22 November, 2024
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Alcoa a Rioma 16 febbraio 2016 10

Fabio Enne e Massimo Cara (Ust Cisl Sulcis Iglesiente) intervengono nuovamente sullo stato della vertenza Alcoa.

«Quello previsto per il 3 agosto a Roma – dicono Fabio Enne (segretario generale) e Massimo Cara (dipartimento Industria) – potrebbe risultare l’ennesimo incontro provvisorio, per evitare ciò, riteniamo che il ministro Calenda farebbe bene a convocare tutti gli attori della vertenza Alcoa. Nessuno escluso. Riunendo allo stesso tavolo tutti i soggetti interessati alla vertenza, confederazioni sindacali e federazioni di categoria metalmeccanici e chimici, la multinazionale Glencore e le aziende produttrici di energia. Facendo questo, si avrebbe la percezione dell’attività finora svolta.»

«Occorre capire una volta per tutte a che punto è la trattativa. Vista la situazione approssimativa – concludono Fabio Enne e Massimo Cara -, è evidente che sussiste ancora qualche problema che ostacola la definizione positiva della vertenza.»

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Il segretario generale UST CISL Sulcis Iglesiente Fabio Enne e il segretario del Dipartimento Industria CISL Sulcis Iglesiente Massimo Cara, intervengono sullo stato della vertenza Alcoa.

«Il 10 novembre 2014 veniva sottoscritto un accordo tra Governo, Regione e Glencore – scrivono in una nota -. La società svizzera, in quell’occasione, sottolineò come l’investimento relativo allo smelter di alluminio di Portovesme potesse essere sostenibile solo a condizione che fosse garantito un costo dell’energia fisso e invariabile per 10 anni a 25 euro/Mwh.»

«Il Governo, dal canto suo, si impegnò ad effettuare tutti i necessari adempimenti presso la Commissione Europea al fine di garantire la compatibilità delle azioni da porre in essere evitando il problema relativo agli aiuti di stato. Infine, la Regione si impegnò a garantire la necessaria infrastrutturazione per rendere economicamente vantaggioso l’investimento nel lungo periodo. All’incontro del 10 marzo scorso il Governo ha presentato una nuova proposta energetica, indicando i prezzi finali dell’energia nettamente superiori rispetto a quelli stabiliti nel memorandum del 2014 (9 euro Mwh in più) ed ha inoltre omesso di indicare la composizione e se fossero o meno compatibili con la normativa europea. A tutto ciò – aggiungono Fabio Enne e Massimo Cara – si aggiunge l’incertezza totale in merito al prezzo fisso per i prossimi 10 anni.»

«La vertenza ex Alcoa pare ancora sospesa e certamente non a causa della Glencore, bensì per opera di un Governo Nazionale indeciso e poco accorto. Il Governo continua a non rispettare gli impegni presi – sottolineano ancora Fabio Enne e Massimo Cara -. La richiesta di ulteriori chiarimenti, da parte di Glencore, piuttosto che rappresentare un alibi o una volontà dilatoria, occorre essere interpretata quale apertura verso il proseguo della trattativa, a dispetto del mancato rispetto degli impegni presi dalle istituzioni in sede di accordo nel 2014.»

«Descritti i fatti – concludono Fabio Enne e Massimo Cara -, auspichiamo che tutti i soggetti coinvolti ed interessati al riavvio degli impianti possano unirsi con determinazione e obbligare il Governo, in debito con i lavoratori Alcoa, ad una soluzione certa e definitiva della vertenza.»

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Seconda giornata della mobilitazione generale popolare, ieri mattina, a Carbonia e Iglesias. A Carbonia i manifestanti, lavoratori, disoccupati, artigiani, commercianti e studenti, hanno occupato il Municipio e la Torre Civica; a Iglesias hanno occupato la sede del Comune.

A Carbonia, al termine di un breve corteo, i manifestanti, hanno chiesto e ottenuto un incontro con il sindaco, Giuseppe Casti, svoltosi in un clima carico di tensione, per le rimostranze verso il sindaco e in generale le Istituzioni.

Al termine, è stato deciso di convocare per mercoledì 10 febbraio alle ore 16.00, presso l’Aula consiliare del comune di Carbonia di piazza Roma, un incontro con i rappresentanti della mobilitazione, al fine di condividere azioni e  strumenti per la ripresa economica del territorio.

A Iglesias, il sindaco Emilio Gariazzo ha ricevuto i rappresentanti del Comitato promotore della mobilitazione e nel corso dell’incontro è stata condivisa la necessità, come già valutato con il sindaco di Carbonia, di favorire un serrato confronto istituzionale e con le parti sociali del territorio, al fine di comporre un tavolo di confronto che possa facilitare tutti gli interventi, sia quelli già in atto sia quelli da programmare, secondo una strategia di sviluppo sostenibile complessivo.

I consiglieri di minoranza Valentina Pistis, Gianmarco Eltrudis e Andrea Pilurzu hanno chiesto la convocazione del Consiglio comunale sui temi della mobilitazione generale popolare iniziata ieri e proseguita oggi.

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INCONTRO CAPIGRUPPO ALCOA 2 DICEMBRE 2015 2 INCONTRO CAPIGRUPPO ALCOA 1 DICEMBRE 2015 2

La mobilitazione per la vertenza ex Alcoa riparte dal Consiglio regionale. Un fronte comune e una ferma presa di posizione politica nei confronti del Governo italiano e dell’Unione Europea per definire positivamente la “vertenza energia” da cui dipende il futuro dell’Isola e la sopravvivenza di quel resta del tessuto industriale sardo. E’ questo l’impegno, che nelle prossime ore sarà declinato in un documento, che è scaturito al termine della riunione tenutasi negli uffici della presidenza del Consiglio regionale, con il presidente Gianfranco Ganau, le rappresentanze sindacali e i capigruppo ed alla quale ha partecipato, in rappresentanza dell’esecutivo regionale, l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras.

Rino Barca (Cisl), Massimo Cara (Rsu-Alcoa), Daniela Piras (Uil), Roberto Forresu (Cgil) e Manolo Mureddu (Cisl-Rsu-appalti) ,hanno rappresentato la gravità della situazione del comparto industriale sardo ed in particolare del Sulcis, interessato, come è noto, dalla lunga e complessa vertenza delle aziende cosiddette energivore ad incominciare dall’Alcoa, la cui questione rappresenta un nodo cruciale sul tavolo delle trattative in corso tra la Regione e il ministero dello Sviluppo economico e tra il Governo e la Commissione europea. La ripresa della produzione di alluminio nella fabbrica di Portovesme dipende, infatti, dal costo del kilowattora che potrà essere garantito alla multinazionale Glencore, la società che ha siglato lo scorso anno con ministero e Regione, l’intesa per rilevare lo stabilimento Alcoa, indicando però come condizioni una “super interrompibilità” (ha una remunerazione doppia rispetto alla “interrompibilità” e vale solo per le isole) della durata di dieci anni e con un costo kilowattora pari a 28 euro. E’ concreto il rischio, che tale importo possa non essere  giudicato congruo dalla commissione europea, che si esprime sul tema degli aiuti di Stato, e si ipotizza un valore economico in linea con il prezzo medio nell’Unione Europea ma che è ricompreso tra i 32 euro e i 38 euro per kilowattora.

Il prossimo 4 dicembre è in programma un nuovo incontro tra la Regione e il Mise in vista delle decisioni che sull’argomento saranno formulate della Commissione europea entro martedì 15 dicembre.

Sindacati e capigruppo hanno dunque concordato sulla necessità di esercitare, in questo frattempo, una serie di forti azioni congiunte così da sensibilizzare ministero e Unione europea sul tema cruciale del costo dell’energia in Sardegna e sulla necessità di garantire un futuro all’industria nell’Isola.

I sindacati hanno chiesto al presidente del Consiglio e ai capigruppo di poter intervenire in Aula sulla “vertenza energia” e sulla vicenda ’Alcoa (si è ipotizzata una seduta informale e straordinaria dell’assemblea sarda) ed hanno ribadito la volontà di sottoscrivere un documento congiunto con il Consiglio regionale e la Giunta ed a questo proposito è già stato concordato un nuovo incontro con la conferenza dei capigruppo per il prossimo 9 dicembre.

Sindacati, presidente del Consiglio e capigruppo hanno inoltre avanzato la richiesta all’assessore Piras perché nell’arco delle prossime ore, anche attraverso comunicazioni informali, siano presi gli opportuni contatti con i manager della Glencore, così da conoscerne gli intendimenti rispetto alle decisioni della Commissione europea sul costo dell’energia che, pur essendo in linea con la media europa, con tutta probabilità sarà più elevato rispetto a quello indicato nell’intesa siglata per l’acquisizione dello stabilimento di Portovesme.  

 

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Alcune associazioni ambientaliste hanno avviato una raccolta di firme contro il progetto che prevede la costruzione di un impianto di cogenerazione per il rilancio produttivo dell’Eurallumina e i lavoratori e i sindacati lo difendono.

Lo scontro, emerso già nel corso della conferenza di presentazione del progetto, svoltasi il 28 maggio scorso nella sala riunioni del Consorzio Industriale Provinciale Carbonia Iglesias, è riesploso nei giorni scorsi.

«Sosteniamo, e ne siamo convinti, che ancora oggi si possa produrre energia utilizzando il carbone – si legge tra l’altro in una nota della RSU UB Centrale Enel Sulcis -, sappiamo che questo combustibile fossile, gestito con opportuna tecnologia rispettosa dei giusti vincoli ambientali, sia ancora una fonte utilizzabile. Per chi si pone dubbi di sorta, noi conosciamo il carbone da molto più tempo di chi oggi vuole dare lezione.»

Sulla vicenda hanno preso posizione anche la segreteria territoriale della Cisl, con Fabio Enne e Massimo Cara, e la segreteria regionale Flaei Cisl, con Mario Marras e Giorgio Calaresu.

«Siamo contrari a tale iniziativa di raccolta di firme, messa in atto da parte di liberi cittadini che nulla hanno a che fare con le rappresentanze sindacali – scrivono in una nota -. Condanniamo qualsiasi forma di iniziative che mettano gli uni contro gli altri, rispettiamo e sosteniamo le lotte sindacali per la difesa e la costruzione di nuovi posti di lavoro condotte dai lavoratori dell’Eurallumina ed auspichiamo il consolidamento di rapporti di stretta collaborazione tra tutti i soggetti industriali del territorio e, in particolare, tra Enel ed Eurallumina ma anche tra Enel ed Alcoa.»

Eurallumina.

 

 

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Fabio Enne 58

La segreteria confederale Cisl del Sulcis Iglesiente ha convocato tutte le Federazioni dell’Industria per proseguire nel programma organizzativa finalizzato a promuovere una nuova stagione di rivendicazioni, stante la gravissima situazione economica del territorio.

Dopo le comunicazioni da parte del segretario generale Fabio Enne e del segretario di comparto Massimo Cara, sono stati esaminati e discussi i problemi irrisolti, legati alla persistente crisi industriale, che ancora, vede importanti produzioni di filiera come l’alluminio, stagnare dentro una politica di totale assenza programmatica condizionata da infiniti rinvii che rischiano di diventare nel tempo chiusure definitive. Questa situazione, ha creato una condizione sociale drammatica con numeri degli inoccupati e senza lavoro, di gran lunga superiori alle percentuali nazionali, con dati allarmanti come il 75% dei giovani che non trova occupazione.

In un territorio di circa 130.000 abitanti, abbiamo purtroppo il primato dei disoccupati che ci assegna il triste titolo della provincia più povera d’Europa.

Spietata l’analisi delle vertenze in crisi ma affiancata da una forte determinazione della Cisl per invertire questa tendenza.

La filiera dell’alluminio resta vitale per la nostra economia ed in tal senso, partendo da Eurallumina, per poi passare alla Ex Alcoa e finire con le seconde e terze lavorazioni della Portal (ex Ila), deve trovare la giusta attenzione da parte della politica regionale e nazionale.

Sarà nostra ferma intenzione, in collaborazione con le Federazioni contrattualmente competenti, produrre tutte le azioni possibili per evitare lungaggini e considerevoli rinvii che rendono ancora incerto il futuro per l’acquisto della ex Alcoa, promuovendo dei tavoli di discussione definitivi.

Così come per Eurallumina, confermiamo l’assoluta intenzione nel sostenere il riavvio delle produzioni respingendo ogni forma di sterile contrarietà; camuffata da insano ambientalismo.

La chiusura della Ex Ila, dettata dalla solita politica inadempiente deve trovare lo sbocco produttivo e, soprattutto, non può continuare a vivere tra i teoremi della burocrazia che hanno costruito la sua chiusura ed hanno chiuso le porte a tutti i progetti di razionalizzazione industriale di alternativa.

Il problema dei costi energetici, è stato l’elemento principale della chiusura di queste importanti fabbriche, se ancora resterà irrisolto, accompagnato dalle problematiche di mercato, il crollo dei prezzi dei metalli non ferrosi, condurrà alla chiusura anche lo stabilimento della Portovesme srl, unico produttore di zinco nel paese.

Ovviamente, senza una politica sinergica e di sistema, anche produzioni come quella di Enel, non avranno ragione di esistere, prefigurando nel territorio il deserto industriale

La grave crisi del comparto Edile che ad oggi vede nel nostro territorio migliaia di lavoratori in disoccupazione.

L’annunciata chiusura della produzione di bentonite a Piscinas che si aggiunge alla già grave situazione del basso Sulcis. Gli stessi trasporti, i servizi, il commercio, l’agroindustria, le piccole e medie imprese, agricoltura e artigianato, sono stati trascinati nella voragine della crisi con pesanti gravi ripercussioni economiche del settore.

Cantieri mai aperti, bonifiche ambientali ferme al palo, distruggono, ogni professionalità di cui il nostro territorio poteva vantare di avere ne caratterizzano la sua distruzione economica.

Il Piano Sulcis, firmato dal Governo nel 20l2, doveva essere d’aiuto e da traino per il rilancio del territorio, delle infrastrutture, porti, strade, del settore industriale, turistico, agropastorale, agroalimentare, ecc., con un finanziamento previsto di oltre 500 milioni di euro, ad oggi, non è stato speso un solo centesimo, ad eccezione dei 130 milioni di euro utilizzati per la fiscalità di vantaggio, della quale è davvero difficile capire quali siano stati i benefici. L’ennesimo rinvio della riunione prevista ad opera del presidente Pigliaru, vogliamo considerarlo un rinvio tattico, sempre che, alla data della riunione, non ci sia ancora il nulla.

A questo proposito chiederemo risposte precise anche inerenti ai diversi progetti turistici già approvati, elaborati in terreni senza alcun vincolo, proiettati alla costruzione di economia diversa da quella industriale, ciò nonostante, privi di qualsiasi interesse politico, quello che deve responsabilizzarsi e attivarsi a contrastare l’evitabile collasso finale.

Il coordinamento industria Cisl confederale, così come avverrà nei diversi coordinamenti sulle politiche sociali e socio assistenziali, cercherà il giusto confronto con gli Enti locali del territorio, con Cgil e Uil territoriali, coinvolgendo tutta la collettività del Sulcis Iglesiente proporrà, in occasione della prossima assemblea organizzativa della Cisl del Sulcis Iglesiente, prevista a Buggerru il 5 ottobre 2015, ai quadri, dirigenti, delegati e attivisti della Cisl, l’organizzazione di una mobilitazione del popolo del Sulcis Iglesiente per un vero rilancio economico del territorio, per il lavoro e per una giusta dignità sociale.

Coordinamento Industria Cisl Sulcis Iglesiente

Sono stati consegnati ieri mattina nella Chiesa di Gesù Divino Operaio, agli operatori della Caritas Diocesana, i giocattoli donati da tanti cittadini solidali a favore dei bambini poveri del territorio nell’ambito dell’iniziativa della segretaria sindacale FSM-CISL. Hanno partecipato in tanti all’iniziativa di grande solidarietà, durata due settimane: Rino Barca, Enea Pilloni, Massimo Cara, Claudia Mariani, Giuseppe Puddu, Franco Sanna, Gianluca Caria, Katiuscia Solinas, Cristina Bullegas, Remo Fantin, Simona Pabis, Marco Pisu, il delegato e responsabile della Caritas Giovanni Busia, Elio Acca, il sindaco di Carbonia Giuseppe Casti, l’assessore dei servizi sociali Maria Marongiu, il sindaco di Portoscuso Giorgio Alimonda, il consigliere regionale Ignazio Locci, la responsabile cittadina di Sel Laura Pilloni, il responsabile della Pastorale per il lavoro Don Salvatore Benizzi, il responsabile cittadino delle Caritas Don Giulio Demontis, il parroco di Gesù Divino Operaio, Don Giampaolo Cincotti, i lavoratori Meridiana che hanno spedito 1.200 giocattoli che uniti a quelli già raccolti permetteranno di accontentare gran parte dei bimbi poveri dell’intero territorio.

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Stamattina si è tenuto un incontro, al ministero dello Sviluppo economico, tra le organizzazioni sindacali, la Regione Sardegna e il vice ministro Claudio De Vincenti per fare il punto sulla cessione dello smelter di produzione alluminio ex Alcoa: «Abbiamo appreso che la trattativa tra le 2 aziende prosegue positivamente, pur restando ancora irrisolte alcune criticità fondamentali (ambientali e burocratiche) per la riuscita dell’operazione. Le parti si rincontreranno presto a Ginevra, presumibilmente nella seconda settimana di Gennaio 2015», hanno detto Massimo Cara, Romeo Ghilleri e Nicola Baire, delegati RSU della FSM-CISL.

«Prosegue il negoziato tra Alcoa e Glencore dopo l’incontro positivo, ma da considerarsi ancora preliminare avvenuto il 10 dicembre negli Stati Uniti tra i due gruppi industriali – ha commentato Marco Bentivogli, segretario generale Fim Cisl -. Il prossimo incontro avverrà nella prima metà di gennaio 2015 presso la sede di Glencore in Svizzera. Sullo sfondo del negoziato sono state poste le questioni relative alle bonifiche ambientali da entrambi i gruppi affinché vi siano distinzioni di oneri e responsabilità tra impresa subentrante e quella uscente, così come previsto dal 252bis del Codice ambientale. Abbiamo infine richiesto che i lavoratori dello smelter ex-Alcoa licenziati nella seconda metà di dicembre siano considerati come bacino prioritario per ricollocamento relativo all’eventuale riavvio dello stabilimento e di nuove iniziative industriali nell’area.»

«Abbiamo registrato dei primi passi avanti, ma non abbiamo ancora nessuna certezza sul riavvio del sito di Alcoa, nonostante l’impegno del Governo – hanno dichiarato Maria Antonietta Vicario e Stefano Lai, rispettivamente segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici e segretario provinciale dell’Ugl Metalmeccanici Carbonia Iglesias -, al termine della riunione è stato sottoscritto un verbale di incontro nel quale il ministero ha confermato l’impegno del Governo e della Regione Sardegna per la  salvaguardia dei lavoratori di Alcoa in mobilità, in una prospettiva di reindustrializzazione del sito o di altre attività e progetti contemplate nel Piano Sulcis. E’ inoltre previsto l’impegno, sempre da parte della Regione, a programmare specifici corsi di formazione per il reimpiego dei lavoratori dell’indotto.»

«Ad oggi, però, la discussione tra Alcoa e Glencore – concludono Vicario e Lai – è ancora in una fase interlocutoria, senza notizie certe sull’eventuale acquisizione e reindustrializzazione dell’impianto oppure sulla ricollocazione dei lavoratori. Bisognerà aspettare il prossimo incontro tra le due società, previsto per i primi di gennaio. Inoltre, resta ancora da risolvere la problematica, evidenziata da entrambe le società, sulla responsabilità delle bonifiche necessarie, aldilà della conferma da parte di Alcoa degli impegni già presi con il ministero dell’Ambiente e su cui si attendono ulteriori dettagli relativi alla discussione con il Consorzio Industriale per la bonifica delle falde acquifere.»

Nella giornata odierna il ministero ha aggiornato le organizzazioni sindacali anche sullo stato della vertenza Eurallumina e dell’investimento industriale sul Biofuel: «Per quanto riguarda il Biofuel, il ministero ci ha informato che si stanno ultimando tutti gli aspetti burocratici, tecnici e fiscali e a breve dovrebbero iniziare i lavori di costruzione dello stabilimento per la produzione di bioetanolo che rappresenterà un’opportunità lavorativa per centinaia di lavoratori», dichiara Rino Barca, segretario regionale Fsm-Cisl.

«Il vice ministro De Vincenti su precisa richiesta delle organizzazioni sindacali, ha riferito che nel programma interno al memorandum, non si parla assolutamente di esuberi o altre questioni organizzative, così come paventato da altre organizzazioni sindacali nei giorni scorsi. E in tal senso abbiamo chiesto alla Regione e al Governo un accordo di salvaguardia e reintegro, in caso di cessione dello stabilimento, per i 436 dipendenti licenziati alla data del 22 dicembre 2014», conclude Rino Barca.

Per quanto riguarda i lavoratori degli appalti e in corso un confronto serrato col Governo e la Regione Sardegna per la tutela e l’inserimento degli stessi nei corsi di formazione e riqualificazione professionale tesi alla ricollocazione nei nuovi investimenti industriali e nella preservazione e tutela degli organici in un’ottica di riavvio dello stabilimento di alluminio di Portovesme.

La mattinata del sottosegretario della presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e del governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru, nel Sulcis, è iniziata a Portovesme, al presidio dei lavoratori Alcoa. Nel corso del breve incontro, sono stati sviscerati i problemi legati alla trattativa in corso per la cessione dello stabilimento, tra la multinazionale Alcoa che ha deciso di abbandonare il Sulcis e l’Italia, e la multinazionale svizzera Glencore che già opera da anni nel territorio, con la Portovesme srl. Il sottosegretario ha confermato l’impegno del Governo per la soluzione della vertenza, attraverso il riconoscimento al soggetto imprenditoriale che subentrerà ad Alcoa, di tariffe energetiche competitive.

Secondo il segretario regionale FSM-CISL Rino Barca, «è indispensabile accelerare i tempi perché sono arrivate le lettere di licenziamento per i lavoratori diretti. Chiediamo al governo di impegnarsi a trovare una formula per tutelare in prospettiva tutti i lavoratori dello stabilimento, compresi quelli degli appalti». «La visita di Delrio, in questo particolare momento – ha aggiunto Barca -, ci rende fiduciosi ed è la dimostrazione che il percorso intrapreso dal governatore Pigliaru su spinta delle organizzazioni sindacali, grazie soprattutto alla grande iniziativa di lotta dei lavoratori in presidio di fronte ai cancelli da oltre 217 giorni, sta permettendo alla vertenza per la riapertura dello stabilimento di avere la giusta considerazione anche da parte del governo nazionale.»

«Raramente, al di fuori della campagna elettorale – ha aggiunto Massimo Cara, delegato Rsu FSM-CISL -, si è visto uno dei massimi esponenti del governo nazionale venire nel nostro territorio, in mezzo ai lavoratori, a prendere degli impegni. Se questa è l’attenzione e l’impegno del governo non possiamo che essere ancora più fiduciosi per l’esito finale della vertenza. Certo, la parola fine verrà detta esclusivamente quando ripartiranno gli impianti.»

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