25 November, 2024
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Elio Cancedda_AssembleaGeneraleMovimentoPartiteIva-17gen2016

Sarà un inverno molto caldo quello del Sulcis Iglesiente, dal 1 Febbraio riparte la mobilitazione generale e popolare che vede tra i suoi artefici oltre le organizzazioni Sindacali Cisl, Cisal, Fismic, Consal, anche il Movimento Partite Iva Sulcis Iglesiente, artigiani e commercianti, agricoltori, pastori, pescatori, Movimento Sardegna Zona Franca, Movimento studenti, Movimento disoccupati, ed altri movimenti, gruppi e comitati dei diversi settori della società civile.

Martedì scorso è stata trasmessa una lettera al presidente del Consiglio, Matteo Renzi; al Presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru; e al prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta, per sollecitare un tavolo di confronto tra Governo, Regione e forze sociali promotrici della mobilitazione, per portare a soluzione la drammatica situazione economica e di degrado sociale vissuta nel Sulcis Iglesiente.

«Abbiamo sempre sostenuto che il grande tema della crisi nel nostro territorio è fondamentalmente legato alla diffusa condizione di precarietà economica delle famiglie – dice Elio Cancedda, recentemente eletto presidente del Movimento Partite Iva -. La disamina dei principali indicatori economici evidenzia una dilagante disoccupazione generale che interessa oltre 37 mila persone su una popolazione generale di 128 mila abitanti, il 74% dei giovani non ha lavoro, gli studenti non hanno alcuna prospettiva occupazionale; gli indici di povertà estrema, che fanno riferimento alle famiglie assistite dalle Caritas diocesane, nonché alle liste delle famiglie assistite dai servizi sociali comunali, sono in progressivo aumento. Poiché le Partite Iva dipendono strettamente dalla capacità economica delle famiglie, è chiaro che nessuna politica di investimenti potrà mai avere successo, se non accompagnata dalla capacità di spesa delle famiglie che devono avere occasione di lavoro stabile. Per questo abbiamo sposato la proposta della Cisl territoriale di richiamare l’attenzione della classe politica sull’urgenza di definire le linee strategiche per un progetto di piena occupazione o,  quanto meno, affinché l’indice di disoccupazione sia riportato al livello nazionale, già di per sé preoccupante.»

«Con il comitato – aggiunge Elio Cancedda – abbiamo definito un percorso di consapevolezza sulla inefficacia del cosi detto Piano Sulcis, sottoscritto il 13 novembre 2012, e che avrebbe dovuto alleviare le sofferenze del territorio. Ma da allora sono trascorsi inutilmente oltre 3 lunghi anni; e nulla è stato realizzato di tutto quanto era previsto. Nelle assemblee popolari, è scaturita dunque la necessità di una mobilitazione generale del territorio, per richiamare la politica alle proprie responsabilità. Partendo dall’assunto che il Piano Sulcis è un importante programma di infrastrutture per guardare in prospettiva al futuro economico del territorio, ma nel contesto attuale occorre un cronogramma di attività, condiviso, per dare opportunità di integrazione lavorativa, e con carattere di urgenza alle famiglie in difficoltà.»

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«Il Sulcis Iglesiente non può rassegnarsi senza battere ciglio alla rinuncia del Governo di avere una politica industriale degna dell’Italia. Né può accettare che il centrosinistra alla guida della Regione, ridotto ormai a zerbino, mantenga un atteggiamento passivo nei confronti dello Stato.»

Lo scrive in una nota Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Firza Italia Sardegna.

«L’atto di forza degli operai ex Alcoa di quest’oggi è la naturale conseguenza del percorso compiuto fin qui da Governo e Giunta regionale – aggiunge il consigliere regionale di Sant’Antioco -. Le tute blu di Portovesme hanno diritto ad avere risposte concrete sul loro futuro lavorativo e, soprattutto, garanzie sui costi dell’energia. I due anni di super-interrompibilità concessi dalla Commissione Europea sono un’offesa nei confronti di chi ha creduto alle promesse del presidente Pigliaru, alla guida della Sardegna ormai da due anni. Due anni di bugie, finte rassicurazioni e persino degli inviti, rivolti agli operai, a creare un clima di ottimismo. E intanto, l’atteggiamento remissivo del nostro Governatore ha lasciato tutti con un pugno di mosche in mano.»

«Ormai è chiaro che il Governo di Matteo Renzi ha rinunciato alla filiera dell’alluminio (un tempo eccellenza italiana), ma non possiamo e non dobbiamo accettare che la Regione ne prenda atto senza muovere un dito. Chiudere le porte del Consiglio regionale, così come fatto dai manifestanti, non è un caso: è bensì un atto simbolico, perché è alla politica, colpevole di non aver fatto ciò che avrebbe dovuto, che oggi si rivolgono. Pigliaru&company – conclude Ignazio Locci – si assumano le proprie responsabilità, alzino la testa con Governo ed Europa e lottino per ridare una speranza all’industria del Sulcis.»

Alcoa 6

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Non si spengono le polemiche sul progetto della Giunta regionale di aumentare le aliquote Irpef per ripianare i debiti accumulati dal servizio sanitario regionale.

«L’intenzione di ripianare il buco della Sanità con l’aumento delle aliquote Irpef è soltanto un pretesto – dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna -. Ancora una volta la Giunta dei professori naviga a vista e dimostra di non avere le idee chiare, discostandosi dalle direttive a livello nazionale.»

«Mentre il presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi, infatti, attraverso la Legge di stabilità, vieta alle Regioni di aumentare la pressione fiscale – sottolinea Ignazio Locci -, la Sardegna va nella direzione opposta e mette le mani nelle tasche dei cittadini, facendogli pagare il fallimento politico del centrosinistra. E come se non bastasse, le norme che regolano l’Irpef proibiscono aumenti tributari che non siano volti allo sviluppo economico. E non mi pare che ripianare il deficit della Sanità possa in qualche modo stimolare lo sviluppo. L’unico obiettivo della Giunta è quello di salvare la baracca obbligando i sardi a uno sforzo ingiusto e immotivato.»

«L’Esecutivo di Francesco Pigliaru – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco – farebbe bene a ritornare sui suoi passi. Di sicuro il centrodestra darà battaglia e si opporrà in tutti i modi all’aumento della pressione fiscale voluto da una Giunta di sanguisughe che si disinteressa totalmente degli interessi dei sardi.»

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Ignazio Locci

Consigliere regionale Forza Italia Sardegna

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Francesco Sanna copia

L’onorevole Civati vorrebbe che i sindaci di centro-sinistra sostenuti dal PD aderissero alla sua idea che bisogna autoaffondarsi o affondare i candidati alla guida delle città, democratici o alleati, per dare una lezione a Renzi e al PD nazionale.

E si arrabbia, elegantemente e nel modo letterariamente piacevole che gli è solito, se qualcuno, come Massimo Zedda, Giuliano Pisapia, Marco Doria, primi cittadini di Cagliari, Milano e Genova, non lo seguono nel suo disegno. Il quale ha un antenato autorevole nella fase oscura della sinistra massimalista che divora il centrosinistra riformista e di governo, o se si preferisce, quello che semplicemente vuole realizzare il più possibile del suo programma, e non solo radicalizzarlo per poi non farne niente. Per essere chiari, lo schema che fece cadere il governo Prodi nel 1998.

Ma perché il centrosinistra che ha ben funzionato nelle città dovrebbe immolarsi al disegno di Possibile o di Sinistra Italiana (che poi sarebbe far vincere il centrodestra a trazione salviniana o i Cinquestelle)? Perché, nella versione di Pippo, tutto quello che si è fatto sino ad oggi in Parlamento ha il marchio dell’errore e del tradimento.

Ma rispetto a cosa? Lui dice ad esempio la riforma costituzionale, che invece somiglia molto alla elaborazione che il centrosinistra (e soprattutto il programma dell’Ulivo) ha inseguito per venti anni. La legge elettorale: si può  avere una preferenza per uno schema diverso, ma sicuramente l’Italicum contiene sia molti elementi di restituzione di potere di scelta ai cittadini, sia di determinazione nelle urne della opzione di governo per il Paese. E’ una inversione ad U la scelta di detassare la proprietà della prima casa, tranne che per quelle di lusso? Abbiamo sempre sostenuto che una componente patrimoniale nel sistema fiscale fosse indispensabile. Ma per necessità finanziaria negli anni trascorsi si era ecceduto e questo eccesso non è stato ininfluente nella crisi dell’edilizia, che ha perso mezzo milione di posti di lavoro in cinque anni. Cerchiamo di invertirne il ciclo anche con forti incentivi fiscali alle ristrutturazioni e alla efficienza energetica.

Si potrebbe continuare con gli esempi, e vedere che forse non c’era nemmeno il tanto per andarsene dal PD. Ma per chi – come Civati – ha preso partito per un’altra avventura politica, l’Errore ed il Maligno allignano comunque in ogni cosa sostenuta dal PD. Come il Visconte di Valmont, per stare alla citazione de “Le relazioni pericolose” questa visione delle cose, in modo automatico ed un poco ossessivo “trascende ogni suo controllo”. In questo, difatti, non ha fatto differenza tra il governo di Enrico Letta e quello di Matteo Renzi.

Però, senza che Pippo si offenda del suggerimento, forse occorre che ne discuta di più anche con i suoi possibili elettori, che invece, in maggioranza molto significativa, sembra non vogliano buttare a mare l’esperienza politica del centrosinistra nelle città italiane, e quantomeno si tengono abbastanza svegli e competenti per decidere di testa loro in ogni comunità.

Francesco Sanna

Deputato del Partito Democratico

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Il Consiglio regionale si riunirà il 24 novembre prossimo alle 16.00 presso la sede della Regione a Roma sulla vertenza Alcoa, un’ora prima di un vertice sullo stesso argomento fra le organizzazioni sindacali ed il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi (ovviamente sarà una riunione informale).

Lo ha annunciato il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau, raccogliendo una proposta del capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, al termine dell’incontro fra i capigruppo, i sindacati di categoria del settore energetico, una delegazione di lavoratori e di amministratori locali del Sulcis Iglesiente.

Nell’incontro, il sindacalista della Cgil Roberto Puddu ha insistito molto sulla tempistica della difficile vertenza. «Sappiamo che l’incontro del 24 al ministero dello Sviluppo economico non sarà risolutivo – ha detto Puddu – ma sappiamo anche che, se entro il 31 dicembre Governo ed Unione europea non definiscono uno strumento per abbattere i costi energetici non si chiude la vendita di Alcoa alla multinazionale Glencore e nel nostro territorio va a picco un tessuto industriale con 3.000 occupati diretti e circa 9.000 nell’indotto: ecco perché serve urgentemente un segnale forte delle Istituzioni».

Per la Cisl Fabio Enne ha espresso viva preoccupazione «per tanti segnali che ci inducono al pessimismo. Il tempo a disposizione è pochissimo, il 25 novembre il ministro Guidi dovrà essere a Bruxelles per trattare la questione dei costi energetici e quella potrebbe essere l’ultima spiaggia non solo per Alcoa ma per tutta la Sardegna».

A nome della Uil Daniela Piras ha auspicato un intervento immediato del presidente del Consiglio Matteo Renzi, «un intervento che non ha alternative per portare al successo un negoziato con l’Unione europea».

Il presidente dell’Assemblea Gianfranco Ganau, dopo aver annunciato che il Consiglio sarà a Roma il 24 novembre prossimo al fianco dei lavoratori ha messo l’accento sulla centralità del problema energetico in ogni ipotesi di ripresa economica della Sardegna. «Siamo l’unica Regione senza metano – ha ricordato – ed i costi energetici pesano su imprese e famiglie sarde come in nessun’altra realtà del territorio nazionale, per questo è non solo essenziale confermare il regime di essenzialità degli impianti sardi e inquadrarlo come passaggio fondamentale della vertenza-Sardegna».

Secondo il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis la Regione «deve uscire dal palazzo ed esercitare il massimo della pressione sul presidente del Consiglio Renzi, che si è speso molto per il Mater Olbia ed ora deve fare altrettanto; noi ci saremo».

La profonda crisi del Sulcis, ha osservato il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, «non si guarisce con le aspirine, il mantenimento del regime di essenzialità per le centrali sarde è irrinunciabile e non possiamo perdere altro tempo».

Per il Pd, il presidente del gruppo Pietro Cocco ha detto che «la solidarietà verso i lavoratori ha un significato se espressa attraverso l’unità delle Istituzioni e l’efficacia della loro azione. Lavoreremo su obiettivi concreti il mantenimento del regime di non interrompibilità dei 3 poli energetici sardi, l’accordo fra Alcoa e Glencore, una prospettiva di medio termine (almeno decennale) per rilanciare un settore industriale strategico per la Sardegna».

«Basta con le dietrologie – ha esortato il capogruppo di Sel Daniele Cocco – lo Stato deve ancora molto alla Sardegna e, in situazioni analoghe che riguardavano altre parti d’Italia, hanno messo nelle vertenze tutto il suo peso, ha il dovere di farlo anche per la Sardegna.»

Gli atti delle Istituzioni non hanno un effetto dirompente, ha detto il capogruppo Piefranco Zanchetta di Cps, «ma servono perché fanno parte di un progetto che punta ad ottenere risultati concreti per una Sardegna che da troppo tempo aspetta risposte concrete e l’Alcoa è una vertenza che ha molto bisogno di concretezza».

Il capogruppo dei Riformatori Sardi Attilio Dedoni, infine, ha invitato a tutti con realismo «a mettere Terna di fronte alle sue responsabilità, perché il regime di essenzialità delle centrali sarde è il cuore del sistema economico regionale e perché non esiste nessuna autonomia se non è anche autonomia energetica».

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Il deputato Emanuele Cani e il presidente della commissione Lavoro del Consiglio regionale Gavino Manca, entrambi del Partito Democratico, esprimono soddisfazione per lo stanziamento di 30 milioni di euro deliberato dal Consiglio dei ministri per far funzionare la continuità territoriale aerea della  Sardegna.

«Si tratta di una cifra importante e significativa che deve sommarsi ai cento milioni previsti per la rete ferroviaria dell’isola – dice Emanuele Cani -. Proprio il settore dei trasporti era stato indicato come uno di quelli fondamentali per una crescita e uno sviluppo dell’isola. I risultati di questo lavoro, compiuto anche con gli interventi della Regione, cominciano a vedersi. L’impegno dei parlamentari non si ferma certo con questo atto. All’orizzonte, infatti, c’è ancora da lavorare sulla questione della continuità territoriale marittima. Il provvedimento di oggi è uno dei punti previsti dalla Mozione Sardegna presentata dai deputati  del Pd e approvata dal Parlamento.»

«30 milioni di euro per la continuità territoriale, 81 per il completamento della Sassari-Alghero – dice Gavino Manca, consigliere regionale del Pd e presidente della commissione “Lavoro e cultura” del Consiglio regionale -. Ancora una volta il Governo Renzi, dimostra di avere a cuore le sorti della Sardegna, mantiene gli impegni e risponde con i fatti alle rivendicazioni dell’Isola.»

«I fondi stanziati per la continuità territoriale consentiranno di assicurare collegamenti più efficienti verso i principali aeroporti della penisola – aggiunge Manca – il presidente Renzi, sostenuto dal sottosegretario Luca Lotti, ha accolto una delle principali indicazioni contenute nel Dossier Sardegna che il presidente della Regione Francesco Pigliaru gli aveva consegnato il 28 maggio scorso in occasione dell’apertura del cantiere dell’ospedale Mater di Olbia.»

«Non meno importante è la proroga del decreto Sblocca Italia che consentirà di confermare gli 81 milioni di euro stanziati dal Cipe per il primo lotto della Sassari-Alghero. Queste risorse, insieme ai 25 milioni di euro stanziati dalla Regione e ai 19 dell’Anas – conclude Gavino Manca -, permetteranno di completare un’opera attesa da anni dal Nord Sardegna e di realizzare un’infrastruttura strategica per lo sviluppo dell’Isola.»

In serata anche il capogruppo PD in Consiglio regionale, Pietro Cocco, ha espresso soddisfazione per lo stanziamento delle risorse per la continuità territoriale, sottolineando che si tratta di «un risultato importantissimo, frutto del lavoro costante del presidente Francesco Pigliaru e del Primo Ministro Matteo Renzi che ha mantenuto gli impegni sottoscritti a Olbia lo scorso mese di maggio. Grazie alla sinergia e capacità di coordinazione messa in atto tra la Giunta regionale e il Governo nazionale sulla continuità territoriale e sulla rete ferroviaria – conclude Pietro Cocco – sono arrivati i risultati sperati che mettono a tacere gli strilloni di turno, soprattutto quelli che, governando durante questi anni appena passati, hanno fallito miseramente».

Aeroporto Elmas 1 copia

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Giuseppe Casti 34 copia

I nuovi rinvii nella definizione della vertenza per il passaggio di proprietà dello stabilimento Alcoa, preoccupano i lavoratori e l’intera comunità del Sulcis Iglesiente.

Il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, ha scritto al presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, per ricordare la grave situazione economica del nostro territorio e sollecitare l’intervento del Governo sulle vertenze industriali e in particolare sulla vertenza Alcoa.

Pubblichiamo il testo integrale.

Gentile Presidente,

Ti scrivo in qualità di Sindaco di Carbonia per rappresentarti la grave situazione economica e sociale che interessa il Nostro territorio.

Tre anni fa, proprio a Carbonia, ci sono stati i primi atti che hanno portato all’elaborazione del Piano Sulcis. Con la nuova Giunta Regionale, che ha provveduto alla nomina di un coordinatore il cui lavoro comincia a dare i frutti, le cose hanno iniziato a cambiare e i primi risultati di questo lavoro già si intravedono.

C’è, però, un aspetto legato alle istanze di questo territorio che ha maggiore attinenza con l’attività e l’autorevolezza del Governo nazionale che Tu guidi.

Mi riferisco alle vertenze industriali che non hanno ancora avuto una soluzione, ma solo risposte interlocutorie o piccoli passi avanti. In questo scenario esiste una vertenza che risulta essere la più preoccupante e riguarda la ex Alcoa. Una vicenda che da tre anni vede i lavoratori manifestare per difendere fabbrica e posti di lavoro.

Si tratta di un problema che Tu conosci molto bene e per il quale Ti chiedo di intervenire in prima persona. Rilanciare lo stabilimento di Portovesme, non significa soltanto salvare migliaia di posti di lavoro tra diretti, indiretti e indotto, ma consolidare e sviluppare una strategia industriale nazionale vitale, legata alla valorizzazione e produzione di alluminio primario. Una produzione che, nel corso degli ultimi anni, ha assunto un alto valore economico e strategico. Non a caso l’alluminio è considerato uno dei materiali del futuro.

Per questo motivo e facendomi portatore delle istanze delle centinaia di lavoratori e delle loro famiglie, affinché questa vicenda possa arrivare presto a una conclusione, Ti chiedo un deciso interessamento.

Mi preme ricordarti che dal prossimo gennaio molti lavoratori potrebbero ritrovarsi senza ammortizzatori sociali. Un fatto che rischia di dare un altro duro colpo al Sulcis Iglesiente, territorio che, più volte, hai detto di avere a cuore.

Fiducioso in un Tuo intervento, colgo l’occasione per porgere i più cordiali saluti”.

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I lavoratori ex Alcoa stamane hanno ripreso la mobilitazione, recandosi in viale Trento, a Cagliari, per manifestare la loro rabbia per i tempi infiniti della vertenza che dovrebbe portare alla cessione dello stabilimento alla multinazionale svizzera Glencore. Una folta delegazione ha manifestato davanti al Palazzo della Regione mentre era in corso l’incontro tra il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, e i rappresentanti sindacali. Al fianco dei lavoratori, un Matteo Renzi in cartone. La protesta è stata interrotta solo dopo che è arrivata l’assicurazione del Presidente sulla convocazione di un incontro con il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi ed il sottosegretario della presidenza del Consiglio dei ministri, Claudio De Vincenti, il rappresentante del Governo che meglio conosce la vertenza e più in generale tutte le emergenze presenti nel polo industriale di Portovesme. La data dell’incontro verrà fissata mercoledì 11 novembre.

I lavoratori chiedono che vengano date le risposte alle richieste avanzate dalla multinazionale Glencore per l’acquisizione dello stabilimento, ovvero la garanzia delle condizioni economiche di fornitura dell’energia, la possibilità di sostenere con risorse pubbliche gli investimenti necessari ed il miglioramento delle condizioni di contesto infrastrutturale.
L’Intesa conseguita fra Governo, RAS e Glencore, su questi punti, era e resta basata su soluzioni di mercato e sul rispetto delle regole della concorrenza dell’Unione europea. A distanza di un anno, concretamente, poco o niente si è mosso ed ora i lavoratori chiedono conto a Regione e Governo su quanto fatto e tempi celeri sulla definizione degli accordi.

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Francesca Barracciu 2 copia

Rinviata a giudizio dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cagliari Lucia Perra con l’accusa di peculato aggravato, Francesca Barracciu s’è dimessa questo pomeriggio dall’incarico di sottosegretario dei Beni culturali che ricopriva dal 28 febbraio 2014.

Francesca Barracciu, come è noto, è coinvolta nell’inchiesta sul presunto uso illecito dei fondi dei gruppi del Consiglio regionale della Sardegna. «Ritengo doveroso dimettermi – ha detto l’ex europarlamentare, ex consigliere regionale ed ex sindaco di Sorgono – per avere tutta la libertà e l’autonomia necessarie in questa battaglia dalla quale sono certa uscirò a testa alta». 

Già coinvolta nell’inchiesta, aveva rinunciato alla candidatura alla carica di governatore della Regione Sardegna, dopo aver vinto le primarie del Partito Democratico, e successivamente Matteo Renzi le affidò il prestigioso incarico di sottosegretario dei Beni culturali, ricoperto fino ad oggi.

Il Pubblico ministero Marco Cocco contesta a Francesca Barracciu spese per 81mila euro, che l’interessata aveva giustificato come rimborsi spese chilometrici per i viaggi fatti in Sardegna per ragioni istituzionali con la sua auto.

Il processo a suo carico avrà inizio il 2 febbraio 2016.

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Domenica 6 settembre alle ore 19.00 ad Expo, presso l’Open plaza del media center si terrà “It begins with me. How the world can end hunger in our lifetime”, un evento organizzato da Italia e Irlanda per il sostegno alle iniziative del World Food Programme. Ne dà comunicazione il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali.

All’evento, parteciperanno il cantante Bono, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, i ministri dell’Agricoltura di Italia e Irlanda, Maurizio Martina e Simon Coveney, e la direttrice del World Food Programme, Ertharin Cousin.