5 November, 2024
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C’è anche la delegazione dei Giovani Imprenditori di Confartigianato della Sardegna all’annuale Convention Nazionale dei Giovani Imprenditori di Confartigianato, dal titolo “We Know How-Prevedere e modellare il cambiamento”, in svolgimento a Roma.

La crisi non è ancora alle spalle ma loro continuano a credere nell’impresa, creando, migliorando e vendendo prodotti e servizi in tutta la Sardegna, nel resto dell’Italia e in molte parti del Mondo. Lo fanno anche scambiandosi idee, esperienze, collaborazioni ma anche concretizzando il passaggio di testimone con genitori o nonni.

Per questo, 11 giovani artigiani provenienti da tutta la regione, in rappresentanza di settori e territori, da ieri si confrontano con il mondo dell’impresa e della politica, sui diversi temi quali rivoluzione digitale, alternanza scuola-lavoro, welfare e Impresa 4.0. Proprio in quest’ultimo argomento, nella tavola rotonda dal titolo “Impresa 4.0: il digitale a misura di micro e piccola impresa artigiana”, è stato coinvolto anche Andrea Vallascas, Deputato cagliaritano del M5S.

La Convention sarà anche l’occasione per presentare, oltre a un’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato per i Giovani Imprenditori, anche i risultati di una ricerca sui temi oggetto della Convention.

Della delegazione regionale dei Giovani Imprenditori di Confartigianato Sardegna, guidata da Riccardo Porta, componente della Giunta Nazionale, fanno parte Martina Meloni, Valentina Meloni e Simone Ballo da Olbia-Tempio, Idio Salonis, Laura Ariu, Enrico Caboni, Adelina Coccodi e Francesca Angioni dalla provincia di Cagliari, Antonio Martinez e Antonio Giuseppe Piroddu da Sassari, Ivano Demelas e Giuseppe Tatti da Nuoro.

«L’evento di quest’anno coincide con l’avvio di una Legislatura che vedrà più della metà dei parlamentari con un’età giovane – commenta Riccardo Porta, componente della Giunta Nazionale – e il tema scelto vuole rappresentare la sintesi dell’idea dei Giovani sul presente e sul futuro delle imprese e del Paese

«La nostra sfida è quella di inventare il futuro, costruire il nuovo, innovare – aggiunge Riccardo Porta – una scelta convinta in questa fase dell’economia mondiale che ci impone di saper cambiare”. “Dobbiamo scrivere il futuro delle nostre imprese, dei nostri giovani colleghi e dell’Italia – conclude il componente della Giunta Nazionale – e la risposta viene dal passato: è il valore della nostra storia produttiva

Sono i 2.918 artigiani under 35 della Sardegna che, in rappresentanza del 17,2% di tutte le imprese giovanili presenti nell’Isola, sono attivi nella ristorazione, (16,1%), nelle costruzioni  e nella cura del paesaggio (14,4%), nei servizi alla persona (10,5%), nelle produzioni alimentari (9,4%), nella riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature (9,3%), nei lavori specializzati delle costruzioni (8,6%) e della costruzione di edifici (8,4%), nelle riparazioni di strumenti informatici e strumenti per la casa (6,7%) e in tante altre attività.

La maggior parte di questi, il 20,5% opera nel nord Sardegna (1.110 imprese nella provincia di Sassari e Olbia), il 16,4% in quella di Cagliari (991 realtà), il 15,4% a Nuoro (609) e il 15,3% (218 aziende) a Oristano.

Nonostante tutto, in Sardegna, come in Italia, la voglia dei giovani di fare impresa non manca e lo testimoniano i tantissimi imprenditori artigiani under 40 nelle cui mani è affidato il futuro della piccola impresa sarda e italiana.

Le nuove leve dell’artigianato italiano, per questo, si battono per costruire nuove opportunità di occupazione attraverso uno stretto collegamento tra i percorsi di istruzione, formazione e informazione ed il mercato del lavoro. Tutto ciò per avere giovani preparati, competenti, aperti al mercato, che sappiano coniugare il sapere e il saper fare.

Su questo fronte, i Giovani Imprenditori di Confartigianato sono impegnati in attività di collaborazione con la scuola. Infatti, per consentire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, è necessario coinvolgere tutti i soggetti interessati: impresa, ragazzo, famiglia e docenti, lavorando per migliorare tutti i livelli scolastici.

Inoltre, i Giovani Imprenditori di Confartigianato esplorano le piste dell’innovazione tecnologica, della rivoluzione digitale, per indicare alle nuove generazioni le opportunità per affermarsi nel mondo del lavoro.

Dati al 31 dicembre 2017

Imprese artigiane under 35 in Sardegna

Percentuale imprese artigiane under 35 su totale artigianato

Percentuale imprese artigiane under 35 su totale imprese giovanili Sardegna

Cagliari

991

7,3%

15,3

Nuoro

609

9,4%

16,4

Oristano

218

7,4%

15,4

Sassari

1.100

8,7%

20,5

SARDEGNA

2.918

8,2%

16,9%

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Un milione di panadas sulle tavole di tutto il mondo sono state festeggiate a Olbia, nell’evento organizzato dall’azienda “Sa Panada”impresa leader in Sardegna per la produzione di questi gioielli della gastronomia sarda, nell’incontro con i giornalisti, i buyer, gli chef e gli esperti in agroalimentare di tutta Italia.

Un milione di fagottini di pasta morbida e croccante, tondi, dal ripieno soffice di carne e verdure, stanno conquistando l’alta gastronomia in tutto il Mondo. Da consumare caldi, magari con un buon vino sardo, le panadas, è questo il nome di queste piccole delizie, quotidianamente partono da un piccolo paese nel nord est della Sardegna e arrivano in ogni angolo del Pianeta.

Non importa se attraverso gli acquisti sul web, oppure a bordo degli aerei superlusso degli sceicchi arabi o facendole gustare dall’ApeCar nei posti più belli dell’Isola. Di certo c’è che da Mosca a Roma, dalla Francia all’Inghilterra, dagli hotel extralusso della Costa Smeralda fino alle lussuosissime “boutique del gusto” e alle più importanti catene di distribuzione alimentare, questi gioielli della tradizione alimentare sarda hanno trovato un posto di prestigio nella cultura gastronomica internazionale.

Tutto grazie all’abilità imprenditoriale di due giovani e agguerrite manager, Martina e Valentina Meloni, 22 e 27 anni, di Oschiri che in un moderno e tecnologico stabilimento producono, artigianalmente, ogni giorno, diverse migliaia di panadas ripiene di carne suina, melanzane, zucchine e peperoni, carciofi e patate, gamberetti e zucchine, ma anche di agnello, tacchino, tutti prodotti freschi, genuini e nostrani.

Dopo un articolato passaggio generazionale, complice un meticoloso tirocinio familiare con la nonna prima e la mamma poi, le sorelle Meloni hanno saputo reinterpretare, gusto, immagine e distribuzione di questi piccoli scrigni che, in origine, venivano realizzati quasi esclusivamente per le feste importanti e che, da millenni, per le popolazioni sarde rappresentano veri e propri pasti completi, sani e nutrienti.

L’azienda “Sa Panada” nasce nel 1989 grazie alla mamma Laura, che comincia a produrre in un piccolo laboratorio. Negli anni si susseguono cambiamenti e crescite ma, soprattutto, sono le intuizioni sui gusti dei consumatori in continua evoluzione, che portano la piccola realtà a crescere e ad innovarsi.

Nel 2015 il decisivo passaggio di consegne: le due sorelle prendono definitivamente le redini dell’azienda, identificando come nuova mission la valorizzazione di uno dei prodotti tipici sardi meno conosciuti oltre i confini regionali.

Martina si occuperà della commercializzazione, portando il prodotto anche sulla Piazza Rossa di Mosca, da Eataly e facendolo assaporare da S’Abe Sardinian Street Food, la prima ApeCar in Sardegna con prodotti tipici sardi, mentre Valentina, laureata alla Luiss di Roma, avrà il compito della certificazione del prodotto e, soprattutto, della comunicazione e dell’immagine dell’azienda, sempre sotto l’occhio esperto e vigile di Laura.

Da quel momento la linea produttiva cambia e si evolve senza mai perdere il carattere artigianale e senza far perdere alle panadas la loro genuinità. Viene realizzato un innovativo macchinario che supporta il ritmo produttivo dei collaboratori; vengono sperimentati nuovi ingredienti per i ripieni che portano alla creazione di una linea vegan. Arriva anche la linea gourmet, per i palati più raffinati e le tavole più esigenti.

Poi arriva la grande opportunità del crudo surgelato.

La panada può essere anche surgelata e, quindi, trasportata e venduta anche su mercati lontani, laddove i consumatori hanno maggiori esigenze dettate da ritmi quotidiani più frenetici, mantenendo come “must”, però, la possibilità di consentire sempre la massima resa di qualità e gusto, ossia quella di poterla assaporare subito dopo la cottura.

Questo perché il ripieno, che nella fase di produzione viene inserito a crudo, cuoce all’interno del fagottino di pasta con il vapore generato durante la cottura in forno, mantenendo così inalterate le caratteristiche organolettiche, i profumi e i sapori delle materie prime.

Poche settimane fa una nuova “rivoluzione”, quella orientata alla ridefinizione del “brand identity”.

Un nuovo logo e un nuovo packaging, più moderni, più “cool” e più comunicativi, danno l’addio al vecchio logo e alle vecchie confezioni che hanno fatto la storia dell’azienda per tuffarsi in nuovi monditutti da esplorare e conquistare. Il primo è quello dei punti vendita di Eataly in tutta Italia, catena specializzata nella selezione e vendita dei migliori prodotti alimentari nazionali.

«Facciamo il nostro lavoro con tantissima passione e puntiamo sempre al miglioramento – afferma Martina – seguiamo elevati standard qualitativi partendo dalla selezione di materie prime semplici e di qualità, e per questo non utilizziamo conservanti né additivi. Insomma, vogliamo portare sulle tavole dei nostri clienti panadas buone e genuine.»

«Siamo un’azienda giovane e tutta al femminile – aggiunge Valentina – abbiamo festeggiato da poco i primi 15 anni di attività del nuovo e moderno Pastificio ma alle spalle abbiamo i 30 anni di esperienza di nostra madre.»

«Grazie alla preparazione surgelata – sottolinea ancora Martina – abbiamo aperto nuovi canali distributivi oltre alla GDO, come l’Ho.Re.Ca, lo Street Food, il Fast Food, abbiamo anche un ecommerce e partecipiamo a fiere nazionali (TuttoFood di Milano) ed internazionali (ProdExpo di Mosca) per promuovere e valorizzare i nostri prodotti e la Sardegna.»

In soli 2 anni di gestione, i prodotti di “Sa Panada” arrivano anche nelle vetrine e sugli scaffali dei gruppi ISA, SIMPLY-Auchan e Superemme-SuperPan, sui tavoli delle mense universitarie e di strutture pubbliche, nei punti ristoro dell’Aeroporto di Olbia – Costa Smeralda, e vengono servite nei catering a bordo dei jet privati e anche nel “Fast Food-Made in Sardinia” Tie Break con due punti vendita a Sassari. Per la loro versatilità di impiego e di abbinamenti vengono richieste per degustazioni e show cooking. Grazie a un progetto di Confartigianato, le panadas arrivano anche nel mercato euroasiatico, a cominciare da Mosca.

Nel frattempo non si ferma la ricerca e lo sviluppo di nuove tipologie; con lo Chef Gianfranco Pulina si realizza la panada di filiera, prodotta interamente con materie prime sarde, che presto sarà sul mercato, mentre si sperimenta una nuova linea gourmet.

«Può sembrare tanto ma non ci fermiamo qui – concludono Martina e Valentina – i nostri obiettivi futuri? Aprire dei punti vendita di proprietà nei luoghi strategici delle maggiori città, sviluppare un franchising, consolidare lo street food. Insomma, le sfide sono molte, sono tutte strade che percorreremo. Un viaggio ricco di opportunità che faremo portandoci dentro i nostri valori, come recita il nuovo slogan.»

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Un milione di panadas sulle tavole di tutto il mondo sono un evento da festeggiare e celebrare. E “Sa Panada”, impresa leader in Sardegna per la produzione di questi gioielli della gastronomia sarda, lo farà incontrando i giornalisti, i buyer, gli chef e gli esperti in agroalimentare di tutta Italia in un evento-conferenza stampa dal titolo “I valori che ti porti dentro”.

L’appuntamento, previsto per domani, venerdì 29 settembre, negli spazi dell’Aeroporto di Olbia – Costa Smeralda, con inizio alle 18.30, prevede gli interventi di Maria Assunta Fodde, direttore scientifico museo Art-Port Aeroporto Olbia Costa Smeralda, con un intervento su “Antichi sapori di Sardegna”; di Mario Bruzzone, Managing Director di Marketing Projects House, su “Le nuove tendenze alimentari nel mercato internazionale”; di Stefano Mameli, Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, su “Sa Panada: un prodotto, un’azienda, un’idea di crescita oltre “su connotu””; di Valentina Meloni, Communication Manager di Sa Panada, con “I valori che ti porti dentro”; di Martina Meloni, Commercial Manager di Sa Panada, con “La panada, distribuzione nazionale”; di Gianfranco Pulina, Owner & Chef del ristorante Golden Gate di Bortigiadas, con “Il gusto è servito”.

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Tre comunità distanti (Assemini, Cuglieri, Oschiri) ma unite dal rispettivo piatto tipico, si incontrano per la terza volta, in occasione del convegno scientifico antropologico “Panada di Sardegna”, evento preceduto da “La via della panada” a Cuglieri e “Cent’annus papendi panadas” l’anno scorso ad Assemini. Organizzati da Veronica Matta, presidente dell’associazione culturale Sa Mata, l’albero delle idee, in collaborazione con Maria Carmela Deidda, titolare dell’agriturismo Is Scalas e Roberto Pili, presidente della Comunità mondiale della longevità, il convegno svoltosi a Oschiri, sabato 8 aprile, presso il museo etnografico e archeologico della cittadina gallurese è stato sostanzioso e ricco di contenuti. Dopo l’apertura dei lavori del vicesindaco di Oschiri Andrea De Candia, i relatori si sono confrontati sul futuro del gioiello della dieta sardo mediterranea.

Un percorso burocratico lungo, non privo di ostacoli è ciò che attende le tre comunità a tutela del nome e della preparazione della Panada in Sardegna. L’iter per l’ottenimento del marchio iniziato con l’agenzia regionale Laore, sarà solo il punto di partenza, non di arrivo. Glispunti dei diversi lavori presentati durante il convegno, puntano alla valorizzazione della panada.

Sa panada – prodotto di grande qualità che può avere maggiori margini di crescita

«Sa panada è un’attività importantissima per questo territorio, ma lo è per tutta la  Sardegna – dichiara l’assessore regionale dell’agricoltura Pierluigi Caria – la cui presenza suggella la “santa alleanza” tra i diversi partner coinvolti nel progetto. “Sa panada rappresenta la produzione di un prodotto di grande qualità che può avere maggiori margini di crescita,  per cui la Regione, che io rappresento oggi – conclude l’assessore Pierluigi Caria – sosterrà con tutti i suoi strumenti a disposizione, le attività che sono improntate per la produzione della panada.»

Sa panada, piatto unico, sostenibile, moderno

«Se è vero che la panada rappresenta un piatto unico della dieta sardo mediterranea, che permette di vivere bene, essa la si può considerare un modo modernissimo di alimentarsi – dichiara convinto Roberto Pili, attento allo stile di vita alimentare dei sardi e dei più longevi -. Centinaia di milioni di persone ci guardano con molta attenzione. A loro piacerebbe andare a vedere, imparare, conoscere non solo questi  territori, ma come si alimentano le persone che riescono a vivere così a lungo e in salute.»

Cita quindi il turismo vocazionale «che riesce a prendere dal territorio naturalmente quello di cui ha bisogno. È un turismo intelligente, sostenibile, consapevole.»

Sa panada verso una certificazione di tutela migliore

«La valorizzazione del nostro prodotto – dichiara Maria Carmela Deidda ci ha portati a domandarci: se abbiamo dei punti in comune con Oschiri e Cuglieri, perché non stiamo insieme? Questi punti ci servono come strategia per valorizzare e tutelare questo piatto tipico tradizionale. Una base che stiamo lanciando e che vorremo condividere con amministrazioni, operatori del settore, associazioni culturali. Punti che potranno essere integrati attorno ad un tavolo di lavoro verso una certificazione migliore di questo prodotto che accomuna e unisce le tre comunità.»

Sa panada, un produzione da vocazione domestica a commerciale che racconta chi siamo e chi siamo stati

«Non è semplice organizzare in un anno 3 appuntamenti del genere superando anche i campanilismi, perché quando dei paesi condividono in Sardegna qualcosa, difficilmente la condividono sul serio, poco ci si ascolta, poco ci si sente – sostiene Roberto Carta, coordinatore del museo etnografico ed archeologico di Oschiri -. Ricordando la partenza degli incontri da Assemini, rimarca la presenza forte delle comunità, fatta dalle amministrazioni, dai produttori ma, soprattutto, dai bambini.»

I lavori grafici dei bambini hanno accompagnato tutti gli appuntamenti. Ad Oschiri la dirigente scolastica, prof.ssa Giuseppina Pinna, e la prof.ssa Pes, hanno portato i risultati di un laboratorio creativo davvero notevole sviluppato con i ragazzi di Oschiri.

La sagra di Oschiri – 17ª edizione – certifica l’aumento del numero dei produttori. Curatissimo e importante la parte del museo dedicata al territorio e all’enogastronomia, in cui a farla da padrona è la panada.

Le vie della panada, percorso turistico del gusto e della tradizione (da Assemini a Cuglieri fino a Oschiri)

«Un tour della panada denominato “Le vie della Panada” è quello presentato da Veronica Matta – presidente dell’associazione Sa Mata, un percorso del gusto e della tradizione da Assemini a Cuglieri fino ad Oschiri. Perché come dicono alcuni giornalisti – dichiara la promotrice – esiste in Sardegna una via della panada in grado di unire i centri di Oschiri Cuglieri e Assemini in cui questa pietanza è segno identitario e di tradizione. simbolo culturale e alimentare di 3 comunità, la panada è il motore del progetto turistico che vede Assemini, anche città della ceramica, Cuglieri, borgo rurale affacciato sul mare e Oschiri nella splendida e ventosa Gallura. La panada vuole essere uno dei gioielli del made in Sardegna, alla stregua di bene culturale perché carico di riferimenti storici ed antropologici.»

Il tour intercetterà i flussi emergenti di un turismo di qualità, affascinato dalla longevità e dagli stili di vita dei sardi, conclude Veronica Matta, anche attraverso i tour operator e le 400 crociere che da aprile ad ottobre approdano nei porti sardi.

Cuglieri verso il riconoscimento della panada come piatto tipico tradizionale

«Certamente “sa panada “è la regina della tavola a pieno titolo e su questo non si deve più discutere – afferma la presidente Rita Fenu dell’associazione culturale Gurulis Nova -. Solo negli ultimi 10 anni a Cuglieri si è pensato che la panada potesse essere fonte di guadagno e di sviluppo e non solo una squisita pietanza. Piano piano sono stati aperti dei piccoli laboratori che soddisfano solo le necessità paesane. Dallo scorso anno è stato avviato un lavoro di studio e rivalutazione delle panadas attraverso un percorso che porterà alla certificazione della panada cuglieritana come piatto tipico tradizionale»

Sa panada, buona, pulita e giusta

Presente sin dal primo appuntamento ad Assemini, anche Slow Food Cagliari ad Oschiri con Raimondo Mandis per parlare di panada come specialità sostenibile del territorio. Quello di Oschiri rappresenta la conclusione di 3 eventi.

«Un processo di rivalorizzazione iniziato ad Assemini con il primo convegno molto interessante – dichiara Raimondo Mandis -. Buono, pulito e giusto sono i 3 attributi che lo Slow Food riconosce alla panada. Buono si riferisce ovviamente alla qualità dei prodotti; pulito al cibo che rispetta l’ambiente e le pratiche agricole; giusto, in quanto riconosce il giusto valore ovvero la remunerazione per ciascuna fase della filiera  che realizza il prodotto che poi gustiamo, dalla più grande che condividiamo durante il pranzo della domenica alla più piccola, facile da consumare come uno snake, aperitivo o piccolo pasto).»

Sa panada e il mercato

Necessaria e opportuna la presenza della Confartigianato Imprese Sardegna con il segretario regionale Stefano Mameli, che fa un’attenta e oggettiva analisi sulle produzioni agroalimentari tipiche in Sardegna ponendo anche una riflessione su quali vantaggi competitivi ci siano per le imprese che si dedicano alla preparazione della panada. Con dati alla mano ci fa  scoprire chi sono in Sardegna le imprese che potenzialmente potrebbero beneficiare della valorizzazione/tutela di questo prodotto, mettendo in evidenza la massa critica regionale, tra opportunità e rischi di un marchio di tutela per la panada.

«Occorre pensare già oggi – dichiara Stefano Mameli – ad un percorso che possa tutelare i produttori (e i consumatori) da eventuali “plagi” o tentativi di riprodurre anche nel nome il nostro prodotto. Cosa che sta capitando con altri prodotti (carasau, sebadas).»

Il pastificio Sa panada di Oschiri, una storia imprenditoriale alla seconda generazione

L’azienda Pastificio Sa Panada, con  moderne tecnologie, produce, surgela e commercializza il prodotto tipico sardo di origine millenaria. Ben rappresentata dalle due giovani sorelle Valentina e Martina Meloni che proseguono il lavoro nell’ azienda della madre, Laura Achenza, che da quasi 30 anni produce solo panadas, commercializzandole anche oltre l’isola. La realtà che descrivono mostra un’intraprendenza che le rende, ad oggi, le uniche in grado di rispondere – quantitativamente – alla richiesta del mercato estero.

Sa panada e la filiera corta

Notevole il contributo del vice sindaco del comune di Oschiri, Andrea Decandia sulla filiera come prospettiva di sviluppo per prodotto e territorio che ben si sposa con l’intervento successivo e conclusivo di Daniele Carbini del Molino Carbini di Tempio, di fronte all’offensiva della cultura del mono prodotto, davanti alla quale il consumatore cerca il prodotto di qualità tipica, che dia garanzie di genuinità.

«C’è un mercato – afferma Carbini – in costante espansione che cerca e richiede prodotti di personalità che si distinguono nettamente dal prodotto industriale e omologato.  Bisogna cioè ridare ai prodotti la loro massima qualità e tipicità. In questo caso la panada deve essere il prodotto artigianale migliore possibile, deve cioè essere eccellenza di sapori che la rendono caratteristica ed unica, secondo la sua storia e tradizione. Tradotto in termini pratici significa – conclude Carbini – che per la pasta devono essere usate farine ottenute dalla macinazione di grano sardo, che ha caratteristiche uniche di sapore e più in generale caratteristiche organolettiche che lo distinguono dagli altri grani del mercato mondiale.»

Dopo il convegno, tra l’arte degli esperti e il gusto di panadas, a deliziare i palati degli ospiti la panada di anguille e di agnello di Carlo Matta di Assemini; le panadine con la carne di suino delle produttrici di Oschiri e is panadas con fave e piselli di Cuglieri.

A seguire la 1ª tavola rotonda con i produttori di Oschiri e le associazioni di Assemini e Cuglieri, sicuri che solo da qua potrà davvero partire il percorso de “La Via della panada”.

«Stanchi ma felici, chiudiamo questi tre convegni – dichiara la promotrice Veronica Matta – sicuri della forza della gente sarda. La forza di chi conosce i problemi ma ha la soluzione a portata di mano. Anzi, tra le mani.»