I rappresentanti dei lavoratori dello stabilimento di Portovesme hanno incontrato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, in visita in Sardegna. Al rappresentante del Governo Renzi hanno esposto alcune tematiche inerenti la vertenza Eurallumina e le relative competenze del suo dicastero, sollecitando la necessaria accelerazione delle pratiche burocratiche riguardanti le autorizzazioni propedeutiche alla ripresa produttiva del primo anello della filiera dell’alluminio.
«Era atteso un chiarimento dal ministero dell’Ambiente – si legge in una nota della RSU Eurallumina – relativo alle procedure di VIA e AIA per l’impianto di cogenerazione di energia in auto-produzione; nello specifico era necessario definire se le competenze, in merito alle due procedure, dovevano essere di carattere ministeriale o regionale. Il coordinatore nazionale del ministero dell’Ambiente, Divisione Sistemi di Valutazione Ambientale (facente parte della “Direzione Generale per le valutazioni Ambientali”) ing. Antonio Venditti, ha dato immediato riscontro alla richiesta pervenuta dal Ministro e sollecitata dalla RSU, comunicando all’amministratore delegato di Eurallumina che lo studio eseguito in merito alla richiesta pervenuta, ha accertato e chiarito che la competenza di tali autorizzazioni è in carico alla Regione Sardegna. Pertanto, il prossimo passaggio normativo prevede che debbano trascorrere tra i 20 e i massimo 40 giorni dalla pubblicazione degli atti sul sito del SAVI, affinché venga predisposta dai proponenti, Eurallumina, Euralenergy e la Foster Wheleer (progettista e realizzatrice dell’impianto), la presentazione pubblica del progetto di realizzazione dell’impianto CHP e procedere quindi per le definitive autorizzazioni.»
«Il piano industriale per il riavvio delle produzioni di Eurallumina – si legge ancora nella nota della RSU – si basa su un crono-programma già presentato alle istituzioni coinvolte (MISE, MATTM, Regione Sardegna, enti locali) ed ha necessità di procedere celermente, in modo da arrivare quanto prima alle autorizzazioni per far partire gli ingenti investimenti, iniziare le cantierizzazioni (che prevedono 202 addetti per la realizzazione dell’impianto di cogenerazione e le modifiche degli impianti) sino al rientro graduale e definitivo dei 357 lavoratori diretti previsti dalla pianta organica (ad oggi utilizzati nelle rotazioni per la manutenzione degli impianti) e tra questi diverse decine di “nuove” assunzioni. Una parte di questi lavoratori, circa 30, potranno a breve rientrare al proprio posto di lavoro per la gestione dell’impianto per il trattamento delle acque, appena un altro chiarimento sulle competenze autorizzative verrà sciolto, tra ministero dell’Ambiente e il settore Ambiente dell’ex Provincia. Evidente quanto la burocrazia, pur comprendendo la delicatezza del compito di chi deve autorizzare operazioni di questo tipo, incida sulle prospettive occupazionali, anche immediate.
Le problematiche vertenziali in carico al MISE sono di fatto concluse, avendo chiuso positivamente i punti che erano stati indicati nel protocollo d’intesa del 22 novembre 2012: atto cardine e fondamentale il “Contratto di Sviluppo” siglato tra Governo, Invitalia e azienda Eurallumina, sottoscritto il 24 luglio 2014, alla presenza dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, per il concorso agli investimenti (75 milioni come prestito a tassi di mercato, interamente da restituire) calcolati in 188 milioni di euro complessivi, per la realizzazione di un impianto di cogenerazione per l’auto-produzione energetica, la modifica degli impianti alle nuove tecnologie e la gestione e messa in sicurezza del sito di stoccaggio dei residui delle lavorazioni. Passaggio determinante per il concretizzarsi del progetto di riavvio, appunto, l’esercizio del sito di stoccaggio dei residui delle lavorazioni della bauxite posto sotto sequestro dal settembre 2009 e parzialmente dissequestrato (area “C” e sala pompe) il 14 novembre 2014. Intanto, è in fase di caratterizzazione l’Area “D”, individuata come nuova espansione del sito di stoccaggio, che ha ricevuto parere favorevole nella recente conferenza dei servizi svolta al ministero dell’Ambiente.»
«Del sito di stoccaggio, in questi anni, si è occupato direttamente il ministero dell’Ambiente (la massima espressione tecnica e politica che si occupa di problematiche ambientali), essendo stato nominato custode giudiziario dal magistrato titolare del procedimento, che ha messo in atto tutte le misure di messa in sicurezza, in particolare del sistema delle acque, affidando l’incarico ad una ditta specializzata, anticipando le risorse economiche necessarie e affidate al comune di Portoscuso per la loro gestione ed erogazione. Il tutto – scrive ancora la RSU Eurallumina – con l’attenta e scrupolosa opera degli organi di controllo sanitari e ambientali e tecnica del Consorzio industriale e degli organi di pubblica sicurezza, come i carabinieri del N.O.E. Tra il ministro dell’Ambiente e l’Azienda, con la supervisione del MISE, è stato condiviso un protocollo d’intesa, a cui hanno dato il loro parere favorevole, anche Regione Sardegna-Piano Sulcis, comune di Portoscuso, Consorzio industriale, Arpas ed Ex Provincia Carbonia Iglesias. Ultimo passaggio del lungo iter è ora la restituzione attraverso una fidejussione da parte dell’Eurallumina, dei 6 milioni di euro anticipati dal ministero dell’Ambiente, per le opere di messa i sicurezza operate in questi anni. Fattore molto importante per il territorio è che quelle risorse (6 mln) attraverso opportuno accordo di programma tra Regione Sardegna e Ministero, resteranno a disposizione per l’Area Sin, per ulteriori opere di bonifica. Il protocollo d’intesa per la gestione del sito di stoccaggio, sarà inserito nell’istanza di dissequestro che verrà a breve inoltrata per lo sblocco delle aree “A” e “B”, ancora sotto sequestro.»
«La RSU Eurallumina – conclude la nota – prosegue nella sua opera di monitoraggio e di continua sollecitazione verso tutti i soggetti coinvolti nelle procedure sopra elencate, affinché anni di lotta, impegno e sacrifici, si concludano con il raggiungimento dell’unico obiettivo perseguito: ”La ripresa del LAVORO”.»