2 November, 2024
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Il battito vitale, l’ascolto, il ritmo nella tana: a inaugurare la XII edizione del Festival Bimbi a Bordo sono – come sempre – tantissime attività laboratoriali, incontri, presentazioni di libri e narrazioni sonore, molte delle quali dedicate alla primissima infanzia: dalla gravidanza, alla fascia 0-6 anni che, quest’anno, è stata volutamente potenziata  per dare maggiore spazio alle attività delle famiglie con bimbe e bimbi piccini.  I suoni del bosco durante le camminate, l’orecchio teso a cogliere il ritmo della natura e la sinfonia dei suoni circostanti, la tana come dimensione circoscritta e accogliente come il grembo materno: gli spazi della Miniera di Montevecchio e della suo paesaggio circostante sono perfetti per l’esplorazione del tema scelto per questa edizione. Il Ritmo – durante la giornata odierna – sarà declinato in ben 80 incontri.

Questa mattina – per la formazione adulti – hanno aperto la giornata inaugurale i professori e direttori scientifici del Festival BAB Martino Negri e Francesco Cappa, che hanno spiegato la scelta del tema e dell’esplorazione di questo anno durante una lectio magistralis: «Ritmo, il cuore del narratore, il battito del lettore».

I due docenti della Bicocca hanno spiegato al pubblico presente alla lezione come il Ritmo sia la chiave e il cuore segreto di ogni narrazione. Il mondo di oggi – nel quale siamo immersi anche senza averne totalmente contezza – è costruito da una potentissima narrazione fatta di immagini che hanno anche una forza deformante della realtà ma soprattutto condizionante e vincolante.
La stessa forza che ritroviamo, per esempio, negli albi illustrati.

«Il ritmohanno spiegato Martino Negri e Francesco Cappa può essere percepito con svariati sensi, quindi per esempio con gli occhi e non solo con le orecchie. La stessa storia può essere narrata con differenti stili, e dunque diversi ritmi. Il ritmo comunque organizza il progetto della storia che si vuole raccontare e ci costringe ad ascoltare una voce o seguire il movimento di un segno, invitandoci a una sosta, a una riflessione. Ma, soprattutto, il ritmo ci conduce verso il senso di ciò che stiamo leggendo o ascoltando o guardando. Esiste, infatti, una relazione strettissima tra ritmo, immagine e narrazione, con il succedersi ordinato di parole, forme, luci, ombre, pieni e vuoti, suoni e silenzi, azioni e pause.»

La serata inaugurale del Festival Bimbi a Bordo di Guspini è attesa per venerdì 30 agosto, alle ore 21.00, in piazza XX settembre. Dopo l’anteprima dei giorni 28 e 29 agosto, si parte con la serata inaugurale di venerdì 30, condotta dai due direttori scientifici: il professor Martino Negri e il professor Francesco Cappa. A loro spettano l’onore e la responsabilità  di spiegare con chiarezza al pubblico il tema che sarà esplorato durante questa edizione, ovvero il ritmo. Dove parte il battito del narratore e dove arriva il cuore del lettore. Il nostro corpo ha un ritmo, la natura ha un ritmo, ogni narrazione ha un ritmo, un testo teatrale, una danza, una composizione musicale, un bosco. Un testo e la sua punteggiatura possono avere più ritmi grazie alle diverse storie narrate all’interno. Gli albi illustrati, ecc. Questo e molto altro sarà spiegato e analizzato nelle giornate dei Festival, durante i laboratori per adulti e bambini e durante le ore dedicate alla formazione.

Il cuore del narratore, il battito del lettore, il ritmo che governa il mondo, la natura, la narrazione, la colonna sonora del palpito dell’universo.  Il  “ritmo” è il tema scelto e il filo conduttore di tutta  la XII edizione del Festival della Letteratura Bimbi a Bordo.
La manifestazione, ormai appuntamento atteso e conosciuto in tutta Italia, torna per il secondo anno e a pieno “Ritmo”, è il caso di dirlo, nei locali del cantiere minerario di Montevecchio, dove si coniugano archeologia industriale e ambiente incontaminato. Il ricco programma del Festival si svolgerà dal 29 agosto al 1’ settembre a Montevecchio. Sono previsti concerti, dibattiti, presentazioni di libri, incontri con gli/le  autori/trici e gli/le ospiti, la formazione per gli adulti, i laboratori per grandi e piccini. Per questa edizione 2024 sono state potenziate le attività ludico-didattiche 0-6 anni. L’organizzazione auspica di riportare il Festival BaB a Guspini già dal prossimo anno, a conclusione dei lavori di messa in sicurezza delle Case a Corte.
«Il Festival Bab è arrivato alla sua XII edizione e in questi anni si è confermato come evento nel territorio – molto atteso e sentito in Sardegna – e si è anche distinto a livello nazionale come una perla rara – ha detto l’assessora della Pubblica Istruzione della Regione Sardegna Ilaria Portas -. Un festival letterario per bambini, che ospita narratori e illustratori nazionali e internazionali, aperto alla formazione di adulti e piccini, che offre occasioni di incontro e confronto e ancora di riflessione su temi di attualità. Credo che nelle altre regioni d’Italia non ci siano tante manifestazioni di questo tipo, che raccontano la letteratura anche alle fasce di bimbi da zero ai 6 anni. Ho sempre partecipato al Festival e ho portato le mie figlie ai laboratori sia da piccole che adesso che sono ragazze. Quest’anno sono orgogliosa di partecipare al BaB anche in veste di assessora regionale della Cultura: questo genere di manifestazioni rendono grande la nostra isola, dando un’altra immagine di noi – che non  sia solo quella patinata delle vacanze marittime – ed è per questo che dobbiamo aiutare il Festival a crescere e portare sempre più visitatori a conoscerlo.»
«Quest’anno abbiamo deciso di dare spazio a più piccoli, concentrandoci anche sul linguaggio non verbale affidandoci a professionisti capaci di lavorare coi bimbi dagli 0 ai 3 anniha spiegato Francesca Romana Motzo, musicista e musicoterapeutail FerstivalBab sarà un luogo molto accogliente, abbiamo creato la tana per i più piccoli nel transito tra un laboratorio e un altro.»
Grazie alla collaborazione e all’impegno attivo di tutto il territorio – Ente Parco geominerario e Comune di Guspini – quest’anno il Festival BaB si svolgerà in concomitanza con la sagra del miele: diversi laboratori saranno attivati nel bosco di Montevecchio, creando così una suggestiva interazione tra le diverse manifestazioni. Si rinnova inoltre la collaborazione, iniziata lo scorso anno, tra il BaB e Time in Jazz “Insulae Lab”.
La direzione scientifica del BaB 2024 raddoppia e sarà condotta a quattro mani.
Ad affiancare il professor Martino Negri, illustre docente dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, ci sarà il collega Francesco Cappa, professore associato che si occupa di teatro e formazione, guidando da oltre vent’anni la compagnia teatrale del quartiere.
Quando lo scorso anno il Festival è approdato in miniera, la scelta del luogo ha ispirato il tema: Ombra e Luce (edizione 2023). Quest’anno si è deciso invece di spostare l’attenzione dalla percezione visiva alla percezione uditiva e di esplorare il tema del RITMO. (Il cuore del narratore, il battito del lettore).
Il Festival della letteratura Bimbi a Bordo andrà in scena in un territorio denso di storia e storie, ricco di bellezze naturali e di archeologia industriale, dove gli spazi consentiranno agli autori-ospiti di spaziare su tantissimi argomenti legati al RITMO. Il silenzio e i rumori di un luogo come la miniera hanno un loro ritmo, la natura circostante e il suo respiro, la voce che narra o che canta o decanta un testo: tutto ha un ritmo proprio e intimo. E se l’autore plasma con ingegno e capriccio il ritmo della narrazione, il battito del cuore del lettore segue quel movimento e danza fino alla fine del racconto. E, a volte, capita di continuare a danzare, nell’intino, anche dopo la fine della storia.
Il ritmo è il cuore pulsante di ogni narrazione, siano parole o figure, pagine a stampa o canti accompagnati dai suoni di strumenti musicali, siano narrazioni teatrali, intessute anche di gesti e di movimenti o danze spettacolari o minime che siano. Ogni narrazione ha un suo ritmo interno, e a volte anche più di uno.
Gli ospiti di questa edizione del Festival si dedicheranno all’analisi della molteplicità di forme che il ritmo può assumere nei racconti rivolti all’infanzia. Il ritmo – si ricollega anche al tema della luce e dell’ombra – perché fra pieni e vuoti, fra neri e bianchi, è ciò che all’inizio dell’avventurosa relazione con la lettura e con la scrittura dice qualcosa di tutti e tutte noi. Disvela tantissimo del modo in cui ognuno/a incontra il mondo, gli altri e la sua stessa persona.
«Alcuni studiosi e antropologi la chiamano “la danza della vita”ha spiegato Martino Negri – e questa danza è cadenzata dallo spirito e dal fuoco della narrazione: dai modi di ascoltare e narrare. Il ritmo del respiro, per esempio, così legato a molte delle nostre attività quotidiane, riflette le nostre emozioni. Il nostro corpo è portatore di un ritmo continuo che corrisponde al ritmo della nostra vita: quello del battito del cuore. Esiste, a proposito dei ritmi del corpo, una verità che tendiamo a dimenticare. Nonostante l’impatto delle tecnologie sull’uomo e sulle sue facoltà e, nonostante le nuove realtà digitali e le suggestioni cibernetiche, noi continuiamo ad avere un corpo che ancora si avvale di un sistema nervoso autonomo dal funzionamento involontario, interdipendente e dal ritmo lento, estremamente più lento e qualitativamente di altra natura rispetto al ritmo forsennato della società degli impulsi e del consumo.»
      

La miniera di Montevecchio ha aperto le sue porte questa mattina ai bambini e bambine, ragazzi e ragazze e rispettive famiglie per l’XI edizione della Festa della letteratura “Bimbi a Bordo”. Un programma ricco di laboratori per i più piccoli, a partire da 0 a 3 anni, e di icontri di formazione per gli adulti. La giornata si è aperta con la lectio magistralis del professore della Bicocca Martino Negri, riconfermato per il secondo anno alla guida scientifica del Festival di Guspini. Negri si è concentrato sul tema di quest’anno “ombra e luce” e sulla sua profonda dimensione dicotomica e simbolica.
«Le storieha detto Martino Negrisono fondamentali nella nostra vita, specie nell’età della fanciullezza, perché sono in grado sia di dare un senso al caos dell’esistenza che si palesa davanti agli occhi del bambino-lettore, sia perché nel bene e nel male sono in grado di plasmare il nostro immaginario e di contaminare passato, presente e futuro.
Pensiamo ai mostri che compaiono nelle storie e negli albi illustrati, e agli uomini che poi diventano quegli stessi mostri. E viceversa. E’ necessario, dunque, non raccontare storie troppo edulcorate ai più piccoli, ma proporre loro la complessità e anche l’orrore del mondo, perché possano essi stessi aprirsi varchi di senso e riflessioni personali su ciò che la lettura del libro gli ha proposto.»

La strada indicata tra ombra e luce sembra, dunque, essere proprio quella di non occultare la mostruosità ai bambini perché essi si abituino a non avere una visione semplicistica ed egocentrata ma sappiano ascoltare l’altro da loro, empatizzare e capire come siamo tutti interconnessi.

L’elezione della miniera di Montevecchio come “casa” del Festival, la scelta del tema ombra e luce, tutto richiama – ha continuato a spiegare il direttore artistico – alla metafora della vita, al continuo oscillare tra bene e male, ai luoghi di dolore che però contengono anche il seme della speranza e della rinascita.
I bambini sono costantemente chiamati, e sentono loro stessi il richiamo, ad attraversare la paura e i luoghi paurosi. Cercano spesso anfratti nei quali nascondersi e sperimentare il loro coraggio in una prova di alterità con il buio, lontano dall’occhio vigile e attento degli adulti, siano essi i genitori o gli insegnanti. I bambini amano abitare luoghi poco popolati dai grandi, sia nella vita reale che nelle storie, nelle narrazioni fiabesche. Amano la notte come momento di affrancamento dallo sguardo severo di chi vuole imporre la via. Sono alla costante ricerca di una esperienza libera dal controllo dei genitori e adulti in generale. Sfidare il limite imposto e sfidarsi dentro una loro zona d’ombra è un obiettivo primario. L’ombra rappresenta infatti il buio, la paura, l’inconscio, il poco noto e visibile, mentre la luce riveste il ruolo del controllo e della razionalità che si vive durante il giorno.

Le storie sono inoltre un ponte tra le generazioni. «Sono capaci di unire la generazione attuale con quella che li ha preceduti. I racconti ci fanno capire chi siamo e cosa sentiamo anche attraverso le storie degli altri. Le storie danno ordine ai pensieriha concluso Martino Negrima cambiano e si evolvono, sono vive, e vengono reinterpretate da chi le riscrive. Come Calvino, che regala alla nazione nel 1956 la collana delle fiabe italiane, ma ovviamente ci mette del suo. Ogni autore aggiunge quando ri-racconta. E così fanno i lettori. A ciascuno di noi la storia arriva in modo diverso.»

 

La festa della Letteratura Bimbi a Bordo, BaB 2023, quest’anno alla sua XI edizione, promette grandi novità. Dopo i festeggiamenti del decennale della manifestazione lo scorso anno a Guspini, si cambia casa: a ospitare la festa BaB, e a fare da sfondo alle attività dedicate a grandi e piccini, non saranno le Case a Corte e gli spazi verdi all’interno del paese di Guspini, ma i locali del cantiere minerario di Montevecchio, dove si coniugano archeologia industriale e ambiente incontaminato.

Dal 30 agosto al 3 settembre le presentazioni di libri, i laboratori e tutti gli spettacoli, saranno organizzati dunque a Montevecchio. Il “trasloco” del Festival, che si auspica possa ritornare già dall’anno prossimo nella sua sede originaria, è dovuto ai necessari lavori di ristrutturazione delle Case a Corte.

Il tema BAB 2023. Dalla scelta dei luoghi nasce anche l’ispirazione per il tema di quest’anno che sarà: OMBRA – LUCE. In questa edizione si è deciso di esplorare un territorio denso di storia e storie, ricco di bellezze naturali e di archeologia industriale, dove nuovi spazi consentiranno agli autori-ospiti di parlare di tanti argomenti legati alla luce e al buio, al bene e al male, alla terra, al cielo e alle stelle, alla notte e al giorno, esplorando ciò che siamo, percorrendo la nostra parte oscura e quella più luminosa. L’ombra sembra addirittura indicare il luogo proprio dell’esistenza possibile, il luogo in cui la luce e il buio lottano e dove nessuna delle due condizioni prevale.
Il mito della caverna di Platone è tutto un muoversi d’ombre. La conoscenza e la vita sembrano irrimediabilmente e dialetticamente legate a un nodo fatto di ombra e luce. La Storia e le storie sono letteralmente fatte delle cose che vengono messe in luce e di quelle che rimangono in ombra, fino a perdersi nell’oblio o a rifulgere per mano di chi scrive, per voce di chi narra.
La letteratura per l’infanzia ha esplorato fin dai suoi inizi le infinite possibilità simboliche dischiuse dall’ombra, spesso proprio nel contrasto con la dimensione ben più rassicurante della luce: Alice si tuffa nel buco, la tana del Bianconiglio, senza pensare alle conseguenze del suo gesto; Tom Sawyer si smarrisce nei meandri oscuri di una grotta a due passi dal Mississippi, rischiando la morte; lo stesso Pinocchio fugge in una notte di tempesta inseguito dagli assassini che lo impiccheranno alla quercia grande e poi finisce per precipitare nelle tenebre del ventre del pescecane, inghiottimento simbolico di derivazione fiabesca.
«Ogni destino nasce da una vibrazione, come nei Veda, dal ritmo di ombre e luci che diventano forme luminose piene di mistero, che danno origine alle terre, agli oceani, ai miti, alla storia, agli esseri viventi – ha concluso Martino Negriche in questa primigenia vibrazione trovano dimora nel caos e nel cosmo. La letteratura sembra nata per portare alla luce tutto questo. Ci sono tante voci che hanno saputo interpretare questa tensione in modi nuovi e inediti, con parole, figure, suoni e danze, e il festival, quest’anno, è dedicato a loro.»

La direzione scientifica del Festival è stata affidata anche per questa edizione al professor Martino Negri, illustre docente dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Le sue ricerche si sviluppano specialmente nell’ambito della letteratura per l’infanzia e della didattica della letteratura, focalizzandosi sulla forma narrativa del picture book.

Le nuove collaborazioni del BaB: Oltre ai partenariati istituzionali, per questa edizione del BaB sono state attivate particolari collaborazioni con il “Festival del turismo itinerante”, condividendo e realizzando azioni di promozione alla lettura inserite in un programma di valorizzazione del territorio e di turismo lento, per portare la narrazione e i libri nel mondo del viaggio e della scoperta. Altro importante partenariato è quello siglato con Time in Jazz, “ Insulae Lab”, musica e parole del Mediterraneo, con il quale si programmerà la presentazione di un progetto originale.

Il programma BaB 2023: è stato presentato questa mattina durante la conferenza stampa di presentazione del programma nella Sala della Biblioteca di Viale Trieste 137 a Cagliari.
In collegamento il direttore scientifico Martino Negri: «La location del Festival è l’area della Vecchia Miniera di Montevecchio, Cantiere di Levante, spazio di seducente ambientazione che ci ha dato lo spunto per il tema della edizione 2023. La coppia ombra e luce ha sempre generato tensioni narrative interessanti soprattutto nella letteratura per l’infanzia. Ci saranno proiezioni, concerti, letture, illustratori e tanti ospiti prestigiosi: questo va verso l’educazione della complessità del bambino, ma anche dell’adulto. Un modo di abitare il mondo che non sia semplicistica ed egologica».

«Oggi c’è un grande bisogno di recuperare il rapporto genitori figli e il legame familiare in generaleha detto il presidente Matteo Puggioni -. E’ un lavoro necessario che dobbiamo fare perché la nostra società possa evolvere di nuovo verso la bellezza delle arti e uno sguardo complesso del mondo. Abbiamo per questo potenziato i nostri laboratori anche in questa direzione.»

«Mi occupo della fascia di età da zero a tre anni, e lo faccio attraverso la musicaha aggiunto Francesca Romana Motzo, ospite del Festival -. Una fascia delicatissima, che deve essere sempre più inclusa nella società. Per l’inizio della vita è necessario passare per un tipo di musica particolare, abbiamo uno spazio per le neo famiglie all’interno del Festival: dedichiamo loro uno spazio di bellezza nel quale immergiamo l’inizio della vita.»

In leggerezza con profondità”. La decima edizione del Festival BaB 2022 di Guspini ha ruotato prevalentemente intorno a questo cardine calviniano. Ma non solo. Infatti, i vari autori, scrittori, illustratori, poeti, musicisti, attori, artisti vari che sono stati chiamati a partecipare e tenere conferenze e laboratori per adulti e bambini, hanno esternato durante i loro eventi una grandissima sensibilità verso i temi dell’ambiente e i temi civili: sempre in leggerezza, con profondità (il Festival si è concluso ieri sera domenica 28 agosto, con l’ultimo spettacolo teatrale notturno tenuto da Matteo Razzini).

Lo spettacolo Alzati, Martin, con Roberto Piumini e Nadio Marenco, tratto dall’omonimo libro, racconta ai più giovani, attraverso illustrazioni e musica, la vita di Martin Luther King – leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani – e delle battaglie che ha portato avanti, fino alla sua morte. Francesca Romana Motzo si è invece ritagliata uno spazio delicatissimo, sia fisico che per la fascia di età coinvolta: ha lavorato con la musica e i paesaggi sonori nei frutteti all’aperto in paese, con i bimbi dagli 0 ai 3 anni. Una esperienza sensoriale e green che ha molto colpito e coinvolto intimamente bimbi e genitori che vi hanno partecipato.

C’è stato anche il momento dell’arte urbana, con la street art di Manu Invisible Luogo Comune.

Bambini e ragazzi sono stati edotti sulle forme dell’arte urbana, su cosa significhi la street art, sul recupero di un vecchio autobus dismesso, su: come si fa arte oggi? Cos’è l’arte? In quali forme diverse si può esprimere la propria creatività? L’occhio umano può vedere tantissime cose diverse nell’osservare lo stesso oggetto? Sì. E questo ha provato a insegnarlo anche il fotografo e scrittore Massimiliano Tappari, nei suoi safari fotografici di formazione con i ragazzi, e nella sua bellissima mostra esposta a Guspini. Lo scrittore ha spiegato cosa sia la pareidolia, ovvero l’illusione subcosciente che tende a ricondurre ad altre forme, sempre note, oggetti e profili che assumono all’occhio un’altra realtà. E quindi a vedere in un banco di nuvole una transumanza, in un lampione un pistolero, in un fiore una donna velata, ecc…

Ha scavato l’inconscio umano, nel suo laboratorio fisico e di scrittura dedicato agli adulti, anche l’attore Matteo Razzini, con Ognuno è moltitudine. I partecipanti sono stati chiamati a misurarsi con i propri limiti personali, le proprie emozioni nel gestirsi davanti allo sguardo altrui, a dipingere, a scrivere una poesia improvvisata e molto altro.

Settenove, percorsi di libertà, l’incontro-laboratorio a cura di Monica Martinelli, si è incentrato sugli stereotipi di genere ancora presenti nella nostra cultura (agenzie di socializzazione, scuola, editoria, comunicazione), i riferimenti legislativi italiani e internazionali che chiedono un cambio di passo per il raggiungimento dell’obiettivo 5 dell’agenda 2030 dell’ONU (Uguaglianza di genere) e il racconto delle ultime novità, oltre ai titoli, gli autori e le autrici che hanno modellato l’identità del catalogo Settenove.

Incantevoli gli incontri per adulti e piccini curati da Bruno Tognolini. Poeta e filastrocchiere che ha bisogno di poche presentazioni. Con le sue rime-rimedi alla vita ha giocato, ma con serietà, sia con le parole della lingua italiana, sia con la sua metrica precisa, e con la rima ha saputo cantare filastrocche, e recitare versi di poesie, per lutti e morti, ma anche per matrimoni e compleanni. La gioia e il dolore, così com’è la vita. Perché una poesia non può curare il raffreddore, non fa tornare il nonno a casa, e non ci restituisce l’amico perduto, ma ci aiuta a comprendere meglio il nostro animo e i nostri sentimenti.

E come ha detto il professor Martino Negri, docente dell’Università Milano-Bicocca, e direttore scientifico del BaB: «La letteratura educa ad ascoltare e a guardare più attentamente, senza fretta e, dunque, più profondamente. Ma lo fa solo quando racconta storie «boscose» e non prediche, per dirla con Giuseppe Pontremoli, storie in cui ci si possa perdere, rapiti dallo charme del racconto e dal piacere che ne deriva, ma nelle quali, pure, è possibile riconoscersi, e ritrovarsi. Storie caratterizzate da densità simbolica, dunque, e che parlino della dimensione interiore, storie che facciano ridere e storie che facciano piangere, storie che facciano arrabbiare e storie che consolino: storie – soprattutto – che facciano pensare di avere a che fare col reale, ma che non pretendano di spiegarlo. Il diritto alla leggerezza, al godimento puro che solo una buona storia sa regalare, va così di pari passo col diritto al peso, alla profondità e alla serietà: a quella serietà – anche del gioco – che ha a che fare col rispetto dell’intelligenza e della sensibilità infantili, e col diritto alla bellezza che riguarda tutti e a cui una letteratura che voglia dirsi tale, a maggior ragione se rivolta all’infanzia, dovrebbe sempre ambire».

 

Parata di musica giochi e narrazioni, trampolieri, musicisti, giocolieri e cantastorie. Ma, soprattutto, l’intervento di Martino Negri, direttore scientifico del Festival BAB 2022. Professore all’Università degli Studi di Milano-Bicocca e uno dei massimi esperti di letteratura per l’infanzia in Italia. Così domani sera, 26 agosto 2022, si inaugura la X edizione del Festival della letteratura Bimbi a Bordo a Guspini.

Ore 21.30 Piazza XX settembre, Parata MusicAlti. Parata di musica giochi e narrazioni, con trampolieri, musicisti, giocolieri e cantastorie. A cura della compagnia Lanchilonghi, Cambas de linna e Marco Bertarini.

Ore 22.30 Piazza Santa Maria. In leggerezza con profondità. Narrare senza paura. Inaugurazione della decima edizione della Festa BaB a cura del direttore scientifico Martino Negri e dell’Associazione InCoro.

Ore 23.00 Spettacolo di clownerie, a cura di Feffo e Gabbo. Ribelliamoci, narrazione a cura di Marco Bertarini.

Stasera, ultimo appuntamento dell’anteprima del Festival, con lo scrittore Enrico Galiano“L’arte di sbagliare alla grande” (ore 21.30 piazza XX settembre).

Enrico Galiano è uno dei professori più letti e amati d’Italia. Classe 1977, nato a Pordenone, insegna in una scuola di periferia e ha creato la webserie Cose da prof, che ha superato i venti milioni di visualizzazioni su Facebook. Ha dato il via al movimento dei #poeteppisti: flashmob di studenti che imbrattano le città di poesie. Nel 2015 è stato inserito nella lista dei 100 migliori insegnanti d’Italia dal sito Masterprof.it. Il segreto di un buon insegnante per lui è: «Non ti ascoltano, se tu per primo non li ascolti».

Di lui ha detto Massimo Gramellini: «Un professore stile attimo fuggente». 

L’Arte di sbagliare alla grande, 160 pagine, edito da Garzanti, è l’ultima fatica del professor Enrico Galiano che sarà presentato al pubblico del Festival della Letteratura Bimbi a Bordo domani, giovedì 25 agosto, alle ore 21.30, Piazza XX settembre.

«Qualcuno ha detto che nella nostra vita non commettiamo tanti errori ma sempre lo stesso, ripetuto infinite volte. Perché i nostri sbagli raccontano di noi molto più di quanto non crediamo: della nostra storia, di come eravamo, di cosa siamo diventati. Eppure, soprattutto quando si è ragazzi spiega Enrico Galianosbagliare è diventato un tabù.»

Lo scrittore, dunque, con sincerità e coraggio, decide di sfatare il mito della perfezione e svelare tutti i suoi errori e le scelte azzardate, gli sbagli perdonabili ed imperdonabili, e come tutto questo l’abbia reso l’uomo che è oggi.

«Sbagliare può causare ferite che impiegano anni a rimarginarsi e può lasciare segni indelebili nella nostra anima. Ma è necessario per capire chi siamo, per vivere una vita piena, per trovare davvero la nostra strada: se si vuole davvero crescere, allora occorre soprattutto imparare a sbagliare.»

 

 

Festa della letteratura Bimbi a Bordo (BAB) spegne quest’anno 10 candeline. Un traguardo importante e speciale per il Festival letterario dedicato a bambini e ragazzi che, alla sua decima edizione, vede anche il passaggio di consegne dal suo Direttore Scientifico storico, Mara Durante (con i ringraziamenti da parte di tutti gli organizzatori del BAB e del Comune di Guspini per questi anni di lavoro), al nuovo: Martino Negri, illustre docente dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Le sue ricerche si sviluppano specialmente nell’ambito della letteratura per l’infanzia e della didattica della letteratura, focalizzandosi sulla forma narrativa del picture book.

Dal 23 al 28 agosto, il Festival (diffuso) di Guspini. In leggerezza, con profondità: narrare senza paura”. E’ questo il tema, scelto per la decima edizione della Festa Bab, che ci riconduce alle parole di Italo Calvino, autore che ha spesso analizzato la tematica della leggerezza e della profondità. Nel 1964 proprio Italo Calvino scrisse che ogni nuovo libro letto in giovinezza è un nuovo occhio che si apre sul mondo modificando «la vista degli altri occhi o libri-occhi che si avevano prima».

«A distanza di più di cinquant’anni – ha detto Martino Negriil mondo pare diventato terribilmente complesso, fitto di contraddizioni, a tratti inquietante e minaccioso, e le bambine e i bambini si affacciano su tale complessità sempre più precocemente, con o senza il permesso degli adulti. Per questo l’affermazione di Calvino indica ancora una possibilità importante, una strada possibile nell’ottica di costruire strumenti di comprensione del mondo ampi e articolati, adeguati alle trasformazioni radicali e repentine che stiamo vivendo: la via delle storie. E sono proprio le storie ad offrire occasioni fondamentali di decentramento culturale e cognitivo, insegnando ad assumere come proprio lo sguardo altrui, a camminare per un po’ – per la durata della lettura e a volte anche dopo con le scarpe di qualcun altro, imparando ad aprire nuovi occhi sul mondo, come scriveva Calvino, e, dunque, a disporsi all’ascolto, a un ascolto più attento di prospettive che non siano le proprie. Il diritto alla leggerezza, al godimento puro che solo una buona storia sa regalare, va così di pari passo col diritto al peso, alla profondità e alla serietà: a quella serietà – anche del gioco ha concluso Martino Negri che ha a che fare col rispetto dell’intelligenza e della sensibilità infantili, e con il diritto alla bellezza che riguarda tutti e a cui una letteratura che voglia dirsi tale, a maggior ragione se rivolta all’infanzia, dovrebbe sempre ambire.»