22 November, 2024
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Ieri, a Genova, all’età di 89 anni è morto Bruno Rombi, docente, poeta, scrittore, saggista, giornalista, opinionista, pittore.

Uomo di grande cultura, dotato di non comune sensibilità ed umanità. Sono tanti i suoi scritti, peraltro tradotti e pubblicati anche all’estero. Pur essendo vissuto a Genova, è rimasto sempre intimamente legato alla Sardegna e, soprattutto, a Calasetta, dove è nato e ha vissuto fino all’età di 31 anni. A lui si deve l’istituzione della Pro Loco calasettana e l’invenzione della Festa dell’Uva, la manifestazione più importante del paese, fintanto che la viticoltura è stata la principale attività lavorativa dei Calasettani.

«Come spesso capita alle persone più illuminate, a volte non e stato compreso da chi non era abbastanza aperto mentalmente al nuovo, ma la passione che ha sempre provato per Calasetta non gli è mai venuta meno, come emerge dalle diverse sue operedicono gli ex sindaci di Calasetta Remigio Scopelliti ed Antonio Vigo -. Bruno Rombi è stato colui che per primo ha fatto conoscere Calasetta in Liguria, dove era universalmente nota soltanto Carloforte come realtà tabarchina. Con i suoi scritti e le sue poesie rimane e rimarrà il poeta e lo scrittore cantore di Calasetta. La sua scomparsa ci addolora e ci lascia tutti più poveri, anche se resta la ricchezza delle sue opere. Passati i tempi critici che purtroppo stiamo attraversando, e che al momento ci impediscono di rendergli il dovuto estremo saluto, sarà per noi doveroso ricordarne in modo adeguato la figura e l’operaconcludono Remigio Scopelliti ed Antonio Vigo -. Ai suoi amatissimi figli la nostra partecipazione al loro dolore.»

Bruno Rombi presentò il suo ultimo libro, “Il mare è una sirena”, il 28 luglio 2017, su iniziativa dell’Auser di Calasetta – Sezione Agostino Cincotti, dell’assessorato della Cultura del comune di Calasetta e di Sardegna Solidale Centro Servizi per il Volontariato, in una sala consiliare strapiena.

Pubblichiamo il racconto della serata, a cura di Toni Cirronis Mercenaro.

Venerdì 28 luglio, presso l’aula consigliare del comune di Calasetta, lo scrittore e poeta calasettano Bruno Rombi, ha presentato in anteprima nazionale, il suo ultimo libro di racconti: “Il mare è una sirena”, in cui la rievocazione di luoghi e avvenimenti, della massima parte degli anni del secolo scorso, riporta in primo piano una serie di figure mitiche, fondamentalmente legate al côte marino di Calasetta, Bruno Rombi fa rivivere un mondo che il tempo, inesorabilmente, ha tentato di cancellare.
Riemergono dall’ombra e ritornano a vivere su una pagina bianca, che acquista un senso, profili semplici e leggendari di personaggi noti alla cronaca, come Masino Manunza, o del tutto inediti, come il mitico simbolico Francesco: tutti personaggi che trasmettono qualche brivido di nostalgia e più di un rimpianto.
Oramai genovese d’adozione (da quasi 60 anni trasferito a Genova), ma con sempre nel cuore e nella mente la sua Calasetta, Bruno ha voluto raccogliere la richiesta dell’Auser Calasetta di organizzare la presentazione di questa ultima opera.
Non senza emozione, vista l’importanza letteraria dell’autore, e l’amicizia che sin dagli ultimi anni ’60 li lega, Toni Cirronis Mercenaro ha cercato di coinvolgere autore e pubblico presente in una rivisitazione dei tempi e dei luoghi che vengono vissuti e attraversati da Francesco, personaggio che è il filo conduttore dei racconti.
Tra brevi letture per entrare in alcuni capitoli e che servivano da input per parlare dei personaggi scelti, la serata è trascorsa in leggerezza ma con una attenzione incredibile, come se tutti i presenti avessero “sete” di sentire, di conoscere e apprezzare quest’ultima opera di questo artista estroverso e a volte fin troppo discusso.
Certo è che l’affetto dimostrato durante le dediche personali che lo stesso ha voluto fare ad ognuno dei presenti, ripagano autore e organizzatori dell’impegno profuso.
Particolare dimostrazione d’affetto è giunta dal vicesindaco Remigio Scopelliti, che ha sottolineato il suo “amore” di lunga data per Bruno, definendolo «poeta che pur allontanandosi dalla sua terra, conserva ed esplica nelle sue opere in desiderio di ritornare sempre sul suolo natio».
Molto graditi ed oculati gli interventi del pubblico, tra i quali abbiamo avuto il piacere e l’onore di avere tra gli altri, lo scrittore Massimo Carlotto e l’editrice di origine calasettana Colomba Rossi.
Tutte le copie a disposizione sono volate via come il maestrale calasettano, ma abbiamo subito richiesto all’editore altre copie per soddisfare la richiesta di tutti, e presto organizzeremo un incontro-chiacchierata con Bruno, in location e giorno da definire, per la distribuzione dei volumi con dedica dedica dell’autore.
Ancora un ringraziamento all’Amministrazione comunale per averci ospitato, al C.S.V. Sardegna Solidale per la collaborazione all’evento, all’amico Peppino Biggio per il contributo fotografico, e a tutti coloro che hanno raccolto il nostro invito.

 

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Al via dal 2 al 24 novembre la rassegna “Teatro E Contemporaneo” organizzata dall’associazione culturale Origamundi all’interno del più ampio progetto teatro diffuso.

Sul palco del teatro “Intrepidi Monelli” di via Sant’Avendrace 100, a Cagliari, in scena dalle 20,30 una pluralità di proposte, un fresco spaccato di vivacità creativa che mira a coinvolgere un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo. La rassegna propone un programma ricco di nomi illustri del panorama teatrale sardo, volto anche a promuovere e divulgare le produzioni emergenti dell’isola.

Ad inaugurare la rassegna il 2 Novembre  sarà “Iddacuada”, una coproduzione tra le compagnie Figli d’Arte Medas e Ilos Teatro che, da anni, con poetiche e linguaggi differenti, portano avanti un discorso culturale importantissimo per la nostra isola. In scena gli autori e registi Elena Musio e Gianluca Medas.

Si prosegue il 3 novembre con Effimero Meraviglioso che porta in scena  “Volevo vedere il cielo” di Massimo Carlotto, regia di Maria Assunta Calvisi. La messa in scena è una radiografia di uno spaccato della società di oggi, dove si alimentano i falsi miraggi, i luoghi comuni, gli stereotipi del successo e della felicità.

Il 10 e in replica il 25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, lo spettacolo “Bisogna stare karmi” della compagnia teatrale Origamundi, scritto e diretto da Ivano Cugia. La messinscena è un thriller onirico, che tratta in maniera sottile, velata e meditativa le tematiche del femminicidio, delle insidie della rete e del cyberbullismo.

L’11 novembre sul palco uno spettacolo rivolto alle scuole superiori in matinée, “Gramsci Antonio: Presente!” della compagnia teatrale Actores alidos, testo di Rossana Copez, in scena Marta Proietti Orzella e Fausto Siddi. Lo spettacolo vuole mettere a confronto una comune ragazza dei nostri giorni con la figura e le parole di Antonio Gramsci per fare emergere l’attualità del suo pensiero

Chiude la rassegna il 24 novembre una prima assoluta della compagnia Origamundi, “Il vuoto dentro”, protagonista e autore del testo Giovanni Trudu, che cura anche la regia insieme ad Ivano Cugia. Lo spettacolo è ambientato nel locale Pulse la sera cui è avvenuta la strage di Orlando, attraverso le parole dell’artista che si stava esibendo in quel momento. Una messa in scena in pieno stile Drag, dissacrante e ironica, che prendendo spunto da questo avvenimento racconta e rendere omaggio ai personaggi che hanno contribuito al movimento di emancipazione.

Il biglietto per ogni singolo spettacolo ha un costo pari a 8,00 euro.

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Domani, martedì 30 luglio, a Carloforte, l’Isola dei libri, la rassegna letteraria organizzata dall’associazione culturale Saphyrina, propone un incontro con Pietro Maurandi.

Docente universitario, scrittore e già deputato al Parlamento italiano, nell’appuntamento in programma alle 20,30 in via Magenta, Maurandi, in dialogo con Giovanna Vitiello, parlerà del suo ultimo libro, “Giovanna. La regina ribelle”, uscito quest’anno per Arkadia editore. Un travolgente romanzo storico in cui si ripercorre l’affascinante storia di Giovanna di Castiglia, nota come Giovanna La Pazza.

Gli appuntamenti della settimana con L’Isola dei libri vanno avanti anche il giorno dopo (mercoledì 31 luglio) quando sulla terrazza dell’hotel Villa Pimpina torna, incalzata dalle domande di Gabriella Olanda, la collaudata coppia di scrittori formata da Ciro Auriemma e Renato Troffa, per parlare dell’intrigante noir “Piove deserto” (Dea Planeta editore).

Giovedì 1° agosto, nel centro culturale ExMe, arriva invece il fotografo Enrico Spanu, per ripercorrere la Sardegna attraverso le pagine del suo libro “Sardegna, un mare da cartolina”. A dialogare con lui sarà la giornalista Emanuela Rosa-Clot.

Pietro Maurandi ha insegnato Storia del pensiero economico nelle Università di Cagliari e Sassari, per dedicarsi poi alla politica. E’ autore di “La ribellione e la rivoluzione, Hombres y dinero”, ambientato nella Cagliari del Seicento, “Isole e Falsi e bugiardi

Ciro Auriemma – Renato Troffa hanno fatto parte del Collettivo Sabot, fondato da Massimo Carlotto. Sono coautori, con Francesco Abate e lo stesso Collettivo Sabot, del romanzo “Perdas de Fogu”, vincitore del premio Nori Ecologista “Jean Claude Izzo”, “Sette giorni di maestrale”, inserito nel trittico Donne a perdere, e “Padre nostro”.

Enrico Spanu è fotografo free lance ed editore; il suo lavoro è pubblicato su riviste e periodici italiani e stranieri. Le sue foto ritraggono il mare e le coste della Sardegna. E’ autore di guide di viaggio, mappe e numerose pubblicazioni sull’isola.

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Il giardino della Libreria Cossu, a Carbonia, ha ospitato ieri sera la presentazione del libro “Gisella. Una verità in fondo al pozzo“, di Paolo Matteo Chessa (Casa editrice La Zattera, 18 euro). Quello di Gisella Orrù, la 16enne trovata senza vita esattamente 30 anni fa in fondo ad un pozzo-sifone nelle campagne di San Giovanni Suergiu, è stato – come sottolinea l’autore nel libro – «uno dei casi giudiziari più complessi e coinvolgenti della cronaca isolana. Una vicenda per molti aspetti emblematica, a tratti indecifrabile, che prese le mosse negli ultimi giorni del giugno 1989 in quel di Carbonia, con la scomparsa di Gisella, bellissima studentessa sedicenne. Nove giorni più tardi il corpo senza vita e totalmente nudo di questa sventurata ragazza fu scoperto sul fondo melmoso di un pozzo-sifone della rete di irrigazione, nelle campagne di San Giovanni Suergiu. Era stata uccisa in modo barbaro, bestiale, non prima però di essere stata abusata sessualmente, oltre l’immaginabile. Per giorni e giorni le indagini per scoprire gli assassini sembrarono segnare il passo, poi d’improvviso arrivò la svolta con il fermo di un vicino di casa e subito dopo di altre tre persone. Fu appunto l’inizio del “Giallo del pozzo”, che ebbe un grosso risalto anche in ambito nazionale, ancora oggi intriso di zone d’ombra e di interrogativi, nonostante la condanna di due uomini (uno morto suicida in carcere) e l’inatteso proscioglimento di altre due persone».

Alla presentazione hanno partecipato i familiari della povera Gisella e di una delle due persone finite in carcere, morta suicida; sindaco e vicesindaco di Carbonia, Paola Massidda e Gian Luca Lai; il sindaco di allora, Antonangelo Casula; Vincenzo Panio, allora comandante della Polizia municipale; alcuni avvocati; lo scrittore Massimo Carlotto; e tanti cittadini, più o meno giovani ai tempi della tragica scomparsa.

Diversi gli argomenti trattati nel corso della serata, dalla proposta di intitolazione di una via avanzata dall’Amministrazione comunale al prefetto di Cagliari, alle voci ricorrenti sull’attendibilità delle conclusioni alle quali sono giunte le indagini e delle condanne scaturite dai processi. E ancora al dibattito sviluppatosi nelle ultime settimane, sui social, dopo l’annuncio dell’imminente del libro. Non sono mancati i contrasti, in particolare quando Vincenzo Panio ha iniziato il suo intervento con una serie di considerazioni sul contesto storico vissuto dalla città di Carbonia alla fine degli anni ’80, come premessa alle vicende legate all’omicidio di Gisella Orrù, e l’autore gli ha chiesto di concentrare l’intervento sui fatti strettamente legati alla vicenda giudiziaria. Vincenzo Panio, a quel punto, non ha concluso il suo intervento.

L’autore del libro, Paolo Matteo Chessa, è un giornalista professionista, nato a Cagliari nel 1950, uno dei cronisti di punta del quotidiano La Nuova Sardegna, dove ha lavorato per trent’anni, occupandosi di importanti vicende di cronaca nera e giudiziaria.
In passato ha collaborato a svariati programmi televisivi e con molte testate nazionali: La Repubblica, Il Messaggero, Paese Sera, La Notte, Il Secolo XIX, Epoca.

Nel 2017, con la casa editrice La Zattera, ha pubblicato il libro-inchiesta “Sulcis in fundo – Quando la mafia più sanguinaria sbarcò in Sardegna”, con il quale, «oltre a mettere appunto l’accento sui rischi delle infiltrazioni mafiose nell’isola, ha ripercorso, analizzandole, le più significative vicende giudiziarie dai primi anni Ottanta ai giorni nostri».

Al termine della presentazione, abbiamo intervistato Paolo Matteo Chessa.

     

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Giunge alle battute finali il festival Street Books – Scrittori, lettori e libri a Dolianova, che questo fine settimana propone alla Villa De Villa di via Carducci 2 gli ultimi tre appuntamenti di un cartellone, lungo e articolato, che per 38 serate ha animato il centro del Parteolla. Si parte sabato 22 luglio alle 21.30 con “Sto bene, proprio ora, proprio qui”, un viaggio musicale e per immagini nel mondo di Giorgio Gaber che vedrà in scena Raoul Moretti all’arpa elettrica, Gerardo Ferrara alla voce e le foto di Reinhold Kohl. Doppio appuntamento invece per l’ultima giornata, quella di domenica 23, che alle 20.30 vedrà protagonista uno degli indiscussi protagonisti della scena noir internazionale, lo scrittore Massimo Carlotto. “Tutte le sfumature del noir” è il tema dell’incontro che verrà condotto dal giornalista Vito Biolchini e nel corso del quale lo scrittore presenterà il suo ultimo romanzo “Il Turista”. La seconda edizione del festival Street Books – Scrittori, lettori e libri, a Dolianova, si chiuderà in musica alle 21.30, con lo spettacolo “Cercare l’amore è più facile che cercare parcheggio”, di e con Stefania Secci e Francesca Puddu. Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito.

“Sto bene, proprio ora, proprio qui” è un’analisi narrata dell’“illogica allegria” di Giorgio Gaber, un viaggio nel teatro-canzone dell’artista attraverso il tentativo di ri-lettura dei temi che hanno animato e agitato l’animo del “signor G.”: la fatica dell’animo umano, la sua leggerezza, il disagio esistenziale, la bellezza delle “periferie umane”, la complessità del pensiero e la semplicità e la forza dell’amore. Music e testi in cui l’invettiva e la poesia sono tese non solo ad idealizzare, ma “anelare” finalmente ad “un uomo nuovo”. Nello spettacolo, accompagnato dalle proiezione di alcune foto tratte dal libro di Reinhold Kohl “Io mi chiamo Gaber e sono ancora qui”, l’arpa di Raoul Moretti traccia musicalmente il solco gaberiano con una vena “reinterpretativa” originale che mette a proprio agio la voce narrante di Gerardo Ferrara.

Amiche da vent’anni, sospese tra l’analogico e il digitale, la cantante Stefania Secci e la chitarrista Francesca Puddu affrontano in musica lo scarto tra reale e virtuale, locale e globale. “Cercare l’amore è più facile che cercare parcheggio: concerto a favore della ricerca” è così un ironico e divertente divertissement in cui le due artiste verranno supportate dalle note e dalle parole dei cantautori italiani.

Dopo essersi avvicinata giovanissima alla musica grazie alla banda di Dolianova, Stefania Secci si è laureata in canto nella facoltà di Jazz al Conservatorio di Cagliari per poi conseguire il master in Composizione al Conservatorio di Birmingham. In seguito ha focalizzato i suoi studi sulle interazioni tra il tango, la musica contemporanea e la musica ebraica dell’est Europa. Numerose sono le sue esperienze teatrali e cinematografiche sia in Italia che all’estero, mentre continua ad esplorare nel canto e nella composizione la musica tradizionale dei paesi dell’Est Europa, del Medio Oriente, del Portogallo, di Capo Verde e del Brasile.

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Trentotto serate di letteratura, musica, cinema, arte, cibo e buon vino. Prende il via venerdì 16 giugno la seconda edizione del festival Street Books – Scrittori, lettori e libri a Dolianova, organizzato dall’associazione Circolo dei Lettori Miele Amaro con la direzione artistica di Gianni Stocchino e sostenuto dall’amministrazione comunale di Dolianova e dall’assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. 

Fino al 23 luglio saranno oltre settanta gli ospiti che daranno vita ad un festival letterario itinerante tra monumenti, vie, piazze e case storiche del centro del Parteolla, per più di cinquanta appuntamenti (tutti ad ingresso gratuito) suddivisi in sei diverse sezioni tematiche (“Sardinia Export”, “Sardinia Import”, “Km 0”, “Libri a merenda”, “Tutti lettori” e “Lo spettacolo della letteratura”) che vedranno protagonisti scrittori e artisti del calibro di Iaia Forte, Davide Enia, Syusy Blady, Gesuino Némus, Bruno Tognolini, Otto Gabos, Barbara Casini e Massimo Carlotto, senza dimenticare la scrittrice e ispiratrice della serie tv “L’allieva” Alessia Gazzola, il noirista Enrico Pandiani e Francesco Fry Moneti dei Modena City Ramblers.

Non mancheranno inoltre le iniziative collaterali, ospitate nelle sezioni Cineletture, Exibition, Itinerari ed escursioni e Focus.

«Abbiamo voluto confermare l’impegno della nostra amministrazione favore del festival perché crediamo nell’investimento in cultura e perché riteniamo che possa essere un volano di sviluppo sia per il nostro centro che per l’intero territorio», ha spiegato il sindaco di Dolianova, Ivan Piras, intervenuto nel corso della conferenza stampa di presentazione dello Street Books svoltasi stamane in piazzetta Savoia a Cagliari. «La cultura è sempre stata in qualche modo ‘cagliaricentrica’ – ha puntualizzato l’assessore della Cultura, Chicco Fenu – e nei paesi si è fatto soprattutto intrattenimento. Noi invece vogliamo puntare sulla cultura di qualità, valorizzando al contempo le capacità organizzative delle associazioni e delle professionalità che operano nel nostro comune».

Ogni giorno Dolianova offrirà dunque un appuntamento in cui non solo scrittori, artisti, attori, musicisti ma anche semplici lettori saranno protagonisti delle numerose iniziative intorno alla lettura e alla letteratura promosse e sostenute dall’amministrazione comunale di Dolianova e organizzate dall’associazione Miele Amaro il Circolo dei Lettori.

Street Books – Scrittori, lettori e libri a Dolianova mette infatti al centro i libri, proponendosi di creare intorno a questi occasioni di ritrovo, scambio, condivisione e cultura. Niente grandi eventi ma tanti scrittori che presentano le loro opere e chiacchierano con i lettori quasi vis à vis, in luoghi non convenzionali, magari utilizzati per la prima volta come sede di incontri pubblici.

 

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Quattro appuntamenti per avvicinare la cultura alle periferie e costruire nuove occasioni per la fruizione della letteratura, anche attraverso lo strumento dell’audiolibro. È questo l’obiettivo del progetto “Voci del passato”, promosso a Cagliari dal festival Leggendo Metropolitano in collaborazione con Orientare, la Mem – Mediateca del Mediterraneo e l’Aes – Associazione Editori Sardi.

Nella Grotta della Vipera, l’antico sepolcro romano di Attilia Pomptilla nel cuore del quartiere di Sant’Avendrace, verranno diffusi i suoni e le voci contenuti in quattro audiolibri, ispirati al tema della nona edizione del Festival Leggendo Metropolitano, “Tra la memoria e l’oblio”. Il biglietto di ingresso alla Grotta della Vipera è di 1 euro (gratis per bambini fino ai sei anni, portatori di handicap e accompagnatori).

L’iniziativa vuole in questo modo creare una nuova occasione di diffusione della cultura in quei contesti cittadini che troppo spesso ne restano esclusi, e al contempo agevolarne la fruizione a beneficio di chi – per motivi anagrafici o di disabilità permanente o temporanea – tende ad autoescludersi da tante occasioni pubbliche.

“Voci dal passato” parte sabato 20 maggio alle ore 16.00 con l’audiolibro della Cuec “Tempus”, con la voce del suo autore Giulio Angioni e le musiche di Marco Angioni, per un appuntamento che vuole essere un tributo al grande scrittore recentemente scomparso.

La rassegna “Voci dal passato” proseguirà sabato 27 maggio, sempre alle ore 16.00, con la poesia civile sarda di “Suono di pietra” recitata dall’attore Mario Faticoni, in un audiolibro pubblicato da Condaghes nella collana “Carta e musica”.

La voce narrante di Paolo Poli risuonerà invece nell’antico monumento romano sabato 3 giugno. L’attore  infatti il protagonista dell’audiolibro “Storia di un gatto” di Enrico Costa, pubblicato da Mediando.

L’ultimo appuntamento con “Voci dal passato” rientrerà nel programma del Festival Leggendo Metropolitano. Da giovedì 8 sabato a 10 giugno, sempre alle ore 16.00 e sempre nella Grotta della Vipera, protagonista dell’ultimo appuntamento dell’iniziativa sarà il capolavoro di Emilio Lussu “Un anno sull’altipiano”, letto da sessanta nomi della letteratura e dello spettacolo (da Marcello Fois a Neri Marcorè, da Massimo Carlotto a Fabrizio Falco), in un’opera orchestrata da Daniele Monachella, che dà voce al personaggio principale.

Giulio Angioni.

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Parla del grande esodo di profughi nel Mediterraneo lo spettacolo in programma domenica (14 maggio) a Monserrato  al Grande Teatro dei Piccoli, la stagione per famiglie organizzata da Is Mascareddas alla sua la quattordicesima edizione al MoMoTI (in via 31 marzo 1943).  Alle 18.00 la compagnia padrona di casa porta in scena “Soglie”, pièce di burattini e narrazioni liberamente tratta dalla fiaba di Massimo Carlotto “La via del pepe” e interpretata da Tonino Murru con il contrappunto musicale di Mauro Palmas al liuto cantabile.

Diretto da Marco Sanna,  e con teste di legno scolpite da Donatella Pau, lo spettacolo – per un pubblico dagli 8 anni – narra la storia di Amal, un migrante, uno dei tanti invisibili che sbarcano sulle coste Italiane, e ricostruisce la sua parabola umana, dalla partenza piena di sogni fino al rimpatrio forzato. 

Lo spettacolo è costruito su un doppio registro: da una parte la storia di Amal e del suo tragico viaggio, dall’altra una serie di personaggi che vivono una storia parallela, con i tipici equivoci della commedia all’italiana.

Questo secondo piano s’interseca solo superficialmente con il primo, allo stesso modo in cui le nostre vite sono appena scalfite dalle orde di disperati che sbarcano sulle nostre coste, di cui ci accorgiamo solo nel momento in cui i loro viaggi si trasformano in stragi. I burattini, che saranno il cardine e la cifra stilistica dell’intero lavoro, sono da sempre espressione popolare per eccellenza, a loro sarà affidato l’onere di far vivere la storia attraverso le voci meno colte della nostra Italia, con quel tocco di irriverenza e sarcasmo tipico della loro tradizione.

Il terzo piano del lavoro è quello della coscienza, incarnata direttamente dal burattinaio, che costantemente si sposta da dentro a fuori la rappresentazione, esprimendo tacitamente la sua costante esitazione, la sua inadeguatezza nei confronti di un dramma davanti al quale scopriamo ognuno la nostra inutilità.

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Riparte a Monserrato Il Grande Teatro dei Piccoli, la stagione di teatro per l’infanzia alla sua quattordicesima edizione consecutiva ospitata al MoMoTI. Domenica (12 marzo) si inaugura un nuovo capitolo dell’appuntamento di rito con lo storico cartellone ideato da Is Mascareddas nel 2001 come progetto per la città di Cagliari, che taglia quest’anno il traguardo delle 24 edizioni complessive.

In arrivo fino al 22 maggio, nel teatro di via 31 marzo 1943, un ricco cartellone con protagonisti burattini, marionette, pupazzi ed attori. In scena i padroni di casa con quattro spettacoli, compresa in chiusura di stagione una nuova produzione per marionette ispirata ad un testo beckettiano, con la quale la compagnia di Monserrato ci cimenta per la prima volta nel teatro rivolto ai bambini molto piccoli, a partire da un anno di età. Accanto a loro altre quattro compagnie ospiti: due – Ilfilodeldiscorso Maldimarem di Tempio Pausania e La Cernita di Carbonia – hanno fatto esordio al MoMoTI lo scorso novembre, nella vetrina di teatro ragazzi Peripiccoli; la terza, Habanera Teatro,  arriva da Pisa; la quarta è una formazione storica isolana, quella dei nuoresi Bocheteatro.

Le rappresentazioni serali per le famiglie sono in programma sempre la domenica alle 18.00, ad eccezione della serata di sabato 29 aprile. Le repliche per le scuole sono tutte il lunedì, alle 10.30, eccetto un matinèe in programma venerdì 28 aprile.

Mattatore della serata di apertura della stagione, domenica (12 marzo), è l’attore Ignazio Chessa de Ilfilodeldiscorso Malemarem, in scena con “I sogni di Gigio”,  spettacolo di teatro magia sulla fantasia, sulla realizzazione dei sogni e sull’importanza dei quattro elementi della natura.

La serata del 26 marzo è con Is Mascareddas nello spettacolo di burattini a guanto, animati da Tonino Murru, “Oscar va in città”. Qui il tema della sicurezza stradale viene proposto in modo diretto, divertente, ma al tempo stesso rigoroso, tra cartelli stradali e semafori colorati, brusche frenate e impeccabili marescialli in divisa.

Il 2 aprile Is Mascareddas apre di nuovo il suo teatro per la visita guidata e conferenza spettacolo “Eppur si muove”: un percorso nella storia ultratrentennale della compagnia attraverso i pupazzi, burattini e marionette della sua mostra permanente e un momento di spettacolo con Tonino Murru sulle capacità espressive e teatrali del burattino.

Spazio, poi, il 9 aprile a Habanera Teatro, in scena nello spettacolo per pupazzi animati in gommapiuma e attore su nero “Azzurra Balena”, di e con Patrizia Ascione e Stefano Cavallini, liberamente tratto dal libro “Nel blu di Azzurra” di Leila Corsi, edito da Campani.

Sabato 29 aprile spazio alla compagnia La Cernita con lo spettacolo “Iqbal”. In scena la regista  Monica Porcedda e Daniele Pettinau vestono i panni di due clown con una missione: raccontare ai bambini la storia di Iqbal Masih, un bambino operaio, sindacalista e attivista pakistano, diventato un simbolo della lotta contro il lavoro infantile.

A maggio la domenica del 7 è con “Alice”, lo spettacolo proposto da Bocheteatro, ispirato al celebre romanzo di Lewis Carroll. La coproduzione con Teatro Tragodia diretta da Virginia Garau vede sul palcoscenico la stessa regista con Giulia Carta, Monica Corimbi, Caterina Peddis, Carmen Porcu e Ulisse Sebis.

Chiudono il cartellone Is Mascareddas con due spettacoli: il primo è il 14 maggio “Soglie”, con Tonino Murru impegnato nella narrazione e nell’animazione dei burattini creati da Donatella Pau, e con la musica dal vivo di Mauro Palmas al liuto cantabile. Liberamente tratta dalla fiaba di Massimo Carlotto “La via del pepe”, la pièce diretta da Marco Sanna narra la storia di un migrante, uno dei i tanti invisibili che sbarcano sulle coste Italiane; il secondo, al debutto assoluto la serata del  21 maggio, è  “Becket-Tino”, di e con Donatella Pau. Liberamente ispirato all’opera di Samuel Beckett “Atto senza parole 1”,  lo spettacolo  è una rappresentazione senza parole con marionette mosse a vista su musiche originali di Maurizio Corda. Il suo protagonista è l’orso Tino, la cui esperienza richiama la fatica necessaria per raggiungere ciò che si vuole, con ingegno e perseveranza, capacità necessarie per crescere e capire sin dai primi anni di vita.

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Questa sera si apre ufficialmente il sipario sulla IV edizione di “Al di qua del ponte”, rassegna in programma fino a sabato 30 luglio negli spazi dell’arena fenicia di Sant’Antioco. Ad aprire l’evento sarà una serata dedicata alla magia dei burattini: dapprima il laboratorio gratuito per bambini sulla costruzione dei burattini a cura di Giulia Sarzi, erede della storica famiglia Sarzi, poi SOGLIE. Musica, parola e burattini, prodotto dalla compagnia Is Mascareddas e da Sardegna Teatro. Uno spettacolo in cui le musiche dal vivo di Mauro Palmas, le parole di Massimo Carlotto e Antonio Murru, i burattini di Donatella Pau cooperano alla trasposizione teatrale del romanzo “La via del pepe“. È la storia di un uomo, il protagonista, che lo spettatore incontra per la prima volta sulla spiaggia, portato dal mare, come una cosa buttata lì, un relitto, un rifiuto corroso e smussato di cui si sono persi i contorni netti. È la storia di Amal, uno dei tanti invisibili che sbarcano sulle nostre coste. Una bugia sincera, una magnifica menzogna, dunque, che come tutte le opere d’arte, attraverso la storia di Amal, ci racconta un’amara realtà. L’ingresso è ad offerta e lo spettacolo è adatto per adulti e bambini dai 10 anni di età.