22 November, 2024
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Venerdì 24 maggio, alle ore 18.00, presso la Grande Miniera di Serbariu di Carbonia (Sala Astarte), l’Amministrazione Comunale ed il Sistema Museo presenteranno il libro di Carla Perra “La fortezza sardo-fenicia del Nuraghe Sirai. Il Ferro II di Sardegna”.
Il volume è edito dal CNR – Istituto di studi sul Mediterraneo Antico, nell’ambito della collana di monografie “Collezione di Studi Fenici”. Il volume riveste una particolare importanza per la città di Carbonia, in quanto il concessionario degli scavi del Nuraghe Sirai è lo stesso comune di Carbonia, attraverso il Museo Archeologico Villa Sulcis, e l’autrice del libro, Carla Perra, è il direttore del settore archeologico del Si.Mu.C. (Sistema Museale di Carbonia) e degli scavi del Nuraghe Sirai.

Interverranno alla presentazione del libro: Paola Massidda, sindaco di Carbonia; Sabrina Sabiu, assessore della Cultura; Maura Picciau, soprintendente SABAP; Sabrina Cisci, funzionaria SABAP; Massimo Botto, ISMA – CNR,; l’autrice Carla Perra con i co-autori.

A livello scientifico il libro rappresenta un primo punto fermo sulla documentazione e sull’interpretazione dell’ultima fase della civiltà nuragica (Ferro II: 730-550 a.C. ca.) e della sua integrazione con la comunità fenicia stanziata nel Sulcis. Proprio di questo particolare periodo, caratterizzato da una cultura materiale originale, la pubblicazione fornisce un vasto e dettagliato archivio. Il volume costituisce, infatti, una edizione completa degli scavi eseguiti in oltre 15 anni di lavoro presso la fortezza fondata alla fine del VII secolo a.C. su un preesistente villaggio dell’età del Bronzo e ai piedi del Nuraghe vero e proprio.

Oltre alla descrizione stratigrafica e alla interpretazione di tutti gli edifici e gli isolati scavati (l’area della porta, le fortificazioni e il magazzino, l’area sacra e l’officina del vetro, l’officina delle pelli ecc.), il volume propone l’edizione integrale della produzione ceramica (proveniente dagli strati di vita), per la quale viene proposto un nuovo modello di classificazione, ed inoltre un’analisi della tipologia insediativa, dell’architettura e del sistema territoriale nel quale l’insediamento si inserisce.

La monografia è arricchita dal contributo di altri studiosi: lo studio di Stefano Santocchini Gerg sui materiali ceramici importati, greci ed etruschi, lo studio di Valentina Ligas sugli strumenti litici rinvenuti nell’officina del vetro e in quella delle pelli e infine l’approfondimento sull’ambiente geologico di Mauro Villani, nel quale si individuano le aree di provenienza delle materie prime utilizzate nei cicli di produzione della fortezza.

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Nuovo appuntamento nell’ambito del ciclo Carbonia Studia 2017, programma di conferenze dedicate all’antropologia, all’archeologia e alla storia, organizzato da diversi anni dal Comune di Carbonia.

Giovedì 25 maggio, alle ore 18.00, presso la Biblioteca Comunale (piano terra), all’interno del Parco Villa Sulcis (ingresso da viale Arsia), Massimo Botto (ISMA – CNR Roma), Emanuele Madrigali (Missione Pani Loriga) e Livia Tirabassi (Università Venezia, Udine e Trieste) presentano “Fenici e punici del Sulcis: le nuove ricerche sulla collina di Pani Loriga (Santadi)”.

Ad oltre un decennio dalla ripresa degli scavi nell’insediamento fenicio e punico di Pani Loriga (Santadi), si presenteranno i risultati che si possono definire fondamentali per la conoscenza del sistema insediativo dei Fenici e della successiva affermazione della civiltà punica nel Sulcis; in particolare si esamineranno in comparazione gli insediamenti di Pani Loriga e di Monte Sirai per la loro comune funzione di centri avanzati di controllo del territorio sulcitano.

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Presentazione guida Pani Loriga1Presentazione guida Pani LorigaCopertina Pani Loriga

E’ stato presentato sabato 10 settembre il volume “Il complesso archeologico di Pani Loriga”, la guida archeologica recentemente pubblicata da Carlo Delfino Editore, che va ad arricchire la prestigiosa collana “Guide e Itinerari”. Alla presentazione ha assistito un folto ed interessato pubblico, che ha potuto sentire dalla voce dei protagonisti di questa impresa editoriale quale sia stato il percorso che ne ha reso possibile la pubblicazione. Accanto all’editore Carlo Delfino, erano presenti il curatore del volume Massimo Botto, primo ricercatore dell’Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Remo Forresu, curatore del Museo Civico Archeologico di Santadi e Simona Ledda, archeologa in forza all’ATI Ifras, che lavora sul sito da alcuni anni.

L’appuntamento arriva a poche settimane dall’apertura al pubblico dell’importante sito archeologico santadese, gestito dalla cooperativa Sémata che ne assicura la fruibilità. Nell’occasione è stato possibile presentare gli scavi, a cura del CNR, che anche quest’anno interessano l’area archeologica, concentrati principalmente sulla necropoli fenicia, con l’apertura di nuove tombe, e sul riesame dell’area punica comunemente denominata “casematte”, da cui ci si aspettano importanti dati che possano chiarire il ruolo della città punica nel contesto del territorio sulcitano tra sesto e quarto secolo avanti Cristo.

 Pani Loriga 23 maggio 2015Pani Loriga

Il 23 e 24 maggio il sito di Pani Loriga è stato raggiunto da quasi mille visitatori, che hanno affollato con curiosità e interesse l’importante area archeologica in occasione dell’apertura straordinaria del fine settimana scorso. La manifestazione, coronata da un largo successo di pubblico, è un’importante tappa nel percorso che conduce all’apertura del sito. Pani Loriga, grazie alla volontà dell’Amministrazione comunale, infatti, è attualmente oggetto di un’attenta opera di riqualificazione, attuata in stretta collaborazione con la Soprintendenza archeologica, che comprende le opere di messa in sicurezza del percorso di visita e la valorizzazione ambientale del sito, indispensabili per la fruizione di un complesso archeologico di cruciale importanza per il rilancio culturale e turistico del territorio.

Le caratteristiche e la centralità del sito, con particolare attenzione per la sua parte di età fenicio-punica, sono state illustrate dal direttore degli scavi, dott. Massimo Botto. Coadiuvato dai suoi collaboratori e alternandosi con gli archeologi e guide turistiche della Sémata Soc. Coop, gestore del sito, Botto ha guidato la visita dei partecipanti al cantiere di scavo del CNR attualmente in corso, permettendo di conoscere i risultati dell’esplorazione scientifica dell’insediamento antico.

L’impegno richiesto dalla complessità di un sito come Pani Loriga, la cui ricchezza costituisce un unicum nel panorama sulcitano, comporta una serie di adempimenti di carattere logistico ed una tempistica nei lavori che, per quanto portati avanti con celerità, vanno affrontati con criteri di esattezza, scientificità e costante attenzione ai seppur minimi dettagli. La finalità di queste azioni rimane però quella di una fruizione pubblica totalmente accessibile e di un’accoglienza che evidenzi non solo l’importanza archeologica e scientifica del sito, ma anche lo straordinario contesto ambientale e paesaggistico in cui si inserisce. Per questo motivo, mentre sono in corso i lavori che ne permetteranno l’apertura stabile, questi due giorni di apertura straordinaria costituiscono un momento importantissimo per la promozione della conoscenza del sito e per un suo inserimento nel già ricco sistema museale santadese, che comprende anche il Civico Museo archeologico e il museo etnografico Sa Domu Antiga.

Le difficoltà non sono poche. «Sono stati anni di grande impegno finalizzati all’ottenimento degli standard richiesti dal ministero per i Beni culturali necessari per l’apertura al pubblico – ha dichiarato Marco Murgia, vicesindaco del comune di Santadi -, ma questi sforzi porteranno a breve all’apertura definitiva una volta conclusi gli ultimi adempimenti burocratici.»

Pani Loriga sorge nel territorio di Santadi su un modesto rilievo delimitato a est dal Rio Mannu a una ventina di chilometri dalla costa e in rapporto visivo con la città di Sulci nell’isola di Sant’Antioco. Le importanti risorse boschive, la fertilità del suolo e la posizione strategica in un punto nodale tra le vie di collegamento con le pianure del Basso Campidano e con il Cixerri e le aree minerarie dell’Iglesiente meridionale ne fecero un territorio irrinunciabile fin dal III millennio a.C., come documenta la necropoli a domus de janas che sorge sul pianoro sommitale. Il sito vanta, infatti, una continuità insediativa che va dal Neolitico all’età fenicio-punica, senza trascurare le attestazioni dell’età nuragica (rappresentate dal nuraghe Diana sulla sommità del pianoro) e le sporadiche attestazioni di età romana e altomedievale, lungo un arco di tempo plurimillenario. Ma il sito è importante anche perché offre la possibilità di scoprire una città fenicio-punica non alterata da sovrapposizioni e ristrutturazioni di età romana, che in molti siti hanno compromesso la leggibilità degli insediamenti più antichi. Pani Loriga offre quindi un interessante caso di studio di contesti ben preservati in molte epoche.

Non si attenua l’interesse del mondo scientifico per l’importante sito archeologico di Pani Loriga e per il patrimonio culturale del Comune di Santadi, oggetto ormai di un’autentica riscoperta. Dopo l’importante convegno internazionale di Studi ospitato l’anno scorso dal comune sulcitano e la successiva campagna di scavi che ormai si rinnova annualmente dal 2005, sono riprese lunedì 25 maggio 2015 le indagini archeologiche dell’Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico (ISMA) del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Lo scavo diretto dall’équipe dell’ISMA è ripartito dai preziosi risultati conseguiti negli scorsi anni, che ne fanno il fulcro dell’attenzione di studenti e ricercatori provenienti da varie parti d’Italia, dagli Stati Uniti, dalla Spagna e dalla Francia, che grazie alla loro esperienza santadese stanno arricchendo e confrontando le proprie esperienze contribuendo a un progetto di ricerca di alto profilo. Le indagini hanno consentito di valutare le grandi dimensioni e l’importanza del sito, che si pone come punto di riferimento per il chiarimento della cronologia e dei modelli insediativi fenici e cartaginesi, in un contesto già impreziosito dai lasciti monumentali delle civiltà prenuragica e nuragica.

Le potenzialità evidenziate dal complesso archeologico di Pani Loriga permettono di pianificare ambiziosi programmi di ricerca a lungo termine, aprendo sempre più il sito alla collaborazione tra studiosi, grazie all’importante vetrina internazionale offerta. Si aprono così anche prospettive di un più compiuto percorso di condivisione e di compartecipazione della società civile nella fruizione di un importante nucleo di memoria della comunità, dalla fase dello scavo a quella della sua divulgazione.