25 November, 2024
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Coghinas
«I contratti di fiume rappresentano un’opportunità per i territori che li adottano in grado di restituire protagonismo alle comunità locali attraverso un ruolo attivo nella gestione, nell’uso e nella protezione del suolo, della risorsa idrica e la tutela dal rischio idraulico. Nel contempo essi pongono le condizioni per un maggiore sviluppo degli stessi territori dal punto di vista economico, sociale ed educativo.»

Lo ha detto l’assessore regionale dei Lavori pubblici, Edoardo Balzarini, intervenuto oggi ad Alghero, al convegno “I contratti di fiume, finalità, opportunità, esperienze a confronto” promosso dall’Autorità di Bacino della Sardegna ed inserito nell’ambito del progetto comunitario “Proterina 3 Evolution” (Programma Operativo Interregionale Italia-Francia).
Nel corso del convegno, sono state presentate le linee guida regionali per l’attivazione dei contratti di fiume sviluppate come progetto di ricerca all’interno dell’Accordo di collaborazione tra l’Università degli studi di Sassari, Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica di Alghero e l’Agenzia Regionale del Distretto Idrografico della Sardegna (ARDIS). L’iniziativa è stata anche un’occasione per avviare un confronto con i rappresentanti del ministero dell’Ambiente e della Regione Lombardia.
Sono intervenuti Gabriela Scanu del ministero dell’Ambiente che ha presentato l’Osservatorio Nazionale dei Contratti di Fiume, con lei Massimo Bastiani, del Tavolo nazionale dei contratti di fiume e Marco Melis, dirigente del Distretto Idrografico della Sardegna che ha illustrato la normativa regionale in materia. Giovanni Maciocco del dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell’Università di Sassari e Domenico D’Orsogna del dipartimento di Giurisprudenza dello stesso Ateneo hanno si sono invece concentrati rispettivamente sulle opportunità di ri‐disegno del territorio e della città attraverso i contratti di fiume e sugli aspetti giuridici. Il funzionamento dei contratti di fiume in Lombardia è stato invece spiegato dal rappresentante regionale Marco Clerici. Dopo l’illustrazione del progetto Proterina 3‐Evolution da parte di Chiara Franciosi e Marta Giambelli della Fondazione CIMA (Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale) è stata infine affrontata la situazione in Sardegna con gli interventi dei rappresentanti delle amministrazioni locali che hanno parlato dei Contratti di Fiume della bassa valle del Coghinas, di quello per la valle del Temo e del contratto di Laguna del Calich.
«Con la normativa regionale del Pai (Piano di assesto idrogeologico) e il Piano di Gestione del rischio alluvioni la Sardegna ha fatto propri gli obblighi nazionali ed europei in materia inserendo una serie di strumenti e concetti, tra questi i contratti di fiume, che partono da una visione del territorio inteso come un unicum che necessita di un approccio integrato, multidisciplinare e partecipato – ha ricordato l’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini -. Nello specifico i contratti di fiume non significano un aumento del livello e della complessità della pianificazione ma rappresentano una semplificazione e una integrazione di strategie con il coinvolgimento dei privati, delle comunità locali, degli imprenditori e delle associazioni. La realizzazione dei contratti di fiume implica una responsabilità nell’effettuare delle scelte a tutti i livelli decisionali e presuppone una conoscenza profonda, del territorio in tutte le sue accezioni: fisico, geografico, biotico, culturale, storico e paesaggistico.»