19 November, 2024
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La Sardegna fin dalla più remota antichità al centro degli scambi e degli spostamenti del Mediterraneo e avamposto delle connessioni tra le civiltà che si sono affacciate sul Mare Nostrum. È lo spunto da cui prende l’avvio la grande mostra internazionale “Le Civiltà e il Mediterraneo” – la cui inaugurazione è prevista il 31 gennaio 2019 al Museo Archeologico Nazionale e al Palazzo di Città di Cagliari – che ha l’obiettivo di dare lustro e visibilità a un patrimonio archeologico millenario e unico e dare slancio al turismo culturale nella nostra isola. L’esposizione è stato presentata alla stampa, oggi al Museo Archeologico Nazionale, con una piccola anteprima dei pezzi e della metodologia che verranno proposti.

La mostra, anticipata nel dicembre 2017 dal convegno internazionale ospitato all’ex Manifattura Tabacchi di Cagliari che ha riunito curatori e studiosi di importanti Musei italiani, europei e del bacino mediterraneo, rientra nell’Accordo di collaborazione pluriennale siglato lo scorso 21 giugno a San Pietroburgo tra l’assessorato regionale del Turismo, Museo Statale Ermitage, Polo Museale della Sardegna – MiBAC, Fondazione di Sardegna, Comune di Cagliari e il coinvolgimento di Ermitage Italia, con l’obiettivo di favorire lo scambio di esperienze, l’attuazione di momenti di approfondimento scientifico, lo studio e realizzazione di eventi ed esposizioni.

Sono 550 reperti che coprono un arco temporale dal Neolitico al primo millennio a.C. il fulcro del progetto espositivo curato da Yuri Piotrovsky del Museo Statale Ermitage, Manfred Nawroth del Pre and Early History-National di Berlino, in collaborazione con Carlo Lugliè, docente all’Università di Cagliari e Roberto Concas, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e il coinvolgimento del Museo Nazionale Georgiano di Tbilisi, dell’History Museum of Armenia di Erevan e del MARQ di Alicante. 149 i pezzi provenienti in prestito dall’Ermitage, 149 arrivano dall’Archeological Museum di Salonicco, 97 in prestito dal Pre and Early History-National Museums di Berlino, 34 dal Mann di Napoli, 8 dal Musèee de Bardo di Tunisi, mentre i restanti 97 dalle collezioni dei musei di Cagliari, Sassari e Nuoro, per comporre un mosaico che parte dalle testimonianze archeologiche sarde, abbraccia le diverse culture e aree del Mediterraneo e del Caucaso per mettere in luce connessioni e differenze, in modo da restituire alla Sardegna la centralità nel panorama preistorico. La mostra è stata interamente finanziata coi fondi POR-FESR 2014-2020, asse “heritage tourism”.

«Ci sono molti motivi per cui questa iniziativa è così importante – dice il presidente della Regione Francesco Pigliaru in apertura del suo intervento – ringraziando quanti hanno lavorato “per raggiungere l’obiettivo ambizioso di questa mostra, che partita anni fa da un’idea lungimirante del comune di Cagliari ha intrecciato collaborazioni preziose diventando una chiave per aprire nuove prospettive. La Sardegna possiede un’eredità storica e archeologica tanto straordinaria quanto ancora poco conosciuta nel mondo – sottolinea -, e crediamo sia giusto impegnarci al massimo perché questo patrimonio così peculiare abbia una visibilità internazionale crescente, tale da intercettare ampie fasce di quel turismo che negli anni sta diventando sempre più colto, sempre più curioso, sempre più alla ricerca di qualità nel paesaggio, nel cibo, nella storia, nell’archeologia. D’altro canto la lezione del passato è un messaggio chiarissimo per il presente e per il futuro. La Sardegna nel Mediterraneo antico non era isolata ma, al contrario, avamposto centralissimo, luogo e intreccio di connessioni. Un ruolo importante che abbiamo avuto e che oggi, in questo particolare momento storico, siamo più che mai chiamati a continuare a svolgere – conclude il presidente Pigliaru -, per favorire il dialogo tra la sponda nord e la sponda sud.»

«Oggi – dice Barbara Argiolas, assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio – presentiamo una prestigiosa mostra che partirà il 31 gennaio e con la quale vogliamo posizionare la Sardegna sulle rotte del grande turismo culturale. Abbiamo necessità di valorizzare, raccontare e promuovere il nostro straordinario patrimonio archeologico e storico, e con questa esposizione lo facciamo in rapporto alle civiltà che nei millenni sono sorte sulle sponde del mar Mediterraneo e con il coordinamento scientifico delle più importanti istituzioni internazionali. La cultura, materiale e immateriale, è sempre più capace di contribuire allo sviluppo sostenibile della nostra isola e creare benessere e occupazione nei territori. Infatti, insieme al paesaggio e alla qualità della vita, costituisce uno gli elementi strategici più importanti per accrescere il valore della nostra destinazione non solo nei mesi estivi, ma anche nei cosiddetti mesi di spalla. In questo senso, la sfida di “Le Civiltà e il Mediterraneo”, interamente finanziata con fondi europei, è proprio il suo arco temporale: da gennaio a maggio, mesi meno movimentati dal punto di vista turistico, per rendere Cagliari e la Sardegna ancora più attraenti per quei viaggiatori curiosi di conoscere la vera identità e cultura di chi li ospita e di vivere un’esperienza in luoghi accoglienti, ricchi di eventi e appuntamenti.»

«La partecipazione a un progetto – dichiara Giovanna Damiani, direttrice del Polo Museale della Sardegna – Mibac – che mette in primo piano la centralità culturale dell’isola ci inorgoglisce come Istituzione che ha da sempre posto questo aspetto tra i suoi compiti principali. Il Polo museale della Sardegna, infatti, racchiude al suo interno tutte le anime che, da un capo all’altro dell’isola, nella straordinaria varietà delle sue collezioni, raccontano una storia cultuale lunga oltre 6/7 mila anni.»

«Siamo orgogliosi – sono le parole di Massimo Zedda, sindaco di Cagliari – di proseguire la collaborazione avviata nel 2015, in occasione di Cagliari Capitale Italiana della Cultura, con il Museo Ermitage di San Pietroburgo. La mostra “Le Civiltà e il Mediterraneo” costituisce una nuova e straordinaria occasione di confronto internazionale e di crescita per i nostri musei, un’altra testimonianza di quanto Cagliari e la Sardegna intera possano offrire con la nostra civiltà nuragica. Una rete di relazioni e rapporti che diventa nuovamente attuale a distanza di millenni e che l’evento espositivo racconterà ai visitatori. Un appuntamento ancora più importante in questo periodo storico, ulteriore prova di quanta importanza abbia avuto e abbia il Mediterraneo nello scambio di cultura, esperienze, arte e commercio.»

«In questo particolare momento storico – dice Roberto Concas, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari – pieno di contraddizione e dove emerge il drammatico tema dell’immigrazione, il museo ancora una volta si apre alla socialità, all’integrazione attraverso la conoscenza, considerando il Mediterraneo una condizione che unisce e non isola.»

«Con questo progetto espositivo – è il commento del presidente della Fondazione di Sardegna, Antonello Cabras – frutto dell’accordo di collaborazione firmato lo scorso anno, si afferma una lettura della storia della Sardegna, che si intreccia in maniera indissolubile alle vicende degli altri popoli del Mediterrano: al centro di scambi e relazioni che ne hanno plasmato fisionomia e identità, l’isola è da sempre terra votata alla specificità ma anche all’integrazione. Dalla riflessione, che si sviluppa dalla conoscenza attraverso le testimonianze del passato, nascono occasioni di condivisione e valorizzazione del nostro patrimonio storico e culturale.»

“Le Civiltà e il Mediterraneo” sarà visitabile dal 31 gennaio 2019 fino alla fine di maggio.

 

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Ci sarà anche una lista comunista a sostegno della candidatura di Massimo Zedda per le prossime elezioni regionali. Partito e simbolo (una falce e martello rossa sullo sfondo della bandiera dei Quattro Mori) sono stati presentati questa mattina alla stampa dal segretario regionale Bruno Fiori. Alla nuova formazione politica ha deciso di aderire il consigliere regionale Fabrizio Anedda, eletto in Consiglio nelle liste di Sinistra sarda.

«Cercheremo di portare in campagna elettorale i temi a noi cari: lavoro, sviluppo, diritto alla salute – ha detto Fabrizio Anedda – in questa legislatura si sono fatte cose importanti, altre devono essere migliorate». Tra i buoni risultati ottenuti dal centrosinistra, Fabrizio Anedda ha citato la riforma della sanità con la creazione della Asl unica regionale, la riforma della rete ospedaliera e la lotta alla peste suina.

«L’Ats consentirà di migliorare i servizi e di tagliare la spesa – ha sottolineato Fabrizio Anedda – l’eradicazione della peste suina permetterà alla Sardegna di rilanciare al suinicoltura che è stata, per secoli, un settore trainante dell’economica isolana. Ci sarà invece da lavorare per dare piena attuazione alla riforma della rete ospedaliera garantendo servizi efficienti nei territori.»

Sulle politiche del lavoro, Fabrizio Anedda ha chiesto un’inversione di marcia: «Più che di politiche per il lavoro in questa legislatura si è cercato di arginare l’emergenza occupazionale e di dare sostegno alle persone indigenti – ha affermato Fabrizio Anedda – le varie misure adottate (Garanzia Giovani, bonus lavoro e progetto Lavoras) sono stati interventi assistenziali che non hanno creato sviluppo. In futuro occorrerà fare meglio». Per il consigliere regionale l’attenzione della politica deve essere rivolta alle tante partite Iva che operano in Sardegna ed alle produzioni di qualità: «Il lavoro lo creano le imprese – ha concluso Anedda – a queste occorre guardare con politiche di incentivazione per le piccole filiere in capo agricolo e zootecnico».

Il segretario Bruno Fiori ha invece chiarito il senso di una presenza comunista nella contesa elettorale: «Non è un’operazione nostalgica – ha detto Bruno Fiori – Progetto Comunista per la Sardegna rappresenta invece una novità. Noi porteremo avanti istanze che sembrano dimenticate: giustizia sociale, multiculturalismo, difesa dei diritti civili e sociali. Oggi c’è una parte politica che mette le mette in discussione. Noi vogliamo riaffermare la nostra identità e allo stesso tempo lavorare per un progetto che vada oltre i partiti. Siamo organici al centrosinistra e sosterremo convintamente Massimo Zedda».

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Venerdì 21 dicembre, alle ore 14.30, presso sala congressi T-Hotel in Via dei Giudicati 66, a Cagliari, si terrà una assemblea aperta a tutti i cittadini organizzata dalle segreterie regionali di Uil Fpl e Uil Trasporti sui temi della funzione pubblica e dei trasporti in Sardegna.

All’evento sono stati invitati i candidati governatori ufficiali Massimo Zedda (centrosinistra), Christian Solinas (centrodestra), Francesco Desogus (Movimento 5 Stelle) ed Andrea Murgia (Autodeterminatzione) che risponderanno alle domande della segretaria generale UIL FPL Sardegna Fulvia Murru e del segretario generale UIL TRASPORTI Sardegna William Zonca.

 

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In attesa di conoscere l’esito delle Primarias del Partito dei Sardi che si concluderanno domani 16 dicembre, oggi è stata ufficializzata la partecipazione di un quinto candidato alla presidenza della Regione per le elezioni del prossimo mese di febbraio, che guiderà la lista “Sardi Liberi”, nata dall’accordo tra il movimento Unidos guidato da Mauro Pili ed il movimento Progres guidato da Gianluca Collu, entrambi già presenti cinque anni fa a sostegno delle candidature, rispettivamente, di Mauro Pili e della scrittrice Michela Murgia. Al progetto hanno già dato la loro adesione il consigliere regionale Angelo Carta, che lascia il Partito Sardo d’Azione, nel quale ha militato per circa trent’anni, e l’ex presidente dello stesso PSd’Az, Giovanni Columbu.

L’accordo è stato ufficializzato questa mattina, nella sala Search, a Cagliari. Non è stato annunciato chi sarà il candidato alla carica di governatore, anche se appare assai probabile che possa essere Mauro Pili, 52 anni, già presidente della Regione dal 25 ottobre 2001 al 25 agosto 2003. Il prescelto, si confronterà con gli altri quattro candidati già in campo, Christian Solinas (centrodestra), Massimo Zedda (centrosinistra), Francesco Desogus (M5s), Andrea Murgia (Autodeterminatzione) e con il candidato del Partito dei sardi che scaturirà dalle Primarias, a meno che nei prossimi giorni non si inseriscano nuove coalizioni e nuovi candidati.

 

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Sabato 15 dicembr,e a Oristano, all’Hotel Mariano IV, si svolgerà la conferenza programmatica di “Liberi e Uguali Sardegna” in vista delle prossime elezioni regionali. Parteciperà ed interverrà il candidato alla Presidenza della Regione, Massimo Zedda.

I lavori inizieranno  alle 9.30 ed andranno avanti sino alle 13.30. Al termine dalla pausa pranzo, i lavori riprenderanno alle 15.00 e proseguiranno alle 19.00 con la conclusione dei lavori.

«Sarà l’occasione per incontrarsi, confrontarsi e discutere dell’idea di Sardegna che vogliamo continuare a portare avanti – si legge in una nota di “Liberi e Uguali Sardegna” -. Partendo dai risultati raggiunti, dalle cose buone fatte e analizzando gli errori commessi  definiremo le linee programmatiche che avranno  come punto di riferimento i valori del lavoro, della salute, dello stato sociale, della cultura e dell’istruzione. È indispensabile che in questo momento storico così delicato la sinistra sia unita più che mai per portare avanti quelle istanze che l’hanno sempre caratterizzata, con un progetto forte, credibile e concreto.»

«Il confronto schietto e sincero tra le varie anime sarà la base per un programma plurale e collettivo in grado di trasformarsi in risposte concrete ed efficaci – conclude la nota -. L’appuntamento di sabato è il punto di partenza per un progetto che porti la nostra Isola ad essere un esempio per la difesa dei diritti di tutti ed il raggiungimento della felicità.»

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Sinistra Italiana Sardegna ha chiesto l’intervento della segreteria nazionale per la situazione creatasi in Sardegna.

«Dirigenti e iscritti a Sinistra Italiana in Sardegna leggono quotidianamente – sulla stampa e sui social media – dichiarazioni contraddittorie di esponenti del partito relative al difficile momento politico di preparazione alle elezioni regionali del febbraio prossimo; un momento che richiederebbe il massimo di coesione e di unità del partito nell’elaborazione della linea politico-programmatica e nell’interlocuzione con le altre forze politiche in vista di eventuali alleanze – si legge nella nota inviata alla segreteria nazionale del partito -. In particolare – a seguito delle dimissioni del segretario regionale Antonello Licheri (per discutere le quali la presidente dell’assemblea regionale Franca Dessì aveva convocato una riunione, poi disdetta) – ci sono state, come vi è noto, dichiarazioni che escludevano a priori una possibile alleanza, guidata presumibilmente dal sindaco di Cagliari Massimo Zedda – in contrapposizione alla coalizione di centrodestra sotto la guida della Lega e al movimento Cinquestelle – in contrasto con il deliberato dell’Assemblea regionale di cercare un’alleanza sulla base di scelte programmatiche in forte discontinuità con il passato e di recuperare, ove possibile, il progetto di Liberi e Uguali anche con l’utilizzo del simbolo per la lista elettorale.»

«Tali dichiarazioni, qualcuna delle quali particolarmente virulenta e offensiva, hanno sollevato dubbi anche sull’opportunità da parte degli organismi dirigenti nazionali di intervenire per concordare la linea politica più utile per il partito e per la Sardegna, con l’uso di appellativi come “proconsoli” che non dovrebbero far parte del linguaggio e dell’atteggiamento di dirigenti seri e consapevoli della gravità del momento. Da tali dichiarazioni – conclude la nota – ci dissociano nettamente, e chiediamo alla segreteria nazionale una piena assunzione di responsabilità attraverso l’incarico di commissario ad uno dei dirigenti che meglio conoscono la situazione della Sardegna di seguire direttamente lo sviluppo delle vicende politiche sarde.»

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Una settimana di incontri, dibattiti, proiezioni e approfondimenti per rilanciare l’impegno antimafia in Sardegna. Da lunedì 10 a domenica 16 dicembre, fa tappa nell’isola la carovana di LiberaIdee, il laboratorio dell’associazione Libera che in questi mesi sta toccando tutte le regioni italiane con l’obiettivo di rinnovare l’impegno civile contro le mafie e la corruzione. In Sardegna gli appuntamenti si terranno a Cagliari, Sassari, Ozieri, Iglesias, Alghero, Tempio, Mogoro, Guspini, Senorbì, Gergei e Suelli.

Nel corso dell’iniziativa verrà anche presentato il recente Rapporto LiberaIdee che, attraverso questionari e interviste mirate ha fotografato la percezione che gli italiani hanno della mafia e della corruzione, mentre alcuni incontri verranno dedicati al tema dei beni confiscati, della povertà in Sardegna e degli attentati agli amministratori locali. Sabato 16 inoltre centinaia di giovani saranno protagonisti della manifestazione di avvio del progetto Scuola & Volontariato.

«Nel Report LiberaIdee l’identikit del campione sardo ha delle atipicità rispetto a quello nazionale – spiega il referente di Libera Sardegna Giampiero Farru -. Si scopre che da noi un giovane su quattro non è interessato alla politica o ne è disgustato. Due giovani su quattro invece non vivono esperienze associative di alcun tipo, mentre due su tre ‘fanno antimafia’ continuativamente o sporadicamente. La metà degli intervistati ritiene infine che la presenza della mafia nel suo territorio sia marginale e il 75 per cento ritiene che la mafia sia ormai un fenomeno globale». Secondo Giampiero Farru «si tratta di una fotografia che interroga, interpella e reclama la conoscenza del territorio e la sua realtà sociale, educativa, economica e politica. Per questo il viaggio di LiberaIdee vuole aiutare ad entrare in questi meccanismi per scatenare proposte, iniziative, mobilitazione e partecipazione».  

Il programma, organizzato da Libera Sardegna in collaborazione con il Centro di servizio per il volontariato Sardegna Solidale, si aprirà lunedì 10 dicembre a Cagliari con l’inaugurazione presso l’Istituto Buccari-Marconi (in viale Colombo 60) della mostra “Falcone e Borsellino, 26 anni dopo”. La mostra sarà visitabile fino a mercoledì 12 dalle 9.00 alle 13.00, mentre da giovedì 13 a sabato 15 sarà allestita presso la sede del Marconi in via Pisano. Le scolaresche possono prenotarsi al Numero Verde di Sardegna Solidale 800-150440.

Nel pomeriggio l’appuntamento invece è per le 15.30 dove, nell’Aula Maria Lai della Facoltà di Scienze Economiche, Giuridiche e Politiche in via Nicolodi 102, verrà presentato il Rapporto LiberaIdee sulla percezione e la presenza di mafie e corruzione. Al dibattito parteciperanno il prorettore dell’Università di Cagliari Pietro Ciarlo, il presidente della Facoltà di Scienze Economiche Giuridiche e Politiche Stefano Usai, la prefetta di Cagliari Romilda Tafuri, il questore Pierluigi D’Angelo, il sindaco Massimo Zedda, il magistrato della Procura di Cagliari Guido Pani, insieme a Tatiana Giannone di Libera e Giampiero Farru di Libera Sardegna.

 “Povertà e ricchezza in Sardegna, insieme per nuovi modi di essere società” è invece il titolo della ricerca, condotta dalla Fondazione Zancan per Sardegna Solidale, che verrà presentata martedì 11 dicembre a partire dalle 16 presso la Sala Search nel Largo Carlo Felice a Cagliari. Nutritissima e qualificata la platea dei relatori: insieme al presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru e al direttore della Fondazione Zancan Tiziano Vecchiato, ci saranno anche don Angelo Pittau (presidente del Comitato promotore di Sardegna Solidale), Bruno Loviselli (presidente del Co.Ge. Sardegna), l’assessore regionale alla Sanità e all’Assistenza Sociale Luigi Arru, Emanuele Garzia (vicepresidente dalla Camera di Commercio di Cagliari), Giuseppe Matolo (presidente Federmanager Sardegna), Giansimone Masia (direttore generale di Confindustria Centro-Nord Sardegna), don Marco Lai (direttore della Caritas Diocesana Cagliari), Giancarlo Della Corte (dirigente scolastico dell’Istituto Buccari-Marconi di Cagliari) e Laura Caddeo (dirigente scolastico dell’Istituto Pertini di Cagliari). All’incontro, che sarà coordinato dal giornalista Vito Biolchini, parteciperanno anche i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Michele Carrus, Gavino Carta e Maria Francesca Ticca.

Tre gli appuntamenti in programma mercoledì 12, nel segno dello sport, del cinema e dell’impegno. Si parte alle 9.00, a Cagliari, presso la palestra del Convitto Nazionale in via Vesalio con “Liberaidee: un nuovo sport”, un torneo che vedrà protagoniste selezioni del Convitto Nazionale-Liceo Sportivo, del Buccari-Marconi e del Martini.

Alle 10.00 invece. a Gergei, nel bene confiscato di Su Piroi, studenti e di docenti delle scuole superiori della Sardegna si ritroveranno per raccogliere insieme le bacche del mirto, destinato poi a diventare liquore, “il mirto della legalità”.

Dalle 19.00 nelle sedi di Libera di Alghero, Mogoro, Guspini, Senorbì, Tempio Pausania, appuntamento con “Libero cinema”, la proiezione di docufilm dedicati alla lotta alla mafia. 

La carovana di LiberaIdee giovedì 13 fa tappa a Suelli e a Sassari. Nel paese della Trexenta l’appuntamento è alle 11.30, nella Biblioteca comunale di via Gramsci per il dibattito dal tema “Correte, ragazzi, e sentitevi vivi: l’impegno per la giustizia sociale” e a cui partecipano i ragazzi della scuola Secondaria di primo grado di Suelli e una rappresentanza della scuola secondaria di primo grado di Mandas. Interverranno il sindaco di Suelli Massimiliano Garau, il parroco del paese Michele Piras, il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Mezzacapo di Senorbì Rosario Manganello, e il referente di Libera Sardegna Giampiero Farru.

“Presidiare la democrazia nelle comunità: gli attentati agli amministratori pubblici sono attentati alla democrazia” è invece il tema del dibattito in programma a partire dalle 16.00, nella sala dell’Hotel Vittorio Emanuele di Sassari (Corso Vittorio Emanuele II 100/102), a cui parteciperanno il sindaco Nicola Sanna, l’arcivescovo mons. Gianfranco Saba, il prefetto Giuseppe Marani, lo studioso Daniele Pulino (del Dipartimento di Storia, Scienze dell’uomo e della Formazione dell’Università di Sassari), insieme al presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana, al dirigente scolastico dell’Istituto De Castro di Oristano Pino Tilocca, e al referente di Libera Sardegna Giampiero Farru.

 

Quale futuro per i beni confiscati alle mafie e alla criminalità? La questione oggi è al centro del dibattito politico e verrà affrontata a Ozieri venerdì 14 dicembre nel corso del dibattito “Beni confiscati: uso sociale o vendita?”. Si inizia alle 16.30nella sede della Caritas diocesana. All’incontro, a cui è stato invitato anche il senatore Christian Solinas (vicepresidente della commissione parlamentare Antimafia), parteciperanno il sindaco di Ozieri Marco Murgia, il vicepresidente nazionale di Libera Davide Pati, il referente di Libera Sardegna Giampiero Farru, Tonino Becciu del presidio Libera di Ozieri “Don Pino Puglisi”, e Giovanna Pani del Sa. Sol. Point n. 18 di Ozieri.

 

Sarà invece una grande festa quella in programma sabato 15 a Gergei. Presso il bene confiscato di Su Piroi si ritroveranno infatti centinaia di studenti provenienti da tutta l’Isola per la manifestazione “Cambia rotta. Una scuola che accoglie, che dialoga e che integra”, momento di avvio del progetto Scuola & Volontariato. Appuntamento a partire dalle 10 con le testimonianze delle studentesse e degli studenti coinvolti, in una iniziativa che vedrà anche gli interventi di Pino Tilocca di Libera Memoria, del vicepresidente nazionale di Libera Davide Pati, del sindaco di Gergei Rossano Zedda, del vicepresidente del Consiglio regionale della Sardegna Eugenio Lai, del presidente Co.Ge. Sardegna Bruno Loviselli, e del referente di Libera Sardegna Giampiero Farru. 

 

La settimana sarda di LiberaIdee si chiuderà domenica 16 dicembre con il Libera Day, con i banchetti di promozione e di tesseramento a Libera allestiti nei principali centri dell’isola, e con l’iniziativa “Nel cammino minerario di Santa Barbara a piedi, a cavallo, in bicicletta…”, in programma dalle 10 a Iglesias.

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Parte dalla Sardegna la rivoluzione smart per trasformare le città in luoghi più intelligenti e sicuri. Lo IOC (Intelligence Operation Center), il Supercervellone  elettronico messo a punto nel Joint Innovation Center da Huawei e Crs4, frutto dell’accordo firmato 3 anni fa, è stato presentato ufficialmente oggi a Cagliari al presidente della Regione Francesco Pigliaru, al vicepresidente Raffaele Paci, al sindaco della Città Metropolitana Massimo Zedda e ai rappresentanti di tutte le parti in questo momento interessate dalla sua prima applicazione nella città di Cagliari (Aeroporto, Autorità portuale, Camera di Commercio, Ctm, Arst, Università di Cagliari, Cagliari Calcio), alla presenza del presidente Huawei Italia Luigi De Vecchis. Unico nel suo genere in Europa, sarà utilizzato a Cagliari come prototipo su scala regionale per far diventare la Sardegna la prima Smart Region italiana, nelle città e nelle zone interne: intelligente, sicura, interattiva, sempre più a misura dei cittadini del terzo millennio. Un modello da replicare in Italia e in Europa. Si parte appunto da Cagliari, dove grazie al “Tessuto digitale metropolitano”, il Supercervellone sta raccogliendo tutti i dati necessari al suo funzionamento. 

«Il laboratorio sta facendo cose importantissime per l’intera Sardegna. Abbiamo bisogno di creare competenze, progetti, professionalità intorno a questo concetto dell’essere intelligenti, che è fondamentale per migliorare la vita quotidiana di tutti perché riguarda i trasporti, la sicurezza, il traffico, per fare solo qualche esempio – dice il presidente Pigliaru -. Ma essere una Regione intelligente significa anche essere una regione in cui si creano lavori nuovi, ben pagati, altamente tecnologici, spendibili nel mercato internazionale. Noi questi lavori vogliamo crearli il prima possibile, vogliamo spingere perché nascano subito, ne abbiamo bisogno adesso e dappertutto in Sardegna. Pensiamo all’agricoltura, che in alcune parti del mondo è uno dei settori più avanzati e meglio pagati grazie proprio all’alta tecnologia, un settore che qui da noi può davvero diventare il punto di forza intelligente della nostra economia. Se aspettiamo pigramente che le cose succedano da sole, non succedono. Perciò noi abbiamo fatto e stiamo facendo tutto il possibile per favorire questo processo, dando un forte e costante supporto istituzionale, che oggi è stato più volte riconosciuto, e che continueremo a garantire.»

Dalla gestione in tempo reale del traffico alla ottimizzazione dei trasporti, dai parcheggi che “curano” le esigenze dei disabili alla sicurezza nei luoghi affollati, dal raccoglitore di rifiuti intelligente che quando è pieno con un segnale “chiama” il camion più vicino che provvede a svuotarlo fino allo Stadio Smart, e poi ancora energia intelligente, che significa grande risparmio per le famiglie, e monitoraggio ambientale e climatico. Le applicazioni, presentate oggi all’interno del progetto che riguarda Cagliari, sono concentrate nel Supercervellone che man mano incamera i dati per poi riutilizzarli a servizio delle città. Sul progetto di Cagliari, e su tutti quelli che seguiranno, sarà fatto un punto della situazione ogni 5 anni per programmare i 5 successivi, con tutti gli interventi previsti. Le prime applicazioni, in particolare quelle su traffico e affollamento, sono già operative a Cagliari e passano attraverso 25 telecamere, 92 stazioni del traffico, 23 sensori di parcheggio. 

«Siamo davvero molto orgogliosi del progetto presentato oggi e di tutto quello che abbiamo fatto come Regione per arrivare a questo risultato – dice l’assessore della Programmazione Raffaele Paci -. Oggi qui abbiamo tutti i soggetti coinvolti in questo primo progetto, pubblici e privati: l’obiettivo comune è quello di vivere in una città intelligente che migliori la vita di ognuno di noi, e dunque è necessario il contributo di tutti, ciascuno per la sua parte. Perciò abbiamo deciso di istituire un Comitato di indirizzo, una cabina di regia che accolga tutti i soggetti istituzionali presenti oggi, ma aperta a possibili future partecipazioni, in modo che possano confrontarsi e collaborare costantemente, ognuno fornendo i dati di propria competenza. Abbiamo ancora poco tempo a disposizione prima che finisca la legislatura, ma abbiamo seminato tanto e bene, e quindi già da oggi siamo pronti a lavorare per arrivare al traguardo: ottimizzare i costi della vita e migliorare la vita quotidiana. Questo è un sistema che non esiste in Europa – conclude Raffaele Paci -, l’unico si trova proprio qui a Cagliari. E nel Joint Innovation Center di Pula verranno da tutta Europa a imparare studiare e imparare cosa stiamo facendo.»

Il primo accordo con Huawei per l’avvio della ricerca sulle Smart and Safe city è stato siglato dal presidente Francesco Pigliaru ad Hannover a marzo del 2015. Qualche settimana fa, a Roma, è stato firmato un secondo MoU, Memorandum of Understanding. Il Joint Innovation Center di Pula è stato inaugurato a dicembre 2016, che ha comportato un investimento di 20 milioni da parte del colosso cinese dell’informatica: il Supercervellone IOC è il primo risultato di quell’investimento, cofinanziato dalla Regione con 3 milioni.

Il presidente Luigi De Vecchis ha annunciato che le collaborazioni con la Sardegna continueranno e saranno anzi intensificate.  

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Si è svolta stamane la seduta annuale congiunta del Consiglio regionale con il Consiglio delle autonomie locali.

In apertura di seduta, il presidente Gianfranco Ganau ha ricordato che l’incontro Regione-Cal coincide con la vigilia della finanziaria e la fine della legislatura; cinque anni nei quali, ha detto, «purtroppo è mancata la volontà forte di lavorare sul decentramento interno alla Regione, assegnando un ruolo più incisivo delle autonomie locali».

Il presidente ha poi auspicato una azione comune di piena collaborazione per fronteggiare una situazione complessiva di carenza di risorse che rende difficile garantire i servizi essenziali, nonostante il grande sforzo della Regione in questo campo: Reis (introdotto per la prima volta a livello nazionale), Lavoras, investimenti sul sistema scolastico che vedono la Sardegna al primo posto in Italia, lotta alla dispersione, programmazione integrata con la partecipazione di 270 Comuni ed un volume di risorse di oltre 350 milioni, lotta alla peste suina, sicurezza “in rete” delle città con nuove dotazioni tecnologiche, lotta contro lo spopolamento con l’infrastrutturazione del territorio con la banda larga, intervento a copertura dei debiti pregressi dei Comuni. Su questi e sui grandi temi che ne rappresentano la fondamentale “cornice”, come riconoscimento della condizioni di insularità a livello nazionale ed europeo, continuità territoriale, energia, «occorre una coesione ancora più forte di tutti i soggetti istituzionali della Regione».

Subito dopo la preso la parola il presidente del Cal Andrea Soddu, secondo il quale l’incontro con la Regione è sempre «una buona occasione per fare il punto su rapporti col sistema delle autonomie, ancora di più in questa circostanza che coincide con la fine della legislatura, tradizionalmente tempo di bilanci». Soffermandosi sulle principali misure adottate dal Consiglio e dalla Giunta in quest’ultimo periodo, ha affermato Andrea Soddu, «si è trattato di strumenti hanno migliorato le relazioni del sistema istituzionale regionale con le comunità, soprattutto con Lavoras che nonostante alcuni difetti appare in grado di dare risposta ai bisogni degli ultimi, così come con il Reis giustamente percepito come intervento a disposizione dei più deboli». Il presidente del Cal ha espresso inoltre una valutazione positiva su altri provvedimenti adottati dalla Regione: lo stanziamento di 50 milioni per i debiti fuori bilancio dei Comuni, e la programmazione territoriale, che in parte ha attenuato l’abbandono delle province da parte dello Stato». Quindi, ha sintetizzato Andrea Soddu, «si può dire complessivamente che il rapporto Regione Enti locali è migliorato, però il prossimo Consiglio regionale ha davanti la sfida di dimagrire la Regione decentrando sui territori ed individuando ambiti intermedi più vicini al cittadino secondo il principio di sussidiarietà». Si tratta di una riforma, ha commentato Andrea Soddu, «che non si è potuta fare in parallelo con quella degli Enti locali anche per gli influssi del quadro istituzionale, politico e costituzionale; comunque su questa bisogna investire nel futuro». Nella parte finale della sua relazione, Andrea Soddu ha messo l’accento sulla necessità di «rivedere l’indennità sindaci ed amministratori locali per un fatto di democrazia sostanziale che oggi in Sardegna non appare sempre pienamente garantita visto che ci sono 5 Comuni sardi dove non si presentano liste perché il lavoro di sindaco non è attraente, soprattutto nei piccoli paesi». Il presidente del Cal, infine, ha rivolto un appello al Consiglio per incrementare il fondo unico degli Enti locali, un fondo, ha lamentato, «rimasto senza gli adeguamenti previsti dalla stessa legge istitutiva in base alle entrate a destinazione non vincolata».

Aprendo il ciclo degli interventi degli amministratori locali il sindaco di Sassari Nicola Sanna, tracciando un bilancio nell’arco di 5 anni, ha riferito sul lavoro tematico che ha condotto per conto del Cal sulla riforma Enti locali. Era un processo, ha ricordato, «avviato per intercettare il protagonismo Comuni come richiesto dalla società sarda, però viziato da una serie di contingenze politiche legate al referendum costituzionale del 4 dicembre ma non solo, e di quel processo comunque va salvata la volontà della Regione di varare uno schema diverso da quello nazionale, una strada sulla quale bisognerà continuare». Anche perché, ha proseguito, «bisognerà intervenire sul quadro finanziario sostanzialmente bloccato delle Province e delle Unioni dei Comuni in difficoltà per gestire servizi essenziali a causa sia della scarsità di risorse che di figure professionali». Su questo, ha rimproverato Nicola Sanna, «la Regione non ha dato una spinta sufficiente per cui, come Cal, rilanciamo i problemi delle aree omogenee e vaste su temi centrali come trasporti, rifiuti, energia, sanità, settori dove c’è spazio per le potenzialità locali liberando la strada da sovrapposizioni che ancora esistono». La riforma, ha detto infine Nicola Sanna, «deve fare uno scatto in avanti con una ampia azione di decentramento regionale interno verso Enti locali».

Il sindaco di Quartu, Stefano Delunas, si è invece concentrato sui problemi collegati a welfare, leggi di settore e sanità, «un settore con grandi limiti e forti criticità che non riesce a dare risposte in tempo reale a cittadini, a fronte di aspettative sempre crescenti». Un settore che andava radicalmente cambiato, ha aggiunto Delunas, «mentre il cammino è rimasto a metà nonostante la capacità dei Sindaci di lavorare bene in rete, in mezzo a molte difficoltà per l’aumento delle povertà, le rigidità dell’Isee che di fatto esclude quei nuovi poveri che il sistema non riesce a raggiungere,  diffondendo nei Sindaci la percezione di essere abbandonati al nostro destino anche per i vincoli del bilancio armonizzato per i servizi comunali, la progressiva trasformazione degli Enti locali in bancomat dei governi nazionali, la poca attenzione da parte della Regione, la grave decisione di abbandonare il federalismo fiscale ed il principio di sussidiarietà, lo scarso impatto di leggi regionali innovative ma nel frattempo sovrastate dalla drammatica telenovela rete ospedaliera». Nella sanità, ha ricordato Delunas, «i Sindaci sono stati bypassati anche sui punti di forza e di debolezza della riforma arrivando fino ad avvelenare questa campagna elettorale; comprendiamo cioè la necessità della riforma ma senza quella socio assistenziale i Comuni sono stati inghiottiti dai ritardi nelle leggi di settore, dai tagli al fondo unico, dagli uffici stressati dalle procedure, dal corto circuito fra Reis e Rei molto complicato per destinatari anche in vista di reddito di cittadinanza». I sindaci, ha concluso, «hanno però bisogno di più risorse nel fondo unico e soprattutto di consistenti rinforzi nel settore sociale con nuove figure professionali nel sociale e la stabilizzazione dei precari».

Il sindaco di Fonni, Daniela Falconi, dopo aver definito la seduta “utilissima” perché fa arrivare la voce dei Comuni alla Regione, ha ricordato un passaggio del presidente Ganau dell’anno scorso in cui si auspicava «un migliore equilibrio di risorse per attuare migliori politiche ascoltando le sollecitazioni dei territori». Allora, ha continuato la Falconi, «noi chiedevamo un adeguamento del fondo da destinare in prevalenza alle fasce più deboli, e questo si è fatto con il Reis e con Lavoras e si può ancora migliorare, sull’altro fronte invece riproponiamo la richiesta, ribadendo che i Sindaci devono sempre essere ottimisti anche su questa finanziaria». Il fondo è stato tagliato troppo negli ultimi anni, ha lamentato il sndaco di Fonni, «obbligando i Comuni a dismettere servizi ed attività importanti, e dimenticando che il fondo è il cuore dell’autodeterminazione dei Comuni, che si è sviluppata bene con la progettazione territoriale anche se va rafforzata e soprattutto semplificata, superando la logica delle procedure a bando che hanno sfinito i Comuni sotto pressione e con poco personale». Il problema degli uffici pubblici in periferia, ha concluso la Falconi, «va messo al primo posto in agenda, la Regione deve aprirsi ai territori con il federalismo interno e già da questa finanziaria occorre l’aumento del fondo unico, per consentire ai Comuni di parlare non solo alla pancia dei cittadini ma soprattutto alla testa ed al cuore».

Il sindaco di Buggerru, Laura Cappelli, ha richiamato l’attenzione del Consiglio sulle difficoltà del sistema locale derivanti dalla mancata approvazione della legge urbanistica, difficoltà che nascono non solo dai problemi di adeguamento della pianificazione al Ppr tenendo in vita le norme transitorie, ma dalla crisi generalizzata che impedisce lo sviluppo economico delle comunità. Laura Cappelli ha auspicato quindi una sempre maggiore semplificazione per ridurre i tempi, ora lunghissimi, dell’adeguamento dei Puc al Ppr, restituendo centralità ai Comuni come soggetti attuatori e pianificatori del proprio territorio. Ma il primo soggetto da riformare, ha avvertito il Sindaco di Buggerru, «è la Regione, che deve diventare in prospettiva un soggetto regista dell’urbanistica, investendo su uno sviluppo locale e sostenibile portatore di una visione attenta alle singole realtà, che vanno analizzate in modo particolare, perché la Sardegna è il grande contenitore di esigenze specifiche». Non vogliamo diventare una replica delle Baleari, ha concluso la Cappelli, «o riprodurre sotto altre forme il modello Costa Smeralda, ma semmai creare tanti modelli nuovi inseriti in un ambiente da tutelare e non consumare ma reso fruibile, così come le aree interne devono rappresentare un formidabile strumento di contrasto allo spopolamento, riqualificando l’esistente ed assicurando alle  comunità il diritto a restare sulla propria terra».

Il sindaco di Arborea, Manuela Pintus, ha preso la parola per parlare degli effetti del maltempo: «I nostri territori hanno dovuto affrontare in questi anni il maltempo e abbiamo dovuto chiudere le scuole per quattro giorni. Deve essere chiaro che il rapporto con la Regione non può essere questo, da maggio non abbiamo mai avuto risposte alle nostre domande sui danni subiti. Chiediamo anche prevenzione rispetto al rischio climatico. Non siamo più in grado di garantire la sicurezza delle persone ed è necessario intervenire a supporto dei consorzi di bonifica, che non ce la fanno più».

Per Massimo Zedda, sindaco della città metropolitana di Cagliari, «è chiaro che la seduta odierna si svolge in un clima differente perché la legislatura sta finendo. Intanto sottolineo che si devono trovare soluzioni al problema delle risorse finanziarie dei Comuni, se non vogliamo che i cittadini sardi che ne hanno diritto non ricevano i contributi della legge 162 e delle altre leggi di settore». Secondo Massimo Zedda è altrettanto grave il fatto che «in otto comuni sardi non ci siano persone disponibili ad assumere la carica di sindaco. Segnalo inoltre che il calo del Pil registrato dopo otto anni va di pari passo con la crescita del numero dei disoccupati. E il decreto dignità fa tutto tranne che rafforzare i posti di lavoro, specie quelli stagionali. Impauriti dal futuro, molti imprenditori stanno evitando di investire e di costruire. Queste cose vanno raccontate e spiegate al governo nazionale, perché in Sardegna la crisi si sente ancora di più». Per il sindaco di Cagliari «sono necessarie norme per il mondo che c’è e non per il mondo che non c’è più: perfino al legge sul personale della Regione è del 1977, ha un anno più di me e non è adeguata ai problemi di oggi» ma il suo intervento ha poi toccato anche lo status dei sindaci (“bisogna rivederlo”), la sanità sarda (“sulle patologie endemiche della Sardegna non possiamo che concentrare risorse non solo sarde”) e la vertenza delle Entrate con lo Stato.

Un ringraziamento per il lavoro svolto dal presidente del Cal è stato formulato dal sindaco di Padru, Antonio Satta, secondo cui «la Regione deve essere organo di indirizzo e di controllo ma la risorse devono essere assegnate agli enti locali, che sono più vicine alle famiglie. Per questo è fondamentale incrementare il fondo unico e snellire la peggiore burocrazia». Sulla proposta di istituzione della provincia del Nord est dico grazie all’on. Giuseppe Meloni e agli altri presentatori ma attendiamo ora con ansia il voto finale del Consiglio regionale. Poi ha aggiunto: «Il problema dei trasporti interni della Sardegna e non solo di quelli interni va affrontato e risolto. Un tempo, grazie alla volontà dell’Aga Khan, in mezzora si arrivava con l’aereo a Cagliari. Oggi siamo tornati alle tre ore, se va bene».

Per i capigruppo ha preso per primo la parola l’on. Luigi Crisponi (Riformatori), che ha detto: «Il Cal si è reso protagonista delle peggiori censure al Consiglio regionale, a cominciare dalla legge urbanistica e della sanità, ma il garbo impiegato oggi dal presidente Andrea Soddu ha impedito di cogliere tutto ciò. E allora ricordo io la voce che arriva dai piccoli comuni, non dalla grande città metropolitana di Cagliari, dove non si fanno interessi di altro genere ma solo quelli dei sardi. A oggi mi pare di poter dire che resterà nel cuore degli amici sindaci l’idea di aver svolto una fatica immane per dare lavoro e far arrivare lavoro nelle case dei propri cittadini».

Articolo 1 ha preso la parola con l’on. Daniele Cocco, che ha detto: «lavoro non ce n’è stato nemmeno nei dieci anni che hanno preceduto questo quinquennio, se è per questo. Parliamo della legge finanziaria e delle risposte che con la legge che stiamo andando a discutere saremo in grado di dare ai problemi più urgenti della Sardegna» mentre l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc) si è detto d’accordo per implementare il «fondo unico per i Comuni, che ha subito i tagli dello Stato e non della Regione e le riforme degli enti locali a cominciare dalla costituzione della provincia del Nord est”, come sollecitato dai sindaci».

Per Fratelli d’Italia l’on. Paolo Truzzu ha detto di aver ascoltato «con preoccupazione le considerazioni dei sindaci, che con chiarezza ci hanno detto di non essere in grado di assolvere al proprio compito. E anche a noi qui è capito lo stesso, per colpa nostra: abbiamo abdicato al ruolo della politica e altri hanno fatto le scelte al posto nostro. Serve una capacità di costruire sogni e sviluppo, di realizzare un’idea di Sardegna differente: altrimenti saremo sempre schiavi della macchina burocratica».

Il presidente del Consiglio ha dato quindi la parola alla consigliera del gruppo Misto, Annamaria Busia che ha proposto un minuto di silenzio per ricordare il sindaco di Sinnai, Matteo Aledda, mancato pochi giorni fa. L’Aula ha osservato un minuto di silenzio.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato la parola a Francesco Agus (Misto), che ha sottolineato come i sindaci abbiano fotografato bene la situazione, sia le azioni positive come Reis, Lavoras, Iscol@, sia quelle che ancora mancano. Francesco Agus ha ribadito l’importanza sostenere le spese sociali e vigilare perché “nemmeno un euro di queste spese venga tolto dal Bilancio”.

Sullo stato di attuazione delle riforme, soprattutto seguenti alla legge 56 di Riforma degli Enti locali, Agus ha detto che c’è una riflessione da fare sui bilanci. Per il Governo il fatto che i comuni sardi godano dei trasferimenti dal Fondo unico, secondo il presidente della Prima commissione, non viene visto come un aspetto positivo, ma negativo e porta i Comuni sardi ad avere meno trasferimenti statali e un’autonomia finanziaria molto più bassa rispetto alle amministrazioni locali delle altre regioni. “I Comuni sardi sono agli ultimi posti, infatti, per finanziamenti erogati dallo Stato”. E ha ribadito come i 50 milioni trasferiti alle Province abbiano il solo fine di “pagare stipendi pubblici di dipendenti non regionali”.

Riguardo alla legge Delrio, Francesco Agus ha affermato che la Sardegna è ancora in attesa di sapere da parte del Governo nazionale se sia possibile una modifica. Il presidente della Prima commissione ha sottolineato l’importanza di affrontare il tema del trattamento economico dei sindaci, visto che oggi sta diventando un compito gravoso, che comporta rischi, e che toglie tempo alla famiglia, al lavoro e quindi alle risorse economiche della famiglia stessa. Agus ha spiegato che in Prima commissione è stato predisposto un regolamento e ha auspicato che venga condiviso da tutte le componenti politiche e portato in aula dopo legge finanziaria.

Il presidente Gianfranco Ganau ha poi dato la parola a Pietro Cocco, capogruppo del Pd: i sindaci hanno evidenziato che verso le Autonomie locali c’è stata molta attenzione. Cocco ha ricordato riforme importanti come il Reddito di cittadinanza, i progetti Lavoras (124 milioni di euro), ma anche la legge di Forestas, che “non sono interventi risolutivi ma che hanno aiutato i Comuni a supportare le situazioni più critiche”.

Cocco ha poi sottolineato la continua riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato: “Da 450 milioni di euro a 50 milioni di trasferimenti agli enti locali” e si è detto d’accordo con Francesco Agus sul supporto agli enti locali e ai sindaci che decidono di candidarsi.  Cocco ha anche risposto al consigliere Luigi Crisponi, ricordando che le presenze turistiche sono passate da 10 milioni del 2012 ai 15milioni del 2017.

Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia, ha sottolineato che in questi anni “si sono perse occasioni importanti e fatti molti errori”. Per Alessandra Zedda le amministrazioni locali non sono state sostenute abbastanza. Per il capogruppo di Forza Italia “serve una mobilitazione del popolo sardo, una rivoluzione culturale, economica e sociale che deve contrastare le conseguenze negative anche di questi cinque anni inoperosi”. Per Alessandra Zedda bisogna lavorare insieme agli Enti locali: “Una sfida alla ricerca della propria autonomia, alla luce della modernità”, e rivedere i rapporti istituzionali con Stato e l’Unione europea. “Dobbiamo attuare un nuovo modello di sviluppo: nuova crescita, generazione di ricchezza endogena, occupazione stabile”, puntando sulle peculiarità della Sardegna. La battaglia per l’insularità, per Alessandra Zedda, deve essere supportata da un modello di sviluppo, cercando di attrarre investimenti a favore della ricerca, dell’innovazione e con lo sviluppo delle imprese green e del turismo. 

Il presidente del Consiglio ha dato quindi la parola alla Giunta regionale, rappresentata dall’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu, il quale ha sottolineato come il dibattito abbia consentito di focalizzare l’attenzione dei tanti fronti aperti. L’esponente dell’Esecutivo ha ritenuto utile sottolineare alcune questioni e “fare il punto su quella nuova consapevolezza che ci ha consentito di fare un passo in avanti” e ha parlato “di una transizione infinita, che da 10 anni, sta trasformando le amministrazioni locali” che richiede un ragionamento concreto.

Cristiano Erriu ha ricordato che il Presidente della Repubblica ha detto che il rigore non è stata una scelta ma una necessità. “Noi lo abbiamo affrontato in questi 5 anni – ha detto – ponendo dei punti fermi come l’adeguatezza finanziaria fortemente in crisi rispetto 5 anni fa” e confermando i 600 milioni del Fondo unico.

Sui rapporti tra Comuni e Stato ha ricordato che dieci anni fa lo Stato trasferiva 450 milioni di euro e oggi poco più di 50. Calo che la Regione ha compensato assicurando le risorse a Comuni e Province.

Cristiano Erriu ha poi sottolineato l’importanza dei Comuni nel rapporto tra politica e cittadini, una credibilità che argina l’antipolitica. Secondo Cristiano Erriu bisogna proseguire sulla strada tracciata in questi anni che ha portato a un rapporto costante tra Regione e amministrazioni locali. L’assessore ha poi elencato una serie di buone prassi messe in campo, come il Reis, Lavoras, Iscol@, investimenti infrastrutturali come la fibra ottica e la videosorveglianza, ma anche la lotta alla peste suina (“Ue si è detta disponibile a sbloccare esportazioni in alcune aree dove la mancanza di presenza della malattia sia certificata”), azioni di protezione civile e trasferimento dei beni patrimoniali dalla Regione ai Comuni. Ha confermato, poi, che permangono alcune criticità come sulle leggi di settore e sulla semplificazione. Per  Cristiano Erriu “abbiamo fatto dei passi in avanti diritti dei cittadini e di cittadinanza. Non riconoscerlo sarebbe sbagliato e ingeneroso” e ha auspicato che la prossima Giunta sappia valorizzare le buone prassi, senza azzerare per forza tutto quello che è stato fatto. Il presidente ha chiuso la seduta. Il Consiglio si riunirà questo pomeriggio alle 16 per l’esame della Legge Finanziaria.

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Un giallo culturale a lieto fine, un prezioso ritrovamento, un film inedito dalle firme illustri. “Autonomia trentanni” è il primo restauro digitale della Cineteca Sarda, un lavoro diretto da Guido Costa nel 1978 e scritto con Silvano Reina, Manlio Brigaglia ed un giovanissimo Sergio Atzeni. Pensato per celebrare i trent’anni dell’autonomia regionale, il film non è mai uscito nelle sale e verrà presentato per la prima volta al pubblico mercoledì prossimo, 5 dicembre, durante il convegno “Sardegna: sguardi e passaggi dell’autonomia speciale”, in programma a partire dalle 10.00, al Cineteatro Nanni Loy dell’Ersu in via Trentino a Cagliari. 

Il film – “Autonomia trentanni” riunisce filmati d’archivio e interviste ai rappresentanti delle istituzioni e del mondo politico e sindacale degli anni Settanta, tra i quali Pietrino Soddu, Andrea Raggio, Efisio Corrias, Sebastiano Dessanay, Giannetto Lai e Villio Atzori. Il documentario, ritrovato nel maggio del 2018, appartiene al Fondo nominale Guido Costa, che aveva realizzato il film con la collaborazione, per quanto riguarda il testo di commento, di Manlio Brigaglia, Sergio Atzeni e Silvano Reina. 

Il restauro in 4K – La pellicola, un positivo 35mm fortemente virato in rosso e affetto da sindrome acetica, è stata depositata dagli eredi di Guido Costa presso la Cineteca Sarda, la quale si è occupata nei suoi laboratori di ogni singola fase del restauro, curato da Luca Portas e Cristina Secci. Dopo una prima ispezione del supporto, si è passati al suo recupero fisico tramite lavatura a secco, resa possibile da un particolare macchinario sviluppato in collaborazione con la C.I.R. di Roma, e alla sua scansione in 4K. Successivamente la color correction ha permesso di recuperare il colore ormai completamente degradato e ha poi consentito il restauro digitale finale, tramite l’utilizzo del software di ultima generazione e leader nel settore, il Diamant-Film Restoration.  In quest’ultima fase sono state completamente rimosse macchie, polvere e graffiature presenti nella pellicola, rispettando l’aspetto fisiologico del film, composto non solo da interviste contemporanee alla realizzazione del film, ma anche da immagini di archivio in bianco e nero. Il lavoro ha impegnato la Cineteca Sarda per quasi un anno, consentendo il recupero totale del film, unica copia ormai esistente e di cui, fino a oggi, non si aveva alcuna notizia. 

Il convegno – “Sardegna: sguardi e passaggi dell’autonomia speciale” si inserisce nell’ambito del dibattito che si è sviluppato nella ricorrenza del 70° anniversario dell’entrata in vigore dell’autonomia. Mercoledì 5 dicembre, a partire dalle 10.00, al Cine-Teatro Nanni Loy dell’Ersu, in via Trentino, a Cagliari, interverranno il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, il presidente della Regione Francesco Pigliaru, il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, l’assessore regionale della Cultura Giuseppe Dessena, il presidente della Società Umanitaria Alberto Jannuzzelli.

Al seguito della proiezione del film, introdotta dal direttore della Cineteca Sarda Antonello Zanda, gli interventi di Pietrino Soddu, presidente della Regione nel trentennale dell’autonomia, del sociologo Salvatore Cubeddu, e degli storici Luca Lecis e Gianluca Scroccu. In chiusura, un ricordo di Guido Costa sarà tracciato dal figlio Davide e da Luciano Uras.

Per l’occasione sarà inoltre allestita una mostra fotografica con scatti dell’archivio della presidenza della Giunta regionale.