21 November, 2024
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Oltre 700 vini degustati, a riprova della partecipazione sempre più massiccia e della palese fiducia accordataci dai produttori sardi. Con quasi 330 (329 per l’esattezza, in pratica uno su due) campioni risultati meritevoli di recensione, e cioè capaci di centrare un punteggio di almeno 90/100, a riprova del livello medio davvero impressionante raggiunto dalla produzione enoica della regione. Il tutto organizzato in 25 sottosezioni, per indagare capillarmente (e premiarne i più bravi) tutte le realtà territoriali ed espressive dell’Isola. Ecco allora non “il” Cannonau, ma “i” Cannonau; non “il” Vermentino ma “i” Vermentino, e via tutti gli altri vitigni indigeni e tutte le principali tipologie produttive (in questa edizione per la prima volta anche le bolle sarde) del “piccolo continente” in bottiglia che vede a ogni vendemmia crescere la sua reputazione. E che stavolta è stato in grado di esprimere più di 100 vini capaci di superare i 98 punti raggiungendo la Standing Ovation (il massimo riconoscimento), di cui 5 hanno raggiunto 100/100.
Sono i numeri (alcuni, i più significativi) della Guida numero 6 dedicata ai Vini della Sardegna di Vinodabere.it, ora finalmente in rete tutta intera, dopo i trailer dedicati alle varie classifiche parziali, curata dai giornalisti Maurizio Valeriani e Antonio Paolini con la collaborazione di Alessandro Battaglia, Ruggero Faliva, Paolo Frugoni, Maurizio Gabriele, Emanuele Giannone, Luca Matarazzo, Daniele Moroni, Gianmarco Nulli Gennari, Pino Perrone, Emanuela Pistoni, Stefano Puhalovich, Franco Santini, Gianni Travaglini, Paolo Valentini. Numeri a cui va aggiunto quello delle visualizzazioni, anch’esse in vorticosa crescita, a ribadire che anche per consumatori e appassionati la credibilità di questo lavoro capillare e coscienzioso – tutte le degustazioni avvengono rigorosamente alla cieca e in panel, con punteggio finale desunto dalla media aritmetica dei giudizi degli assaggiatori/autori – non è minore di quella riconosciutagli dalle aziende partecipanti.
Sembra, insomma, sempre meglio compresa e apprezzata la filosofia che sta dietro la Guida: e che vede al centro la voglia di raccontare e far conoscere sempre più realtà vinicole – accendendo riflettori anzitutto su quelle sin qui meno in vista – del già citato “piccolo continente” sardo. E, bisogna dirlo, le scoperte non mancano. Perché accanto agli affermati “top player” di sempre, sono ogni volta più numerose le realtà in partenza meno celebri capaci di primeggiare e di far centro. E sono sempre di più le sottozone di fresca emersione che propongono prodotti da prima linea assoluta. Come aveva dimostrato “dal vivo”, a suo tempo, anche il primo evento-vetrina organizzato a Roma da Vinodabere.it alcuni mesi fa per i vini sardi e premiato dalla partecipazione attenta (e graditissima) di molti colleghi del mondo della stampa e della comunicazione, oltre a un folto numero di operatori (ristoratori, enotecari, agenti, distributori).
Guida e kermesse romana (di cui è già in programma il bis con in pista le nuove vendemmie e bottiglie appena recensite) hanno insomma sinergicamente fornito l’occasione per sfatare e superare un certo numero di stereotipi che da più di un decennio non appartengono più al contesto enoico sardo, ma in qualche modo gli aleggiano ancora attorno. L’esempio più lampante è quello del Cannonau, il vitigno bandiera, lontano ormai anni luce dal modello di vino alcolico e pesante della “vecchia” (e oggi non più fondata) reputazione, ed espresso ora attraverso una panoplia di interpretazioni di spiccata diversità (e di grandissimo interesse) a seconda delle zone di nascita e allevamento delle uve: dalla viticoltura di montagna della vocatissima comunitàdi Mamoiada (ormai quasi 40 i vignaioli che imbottigliano ed etichettano i loro vini) ad aerali altrettanto storici come Oliena (con il suo Nepente), Orgosolo, Dorgali (con la splendida Valle di Oddoene, ora toponimo utilizzabile in etichetta), l’Ogliastra, la Romangia, e perfino la Gallura, che mostra ultimamente di sapersi districare abilmente anche con le varietà a bacca rossa.
La strabiliante vendemmia 2021 – di sicuro una di quelle destinate a restare negli annali – ha poi contribuito a fare il resto (e a far sì che i campioni di questa varietà recensiti siano stati la bellezza di 110). Restando in tema di sorprese, ne ha regalato di belle anche Mandrolisai, territorio di grande tradizione enoica (ma fin qui non premiata a sufficienza da fama e fortuna) che con la sua omonima denominazione (la doc più territoriale della Sardegna con tre vitigni utilizzati in blend: Bovale, Cannonau e Monica) raccoglie ormai più di 20 produttori, autori di vini di carattere, personalità e alto rango e prossimi ormai alla costituzione di un auspicabile Consorzio di Tutela. I tempi sembrano insomma maturi per un vero e proprio exploit della Regione. Che noi proviamo ad anticipare e motivare con le recensioni e le valutazioni dei vini presenti in questa edizione della Guida. Con l’auspicio, come sempre, di suscitare ulteriore curiosità, stimoli all’assaggio e – meglio ancora – al tuffo in loco (scrigno inimitabile di bellezze, oltre che di grandi vini) in chi ci legge.
A accompagnare il percorso è, in qualità di sponsor, il Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano (che ha sede in Sardegna, maestra assoluta di caseificazione di tutto il Centro tirrenico), formaggio dal forte profilo di cui esploreremo dopo la pubblicazione della Guida i migliori abbinamenti con le etichette premiate.

I 5 vini con 100/100

Ruinas del Fondatore 2020 – Depperu
Vernaccia di Oristano Riserva Per Te 2002 – Silvio Carta
Vino Liquoroso Rosso Festa Norìa s.a. – Santadi
Cannonau di Sardegna Brulleri Ghirada Bruncu Boeli 2021 – Osvaldo Soddu
Cannonau di Sardegna Riserva Tziu Ziliu 2019 – Cantina Orgosa

La Guida è consultabile gratuitamente qui: https://vinodabere.it/guida-ai-migliori-vini-della-sardegna-2024-di-vinodabere-la-guida-completa/

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È Fabio Vacca il vincitore dell’edizione 2019 di “Sa Fregulada”, la tradizionale gara di cucina con ricette originali a base di fregula, che si è tenuta sabato pomeriggio (5 ottobre) a Neoneli  nell’ambito di Licanìas e Lichitos, la tre giorni di eventi all’insegna delle culture e dei sapori dei paesaggi rurali promossa dal Comune del piccolo centro del Barigadu.

Lo chef del ristorante Chia Laguna si è imposto nella competizione gastronomica, tutta giocata sull’interpretazione della caratteristica pasta sarda di semola di grano duro, che ha visto sfidarsi tra i fornelli altri sette cuochi provenienti da tutta l’isola:Andrea Atzori (ristorante La Rinascente, Cagliari), Giacomo Cicalò (sous chef Frades Bottega, Porto Cervo), Cristian Deriu(ristorante Hub, Macomer), Davide Diana, Mattia Pippia (ristorante Craf, Oristano), William Pitzalis (chef del Cagliari Calcio), Nicolò Vellino (Dolci Sfizi, Macomer).

Fabio Vacca si è imposto con un’interpretazione della “pezza imbinada”, un piatto tipico del suo paese, Bonarcado, ma in versione vegetariana, con i funghi e un formaggio a pasta filata, conquistando così le preferenze della giuria composta da Dario Cappelloni (collaboratore della “Guida Essenziale ai vini d’Italia – Doctor Wine”), Paolo Zaccaria (critico gastronomico del Gambero Rosso), Luciano Tona (responsabile della didattica della Scuola Internazionale di Cucina Alma), Erica Battellani (autrice di “Via dei Gourmet”), Tommaso Fratini (executive chef “Rimessa Roscioli”, Roma), Leonardo Lucarelli (chef e scrittore), Giuseppe Carrus (collaboratore della guida Gambero Rosso), Maurizio Valeriani (collaboratore della guida “Vinodabere”) e Guido Murtas (docente di formazione professionale alberghiera).

«Se il tema di questo appuntamento è la fregula – ha spiegato Luciano Tona a nome della giuria – è ovvio che il metro del giudizio guarda a chi valorizza, o ha valorizzato o interpretato la fregula nel migliore dei modi. Quando si mette al centro del progetto un prodotto, è quel prodotto che si deve valorizzare. L’accompagnamento serve solo a dare valore al prodotto

Insieme al plauso della giuria, Fabio Vacca, il secondo classificato Cristian Deriu ed il terzo Davide Diana, hanno portato a casa i premi in palio per questa edizione di “Sa Fregulada”: un cestino di prodotti tipici e un piatto in terracotta realizzato ad hoc dalle ceramiche Terrapintada di Bitti.

Tra gli altri chef in gara, una menzione particolare è andata a Nicolò Vellino (Dolci Sfizi, Macomer) perché, come ha spiegato Paolo Zaccaria nel corso delle premiazioni, «forse per la prima volta abbiamo avuto un piatto dolce, un dessert a base di fregula. Non è tra i premiati, ma ci teniamo a sottolineare che ci ha particolarmente colpito».

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Giornata fitta di appuntamenti, sabato 30 settembre, a Neoneli, per l’ottava edizione di “Licanìas”, il festival culturale ed enogastronomico in corso da ieri (giovedì 28) e fino a domenica (primo ottobre) nel piccolo paese del Barigadu, in provincia di Oristano.

Si comincia alle 11.00, a Casa Cherchi, con una riflessione sul tema dello spopolamento dei piccoli paesi nell’incontro dal titolo “Culle vuote, scenari possibili futuri”, con Giulia Rivellini, professore associato di Demografia e Statistica Sociale presso la Facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’Università Cattolica di Milano, a colloquio con la giornalista Simonetta Fiori, inviata del quotidiano la Repubblica. Autrice di numerosi articoli pubblicati su volumi e riviste nazionali e internazionali, Giulia Rivellini ha rivolto la sua più recente attività di ricerca principalmente allo studio integrato tra i comportamenti demografici individuali e la dimensione del contesto territoriale e relazionale, con riferimento alle tematiche dell’invecchiamento, del supporto sociale, dell’instabilità coniugale e della life satisfaction. 

Tiene banco nel pomeriggio “sa fregulada”, l’immancabile gara di cucina, uno dei momenti più attesi di “Licanìas”, che vedrà sfidarsi alcuni tra i migliori chef della Sardegna nella preparazione di ricette originali a base di fregula, la caratteristica pasta sarda di semola di grano duro. In lizza a partire dalle 16.00, nella competizione culinaria promossa con il coordinamento del Grande Maestro della ristorazione Guido Murtas e dal presidente regionale dell’Unione Cuochi Elia Saba, sette chef: Roberto Paddeu (delle Botteghe Frades di Porto Cervo), Daniele Sechi (del Blu Restaurant di Golfo Aranci), Leonardo Marongiu (del ristorante HUB di Macomer), Sara Congiu (dell’Antica Dimora “Il Gruccione” di Santu Lussurgiu), Marco Norio (del birrificio-osteria Horo di Sedilo), Francesco Murtas (del ristorante Al Gambero Rosso di Bosa) e Daniele Tanda (del ristorante La Rosa dei Venti di Porto Torres). Presenta la giornalista Alessandra Addari.

I piatti preparati passeranno al vaglio della giuria presieduta dall’enogastronomo Paolo Zaccaria e composta dal delegato ONAV Sardegna Quirico Mura, dallo chef del ristorante “Su Carduleu” di Abbasanta Roberto Serra, dall’enogastronomo Tommaso Sussarello e dai giornalisti Dario Cappelloni, Roberto Ripa e Pasquale Porcu. Dopo la degustazione dei piatti in gara, a partire dalle 17.00, il vincitore viene incoronato alle 20.00 nella cerimonia di proclamazione e premiazione e di consegna degli attestati agli chef partecipanti.

Tre diversi appuntamenti scandiscono la serata in piazza Italia: il primo, alle 19.00, è l’incontro “Culture e sapori dei paesaggi rurali”, con Marco Bolasco, direttore area enogastronomica di Giunti Editore e consigliere di amministrazione di Slow Food, e con il coordinatore della guida I vini d’Italia de L’Espresso Maurizio Valeriani; dialoga con loro la critica enogastronomica Erica Battelani, amministratore delegato e responsabile dei contenuti del sito Via dei Gourmet.

Alle 21.00 riflettori puntati sul poeta e performer Guido Catalano di scena con il reading dei versi racchiusi nel suo ultimo libro “Ogni volta che mi baci muore un nazista” (Rizzoli): sono versi che fanno ridere, surreali e fulminanti, quelli che questo artista della parola (“Per essere un poeta son troppo di buon umore”, si legge nella pagina BIO del suo sito) propone nelle sue divertenti e stralunate performance sui palchi dei centri sociali e dei festival letterari come negli spazi più raccolti di circoli, bar e librerie. Torinese, classe 1971, Guido Catalano è autore di sette libri di poesie (circa trentamila copie vendute per “Ti amo ma posso spiegarti”, del 2012, e “Piuttosto che morire m’ammazzo”, del 2013, pubblicati da Miraggi Edizioni) e di un romanzo, “D’amore si muore ma io no” (Rizzoli), uscito l’anno scorso con l’emblematico sottotitolo “Il primo romanzo dell’ultimo dei poeti”.

Chiusura di serata, alle 22.00, con Ginevra Di Marco accompagnata da Francesco Magnelli alle tastiere e Andrea Salvadori alla chitarra in un live del suo ultimo album, “La Rubia canta la Negra”, dedicato a Mercedes Sosa, la grande voce folk argentina (1935-2009), simbolo della lotta per i diritti civili della sua terra. Un disco che rappresenta la tappa più recente (è uscito lo scorso maggio) del percorso artistico che la cantante fiorentina, già prima voce accanto a Giovanni Lindo Ferretti nei gruppi CSI e PGR, porta avanti dal 1999 con la collaborazione di Francesco Magnelli: una carriera solista sempre più aperta verso le altre culture, a partire dal progetto Stazioni Lunari, un evento che ogni volta si rinnova di artisti diversi. Canti dai margini del mondo e della storia, dai Balcani all’America Latina, dagli italiani del Sud a quelli della sua terra, la Toscana: un mondo in cui la voce di Ginevra Di Marco si conferma interprete a tutto tondo sposando con trasporto e generosità la vitalità delle proteste popolari, le doglianze e le meditazioni sulla difficile arte di stare al mondo, i volti diversi e complementari dell’amore.

A Ginevra Di Marco spetta anche il compito di aprire domenica, 1 ottobre, la giornata conclusiva di Licanìas: accompagnata ancora da Andrea Salvadori alla chitarra, proporrà alle 10.30 una serenata mattutina dal balcone della biblioteca in via san Pietro.

Alle 11.00 a Casa Cherchi è invece in programma un incontro dal titolo “Felicità d’Italia”, paesaggio, arte, musica e cibo, con la giornalista Simonetta Fiori e Piero Bevilacqua, docente di Storia contemporanea presso l’Università di Roma La Sapienza. La conversazione è seguita da un aperitivo con prodotti locali. Dalle 11.30 alle 13.00, a Sa ‘omo ‘e Bona, spazio a un laboratorio sulla preparazione manuale della fregula.  

Nel pomeriggio due appuntamenti in contemporanea alle 16.00: nel centro storico si snoda un concerto con i cori a tenores S’Angelu di Neoneli, Sa Niera di Pattada e Gonare di Sarule; a Casa Cherchi si tiene invece la tavola rotonda “Industria Culturale e Festival Letterari” con la partecipazione del giornalista e scrittore Romano Cannas (direttore della sede Rai della Sardegna dal 2003 al 2013), dell’operatrice culturale Mattea Lissia, ideatrice del festival letterario “Pazza Idea”, dello storico dell’arte Christian Caliandro e dell’archeologa Maria Antonietta Mongiu, assessore regionale all’Istruzione e ai Beni culturali nella giunta Soru, negli anni in cui ha visto la luce la legge regionale sarda sui festival e i progetti di promozione della lettura.  

In piazza Barigadu, alle 17.30 un momento di festa e convivialità con la degustazione (al costo di dieci euro) dei due piatti tipici della tradizione culinaria neonelese: “Sa fregula istuvada” e “sa cassola”. Accompagna gli assaggi la musica di Salvatore Corda all’organetto e alla fisarmonica. Poi, a partire dalle 20.30 in piazza Italia, sipario sull’ottava edizione di Licanìas con Nada in concerto con brani del suo repertorio accompagnata dalla A Toys Orchestra.

Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito, ma attraverso il ricavato dalle vendite del merchandising si punta a colmare la parte scoperta delle spese di viaggio degli studenti pendolari di Neoneli che frequentano le scuole superiori.