La Consulta non ha ammesso la costituzione in giudizio dei Riformatori sulle accise e ha rinviato la discussione nel merito del ricorso del Governo.
La Corte Costituzionale, riunita questa mattina in udienza pubblica per discutere il ricorso del governo contro la norma sulle accise (approvata dal Consiglio regionale all’unanimità) contenuta nella Finanziaria dello scorso anno, non ha potuto ammettere, visti i precedenti, la costituzione in giudizio dei Riformatori sardi, rimasti gli unici ad opporsi – in una lunga, difficile e assai costosa battaglia – al Governo nazionale in questa vicenda. Un esito prevedibile, ma giunto dopo una discussione durata oltre un’ora, nella quale è stato consentito ai giuristi incaricati dai Riformatori sardi, di argomentare a sostegno della costituzione in giudizio.
La discussione nel merito del ricorso ci sarà tra una decina di giorni, anche se ovviamente pesa l’assenza della Regione, come non ha mancato di sottolineare l’avvocato dello Stato, il quale ha basato le sue argomentazioni proprio sull’implicito riconoscimento da parte della Regione Sardegna (non costituitasi) della fondatezza del ricorso del Governo. Ciononostante la Corte ha ritenuto la questione meritevole di un approfondimento.
«Sappiamo che è quasi una mission impossible – spiegano i Riformatori sardi -, ma l’udienza di oggi ci conferma che abbiamo fatto bene a fare questo estremo tentativo, per il quale ringraziamo i nostri avvocati, il prof. Massimo Proto e il prof. Andrea Panzarola, che con le loro argomentazioni hanno dimostrato che la battaglia era perfettamente sostenibile». «Innanzitutto la Consulta non ha rigettato immediatamente l’opposizione, cosa che avrebbe benissimo potuto fare anche senza attendere l’udienza di oggi. In secondo luogo, i giudici della Corte Costituzionale hanno deciso di approfondire la materia del ricorso, rinviando ad altra data la discussione nel merito del ricorso del Governo». Terzo punto, forse quello che fa più riflettere, secondo i Riformatori sardi: «L’Avvocatura dello Stato ha puntato tutte le sue carte sul fatto che la Regione non si sia costituita in giudizio, sulla diserzione della Giunta regionale, che si è arresa senza combattere per opporsi al diritto dei sardi di avere ciò che gli spetta: le accise dei prodotti petroliferi generati in Sardegna».