2 November, 2024
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Domani, domenica 3 marzo, iscritti ed elettori del Partito Democratico eleggeranno il nuovo segretario e l’assemblea nazionale. In Sardegna saranno allestiti oltre 160 seggi con l’impegno di oltre 500 militanti oltre ai rappresentanti delle liste che concorrono alle elezioni dell’assemblea. I candidati alla carica di segretario nazionale sono tre: Maurizio Martina, Nicola Zingaretti e Roberto Giachetti.

Le primarie sono aperte a tutti coloro che «dichiarino di riconoscersi nella proposta politica del Partito, di sostenerlo alle elezioni, e accettino di essere registrate nell’Albo pubblico delle elettrici e degli elettori».

Le operazioni di voto si svolgono dalle ore 8,00 alle ore 20,00.

Possono partecipare al voto le elettrici e gli elettori cittadini italiani nonché dell’Unione europea residenti in Italia e le cittadine e i cittadini di altri paesi in possesso del permesso di soggiorno che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età. E’ richiesto un contributo di 2 euro come apporto alle spese di allestimento dei seggi.

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Non si placano le polemiche dopo la mancata elezione del nuovo segretario del Partito democratico. Ad intervenire oggi è Dino Pusceddu, vice dell’ex presidente Lalla Pulga.

«L’ex presidente dell’assemblea del Pd Lalla Pulga non conosce le regole basilari del diritto o è in malafede – attacca Dino Pusceddu, ex consigliere regionale -. In primo luogo fa un errore grave sul piano delle regole perché lo scioglimento dell’assemblea regionale del Pd non è nei suoi poteri. Solo un voto della assemblea regionale e la mancata elezione del segretario può portare allo scioglimento degli organismi dirigenti eletti. In secondo luogo la presidenza dell’assemblea è un organo collegiale e non monocratico, altrimenti non potrebbe essere mai affidato ad un esponente della minoranza. E in ogni caso l’assemblea resta sovrana. Per questo, pur non essendo necessario il previo controllo del numero legale, per evitare eventuali contestazioni giuridiche, lo abbiamo verificato dimostrando che c’era e che la ex presidente abbia voluto evitare che ci fosse tentando di sciogliere l’assemblea quando mancavano due soli componenti.»

«In terzo luogo – aggiunge Dino Pusceddu – il termine di 30 giorni, portato a quella data dalla stessa ex presidente, entro i quali l’assemblea verrebbe sciolta è assolutamente inventato, trattandosi di un termine indicativo entro il quale convocare l’organismo e la stessa assemblea nazionale che ha eletto Maurizio Martina 4 mesi dopo le dimissioni di Renzi lo dimostra.»

«Infine, resta la politica, ieri il Pd sardo solo applicando la prassi esistente ovvero l’apertura di un seggio o il voto palese come sabato a Roma oggi avrebbe un segretario nei pieni poteri. Invece con la complicità della ex presidente non più garante della assemblea il Pd e stato esposto sui media ad una nuova brutta rappresentazione. La minoranza politica interna guidata da Renato Soru ha costruito una indecorosa gazzarra per portare il Pd della Sardegna ad essere commissariato. Sarebbe la terza volta nella sua storia e sempre con lo stesso protagonista delle altre due, e anche questa volta – conclude Dino Pusceddu – sarebbe un danno per tutta la sinistra, non solo sarda.»

 

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«Ieri, con una nota più trionfalistica del solito, l’assessore all’Agricoltura, Pierluigi Caria, ha annunciato la risoluzione delle problematiche legate al refresh delle “pratiche locali tradizionali” grazie all’intervento del ministro Maurizio Martina. Forse non dovremmo esultare per questa notizia che ha il sapore amaro di una risoluzione dettata da esigenze di propaganda, ma non di una effettiva risoluzione di una delle tante problematiche che da anni vive l’agricoltura isolana.» Lo sostiene il consigliere regionale del Partito dei Sardi, Piermario Manca.

Il refresh, che è una foto-interpretazione con immagini aeree usata per determinare l’uso dei macrosuoli, viene portato avanti da AGEA con cadenza triennale, e col tempo sono stati persi irrimediabilmente decine di migliaia di ettari che sono diventati bosco e quindi senza diritto ad avere quote di sostegno (premio unico), nonostante da secoli vi si sia praticata tradizionalmente l’attività di pascolo.

Ma andiamo con ordine: il 20 febbraio 2018 la commissione agricoltura della conferenza stato-regioni ha fatto approvare l’ordine del giorno della regione Basilicata finalizzato a richiedere l’audizione urgente al ministero delle Politiche agricole sulla corretta gestione dei pagamenti PAC. L’audizione è stata richiesta perché l’audit della commissione Europea aveva introdotto nuove norme ponendo a rischio i premi delle misure a capo e a superficie per il 2017 con l’aggravante di richiedere anche il recupero delle annualità già erogate.

L’audit della commissione Europea aveva determinato due anomalie sulle pratiche locali tradizionali (plt):

1) Particella non presente nelle comunicazioni delle regioni ad AGEA;

2) Particella presente nella comunicazione ma senza indicazione della tara indicata dalla regione al 50%.

Nella realtà a seguito della mozione della regione Basilicata si sta provando a recuperare una situazione generata da un errore burocratico determinato dalla mancata comunicazione ad AGEA, da parte della Regione, delle particelle soggette a Pratiche Locali Tradizionali con indicazione delle tare specifiche per permettere il recupero parziale delle superfici che con il refresh del 2016 venivano individuate come Bosco e quindi perse.

«Alcuni, purtroppo con grosse responsabilità, esultano per l’aggiustamento temporaneo delle pratiche del Premio Unico, senza rendersi conto che in Sardegna il settore primario vive una situazione drammatica, da me denunciata da tempo. Credo che l’atteggiamento deva essere ben diverso – aggiunge Piermario Manca -. Dopo due anni di crisi dovuta a una delle peggiori siccità dell’ultimo secolo e alla remunerazione irrisoria delle materie prime, in particolare del latte ovino, che non ha permesso l’organizzazione produttiva delle aziende agricole forse la vera soluzione, ancora attesa dalla maggioranza delle aziende del settore, sarebbe quella più naturale nel far avere gli aiuti comunitari a loro spettanti dal 2016.»

Il vero disastro sono i mancati pagamenti che ormai viaggiano mediamente con 18 mesi di ritardo. Siamo nel 2018 quindi al quarto anno della Programmazione 2014-2020 e a oggi per quanto riguarda i vari bandi a Misura, la situazione è drammatica:

– Biologico, (nuova programmazione), difesa del suolo e produzione integrata, non risultano pagate le annualità 2016 e 2017

 Indennità compensativa, pagato solo in parte perché molte pratiche risultano ancora con problematiche

 Benessere animale (nuova programmazione), erogato anticipo del 2016 manca saldo 2016 e intero pagamento 2017

La situazione è ancora più grave sui bandi a progetto legati agli investimenti delle aziende del settore primario:

 Misura 4.1 a distanza di oltre un anno si registrano solamente i decreti cartacei, perché ancora mancano gli applicativi, e difatti a ora non sono stati dati ancora anticipi.

 Misura 4.2 mancano gli applicativi per i pagamenti.

 Misura 6.1 semplici a distanza di un anno si sono istruite le pratiche ma a oggi non si vedono decreti

 Misura 6.1 pacchetto giovani non si capisce ancora se esiste una graduatoria in quanto le pubblicazioni degli elenchi delle pratiche appaiono e scompaiono e a oggi si parla di «esiti elaborazione domande rilasciate sul SIAN».

E per una previsione insensata sono stati stanziati i soldi per finanziare 800 pratiche rispetto alle circa 3.000 che hanno fatto domanda di finanziamento, le quali per un’assurda burocrazia non potranno usufruire della medesima domanda in futuro, in quanto costretti all’apertura di partita IVA secondo il dettato del bando.

«Del resto a suo tempo avevamo denunciato che la siccità andava pagata a tempo congruo, e a oggi dei famosi 20 milioni di euro stanziati dal Consiglio Regionale destinati ad alleviare la situazione del comparto zootecnico, non si conosce come verranno destinati alle aziende agricole», sostiene Piermario Manca.

«Si potrebbe continuare ma a poco serve, come del resto a poco servono i proclami a cadenza quindicinale, serve solo maggior rispetto verso un settore produttivo che ad oggi è ancora la spina dorsale dell’economia sarda», conclude il consigliere regionale del PdS.

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Pascolo locale tradizionale

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«Il comparto dei produttori primari dell’ovicaprino viene da una stagione difficile, caratterizzata da problemi climatico-ambientali e di mercato, con un prezzo del latte sceso ai minimi storici. Per superare questa emergenza e sostenere le nostre aziende, abbiamo messo a correre 45 milioni di euro che stiamo liquidando per le quasi “Quale ruolo dei formaggi Dop nel mercato mondiale? La posizione dei Consorzi di tutela.»

È questo il tema che ha animato oggi il convegno organizzato dal Consorzio di tutela del pecorino romano Dop nelle tenute Sella & Mosca di Alghero dove si sono ritrovati i maggiori portatori di interesse del comparto nazionale ed europeo.

«Il comparto dei produttori primari dell’ovicaprino viene da una stagione difficile, caratterizzata da problemi climatico-ambientali e di mercato, con un prezzo del latte sceso ai minimi storici. Per superare questa emergenza e sostenere le nostre aziende, abbiamo messo a correre 45 milioni di euro che stiamo liquidando per le quasi 11mila domande ricevute.» Lo ha detto l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, ripercorrendo le azioni messe in campo dalla Regione negli ultimi mesi per far fronte alle criticità che hanno investito l’intera filiera del lattiero-caseario ovicaprino.
Ad aprire l’incontro la relazione del presidente del Consorzio del pecorino romano, Salvatore Palitta, e quindi la relazione introduttiva sullo stato di salute del settore nel panorama internazionale illustrata da Angelo Rossi, della Fondazione Clal (Centro studi dedicato al mondo del lattiero-caseario). E poi gli interventi di Gianfranco Gaias (Ufficio studi pecorino romano) sull’informazione e la diffusione dei dati nel settore, del presidente del Consorzio di tutela del parmigiano reggiano Dop, Nicola Bertinelli, e del direttore del Consiglio di regolazione del Queso Manchego (il rinomato formaggio ovino spagnolo), Pedro Condes Torres, che hanno raccontato le peculiarità di filiera e di posizionamento sul mercato delle proprie produzioni. Il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, impossibilitato a partecipare all’incontro, ha inviato un video messaggio che è stato proiettato in sala. Sempre in rappresentanza del Mipaaf ha preso la parola il dirigente Luigi Polizzi che segue per il Ministero le politiche di tutela delle Dop. Ricordando lo strumento del pegno rotativo, ideato dalla Regione in collaborazione con le banche per garantire liquidità soprattutto alle cooperative di trasformazione, Giuseppe Cuccurese, direttore generale del Banco di Sardegna, si è confrontato con Torres sugli eventuali stati di giacenza nei magazzini del Manchego.

«A fine stagione – ha spiegato il direttore della Dop spagnola – le cantine sono vuote. Non abbiamo problemi di prodotto invenduto.»

Il convegno è stato anche occasione di confronto tra i relatori e la platea composta da addetti ai lavori: associazioni di categoria agricola, produttori primari, trasformatori privati e del mondo delle cooperative, e rappresentanti delle altre Dop di pecorino. Sul piano istituzionale ha portato i saluti della città catalana il sindaco Mario Bruno. Un saluto ai partecipanti lo ha dato anche il padrone di casa, Vittorio Moretti, titolare dell’azienda che lo scorso anno ha acquisito la Sella & Mosca.

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L’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu rappresenta la Regione Sardegna al convegno dal titolo ‘Sud – Le nuove opportunità per i giovani’, in programma oggi a Castel dell’Ovo a Napoli. Promosso dal ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, che aprirà e concluderà i lavori, l’incontro ha al centro le ultimissime misure prese dal Governo a favore dei giovani meridionali. In programma anche l’intervento del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina.
Nel corso della sessione pomeridiana, dedicata al tema delle ‘Terre abbandonate’, l’assessore Erriu, anche a nome dell’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria, porterà la buona pratica del bando ‘Terre ai giovani’ ideato e finanziato dalla Regione. Il modello, individuato dagli uffici del ministero per la Coesione territoriale, è quello della società agricola Il Mandorlo Srl, che ha proposto un piano di valorizzazione dei terreni del lotto di Is Figus tra i comuni di Serramanna e Villasor. La società è amministrata dal coltivatore diretto Francesco Matta, laureato in Scienze zootecniche presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Sassari, che insieme al socio Dino Pontis (anche lui laureato in Agraria) ha suddiviso il terreno in tre parti: una destinata a mandorleto, un’altra alla coltivazione super intensiva di asparagi e infine la terza dedicata alla produzione di colture ortive. L’asparagiaia prevede la dimora di 44mila piante. Un’area, infine, è stata adibita a vivaio/ombraio, già esistente ma in parte compromesso dallo stato di abbandono.
«La Regione – sottolinea Cristiano Erriu – ha messo a disposizione di giovani under 40 una serie di appezzamenti di sua proprietà, sparsi nell’Isola. Erano abbandonati da anni, oggi danno lavoro a decine di agricoltori e ad altre persone dell’indotto. Il bando ‘Terre ai giovani’ è non solo un incentivo per tornare alla terra in un periodo di crisi di altri settori produttivi, ma anche un tentativo di salvare il paesaggio delle aree rurali a rischio di spopolamento. Il successo dell’iniziativa dimostra che, anche tra i giovani sardi, si guarda di nuovo con interesse al lavoro nelle campagne, magari con tecniche innovative e nuove colture da proporre sui mercati locale e nazionale. Allo stesso tempo favoriamo lo sviluppo della cultura d’impresa tra i giovani e la creazione di start-up.»

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Caria contributi allevatori

L’Agenzia Argea Sardegna, competente per le erogazioni in agricoltura, ha mandato in pagamento ieri le prime richieste di aiuto inviate dai pastori di pecore e capre per far fronte all’emergenza siccità che, fra la primavera e l’estate scorsa, ha colpito l’intero territorio regionale. Tutti i circa 12mila allevatori ovicaprini sardi saranno beneficiari dell’aiuto da 13euro a capo, sugli animali presenti in azienda al 30 giugno 2017. Le domande si potranno presentare fino al prossimo 18 dicembre nei 32 sportelli territoriali dell’Agenzia Laore Sardegna.
«Su 11 Regioni in stato di criticità per la siccità solo la Sardegna ha richiesto e avuto il riconoscimento della declaratoria da parte del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf). In tutta Italia solo la Regione Sardegna ha investito proprie risorse, ben 45milioni di euro, per far fronte all’emergenza siccità sul comparto ovicaprino – ha detto stamane l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, durante la conferenza stampa dove sono stati illustrati i diversi passaggi che hanno portato all’avvio dei pagamenti -. Il riconoscimento della declaratoria sulla riduzione delle produzioni foraggere ha permesso l’attivazione degli strumenti del Fondo di solidarietà nazionale. Tutta la zootecnia isolana, e non solo l’ovicaprino, possono quindi richiedere la riduzione fino al 50% dei pagamenti previdenziali e la sospensione delle cambiali agrarie.»

L’assessore ha poi ringraziato le strutture dell’Assessorato e delle Agenzie Agris, Argea e Laore per l’importante e celere lavoro svolto. «In un mio intervento in Consiglio regionale – ha ricordato Pierluigi Caria – avevo pubblicamente detto che se entro novembre non fossero partiti i pagamenti sarebbe stato un fallimento e me ne sarei personalmente preso le responsabilità. Oggi, grazie a un grande lavoro di squadra portato avanti con gli uffici regionali, la Giunta e il Consiglio, possiamo dire di aver mantenuto l’impegno preso e di aver lavorato il più in fretta possibile per venire incontro alle esigenze di migliaia di pastori, costretti a combattere con la tragedia della siccità. Invito ancora una volta tutti gli aventi diritto – ha concluso Pierluigi Caria – a presentare quanto prima la domanda di aiuto: i soldi ci sono.»
Alla conferenza stampa di oggi erano presenti i direttori generali di Assessorato e Agenzie agricole Agris, Argea e Laore, Sebastiano Piredda, Roberto Zurru, Gianni Ibba e Maria Ibba.
Fino a ieri sera le domande ricevute da Laore Sardegna erano 4768, mentre quelle trasmesse da Laore ad Argea per l’istruttoria finale erano 3459. 
Sono circa 70 gli addetti impegnati fra i 32 sportelli territoriali di Laore dedicati ad accogliere le domande, il punto di ricevimento delle mail PEC inviate ad Agris e la task force di Argea incaricata dell’istruttoria e dei pagamenti.
La legge è stata approvata dal Consiglio regionale il 14 settembre 2017, entrando in vigore il 21 settembre con la pubblicazione sul Buras. Il 27 settembre la Giunta approva due delibere che riguardano l’iter legislativo della legge 20/17: una sulla variazione di bilancio, indispensabile per rimodulare le risorse allocate precedentemente su altri capitoli di spesa, e un’altra sulla declaratoria per lo stato di emergenza da siccità. Il 2 ottobre la declaratoria viene inviata al Mipaaf, mentre il giorno seguente la Giunta licenzia la delibera sulle linee guida per l’attuazione della legge. Fino al 16 ottobre, giorno di apertura dei termini per la presentazione delle domande di aiuto, si lavora per l’organizzazione della task force dedicata alla raccolta e all’istruzione delle pratiche e per la costruzione degli applicativi informatici che dovranno gestirle. Il 27 ottobre il ministro Maurizio Martina firma il riconoscimento della declaratoria che entra in vigore il 3 novembre con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale. Ieri sera, 8 novembre, sono partiti i primi decreti di pagamento.

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L’assessore regionale dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, ha illustra l’iter che ha accompagnato la legge sui 45 milioni destinati all’aiuto del comparto ovicaprino, fino alla firma della declaratoria apposta ieri dal ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf), Maurizio Martina. Tempi rapidi che hanno accompagnato l’espletamento di tutti gli obblighi normativi. Dalla manifestazione del 2 agosto a Cagliari all’approvazione in Consiglio regionale della legge 20, del 14 settembre 2017, e la successiva pubblicazione sul Buras il 21 settembre. E poi il 27 settembre due delibere: una sulla variazione di bilancio dedicata alle risorse stanziate per la nuova legge e l’altra per la declaratoria sullo stato di siccità inviata al Mipaaf il 2 ottobre. L’assessore Caria ha fatto poi un appello a tutti gli allevatori di pecore e capre affinché presentino le domande. Dal 16 ottobre, giorno di apertura degli sportelli Laore, sono arrivate 1.400 domande su un potenziale di circa 12mila aziende presenti su tutta l’Isola.

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«Lo avevamo annunciato pochi giorni fa e ora è realtà: il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha firmato questo pomeriggio la richiesta di declaratoria sulla situazione di emergenza derivante dal perdurare dello stato di siccità su tutto il territorio regionale e per i conseguenti danni causati alle produzioni foraggere. La risposta dal Mipaaf è arrivata in appena 24 giorni dall’invio della nostra richiesta. Tempi strettissimi quindi che sono il frutto delle continue interlocuzioni con il Ministero, in cui abbiamo spiegato la difficile situazione in cui si trovano decine di migliaia di aziende agricole e pastorali.»

L’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, ha commentato così, ieri sera, la notizia giunta in Assessorato.
«Si tratta di un provvedimento molto atteso che, una volta pubblicato – ha aggiunto Pierluigi Caria – ci permetterà di far partire immediatamente il pagamento degli aiuti di 13 euro a capo, frutto della legge 20/17 approvata lo scorso 14 settembre dal Consiglio regionale. Sull’intervento abbiamo stanziato 45 milioni di euro per circa 12mila aziende del comparto ovicaprino che possono presentare le domande di aiuto già dal 16 ottobre. Ad oggi, nei 32 sportelli Laore dislocati in tutta la Sardegna, sono state presentate circa 1.200 pratiche, che risultano già istruite dalla task force di tecnici incaricati di vagliarle.»
«Il via libera di oggi – ha concluso l’assessore dell’Agricoltura – permetterà inoltre agli imprenditori agricoli di poter accedere agli strumenti economici e finanziari messi a disposizione dal Fondo di solidarietà nazionale.»
Nello specifico si potranno attivare gli interventi previsti dall’art. 5 del decreto legislativo 102/2004, esteso in questa occasione anche alle aziende che non hanno sottoscritto polizze assicurative, così come previsto dal riconoscimento sulle declaratorie per le nevicate di gennaio e le gelate di aprile, portato a casa pochi giorni fa dalla Regione Sardegna. Particolare rilevanza assume lo sgravio previdenziale, fino a un massimo del 50%, e la richiesta di proroga sulle cambiali agrarie.

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Si sbloccano finalmente i pagamenti agricoli. Nei prossimi giorni arriverà un’importante boccata d’ossigeno per agricoltori e pastori. con i pagamenti delle anticipazioni sulla Domanda unica 2017: 38 milioni 234.022,99 euro andranno a coprire 8.998 domande. È una delle novità portate a casa ieri da Roma dall’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, che ha incontrato il gabinetto e l’ufficio legislativo del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) e i vertici dell’Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura (Agea). Il decreto già firmato destina per tutto il comparto agricolo nazionale 374 milioni di euro.
«Si tratta di una prima tranche di pagamenti – ha spiegato Pierluigi Caria – che proseguiranno con cadenza settimanale fino al prossimo 30 novembre e che, a differenza dello scorso anno, prevedono una anticipazione del 70% e non del 50%. L’incremento dei fondi era stato richiesto dal Ministero alla Commissione europea già questa estate dopo che numerose Regioni, prima fra tutte la Sardegna, avevano lanciato l’allarme sulle criticità dovute al perdurare della siccità.»

Per la fine di novembre o gli inizi di dicembre è invece previsto l’avvio dei pagamenti sul Programma di sviluppo rurale.
Il Mipaaf ha firmato la declaratoria sull’emergenza dovuta alle calamità naturali delle nevicate di gennaio e delle gelate di aprile, mentre è alla firma del ministro Maurizio Martina quella sullo stato di siccità. Il via libera, previsto per i prossimi giorni, riconoscerebbe l’emergenza per tutto il comparto agricolo sardo, compreso anche il settore bovino, e non solo per quello ovicaprino. Il provvedimento già approvato su nevicate e gelate permetterà invece alle aziende colpite, anche quelle che non hanno sottoscritto polizza assicurativa, di poter accedere alle risorse del Fondo di solidarietà nazionale e agli strumenti di carattere finanziario (sospensione dei pagamenti sui mutui bancari agrari, riduzione del 50% o sospensione su quelli previdenziali ed assistenziali) messi a disposizione dallo Stato attraverso l’art. 5 del decreto legislativo 102/2004.
Dopo le interlocuzioni avute le scorse settimane con gli uffici del gabinetto del Ministro, Caria ha incontrato ieri l’ufficio legislativo del Mipaaf per verificare l’esistenza di possibili soluzioni rispetto alla norma nazionale che richiede la regolarità dei pagamenti INPS ai fini della concessione, in liquidità, degli aiuti straordinari stanziati dalla Regione per il comparto ovicaprino. Aiuti che in caso di insolvenza sarebbero comunque concessi ai pastori ma, in assenza di un eventuale procedimento di rateizzazione o di accordo definito tra INPS e allevatore, verrebbero decurtati delle somme morose, così come avviene da alcuni anni sugli altri tipi di pagamenti e di aiuti. Tali risorse saranno mandate in pagamento dopo la pubblicazione della declaratoria firmata da parte del Ministro.
Sono state 749 le domande presentate dal 16 ottobre, data di apertura dei 32 sportelli Laore in tutta la Sardegna, per la richiesta dell’aiuto sull’emergenza siccità e calo del prezzo del latte. Le aziende ovicaprine potenzialmente interessate dallo stanziamento di 45milioni di euro sono circa 12mila.