2 November, 2024
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Secondo appuntamento per MEETropolitan35. Domani, domenica 27 ottobre, dalle 10.30, a essere protagonisti al Teatro Massimo di Cagliari, saranno Andrea Spiga ed Emilija Petronijevic.
Il nuovo format, ideato e creato dall’Associazione Prohairesis, ha l’obiettivo di promuovere la cultura passando attraverso la voce dei giovani, degli under 35, appunto, utilizzando linguaggi e tecnologie 4.0. E proprio il linguaggio dei giovani, la loro visione della vita, dei fatti che avvengono e del mondo del lavoro sono centrali nel principio di modellamento che regola le dinamiche sociali e dei gruppi, a cui la rassegna si ispira per suggerire buone prassi e nuovi modi di essere. MEETropolitan35 vedrà sul palco del Teatro Massimo fino al 18 dicembre, con appuntamenti perlopiù domenicali, i migliori under 35 che hanno detto o fatto qualcosa di eccezionale in Italia e nel resto del mondo

Dopo le performance di Catriona Patterson, per i temi connessi alla sostenibilità ambientale, e di Matteo Porru, per quelli legati alla letteratura, Andrea Spiga racconterà le difficoltà nel risorgere dopo la malattia che lo ha reso non vedente e parlerà della sua rinascita grazie alla musica e al baseball. L’incontro, fissato per le 10.30, è non casualmente, e con intelligente autoironia, intitolato “Chi lo dice che un cieco non vede una mazza”. Il secondo incontro, alle 11.30, ha come titolo “Quando chi parla è la migliore cantante lirica tra i fisici del mondo” e vedrà sotto i riflettori il fisico dei nanorisonatori Emilija Petronijevic. Serba, da tempo in Italia grazie a una mirabolante fuga che l’ha condotta nel nostro Paese, e non ancora cittadina italiana, insegna, a soli 27 anni, all’Università La Sapienza di Roma. Il suo hobby è diventato anche il suo secondo lavoro: è, infatti, una cantante lirica di tutto rispetto (ha studiato al Conservatorio Santa Cecilia di Roma). Così dice: “Dalla Serbia centrale, non belgradese, alla grande bellezza: parlerò dell’innamoramento di Roma e dell’Italia, della lotta per rendere questo amore ricambiato, delle strade che mi hanno portato a Roma, della necessità di unire la musica e la scienza e continuare a viverle in parallelo”.

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Secondo appuntamento per MEETropolitan35, domenica 27 ottobre, dalle 10.30, al Teatro Massimo di Cagliari, con Andrea Spiga ed Emilija Petronijevic.
Il nuovo format, creato e ideato dall’Associazione Prohairesis, ha l’obiettivo di promuovere la cultura passando attraverso la voce dei giovani, degli under 35, appunto, utilizzando linguaggi e tecnologie 4.0. E proprio il linguaggio dei giovani, la loro visione della vita, dei fatti che avvengono e del mondo del lavoro sono centrali nel principio di modellamento che regola le dinamiche sociali e dei gruppi, a cui la rassegna si ispira per suggerire buone prassi e nuovi modi di essere. MEETropolitan35 vedrà sul palco del Massimo fino al 18 dicembre, con appuntamenti perlopiù domenicali, i migliori under 35 che hanno detto o fatto qualcosa di eccezionale in Italia e nel resto del mondo.

Dopo le performance di Catriona Patterson, per i temi connessi alla sostenibilità ambientale, e di Matteo Porru, per quelli legati alla letteratura, Andrea Spiga racconterà le difficoltà nel risorgere dopo la malattia che lo ha reso non vedente e parlerà della sua rinascita grazie alla musica e al baseball. L’incontro, fissato per le 10.30, è non casualmente, e ironicamente, intitolato “Chi lo dice che un cieco non vede una mazza”. Il secondo incontro, alle 11.30, ha come titolo “Quando chi parla è la migliore cantante lirica tra i fisici del mondo” e vedrà sotto i riflettori il fisico dei nanorisonatori Emilija Petronijevic. Serba, da tempo in Italia grazie a una mirabolante fuga che l’ha condotta nel nostro Paese, e non ancora cittadina italiana, insegna, a soli 27 anni, all’Università La Sapienza di Roma. Il suo hobby è diventato anche il suo secondo lavoro: è infatti una cantante lirica di tutto rispetto (ha studiato al Conservatorio Santa Cecilia di Roma). Così dice: «Dalla Serbia centrale, non belgradese, alla grande bellezza: parlerò dell’innamoramento di Roma e dell’Italia, della lotta per rendere questo amore ricambiato, delle strade che mi hanno portato a Roma, della necessità di unire la musica e la scienza e continuare a viverle in parallelo».

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Ha preso il via la XXXI edizione del Salone internazionale del libro di Torino, con omaggio a Manlio Brigaglia. scomparso oggi a 89 anni. Lo stand Sardegna è stato inaugurato dall’assessore regionale della Cultura, Giuseppe Dessena, e da una delegazione dell’assessorato al Turismo e di Laore.

I lavori sono entrati subito nel vivo con la presentazione di tre titoli.

Ultimo, ma non ultimo, il giovanissimo Matteo Porru che ha spiegato come il suo “Quando sarai grande” (editore Alessandro Cocco a cure d Edizioni La Terza) sia il suo libro più complesso, frutto di un’esperienza

«L’Aes conferma la sua presenza a distanza di oltre trent’anni dalla prima partecipazione e l’ho fatto portando editore associati e non in fiera», ha detto Simonetta Castia, presidente dell’Aes, associazione editori sardi -. Editori che così hanno avuto la possibilità di partecipare, di essere presenti alla più grande vetrina dell’editoria italiana e di promuoversi attraverso le opere che rispondono al tema generale del Salone “Un giorno tutto questo”. Un tema è una partecipazione che per Simonetta Castia vuole creare un ponte tra l’Isola e il mondo per «far sì che la diversità culturale della nostra terra, i suoi paesaggi, le nostre tradizioni e la sua arte possano incontrare il favore del pubblico così numeroso già dal primo giorno qui a Torino».

Anche Simonetta Castia, a nome di tutta la delegazione sarda a Torino e di tutti i sardi, ha voluto dedicare la partecipazione della Sardegna al Salone del libro a Manlio Brigaglia, storico, accademico, giornalista e soprattutto “facitore di libri” come amava definirsi, venuto a mancare proprio oggi: «Un grave lutto per tutta l’Isola».

Stasera, per il Salone Off, al cinema Massimo, alle ore 20.30 è previsto l’evento VISIONI SARDE: Corti di Sardegna. Proiezione dei cortometraggi “A casa mia” di Mario Piredda, vincitore del David di Donatello 2017; “Futuro Prossimo” di Salvatore Mereu, in selezione speciale ai Nastri d’Argento 2018, premio speciale della Giuria Visioni Sarde 2018 e ancora “L’ultimo miracolo” di Enrico Pau, in selezione ai Nastri d’Argento 2018.

Seguirà un dibattito sul cinema sardo alla presenza dell’assessore della Cultura Giuseppe Dessena, la presidente della FASI Serafina Mascia, e i registi Mario Piredda, Salvatore Mereu ed Enrico Pau. A coordinare i lavori Paolo Serra, responsabile regionale dei Centri Servizi Culturali Umanitaria Sardegna.

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Il festival Street Books – Scrittori, lettori e libri a Dolianova rende omaggio a Francesco Masala, uno dei più importanti intellettuali e scrittori sardi del novecento. Domenica 18, per la sezione “Cineletture”, a partire dalle 21.30 alla Villa De Villa verrà proiettato il documentario di Marco Gallus “Vinti ma non convinti: Francesco Masala, il capotribù nuragico” (l’ingresso è libero). Insieme al regista ci sarà anche Ugo Masala, uno dei figli dello scrittore e che del documentario è produttore, in un incontro coordinato dal giornalista Pier Sandro Pillonca.

“Vinti ma non convinti” è un documentario di oltre un’ora nel quale, grazie ad un accurato lavoro di ricerca tra materiali di varia provenienza (libri, articoli, interviste video, conferenze video, trasmissioni radiofoniche), la figura dell’autore di “Quelli dalle labbra bianche” e “Il dio petrolio” emerge in tutta la sua importanza e originalità. Il documentario, prodotto dall’associazione culturale Cicitu Masala ed impreziosito dalle musiche di Arrogalla, è dunque un mix tra repertori realizzati tra gli anni ’80-’90 e le nuove riprese girate tra il 2014 e il 2016 in cui Marco Gallus ha dato voce a intellettuali come Bachisio Bandinu e Paolo Pillonca, attori e registi degli spettacoli teatrali di Masala (in principal luogo Pierpaolo Piludu, ma anche Enzo Parodo, Clara Farina, Isella Orchis, Emanuela Cau, Giuseppe Boy, Cesare Saliu, Cristina Maccioni e Lia Careddu) ed altri amici dello scrittore (Salvatore Masala, Francesco Abate, Matteo Porru, Claude Schmitt e il coro “Su Concordu de Santu Nigola” di Nughedu).

“Vinti ma non convinti: Francesco Masala, il capotribù nuragico” vuole anche essere un’operazione di contro informazione sulla storia della Sardegna perché, come diceva Masala, «la storia di necessità, è storia dei vincitori, i vinti non hanno storia. Gli storici, insomma, scrivono la storia con la complicità degli archivi lasciati dai vincitori, mentre i vinti non possono lasciare nulla agli archivi. La storia della Sardegna è la storia dei vinti ma non convinti».

Autore e regista cinematografico, il selargino Marco Gallus ha alle spalle vent’anni di attività nel settore delle produzioni audiovisive. Tra i suoi lavori di regia si ricordano “Una domenica” (2003), “Cuore di mamma” (2004), “Fratelli” (2005) prodotto dalla Regione Sardegna con la partecipazione del Comune di Dolianova e realizzato grazie all’ausilio della casa di produzione ArteVideo, “Ultimo amore” (2006) prodotto dall’Università di Cagliari, e “Tutto bene?” (2008) prodotto dall’Agis Cinema di Cagliari.