

Per dichiarazione di voto il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi si è detto favorevole all’emendamento recepito da Forza Italia, aggiungendo che «non si chiede chissà cosa ma una puntualizzazione opportuna, anche perché nell’agosto del 2017 la Giunta è intervenuta per sostenere i collegamenti fra la Sardegna e le isole di La Maddalena e Carloforte e quest’ultimo Comune non ha usato i fondi, occorre quindi essere più precisi».

Dopo l’intervento di Luigi Crisponi il Consiglio ha approvato l’art.1 e respinto l’emendamento Satta recepito da Peru con 17 voti favorevoli e 30 contrari. A seguire sono stati approvati anche gli articoli 2 e 3 ed il testo del disegno di legge n. 475, con 45 voti favorevoli.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, prendendo la parola sull’ordine dei lavori e richiamando l’art. 101 del regolamento, ha chiesto l’esame in Aula con procedura abbreviata della proposta di legge n. 402 del 2 marzo 2017 sull’Agenzia Forestas, dichiarando che «si tratta dell’unico strumento per dare la sveglia al Consiglio».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha chiesto una breve sospensione della seduta.

Alla ripresa dei lavori, lo stesso Daniele Cocco ha ricordato le diverse riunioni dei capigruppo dedicate al problema, affermando però che «la commissione ha unificato i testi e l’assessore ha convocato tutte le sigle sindacali, come prova concreta di disponibilità di discutere la questione in in tempi brevissimi: chiedo quindi che il collega Pittalis ritiri la proposta».

A nome della Giunta, l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu ha confermato sia le iniziative in corso che la necessità di agire sul contratto, perché «gli ultimi approfondimenti presso l’Inps confermano che alcune cose si possono fare subito ed altre no, se con modalità molto complicate; per dare un segnale abbiamo ritenuto opportuno impegnarci a fondo in un lavoro di sintesi alla quale deve concorrere anche la parte sindacale».

Il presidente della commissione Autonomia e Personale Francesco Agus (Campo progressista) ha anch’ egli confermato la predisposizione di un nuovo testo base «che può superare le criticità esistenti legate soprattutto all’assenza di mansioni agricole nell’attuale contratto che, secondo l’Inps, farebbe scattare una spesa aggiuntiva di 40 milioni; sono fiducioso di poter arrivare ad un quadro di certezze fermo restano che non si possono risolvere in 20 giorni problemi di 20 anni».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, pur apprezzando i toni moderati, ha respinto la proposta di ritiro, precisando che «il problema si sta trascinando da troppo tempo, il tempo è scaduto ed il Consiglio rischia di perdere credibilità: se c’è un testo condiviso perché si continua a discutere del sesso degli angeli, ho l’impressione che si voglia ancora tirare a campare e non ci vogliamo stare, chiedo che arrivi in Aula il nostro testo e presenteremo come emendamento il testo base della commissione».

Il presidente della commissione Francesco Agus ha ricordato che «quando la commissione ha iniziato il suo lavoro aveva un mandato: presentare una proposta senza aumento dei costi e garantire che nessuno potesse avere problemi di continuità lavorativa o diminuzione del reddito percepito; su questo punto, anche secondo quanto dice Inps non ci sono certezze, ricordiamoci però che stiamo maneggiando la dinamite e non possiamo sbagliare mettendo a repentaglio famiglie e comunità privandole della possibilità di percepire la disoccupazione agricola».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha condiviso le tesi di Francesco Agus, lamentando tuttavia che «l’atteggiamento dell’Inps è insopportabile, non parteciperemo al voto, va bene il tavolo con tutti i sindacati, seguiremo col massimo impegno la vicenda perché riteniamo che il testo debba arrivare in aula».

Il presidente Ganau ha tenuto a precisare che la posizione dell’Inps è che possano percepire l’indennità di disoccupazione gli operai che passano a tempo indeterminato; abbiamo mandato un’altra lettera oggi, ma questo resta il nodo.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che, a suo avviso, l’Inps dice il contrario e comunque i precari dovevano già essere stabilizzati. Insisto, ha concluso, «per l’arrivo in Aula del testo, anche perché il Consiglio non può stare appeso alle decisioni della sede regionale Inps».

Il presidente ha infine messo in votazione la proposta che il Consiglio ha respinto per alzata di mano.

Quindi ha convocato per le 15.30 la conferenza dei capigruppo comunicando che il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.

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Il Consiglio regionale ha approvato il bilancio di previsione delle entrate e delle spese del Consiglio. 

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con le dichiarazioni di voto finali sulla manovra finanziaria.

Prima degli interventi dei consiglieri il relatore del provvedimento Franco Sabatini (Pd) ha sollecitato in base all’art.89 del Regolamento alcune modifiche a due emendamenti approvati in precedenza, riguardanti le procedure dei Resi (reddito di inclusione sociale) e la scadenza dei corsi destinati alle guide turistiche. Le proposte di modifica sono state accolte.

Aprendo la serie delle dichiarazioni di voto, il consigliere Fabrizio Anedda (Misto-Sinistra sarda), favorevole, ha parlato di «un bilancio appesantito per il 98% dalle spese correnti, mentre il resto è stato lasciato ad iniziative di singoli consiglieri, ad eccezione delle misure del Piano lavoro che ha una dotazione finanziaria pari al doppio di quanto destinato a pastori». Ma più che alla quantità delle risorse, ha suggerito Anedda, «è necessario rivolgere molta attenzione all’utilizzo corretto delle risorse perché nel sistema regionale ci sono ancora sprechi ed inefficienze, solo in questo modo si libereranno risorse vere per sviluppo e lavoro».

Alessandra Zedda, vice capogruppo di Forza Italia, ha sostenuto che quella in esame «non è certo la nostra finanziaria purtroppo lacunosa in settori molto importanti per la Sardegna come trasporti, risorse idriche e programmazione territoriale». Forse, ha proseguito, «gli unici interventi positivi sono quelli sul lavoro perché voluti dal Consiglio; per il resto abbiamo una sanità vicina al collasso nel silenzio della maggioranza e della Giunta mentre proliferano le nuove strutture che determineranno molto probabilmente altri 150 milioni di euro di costi aggiuntivi per tacere dei soldi spesi per appetiti personali di consiglieri o amici».

Roberto Deriu, vice capogruppo del Pd, ha detto di non capire perché la manovra non possa appartenere «anche all’opposizione che ne ha condiviso e votato molte parti; nel documento, a nostro giudizio, c’è finalmente la risposta a problemi antichi dell’Isola, a partire dagli studenti poveri ma meritevoli che potranno accedere agli studi universitari, mentre durante la giunta Cappellacci la metà degli idonei è rimasta fuori; ora da 2 anni tutti i beneficiari hanno le borse di studio e per l’anno prossimo ci saranno 1000 borse di studio in più, risultato eccezionale merito di tutto il Consiglio».

Emilio Usula (Misto-Rossomori), contrario, ha affermato che avrebbe preferito avere qualche dubbio a fronte di un giudizio sulla manovra totalmente negativo a parte i tempi di approvazione. Il problema, ha affermato, «è che comunque gli interventi saranno molto limitati su povertà estreme e famiglie ai margini della vita sociale, lavoro e disoccupazione ancora troppo alte per giovani e donne con molti ragazzi costretti in un quadro in cui è ancora altissimo l’ed abbandono scolastico». Sarebbe stato meglio, ha concluso, «ascoltare di più la Sardegna per capire la realtà e rendersi conto che la Regione è in condizioni drammatiche, il divario con la penisola resta preoccupante e lo stesso piano lavoro è una polverizzazione di misure senza strategia».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha sostenuto che «questa finanziaria è la migliore possibile in questo momento difficile e si danno finalmente alcune risposte concrete nonostante l’atteggiamento negativo dello Stato sugli accantonamenti che grida ancora vendetta con la risposta inaccettabile di appena 15 milioni». Credo molto al progetto LavoRas, ha aggiunto, «che ha visto aumentare le risorse ed auspico che una regia efficiente garantisca la spesa dei fondi disponibili con la massima celerità».

Per Forza Italia Edoardo Tocco ha messo in evidenza che «si tratta di una finanziaria che lascia una profonda amarezza perché manca di una prospettiva convincente ed è piena di contraddizioni come quella dell’assessore che vuole impiegare i fondi per il lavoro in attività di integrazione dei migranti». Resta, ha concluso, «il problema strategico di una Giunta incapace di guardare avanti; i sardi hanno capito ed un primo acconto arriverà il prossimo 4 marzo».

Il consigliere del Pd Walter Piscedda, favorevole, «l’intervento del Consiglio è stato molto significativo rispetto alla proposta originaria, in piena collaborazione con la Giunta e l’intera maggioranza, e contiene interventi tutt’altro che banali, misure strutturali su lavoro, istruzione e sulle politiche sociali».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, contrario, ha parlato di una manovra «non all’altezza delle aspettative e delle esigenze dei sardi, che non ha convinto nemmeno la maggioranza, una manovra che con la corsa agli emendamenti ha corretto solo parzialmente l’impianto della legge, senza tracciare un nuovo modello di sviluppo per la Sardegna dove lavoro, disoccupazione e continuità restano i grandi mali della Sardegna». La nostra percezione, ha concluso, «è la stessa delle categorie produttive, delle forze sociali, di associazioni e dei semplici cittadini: in sintesi pochi soldi, troppa burocrazia, niente coraggio».

Il consigliere Paolo Zedda di Art. 1 – Mdp ha osservato sul piano generale che «approvare la finanziaria entro l’anno sarà un fatto positivo che determinerà una profonda differenza rispetto al passato; inoltre quest’anno si è data attuazione, sia pure parziale, ai principi del bilancio armonizzato, cioè il Consiglio ha svolto il suo ruolo di indirizzo lasciando alla Giunta la definizione di dettaglio ed inoltre è positivo l’impegno sull’istruzione con una dispersione scolastica calata dal 25 al 18%, dato eccezionale che fra l’altro apre spazi importanti per diminuire la disoccupazione».

Il consigliere Giovanni Satta (Misto) ha parlato di una finanziaria «che lascia poco spazio alla fantasia con troppe rigidità, fondi a destinazione vincolata e troppe marchette, perché è vero che le risorse sono poche ma questo è frutto di un rapporto sbagliato con lo Stato a causa della decisione di Soru nel 2006 di mettere a carico della Regione spese ingenti come la sanità, che quest’anno crescerà ancora». Occorre invece una inversione di tendenza nei rapporti Stato-Regione, «per ribaltare, fra gli altri, anche l’accordo-porcheria sulle servitù militari che non ha alcuna ricaduta positiva su nessun fronte, ad esempio la Sardegna ha un indotto della presenza militare di circa 140 milioni mentre la Sicilia più di 600».

Per Gianmario Tendas (Pd), favorevole, «prima di tutto va sottolineato che è stato scongiurato l’esercizio provvisorio ma poi, nel merito, vedo una manovra coerente con le linee politiche e programmatiche dell’amministrazione di centro sinistra su scuola con infrastrutture ammodernamento e didattica, lavoro con un programma di ampio respiro e politiche sociali con un forte incremento delle risorse disponibili: tuttavia serve molta attenzione sulle procedure tecnico-burocratiche per assicurare qualità e velocità della spesa».

Il consigliere dell’udc Giorgio Oppi, contrario, dopo essersi detto meravigliato  per le troppe mancette, ha accusato la Giunta di scarsa autorevolezza e di aver più volte disatteso le scelte del Consiglio a cominciare dalla sanità, «settore molto malato con le persone peggiori collocate nelle posizioni migliori, con un deficit in aumento e con il rebus del Mater Olbia dove bisogna ripartire da capo perché tutto è scaduto il 31 dicembre e forse i posti non ci sono più».

Il capogruppo del Cps Pierfranco Zanchetta, favorevole, ha espresso soddisfazione per la tempistica nell’approvazione, senza enfasi ma con realismo, «di una manovra che assicurerà prospettive migliori ai sardi, respingendo visioni catastrofistiche che non fanno che peggiorare il clima della comunità regionale». Questa finanziaria, ha aggiunto, «è in sintonia con i sardi per sviluppo, lavoro con un provvedimento concreto come LavoRas, istruzione ed attenzione alle fasce più deboli, fermo restando che il 2018 dovrà essere quello della rinegoziazione degli accantonamenti con lo Stato».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), contrario, ha detto che «la legge non può essere la nostra perché ancora una volta il Consiglio ha perso una buona occasione per sganciarsi dalla competizione elettorale, pur avendo approvato interventi su alcuni temi importanti come diritto allo studio ed agricoltura senza però affrontare i veri nodi dello sviluppo». La stessa spesa sociale in aumento, ha lamentato Truzzu, «non è cosa di cui essere contenti perché vuol dire che non ci sono prospettive di crescita; inoltre si è sbagliato nel non ascoltare le nostre proposte in materia di spopolamento e sostegno alla natalità, lasciando spazio a tesi bizzarre come quella dell’assessore Arru che sbaglia anche concettualmente perché i migranti sono tutti uomini e non possono dare alcun contributo positivo alla lotta contro lo spopolamento».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, contrario, ha messo l’accento «su un fatto nuovo che la Giunta ha trattato come sempre, cioè che è iniziato l’ultimo anno della legislatura ed il prossimo 4 marzo ci saranno le elezioni politiche». Purtroppo, ha continuato, «la pioggia di emendamenti dimostra che ha prevalso la volontà di tornare sul territorio con qualcosa in tasca dalla ristrutturazione di una chiesa o dal sostegno ad un premio di poesia; gli stessi ordini del giorno in coda alla finanziaria (quasi tutti della maggioranza) su temi importantissimi per la Sardegna sono il segnale che le risposte davvero importanti non sono arrivate».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi, contrario, ha definito «la finanziaria senza risultati che lascerà tutto come prima, se non peggio, con cittadini di serie A e di serie B, questi ultimi sacrificati e dimenticati per l’ennesima volta come quelli di Ottana; e poi famiglia, povertà, giovani, politiche sociali, componenti della società sarda che confermeranno la posizione della nostra Regione come fanalino di coda incapace di far rialzare la schiena alla comunità regionale».

Sempre per i Riformatori il capogruppo Attilio Dedoni, contrario, ha criticato la scarsa attenzione della Regione nella ricerca di nuove forme di finanziamento da parte Stato, «anzi abbiamo assistito ad una ritirata generale e ad una resa senza condizioni con la rinuncia ai ricorsi». E’mancata insomma, secondo Dedoni, «la capacità di una programmazione forte capace di guardare al futuro con fiducia e si è preferito ripiegare su piccoli favori a piccoli gruppi di interesse trascurando sviluppo, trasporti e soprattutto sanità che, come dicono tutti i sardi, fa schifo».

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Fi) ha annunciato voto contrario ed ha definito la finanziaria “deludente e senza strategia politica, influenzata dal clima elettorale”. «Mi sarei aspettato politiche più importanti per i giovani, i trasporti e il turismo – ha aggiunto l’esponente della minoranza – ed invece avete ricercato solo il consenso a breve». Fasolino ha dichiarato di apprezzare il piano “Lavoras” ed i tempi con i quali si è proceduto nell’approvazione della manovra: «Ma questa manovra non è la “nostra” perché la nostra manovra la faremo il prossimo anno». Mariano Contu (Fi) ha annunciato voto contrario («questa finanziaria di fine legislatura avrebbe dovuto elencare risultati piuttosto che proposte») ed ha lamentato ritardi nelle politiche del lavoro e dello sviluppo.

Il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), ha espresso soddisfazione per lavoro svolto in commissione e in Consiglio («abbiamo migliorato una manovra già bene impostata dalla Giunta») ed ha evidenziato in termini positivi i dati Istat sul lavoro  e l’economia. L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato alcuni significativi stanziamenti per il diritto allo studio, il Reis (45 milioni), l’agricoltura (90 milioni complessivi in pochi mesi) e  100 milioni di nuove risorse per il lavoro. «Abbiamo fatto molto per la Sardegna – ha concluso Sabatini – e moltissimo per aiutare chi è più in difficoltà».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha salutato con favore i tempi di approvazione della manovra («bene il mancato ricorso all’esercizio provvisorio») ed ha definito la manovra “un  documento di bilancio in linea con l’esigenze della società sarda”. L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato i postivi giudizi espressi dai rettori delle Università e dai sindacati ed ha evidenziato i “segnali di ripresa che si registrano nell’Isola” ad iniziare dal Pil e dall’occupazione.

«Via autopromuovete e vi incensate ma dimenticate di dire che cosa hanno prodotto di positivo le vostre  quattro finanziarie approvate dall’inizio della legislatura». Così il capogruppo Fi, Pietro Pittalis, ha preannunciato il voto contrario del gruppo ed ha insistito sui ritardi nella ripresa che si registrano in Sardegna. Per il lavoro, l’esponete della minoranza, ha parlato di “dati drogati dal lavoro stagionale e turistico” ed ha insistito sulla drammatica situazione occupazionale ad Ottana. «Descrivete una Sardegna che non esiste – ha concluso il capogruppo – e il giudizio sul vostro operato lo daranno i sardi il prossimo 4 di marzo».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha posto in votazione la legge di Stabilità  2018 e successivamente il bilancio di previsione triennale 2018-2020 e la Manovra 2018-2020 è stata approvata con 28 favorevoli e 16 contrari.

Si è quindi passati all’esame del bilancio di previsione delle entrate e delle spese del Consiglio regionale che è stato illustrato dal questore Fabrizio Anedda (Misto) che ha rimarcato l’avanzo di 11 milioni di euro nel 2017. Il consigliere del Pds, Piermario Manca ha chiesto lumi sulla mancata spendita di tale consistente cifra ed il presidente Ganau ha evidenziato che si tratta di somme accumulate anche nelle passate legislature.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, annunciando voto favorevole al bilancio del Consiglio non ha mancato di rappresentare  una serie di criticità in ordine al personale ed alla mancata espletazione di bandi e gare. Oppi ha inoltre denunciato il mancato riconoscimento ai consiglieri regionali in aspettativa dei contributi lavorativi. Una lamentazione ripresa anche dai consiglieri Mario Tendas (Pd) («chi è qui in aspettativa deve percepire i contributi previdenziali, come accade a qualunque altro lavoratore») e Roberto Desini (Pds) che ha auspicato nuove formule per il reperimento dei collaboratori dei consiglieri regionali ed ha annunciato un voto di astensione. Il questore Alessandro Unali (Pds) ha assicurato l’impegno del collegio dei questori per risolvere il problema contributivo ed ha rimarcato al restituzione delle somme alla Regione perché non spese. Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha invece denunciato il paradosso che vede l’associazione degli ex consiglieri regionali disporre di risorse per l’organizzazioni di incontri e convegni mentre ai gruppi consiliari non è riconosciuto alcuno stanziamento per la promozione dell’attività politica («sono contrario ad un ritorno ai sistemi di gestione del passato ma si possono ipotizzare soluzioni adeguate alle necessità dei gruppi politici»). Pittalis ha concluso auspicando tempestivi interventi di manutenzione per il palazzo del Consiglio “così da restituire dignità alla casa di tutti i sardi”.

Il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau ha quindi fornito alcune delucidazioni assicurando interventi in sede di contrattazione sindacale “per porre fine alla discrepanza stipendiale tra categorie paritarie di lavoratori in Consiglio” ed ha concordato sulla necessità di un’idonea collocazione per gli autisti. Il presidente ha anche annunciato la dotazione di defibrillatori semi automatici ed ha ricordato che sul tema dei contributi per i Consiglieri è già incardinato un provvedimento che potrà essere esitato in tempi brevi. Gianfranco Ganau ha quindi ricordato l’attivazione di alcuni concorsi per l’assunzione di nuovo personale ed ha rassicurato sugli interventi di manutenzione per il palazzo del Consiglio regionale.

Il consigliere Pds, Piermario Manca, si è detto “non completamento soddisfatto” ed ha confermato il voto di astensione. Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione il quadro riepilogativo delle entrate; quindi il quadro riepilogativo delle spese e la tabella riassuntiva e poi si è tenuta la votazione finale che ha sancito l’approvazione del documento con 28 voti favorevoli. 

Il presidente ha quindi dichiarato chiusa la seduta ed ha convocato il Consiglio per martedì 16 gennaio, alle 16.00.

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Il Consiglio regionale ha approvato la legge di riforma dell’Egas, contenente modifiche alla legge regionale 4 febbraio 2015, n. 4 Istituzione dell’Ente di governo dell’ambito della Sardegna e modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 19 del 2006.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo aver acquisito i pareri di Commissione e Giunta sugli emendamenti, il presidente ha avviato la discussione generale sull’art. 1 del disegno di legge n. 459/A.

Il consigliere di Forza Italia Marco Tedde, primo iscritto a parlare, ha espresso un giudizio negativo sull’articolo e sul testo in discussione. «E’ un provvedimento irrispettoso della Costituzione e contrario ai deliberati dell’antitrust e dell’Anac».

Marco Tedde ha quindi elencato i principali rilievi: «L’Antitrust dice che l’Egas non ha il potere di nominare persone di fiducia per la gestione del servizio idrico. L’Anac afferma che il sistema non è in linea con la disciplina del controllo analogo. La Corte di Giustizia, infine, sostiene che per affidare in via diretta e senza gara un servizio occorre che il soggetto pubblico sia dotato di poteri di controllo sul cda dell’ente gestore».

Secondo l’esponente della minoranza «il provvedimento in discussione viola la legge e le norme europee. Contraddice inoltre le pronunce della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia. Perché la Giunta va a testa bassa? A chi giova tutto questo? Non ai cittadini, forse alla Giunta che però dovrebbe fare gli interessi dei sardi e non della sua parte politica». Al termine del suo intervento, Marco Tedde ha invitato la maggioranza a fare un passo indietro: «State facendo un errore madornale, noi chiederemo che qualcuno intervenga per ristabilire la legalità. Abbanoa dovrebbe funzionare dando un servizio adeguato ai sardi, senza mettere in campo pratiche vessatorie».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in votazione gli emendamenti soppressivi totali e parziali all’art. 1 che sono stati tutti respinti. Il testo dell’articolo è stato invece approvato con 29 voti favorevoli e 17 contrari.

L’Aula è poi passata all’esame dell’articolo 2 “Modifiche all’articolo 7 della legge regionale n. 4 del 2015 (Comitato istituzionale d’ambito)”. Sono stati respinti gli emendamenti soppressivi, il testo dell’articolo 2 ha ottenuto il via libera dal Consiglio.

Sull’articolo 3 “Introduzione dell’articolo 7 bis della legge regionale n. 4 del 2015 (Esercizio del controllo analogo)” si è consumato uno strappo in maggioranza. Antonio Gaia (Upc), visto l’invito al ritiro del suo emendamento sostitutivo totale con il quale si stabiliva che “l’esercizio del controllo analogo viene svolto da Egas per il tramite del Comitato Istituzionale d’Ambito cui è attribuito il potere di nomina e revoca del Cda, del direttore generale e del Collegio dei revisori di Abbanoa” ha comunicato la sua decisione di abbandonare l’Aula in segno di dissenso.

Solidarietà ad Antonio Gaia è stata espressa da Alessandra Zedda (Forza Italia) che, dopo aver annunciato il suo voto favorevole all’emendamento, ha invitato la maggioranza a riflettere ancora sull’opportunità di mandare avanti il provvedimento. «In tema di controllo analogo ci sono difficoltà e complessità – ha detto Alessandra Zedda – spero che con la nomina del Comitato si possano concludere i progetti. Finora solo il 4,95% dei progetti del Piano Ambito si è concluso – ha proseguito la consigliera azzurra – un altro 34% è stato definito. Dei progetti approvati, 14 sono ancora da appaltare mentre appena il 4,3% è stato aggiudicato. I progetti avviati sono invece il 16%. Chiedo: quando vedranno la luce questi progetti? Lo stato di infrastrutturazione del servizio idrico è questo, di quali progetti parlano amministratore e direttore di Abbanoa?».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis a nome del suo gruppo ha annunciato il suo voto favorevole all’emendamento Gaia. «Non può passare come inosservata l’uscita dall’aula di un esponente autorevole della maggioranza che sbatte la porta su un progetto che disciplina la gestione di un bene fondamentale come l’acqua – ha sottolineato Pietro Pittalis – opposizioni interne di questa natura dimostrano che il centrosinistra e la giunta navigano a vista. Prima si toglie la spina a questa maggioranza e meglio è per i sardi. Non è questo il modo di governare la Sardegna e un settore sensibile come quello della risorsa idrica».

Posto in votazione, l’emendamento n.182 è stato respinto con 27 no e 16 sì. Via libera invece al testo dell’articolo 3.

Il Consiglio ha poi approvato in rapida successione gli articoli 4 “Modifiche all’articolo 9 della legge regionale n. 4 del 2015 (Personale dell’Ente di governo dell’ambito della Sardegna)” e 5 “Sostituzione dell’articolo 12 della legge regionale n. 4 del 2015 (Potere sostitutivo della Regione)”.

Disco verde anche per un emendamento aggiuntivo (n.179) all’art 5  presentato dall’on. Michele Cossa (Riformatori). Soddisfatto il presentatore: «In questo modo si risolve problema dei comuni non coperti dalla normativa per lo smaltimento delle acque meteoriche che in alcuni comuni non vengono smaltite da Abbanoa ma dai consorzi, questo emendamento chiude le procedure transattive di tutti i comuni».

L’Aula ha quindi approvato il testo dell’articolo 6 “Modifiche all’articolo 15 della legge regionale n. 4 del 2015 (Principi di sussidiarietà, di differenziazione e di adeguatezza)”. Successivamente il consigliere Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp) ha presentato un emendamento orale per ribadire il principio della natura pubblica della risorsa idrica: «Oltre a questo principio, confermato dal referendum del 2011, l’emendamento mira a garantire ai cittadini bisognosi un quantitativo minimo vitale pari a 50 litri giornalieri».

Mario Tendas (Pd) pur condividendo il contenuto della proposta ha paventato il rischio che l’applicazione della norma studiata per venire incontro ai soggetti indigenti possa tradursi in un vantaggio per i morosi: «Si rischia di dire che gli slacci non si possono fare – ha rimarcato Tendas – occorre chiarire meglio questo aspetto. Il pericolo è che la situazione diventi ingestibile. Serve una linea di demarcazione legata alle condizioni economiche e sociali dell’utenza»

Una riflessione ulteriore è stata suggerita anche da Marco Tedde (Forza Italia) che ha chiesto una breve sospensione della seduta, accordata dal presidente Ganau.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha annunciato il suo voto favorevole all’emendamento orale del consigliere Lai: «Abbanoa è in lite con tutto il mondo per bollette, slacci, ricambi contatori. Voglio far riprendere socialità a questo mostro dell’idrico». Attilio Dedoni ha poi ricordato che il suo gruppo ha depositato una mozione sulla situazione idrica in Sardegna: «Chiedo di portarla in discussione al più presto».

Anche Pierfranco Zanchetta, capogruppo di Cps, ha ricordato la mozione (n. 266) presentata  a ottobre 2016. «Si chiedeva allora di intervenire per garantire a tutti la quantità minima giornaliera d’acqua fissata dall’Oms in 50 litri. Oggi tocchiamo un nervo scoperto di una situazione che riguarda i più bisognosi».

Marco Tedde (Forza Italia) si è detto favorevole, in linea di principio, all’emendamento Lai chiedendo però un’integrazione. «Così rischia di non poter essere attuato – ha detto Marco Tedde – noi abbiamo presentato una proposta di legge per garantire il quantitativo minimo vitale. Per le morosità superiori a 5-000 euro prevediamo una diminuzione delle erogazioni  del 40% della media dei consumi dei precedenti 5 anni per le utenze commerciali, 20% per quelle domestiche. All’estinzione del debito l’erogazione dell’acqua torna alla normalità. Se si integra l’emendamento con queste norme va bene altrimenti rischia di restare una mera enunciazione di principio».

L’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini, pur nella condivisione della proposta, ha voluto precisare la portata della norma: «Sulla questione c’è un po’ di confusione. Il soggetto che regola il sistema è Egas, all’ente spetta individuare categorie sociali ed eventuali misure di aiuto. Quello è il livello amministrativo competente. L’emendamento può essere approvato».

Parere favorevole è stato espresso anche dal presidente della Commissione “Governo del territorio” Antonio Solinas: «Sarà Egas a studiare le modalità per garantire il quantitativo minimo vitale d’acqua alle famiglie disagiate». Posto in votazione l’emendamento orale che è stato approvato

L’Aula ha quindi dato il via libera in rapida successione gli articoli 7 “Modifiche all’articolo 3 della legge regionale n. 10 del 2008 (Funzioni dei consorzi industriali provinciali)”, 8 “Abrogazioni”, 9 “Norma finanziaria” 9 bis “Norme transitorie” e 10 “Entrata in vigore”.

Il Consiglio regionale ha quindi proseguito i lavori con le dichiarazioni di voto.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha sostenuto che «Abbanoa resta il convitato di pietra e non ci si può nascondere dietro l’Egas che, peraltro, non fa bene il suo mestiere». «La politica sarda – ha proseguito – deve guardare al futuro e preoccuparsi a fondo di un sistema in cui ci sono pesanti restrizioni del servizio in molti territori della Sardegna anche quando piove, segnale di cattiva gestione della cosa pubblica».

Il consigliere Domenico Gallus (La Base-Psd’Az) ha affermato che «oggi è una grande giornata di festa per una trentina di Comuni della Sardegna e dispiace per circa 100 altri Comuni che non hanno creduto nella nostra battaglia e per diverse ragioni l’hanno abbandonata, forse per timore di perdere finanziamenti; ciò comunque non sminuisce l’importanza del risultato, frutto di una rivendicazione fatta esclusivamente nell’interesse delle persone».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha sottolineato positivamente il fatto che il Consiglio, anche in questa occasione, «si è mosso nel solco di una tradizione virtuosa fatta di interventi mirati nella legislazione regionale». «In questo caso – ha precisato – si è assunto la responsabilità di una legge nuova con cui viene sancito che la governance del servizio idrico appartiene alle comunità locali, così come sono meritori gli interventi sulle comunità autonome e l’emendamento orale che conferma un approccio etico all’economia, in definitiva si tratta di una legge utile che risolve problemi aperti anche se dibattito sul sistema deve continuare».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha sottolineato che «il risultato ottenuto dai Comuni autonomi e l’unico perché il resto della legge è completamente sbagliato perché gli azionisti della società non la possono controllare ed Abbanoa continuerà ad operare a proprio piacimento, pratiche vessatorie comprese; ricordiamo su questo aspetto la recente sanzione applicata dall’Antitrust per 600.000 euro che certamente pagheranno i sardi». «L’Egas resta una scatola vuota – ha concluso Tedde – il controllo analogo stringente obbligatorio per legge ancora non c’è, i vertici non saranno nominati dai Comuni e per giunta il direttore avrà un contratto autonomo innescando un potenziale conflitto di interessi».

Il presidente della commissione Governo del territorio Antonio Solinas (Pd), relatore di maggioranza, ha ringraziato per il lavoro svolto i componenti della commissione e tutto il Consiglio, sottolineando che «il testo dice il contrario di quello che sostiene il collega Tedde; il controllo analogo, per esempio, sarà fatto da un comitato di Sindaci e questo è il modo più serio per coinvolgere le autonomie ed i vertici saranno eletti dalle amministrazioni locali». Antonio Solinas ha quindi ribadito il voto favorevole alla legge precisando che, sul piano politico, «non c’è nessuna frattura nella maggioranza ma solo divergenze normali su un emendamento e non certo sulla norma nel suo complesso».

A nome della Giunta, l’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini ha affermato che «la legge si è posta il problema di migliorare la qualità del servizio; sotto questo profilo siamo coscienti dei limiti attuali ma nessuno può dimenticare le gravissime inefficienze degli anni precedenti sia economiche che gestionali». «Ora – ha aggiunto – i problemi finanziari sono stati risolti, ci sono ancora molti spazi di miglioramento e vanno meglio i meccanismi di controllo; la vera innovazione sta qui, è coerente con la legislazione di settore». Dopo aver espresso una valutazione positiva sulla norma che riguarda i piccoli Comuni, l’assessore ha concluso auspicando un percorso rapido della legge anche a livello nazionale.

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la legge che il Consiglio ha approvato con 30 voti favorevoli e 14 contrari. Successivamente ha sospeso la seduta per convocare la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato le decisioni della conferenza: le relazioni sulla finanziaria saranno anticipate a stamattina e gli emendamenti potranno essere presentati entro martedì prossimo 12 dicembre alle ore 12.00. Per quanto riguarda il Consiglio sarà riconvocato per martedì 12, alle 10.30, con all’ordine del giorno le comunicazioni del presidente della Regione, Francesco Pigliaru, sulle servitù militari e la discussione della proposta di legge n. 468/A – Solinas Antonio e più (sottoscritta da consiglieri di maggioranza e opposizione) sulla proroga dei termini previsti dalla legge 8/2015 – c.d. “Piano casa”. A seguire, l’inizio della discussione generale sulla legge finanziaria.

Terminate le comunicazioni il presidente ha dato la parola al consigliere Franco Sabatini (Pd), presidente della commissione Bilancio e relatore di maggioranza della legge finanziaria.

Franco Sabatini, dopo aver ricordato che la commissione ha svolto un lavoro preparatorio con un iter più snello riducendo il numero di audizioni rispetto agli anni precedenti ma acquisendo comunque una grande quantità di elementi importanti sulle esigenze vere della comunità regionale, ha auspicato l’approvazione della legge entro 31 dicembre; un obiettivo che, se sarà raggiunto, «sarà di tutto il Consiglio». Il relatore è entrato poi nel dettaglio delle cifre più significative, cominciando dal fisco. Avremo aliquote molto basse, che non saranno toccate, ha spiegato: «Irpef  all’1.23%, la più bassa d’Italia ed Irap  all’1.93%, fra le più basse, così lasciamo risorse sul territorio, per sostenere la ripresa economica in atto». Affrontando il tema degli accantonamenti, Sabatini ha riconosciuto che «sono imponenti ma, proprio per questo, ci vuole una discussione comune con politica, istituzioni e forze sociali, tutta la Sardegna in poche parole, perché con 680 milioni in più avremo fatto moltissimo per la nostra Regione e proprio in questi giorni, inoltre, stanno scadendo gli accordi sugli accantonamenti per le Regioni speciali, un appuntamento al quale dobbiamo arrivare preparati anche cercando alleanze». Dagli accantonamenti al lavoro. «Questa finanziaria – ha sostenuto Franco Sabatini – contiene un importante intervento sulle politiche del lavoro con un fondo di 100 milioni che introdurremo con un emendamento contenente diverse misure, dai cantieri alle politiche attive per l’incontro fra domanda e offerta, la formazione e i bonus assunzioni». Altri stanziamenti di rilievo, ha aggiunto il presidente della commissione Bilancio, «riguardano l’università con fondi aggiuntivi (17 milioni) per il fondo unico ed il diritto allo studio più 3 milioni per infrastrutture, il Reis con 30 milioni più altri 15 ed il rifinanziamento delle leggi di settore nel quadro del sistema socio assistenziale». «Sul Reis – ha precisato Sabatini – abbiamo una stima del fabbisogno complessivo di circa 60 milioni che contiamo di coprire anche con le risorse del Rei nazionale che è complementare, inoltre è importante sottolineare i fondi per l’agricoltura (20 milioni più 25 provenienti dal governo nazionale). Non comprendo – ha detto nelle conclusioni – la polemica con gli Enti locali sul fondo unico che resta intatto nonostante i periodi precedenti di recessione, il calo dei trasferimenti dallo Stato e gli accantonamenti; se poi, rispetto ai 7.7 miliardi complessivi della manovra,  togliessimo sanità e spese obbligatorie emergerebbe le altre risorse andrebbero agli enti locali, dal Reis a cantieri, dai siti archeologici alle biblioteche, in tutto una somma di 1.4 miliardi che ci porterebbe al terzo posto in Italia». «Il vero problema – ha concluso – è la finanza locale perché i vincoli di bilancio non consentono spesa ed è che va discusso come hanno fatto altre Regioni autonome».

Per la minoranza, la relatrice Alessandra Zedda, vice capogruppo di Forza Italia, è partita dal raffronto fra il programma della maggioranza e quanto effettivamente realizzato per affermare che «onestamente i sardi non si sono accorti di nessun miglioramento ma hanno visto solo una messa in scena del tutto staccata dalla realtà». Zedda ha citato in proposito numerosi esempi: dal rapporto con il Governo al trasporto aereo, dagli accantonamenti all’insularità (appena sfiorata con uno stanziamento irrisorio che partirà solo dal 2019), dalle entrate ad una Agenzia priva di competenze reali. «Non siete i migliori come avete voluto far credere – ha proseguito Alessandra Zedda – anzi avete sbagliato tutto con l’accordo Padoan-Pigliaru ed anche Soru ha detto che è stato un errore ritirare i ricorsi; insomma al di là delle belle parole, avete tradito anche chi dice di voler lottare per il sovranismo, ma questo ed altro ve lo faranno capire ben presto i sardi». Sulla manovra, secondo la Zedda è sbagliato parlare di un intervento positivo per il lavoro e l’economia, perché «i dati dicono altro: ci sono bandi di anni precedenti non pagati, un mutuo infrastrutture da 700 milioni con nemmeno un’opera realizzata, una emergenza lavoro per la quale la Cgil e le forze sociali vi tengono sotto pressione, una burocrazia opprimente che blocca la spesa delle risorse disponibili neutralizzandone gli effetti sul sistema regionale, per non parlare della sanità, che avete cambiato con una riforma sbagliata partita dal tetto e non dalle fondamenta».

Dopo quest’ultimo intervento, il presidente ha tolto la seduta riconvocando il Consiglio per martedì alle 10.30.

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«Il Consiglio regionale ha tutto l’interesse a tutelare le produzioni di qualità della Sardegna. Insieme alla Giunta proveremo a trovare una soluzione per tutelare la filiera che ruota intorno al grano Cappelli». Lo ha affermato il presidente della Commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale, Luigi Lotto, al termine dell’audizione dei rappresentanti del Consorzio “grano Cappelli” preoccupati per la decisione del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) di assegnare alla Società Italiana Sementi la certificazione del prodotto. La multinazionale semenziera bolognese avrà il diritto in esclusiva sulla varietà di frumento nata nel 1915 grazie al genetista Nazareno Stampelli e ribattezzata Cappelli in omaggio al senatore Raffaele che alla fine dell’800 diede il via alle trasformazioni agrarie in Puglia.

«E’ un’autentica ingiustizia che non tiene conto del lavoro fatto da noi sardi negli ultimi 25 anni – ha detto Santino Accalai, titolare della ditta semenziera Selet di Tuili che per prima, nei primi anni ’90 decise di scommettere sulla riscoperta di questa varietà di grano – con l’esclusiva alla Sis si mette in ginocchio un’intera filiera. Intorno al grano Cappelli è nato un Consorzio che comprende agricoltori, mugnai, panificatori e commercianti. Una realtà importante per l’economica sarda che rischia adesso di sparire.»

«In Sardegna si producono 8.000 quintali di grano da seme e 10.000 da macina – ha aggiunto Roberto Congia, socio del Consorzio – con la decisione del Crea nessun agricoltore potrà in futuro certificare il proprio prodotto. Noi chiediamo di lavorare e di poterlo fare serenamente.»

Dello stesso avviso Valentina Sirigu, titolare di Kentos, azienda che da nove anni ha deciso di puntare sul pane di qualità: «La mia azienda lavora solo grano biologico – ha affermato Valentina Sirigu – il Consorzio è nato per sopperire alla carenza della materia prima. Con l’aggiudicazione del bando a Sis, che promette di pagare il prodotto a 80 euro al quintale, si rischia di drogare il mercato. Aziende come la nostra rischiano di non essere più competitive.»

Tutti i componenti della Commissione hanno espresso preoccupazione per la situazione creatasi e sollecitato un approfondimento con la Giunta per studiare un’azione comune a tutela della filiera. Il consigliere del Pd Piero Comandini, dopo aver rimarcato il ritardo con cui si arriva ad affrontare la questione ha sollecitato l’approvazione di una risoluzione in Commissione. Proposta che potrebbe essere attuata dopo le interlocuzioni con l’assessore all’Agricoltura Pierluigi Caria, la cui audizione è in programma per giovedì 9 novembre. «Il Crea non ha tenuto conto del percorso che ha portato alla valorizzazione del grano Cappelli – ha detto Comandini – in  questo modo si autorizza uno scippo e si va verso una situazione di monopolio con tutte le conseguenze del caso».

Da parte del consigliere Antonio Gaia (Cps) è invece arrivata la proposta di costituire un marchio Deco coinvolgendo i comuni dove si produce il grano Cappelli: «Il marchio comunale a tutela delle produzioni di qualità potrebbe essere la soluzione per arginare il dominio delle multinazionali».

«Perdere una produzione di eccellenza è inaccettabile – ha aggiunto Gianluigi Rubiu dell’Udc – sarebbe una sconfitta per il Consiglio che da poco ha approvato una legge sul pane di qualità. La Sardegna faccia fronte comune con la Puglia contro la multinazionale emiliana». Una soluzione positiva ha invocato anche il consigliere Fabrizio Anedda di Sinistra Sarda mentre Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha chiesto di accertare eventuali responsabilità delle agenzie regionali per l’agricoltura.

«La Sardegna non può subire inerme questo scippo – ha detto il consigliere del Pd Alessandro Collu – il Consorzio ha creato le condizioni per una filiera perfetta. Adesso che si gioca una bella partita qualcuno ha deciso di venire a prendersi il pallone.»

Mario Tendas (Pd), infine, ha sollecitato un coinvolgimento dell’Ufficio legale della Regione: «La gara è ormai aggiudicata – ha detto Mario Tendas – ho paura che si possa risolvere solo per via giudiziaria accertando se il bando è stato regolare o meno».

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L’on. Mario Tendas (Pd) chiede spiegazioni, in un’interrogazione rivolta al presidente delal Regione e all’assessore dell’Ambiente Donatelal Spano, sul mancato inserimento delle aree industriali di Oristano (ex stabilimento SARDIT) e di Marrubiu (ex stabilimento CEMA) nell’elenco dei SIN (Siti di interesse nazionale).

«Come già denunciato anche dall’associazione ex esposti – dice Mario Tendas – il sito di Casale Monferrato inserito nella mappa nazionale era dello stesso gruppo industriale della Sardit di Oristano e in questo stabilimento si producevano gli stessi identici materiali che hanno creato e creano tutt’oggi inquinamento ambientale come confermano i numerosi decessi di lavoratori e cittadini dovuti all’esposizione alle fibre di amianto. Il decreto legislativo n. 152 del 2006 “Norme in materia ambientale”, all’articolo 252, stabilisce i criteri di individuazione dei Siti di interesse nazionale (SIN) approvati poi con decreto del ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare (MATTM), d’intesa con le regioni interessate, secondo precisi criteri che contemplano anche i siti interessati da attività produttive e astrattive di amianto, ipotesi nelle quali  il rischio sanitario e ambientale deve risultare particolarmente elevato.»

«Tali criteri – aggiunge Mario Tendas -, costituiscono un solido presupposto per sostenere con forza la richiesta di inserimento delle aree industriali di Oristano (ex stabilimento SARDIT)  e di Marrubiu (ex stabilimento CEMA)  nell’elenco dei Siti di interesse nazionale, contribuendo a rendere disponibili le risorse necessarie a realizzare gli interventi di risanamento e recupero ambientale.»

«L’auspicio è che, anche dietro l’interrogazione, ci sia anche da parte dell’amministrazione regionale  un maggiore interesse ed una maggiore attenzione rispetto ad una problematica che ha interessato e interessa in modo specifico il territorio oristanese. Che, nel passato recente – conclude Mario Tendas -, ha registrato la presenza di due importanti realtà aziendali interessate alla attività di manufatti in amianto.»