25 November, 2024
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Pigliaru-Delrio copia
Il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha incontrato questa mattina i rappresentanti della Fasi Italia, federazione che riunisce i circoli dei sardi in Italia, presieduta da Serafina Mascia, affrontando i temi legati a insularità, Expo, promozione dei prodotti sardi.«Stiamo lavorando intensamente sulla insularità, e superare gli svantaggi che ne derivano è una priorità. Sulla continuità territoriale, in particolare, abbiamo aperto interlocuzioni con il presidente del Consiglio Matteo Renzi e con il ministro dei Trasporti Graziano Delrio. La nostra posizione è netta e chiara: vogliamo una continuità molto più ampia, ma il Governo deve fare la sua parte. Non può essere tutto a carico nostro», ha esordito il presidente Pigliaru, rammentando che alla continuità territoriale si legano anche i trasporti interni, in cui la debolezza, specie della rete su ferro, «si sconta con la mancanza di collegamenti tra gli aeroporti e non ci permette di specializzare e seguire la vocazione di ogni aeroporto».

«È fondamentale il ruolo dei Circoli sia nell’organizzazione di eventi propri che nel partecipare e sostenere iniziative già esistenti per la promozione del territorio – ha proseguito il Presidente –. Crediamo esista un reale potenziale dei Circoli anche sul fronte dell’internazionalizzazione delle aziende sarde, a partire dall’Expo. Dobbiamo capire insieme se e come, attraverso le vostre organizzazioni, si possano aprire possibilità interessanti anche per piccole aziende, che non rientrano nelle catene nazionali della grande distribuzione.»

 

Il mondo ancora una volta si è dato appuntamento a Expo Milano 2015. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il Commissario Unico delegato del Governo per Expo Milano 2015, Giuseppe Sala, hanno accolto il presidente della Colombia, Juan Manuel Santos, e il presidente della Bolivia, Evo Morales.

La delegazione, composta anche dal Ministro per le Politiche Agricole, Ambientali e Forestali, Maurizio Martina, e dal ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha pranzato sulla terrazza di Palazzo Italia con prodotti tipici dell’enogastronomia  italiana offerti dalla Coldiretti e il famoso riso alla zafferano preparato per l’occasione dallo chef stellato e Ambassador Davide Oldani.

Successivamente, il Premier ha incontrato sempre a Palazzo Italia il presidente del Messico, Enrique Pena Neto, con il quale, insieme a Giuseppe Sala, ha visitato il padiglione centroamericano. «E’ un onore per me visitare l’Esposizione Universale – ha detto Pena Neto -. Sono certo che Expo Milano 2015 risveglierà le coscienze riguardo ad una delle sfide più importanti per l’umanità: l’alimentazione».

Il ministro Boschi, invece, ha visitato insieme al presidente Santos il padiglione della Colombia. «Ogni cittadino italiano, europeo o del mondo che visita il padiglione colombiano – ha sottolineato Santos – prova una sensazione di gioia ed entusiasmo per il nostro Paese, per la sua bellezza, per le sue potenzialità».

Sono stati accolti da danzatori festanti e vestiti in abiti tradizionali il ministro Martina e il presidente Morales, che hanno fatto tappa al cluster dei cereali e dei tuberi, dove hanno visitato il padiglione boliviano, con tanto di taglio del nastro e rottura di un vaso di terracotta, gesto considerato di buon auspicio nella tradizione popolare del Paese sudamericano. «Expo 2015? Muy lindo. L’Esposizione Universale è molto bella»: questo il giudizio lusinghiero di Morales sull’evento, e poi ha aggiunto: «La Bolivia è un esempio di inclusività di popoli, razze e culture, così come Expo è un esempio di come sia possibile sviluppare il concetto di cittadinanza universale. Tutti abbiamo diritto a vivere ovunque nel mondo, tutti abbiamo diritto di vivere come essere umani».

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Il 27 maggio i segretari dei circoli PD di Carbonia, il segretario cittadino del PD e il segretario provinciale di Carbonia Iglesias, della Provincia hanno scritto una lettera al Premier Matteo Renzi e ai segretari regionale e nazionale del PD, Renato Soru e Matteo Renzi sulla crisi socio-economica di Carbonia.

«La lettera è stata inoltrata giovedì 28 maggio per conoscenza ai deputati eletti nel nostro territorio, Emanuele Cani e Francesco Sanna, al capogruppo PD in Consiglio regionale Pietro Cocco, al sindaco Giuseppe Casti e al capogruppo cittadino Pietro Morittu – spiega Cinzia Grussu, segretaria cittadina del PD -. Dal Premier Renzi e dal segretario Soru ad oggi non abbiamo avuto alcuna risposta.»

«Ho proposto i temi della lettera – conclude Cinzia Grussu – nel mio intervento in Assemblea Provinciale del PD che si è tenuta a Cortoghiana lunedì 25 maggio.»

Questo il testo integrale della lettera.

Caro Presidente,

per la nostra Città di Carbonia e il suo territorio, sono stati sottoscritti protocolli da firme prestigiose della politica italiana, i quali sono ancora alla fase della elaborazione, insieme ai memoranda, ai documenti definiti nei tavoli istituzionali, gli accordi di programma Stato-Regione-Province-Comuni, i piani di sviluppo territoriali, includendo le Delibere di Consiglio, Regionale e Comunale, che impegnano le Giunte a sostenere azioni decise verso lo stesso Governo dello Stato o Regionale a seconda delle istanze avanzate.

Veramente un gran lavoro politico che a oggi non ha prodotto grandi risultati in termini di risoluzione fattiva del tema a noi più caro: il Lavoro. Gli ultimi dati rappresentano una situazione per la quale lasciamo parlare i numeri: al 31/12/2014 su 37.408 disoccupati totali nel territorio, 9.073 sono di Carbonia, il 24,25%!!!

Sulla homepage della Regione Sardegna, se attiviamo la ricerca della parola “Protocollo” si ottengono 15.660 risultati, per “Protocollo d’intesa” 5.788, per “Sulcis” 12.752, numero che, lavoratrice più lavoratore meno corrisponde alle cessazioni complessive di rapporti di lavoro del 2014. Quasi un protocollo o un documento o una delibera per unità lavorativa ormai fuori dal mercato del lavoro del nostro territorio, dunque come abbiamo messo in evidenza un immenso lavoro politico.

Chiaramente siamo consapevoli dell’arbitrarietà che accosta questi numeri a persone, ma d’altra parte anche nel piano di dismissione della Carbosulcis si accostano numeri razionalizzanti a unità lavorative , senza dimenticare che, mutuando lo slogan caro ai lavoratori in lotta del nostro territorio, dietro ogni lavoratrice/lavoratore c’è una famiglia.

Anni di pianificazione del territorio e della nostra Città ha portato Carbonia a ottenere grandi risultati, sotto il profilo urbanistico con il Premio del Paesaggio per il progetto “Carbonia Landscape Machine”; per la più bella Piazza d’Italia dove la Piazza Roma si è classificata tra le prime dodici; dal punto di vista dell’offerta dei servizi che pone la nostra Città in posizione baricentrica per i Comuni minori del Sulcis nella fruizione dei servizi commerciali, sanitari.

Sanità. Un altro punto di forte criticità. Pensavamo che con la sostituzione del Commissario della ASL avessimo risolto i nostri problemi perlomeno relazionali e  comunicativi in termini di un cambiamento netto nella programmazione e progettazione dell’organizzazione dei servizi sanitari per i cittadini. Per contro, mentre ancora oggi non sono ben chiari e definiti gli orizzonti della Sanità nel nostro territorio, diversi servizi  ritenuti importanti( per esempio l’emodinamica e l’ADI) vengono rimaneggiati, a torto o a ragione, senza che vi sia stata una preventiva concertazione con i livelli locali di governo del territorio, causando malumori e disagi tra la popolazione che usufruisce dei suddetti servizi.

Il tema sanità, come il tema dell’organizzazione degli EE.LL., le politiche del lavoro o le politiche sociali, devono certo partire da una proposta di governo, ma una proposta che deve condividersi con noi, che viviamo il territorio, che amministriamo adesso e che vorremmo continuare a farlo anche in futuro.   

Non ci dilunghiamo nell’elencazione degli altri contesti problematici pensiamo che i due evidenziati siano più che rappresentativi.

Ciò che per contro ci preme sottolineare meglio è la difficoltà comunicativa che  evidentemente abbiamo nei confronti del nostro Governo regionale se ancora a distanza di sedici mesi non si è capito che la priorità delle priorità dopo il disastro politico-istituzionale del governo precedente è la mancanza di lavoro. Certo non dovremmo suggerirti noi quale teoria economica sia la più adatta al nostro territorio, sicuramente possiamo per contro dire che quella attuata è finora troppo poco incisiva. Siamo molto coscienti delle difficoltà e della scarsità di risorse e anche coscienti delle azioni importanti che sono state fatte; l’ultima sull’educazione e sui progetti scolastici ci soddisfa pienamente, e ci gratifica; ma 16/sedici mesi per rendere operativo il progetto politico che dia quelle risposte che abbiamo sentito nella campagna elettorale sono tanti per non dire decisamente troppi. Tutto questo tempo è uno spreco di risorse, della risorsa più preziosa, il tempo appunto.

La coesione della nostra comunità locale e territoriale non si regge più, e segno di questa situazione sono anche gli eventi intimidatori violenti nei confronti degli amministratori con i recenti attentati alla vita delle persone dei Presidenti di Consiglio di Iglesias e di Carbonia e dei loro familiari.     

In conclusione, la nostra azione politica e amministrativa è sempre più in bilico e sempre più difficile.

È per questo che vogliamo invitare il nostro Governatore a trascorrere del tempo, che qui è ben utilizzato e non sprecato, nella nostra Città a parlare con la gente, con i disoccupati e con le loro famiglie che vanno alla Caritas per il cibo, o che fanno la fila dal Sindaco come fossero dal medico per chiedere un sussidio straordinario, o quelli che invece per dignità nemmeno chiedono.

Sappiamo che è una rappresentazione della società comune ad altre realtà della nostra Regione, da noi però c’è la possibilità di sbloccare questa situazione con un surplus di impegno politico per la bonifica dei territori minerari dismessi e industriali, per la riapertura delle fabbriche (a partire dalla vertenza Alcoa sulla quale da mesi non abbiamo notizie), per dare risposte anche a privati che hanno possibilità di investire, nel rispetto delle rigide norme ambientali, per la definizione della rete del Gas, per dare veramente avvio a un’economia turistica che richiede infrastrutture e impegno certo di risorse economiche e umane.

Non abbiamo voluto dilungarci, e non per risparmiare parole, semplicemente perché abbiamo parlato così tanto e tutti, che siamo anche piuttosto indignati per questa impotenza e per il fatto che tutte queste parole dette e scritte non sortiscano effetti, eppure mi sembrava così efficace la frase di Sciascia circa la dinamica propria delle «parole che non sono come i cani che fai un fischio e tornano indietro».

Ti chiediamo e ti proponiamo, dunque, un momento di incontro per condividere e per definire gli interventi prioritari nel nostro territorio e la tempistica d’attuazione, per incontrare la nostra Comunità, i nostri giovani o quelli che sono rimasti legati alla loro terra a costo di enormi sacrifici, le famiglie che la crisi la vivono drammaticamente.

Questo chiediamo, una vicinanza umana e politico-istituzionale.

Ti salutiamo cordialmente e attendiamo un tuo riscontro.

I segretari dei circoli di Carbonia Giuseppe Aru, Fulvio Cabiddu, Marco Murru; la Segretaria cittadina Cinzia Grussu; il Segretario provinciale Daniele Reginali.

Il coordinatore provinciale dei Riformatori sardi interviene oggi sulla visita di ieri del premier Matteo Renzi a Olbia.

«Finalmente il Presidente del Consiglio ha messo piede in Sardegna – scrive in una nota Peppino La Rosa -. Non nel Sulcis dove è atteso dal settembre dello scorso anno ma nella lontana Olbia. La distanza non ha però scoraggiato autorevoli rappresentanti sindacali del Sulcis Iglesiente che non hanno perso l’occasione di auto scattarsi alcune foto col premier Renzi fisicamente a fianco ma con lo sguardo rivolto verso l’alto, forse verso la Liguria dove rischia nel voto di domenica prossima.»

«Comunque la presenza di Renzi al Mater Olbia – aggiunge Peppino La Rosa – è stata decisiva per il presidente della Regione Pigliaru che gli ha consegnato un dossier sui problemi della Sardegna (ma non l’aveva ancora fatto?!); per lo stesso presidente del Consiglio che ha annunciato che a settembre sarà in Sardegna e verrà nel Sulcis e che il ministro Delrio si occupa del Sulcis (ma non era così anche prima del suo arrivo e del suo annuncio?!)»

Peppino La Rosa

Una delegazione di lavoratori ex Alcoa è stata ricevuta questo pomeriggio dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, e dal governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru, a Olbia, dove si è svolta l’inaugurazione del Mater Olbia.

Il presidente Renzi ha dichiarato di essere operativo per raggiungere l’obiettivo  del riavvio della produzione nello stabilimento ex Alcoa e di avere interlocuzioni costanti con l’Unione europea, in attesa di ricevere la risposta in merito alla questione energetica. Ha aggiunto che conta di avere conferme entro due mesi e di ritenere ipotizzabile una visita nel Sulcis entro il prossimo mese di settembre, per definire la riapertura dello stabilimento. In risposta alle perplessità dei lavoratori, riferite alle dichiarazioni di Alcoa sulla rinuncia alla cessione se questa non si fosse conclusa entro il mese di luglio, è intervenuto il governatore Pigliaru che ha detto di aver incontrato nei giorni scorsi sia i vertici di Glencore sia quelli di Alcoa e di aver ricevuto da queste l’impegno a voler attendere i tempi necessari alla definizione dell’accordo.

Matteo Renzi ha anche comunicato di aver assegnato delega al ministro Graziano Del Rio per la “questione Sulcis” con priorità Alcoa, senza la quale, ha aggiunto, tutto il resto crollerebbe. E’ stato concordato inoltre di dare aggiornamenti da qui a breve per conoscere lo stato del percorso.

I lavoratori e i loro rappresentanti sindacali presenti all’incontro hanno definito l’incontro positivo, tenuto conto che gli impegni sono stati assunti in prima persona dal presidente del Consiglio.

Fotografie di Romeo Ghilleri.

Alcoa incontro a OlbiaMatteo Renzi

 

 

Si è svolta a Olbia, nel primo pomeriggio, la cerimonia di inaugurazione dei lavori del nuovo complesso ospedaliero Mater Olbia, alla quale sono intervenuti il presidente della Regione Francesco Pigliaru, il presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, l’amministratore delegato della Qatar Foundation Rashid Al-Naimi e il sindaco di Olbia Gianni Giovannelli. «Il sistema Sardegna ha saputo attrarre un investimento importantissimo dando una risposta complessa, in tempi rapidissimi, a una proposta convincente che crea posti di lavoro e servizi di qualità nel campo della sanità e della ricerca – ha esordito il presidente della Regione Francesco Pigliaru, intervenuto dopo il sindaco Giovannelli, davanti a un’ampia platea di cittadini e autorità civili, religiose e militari -. La credibilità dell’istituzione regionale è essenziale per attrarre nuovi capitali che sostengano lo sviluppo futuro della Regione.»
A proposito del Mater Olbia, il presidente Pigliaru, ringraziando tutti i soggetti coinvolti nelle trattative, ha ricordato che si tratta di una struttura con un reparto pediatrico di altissimo livello che ridurrà la migrazione sanitaria più odiosa, quella dei bambini. «Il Mater Olbia – ha sottolineato il presidente della Regione – vanterà inoltre un polo di eccellenza nel campo della riabilitazione funzionale. L’investimento concordato con la Qatar Foundation ha una fortissima componente di ricerca che offre un’opportunità di innovazione per tutta l’Italia. Questo dimostra che i Sardi sanno collaborare, attraverso un dibattito aperto, franco e con la condivisione di dati, progetti e prospettive».
Francesco Pigliaru ha poi ricordato l’importante ruolo svolto dal Governo, con cui la Regione sta affrontando il tema degli svantaggi legati all’insularità, che con tenacia ha lavorato per superare gli ostacoli del sistema normativo italiano, quali l’attuale diritto fallimentare, che rendono difficile attrarre investimenti e progetti di qualità. Ha ringraziato, infine, la Qatar Foundation e il Ceo Rashid Al-Naimi, per la determinazione con cui ha tenuto fede al progetto originale, la Fondazione Luigi Maria Monti, l’ospedale Bambin Gesù, le istituzioni regionali e il Comune di Olbia.
Al termine dell’incontro, all’interno dell’ospedale, il presidente Pigliaru insieme al capo del Governo Matteo Renzi, con il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Del Rio e il sottosegretario di Stato del ministero del Lavoro, Teresa Bellanova, hanno incontrato alcune rappresentanze di lavoratori Meridiana e Alcoa.
Renzi a Olbia

Attendati Alcoa 2

Una delegazione di lavoratori Alcoa ormai in presidio da più di un anno, accampati giorno e notte fuori dai cancelli dello stabilimento ex-Alcoa incontreranno oggi il Premier Matteo Renzi, in visita a Olbia, per ribadire ancora una volta la strategicità dell’Alcoa, unico stabilimento di alluminio presente in Italia.

«E’ necessario un forte impegno Presidente del Consiglio presso la Commissione Europea – dice Marco Bentivogli, segretario Generale Fim Cisl – per avere una parola definitiva sulla legittimità degli strumenti introdotti dal suo governo per il riequilibro delle tariffe energetiche in maniera tale da passare immediatamente alla fase due della trattativa. Il tempo stringe e noi non ne abbiamo.»

Gli stessi strumenti sono utilizzati ordinariamente dagli altri paesi europei a partire dalla Spagna, ci auguriamo che la Commissione dia una rapida e positiva risposta.

«Il Sulcis è una delle aree più povere e con più altro tasso di disoccupazione del Paese conclude Bentivogli -, serve un impegno concreto, in queste ore in cui sembra concludersi positivamente la vicenda Eurallumina, è opportuno portare a compimento la cessione dello smelter ex-Alcoa a Glencore e riprendere la produzione di alluminio nel nostro paese, che non ne produce più neanche un grammo da quasi tre anni.»

Matteo Renzi copia 2Attendati Alcoa 2

I deputati sardi hanno consegnato una lettera al presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, nella quale chiedono un intervento istituzionale per affrontare a portare a compimento la vertenza che riguarda il futuro dello stabilimento Alcoa di Portovesme e quello dei lavoratori.

Questo il testo integrale.

«Gentile Presidente,

con la presente vogliamo portare alla Sua attenzione il contenuto e le determinazioni assunte in occasione dell’incontro presso la Camera dei Deputati che ha visto intorno allo stesso tavolo deputati della Sardegna, sindacalisti e lavoratori dello stabilimento ALCOA di Portovesme, l’unico – se riattivato – nelle condizioni di mantenere in Italia la produzione di alluminio primario, attualmente sospesa.Con l’occasione ci pare opportuno ricordare le fasi salienti che hanno caratterizzato la difficile vertenza “Alcoa”.

Nel gennaio 2012 Alcoa annunciò di voler arrestare la produzione dello stabilimento a causa degli elevati costi di produzione;

il 27 marzo 2012, presso il ministero dello Sviluppo economico, è stato raggiunto un accordo tra Alcoa, sindacati, Regione Sardegna e Governo per la gestione della crisi. L’azienda, in seguito all’intesa raggiunta, ha acconsentito a mantenere attivo lo stabilimento fino al 31 dicembre 2012 e ad assicurare, per almeno un anno, adeguate condizioni di efficienza, così da garantire – nel caso di subentro di nuovi azionisti – una pronta ripresa della produzione. L’accordo prevedeva inoltre un impegno straordinario del Governo per trovare una soluzione al problema del costo dell’energia elettrica e, da parte delle istituzioni regionali e locali, l’impegno a migliorare la dotazione infrastrutturale del territorio;

il processo di fermata dell’impianto di Portovesme si è concluso alla fine del 2012 e i dipendenti (circa 1.000, 500 dei quali direttamente dipendenti e gli altri 500 occupati nell’indotto), hanno avuto accesso alla Cassa integrazione straordinaria dal 1° gennaio 2013;

Alcoa si è occupata della manutenzione dello smelter di alluminio primario fino a fine luglio 2014, ma il 25 agosto dello stesso anno ha comunicato la decisione di chiusura definitiva dello stabilimento; lo scorso 10 novembre è stato fatto un rilevante passo in avanti nella vertenza. Il Governo, la Regione Sardegna e la società Glencore hanno sottoscritto un protocollo d’intesa concernente le condizioni fondamentali perché Glencore avvii un confronto con Alcoa circa la possibile acquisizione e riattivazione dello smelter di Portovesme; l’obiettivo della ripresa della produzione di alluminio primario è perseguito anche attraverso l’impegno di Alcoa a favorire, in assoluta buona fede, il riutilizzo produttivo dell’impianto;

il Governo e la Regione hanno invitato Glencore, proprietaria nella stessa area di Portovesme di un importante stabilimento di produzione di metalli non ferrosi, a discutere quali condizioni fondamentali debbano sussistere per considerare la possibilità di riavviare l’impianto: Glencore è apparsa pronta a verificare, attraverso ulteriori approfondimenti questa opportunità;

il confronto fra Governo, Regione e Glencore si è quindi sviluppato prevalentemente sulle condizioni economiche e di fornitura dell’energia, sulle possibilità di sostenere con risorse pubbliche gli investimenti necessari e sul miglioramento delle condizioni di contesto infrastrutturale. L’esito dell’operazione è tuttavia subordinato al completamento da parte di Glencore di una esaustiva due dilegence in relazione all’impianto e alle condizioni della sostenibilità della gestione delle attività nel lungo termine;

dagli esiti dell’ultima riunione della Task Force sullo stato del confronto Alcoa-Glencore che si è tenuta al Mise lo scorso 6 febbraio, si apprende che la trattativa tra le due multinazionali prosegue nel rispetto di quanto previsto nel citato protocollo d’intesa. Risultano inoltre in corso di definizione gli strumenti di carattere nazionale che, soprattutto in tema di contenimento del costo dell’energia, possano favorire la competitività delle produzioni strategiche.

Ora, se è vero che in questi anni il corso del prezzo dell’alluminio nelle borse internazionali non ha brillato, gli analisti convergono nel definire prospettive future di mercato senza dubbio positive. Vi sono, dunque, condizioni economiche e industriali per la riattivazione degli impianti.

E’, dunque, assolutamente indispensabile portare a conclusione il lungo percorso istituzionale di sopra riassunto, percorrendo “l’ultimo miglio” consistente nel verificare in sede di Unione Europea che le previste condizioni normative e regolatorie sull’approvvigionamento di elettricità non confliggano in alcun modo con i trattati istitutivi, a garanzia dei futuri investimenti pubblici e privati.

Per questo motivo, signor Presidente, Le chiediamo che la cura del dossier presso gli uffici della Commissione abbia non solo la priorità temporale necessaria ad una conclusione rapida e positiva dei procedimenti autorizzativi, ma sia trattata al giusto livello di interlocuzione politica e non solo amministrativa, e sia considerata uno degli obiettivi del Suo Governo nelle relazioni con le istituzioni comunitarie.

Lo chiediamo, tutto questo, non solo rappresentandoLe l’urgenza di un caso di crisi industriale che può trovare soluzione e la preoccupazione per il lavoro di migliaia di famiglie, ma anche l’opportunità che l’Italia si confermi un Paese che – al pari degli altri più importanti stati membri dell’Unione – mantenga una presenza nel settore, quale quello dell’alluminio, capace di esaltare il nostro “saper fare”, le nuove opportunità tecnologiche e gli spazi di lavoro che si aprono in vari settori, non ultimo quello della ricerca.

Gradisca, Presidente, i sensi della massima considerazione.

I deputati della Sardegna

Emanuele Cani

Francesco Sanna

Giovanna Sanna

Giampiero Scanu

Romina Mura

Siro Marrocu

Marco Meloni

Michele Piras

Caterina Pes

Paola Pinna

Pierpaolo Vargiu

Roberto Capelli

Settimo Nizzi».

«C’è da compiere, alla luce del percorso già fatto – commenta Emanuele Cani -, l’ultimo sforzo per il quale è necessaria un’interlocuzione politica di alto livello. Un passaggio importante verso cui già da tempo la presidenza del Consiglio dei ministri aveva mostrato attenzione e interesse. In ballo c’è il futuro, non solo dello smelter e dei suoi lavoratori, ma un comparto produttivo importante per l’intero paese.»

Ieri, a Roma, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali hanno incontrato i gruppi parlamentari sardi, il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru e il coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi, e successivamente, al Mise, il dott. Giampietro Castano, responsabile dell’Unità Gestione Vertenze del ministero dello Sviluppo Economico.

«I gruppi parlamentari presenti – spiegano Massimo Cara. Romeo Ghilleri, Nicola Baire e Rino Barca – hanno assunto l’impegno di forzare in ogni modo la pressione nei confronti del Governo, affinché si chiuda positivamente prima della fine di giugno; da oggi, in Parlamento, ci sarà una presa di posizione unica a sostegno della vertenza Alcoa e in giornata verrà consegnata una lettera al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, firmata da tutti i parlamentari sardi.

Il presidente Pigliaru ha confermato alle organizzazioni sindacali gli impegni assunti sulle bonifiche, mentre rimane ancora in attesa di risposta scritta il problema energetico, nonostante ci sia molto ottimismo sulla risoluzione positiva (già nei prossimi giorni sono attese ulteriori conferme). La vertenza Alcoa verrà seguita in questa sua ultima fase direttamente dal ministro Guidi.»

Al Mise i rappresentanti sindacali hanno incontrato Giampietro Castano, che ha confermato tutto quanto già comunicato dal presidente Pigliaru, riepilogando quanto fatto ad oggi, in particolare passi importanti come l’interessamento dell’ambasciatore italiano a Bruxelles e della commissione sulla competitività. Il responsabile dell’Unità Gestione Vertenze del ministero dello Sviluppo Economico ha aggiunto che avrebbe sentito Alcoa e Glencore, per sollecitare l’ingresso della diudiligen in maniera più incisiva.

«Per quanto ci riguarda – concludono Massimo Cara. Romeo Ghilleri, Nicola Baire e Rino Barca -, nei prossimi giorni decideremmo come organizzare la prossima iniziativa.»

Alcoa al Sant'Elia copia

Si è svolta venerdì sera nella sala Ausi della Grande Miniera di Serbariu, la presentazione del libro autobiografico di Achille Occhetto “La gioiosa macchina da Guerra” Casa Editrice EIR.
Il racconto di un pezzo di secolo con protagonisti il PCI e lui, il suo ultimo segretario.

Achille Occhetto, ospite del  circolo Zorba il Gatto Sel Sulcis Iglesiente, ha raccontato con grande partecipazione la lunga storia del partito ma, nonostante il libro sia stato pubblicato ad inizio 2013, non ha mancato di sottolineare le sue opinioni sulla svolta successiva, caratterizzata dall’avvento di Matteo Renzi. Al termine della presentazione si è svolto un dibattito su quello che è la sinistra oggi.

I lavori sono stati coordinati da Matteo Sestu, consigliere comunale a Carbonia e coordinatore federale di Sinistra Ecologia Libertà Sulcis Iglesiente. Presente anche il coordinatore regionale nonché consigliere regionale Luca Pizzuto.

Prima dell’inizio della presentazione, il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, ha portato ad Achille Occhetto il saluto dell’Amministrazione comunale e quello di tutta la città. Al suo fianco l’assessore dei Lavori pubblici Franco Manca. Tra i tanti intervenuti, l’ex sindaco di Carbonia, Antonio Saba.

Nel libro Achille Occhetto ha ricostruito esperienze di vita vissuta all’interno del PCI, di cui è stato l’ultimo segretario, la svolta della Bolognina e poi i primi anni di vita del PDS. di cui è stato il primo segretario dall’8 febbraio 1991 al 13 giugno 1994, soffermandosi sulla sconfitta subita ad opera di Silvio Berlusconi nel 1994, quando era alla guida della cosiddetta “Gioiosa macchina da Guerra” e perse una battaglia che alla vigilia in tanti avevano dato per vinta ancora prima di combatterla.

Da quell’esperienza ha tratto spunto per il titolo del suo libro, quando ha constatato che, anziché per la svolta della Bolognina, un po’ tutti associavano il suo nome alla “Gioiosa macchina da Guerra” del 1994.

Achille Occhetto ha detto, contrariamente a quanto hanno pensato in tanti, di non sentirsi sconfitto dalla storia politica per quella vicenda, mentre il vero sconfitto, a posteriori, per come si è sviluppata la storia d’Italia nei successivi vent’anni, è stato colui che quelle elezioni le vinse: Silvio Berlusconi.

Sono stati tanti i passaggi interessanti nell’intervento di presentazione del libro, alcuni risalenti all’era del PCI, altri alla stretta attualità targata Matteo Renzi. L’ex segretario ha detto che «alle idee lunghe di Enrico Berlinguer oggi si sono sostituiti i twitter di Matteo Renzi» e non ha avuto bisogno di sottolineare di preferire le prime…

«Il PCI era un Partito ben strutturato, in qualche modo anche una chiesa – ha detto Occhetto – oggi la struttura è costituita da un solo uomo, un leader attorno al quale ruota tutto.»

Ne ha avute ancora per Matteo Renzi, che «parla come se prima di lui non ci fosse stato niente, come se si fosse passati da Enrico Berlinguer direttamente a lui. Roba da analisi psichiatrica».

Achille Occhetto ha ricordato alcune battaglie condotte da giovane, come quando nel 1956, da coordinatore degli universitari del PCI, scrisse il suo primo articolo condannando l’invasione dell’Ungheria da parte dell’Unione Sovietica, che viceversa venne appoggiata dai leader di allora, in testa Palmiro Togliatti; e il suo intervento al 18° Congresso del PCI, nel quale dedicò i primi 14 minuti ai problemi della deforestazione dell’Amazzonia, subendo fortissime critiche e la definizione di matto. Oggi – ha aggiunto – tutti parlano dei problemi ecologici del Pianeta. Ha parlato inoltre dei rapporti del PCI di allora con il PSI, dei suoi rapporti con i socialisti storici la cui concezione della politica era molto distante da quella che sarebbe stata poi quella di Bettino Craxi.

Achille Occhetto ha poi rimarcato le distanze che lo separavano da Massimo D’Alema: «Io proponevo una nuova sinistra, D’Alema la presa del potere». Ha definito il PD (al quale non ha aderito) «una fusione fredda» ed il cosiddetto “Partito della nazione”, di cui tanto si parla e che, secondo molti, sarebbe il vero obiettivo politico di Matteo Renzi, un’«autentica corbelleria», in quanto «il partito per definizione è una parte, mentre la Nazione è di tutti».

Achille Occhetto, dopo l’esperienza da segretario del PDS, è rimasto nel partito fino al 1998, quando sono nati i Democratici di Sinistra, ai quali ha aderito, mentre nel 2007, quando i DS si sono sciolti per dare vita al PD, ha scelto un’altra strada, entrando in Sinistra Democratica, esperienza conclusa nel 2009. Da allora ha lasciato la politica attiva, con alle spalle otto legislature consecutive, sette da deputato e una da senatore (l’ultima, la XIV) e dedica il suo tempo al lavoro di giornalista pubblicista e a scrivere libri.

Achille Occhetto 1 Achille Occhetto 2 Achille Occhetto 3 Achille Occhetto 4