Questa sera la Sala Concerti del Teatro Verdi di Sassari, dalle 21.00, ospiterà ancora un nuovo appuntamento con il mondo della grande danza internazionale per il festival “Corpi in movimento” di Danzeventi.
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Questa sera la Sala Concerti del Teatro Verdi di Sassari, dalle 21.00, ospiterà ancora un doppio, anzi triplo appuntamento con il mondo della grande danza internazionale per il festival “Corpi in movimento” di Danzeventi. Ad andare in scena saranno la compagnia “Spellbound Contemporary Ballet” con “Ascent + Hunger and Grace” e la compagnia “Ariella Vidach AiEP” con lo spettacolo “Minority party”.
Interpretato dai danzatori Mario Laterza e Giuliana Mele, “Ascent” è una creazione del coreografo Mauro Astolfi, che ha abbracciato le musiche di Nils Frahm. “Hunger and Grace” è anch’esso nato dall’inventiva tersicorea di Mauro Astolfi, stavolta sulle note raffinate delle composizioni di F. Chopin.
La compagnia romana è ormai una realtà consolidata, fondata nel lontano 1994 proprio dalla volontà di Astolfi al rientro da un lungo periodo di permanenza artistica negli Stati Uniti. Forte di una cifra stilistica inconfondibile esaltata da un ensemble di danzatori considerati tra le eccellenze dell’ultima generazione, Spellbound si colloca oggi nella rosa delle proposte italiane maggiormente competitive sul piano di una dialettica internazionale. Espressione di una danza che si offre al pubblico con un vocabolario ampio e in continua sperimentazione, riesce a convincere le platee dei principali Festival europei, asiatici e americani.
A partire dal 1996, Mauro Astolfi ha condiviso il progetto di produzione con Valentina Marini, con la quale la compagnia ha avviato un processo di intensa internazionalizzazione e di collaborazioni trasversali.
Alle 21.30, al Verdi, sarà poi protagonista la compagnia Ariella Vidach AiEP, che rappresenta un vero e proprio laboratorio artistico, il quale ha fatto delle nuove tecnologie un punto di ricerca espressiva, attento all’innovazione del linguaggio e centrato su contenuti attuali, come quello della percezione del corpo nei confronti dell’ambiente virtuale.
Con “Minority Party” il laboratorio pone come tema centrale della composizione coreutica diversi quesiti: «Cosa significa nell’era delle nuove cittadinanze e della globalizzazione la coreografia contemporanea? È possibile concepirla senza prendere atto delle differenze dei corpi, della contaminazione tra i linguaggi, dei nuovi scenari estetici?»
Il lavoro indaga quindi il corpo e la danza come sistema di relazioni, esplorando le frontiere del linguaggio e le tradizioni come elementi permeabili di trasmissione e incontro tra culture.