17 July, 2024
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Siddura 2055-1
La cantina Siddùra sarà protagonista dello speciale che la trasmissione “Sereno Variabile” ha dedicato alla Gallura. Sabato 22 ottobre, alle 17.10, lo storico programma di Rai Due racconterà questa parte di Sardegna all’insegna delle sue bellezze naturalistiche, ma anche delle eccellenze enogastronomiche. Il conduttore della trasmissione, Osvaldo Bevilacqua, ha voluto conoscere da vicino le tenute Siddùra, il luogo e l’azienda dove nascono Vermentini di Gallura, Cannonau e Cagnulari di alta qualità. Il giornalista è rimasto affascinato anche dal recupero dello stazzo che, ristrutturato dai titolari dell’azienda, è diventato un museo dell’arte dove trovano dimora pregiati dipinti e i vini della cantina. Nulla è stato lasciato al caso, nel rispetto della tradizione vinicola che ha sempre contraddistinto questa zona della Gallura e nella ricerca delle tecniche di coltivazione innovative che consentono di salvaguardare l’ambiente circostante e di trarre i massimi benefici dalla terra.
“Qual è la caratteristica dei vini che provengono da questo territorio?”. Osvaldo Bevilacqua, giornalista e conduttore della storica trasmissione di RaiDue, lo ha chiesto spesso durante la registrazione del programma: la valle di Siddùra, a pochi chilometri da Luogosanto, circondata dal granito, è terra di grandi vini e il giornalista ha voluto scoprire il segreto che si cela in questo prezioso “terroir”. Per Massimo Ruggero, amministratore delegato di Siddùra, la risposta è davanti agli occhi dell’intervistatore: i bianchi e i rossi della cantina di Luogosanto beneficiano della mineralità che viene conferita dal terreno a disfacimento granitico, dalla particolare pendenza e dal carattere salmastro impresso dalla vicinanza del mare e che arriva nella valle grazie al maestrale. «La visita della troupe di Sereno Variabile nella nostra azienda – ha commentato Massimo Ruggero – è importante come veicolo di promozione della Gallura, della cultura vinicola di questo territorio e del recupero degli stazzi, che raccontano il vissuto di un popolo». Le telecamere di Rai Due hanno raccolto immagini dell’intera zona, per raccontare la storia del centro gallurese custode anche di un patrimonio boschivo di rara bellezza.

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Alcuni giorni fa i giudici del concorso Decanter World Wine Awards hanno comunicato i risultati della sessione primaverile delle degustazioni e i vini della cantina Siddùra di Luogosanto hanno vinto ben sei medaglie: l’oro al vino rosso Tìros, l’argento al Cagnulari Bàcco, e quattro bronzi per i tre Vermentini di Gallura, Spèra, Maìa e Bèru e per il blend Erema Limited Edition. Per la Cantina di Luogosanto, è il secondo oro vinto al Decanter World Wine Awards dopo quello ottenuto per il Vermentino Maìa nel maggio del 2013.

Il Decanter world wine awards, organizzato dal prestigioso magazine anglosassone Decanter, è unanimemente riconosciuto come una delle competizioni più prestigiose, sia per la quantità di cantine che vi partecipano, sia per la qualità della giuria chiamata a certificare la bontà dei vini: 244 giudici tra cui 69 maestri del mondo del vino, trenta maestri sommelier, molti scrittori del Decanter  come Jane Anson e Andrew Jefford sono arrivati a Londra per giudicare circa 16mila vini iscritti alla competizione internazionale durante cinque giorni di degustazioni alla cieca.

Secondo l’amministratore delegato di Siddùra, Massimo Ruggero, un fattore decisivo per i risultati raggiunti è rappresentato dal microclima ambientale, ideale, della vallata in cui crescono i vigneti. «Il valore aggiunto è rappresentato proprio dalle specificità climatiche della nostra zona. È il “terroir” di Luogosanto, insomma, a consentirci di produrre dei vini che sono poi in grado di affrontare delle competizioni di livello superiore, come il Decanter, e di vincere dei premi.»

«La nostra Isola – afferma Dino Dini, enologo della cantina gallurese – è oggi riconosciuta anche per il grande valore del proprio terroir, ideale per la coltivazione di varietà sia nazionali che internazionali, in grado di dar vita a vini di straordinaria struttura ed eleganza, al pari dei grandi Supertuscan. È per questo che Tìros, blend di uve Sangiovese e Cabernet Sauvignon, affinato in barriques di rovere per più di un anno, con la sua medaglia d’oro, può oggi fregiarsi di aver raggiunto il più alto gradino del podio a Decanter.»

Tiros Siddùra

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Due Vermentini di Gallura e il Cannonau della cantina Siddùra di Luogosanto hanno conquistato le preferenze dei 320 giurati del Concours Mondial de Bruxelles svoltosi a Plodiv, in Bulgaria, dal 29 aprile al primo maggio scorsi. Ad aggiudicarsi l’ambita medaglia d’oro sono stati Maìa, Vermentino di Gallura superior e Fòla, il Cannonau in purezza. L’azienda gallurese ha portato a casa, in Sardegna,  anche un terzo premio: l’argento vinto dal Vermentino di Gallura Spèra.

Siddùra ha vinto la sua sfida più impegnativa. La 23esima edizione del concorso mondiale conferma la validità della strategia attuata da Siddùra che, nella lavorazione dei bianchi, ha lanciato una sfida rivoluzionaria: dare ai vermentini la stessa longevità tradizionalmente riconosciuta ai vini rossi. Una innovazione che è in completa rottura con le usanze del passato, il vermentino, infatti, è sempre stato considerato un vino da consumare per pochi mesi, e poi da buttare. L’oro vinto a Plodiv  da Maìa e l’argento da Spèra, entrambi imbottigliati nel 2014, premia il coraggio di aver voluto sperimentare sui Vermentini il metodo della macerazione a freddo e della fermentazione sulle bucce.

«Il procedimento di lavorazione consiste nell’abbassamento della temperatura dell’uva a zero gradi – spiega Massimo Ruggero, amministratore delegato di Siddùra -. Ciò consente la cristallizzazione degli acini e dei vapori contenuti nella buccia del vino. Passaggi fondamentali che conferiscono al vino profumi e mineralizzazioni inedite.»

I vini della cantina di Luogosanto si sono imposti tra gli 8.750 campioni degustati in Bulgaria durante l’edizione 2016 del prestigioso e storico concorso. Una maratona di tre giorni durante la quale i giurati, suddivisi in 59 commissioni, hanno valutato i vini provenienti da 51 diverse nazioni. 

«Questo duplice riconoscimento – ha detto Dino Dini, enologo di Siddùra – è ancora più prezioso in quanto riconferma la Gallura come terra di produzione di grandi vini bianchi ma anche di ottimi rossi da medio e lungo affinamento.»

Vigneti copia

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Vigneti copia

Oltre cinquemila visitatori in tre giorni hanno affollato lo stand Siddùra al Vinitaly 2016 e si stima una proiezione finale di quasi settemila persone per la Cantina di Luogosanto che, durante la grande fiera del vino di Verona che termina oggi 13 aprile, sta accogliendo migliaia di appassionati ed esperti del settore. «La parola chiave dell’edizione 2016 del Vinitaly è: curiosità» spiega Massimo Ruggero, amministratore delegato dell’azienda agricola sarda. «Il pubblico è curioso di assaggiare e scoprire nuovi vitigni, come quelli autoctoni della Sardegna» aggiunge Ruggero. Non è un caso che così tante persone abbiano affollato lo stand Siddùra: Vermentini, Cannonau e Cagnulari sono stati i protagonisti delle degustazioni.

Bàcco, Cagnulari di Siddùra, ha conquistato la giuria del concorso internazionale 5 Star Wines Award, premio enologico del Vinitaly 2016. Bàcco è stato l’unico Cagnulari meritevole del riconoscimento. «Siddùra sta crescendo rapidamente, aumenta l’interesse a livello nazionale – sottolinea ancora Massimo Ruggero, amministratore delegato di Siddùra – il pubblico cerca il nome e il prodotto della nostra azienda e durante la fiera abbiamo avuto conferme anche dal mercato estero. Infatti siamo stati contattati da alcuni prestigiosi importatori che si occupano del posizionamento del vino in Olanda, Polonia, Svizzera, Belgio, Australia e Germania».

La crescita produttiva di Siddùra rimane sempre ancorata ai criteri di sostenibilità ambientale. «L’azienda sfrutta i metodi tradizionali, tramandati di generazione in generazione, utilizzati fin dalle origini dagli anziani viticoltori della tenuta di Luogosanto – conferma Dino Dini, enologo di Siddùra – tradizione e innovazione sono i pilastri su cui si regge la nostra filosofia produttiva aziendale».

Il Vinitaly 2016, 50esima edizione della rassegna, ha raggiunto il record di presenze degli espositori e, allo stesso tempo, degli operatori esteri che sono accorsi a Verona per aggiudicarsi i migliori vini prodotti nel Belpaese. La cinquantesima edizione punta anche al record di presenze dei visitatori. 

 

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A cavallo, lungo i sentieri appena visibili della Gallura centrale, proprio come gli uomini degli stazzi di un tempo. La gara di Endurance che si è svolta ieri a Luogosanto ha rappresentato un ritorno alle origini per cavalli e cavalieri che hanno partecipato alla manifestazione sportiva organizzata nelle tenute Siddùra, a Luogosanto, dalla Fise Endurance in collaborazione con l’associazione Lu Juali e con il circolo ippico Li Nibbari di Santa Teresa Gallura.

La “Coppa Sardegna – Siddùra Endurance Cup” si è svolta in tre competizioni differenti: tre percorsi da 30, 60 e 90 chilometri, da ripetere su un circuito di 27 chilometri. La gara da 30 km è stata vinta da Anastasia Cassoni; in quella da 60 km ha trionfato Costantino Sanna mentre nel percorso più lungo, da 90 km, la vittoria è andata a Ignazio Mallei, in sella a Orchidea. La partenza e l’arrivo sono stati posizionati all’interno delle vigne Siddùra, nei pressi dell’ingresso della cantina. I 30 iscritti, e il centinaio di persone al seguito, hanno quindi potuto ammirare lo spettacolare fascino della vallata su cui sorge l’azienda agricola.

Per i partecipanti, non è stata una passeggiata come ha sottolineato Giancarlo Guaraglia, giudice nazionale e delegato tecnico Fise Endurance. «Il percorso è stato ricavato in una delle zone più belle della Sardegna, un percorso molto tecnico dove non prevale la velocità ma la resistenza del cavallo e l’abilità dei cavalieri. Si tratta di un vero percorso di Endurance, dove bisogna saper gestire le forze del cavallo».

Un circuito lungo gli antichi sentieri, ormai semidimenticati, che collegavano il Limbara con la punta nord della Sardegna: Santa Teresa Gallura. Anna Teresa Vincentelli, referente della Fise Endurance Sardegna: «Il percorso è molto tecnico, mi ricorda i veri percorsi delle vecchie gare di Endurance nelle quali contava l’abilità del fantino e la resistenza del cavallo».

Nelle gare di endurance c’è una tabella di tempi da rispettare, arrivando nel tempo stabilito. La classifica si stabilisce in base al tempo più vicino a quello determinato (00 in gergo) e soprattutto sulla base dei battiti cardiaci del cavallo, che non devono superare determinate soglie al minuto. Mauro Ardu, presidente commissione veterinaria: «In queste gare la salute del cavallo viene tutelata primariamente, prima della partenza il cavallo passa per un controllo veterinario della Commissione esaminatrice, poi ogni 30 km si ripassa per un “cancello” veterinario per stabilire se il cavallo è in grado di continuare il percorso».

Salvatore Azzena, comitato organizzatore: «Siamo molto soddisfatti, è stata una grande giornata. Avevamo un po’ di preoccupazione per i cavalieri su un percorso così complesso, molto impegnativo, ma tutto è andato bene e gli stessi partecipanti hanno apprezzato i paesaggi e il grande contesto naturalistico della manifestazione».

Massimo Ruggero, amministratore delegato di Siddura, ha detto: «Siamo onorati di aver ospitato questa bellissima competizione, che si sposa molto bene con le caratteristiche ambientali del nostro territorio. L’azienda è strettamente connessa alla comunità di Luogosanto ed è vicina a tutte le realtà associative che si occupano di valorizzare il contesto naturalistico della Sardegna».

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Torna la grande ippica in Gallura. Si svolgerà domenica 20 marzo nei suggestivi scenari della Cantina Siddùra di Luogosanto  la seconda : la manifestazione, denominata “Coppa Sardegna – Siddùra Endourance Cup”, è organizzata dall’associazione culturale “Lu Juali” di Luogosanto, in collaborazione con il circolo ippico Li Nibari di Santa Teresa Gallura e con il patrocinio del Comune di Luogosanto.  A distanza di cinque anni la competizione regionale equestre ritorna a Luogosanto, per la prima volta ospite delle tenute Siddùra, dove si svolgeranno le partenze e gli arrivi dei circa 40 cavalieri che si contenderanno il podio suddivisi nelle tre categorie ammesse dal regolamento: debuttanti (30 chilometri), Cen A (60 chilometri) e Cen B (90 chilometri). I partecipanti si sfideranno sotto lo sguardo attento della giuria e del responsabile dell’endurance Sardegna Annateresa Vincentelli. I fantini più veloci verranno premiati nell’anfiteatro della Cantina Siddùra con i premi messi in palio dall’azienda vinicola che ha accolto con estremo entusiasmo la proposta di ospitare nelle tenute una manifestazione così importante e spettacolare. «Abbiamo studiato un percorso di grande pregio ambientale, partendo dalla vigna Siddùra per inoltrarci tra gli stazzi e i boschi secolari attorno a Luogosanto – spiega Piero Sanna dell’associazione organizzatrice -. Si percorreranno vecchi sentieri che, ancora fino alla fine dell’ 800, rappresentavano la principale via di comunicazione tra Tempio e Santa Teresa». 

Massimo Ruggero, amministratore delegato della Cantina Siddùra, si dice onorato di poter ospitare: «Una manifestazione così importante per il movimento equestre sardo. Abbiamo scelto volentieri di partecipare come sponsor principale dell’evento. Il territorio di Luogosanto saprà certamente dare forti emozioni ai partecipanti grazie al nostro notevole patrimonio naturalistico». 

Il sindaco di Luogosanto Agostino Pirredda esprime il desiderio di poter ospitare la manifestazione anche per le prossime edizioni: «Si tratta di iniziative strategiche, legate al turismo attivo, che servono per promuovere il territorio in periodi di bassa affluenza turistica. Continueremo a sostenere le gare di endurance anche in futuro, nei limiti delle nostre possibilità». Gli organizzatori ringraziano tutti coloro che hanno contribuito alla fattibilità dell’evento. Le gare inizieranno alle 8.00 con la partenza della prima categoria in gara e si concluderanno alle 17.00 con le premiazioni.

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Il Fòla 2014 della cantina Siddùra di Luogosanto ha trionfato al concorso internazionale Berliner Wein Trophy che si è svolto pochi giorni fa nella capitale tedesca. I 185 giurati hanno selezionato il Cannonau Doc di Siddùra, frutto di vitigni autoctoni, come uno dei migliori rossi al mondo assegnandogli la medaglia d’oro. Fòla bissa il successo di due anni fa, quando mise a segno una doppietta in terra tedesca con gli ori conquistati al Berliner e al Mundus Vini.

Nell’edizione del Berliner Wein Trophy del 2016, che si è appena conclusa, sono stati valutati 5.785 vini. Quasi il 70 per cento dei campioni presentati sono stati valutati positivamente dai giudici con l’attribuzione di punti: un risultato che solitamente configura l’assegnazione di una medaglia. Il regolamento interno all’OIV, Organizzazione internazionale della vigna e del vino, consente però l’attribuzione dei premi solo al 30 per cento dei campioni presentati. per questo motivo i giudici hanno dovuto fare un’ulteriore selezione scegliendo le più fulgide eccellenze dell’enologia internazionale. Oltre all’oro del Cannonau in purezza Fòla, Siddùra porta a casa due medaglie d’argento con il Vermentino di Gallura Docg Maìa e con il Sangiovese Tìros.

«La nuova medaglia d’oro di Fòla rappresenta un riconoscimento per il nostro lavoro ma anche una grande vittoria per il vitigno autoctono sardo e di conseguenza per la Sardegna – commenta Massimo Ruggero, amministratore delegato della cantina di Luogosanto – conquistare un premio così importante in Germania è un risultato significativo perché il pubblico tedesco è molto selettivo.»

Nelle prossime settimane Siddùra parteciperà al prestigioso Prowein di Dusseldorf e al Vinitaly di Verona.

Massimo Ruggero Siddura

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Arrivano da Londra altri prestigiosi riconoscimenti internazionali per i vini della Cantina gallurese Siddùra. Il Cagnulari Bàcco 2014 Isola dei Nuraghi, ha vinto l’oro in uno dei più prestigiosi concorsi internazionali, l’International Wine Challenge 2016. La manifestazione si è svolta a Londra alcuni giorni fa: la giuria, composta da cinque tra i massimi esperti di vino a livello mondiale, ha attestato la medaglia d’oro al Cagnulari in purezza Bàcco dell’annata 2014 prodotto dalla cantina gallurese. Il grande risultato ottenuto dal rosso di Siddùra, non è l’unica sorpresa arrivata da Londra: il Vermentino di Gallura Spèra 2014 e il Cannonau in purezza Fòla 2013 hanno ottenuto la medaglia d’argento.

Dino Dini, l’enologo di Siddùra, riguardo ai riconoscimenti ottenuti a Londra, commenta: «Mi emoziona sempre di più vedere vitigni autoctoni della Sardegna salire sui primi gradini del podio di concorsi internazionali come l’International Wine Challenge. I nostri Cagnulari, Cannonau e Vermentino di Gallura sono tutti vini di carattere che hanno un forte legame con il territorio di origine, evocano i profumi e i sapori della nostra regione anche quando ci si trova seduti a un tavolo dall’altra parte del globo. Vini unici ed autentici, composti al 100 per cento dalle varietà di un singolo vitigno».

Il 2015 è stato un anno veramente importante per la giovane azienda di Luogosanto, che sta continuando a mietere successi ed ha ormai intrapreso un percorso di crescita che fa ben sperare per il futuro. Lo scorso settembre, il Vermentino Docg di Gallura Maìa ha ottenuto il massimo riconoscimento in Italia: i Tre bicchieri del Gambero rosso. Un risultato cercato e ottenuto grazie a un lavoro basato sulla ricerca della qualità e della purezza. Come ha sottolineato Giuseppe Carrus, vice curatore della guida dei vini del Gambero Rosso «i Tre Bicchieri non si danno ai vini buoni, ma ai grandi vini». La consegna del premio italiano più prestigioso nell’ambito vinicolo, è stata celebrata a Cagliari martedì 1 dicembre con un evento a cui hanno partecipato lo stesso Carrus; Fabrizio Abis, sommelier dell’Associazione italiana sommelier; Massimo Ruggero, amministratore delegato di Siddùra e Luca Vitaletti, agronomo della Cantina gallurese.

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Si è conclusa ieri, giorno di Ferragosto, la seconda edizione del Gamf – Golfo Aranci music festival con l’esibizione del dj italiano più famoso del mondo: Benny Benassi. L’artista è stato premiato dalla cantina Siddùra di Luogosanto, sponsor dell’evento, di fronte a circa 15mila persone che si sono radunate in piazza La Piccola per l’ultima serata della rassegna. Il Gamf ha quindi confermato il successo di pubblico della manifestazione, durata una settimana, dall’8 al 15 agosto, che ha raggiunto il picco di presenze proprio nella serata conclusiva con Benassi.

Il dj emiliano, classe 1967, da anni in cima alle classifiche dei migliori dj italiani e inserito a più riprese nelle top ten dei dj più popolari al mondo, sabato sera ha ricevuto il premio alla carriera da parte dell’azienda agricola Siddùra: la cantina di Luogosanto, sponsor principale dell’evento, ha scelto di premiare Benny Benassi con una magnum del vino rosso Fòla anche per la sua attenzione rivolta al sociale, con i messaggi “Divertitevi senza correre rischi” lanciati alla folla.

E’ andata in archivio in questo modo la seconda, spettacolare edizione del Golfo Aranci music festival, organizzato dal direttore artistico Nello Simioli e patrocinato dal Comune. L’evento ha consentito di rinsaldare con forza il saldo rapporto di collaborazione tra il territorio di Luogosanto e quello di Golfo Aranci, costruito negli anni, che ha permesso di presentare al meglio il connubio tra mare ed entroterra, tra eccellenza ricettiva balneare e qualità produttiva enologica. Siddùra ha allestito il privè con materiale informativo e presenza scenica d’impatto: lo spazio destinato ad accogliere i deejay nel backstage è stato allestito con una autentica barrique Siddùra, un pannello di 3 metri per 2,50; un roll-up di 2,20 metri.

«Siamo onorati di aver contribuito al successo di questa manifestazione – ha commentato Massimo Ruggero, amministratore delegato di Siddùra – il Golfo Aranci music festival è una vetrina molto importante non solo per il paese costiero, ma anche per le realtà produttive che hanno scelto di sostenere la rassegna. Tanta gente, grande divertimento: siamo molto soddisfatti.»

Durante la premiazione marchiata Siddùra, il sindaco Giuseppe Fasolino ha espresso entusiasmo per la riuscita del Gamf, ha ringraziato gli sponsor e dato appuntamento al prossimo anno.

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Grande successo dei vini Siddura di Luogosanto in uno dei massimi concorsi vinicoli del mondo: alcuni giorni fa si è concluso a Londra il Decanter world wine awards, alla quale hanno partecipato oltre 16mila vini prodotti da centinaia di cantine ubicate in tutto il mondo. I vini Siddùra hanno ottenuto dei risultati strepitosi: i bianchi Bèru, Spèra e Maìa sono tornati tutti dalla trasferta londinese con un certificato Decanter in dote. Il vermentino gallurese Bèru, barricato, di elevatissima qualità, si è aggiudicato l’argento. Spèra e Maìa hanno conquistato il bronzo. Notevole riconoscimento anche per un rosso barricato, il Tìros, che ha ottenuto un bronzo.

Il Decanter world wine awards, organizzata dal prestigioso magazine anglosassone Decanter, è unanimemente riconosciuta come una delle competizioni più prestigiose, sia per la quantità di cantine che vi partecipano, sia per la qualità della giuria chiamata a certificare la bontà dei vini: oltre 200 giudici hanno assaggiato 16 mila etichette dal 27 aprile al primo maggio e, dopo aver effettuato una sostanziosa scrematura, hanno nominato i vini migliori nelle due giornate finali del concorso, il 7 e 8 maggio. Per la cantina Siddùra, si tratta di un riconoscimento molto importante: prosegue il percorso di crescita dell’azienda, mantenendo le radici ben ferme e salde nel terreno gallurese. Il segreto? Un elemento importante è la passione per il lavoro tra i filari. L’attenzione e la cura, la scelta delle tecnologie più avanzate unite al rispetto totale dell’ambiente.

Secondo l’amministratore delegato di Siddùra, Massimo Ruggero, un fattore decisivo è rappresentato dal microclima ambientale, ideale, della vallata in cui crescono i vigneti. «Il valore aggiunto è rappresentato proprio dalle specificità climatiche della nostra zona. È il “terroir” di Luogosanto, insomma, a consentirci di produrre dei vini che sono poi in grado di affrontare delle competizioni di livello superiore, come il Decanter, e di vincere dei premi .