18 July, 2024
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Da venerdì 2 luglio una delegazione istituzionale sarda si trova in Kurdistan per incontrare rappresentanti istituzionali e per conoscere la realtà di un popolo di 40 milioni di persone. La delegazione è composta da Luca Pizzuto (Gruppo Sel), Gavino Sale (Gruppo Misto) e Paolo Zedda (Gruppo Soberania e indipendentzia), dai consiglieri comunali di Cagliari Enrico Lobina (Sardegna Sovrana), e di Carbonia, Matteo Sestu (Sel); dal giornalista freelance Roberto Mulas e da Antonello Pabis (ASCE e Rete italiana di solidarietà col popolo kurdo).

Dopo aver visitato nella giornata di sabato un campo profughi di yazida nella municipalità di Yaniseir, a 40 km da Diyarbakir, città turca a maggiore estrazione curda, la delegazione dei consiglieri sardi ha portato i saluti del Presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau ad Ali Simsek, segretario del partito BDP, maggiore partito curdo in Turchia. Successivamente ci si è trattenuti con una delegazione del congresso curdo (KCD) composta  da 3 ministri locali e capeggiata da Seydi Firat, per poi incontrare una deputazione dell’amministrazione di Diyarbakir composta da Fethi Suvari, segretario Generale e da Cihan Aydin, vice co-sindaco.

La giornata di domenica è proseguita con alcune visite ufficiali ai monumenti storici della città di Diyarbakir, come il Caravan Serraglio risalente al sedicesimo secolo o la Grande Moschea – esempio di architettura araba in basalto e pietra lavica e risalente al 1091 – per concludere con il raggiungimento della città di Urfa, da cui si può raggiungere il cantone di Kobane.

I media locali, tra cui 2 quotidiani di carta stampata, hanno dato ampio rilievo alla notizia della visita della delegazione sarda che è stata accolta con sentita ospitalità dalle autorità del posto.

«C’è un grande potenziale tra Sardegna e Kurdistan ed è arrivata l’ora di stringere rapporti più stretti», ha commentato durante l’incontro con l’amministrazione locale Gavino Sale, segretario di Irs. Sul diritto all’autodeterminazione c’è sintonia tra sardi e kurdi.

Lunedì la brigata sarda ha raggiunto il confine turco-siriano per incontrare Ismail Sahin e Rovda Binici, co-presidenti del partito HDP di Suruc, cittadina alle porte di Kobane. Kobane è stata negli ultimi mesi lo snodo di tutte le forze curde YPG, accorse nel Rojava siriano per combattere contro i miliziani dell’Isis.

«La straordinaria esperienza di governo comunitario che state portando avanti nell’autoproclamata autonomia democratica del Rojava, nella quale convivono etnie, culture e religioni differenti, è la risposta più alta alla teoria degli stati monoetnici o monoreligiosi». Questo il contenuto della lettera scritta dal Presidente del Consiglio sardo Gianfranco Ganau consegnata dai delegati alle autorità del più forte partito del sudest turco. «Mi auguro di potervi avere come graditi ospiti quando le vostre condizioni lo consentiranno», prosegue Ganau. Oltre alla lettera, i parlamentari sardi hanno consegnato la bandiera dei 4 mori che verrà recapitata personalmente ai co-sindaci di Kobane come segno di fratellanza e solidarietà del popolo sardo verso i curdi in lotta contro le forze del Daesh.

Anche la co-sindaco di Suruc, Zuhal Ekmez ha ricevuto i delegati. Dopo i ringraziamenti per il sostegno mostrato dalla Sardegna, la prima cittadina ha espresso la sua preoccupazione per l’ingente presenza di soldati di Erdogan – circa 30mila – lungo il confine siriano. Proprio nelle ultime due settimane il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan avrebbero minacciato un’invasione dei territori del Rojava per contrastare l’avanzata dell’Isis non curante delle eventuali conseguenze. Dopo aver sventolato la bandiera sarda alle porte di Kobane – città simbolo della lotta curda – i deputati sono stati accolti dai profughi di uno dei 6 campi presenti nei territori di Suruc, la maggior parte di loro scappati il settembre scorso verso la Turchia.

Un viaggio ricco di lezioni umane e politiche che segnano un patto di amicizia tra la popolazione curda e quella sarda. Due popoli lontani geograficamente ma che vivono con la stessa volontà il desiderio di autodeterminare la propria identità.

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Il coordinatore regionale di Sinistra Ecologia Libertà e consigliere regionale, Luca Pizzuto, e Matteo Sestu, coordinatore federale SEL Sulcis Iglesiente e consigliere comunale di Carbonia, sono partiti oggi, insieme con altri amministratori, per un viaggio di cinque giorni, come delegazione istituzionale, nelle regioni del Kurdistan, nel Sud-Est della Turchia. In particolare verranno visitate le città di Nusaybin e Suruc e alcuni campi profughi. Il viaggio ha lo scopo di conoscere da vicino la situazione socio-politica della Turchia sudorientale. Sono previsti, infatti incontri con alcune delle istituzioni locali.

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Si è svolta venerdì sera nella sala Ausi della Grande Miniera di Serbariu, la presentazione del libro autobiografico di Achille Occhetto “La gioiosa macchina da Guerra” Casa Editrice EIR.
Il racconto di un pezzo di secolo con protagonisti il PCI e lui, il suo ultimo segretario.

Achille Occhetto, ospite del  circolo Zorba il Gatto Sel Sulcis Iglesiente, ha raccontato con grande partecipazione la lunga storia del partito ma, nonostante il libro sia stato pubblicato ad inizio 2013, non ha mancato di sottolineare le sue opinioni sulla svolta successiva, caratterizzata dall’avvento di Matteo Renzi. Al termine della presentazione si è svolto un dibattito su quello che è la sinistra oggi.

I lavori sono stati coordinati da Matteo Sestu, consigliere comunale a Carbonia e coordinatore federale di Sinistra Ecologia Libertà Sulcis Iglesiente. Presente anche il coordinatore regionale nonché consigliere regionale Luca Pizzuto.

Prima dell’inizio della presentazione, il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, ha portato ad Achille Occhetto il saluto dell’Amministrazione comunale e quello di tutta la città. Al suo fianco l’assessore dei Lavori pubblici Franco Manca. Tra i tanti intervenuti, l’ex sindaco di Carbonia, Antonio Saba.

Nel libro Achille Occhetto ha ricostruito esperienze di vita vissuta all’interno del PCI, di cui è stato l’ultimo segretario, la svolta della Bolognina e poi i primi anni di vita del PDS. di cui è stato il primo segretario dall’8 febbraio 1991 al 13 giugno 1994, soffermandosi sulla sconfitta subita ad opera di Silvio Berlusconi nel 1994, quando era alla guida della cosiddetta “Gioiosa macchina da Guerra” e perse una battaglia che alla vigilia in tanti avevano dato per vinta ancora prima di combatterla.

Da quell’esperienza ha tratto spunto per il titolo del suo libro, quando ha constatato che, anziché per la svolta della Bolognina, un po’ tutti associavano il suo nome alla “Gioiosa macchina da Guerra” del 1994.

Achille Occhetto ha detto, contrariamente a quanto hanno pensato in tanti, di non sentirsi sconfitto dalla storia politica per quella vicenda, mentre il vero sconfitto, a posteriori, per come si è sviluppata la storia d’Italia nei successivi vent’anni, è stato colui che quelle elezioni le vinse: Silvio Berlusconi.

Sono stati tanti i passaggi interessanti nell’intervento di presentazione del libro, alcuni risalenti all’era del PCI, altri alla stretta attualità targata Matteo Renzi. L’ex segretario ha detto che «alle idee lunghe di Enrico Berlinguer oggi si sono sostituiti i twitter di Matteo Renzi» e non ha avuto bisogno di sottolineare di preferire le prime…

«Il PCI era un Partito ben strutturato, in qualche modo anche una chiesa – ha detto Occhetto – oggi la struttura è costituita da un solo uomo, un leader attorno al quale ruota tutto.»

Ne ha avute ancora per Matteo Renzi, che «parla come se prima di lui non ci fosse stato niente, come se si fosse passati da Enrico Berlinguer direttamente a lui. Roba da analisi psichiatrica».

Achille Occhetto ha ricordato alcune battaglie condotte da giovane, come quando nel 1956, da coordinatore degli universitari del PCI, scrisse il suo primo articolo condannando l’invasione dell’Ungheria da parte dell’Unione Sovietica, che viceversa venne appoggiata dai leader di allora, in testa Palmiro Togliatti; e il suo intervento al 18° Congresso del PCI, nel quale dedicò i primi 14 minuti ai problemi della deforestazione dell’Amazzonia, subendo fortissime critiche e la definizione di matto. Oggi – ha aggiunto – tutti parlano dei problemi ecologici del Pianeta. Ha parlato inoltre dei rapporti del PCI di allora con il PSI, dei suoi rapporti con i socialisti storici la cui concezione della politica era molto distante da quella che sarebbe stata poi quella di Bettino Craxi.

Achille Occhetto ha poi rimarcato le distanze che lo separavano da Massimo D’Alema: «Io proponevo una nuova sinistra, D’Alema la presa del potere». Ha definito il PD (al quale non ha aderito) «una fusione fredda» ed il cosiddetto “Partito della nazione”, di cui tanto si parla e che, secondo molti, sarebbe il vero obiettivo politico di Matteo Renzi, un’«autentica corbelleria», in quanto «il partito per definizione è una parte, mentre la Nazione è di tutti».

Achille Occhetto, dopo l’esperienza da segretario del PDS, è rimasto nel partito fino al 1998, quando sono nati i Democratici di Sinistra, ai quali ha aderito, mentre nel 2007, quando i DS si sono sciolti per dare vita al PD, ha scelto un’altra strada, entrando in Sinistra Democratica, esperienza conclusa nel 2009. Da allora ha lasciato la politica attiva, con alle spalle otto legislature consecutive, sette da deputato e una da senatore (l’ultima, la XIV) e dedica il suo tempo al lavoro di giornalista pubblicista e a scrivere libri.

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Si è svolta questa sera nella sala Ausi della Grande Miniera di Serbariu, la presentazione del libro autobiografico di Achille Occhetto “La gioiosa macchina da Guerra” Casa Editrice EIR.
Il racconto di un pezzo di secolo con protagonisti il PCI e lui, il suo ultimo segretario.

Achille Occhetto, ospite del  circolo Zorba il Gatto Sel Sulcis Iglesiente, ha raccontato con grande partecipazione la lunga storia del partito ma, nonostante il libro sia stato pubblicato ad inizio 2013, non ha mancato di sottolineare le sue opinioni sulla svolta successiva, caratterizzata dall’avvento di Matteo Renzi. Al termine della presentazione si è svolto un dibattito su quello che è la sinistra oggi.

I lavori sono stati coordinati da Matteo Sestu, consigliere comunale a Carbonia e coordinatore federale di Sinistra Ecologia Libertà Sulcis Iglesiente. Presente anche il coordinatore regionale nonché consigliere regionale Luca Pizzuto.

Prima dell’inizio della presentazione,il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, ha portato ad Achille Occhetto il saluto dell’Amministrazione comunale e quello di tutta la città. Al suo fianco l’assessore dei Lavori pubblici Franco Manca. Tra i tanti intervenuti, l’ex sindaco di Carbonia, Antonio Saba.

Domani il servizio completo sull’intervento di Achille Occhetto.

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La gioiosa macchina da guerra

Venerdì 8 maggio, alle ore 18,00, nella sala Ausi della Grande Miniera di Serbariu, verrà presentato il libro autobiografico di Achille Occhetto “La gioiosa macchina da Guerra” Casa Editrice EIR.
Il racconto di un pezzo di secolo con protagonisti il PCI e lui, il suo ultimo segretario. L’invasione di Praga è uno spartiacque per i partiti comunisti occidentali, e per molti di loro, l’inizio della fine. Il PCI, grazie al segretario Longo, “si salva”, prendendo così le distanze dal Cremlino. E’ Occhetto, a suggerire a Longo la frase chiave della sua relazione al comitato centrale, e che sancì, così, la posizione autonoma del PCI: «I confini del socialismo non coincidono con i confini dei paesi socialisti. Sono molto più vasti e attraversano le coscienze di tutto il mondo».

Achille Occhetto sarà ospite del  circolo Zorba il Gatto Sel Sulcis Iglesiente alla presentazione del suo libro “La Gioiosa Macchina da Guerra”, a Carbonia. Al termine della presentazione ci sarà un dibattito su quello che è la sinistra oggi e su come viene vista. Coordinerà il dibattito Matteo Sestu, consigliere comunale a Carbonia e coordinatore federale di Sinistra Ecologia Libertà Sulcis Iglesiente.

 

Coquaddus copia

Sinistra Ecologia Libertà Sulcis Iglesiente è contraria all’edificazione del centro termale a Coquaddus. In una nota, il coordinatore federale Matteo Sestu rimarca la disponibilità ad avviare un dialogo formale con l’Amministrazione comunale di Sant’Antioco e con l’impresa, al fine di valutare eventuali soluzioni, come la sua realizzazione in un sito differente, con l’obiettivo di creare un comparto turistico ad ampio respiro, anche di tipo sostenibile e naturalistico.

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Nella settimana appena trascorsa si sono, per l’ennesima volta, verificati ritardi con conseguenti disagi per i passeggeri, nel servizio di trasporto ferroviario tra Cagliari e il nostro territorio. Le possibilità straordinarie che si sono aperte per il nostro territorio, con la nuova stazione di Elmas Aeroporto, vengono vanificate da un servizio che non rispetta gli standard minimi di qualità: i treni sono vecchi e mal dimensionati per il traffico dei passeggeri, la frequenza dei ritardi e dei disagi è eccessiva, il livello delle infrastrutture è scarso. Riguardo quest’ultimo aspetto, vogliamo far notare come il collegamento tra Carbonia, Iglesias e Cagliari consista in un binario singolo fino alla stazione di Decimomannu. Si può ben capire che, in questo modo, il ritardo di un singolo treno causi il ritardo a catena dei successivi.

Al più presto la Regione stipuli il Contratto di Servizio con Trenitalia, prevedendo parametri rigidi, controlli puntuali e sanzioni adeguate. Si adoperi, inoltre, per colmare la lacuna relativa al doppio binario.

Matteo Sestu

Coordinatore federale di SEL Sulcis Iglesiente

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Il nostro territorio, ferito già dalla forte crisi economica, è ferito due volte dagli episodi di malaffare e clientelismo che in questo ultimo periodo stanno venendo alla luce. Prima il caso Igea, poi quello Carbosulcis.

Emerge una situazione gravissima, perché in primo luogo si osserva come le classi dirigenti non siano state in grado di far fruttare le vagonate di milioni di euro di soldi pubblici regionali e comunitari. In secondo luogo, quelle stesse classi dirigenti hanno utilizzato quella opportunità per costruire una rete di clientele, come recentemente ha affermato giustamente la CGIL; quella rete di clientele offensiva nei confronti dei sardi, dei lavoratori e della storia di lotte e conquiste del nostro territorio. Oltre il danno la beffa.

Ora, esistono due livelli di responsabilità, che vanno adeguatamente accertati e ai quali bisogna far seguire atti concreti. Il primo livello è di ordine giudiziario e il nostro augurio è che le forze della magistratura agiscano velocemente e facciano chiarezza. Il secondo livello è di ordine politico, ed è qui che chiamiamo in causa l’Amministrazione regionale. Le gestioni del malaffare hanno un’impronta ben definita: sono emanazioni dello scorso Governo regionale di centrodestra.

Alla Carbosulcis gli amministratori e i dirigenti in carica negli scorsi anni continuano a sedere al proprio posto. Ci interroghiamo su quali meriti l’Amministrazione regionale gli abbia riconosciuto, altrimenti non ci spieghiamo perché non siano ancora stati allontanati e sostituiti.

Sono atti doverosi nei confronti, oltre che del buonsenso, della nostra cultura mineraria e della nostra storia. Il lavoro, quello che sporca le mani, quello che fa sudare, quello che costruisce identità e dignità, quello di cui il nostro territorio è stato testimone, è stato offeso da questi episodi.

Ridiamogli il valore che merita.

Matteo Sestu

Segretario Federale Sinistra Ecologia Libertà – Sulcis Iglesiente

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L’assessore alle Politiche culturali e turistiche Loriana Pitzalis e il consigliere comunale Matteo Sestu, hanno tenuto stamane una conferenza stampa presso la Torre Civica di Carbonia, incentrata sul lavoro di Sinistra Ecologia Libertà all’interno dell’amministrazione comunale di Carbonia.

«Siamo a metà mandato – hanno detto Pitzalis e Sestu – in questa prima parte della legislatura, l’Amministrazione comunale si è distinta per un’attenzione particolare al controllo della spesa a ha risposto ai tagli degli enti sovraordinati tutelando i servizi essenziali. Noi abbiamo condiviso questa impostazione, che ha caratterizzato anche l’ultimo bilancio approvato martedì.»

«Noi però percepiamo dei segnali preoccupanti dalla città – aggiungono Pitzalis e Sestu -. La crisi economica che ha colpito pesantemente il nostro territorio si sta evolvendo in crisi sociale e culturale. La cittadinanza appare disinteressata alla cura della propria città: lo testimoniano i numerosi gesti di teppismo e di inciviltà che la nostra città subisce oramai quotidianamente. Per fortuna la nostra città può vantare numerosi presidi della cultura, del senso civico e del senso di appartenenza. Noi crediamo che questi presidi debbano essere valorizzati. E noi pensiamo che la città debba lavorare perché di presidi ne nascano di nuovi, facendo appello al senso di responsabilità e all’importanza di ritrovarci come comunità.»

«Per questo – sottolineano ancora l’assessore Pitzalis e il consigliere Sestu – siamo stati promotori in città, dentro il Consiglio comunale come fuori, di iniziative concrete che hanno questo spirito.

Ne vogliamo menzionare alcune:

Puliamo la città – Circa quindici giorni fa abbiamo radunato dei volontari che hanno pulito il bordo strada di una delle vie principali della città. Si noti che non abbiamo voluto sostituirci al servizio di nettezza urbana della città ma abbiamo voluto mandare un messaggio a tutta la cittadinanza dimostrando quanto la cura del nostro territorio dipenda da noi e dai nostri comportamenti.

Carbonia Accessibile: Lotta alle barriere architettoniche – E’ un progetto nato dalla collaborazione con l’assessore Maria Marongiu. Da oggi è presente sul sito del comune di Carbonia una pagina dedicata al progetto di eliminazione delle barriere architettoniche, da dove è possibile scaricare una scheda di segnalazione da compilare a disposizione del cittadino. Abbiamo ottenuto l’impegno del sindaco che entro pochi mesi si procederà ai primi abbattimenti delle barriere.

Un Diario per tutti: Carbonia, la mia città – Grazie alla collaborazione con l’assessore Lucia Amorino, i bambini all’ultimo anno delle scuole materne del territorio comunale stanno realizzando in questi giorni alcuni disegni sulla nostra città. Questi disegni saranno parte integrante di un Diario che verrà regalato dalla nostra amministrazione agli stessi bambini che si troveranno nelle classi della prima elementare. Nei Paesi della Scandinavia le istituzioni provvedono alla fornitura dell’occorrente per la scuola. Vogliamo, nel nostro piccolo, seguire quell’esempio di civiltà: questo è un segno di profonda vicinanza dell’amministrazione nei confronti di chi dovremmo tutelare di più, i bambini.

Abbiamo pensato ad altri progetti da avviare in questi mesi, già condivisi con il sindaco, che verranno ora presentati alla giunta, che vanno nella stessa direzione: promuovere tutte quelle iniziative che favoriscono l’impegno reciproco di amministrazione e cittadini, che favoriscono la costruzione di reti sociali. Ad esempio abbiamo proposto di stanziare un fondo per le attività commerciali che si impegnano a promuovere iniziative a carattere culturale nella città, che servirà a coprire, sotto rendicontazione, parte delle spese.

Naturalmente in questo quadro gioca un ruolo chiave il nostro assessorato. Abbiamo presentato al sindaco un prospetto di iniziative concrete che vogliamo realizzare nei prossimi mesi. Oltre al sostegno ai grandi appuntamenti che caratterizzeranno le prossime stagioni, è nostra intenzione – concludono Pitzalis e Sestu – sostenere, anche economicamente, tutte le realtà culturali locali, e ce ne sono tante, che hanno voglia di mettersi a disposizione per la città.»

Sei consiglieri comunali di Carbonia_Layout 1

Centro direzionale ASL 7

Sei consiglieri comunali della maggioranza di centrosinistra del comune di Carbonia, Giuseppe Casti, Gianluca Arru, Francesco Cicilloni, Cinzia Grussu, Marco Murru, Luisa Poggi e Matteo Sestu, hanno preso posizione sulle vicende polemiche legate alla gestione della ASL n. 7 e al contenzioso in atto tra la Direzione generale e i dipendenti, chiedendo le dimissioni del Direttore generale della ASL n. 7, Maurizio Calamida, «per manifesta incapacità nella gestione dell’Azienda e delle risorse umane, in ottemperanza agli artt. 7, 8 della legge regionale n.21/2012 secondo cuiI direttori generali delle aziende sanitarie […] al fine di procedere alla proposta di ristrutturazione della rete ospedaliera aziendale, assicurano la consultazione: dei rappresentanti degli enti locali del territorio della ASL […]. Il mancato rispetto […] comporta la decadenza del legale rappresentante dell’azienda” e, se ciò non avvenisse, si appellano al neo-eletto Presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, ed ai consiglieri regionali eletti nel collegio di Carbonia Iglesias (Pietro Cocco, Luca Pizzuto, Gianluigi Rubiu e Ignazio Locci, n.d.r.), «affinché questi pongano in essere un’inversione di rotta nella gestione dell’Azienda Sanitaria attraverso segni di discontinuità che passino anche tramite la revoca dell’incarico all’attuale Direttore Generale a causa dell’inottemperanza al dettato della legge e procedano  all’individuazione dei nuovi vertici aziendali».

In una nota, i sei consiglieri comunali contestano le scelte del Direttore generale e sottolineano che «non può essere ritenuto “non sostanziale” il contenuto della recente delibera adottata Direzione Generale n. 342 del 27 febbraio 2014, con la quale le strutture complesse di Traumatologia, Lungodegenza e Chirurgia Pediatrica di Iglesias nonché la struttura complessa di Ortopedia del “Sirai” di Carbonia vengono trasformate in strutture semplici dipartimentali».

«A scanso di equivoci – si legge ancora nella nota -, il contenuto delle direttive circa il riassetto dei servizi ospedalieri territoriali va contestato alla Regione Sardegna, che dimostra ancora una volta la volontà di depotenziare e di impoverire la Sanità sui livelli locali per favorire l’accentramento dei servizi verso le strutture di Cagliari. Al Direttore Generale della ASL n. 7 contestiamo invece le modalità con cui si prende atto di tali direttive, sistematicamente eludendo la consultazione obbligatoria ex lege degli Enti Locali. Preoccupazioni analoghe alle nostre, nell’approcciarsi all’analisi delle direttive regionali e della gestione dell’ASL n. 7, devono avere avvertito anche la Provincia e l’Assemblea dei Sindaci, se è vero che, come anche appreso dagli organi di stampa regionali, queste hanno dapprima espresso forti perplessità sul piano di riassetto dei servizi sanitari sul territorio e poco dopo bocciato il bilancio consuntivo 2011 della ASL n. 7. Anche in relazione all’ Atto Aziendale 2012, diversi Comuni del territorio hanno motivato il mancato parere sull’Atto medesimo attraverso un documento parallelo, in cui si evidenziano punti condivisibili e criticità.»

«Vogliamo inoltre ricordarescrivono ancora i sei consiglieri comunali – il “ridimensionamento” (ma noi preferiamo parlare più concretamente di chiusura) del reparto di Pediatria dell’Ospedale “Sirai” di Carbonia: i posti letto per ricovero azzerati, gli utenti (i bambini e le loro famiglie) rinviati presso altre strutture, anche con episodi di “rimbalzo” presso strutture non facenti capo alla ASL n.7 . Diverse segnalazioni di disagi ci pervengono da famiglie che, rivoltesi al “Sirai”, specie nelle ore notturne, si sono viste dirottate presso altre strutture dopo visite mediche effettuate da medici in reperibilità, spesso dopo attese non esattamente celeri. Il tutto foscamente coerente con il tentativo di accentrare i servizi presso le strutture cagliaritane, anche attraverso il depotenziamento della Chirurgia Pediatrica di Iglesias.

Possiamo ancora citare gli episodi relativi alle “chiusure estive” di diversi reparti delle strutture ospedaliere locali (reparto Ortopedia del “Sirai” e Chirurgia Pediatrica presso le strutture iglesienti), motivate dalla Direzione Generale con la necessità di concedere le ferie al personale medico. Ci chiediamo se una gestione più accorta del personale non avrebbe potuto evitare la concessione di ferie per tutto il personale medico indispensabile proprio nei mesi di luglio-agosto.

Ancora possiamo citare – concludono i sei consiglieri comunali – la temporanea interruzione degli esami istologici disposti a seguito della campagna di screening gratuiti relativamente al carcinoma della cervice uterina, il taglio dei fondi utili al mantenimento delle Commissioni per l’accertamento delle invalidità, la persistenza di interminabili liste d’attesa relativamente ad alcune specialità mediche (ad esempio le visite fisiatriche domiciliari), le difficoltà a reperire anestesisti per cui la ASL n. 7 si avvale di prestazioni di professionisti operanti presso altre strutture (solo oggi, con notevoli ritardi, si procede all’indizione del bando di concorso per anestesisti).»