19 November, 2024
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Cagliari si prepara ad ospitare la Settimana sociale dei cattolici italiani. In autunno, dal 26 al 29 ottobre, la Fiera di viale Diaz diventerà il quartiere generale di oltre 1200 delegati provenienti da ogni regione per fare il focus sul tema.

«La Settimana sociale è un’opportunità importante di critica, di analisi, di comprensione e proposte per affrontare le problematiche legate al lavoro – ha detto il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda -. Ma sarà anche un’occasione per mettere in risalto la parte più pulita del Paese, capace, com’è, di esprimere, sebbene in maniera carsica, solidarietà, generosità, serietà ed onestà.»

«Ma la grande sfida di oggi – ha sottolineato il primo cittadino stamattina in Municipio durante l’incontro con il comitato organizzatore per la presentazione ufficiale dell’evento – è quella di permettere ai comuni virtuosi, che non hanno dilapidato risorse e che hanno i bilanci in ordine, di essere messi nelle condizioni di poter spendere i propri fondi per intaccare il disagio delle famiglie e dei giovani in particolare.»

«Il comune di Cagliari – ha concluso Massimo Zedda – ha il più basso tasso d’indebitamento in Italia, come istituzione locale. Il totale d’indebitamento di tutti gli enti locali del Paese è pari al 2,5% dell’indebitamento dello Stato. Di questo, il 2% è attribuibile al Comune di Roma, mentre lo 0,5% è ripartito tra tutto il sistema provincie e comuni, a fronte di una spesa del 6% sul totale nazionale. Il Comune di Cagliari ha in cassa 280milioni di euro, 192 come Città Metropolitana. Se fossimo messi nelle condizioni di spendere riusciremo ad alleviare le difficoltà che oggi vivono le famiglie.»

«La Settimana sociale di Cagliari, la numero 48, coinciderà con il 60° anniversario della precedente in Sardegna quando, dal 22 al 29 settembre 1957, furono affrontati gli aspetti umani delle trasformazioni agrarie», ha ricordato l’arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio. Allora, alla guida della diocesi cittadina c’era il vescovo Paolo Botto, sindaco Mario Palomba, mentre alla presidenza della Regione era Giuseppe Brotzu.

«La scelta di affrontare la tematica del lavoro è nata dal fatto che oggi più che mai, il lavoro è un punto fragile e nevralgico della società italiana», ha detto monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente del Comitato scientifico e organizzatore della Settimana sociale del prossimo ottobre. «Quest’anno si è decisa come sede Cagliari perché è uno dei territori più significativi dove il tema del lavoro, della difesa dell’ambiente, dell’accoglienza, sono importanti. L’obiettivo è di offrire qualcosa che sia utile a tutto il Paese, alle istituzioni e alla società civile. Indicare un percorso positivo e propositivo anche a livello normativo».

All’incontro di oggi a Palazzo Baccaredda, c’era anche il vicesindaco e assessore Luisa Anna Marras. Hanno invece accompagnato l’arcivescovo, Mauro Magatti, segretario del Comitato organizzatore, e lo staff dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della Cei.

Il presidente Francesco Pigliaru, con gli assessori Caria, Erriu, Mura e Spanu, ha ricevuto oggi a Villa Devoto l’arcivescovo Arrigo Miglio e mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, assieme al Comitato organizzatore della 48° Settimana Sociale dei Cattolici.
«Questa iniziativa arriva in un momento di straordinaria difficoltà e ci fa piacere poterne ragionare assieme – ha commentato il presidente Pigliaru -. Due sono i problemi cruciali che creano ancora molta ansia e difficoltà di gestione, nelle società occidentali: la globalizzazione e l’evoluzione tecnologica. In tutta Europa si sta riflettendo molto su come affrontare la sfida. Da parte nostra abbiamo fatto investimenti importanti come le politiche di Flexicurity, con sperimentazioni tra le migliori d’Italia». Menzionando una ripresa economica che tarda ad arrivare, Francesco Pigliaru ha poi detto che «dobbiamo essere creativi per individuare interventi di breve periodo e non rinunciare all’idea delle politiche attive».

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Il Consiglio comunale di Cagliari ha approvato, con trentatré favorevoli su trentatré votanti, la delibera relativa alla variante urbanistica al PUC per la zona di Sant’Elia. Si chiude così un capitolo importante per il futuro dello stadio che ospiterà il Cagliari.
Ora, dopo i passaggi obbligati in Regione e la presentazione del progetto al SUAP, inizierà la fase operativa che sarà suddivisa in due parti: per prima cosa si punterà alla costruzione dello stadio provvisorio che dovrà ospitare il Cagliari per le prossime due, forse tre, stagioni. Poi, una volta ultimata la struttura che verrà realizzata tra i parcheggi dell’attuale settore Distinti e il mercato di Sant’Elia, il cantiere si sposterà nello stadio realizzato nel 1970. L’impianto verrà demolito al suo posto verrà realizzato uno stadio moderno, confortevole e fruibile non solo la domenica, dotato di uffici e punti di aggregazione, oltre che di alcune attività commerciali, comunque legate al mondo dello sport.
La seduta del Consiglio comunale, dopo la discussione delle interrogazioni e l’approvazione di tre debiti fuori bilancio, si è concentrata sulla variante che ha offerto diversi spunti di discussione. Ci sono volute quasi due ore dall’introduzione dell’assessore dell’Urbanistica Francesca Ghirra, che ha spiegato i dettagli della delibera. Il dibattito è stato a tratti anche acceso tra i consiglieri ma alla fine ha prevalso la linea del via libera, anche perché come ha sottolineato lo stesso sindaco Massimo Zedda: «Con la variante si da il via libera ad una pratica che poi dovrà essere analizzata nel momento della presentazione dei progetti».

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Il consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco esprime soddisfazione per la sottoscrizione del Patto per Sant’Avendrace sottoscritto venerdì nell’incontro tra il sindaco di Cagliari Massimo Zedda e il presidente del Consiglio dei ministri Paolo Gentiloni.

«Nessun trionfalismo, ma è assurdo sminuire i segnali finalmente positivi per far uscire dall’anonimato questo pezzo di Cagliari. Speriamo che non siano solo passerelle – dice Edoardo Tocco, già presidente di circoscrizione e componente dell’assemblea civica -. Auspichiamo che non siano progetti calati dall’alto, ma ci sia una concertazione con la popolazione. Non più area periferica della città, certo. Nel disegno di riqualificazione sarà importante concentrare l’attenzione sulla viabilità, con una serie di opere utili per gli abitanti. Nessun stravolgimento sull’attuale assetto. Un piano che possa davvero rappresentare la rinascita per tutta la zona.»

«Occorre partire dalle aree in stato di abbandono, è il caso del mercato ortofrutticolo che, da cuore pulsante dell’economia agricola isolana, è diventato un contenitore da riconvertire – aggiunge Edoardo Tocco -. C’è poi da definire la cessione dell’area militare tra via Simeto e viale Elmas, con un patrimonio utile a realizzare un’opera pubblica essenziale per la città. Nel quartiere si registra la carenza di servizi sanitari. Sarebbe opportuno un confronto per la costruzione di un poliambulatorio. La speranza è che Sant’Avendrace possa avere un nuovo volto. Nel quartiere ricadono diversi uffici regionali e non solo. Intanto, con i finanziamenti possono trovare spazio le strutture sportive dell’area tra via San Paolo e via San Simone, con il palasport atteso da tempo e i campi per calcio, rugby e football. Occorre riqualificare il vecchio mulino Costa. Senza poi tralasciare – conclude Edoardo Tocco – la grande necropoli di Tuvixeddu sino ad arrivare a Tuvumannu, con la zona di via Castelli e dintorni che attende servizi all’avanguardia.»

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Si è tenuto stamattina al Liceo Siotto di Cagliari, l’incontro di firma di un Protocollo d’intesa tra il comune di Cagliari e il Governo per mettere a disposizione 18 milioni di euro per la riqualificazione del quartiere di Sant’Avendrace. L’accordo è stato sottoscritto dal presidente del Consiglio dei ministri Paolo Gentiloni con il sindaco Massimo Zedda, alla presenza dei rappresentanti del mondo della comunicazione, dei vertici scolastici e degli studenti che hanno affollato la capiente aula magna.

«Quest’estate – ha ricordato il sindaco Massimo Zedda – il Comune ha partecipato ad un bando ottenendo 18 milioni di euro per il quartiere. Oggi ci troviamo al Liceo Siotto proprio perché Sant’Avendrace rappresenta l’elemento fondamentale di istruzione, di diffusione di cultura e di coinvolgimento del territorio, con le tante iniziative che organizza». E sono proprio la valenza ambientale e la valenza archeologica della zona gli elementi strategici dai quali partire per la riqualificazione urbana della zona e quella economico-sociale, tanto che «ai 18 milioni messi a disposizione del Governo, si sommano altri 8,5 milioni di euro di investimenti privati», ha infine puntualizzato il sindaco.

Il presidente Paolo Gentiloni: «Stiamo assistendo ad una “prima”, perché è la prima firma che facciamo di ben 120 progetti che riguardano la riqualificazione di diversi quartieri delle nostre città». E facendo riferimento alla visita, seppure breve, della città, «l’impegno del Governo – ha scandito il Premier – è quello di scongiurare la distruzione delle ricchezze naturali, paesaggistiche, storiche e archeologiche attraverso un lavoro di “ricucitura” del territorio attraverso la sua valorizzazione».

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L’asfissia finanziaria delle amministrazioni provinciali e la crisi del sistema delle autonomie locali sono state al centro dei lavori della Terza commissione del Consiglio regionale che, in vista del varo della manovra 2017, ha proceduto ieri mattina con le audizioni dell’assessore degli Enti locali, degli amministratori straordinari delle province e del sindaco della città metropolitana di Cagliari, nonché dei presidenti del Consiglio delle autonomie locali e dell’Anci.

Il primo a prendere la parola nel parlamentino presieduto da Franco Sabatini (Pd) è stato il sindaco metropolitano di Cagliari, Massimo Zedda, che ha da subito evidenziato l’azzeramento dei trasferimenti dello Stato unitamente al paradosso che «la città metropolitana trasferisce allo Stato più di ciò che gli viene trasferito dallo Stato in termini di risorse».

«Stiamo di fatto finanziando lo Stato – ha insistito il primo cittadino di Cagliari – e i trasferimenti statali valgono appena il 16% del bilancio della città metropolitana». «Il tutto – ha aggiunto Massimo Zedda – mentre dobbiamo gestire funzioni e competenze delicate, alcune delle quale straordinarie, come lo sono quelle che attengono l’accoglienza dei migranti che fanno sì che si debba garantire a nostre spese  l’assistenza a circa mille minori non accompagnati.»

Il sindaco metropolitano ha dunque ribadito l’urgenza di risorse aggiuntive per il sistema degli Enti locali («se non paga Roma, paga via Roma») ed ha ricordato che le provincie sarde non sono indebitate («ma agli enti locali virtuosi lo Stato riserva il medesimo trattamento che offre alle amministrazioni che hanno sprecato i denari pubblici»).

«Il referendum costituzionale dello scorso dicembre – ha incalzato l’amministratore straordinario della provincia di Sassari, Guido Sechi – ha mantenuto in vita le province ma tutte le finanziarie degli ultimi anni sono state fatte nell’ottica della soppressione degli enti intermedi, ai quali se da un lato sono stati così erosi fondi e risorse dall’altro sono state confermate competenze in materia di viabilità, edilizia scolastica e ambiente.»

«Non abbiamo le risorse per le manutenzione delle strade – ha spiegato Sechi – e neppure per quelle degli edifici scolastici e per capire il quadro finanziario della nostra amministrazione è sufficiente considerare che se anche tagliassimo tutte le spese  il nostro bilancio chiuderebbe ugualmente in passivo.»

Sulla stessa lunghezza d’onda gli interventi degli amministratori della provincia del Sud e di quella di Nuoro, Giorgio Sanna e Costantino Tidu.

Tra le proposte avanzate da Sanna si segnala quella per realizzare un piano straordinario per la messa in sicurezza del reticolo idrogeologico e delle strade, finanziato dalla Regione e gestito dalle rispettive amministrazioni provinciali, mentre Costantino Tidu  ha posto l’accento sulla carenza del personale ed in particolare di dirigenti, nonché sulla impossibilità non solo di procedere con le assunzioni ma anche con le selezioni interne per attribuire nuove mansioni.

Gli amministratori delle province sarde hanno dichiarato che per scongiurare il dissesto finanziario degli enti («i bilanci 2016 sono stati chiusi in pareggio solo con il ricorso ad artifizi contabili») servono complessivamente circa cento milioni di euro.

Dissesto finanziario che per il 2017 è stato confermato anche dall’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu, che nel corso dell’audizione in commissione non ha nascosto le difficoltà degli enti intermedi («forse solo la città metropolitana di Cagliari non sarà in dissesto nel 2017») ed ha ricordato i diversi tagli milionari dei trasferimenti statali («oltre 102 milioni di euro in totale per il 2017»).

L’assessore ha quindi confermato la volontà di ricorrere all’impugnazione alla Corte costituzionale per l’esclusione delle provincie e della città metropolitana della Sardegna dalla ripartizione delle risorse (900 milioni di euro) del fondo per gli enti territoriali, istituito con l’approvazione della legge di bilancio 2017 (legge n. 232\2016, articolo 1 comma 438).

Erriu ha inoltre rassicurato circa la dotazione del fondo unico degli Enti locali della legge di stabilità della Regione (circa 550 milioni di euro) a cui si aggiungono un milione e mezzo di euro per la città metropolitana di Cagliari per il sostegno ai lavoratori precari.

A conclusione dell’audizione dell’assessore Erriu, il presidente della commissione Franco Sabatini non ha nascosto la preoccupazione per la situazione degli Enti locali della Sardegna ed ha dichiarato: «Nella legge di stabilità non è contenuta la soluzione al problema degli enti locali e la manovra della Giunta non dà dunque le risposte attese, per questo cerchiamo con la commissione di procedere con un’iniziativa politica e amministrativa in grado di contribuire alla risoluzione di parte delle questioni evidenziate dagli amministratori straordinari delle province».

Il presidente del Cal, Andrea Soddu, ha posto l’accento sulla «limitata autonomia delle amministrazioni locali derivante dai vincoli di bilancio imposta dall’Ue agli Stati e a cascata fino ai Comuni» ed ha auspicato un differente ordinamento delle autonomie locali «in grado di mitigare la tendenza alla centralizzazione delle decisioni e delle risorse».

Il presidente dell’Anci Sardegna, Emiliano Deiana, ha riconosciuto il sostegno offerto dalla Regione alle amministrazioni comunali nel corso degli ultimi anni ed ha dichiarato il pieno sostegno dell’Anci nella vertenza contro lo Stato. Deiana ha quindi auspicato azioni efficaci nella lotta allo spopolamento e per il contrasto alle povertà.

Il sindaco di Sassari, Nicola Sanna, ha invece sollecitato il finanziamento dei cantieri comunali ed ha posto in guardia sul rischio che il Reis (reddito di inclusione sociale) espropri i Comuni dal controllo finalizzato all’inclusione sociale dei meno abbienti. Una ulteriore sottolineatura del primo cittadino turritano ha riguardato la esiguità delle somme (10mila euro per ciascun comune) messe a disposizione come premialità per quei comuni che si associano in Unione dei comuni.

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Stamane, a Cagliari, è esplosa la protesta di oltre 4.000 agricoltori e allevatori della Coldiretti. I trattori hanno aperto il corteo che, partito da viale Trieste, a pochi passi dal Palazzo della Regione, ha percorso tutto il viale Trieste, la via Roma e si è concluso sotto il Palazzo del Consiglio regionale, dove si sono sviluppati gli interventi dei rappresentanti degli agricoltori e degli allevatori, di alcuni dei numerosi sindaci che hanno partecipato alla manifestazione con la fascia tricolore al petto. Tra gli interventi, quello del sindaco di Cagliari, Massimo Zedda. L’obiettivo della protesta è stata la Giunta regionale, accusata del mancato rispetto degli impegni assunti sull’intera vertenza del mondo agro-pastorale sardo, ormai al collasso.

Al centro della vertenza il prezzo del latte ma anche il mancato sostegno al settore con l’impiego dei fondi comunitari. La manifestazione si è protratta per alcune ore, fino a quando una delegazione della Coldiretti e di sindaci è stata ricevuta dal presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, dal vicepresidente della Giunta regionale Raffaele Paci e dalla conferenza dei capigruppo.

«Il Consiglio regionale è consapevole della crisi vissuta dal mondo delle campagne – ha detto il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau al termine dell’incontro della Conferenza dei capigruppo con la delegazione della Coldiretti -. E’ una situazione disastrosa alla quale vanno date risposte immediate. Abbiamo ascoltato con attenzione le osservazioni provenienti dai pastori, sono certo che stasera l’Aula saprà trovare una soluzione adeguata.»

I rappresentanti dei pastori, anche con toni decisi, hanno chiesto al Consiglio di valutare alcune modifiche alle soluzioni individuate dalla risoluzione approvata la scorsa settimana dalla Quinta commissione del Consiglio regionale. «Vanno bene gli interventi strutturali e gli incentivi sul credito – hanno detto il presidente e il direttore di Coldiretti Battista Cualbu e Luca Saba – adesso però va affrontata l’emergenza. Le aziende hanno bisogno di liquidità, il Consiglio valuti il ricorso al de minimis». Con i rappresentanti di Coldiretti c’erano anche alcuni sindaci che hanno partecipato alla manifestazione di questa mattina. Tutti hanno ribadito la necessità di intervenire in aiuto del settore ovicaprino, asse portante dell’economia isolana. «Se non si interviene subito – hanno detto i primi cittadini – le conseguenze saranno disastrose sul piano sociale».

Il vicepresidente della Giunta regionale Raffaele Paci ha ribadito l’attenzione dell’esecutivo al dramma delle campagne. «Sono situazioni che si trascinano da decenni e che vanno affrontate in modo strutturale – ha detto Raffaele Paci – adesso bisogna intervenire per risolvere l’emergenza ma allo stesso tempo occorre guardare al futuro. Sentiamo la rabbia della piazza e la conosciamo ma non dobbiamo fare l’errore di risolvere l’emergenza senza affrontare i problemi strutturali. Il bilancio della Regione è ancora aperto, in questi giorni lo sta esaminando la Commissione competente del Consiglio regionale. All’interno della Finanziaria L’Aula può individuare le risorse da destinare al settore».

Domani pubblicheremo un ampio resoconto sulla giornata di protesta odierna, con un ricco album fotografico.

 

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L’assessore regionale degli Enti locali Cristiano Erriu è intervenuto in audizione nella riunione della commissione Autonomia, cui hanno partecipato il sindaco della Città Metropolitana Massimo Zedda e gli amministratori straordinari delle Province sarde.

«Le Province sarde – ha detto Cristiano Erriu – si trovano in una situazione finanziaria difficilissima a causa di una azione sistematica di tagli delle risorse decisa dal Governo centrale (102 milioni per il 2017) che, di fatto, azzera l’autonomia degli Enti e si pone in contrasto con l’art.119 della Costituzione.»

«I tagli – ha aggiunto l’assessore – hanno consentito di chiudere a malapena i bilanci del 2016 ma per il 2017 ci troviamo di fronte ad un quadro a tinte fosche perché la Sardegna (insieme alla Sicilia) è stata esclusa dalla correzione effettuata dalla finanziaria nazionale 2016 a favore del sistema degli Enti locali, una esclusione ingiusta prevista anche per il 2017 che sarà oggetto, domani a Roma, di una riunione della Conferenza delle Regioni e della Conferenza unificata.»

«In quella sede – ha spiegato Cristiano Erriu – cercheremo di ribaltare questa situazione grazie all’azione congiunta che porteremo avanti non solo con la Sicilia ma anche con l’Anci, il Cal e la Conferenza delle Province e delle Città metropolitane; l’Anci, in particolare, ha assicurato tutto il suo sostegno impegnandosi a non firmare l’intesa con lo Stato se dovesse passare la linea del Governo.»

«Una linea – ha sottolineato ancora Cristiano Erriu – che colpisce in modo molto pesante gli Enti locali sardi i quali, nei fatti, si sono mostrati fra i più virtuosi d’Italia; per questo valutiamo anche l’impugnazione delle norme che ci penalizzano.»

Il sindaco della Città metropolitana Massimo Zedda, successivamente, ha criticato con forza la politica del Governo che «con una serie di interventi normativi ha operato ritenendo che non aveva senso finanziaria Enti destinati alla soppressione, ma le cose poi sono andate diversamente». «Fatto 100 il valore della spesa pubblica – ha ricordato Massimo Zedda – la quota riferibile alle autonomie locali è di appena il 6.5% ed ancora più bassa è la quota del debito pubblico, 2.5% di cui il 2% concentrato sul Comune di Roma. Per cui si è cercato di aggredire il debito tagliando quasi esclusivamente sugli Enti locali e determinando, come ha osservato la Corte dei conti, la drastica riduzione dei servizi fondamentali e l’impoverimento del Paese».

Subito dopo hanno preso la parola gli amministratori straordinari delle Province che, con alcuni accenti diversi, hanno dimostrato, dati alla mano, di aver chiuso i bilanci 2016 facendo ricorso all’avanzo di amministrazione. Ma nel 2017, hanno osservato, si fa concreto il rischio del dissesto finanziario perché gli Enti si troveranno costretti a versare allo Stato più di quanto incassano, pur avendo ridotto i costi di gestione all’osso con drastiche riduzioni dei servizi (istruzione secondaria, manutenzione delle rete stradale, ambiente, trasporto disabili) e del personale.

Il presidente della commissione Francesco Agus, nelle conclusioni, ha affermato fra l’altro che «il sistema regionale delle autonomie locali ha assoluta necessità di certezze per il 2017 perché, in caso contrario, l’alternativa sarebbe solo quella di una anticipazione della Regione che sarebbe comunque pesantissima in termini finanziari ed insostenibile sul piano politico». Si riproporrebbe sotto altre forme ma con i medesimi effetti devastanti, ha detto inoltre, «la vicenda dei farmaci innovativi che la Sardegna si deve pagare mentre in tutta Italia sono a carico del servizio sanitario nazionale».

La commissione, infine, trasmetterà al Consiglio regionale un prospetto finanziario dettagliato sulla situazione delle Province sarde.

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L’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu, ha spiegato ieri sera in una conferenza stampa le iniziative che la Giunta regionale assumerà per opporsi all’esclusione della Sardegna dalla ripartizione delle risorse del fondo nazionale destinato agli enti locali.
«Ci opporremo in tutte le sedi allo schema di DPCM che esclude le Province sarde e la Città Metropolitana di Cagliari dalla ripartizione delle risorse del fondo nazionale (969 milioni di euro) destinato agli enti locali, in quanto porrebbe in una posizione di evidente disequilibrio tutti gli enti intermedi sardi e renderebbe impossibile garantire le funzioni fondamentali provinciali – ha detto Cristiano Erriu nell’incontro che si è tenuto in Assessorato, con la partecipazione del sindaco metropolitano Massimo Zedda, il presidente del Cal Andrea Soddu e il presidente dell’Anci Sardegna Pier Sandro Scano -. Lo faremo a partire dalla Conferenza Unificata convocata a Roma per giovedì mattina, ma siamo pronti a farlo anche in Parlamento con la chiamata a raccolta di deputati e senatori sardi. Chiaramente coinvolgeremo e chiederemo il pieno appoggio al Consiglio regionale e agli organi rappresentativi degli enti locali (Cal e Anci), che oggi sono qui presenti.»
All’incontro ha partecipato il vicepresidente della Regione Raffaele Paci, il quale ha annunciato che «qualora il testo proposto non venga modificato, la Regione sta preparando il ricorso da presentare alla Corte Costituzionale anche per altri aspetti della legge di stabilità, come ad esempio la spesa sanitaria per i farmaci innovativi, per i quali siamo obbligati a sostenere per intero la spesa ma anche per gli accantonamenti e altri fondi dai quali la Sardegna rischia di restare esclusa».

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Si è tenuto questa mattina, nell’aula del Consiglio regionale, il convegno “Antonio Gramsci nell’80° della morte (1891-1937)”. I lavori sono aperti dal presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau; sono seguiti i saluti del sindaco di Cagliari Massimo Zedda. L’incontro è stato organizzato da Aldo Accardo dell’Università di Cagliari.

Vediamo le interviste con il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, e con il professor Aldo Accardo.

 

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Venerdì 20 gennaio, a partire dalle 10.30, nell’aula del Consiglio regionale, si terrà il convegno “Antonio Gramsci nell’80° della morte (1891 -1937)”. I lavori saranno aperti dal presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau;  seguiranno i saluti del  sindaco di Cagliari Massimo Zedda. L’incontro è organizzato da Aldo Accardo dell’Università di Cagliari.

«Con grande orgoglio e vero piacere – ha detto il presidente Ganau – la Presidenza del Consiglio ha accolto l’invito del professor Accardo di promuovere questo importante incontro che spero sia il primo di una serie di iniziative che nel 2017 ci porteranno a riflettere e confrontarci con il pensiero di Antonio Gramsci prima della conclusione di quello che è stato proclamato dalla Regione Sardegna come  l’anno Gramsciano.»

L’intervento le “Filologie della volontà” sarà tenuto da Mauro Pala, dell’università di Cagliari. Aldo Maria Morace, dell’università di Sassari affronterà il tema “Letteratura e vita nazionale”,  mentre Aldo Accardo, dell’università di Cagliari interverrà su “La verità in politica”. Al convegno assisteranno alcune classi del Liceo Classico G.M. Dettori di Cagliari. Ancora una volta il Palazzo del Consiglio regionale – come sottolinea il presidente Ganau – si apre agli studenti: «Antonio Gramsci fu e rimase un rivoluzionario e un comunista fino all’ultimo giorno, ma fu anche un pensatore, sicuramente il più profondo e originale pensatore dell’Italia del Novecento. Per questo credo sia necessario  un nuovo impulso alle nostre scuole e alle nostre Università per un maggiore impegno nello studio e nella ricerca del pensiero di Antonio Gramsci».