19 November, 2024
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Seduta solenne, domani lunedì 26 febbraio, alle 11.00, in Consiglio regionale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione del 70esimo anniversario dello Statuto sardo.

Il corteo presidenziale arriverà in Consiglio regionale in via Roma alle 10 e 40. Sarà accolto dal Presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, dal Presidente della Regione Francesco Pigliaru e dal sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Dopo una breve visita alla mostra “Cronache dell’Autonomia”, al piano terra del Palazzo, il Capo dello Stato incontrerà, in presidenza, gli ex Presidenti del Consiglio regionale e gli ex presidenti della Regione. Saranno presenti gli ex presidenti: Felice Contu, Salvatorangelo Mereu, Giacomo Spissu, Francesco Rais, Angelo Rojch, Mario Floris, Antonello Cabras, Federico Palomba, Renato Soru, Ugo Cappellacci. Il Presidente Mattarella poi si trasferirà nell’aula consiliare. Il coro degli alunni della scuola primaria e secondaria dell’istituto comprensivo “E. Puxeddu” di Villasor eseguirà l’Inno di Italia.

La seduta solenne si aprirà con l’intervento del presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau. Seguirà l’intervento del presidente della Regione Francesco Pigliaru. Chiusa la seduta, sarà eseguito il brano “Su patriotu sardu a sos feudatarios (Procurade ‘e moderare)” da parte del Coro Nugoro Amada di Nuoro.

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Verranno presentate il prossimo 28 febbraio al pubblico le tre proposte di progettazione del nuovo stadio del Cagliari Calcio. Si entra così nel vivo del processo finale di selezione: J+S con One Works, Tractebel-Engie e Sportium – i 3 gruppi scelti dal club a fronte di 25 candidature – dopo aver realizzato il concept della nuova Casa del Cagliari, saranno ora chiamati a presentare le proprie idee a istituzioni, media e tifosi. All’evento, che si terrà a partire dalle 14.30 nella suggestiva location del Lazzaretto di Sant’Elia, interverranno autorità politiche e del mondo dello sport: il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru; il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda; il direttore generale della Figc, Michele Uva; il presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, Andrea Abodi. Per il Cagliari Calcio, il presidente Tommaso Giulini e il consigliere del CdA Stefano Signorelli.

La scelta del progetto del nuovo stadio del Cagliari, un’opera fondamentale per il futuro del club, fortemente legata alla città e alla Sardegna, ha bisogno del maggior coinvolgimento possibile della comunità. Per questo il Cagliari Calcio ha puntato sin dall’inizio su un innovativo e trasparente processo di condivisione, informando costantemente il pubblico sulle tappe della selezione e presentando ora i tre concept del nuovo stadio, in un evento che verrà trasmesso anche in diretta streaming sui nostri canali social. Inoltre, i lavori dei progettisti potranno essere visionati dai tifosi in un’esposizione pubblica che verrà ospitata alla Sardegna Arena, dal 1° al 9 marzo.

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«L’istituzione delle città metropolitane in Italia ha causato un po’ di polemiche e anche il timore di una concentrazione di risorse a vantaggio di alcuni territori rispetto ad altri. Serviva l’istituzione della città metropolitana di Cagliari? Sì, e serviva con questa dimensione, non allargata all’intera, vecchia provincia di Cagliari.»

Lo ha detto l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, al convegno “Città metropolitana e futuro delle autonomie locali nei 70 anni della Costituzione: Cagliari e Firenze a confronto”. Ai lavori, moderati dal docente di Diritto costituzionale dell’Università di Cagliari Gianmario Demuro, hanno partecipato inoltre il sindaco metropolitano Massimo Zedda ed il docente di Diritto costituzionale dell’Università di Firenze Andrea Simoncini.

«Noi – ha sottolineato Cristiano Erriu – abbiamo ravvisato alcune caratteristiche che inducevano a compiere decisamente questo passo: da anni esisteva ‘de facto’ una situazione, legata per esempio alla gestione di trasporti pubblici e raccolta dei rifiuti, che andava soltanto codificata in una legge. La gestione di molti servizi fondamentali ormai richiede un approccio collaborativo tra gli enti locali: in alcune zone della Sardegna le Unioni di Comuni stentano a decollare, ma i Comuni dell’hinterland cagliaritano lavorano da tempo gomito a gomito su una serie di tematiche di grande rilievo, dunque risulta più agevole ottenere risultati concreti.»

«Tutto è perfettibile – ha riconosciuto Cristiano Erriu -. Il confronto di oggi ci aiuta a comprendere dove possiamo intervenire per migliorare il testo della legge regionale n. 2/2016 (la riforma degli enti locali). Sono peraltro convinto che il successo della Città metropolitana di Cagliari sarà tanto più grande, quanto più essa riuscirà ad essere inclusiva nei confronti degli altri territori dell’Isola. Occorre uno spirito realmente collaborativo per essere il vero traino economico della Sardegna, soprattutto, a vantaggio dei Comuni che subiscono maggiormente il peso dei tagli di risorse da parte dello Stato.»

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La Regione investe 10 milioni di euro nella perimetrazione della zona franca doganale al porto canale di Cagliari. Le risorse sono state recuperate con un intervento dell’assessorato della Programmazione sul Mise e che rischiavano di andare perdute. Si tratta di risorse di un vecchio contratto di localizzazione già destinate al rinnovo del parco gru del Porto Canale di Cagliari. Lo ha reso noto il capo di Gabinetto della Presidenza, Gianluca Serra, intervenuto ieri all’incontro sulle prospettive del Porto Canale, indetto dal sindaco Massimo Zedda.
Gianluca Serra ha inoltre annunciato la disponibilità della Presidenza ad aggiornare il tavolo una volta che saranno rilevati ulteriori elementi a partire dalla conclusione, da parte del Comune e Autorità portuale, della perimetrazione della zona franca doganale. A seguito di questo passaggio, infatti, sarà possibile incontrare l’azienda e, una volta conosciuto il piano industriale, procedere ad attività di marketing e scouting con il ministero dei Trasporti.

«Intendiamo lavorare per ottenere vantaggi localizzativi per le imprese – ha concluso Gianluca Serra -, in modo da rendere più attrattivo il sito e potenziare le attività del Porto canale.»

 

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Il 24 e 25 gennaio alla Fiera della Sardegna, a Cagliari, torna il Sardinian Job Day, la manifestazione della Regione Autonoma della Sardegna dedicata alle politiche attive per il lavoro nell’isola. Promosso dall’ASPAL (Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro), il Sardinian Job Day è una due giorni ricca di appuntamenti, confronti e opportunità di nuovi contatti, dove domanda e offerta di lavoro si incrociano e dove aziende e cittadini, manager e pubbliche amministrazioni avranno l’opportunità di incontrarsi. Come nelle passate edizioni, l’ultima focalizzata sul settore turistico nel 2016, tra i momenti più attesi della manifestazione ci sono i colloqui di lavoro, l’incontro tra i giovani, gli studenti, i disoccupati, i fuoriusciti dal mondo del lavoro e le imprese, sarde, nazionali e internazionali. L’edizione di quest’anno è fortemente radicata in tutto il territorio regionale, per la prima volta i CPI (Centri per l’impiego), divenuti diramazione territoriale dell’ASPAL, sono il fulcro dell’organizzazione della manifestazione: sono stati loro a svolgere la fase di ricerca e individuazione delle imprese più rappresentative dei rispettivi territori e a sensibilizzare i cittadini e gli iscritti ai loro centri a partecipare all’evento e candidarsi per i colloqui.
Alla scadenza del termine, ieri pomeriggio, sono state 15.800 le candidature inviate per rispondere ai 600 seicento annunci caricati dalle aziende nel sistema web del Sardinian Job Day, gestito dalla società di recruiting Monster. In totale le vacancies, ossia le posizioni e i profili ricercati dalle 160 aziende che si sono registrate, sono oltre 3.200 . Nei due giorni della manifestazione si svolgeranno i colloqui programmati, ma ogni azienda presente con uno stand potrà anche fare colloqui liberi ai partecipanti che arrivano con il CV in mano.
Quest’anno il SJD cresce saranno 175 le aziende presenti negli stand a loro dedicati. Turismo, agrifood, innovazione, Ict e formazione i settori scelti in questa edizione allargata della manifestazione. A farla da padrone il turismo, a dimostrazione del peso che il settore ha nell’economia isolana e al suo apporto occupazionale: al SJD partecipano moltissime aziende del ricettivo e ristorazione. Camerieri, chef de rang, commis, ma anche manager del turismo, esperti in marketing e comunicazione, sono le figure più ricercate. Anche gli altri settori, in particolare i servizi, hanno numerose richieste di profili qualificati e innovativi, soprattutto sulle professioni digitali.
Ampio spazio in questo SJD avrà il settore della formazione professionale con la presenza di 40 tra enti di formazione, scuole, università, società di recruiting e lavoro interinale coinvolti nell’organizzazione di seminari e workshop e presenti con i loro stand. Sono 145, e rappresentano l’altra anima del SJD, i seminari e laboratori in programma; dal marketing turistico al lavoro femminile nelle imprese, dalla creazione di impresa al coaching, passando per la valorizzazione dei prodotti agricoli, il gaming e 3D ma soprattutto i numerosi appuntamenti dedicati alla ricerca attiva del lavoro.
Forte la partecipazione delle scuole, coinvolte attraverso l’Ufficio scolastico regionale che ha collaborato all’organizzazione dell’evento: da tutta l’isola arriveranno centinaia di classi degli istituti superiori. Per i ragazzi, oltre a tutti i seminari in programma, ci saranno quelli dedicati in particolare all’alternanza scuola-lavoro. Presenti e attive nell’organizzazione di parte dei seminari, anche le Università di Cagliari e Sassari, con i loro poli di Oristano e Olbia.
Il SJD non è solo colloqui di lavoro, in ciascuna delle due giornate un importante convegni farà il punto sulle politiche attive per il lavoro, gli strumenti in campo e le nuove competenze e professioni richieste dal mercato. Il giorno dell’inaugurazione, mercoledì 24 alle 11, saranno il presidente della Regione Francesco Pigliaru, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e il presidente dell’Anpal Maurizio Del Conte a confrontarsi nel convegno «Le riforme del lavoro e gli effetti sulla Sardegna. Come stabilizzare la crescita occupazionale». Porterà i saluti il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, ad introdurre e moderare il direttore generale dell’Aspal, Massimo Temussi. “Innovazione digitale e impatto sul mercato del lavoro: competenze digitali e mismatch” è il tema del convegno in programma per il giorno successivo, 25 gennaio alle 10.30. Introduce Massimo Temussi e intervengono le assessore regionali del Lavoro Virginia Mura e del Turismo Barbara Argiolas, il direttore generale dell’Anpal Salvatore Pirrone e Giacomo d’Arrigo (direttore generale dell’Agenzia Nazionale Giovani). Modera e conclude Romano Benini, giornalista economico e docente di politiche del lavoro.
Altri momenti di approfondimento saranno quelli delle testimonianze, con quattro personaggi del mondo dell’impresa e del lavoro che racconteranno, introdotti e intervistati da Giuseppe Deiana (L’Unione Sarda) e Virginia Saba (Videolina) il proprio percorso professionale di successo, le sfide affrontate e le competenze trasversali acquisite. Sul palco del Palazzo dei Congressi nei due giorni si alterneranno Flavio Manzoni, direttore del Design Ferrari, Alberto Onetti, fondatore e CEO di Mind The Bridge, Pierluigi Pinna, fondatore Abinsula, Alessandro Gallo, responsabile PA e Partner di LinkedIn.
Un’intera area sarà dedicata al lavoro all’estero, con la presenza di 11 servizi pubblici per l’impiego di 9 paesi europei (Germania, Spagna, Francia, Belgio, Polonia, Slovenia, Portogallo, Romania, Finlandia). Anche i centri stranieri, attraverso la rete Eures, svolgeranno dei colloqui per chi intende lavorare all’estero e sono state 770 le candidature arrivate per questo recruitment day. In particolare le figure ricercate all’estero riguardano ingeneri e in generale professioni dell’edilizia, della sanità (medici, infermieri e dentisti), operai qualificati (impiantisti, metalmeccanici) e professioni del turismo. In programma anche specifici seminari sul lavoro nei paesi europei e sulle competenze maggiormente richieste.

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«La scelta della Sardegna come luogo di presentazione dell’art. 5 è particolarmente significativa. Con una grande intuizione, questa parte della Costituzione indica la strada che va verso l’autonomia e il decentramento evitando la tentazione di uno Stato centralistico, che sarebbe un grave errore, e sancendo princìpi per noi più che mai importanti.» Lo ha detto questa mattina il presidente della Regione Francesco Pigliaru intervenendo nell’Aula consiliare del comune di Cagliari alla cerimonia di presentazione della tappa sarda del “Viaggio della Costituzione” voluto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e che porta la Carta in esposizione alla Manifattura Tabacchi, insieme allo Statuto speciale della Sardegna, sino al 30 gennaio.

Il presidente Pigliaru, che ha parlato insieme al sindaco Massimo Zedda, il prefetto Tiziana Costantino e il rettore dell’Università di Cagliari Maria Del Zompo, ha sottolineato come per la Sardegna l’autonomia sia «tema fondamentale e valore assoluto, non categoria astratta ma strumento essenziale per risolvere problemi specifici, che incidono concretamente sulla vita delle persone. Noi, che abbiamo una storia nostra, una cultura, una lingua e problemi molto diversi da quelli del resto del Paese, lo sappiamo meglio di chiunque altro. Sono differenze oggettive determinate anche dalla nostra condizione geografica di insularità, con gli svantaggi che ne derivano soprattutto sul fronte dei trasporti e della mobilità. Poter esercitare l’autonomia ci consente di affrontare questi problemi con più determinazione e più probabilità di risolverli. Grazie alla visione di fondo inscritta nella Costituzione, che ci mette al riparo da pericolose derive centralistiche, oggi operiamo attraverso un governo multilivello in cui i territori hanno responsabilità e possibilità di manovra molto importanti – ha aggiunto Francesco Pigliaru -, e le politiche regionali e locali sono un enorme, continuo catalogo di esperienze e buone pratiche. Dovrebbero essere raccolte, scambiate e fatte conoscere, perché molto spesso un territorio si trova a dover far fronte ad un problema che altri hanno già risolto e per il quale dunque esistono soluzioni già sperimentate. Proporremo in Conferenza delle Regioni che lo Stato prenda su di sé questo compito, in una forma di decentramento in cui si ponga come coordinatore e generatore di buone pratiche, accompagnando i singoli percorsi. E le Regioni, soprattutto quelle a Statuto speciale – ha concluso il presidente Pigliaru –, hanno un grande ruolo nel dimostrare che l’autonomia, contrapposta a illusorie soluzioni centralistiche, è un tassello fondamentale per governare meglio, cogliendo da vicino le esigenze dei cittadini e fornendo le risposte più efficaci».

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La Giunta comunale di Cagliari, a seguito di un ulteriore sblocco del turnover da parte del Governo, ha aggiornato il Piano triennale delle assunzioni 2017/2019.

Sono state previste, per il 2017, 15 nuove assunzioni (un istruttore direttivo di ragioneria, un assistente sociale, 5 istruttori amministrativo-contabili, 2 istruttori tecnici profilo geometra-perito edile, 2 commessi custodi e 4 istruttori agenti di polizia municipale) che si vanno ad aggiungere alle 34 figure già programmate per l’anno in corso. Nel 2018 le assunzioni saranno 42 e 53 quelle programmate per il 2019. Queste ultime nei prossimi mesi saranno individuate nel dettaglio con il coinvolgimento delle commissioni consiliari competenti e delle organizzazioni sindacali.

In totale le assunzioni, tutte a tempo indeterminato, saranno 144, con un investimento complessivo di 4.434.000 euro.

«In un periodo di crisi e di forti tagli delle risorse trasferite agli enti locali, questo piano si è reso possibile solo grazie a una gestione virtuosa delle risorse, al quotidiano lavoro di eliminazione degli sprechi e delle spese superflue e al pieno raggiungimento da parte del nostro Comune degli obiettivi di finanza pubblica, premessa imprescindibile per avviare nuove assunzioni – sottolineano il sindaco Massimo Zedda e l’assessore del Personale Danilo Fadda -. Si tratta di numeri importanti che ci permettono di dare un ulteriore impulso alla capacità del nostro Comune di soddisfare i bisogni e le aspettative dei cittadini e che rappresentano una risposta alla grande richiesta di lavoro, soprattutto da parte delle giovani generazioni.»

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Si è tenuta stamane la seduta congiunta del Consiglio regionale e del Consiglio delle autonomie locali sullo stato del sistema delle autonomie locali della Sardegna.

La seduta è stata aperta dal presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, che dopo le formalità di rito ha ricordato l’ordine del giorno ed ha svolto il suo intervento nella seduta congiunta con il Consiglio della Autonomie locali. «Anche quest’anno – ha affermato il presidente – celebriamo la consueta seduta congiunta del Consiglio delle Autonomie locali e del Consiglio regionale alla vigilia della discussione della manovra finanziaria. Manovra sulla quale il confronto è avviato ed ancora aperto per trovare le migliori soluzioni possibili ai tanti problemi che affliggono la nostra isola e sulla quale avete avuto modo di produrre un parere fortemente qualificato le cui proposte saranno attentamente vagliate dal Consiglio e giustamente considerate».

«È evidente – ha proseguito Gianfranco Ganau – che le amministrazioni locali sono sottoposte, ormai da troppi anni, a tagli nei trasferimenti statali e a regole che impediscono la spendita delle risorse possedute, che minano la capacità di garantire i servizi essenziali ai propri cittadini.  In questo quadro assumono massimo rilievo le politiche regionali che devono avere la capacità di rispondere in modo strategico alle criticità, creando condizioni di sviluppo e crescita ed uscendo dalla logica emergenziale che ha caratterizzato la lunga fase della crisi economica. La diminuzione dei trasferimenti agli Enti locali, passati dai 411 milioni del 2014 ai soli 107 milioni di euro quest’anno, unitamente all’ esclusione delle province sarde e della città metropolitana di Cagliari alla compartecipazione ai fondi nazionali destinati alle province e alle città metropolitane a livello nazionale, rimediata con una disponibilità di soli 15 milioni di euro, richiede una forte mobilitazione di tutta la Sardegna e l’apertura di una vera e propria vertenza nazionale che veda riconosciuti i nostri diritti».

«Alla diminuzione dei trasferimenti statali – ha proseguito il presidente – ha corrisposto un aumento del carico degli interventi compensativi in capo alla Regione che oggi ammontano a oltre 1 miliardo e 350 milioni di euro del bilancio regionale; vanno ricordati nell’ambito delle politiche educative e della lotta alla dispersione scolastica, che è anche lotta alla disoccupazione e alla povertà come dimostrano i dati della recente indagine sulle povertà della Caritas regionale, che chiariscono come la povertà sia inequivocabilmente correlata ad una bassa scolarità, gli imponenti finanziamenti nell’ambito del progetto ischol@ per la ristrutturazione e la realizzazione di nuovi e moderni istituti scolastici, le politiche a favore del diritto allo studio, e il sostegno alle università. L’utilizzo degli strumenti della programmazione territoriale che vedono protagonisti proprio gli enti locali per l’utilizzo migliore in chiave strategica delle risorse. L’istituzione del Reddito di Inclusione Sociale (Reis) come strumento di contrasto della povertà. Tutte misure mirate a dar risposta alle urgenze ma volte anche ad una strategia globale di sviluppo e superamento della crisi».

«In questi anni – ha concluso il presidente – non sono mancati i momenti di confronto, spesso vivaci, tra il Consiglio regionale e le Autonomie locali, ma il Parlamento sardo ha dimostrato di saper ascoltare le comunità, come nel recente caso del riordino della rete ospedaliera dove le numerose osservazioni avanzate dal CAL hanno trovato puntuale riscontro nella definitiva stesura del provvedimento legislativo. Ecco, credo che proprio da questo confronto dobbiamo partire per garantire il miglior utilizzo delle risorse e per la definizione delle migliori politiche. Sono sicuro che anche in questa finanziaria il Consiglio saprà cogliere i riferimenti e le sollecitazioni che vengono dai rappresentanti dei territori e portarli a migliore sintesi».

Il presidente del Cal, Andrea Soddu (sindaco di Nuoro) ha incentrato l’apertura del suo intervento su quello che ha definito “un vero attacco alle autonomie locali i continui tagli dello Stato ai comuni e alle province”. «Un feroce attacco – ha dichiarato Soddu – che ha spolpato e reso moribonde le amministrazioni provinciali ed è difficile pensare che nelle nostre comunità si possa vivere una esistenza felice quando non c’è l’ente che provvede alle scuole, agli edifici scolastici, all’ambiente e alla protezione civile». «Un golpe bianco – ha proseguito il presidente del consiglio della autonomie – anche contro i Comuni e i dati dell’Anci ci dicono che soltanto per i comuni della Sardegna c’è stato un taglio complessivo del 43% delle risorse dal 2009 al 2025 che significa 2.600 miliardi in meno nei nostri bilanci». Il primo cittadino di Nuoro ha quindi evidenziato come “nelle comunità sarde la vita sia compromessa” ed ha insistito sui “pericolosi riflessi sulla democrazia”. «I Comuni – ha spiegato – non solo non possono garantire servizi vitali ma il cattivo funzionamento degli enti più vicini alle esigenze dei cittadini per mancanza di fondi, comporta conseguenze sulla credibilità della politica e fa crescere il fenomeno dell’astensionismo». «L’attacco alle autonomie locali – ha insistito Soddu – è una attacco alla democrazia e lo Stato ha fallito nei suoi obiettivi di finanza pubblica perché l’indebitamento dei Comuni diminuisce mentre il debito pubblico continua ad aumentare».

Andrea Soddu ha quindi invitato la Giunta regionale ad un immediato confronto sui dati in possessore del Cal sulla reale entità del fondo unico che – a giudizio del sindaco di Nuoro – sono differenti rispetto a quelli che sono in possesso dell’amministrazione regionale. «Apriamo un focus – ha insistito il responsabile del Cal – perché se, come riteniamo, i dati corretti sono i nostri servirà incrementare gli stanziamenti del fondo unico».

«Un dato però è già certo – ha proseguito Soddu – le entrate regionali hanno registrato un incremento di 120 milioni di euro e quindi, ai sensi dell’articolo 10 comma 1 della  legge 2\2007, il fondo unico dovrà essere necessariamente incrementato».

«La Regione sarda – ha concluso il presidente del Cal – insieme alle autonomie locali deve spiegare a Roma che il problema della finanza regionale non è un problema solo della Regione ma che agli enti serve un sistema diverso di finanza locale».

La sindaca di Fonni Daniela Falconi ha ricordato, in apertura del suo intervento le parole del presidente nazionale dell’Anci a proposito del ruolo di sindaco («è il lavoro più bello del mondo ma quanti sono pronti a farlo sapendo che una firma vi può far diventare un delinquente?») e ha invitato il Consiglio regionale “a non abbassare la guardia sul fenomeno degli attentati contro gli amministratori locali”. «I sindaci non si lamentano – ha incalzato Falconi – ma difendiamo le nostre comunità e invito i legislatori a valutare, prima di approvarlo, quale siano le conseguenze di una legge e di una norma sulle comunità e su ogni singolo cittadino».

Daniela Falconi ha quindi fatto riferimento alla vertenza in corso dei dipendenti di Forestas ed ha invitato il Consiglio e la Giunta a risolvere il problema dell’inquadramento contrattuale dei lavoratori anche alla luce del ruolo che gli operai di Forestas rivestono all’interno delle comunità della Sardegna. La sindaca di Fonni ha concluso con l’auspicio che si possa presto salutare il varo di una nuova legge sulla montagna («da problema deve diventare un’opportunità») e sui piccoli comuni.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha ricordato i numerosi problemi delle autonomie locali alla luce dei tagli statali ed ha rimarcato l’aggravarsi di tali difficoltà nei cosiddetti paesi dell’interno. «Lo Stato – ha affermato l’esponente della minoranza consiliare – ha condotto un attacco forsennato contro le autonomie locali e le conseguenze sono state ancor più gravi in Sardegna dove il sistema autonomistico non è rappresentato solo dalla Regione ma dalla Regione insieme ai Comuni e alle province». Il capogruppo dei Riformatori ha quindi concluso ricordando alcune importanti battaglie condotte dalla Regione e dalle amministrazioni locali contro lo Stato centrale “per le neglette condizioni in cui ha cacciato i sardi” ed ha ricordato l’unità popolare mostrata in occasione della manifestazione “per le entrate” promossa a Roma dall’allora presidente della Regione, Renato Soru”.

Manuela Pintus (sindaca di Arborea) ha incentrato il suo intervento sulle difficoltà cui vanno incontro 39 comuni costieri della Sardegna costretti a un doppio esborso finanziario per “i penalizzanti meccanismi” che regolano il fondo di solidarietà del ministero dell’economia e della finanze. «Un doppio esborso – ha dichiarato la prima cittadina di Arborea – che in Sardegna pesa 34 milioni di euro nelle casse di quei comuni che sono chiamati alla sfida del turismo e della ricettività e che devono sostenere dunque maggiori oneri per garantire sevizi di qualità non soltanto ai residenti ma ai turisti». «Il mio appello – ha concluso Manuela Pintus – è che ci si dedichi alle ragioni di questi comuni, anche perché questa condizione di svantaggio potrebbe interessare un numero sempre crescente di comuni costieri in Sardegna».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha rilanciato il tema dell’attacco finanziario ai Comuni come attacco alla democrazia, aggiungendo che «l’attacco finanziario alla Regione Sardegna è un attacco alla carne viva dei sardi che ha riflessi sulla vita dei nostri Comuni». E’vero, ha riconosciuto, «che dobbiamo ragionare assieme e, con la finanziaria, fare attenzione ai benefici dei singoli interventi, ma senza dimenticare l’anello più debole del sistema: le Province che non funzionano, come ha detto anche il Consiglio d’Europa del 19 ottobre, invitando lo Stato a rivedere la sua politica restrittiva per consentire agli enti intermedi di assicurare i migliori servizi alle comunità». In Sardegna, ha concluso, «c’è ancora più bisogno di rivedere queste politiche ed il nostro statuto dice che possono essere modificati i confini, un discorso da riprendere a cominciare dall’istituzione della Provincia del Nord est».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha sostenuto che «sono troppe le competenze in capo alla Regione ed alle sue articolazioni burocratiche per cui occorre avviare una nuova stagione di decentramento per restituire ai Comuni una autonomia vera con competenze e risorse, e sono troppe anche le incertezze della riforma delle autonomie locali: serve una riorganizzazione sarda, non burocratica e snella, moderna e funzionale soprattutto per evitare spopolamento e lo sviluppo a ciambella concentrato sulle aree urbane» Su questi temi, ha proseguito, «con la finanziaria dobbiamo dare un segnale forte e tangibile come, per esempio, riportare l’Irap ai Comuni al 2% che darebbe subito 30 milioni di soldi freschi alle amministrazioni locali e poi parliamoci chiaro; il 2 marzo del 2016, in quest’aula, tutti abbiamo detto le stesse cose e ciò significa che la maggioranza non ha fatto niente per i Comuni».

Tommaso Locci, Sindaco di Monserrato, ha auspicato una maggiore frequenza delle riunioni Regione-Cal perché, ha ricordato, «noi Sindaci che stiamo in prima linea ne abbiamo bisogno, anche perché la Regione non ha strumenti per metterci in condizione di dare risposte ai cittadini, soprattutto sulle nostre grandi emergenze come lavoro e povertà». Il Rei nazionale è un buon progetto, ha detto, «ma ha criteri molto restrittivi rispetto al Reis regionale per cui ci troveremo di fronte ad una situazione in cui le fasce di età fra 40 e 55 anni non avranno niente dai Comuni, nemmeno un piccolo aiuto». Ho calcolato, ha spiegato, «che su 100 persone, nel mio Comune ne aiuterò solo 10, penso che la Regione debba occuparsi di coprire queste esigenze, così come del mondo dell’impresa con particolare riferimento al mondo viti-vinicolo dove si è registrata una forte caduta della produzione».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha condiviso l’affermazione secondo la quale «i sindaci sono innamorati del proprio lavoro ma purtroppo è un amore non corrisposto dal governo che con la finanziaria promette 15 milioni dal 2019; sulle entrate, dunque, la battaglia deve continuare con più forza di fronte a questa risposta offensiva». Affrontando il tema della povertà, Cocco ha dichiarato che «da un anno a questa parte si è fatto poco o forse nulla per quanti vivono in condizioni di povertà o disoccupazione; con il Reis abbiamo dato una risposta coraggiosa che nel primo anno non ha raggiunto i risultati sperati e spero che dal 2018 si cambi passo, su questo dobbiamo impegnarci a fondo e confermare risorse dell’anno precedente». Inoltre, ad avviso di Cocco serve «un piano straordinario per il lavoro perché se non facciamo questo ci fermiamo alla liturgia delle lamentele anche se la coperta della Regione è sempre più corta per responsabilità dello Stato». Su Forestas, ha concluso, «il tempo è scaduto, oggi incontreremo i sindacati e dobbiamo dare risposte certe rispetto agli impegni assunti di farli diventare dipendenti regionali come gli altri».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta si è detto convinto che ai Sindaci vada riconosciuto «il ruolo che svolgono in questo difficile momento storico per una vertenza entrate che investe anche i rapporti fra Regione e Comuni, soprattutto nel Nuorese e in Ogliastra, aree fra le più marginali della Sardegna che hanno subito prelievi tributari insopportabili più i tagli ai trasferimenti statali, cifre che compongono un quadro devastante ed impediscono ai Sindaci di amministrare». Rispetto a questo deficit, ha concluso, «è evidente che la risposta non può essere solo nel Fondo unico; molti Comuni hanno fatto delibere, rimaste senza effetto, per istituire zone franche, provvedimenti che rappresentano comunque un segnale sulla direzione da prendere, cioè intervenire con la leva fiscale per evitare la morte delle imprese, la scomparsa delle professioni e del tessuto economico, soprattutto artigiano, che ha cercato di sopravvivere dopo la crisi dell’industria».

Massimo Zedda, Sindaco di Cagliari, ha rilanciato il tema tema del Fondo unico perché, ha ricordato, «con l’assessore Raffaele Paci è stata posta la questione dell’origine del Fondo, una legge del 2007, secondo la quale a fronte di maggiori entrate devono corrispondere maggiori risorse; ebbene, ai conti degli ultimi anni manca 1 miliardo senza conteggiare gli accantonamenti che pesano per 4 miliardi, e comporterebbero un ulteriore trasferimento di 411 milioni agli Enti locali». Zedda ha poi criticato la politica centralista della Regione, sostenendo la necessità «di decentrare in periferia anche decisioni strategiche su trasporti e personale (sulla scorta dell’esperienza positiva della Spagna degli anni ’90); anziché continuare a parlare di miniere e industrie pesanti, puntiamo sulle soluzioni concrete anche per interrompere la dinamica del rimbalzo di responsabilità fra via Roma, Roma e Bruxelles». Soffermandosi sui problemi delle Province e della Città metropolitana Zedda ha messo l’accento sul fatto che «dopo il referendum c’è stato uno con svuotamento senza risorse e, quanto allo sviluppo a ciambella ricordiamoci che riguarda tutta la Sardegna perché non è che i giovani si spostano dall’interno a Cagliari, vanno via dalla Sardegna».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha invitato Consiglio e Cal a trarre dalla riunione uno spunto per una verifica dello stato di salute sulle nostre comunità perché, ha lamentato, «in alcune si vive molto peggio, come per esempio Ottana dove 130 lavoratori non hanno più mobilità in deroga, eppure è un sito che ha pagato più di altri il fallimento della politica industriale; oltretutto è stato ingiustamente escluso dai provvedimenti contro le crisi complesse». E’grave, ha concluso, «che sia calato il silenzio su un problema verificatosi dal luglio 2017 che merita, al contrario, una decisa presa di posizione anche perché l’Inps non ha liquidato nulla a differenza di tante altre situazioni, la politica si deve imporre anche nei confronti di altri soggetti».

Antonio Satta, Sindaco di Padru, ha ribadito che «i Comuni vivono una situazione pesante come la Regione e per questo ci vuole una forte unità di intenti nei confronti dello Stato, soprattutto per venire incontro ai Comuni che chiedono solo di essere messi in condizione di dare risposte ai propri cittadini, non riuscendo nemmeno (come nel mio Comune) a portare a scuola gli alunni dell’obbligo». Dopo aver evidenziato la pensate situazione delle Unioni dei Comuni «che non hanno neppure i dipendenti per vivere altro che funzionare», Satta ha sollecitato «giustizia per Province, che ci sono ancora, ed alla Sardegna ne manca semmai una, quella del Nord Est, una realtà che tutti devono comprendere approvando la proposta di legge bipartisan di molti consiglieri galluresi».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha ricordato in apertura che «orami manca poco alla finanziaria che approveremo entro il mese di dicembre evitando l’esercizio provvisorio e dando ai Comuni tempi ragionevoli sia per i loro bilancio che per spendere le risorse». Oltre i rituali, ha sostenuto, «dobbiamo darci una mano a vicenda, terremo conto richieste dei Comuni anche se non riusciremo a risolvere tutto, con un Fondo Unico che è stato concepito come salvaguardia per le piccole realtà, se poi vogliamo cambiarlo facciamo un tavolo tecnico senza ulteriori rinvii». Parlando di alcune cifre della prossima finanziaria, Cocco ha citato «i 130 milioni per le politiche attive del lavoro, i 20 milioni per scuole e università, i 20 per l’agricoltura, i 45 assegnati ai pastori (cosa mai accaduta), lo stanziamento di 1 milione ai Sindaci per le emergenze-neve, ed i 45 milioni del Reis (reddito di inclusione sociale) che non è alternativo ma complementare al Rei».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, ricordando «il no della Sardegna al referendum del 4 dicembre sostenuto da parte della maggioranza e dallo stesso  presidente Pigliaru, ha detto che «su quello schema è stata costruita la riforma degli Enti locali fatta dalla Regione, che è stata un fallimento è evidente: più sigle ma niente contenuti, più deboli le zone interne, risorse della Regione e del Fondo unico sempre sotto la regia degli assessorati, in agricoltura un sistema amministrativo ingolfato che rallenta il flusso dei fondi». Bisogna perciò cambiare,a ha esortato, «la visione delle autonomie locali evitando di riproporre la figura dello Stato accentratore e poi, nel concreto, potenziare la Protezione civile perché ora il tempo è buono ma l’inverno avanza e non vogliamo rivedere immagini del passato, ed affrontare finalmente la questione dell’immigrazione sollevata recentemente da un sacerdote nuorese coraggioso e sereno che però è stato ignorato».

Prendendo la parola per le conclusioni, il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha definito l’incontro con il Cal «una occasione non formale, per affrontare i problemi di tutti e dei cittadini sardi in una prospettiva nuova del sistema delle autonomie, dove abbiamo fatto una riforma complicata con momenti fisiologici di difficoltà, ma condiviso problemi e soluzioni, in un quadro ancora più completo e chiaro dopo la definizione degli definiti ambiti territoriali ottimali». Non possiamo nascondere, ha aggiunto, «l’ingiustificata riduzione dei fondi dello Stato ai Comuni perché sono cifre impressionanti che ci spingono ancora di più a lavorare insieme sia nelle rivendicazioni che nelle innovazioni, a cominciare dalla regionalizzazione delle finanza locale come hanno fatto altre Regioni». Voglio dire però che «la Regione Sarda non è centralista: sul Fondo veniamo da un 2014 dove avevamo più di 1 miliardo in meno (ancora non ripristinato) però non è stato toccato mentre con le entrate crescenti crescerà anche il fondo perché dalla crisi stiamo uscendo; nel tavolo tecnico possiamo parlare di questo ma anche di altro, di quello abbiamo fatto (perché spesso questa consapevolezza non c’è), di quanto e dove spendiamo». Il presidente ha quindi sintetizzato le cifre di alcuni interventi qualificanti: l’investimento su scuola per circa 250 milioni nei territori, la programmazione territoriale che conta progetti per 300 milioni, la fibra ottica (che vede la Sardegna prima Regione in Italia e seconda d’Europa per aree rurali), la video-sorveglianza, i fondi ai pastori più i 20 agricoltura e, nella prossima finanziaria, fondi per lavoro con l’incremento del Reis regionale a fianco di rei nazionale. Sullo spopolamento, Pigliaru ha sostenuto che «va combattuto insieme con risorse e con idee, anche se è un fenomeno che riguarda tutto il mondo; a breve faremo una conferenza sull’agricoltura per la quale ci sarà bisogno di un contributo forte dei territori per un nuovo programma di sviluppo rurale tendente sempre più ad un tipo di agricoltura selettiva».

Dopo l’intervento del presidente della Regione, il presidente Gianfranco Ganau ha tolto la seduta, comunicando la convocazione di una riunione dei capigruppo. I lavori del Consiglio riprenderanno nel pomeriggio alle 16.00.

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E’ stato presentato questa mattina, nei locali dell’assessorato all’Igiene del Suolo all’interno del parco dell’Ex Vetreria a Pirri, il nuovo servizio di igiene urbana del comune di Cagliari e le prossime azioni in programma per il nuovo servizio di igiene urbana e per la raccolta differenziata porta a porta in città.
Alla conferenza stampa ha partecipato anche Piero Attoma, presidente di Comieco, per la presentazione dell’accordo sulla raccolta della carta e del cartone.
Sono stati inoltre presentati i materiali che saranno distribuiti ai cittadini a partire dalle prossime settimane.
I dettagli del nuovo servizio nel filmato allegato con gli interventi del sindaco Massimo Zedda, dell’assessore delle Politiche per il decoro urbano Claudia Medda, del consigliere comunale Fabrizio Marcello, e il presidente di Comieco Piero Attoma.

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«Capacità di lavorare per progetti, obiettivi e di coinvolgere in rete tutta la città» Sono questi gli ingredienti della formula scandita stamani dal sindaco Massimo Zedda per coniugare al meglio sport e benessere, attorno a cui ruoteranno i lavori degli “Stati Generali dello Sport”, organizzati dall’Amministrazione comunale per sabato 11 novembre al Centro Culturale d’Arte “Il Lazzaretto” di via Dei Navigatori.
La stessa formula Cagliari che sta mandando in soffitta la subalternità alla politica del consumo indiscriminato del territorio e che, in controtendenza rispetto a numerose realtà dello scenario nazionale e internazionale, sta portando l’Amministrazione cittadina verso un modello di sviluppo sostenibile, in cui proprio lo sport rappresenta uno strumento efficace di lettura del territorio. Ma anche per la sua riscrittura, grazie alla sinergia con i cittadini, le federazioni, le associazioni e la scuola ha precisato il Primo Cittadino nella Sala del Consiglio comunale del Municipio di via Roma.

A spiegare il programma dell’evento che sabato per l’intera giornata a partire dalle dieci del mattino sarà ospitato nella suggestiva cornice del quartiere Sant’Elia, è l’assessore Yuri Marcialis, che ha anche ribadito gli sforzi compiuti dal Comune per portare avanti la “cultura di tutti gli sport”. Gli stessi che pochi giorni fa hanno portato a Cagliari il titolo di Miglior Città Europea dello Sport in Italia e la Benemerenza dello Sport 2017.

«Cagliari è stata nominata Miglior Città Europea dello Sport – ha annunciato Yuri Marcialis -. Per la prima volta in assoluto, il capoluogo della Sardegna primeggia quindi anche a livello internazionale, sbaragliando la concorrenza di ben quindici città del Vecchio continente, oltreché della Penisola. Venerdì pomeriggio, in occasione del Turisport, alla Fiera di viale Diaz, ci sarà l’insediamento ufficiale della Consulta comunale dello Sport che vedrà la partecipazione delle rappresentanze di tutto il mondo sportivo, dalle federazioni, all’Università, alla scuola. Un’occasione in più “di consapevolezza delle potenzialità per risolvere alcune criticità che ancora affliggono il territorio e valorizzare al contempo, le sue peculiarità.»