18 July, 2024
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Luigi Arru 3 copiaMaurizio Calamida 9 copiaFranco Porcu 3 copiaAntonello Pirosu 2 copia

Non si placano le polemiche sulla riorganizzazione del #CUP della #Asl 7 che sta creando gravissimi disagi tra gli utenti. Ieri i sindaci di Villamassargia, Franco Porcu, e di Villaperuccio, Antonello Pirosu, rispettivamente presidenti dei #distretti di Iglesias e Carbonia, hanno incontrato l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, al quale hanno presentato il quadro della situazione e chiesto interventi immediati per trovare una soluzione ai disagi cui sono costrette le popolazioni del #Sulcis Iglesiente; oggi ad incontrare l’assessore della Sanità ad il direttore generale dello stesso assessorato, Giuseppe Maria Sechi, sono stati il direttore generale della Asl 7, Maurizio Calamida, ed il direttore amministrativo, Claudio Ferri.
«L’incontro si è svolto in un clima di cordialità nel corso del quale sono state esaminate tutte le criticità emerse nei giorni scorsi riportate dalla stampa e da alcuni sindaci del territorio – scrive in una nota Maurizio Calamida, direttore generale della Asl 7 -. L’assessore ha dato ampia disponibilità a trovare idonee soluzioni per portare i servizi ai livelli adeguati alle necessità dei cittadini. E’ stata quindi tracciata un’ipotesi di intervento condiviso tra Regione ed  ASL, i cui dettagli verranno messi a punto in un apposito incontro già fissato per venerdì 12 settembre:»
«Nell’occasione – conclude Maurizio Calamida – l’Azienda intende ringraziare pubblicamente i rappresentanti regionali per la sensibilità dimostrata nel comune intento di offrire ai cittadini i migliori servizi.»

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Ignazio Locci, dall’opposizione, replica all’assessore della Sanità, Luigi Arru, sulle accuse mosse alla gestione della #Asl 7.

«L’assessore regionale della Sanità – accusa il consigliere regionale di Forza Italia – mente spudoratamente sapendo di mentire. Nell’addossare le responsabilità del caos sanitario del Sulcis Iglesiente di questi giorni al Direttore della Asl 7 Maurizio Calamida (Cup chiusi, ritardi e lamentele dei pazienti con intervento delle Forza dell’ordine per sedare gli animi esasperati), sta mettendo in scena il patetico e maldestro tentativo di lavarsene le mani. Luigi Arru pensa di farla franca sostenendo, in sostanza, che se i tagli alla Asl 7 hanno generato gravi problemi alle prestazioni – aggiunge Ignazio Locci – è il frutto “di una decisione presa nel febbraio di quest’anno, e pertanto non certo dall’attuale Giunta, sulla base di criteri di finanziamento anch’essi decisi dal precedente governo regionale”. Ma l’assessore ignora volutamente che le assegnazioni fatte nel mese di febbraio erano solo “teoriche e indicative”.»

«L’assessorato della Sanità, infatti, sa benissimo che nell’assestamento di bilancio che la Giunta sta programmando dovranno necessariamente essere inserite nuove risorse per il comparto sanitario – dice ancora Ignazio Locci -. E mi aspetto che all’Azienda sanitaria del Sulcis vengano trasferiti almeno altri 16 milioni di euro, in modo tale da contemperare le esigenze di assistenza con quelle di riduzione della spesa. Tra l’altro, l’assessore dovrebbe essere a conoscenza del fatto che nel finanziamento provvisorio del febbraio 2014 mancavano i fondi per le guardie mediche.»

«Ma a parte il goffo tentativo di addossare alla dirigenza della Asl 7 le responsabilità del problema – sottolinea ancora Locci – cosa propone per risolverlo, almeno temporaneamente, Luigi Arru? Nulla. Chiama in causa Maurizio Calamida e pazienza se gli utenti del territorio si affidano ai servizi sanitari consci di dover affrontare giornate di vera passione. Il problema va affrontato sfruttando l’assestamento di bilancio: alla sanità sarda, non solo della ex provincia di Carbonia Iglesias, occorrono 150 milioni di euro. L’assessore Arru – conclude Ignazio Locci – ne prenda atto e si dia una mossa.»

Ingresso Ospedale Sirai copiaLuca Pizzuto 2 copia

«Quello che sta accadendo in questi giorni nella nostra ASL è semplicemente inaccettabile.»
Lo ha detto oggi Luca Pizzuto, consigliere regionale e coordinatore regionale di Sel.
«Il direttore generale ha avuto, più di un mese fa, comunicazione dalla regione sull’impossibilità di poter continuare ad esternalizzare il servizio #CUP – ha aggiunto Pizzuto – è incredibile che in questo lasso di tempo il direttore Calamida non sia stato in grado di riorganizzare il servizio per consentirne il proseguo. Non basta la discutibilissima gestione degli ultimi anni e l’umiliazione che i lavoratori hanno dovuto subire per la questione della fasce, adesso vengono fatti saltare altri servizi essenziali come il #CUP ed il pagamento ticket.»

«Nel pieno rispetto della persona, mi sento di chiedere al direttore generale della ASL 7, Maurizio Calamida, di presentare le dimissioni dall’incarico. Ho scritto una lettera all’assessore regionale alla sanità Luigi Arru – ha concluso il coordinatore di Sel – chiedendo ufficialmente di aprire un’indagine, di prendere provvedimenti in merito a questa gravissima situazione e di riaprire, nel più breve tempo possibile, il servizio prelievi nelle zone periferiche del territorio, con particolare attenzione a #Carloforte.»

Carloforte 1Portoscuso 2Sant'Antioco 73 copia

«Se entro il 31 agosto l’assessorato regionale alla Sanità non stanzierà fondi aggiuntivi per il bilancio dell’#Azienda sanitaria locale n° 7 di Carbonia (al quale mancano 25 milioni di dotazione rispetto al 2013) nel giro di dieci giorni i CUP territoriali (Sant’Antioco, Portoscuso, Carloforte) chiuderanno i battenti per mancanza di risorse. Ma non solo: a rischiare seriamente sono anche tutti i giovani medici a contratto, tra urologi, cardiologi, fisiatri, geriatri, che, stante questa situazione, si vedranno sfumare il rinnovo del contratto. E a farne le spese, naturalmente, saranno gli utenti del Sulcis Iglesiente, già da tempo costretti a fare i conti con una sanità sempre più carente.»

A lanciare il grido d’allarme è Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia.

«È evidente che alla Giunta di Francesco Pigliaru e, soprattutto, all’assessore alla Sanità Luigi Arru – aggiunge Ignazio Locci – non importa se le prestazioni mediche del territorio vanno a rotoli, se i cittadini si lamentano e sempre con maggiore frequenza sono costretti a recarsi nella blasonata Cagliari (che certo gode di attenzioni maggiori da parte della politica) per riuscire a ottenere visite specialistiche o qualsiasi altra prestazione. È evidente, perché nonostante le numerose sollecitazioni volte a strappare risorse supplementari – quanto meno quelle che mancano rispetto al bilancio del 2013 – del sottoscritto, dei sindaci, dei sindacati e persino del Direttore generale della ASL 7 Maurizio Calamida, ancora non è arrivata alcuna risposta. Silenzio tombale. Ma del resto, c’è poco di cui stupirsi: come ho sostenuto in più occasioni, le politiche sanitarie della Giunta regionale stanno segnando il passo di questo esecutivo.»

«Luigi Arru deve smetterla di giocare con la pelle dei cittadini e deve immediatamente recuperare i fondi necessari per salvare il salvabile della sanità della ex provincia di Carbonia Iglesias. Non si può più assistere a questo gioco che, francamente – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco -, sembra celare un atteggiamento punitivo verso manager evidentemente poco graditi.»

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Le dottoresse Luisella Colombano e Marinella Cucca, collaboratrici professionali sanitarie ostetriche in forza alla #Asl 7 di Carbonia, si sono aggiudicate il primo premio relativo al concorso bandito dalla #Federazione nazionale collegi ostetriche “La Fnco premia le idee innovative delle ostetriche”.

La premiazione si è svolta lo scorso 5 luglio a Roma, in occasione dell’#Assemblea nazionale dei Collegi ostetrici provinciali e dei coordinatori dei corsi di laurea di ostetricia, nonché alla presenza dei rappresentati del Ministero e dell’Istituto Superiore di Sanità.
A ricevere l’importante riconoscimento è stato il progetto redatto dalle professioniste sul tema progetto organizzativo su modelli assistenziali innovativi delle cure ostetriche in ospedale (area ostetrica, ginecologica, neonatale), dal titolo “L’ostetrica nella gestione dell’ambulatorio ospedaliero della gravidanza a basso rischio. Proposta di un nuovo modello organizzativo: il #Midwifery-led model”, espressione anglosassone, quest’ultima, che può essere tradotta come “modello (organizzativo) a guida ostetrica” –
Si tratta di un modello organizzativo per l’assistenza della gravidanza e del parto a basso rischio, gestito in autonomia professionale e responsabilità dalle ostetriche. La necessità di progettare questo percorso nasce con una doppia valenza. La prima motivazione trova fondamento in ciò che recitano le norme legislative in materia, il dovere delle ostetriche di riappropriarsi di un ambito dello specifico professionale che rientra a tutti gli effetti tra  le funzioni delle professioniste: l’assistenza autonoma della gravidanza fisiologica. Il secondo  stimolo nasce da una riflessione su quanto riportano le evidenze scientifiche in tema di assistenza  ostetrica, cioè che l’appropriatezza delle prestazioni assistenziali ostetriche in gravidanza possono  dar luogo ad un decremento dei ricoveri impropri, a una diminuzione del ricorso alla medicalizzazione della gravidanza, ad un minor ricorso al taglio cesareo.

Con preciso intento è stato predisposto uno studio di fattibilità a sostegno di questo nuovo servizio rivolto alla donna in gravidanza: «Intraprendere la nuova esperienza – hanno spiegato Luisella Columbano e Marinella Cucca – è motivo di crescita e novità, finalizzata a rafforzare le proprie capacità professionali e l’autonomia personale, nonché a mettere in campo tutte le risorse intellettuali per perseguire un assistenza qualificata».

L’azione proposta consiste nella apertura di un ambulatorio ostetrico aziendale dedicato che svolge le attività a progetto.
«A nome di tutta la direzione – ha detto Maurizio Calamida, direttore generale della Asl 7 di Carbonia – esprimo il plauso per questo ottimo risultato, che da lustro a tutta l’Azienda; personalmente manifesto soddisfazione e vivo apprezzamento per l’impegno,
l’entusiasmo e per il brillante successo conseguito e colgo l’occasione per ringraziare, oltre che le professioniste, le strutture operative di appartenenza che hanno contribuito con stimolo e sostegno quotidiano la dr.ssa Colombano e la dr.ssa Cucca per la stesura di questo progetto».

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Il nuovo #allarme ambientale determinatosi a Portoscuso negli ultimi mesi per il superamento dei limiti di contaminazione per metalli pesanti nel latte ovicaprino e dei valori di attenzione e/o dei valori limite per #diossine e PCB diossinosimili nel latte ovicaprino, sarà affrontato domani mattina al ministero dell’Ambiente, nel corso di un vertice al quale parteciperà una delegazione del comune di Portoscuso guidata dal sindaco Giorgio Alimonda. La situazione venutasi a determinare, oltre ai problemi ambientali, ha creato enormi difficoltà alle aziende interessate che rivendicano giustamente attenzione, interventi immediati per compensare il danno subito e interventi strutturali per quello che continueranno a subire fino a quando non sarà stata superata l’emergenza e potranno riprendere serenamente la loro attività.

I controlli vanno avanti senza interruzione ed al fine di «assicurare una più puntuale e continua verifica dello stato dei luoghi e dell’impatto sulla catena alimentare, anche il relazione a possibili variazioni del quadro correlate a interventi puntuali di bonifica, a revisioni nelle modalità di conduzione delle tecniche agricole e di allevamento ovvero ai cicli stagionali e/o fisiologici nelle produzioni agroalimentari, il #Dipartimento di prevenzione, di concerto con il comune di Portoscuso e con #ARPAS – come scrivono il direttore del Dipartimento di prevenzione, Antonio Onnis, e il direttore generale della #Asl 7 di Carbonia, Maurizio Calamida, al presidente dell’associazione ecologista Gruppo di intervento giuridico, Stefano Deliperi, in risposta alla richiesta di informazioni ambientali e all’adozione di provvedimenti riguardo il monitoraggio prodotto a uso alimentare nel comune di Portoscuso (nota trasmessa per conoscenza al ministro per la Salute; al presidente della regione Sardegna; all’assessore regionale della Sanità; al direttore del Dipartimento del Sulcis dell’ARPAS; al sindaco di Portoscuso; al procuratore della Repubblica presso il tribunale di Cagliari; e, infine, alla Commissione europea) – stanno procedendo all’analisi delle migliori ipotesi per la creazione di un sistema di monitoraggio permanente che consenta i più solleciti interventi a tutela della salute. Ciò nelle more di una più definitiva assunzione di decisioni rispetto alle scelte sull’uso del territorio, sulle quali i competenti organismi del governo regionale hanno assicurato il rispettivo interessamento».

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Un’interpellanza sulla possibile chiusura del Cto di Iglesias nei mesi estivi è stata presentata oggi dai consiglieri del Centro Democratico, Roberto Desini e Anna Maria Busia. Nel testo i due esponenti della maggioranza hanno chiesto all’assessore della Sanità di riferire se è «a conoscenza della situazione e quale possa essere l’interesse che  spinge a considerare più opportuna la chiusura di un presidio ospedaliero sebbene per i mesi estivi piuttosto che agire nell’interesse dei cittadini”. Desini e Busia hanno chiesto inoltre all’assessore “in relazione ad una razionalizzazione dello stesso sistema sanitario si trovino soluzioni alternative alla chiusura di un ospedale strategico per l’intero territorio».

La preoccupazione dei due interpellanti è nata dalle recenti dichiarazioni apparse sulla stampa in cui «il manager della Asl di Iglesias Maurizio Calamida annuncia che nel giro di un anno e mezzo l’ospedale Santa Barbara di Iglesias sarà chiuso e il CTO sarà l’unico presidio ospedaliero cittadino». I consiglieri hanno ricordato nel testo che «l’anno scorso, nonostante le rassicurazioni da parte del manager Calamida, il CTO è rimasto chiuso per due mesi nel periodo estivo e che da notizie trapelate e peraltro non smentite dai vertici dell’ospedale è intenzione anche quest’anno di chiudere temporaneamente il CTO per il periodo estivo».

Secondo i consiglieri Desini e Busia «il piano di razionalizzazione del sistema ospedaliero non deve gravare sui cittadini e la chiusura temporanea di un ospedale di eccellenza crea problemi all’intera comunità influenzando peraltro negativamente l’operatività delle altre strutture sanitarie limitrofe, in particolare in un periodo critico in cui già la insufficienza di anestesisti rende il funzionamento dell’ospedale più complesso». 

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Venerdì manifestazione pubblica, a Iglesias, in difesa dei due ospedali cittadini. Gli organizzatori hanno tappezzato la città di manifesti con un appello alla «salvezza degli ospedali, contro la gestione della Asl 7 diretta da Maurizio Calamida». Il messaggio è chiaro: «Fermiamoli! Gli iglesienti sono chiamati ad una grande mobilitazione in difesa degli ospedali cittadini e in difesa del diritto alla salute».

L’incontro si svolgerà alle 17.00, nella sala Lepori di Via Isonzo.

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Scrivo questa nota come capogruppo del Partito Democratico per sottolineare e puntualizzare a tutta la popolazione Iglesiente e del Sulcis intero che, puntuale come previsto, ritorna il gioco del raggiro, una storia che si ripete, dopo anni si ritorna alle menzogne per fare ancora una “operazione di smantellamento” delle strutture sanitarie di Iglesias, è l’ultimo colpo di coda di questo manager. Purtroppo per ora non c’è la certezza dell’operazione,in quanto mancano documenti ufficiali ma oramai da una settimana sono intercorse varie riunioni nei diversi livelli aziendali della ASL 7 per intraprendere questo provvedimento.

La storia recente è come quella dell’Ospedale F.lli Crobu e la farsa del sistema che non funziona, ora tocca agli anestesisti del CTO, prima erano dei tubi di gas per sala operatoria “rotti” che hanno fatto chiudere il F.lli Crobu, ridicolo!!!… Gli anestesisti non ci sono, non bastano, non riescono a coprire le sedute e, pertanto, chiudiamo l’ortopedia e il CTO, centralizziamo a Carbonia. Sempre la solita storia giusto per far nascere questioni campanilistiche e per mascherare l’operazione “bugiarda”.

Come si può chiudere un reparto per scarsa produttività quando per anni è stato fatto di TUTTO per impedirgli di lavorare: infermieri non sostituiti, attrezzi di sala operatoria non comprarti. Per anni abbiamo gridato la situazione degli anestesisti, per anni abbiamo denunciato, il problema di oggi e non lo si è voluto affrontare perché si voleva portare la sanità locale al collasso e tutto è stato scientificamente deciso a tavolino per potenziare le cliniche private, come quella di Decimomannu che assorbe gran parte della nostra utenza, noi che avevamo l’eccellenza di una vera ortopedia e traumatologia ora siamo ridotti a ospedali da campo da 3° mondo.. E questo disegno di smantellamento dove nasce?

Ve lo svelo io, prendete questo spunto e leggete quali furono gli obiettivi dati al Manager Calamida dalla RAS: l’allegato 1 alla delibera g.r. 30/60 del 12/07/2011 – dice: «Definizione del fabbisogno di prestazioni ospedaliere ed ambulatoriali erogabili dalle case di cura della Asl 8… Per successiva contrattazione da parte della Asl 8 con la casa di cura…».

Ma quale rinascita e nuovo ospedale volevano svendere e hanno svenduto la nostra sanità ai privati di Cagliari! Se si intervenisse come una saggia direzione dovrebbe fare sull’organizzazione del servizio di anestesia, come oggi dai più è stato messo in evidenza, a sentir qualcuno di loro parrebbe addirittura che gli anestesisti bastano eccome, “sono male impiegati”, questa amministrazione ci dovrebbe spiegare perché interessarsi dell’ortopedia e non dirci invece quale drammatica IMPRODUTTIVITA’ si nasconde dietro la Stroke unit del Sirai, che non produce altro che sprechi di danaro pubblico in maniera palese, e come mai invece l’Hospice finanziato da apposito progetto per presunta non economicità è scomparso dalla Asl e nello specifico dal Santa Barbara. Questa storia è tutta figlia della vera malasanità, quella che oggi non si può nascondere perché tutti sanno cosa sta succedendo: non ci spaventano i percorsi centralizzanti, vorremmo un ospedale di qualità, i reparti che servono a garantire la salute governati per logiche di buona prassi medica, ma il vento è diverso, non si può ingannare la gente.

Noi del PD e del CSX abbiamo promesso potenziamento e miglioramento della sanità nel nostro territorio, noi abbiamo promesso che l’unica azienda (la sanità) rimasta nel sulcis non chiudesse.. noi che ci siamo spesi per far credere ad un vero cambiamento non possiamo accettare da un DG che ha inserito in azienda oltre 200 persone tra interinali e a contratto a tempo determinato (basta guardarsi i bilanci 2012\2013) la solita frase non ci sono soldi… che si controllino le determine, che si controllino gli incarichi e che si analizzino i servizi esternalizzati come il CUP e che si verifichino le liste d’attesa se hanno subito miglioramenti.. (verificando anche quanti vanno dai privati… accorciandole, ma costandoci in compensazione) un disegno, una strategia per impoverire il nostro territorio. Chiediamo una forte presa di posizione, no a questo manager e no a queste Calamità per la nostra popolazione, diciamo no allo smantellamento della sanità iglesiente. 

Francesco Melis

Capogruppo Partito Democratico Sardegna – Iglesias

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Con una nota pubblicata sul sito internet aziendale, indirizzata a tutto il personale dipendente, il Direttore generale della Asl 7 di Carbonia, Maurizio Calamida, ha annunciato oggi l’avvio del recupero del debito contestato ad ogni singolo dipendente.

Questa la nota integrale.

Comunicazione inerenti progressioni orizzontali anni 2004-2005 e 2008 – Recupero mensilità erogate

Facendo seguito a quanto previsto dalla Deliberazione n° 1801 del 4 novembre 2013 e nella nota scritta trasmessa ad ogni dipendente con l’indicazione del debito rilevato, a tutt’oggi non sono pervenute note di richiesta di dilazione del debito contestato ad ogni singolo dipendente.
Si è ritenuto pertanto, nelle more della definizione degli accertamenti giudiziali civili e contabili in corso, di dover provvedere nelle competenze stipendiali del mese di febbraio c.a., ad operare a tutti i dipendenti in servizio coinvolti nelle procedure precedentemente indicate, una trattenuta mensile di circa 50 euro lordi (circa 30 euro netti) in acconto rispetto ad un piano di
recupero da definirsi, salvo conguaglio positivo/negativo.
Si precisa altresì che, anche al fine di contemperare il disagio per i dipendenti coinvolti, l’Amministrazione ha attivato le procedure volte al riconoscimento della retribuzione della Produttività anno 2013, che, compatibilmente alla conclusione di tutte le verifiche previste dal percorso della valutazione individuale, dovrebbe essere erogata tra aprile – maggio 2014.

Il Direttore Generale
Dr. Maurizio Calamida