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«Ieri, con una nota più trionfalistica del solito, l’assessore all’Agricoltura, Pierluigi Caria, ha annunciato la risoluzione delle problematiche legate al refresh delle “pratiche locali tradizionali” grazie all’intervento del ministro Maurizio Martina. Forse non dovremmo esultare per questa notizia che ha il sapore amaro di una risoluzione dettata da esigenze di propaganda, ma non di una effettiva risoluzione di una delle tante problematiche che da anni vive l’agricoltura isolana.» Lo sostiene il consigliere regionale del Partito dei Sardi, Piermario Manca.
Il refresh, che è una foto-interpretazione con immagini aeree usata per determinare l’uso dei macrosuoli, viene portato avanti da AGEA con cadenza triennale, e col tempo sono stati persi irrimediabilmente decine di migliaia di ettari che sono diventati bosco e quindi senza diritto ad avere quote di sostegno (premio unico), nonostante da secoli vi si sia praticata tradizionalmente l’attività di pascolo.
Ma andiamo con ordine: il 20 febbraio 2018 la commissione agricoltura della conferenza stato-regioni ha fatto approvare l’ordine del giorno della regione Basilicata finalizzato a richiedere l’audizione urgente al ministero delle Politiche agricole sulla corretta gestione dei pagamenti PAC. L’audizione è stata richiesta perché l’audit della commissione Europea aveva introdotto nuove norme ponendo a rischio i premi delle misure a capo e a superficie per il 2017 con l’aggravante di richiedere anche il recupero delle annualità già erogate.
L’audit della commissione Europea aveva determinato due anomalie sulle pratiche locali tradizionali (plt):
1) Particella non presente nelle comunicazioni delle regioni ad AGEA;
2) Particella presente nella comunicazione ma senza indicazione della tara indicata dalla regione al 50%.
Nella realtà a seguito della mozione della regione Basilicata si sta provando a recuperare una situazione generata da un errore burocratico determinato dalla mancata comunicazione ad AGEA, da parte della Regione, delle particelle soggette a Pratiche Locali Tradizionali con indicazione delle tare specifiche per permettere il recupero parziale delle superfici che con il refresh del 2016 venivano individuate come Bosco e quindi perse.
«Alcuni, purtroppo con grosse responsabilità, esultano per l’aggiustamento temporaneo delle pratiche del Premio Unico, senza rendersi conto che in Sardegna il settore primario vive una situazione drammatica, da me denunciata da tempo. Credo che l’atteggiamento deva essere ben diverso – aggiunge Piermario Manca -. Dopo due anni di crisi dovuta a una delle peggiori siccità dell’ultimo secolo e alla remunerazione irrisoria delle materie prime, in particolare del latte ovino, che non ha permesso l’organizzazione produttiva delle aziende agricole forse la vera soluzione, ancora attesa dalla maggioranza delle aziende del settore, sarebbe quella più naturale nel far avere gli aiuti comunitari a loro spettanti dal 2016.»
Il vero disastro sono i mancati pagamenti che ormai viaggiano mediamente con 18 mesi di ritardo. Siamo nel 2018 quindi al quarto anno della Programmazione 2014-2020 e a oggi per quanto riguarda i vari bandi a Misura, la situazione è drammatica:
– Biologico, (nuova programmazione), difesa del suolo e produzione integrata, non risultano pagate le annualità 2016 e 2017
– Indennità compensativa, pagato solo in parte perché molte pratiche risultano ancora con problematiche
– Benessere animale (nuova programmazione), erogato anticipo del 2016 manca saldo 2016 e intero pagamento 2017
La situazione è ancora più grave sui bandi a progetto legati agli investimenti delle aziende del settore primario:
– Misura 4.1 a distanza di oltre un anno si registrano solamente i decreti cartacei, perché ancora mancano gli applicativi, e difatti a ora non sono stati dati ancora anticipi.
– Misura 4.2 mancano gli applicativi per i pagamenti.
– Misura 6.1 semplici a distanza di un anno si sono istruite le pratiche ma a oggi non si vedono decreti
– Misura 6.1 pacchetto giovani non si capisce ancora se esiste una graduatoria in quanto le pubblicazioni degli elenchi delle pratiche appaiono e scompaiono e a oggi si parla di «esiti elaborazione domande rilasciate sul SIAN».
E per una previsione insensata sono stati stanziati i soldi per finanziare 800 pratiche rispetto alle circa 3.000 che hanno fatto domanda di finanziamento, le quali per un’assurda burocrazia non potranno usufruire della medesima domanda in futuro, in quanto costretti all’apertura di partita IVA secondo il dettato del bando.
«Del resto a suo tempo avevamo denunciato che la siccità andava pagata a tempo congruo, e a oggi dei famosi 20 milioni di euro stanziati dal Consiglio Regionale destinati ad alleviare la situazione del comparto zootecnico, non si conosce come verranno destinati alle aziende agricole», sostiene Piermario Manca.
«Si potrebbe continuare ma a poco serve, come del resto a poco servono i proclami a cadenza quindicinale, serve solo maggior rispetto verso un settore produttivo che ad oggi è ancora la spina dorsale dell’economia sarda», conclude il consigliere regionale del PdS.