Al via il progetto di sterilizzazione dei gatti “liberi” delle colonie feline di Sant’Antioco
Ha preso il via sabato 14 dicembre il progetto di recupero e sterilizzazione dei primi gatti appartenenti alle colonie feline censite nel territorio comunale di Sant’Antioco, che contano in totale circa 100 femmine. Un progetto che si è reso possibile grazie alla preziosa collaborazione tra i numerosi volontari che presidiano il territorio e si occupano dei gatti, li accudiscono e li seguono nel loro percorso, l’Amministrazione comunale e il Servizio di Igiene – servizio veterinario della Asl di Carbonia, guidato dal veterinario Massimo Maggio.
Gli interventi di sterilizzazione si svolgono nella struttura di via Iglesias-via Rinascita, nello stabile dove ha sede la Polizia locale: è lì che i gatti vengono condotti dopo il prelievo, sottoposti a prericovero e successivamente all’intervento.
«Sono molto soddisfatto di come il progetto abbia preso corpo – commenta il sindaco Ignazio Locci – questa mattina mi sono recato personalmente nell’ambulatorio di via Iglesias e ho potuto constatare con mano quanta professionalità e quanto amore ci siano dietro questa iniziativa. È solo grazie all’impegno dei volontari che possiamo gestire il fenomeno delle colonie feline, che non deve essere inteso come randagismo assimilabile a quello tipico dei cani. Sono state acquistate delle gabbie dove i gatti alloggiano in attesa dell’intervento e durante il prericovero e i locali sono stati resi accoglienti e funzionali. Possiamo ritenerci soddisfatti di come la collaborazione tra più soggetti abbia prodotto i frutti attesi.»
Il programma prevede la sterilizzazione di tutti gli esemplari presenti nell’abitato che necessitano dell’intervento, con lo scopo di limitare il fenomeno di nuove cucciolate.
«Naturalmente c’è bisogno della collaborazione di tutti – conclude il sindaco Ignazio Locci – ma sono certo che su questo, visti i risultati, abbiamo imboccato la giusta strada e per questo mi sento di ringraziare gli attivisti, la Asl di Carbonia e in particolare il dottor Massimo Maggio.»