20 December, 2024
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È entrata nel vivo l’estate di concerti e spettacoli a Sant’Antioco con il grande successo che sta riscuotendo la prima edizione del Sulky Jazz Festival. Ma cresce già l’attesa per il primo dei grandi eventi dell’edizione 2019 dell’Arena Fenicia Festival. Si parte sabato 13 luglio con la prima nazionale di Palma de Sols di Mauro Palmas. L’artista si esibirà (ore 21.00) insieme a Simonetta Soro (voce), alle cornamuse di Fabio Rinaudo, le percussioni e la batteria di Andrea Ruggeri, il basso di Silvano Lobina, il clarinetto e il sax di Marco Argiolas, gli Archaea Strings con Mauro Fabbrucci, Damiano Puliti, Riccardo Capanni e Marcello Puliti, le chitarre di Marcello Peghin, l’organo ed il pianoforte di Alessandro Foresti e, ancora, altri ospiti a sorpresa.

Ma il ricchissimo cartellone di musica proseguirà venerdì 19 luglio con il concerto di Vinicio Capossela, sempre alle ore 21.00, che presenterà al pubblico l’ultima sua raccolta di brani inediti: “Ballate per uomini e bestie”. Sempre Vinicio Capossela, il giorno prima (18 luglio, ore 21.00) sarà al MAB, Museo Archeologico Ferruccio Barreca (ingresso libero e gratuito), per una “chiacchierata” in compagnia del saggista Goffredo Fofi e del giornalista antiochense Stefano Salis. Gli spettacoli dell’Arena Fenicia festival proseguiranno il 28 luglio con il grande concerto di Carl Brave (ore 21.00). Il 12 agosto la musica di Fabrizio de Andrè risuonerà all’Arena Fenicia grazie allo spettacolo ‘La Buona Novella’ di Antonella Ruggiero (ore 21.00) che salirà sul palco con la Polifonica Santa Cecilia e Laborintus gruppo vocale, mentre la chiusura dell’edizione 2019 dell’Arena Fenicia sarà in mano ai Negrita il 17 agosto (ore 21.00) per celebrare nel migliore dei modi i loro 25 anni di rock.

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Dopo il successo dei Seminari di Musica, Canto e Danza Popolare andati in scena a Portoscuso dal 25 al 30 giugno, Mauro Palmas, direttore artistico di Mare e Miniere, torna dal vivo a Sant’Antioco il 13 luglio per la prima nazionale del suo nuovo album “Palma de Sols” che inaugurerà la terza edizione dell’Arena Fenicia Festival. La rassegna, che ospiterà tra gli altri Vinicio Capossela, Carl Brave ed un omaggio a Fabrizio De André della Polifonica Santa Cecilia con Antonella Ruggiero, si aprirà con l’atteso concerto del musicista e compositore sardo, per l’occasione, accompagnato da una formazione di ben dodici elementi composta da Simonetta Soro (voce), Fabio Rinaudo (cornamuse), Andrea Ruggeri (percussioni e batteria), Silvano Lobina (basso), Marco Argiolas (clarinetto e sax), Marcello Peghin (chitarre), Alessandro Foresti (pianoforte e organo) e gli Archaea Strings con Mauro Fabbrucci, Damiano Puliti, Riccardo Capanni e Marcello Puliti, ai quali si aggiungeranno alcuni ospiti d’eccezione. Mauro Palmas darà, così, vita ad un viaggio evocativo e senza tempo sulle antiche rotte del Mare Nostrum, testimone di molteplici destini e custode di inestimabili bellezze, ma anche teatro di indicibili sofferenze e veicolo di sogni e promesse di vita, tanto individuali quanto di interi popoli. Al centro della narrazione ci sarà, dunque, il Mediterraneo un tempo culla di civiltà diverse e di dialogo ed ora specchio di egoismi feroci ed intolleranza.

Da tempo immemorabile, in queste acque si addensano vite e destini che Mauro Palmas ha messo in musica traducendolo in composizioni suggestive e di grande lirismo, trasfigurando nelle pieghe del mito vicende che riguardano ancora le cronache dei nostri giorni. Ad incorniciare i brani il suggestivo dialogo tra corde, fiati e pianoforte sarà il racconto, scritto appositamente per questo lavoro da Maria Gabriela Ledda ed affidato alla voce di Simonetta Soro, che accompagnerà il pubblico attraverso quadri sonori di grande suggestione.
Pubblicato da Squilibri e molto apprezzato dalla critica nazionale, Palma de Sols è ispirato a Sant’Antioco, isola delle migrazioni per antonomasia, e intessuto nelle storie di quanti al mare affidano la propria vita e le proprie speranze, ai tanti che ce la fanno e ai troppi che invece vedono il proprio sogno frantumarsi tra le onde.  I protagonisti del racconto, Antoni e Adrià, assieme al timoniere Juan Edmond Ravel e al giovane mozzo Mohamed, sono in viaggio verso Palma de Sols dove si sono dati convegno i più grandi suonatori del mondo per una competizione senza eguali in onore di Sant’Antioco.

Il disco si apre con il Valzer degli increduli, un’accattivante melodia musicale a tempo di valzer, suonata tra liuto cantabile, organo ed organetto per accompagnare la danza vorticosa durante la festa in onore del santo “moro”. Ed è poi un susseguirsi continuo di suoni ed emozioni che prendono per mano l’ascoltatore e lo guidano alla scoperta di tutto un mondo: Éspero, a indicare la malinconia che accompagna l’inizio del viaggio, il tramonto e anche il vento di ponente; Juan Edmond Ravel, il mare aperto, l’audacia, la speranza e la musica nei pensieri del timoniere; Est, il desiderio di un ritorno a casa secondo nostalgie sempre fortissime, la struggente Suonata del corso, ispirata alla Corsicana, e poi a seguire ancora gli altri brani fino ai Gozos San Antìogo, l’unico brano cantato, affidato alla suadente voce di Simonetta Soro, esito di un lungo studio sui Cantìgas de Santa Maria, vale a dire oltre 500 componimenti popolari dedicati alla Vergine, per lo più voti per ottenere una liberazione o per guarire da qualche malattia.

Insomma, quello che andrà in scena il 13 luglio sarà evento unico e, per molti versi irripetibile.

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E’ tutto pronto per la terza edizione dell’Arena Fenicia Festival che, dal 13 luglio al 17 agosto 2019, in controtendenza rispetto alla cronaca più recente, tornerà ad agitare la bandiera di un Mediterraneo come luogo di incontri tra popoli e culture diverse, nello scenario incantevole dell’area archeologica di Sant’Antioco.

Il festival, che ospiterà tra gli altri Vinicio Capossela, Carl Brave e un omaggio a Fabrizio De André della Polifonica Santa Cecilia con Antonella Ruggiero, si aprirà il 13 luglio con la prima nazionale di Palma de Sols di Mauro Palmas, con la formazione al completo che ha accompagnato il mandolinista sardo in questo suggestivo viaggio musicale nella storia e nel mito di una terra come la Sardegna che ha come santo patrono un migrante, Sant’Antioco, nato in una regione tra il Marocco e l’Algeria. Ed è ancora più emblematico che il tutto avvenga proprio a Sant’Antioco, l’isola delle migrazioni per antonomasia, alla quale Mauro Palmas ha dedicato tutto il suo ultimo lavoro: Palma de Sols era, infatti, la denominazione data all’isola dai catalano-aragonesi quando decisero di invadere la Sardegna.

Pubblicato da Squilibri e molto apprezzato dalla critica nazionale, Palma de Sols è dedicato a quanti al mare affidano la propria vita e le proprie speranze, ai tanti che ce la fanno e ai troppi che invece vedono il proprio sogno frantumarsi tra le onde. Di brano in brano, con la forza evocativa della musica, si profila così un viaggio senza tempo sulle antiche rotte di un mare testimone di molteplici destini e custode di inestimabili bellezze, teatro di indicibili sofferenze e veicolo di sogni e promesse di vita. Il “mare nostrum”, quel Mediterraneo una volta enclave di civiltà diverse e ora specchio di egoismi feroci, diventa pertanto protagonista di suoni e voci che, a loro volta, diventano racconto grazie al testo di Maria Gabriela Ledda che, scritto appositamente per questo lavoro e affidato alla voce di Simonetta Soro, si snoda come un seducente filo conduttore tra i diversi brani, nominando quanto la musica esprime ma non dice. Da tempo immemorabile, del resto, in quel mare si addensano vite e destini che Mauro Palmas ha deciso di raccontare, in dieci brani di grande suggestione, con la leggerezza del sogno e la potenza del linguaggio musicale, trasfigurando nelle pieghe del mito vicende che riguardano ancora le cronache dei nostri giorni.

In un evento unico e, per molti versi irripetibile, sul palco dell’Arena Fenicia Festival, il 13 luglio, a Sant’Antioco, assieme al liuto e alla mandola di Mauro Palmas anche la voce di  Simonetta Soro, le cornamuse di Fabio Rinaudo, le percussioni e la batteria di Andrea Ruggeri, il basso di Silvano Lobina, il clarinetto e il sax di Marco Argiolas, gli Archaea Strings con Mauro Fabbrucci, Damiano Puliti, Riccardo Capanni e Marcello Puliti, le chitarre di Marcello Peghin, l’organo e il pianoforte di Alessandro Foresti  e, ancora, non pochi ospiti a sorpresa.

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La sedia di Fiorenzo

Mare e Miniere prosegue con la sua programmazione culturale con la straordinaria produzione originale del 2016 “La sedia di Fiorenzo”, nuovo ed inedito spettacolo raccoglie alcuni cortometraggi realizzati dal regista sardo Fiorenzo Serra di (Porto Torres 1921-Sassari 2005), restaurati dall’Associazione elenaleddavox e accompagnati dalle composizioni originali di Mauro Palmas, eseguite dal vivo da una piccola orchestra d’archi e strumenti etnici. Ad introdurre la visione, in programma giovedì 21 luglio, alle 21.00, al Palazzo Ducale di Sassari, sarà un inedito backstage con oltre trecento fotografie su Fiorenzo Serra, realizzato da Renato Morelli nel 1984, durante le riprese della novena di San Francesco di Lula. Le immagini dei cortometraggi “Alba sulla Nurra”, “Assalto alla boscaglia”, “Cingoli sulla terra”, e “Attorno alla città morta” verranno assecondate dalla musica ad evocare il ritmo del movimento delle macchine descritte nei filmati. Immagini efficaci ed incisive supportate e avvolte dalla suggestione di atmosfere musicali che, intrecciandosi e fondendosi in un gioco contrappuntistico, marcano e scandiscono il fluire del tempo, e raccontano con grande impatto emotivo la Sardegna di quegli anni. Ad accompagnare Mauro Palmas (liuto cantabile) saranno Marcello Peghin (chitarra), Silvano Lobina (basso), Pietro Cernuto (friscaletto), Marco Argiolas (clarinetto) e Andrea Ruggeri (percussioni), e gli Archaea Strings: Mauro Fabbrucci (violino), Vieri Bugli (violino), Marcello Puliti (viola) e Damiano Puliti (violoncello).

L’evento, promosso con il sostegno della Fondazione di Sardegna e il patrocinio del comune di Sassari, è un omaggio doveroso a colui che può essere ancora oggi considerato il più grande regista etnografico della nostra isola; un regista “del vero” che si è ampiamente distinto per una preziosissima produzione documentaristica legata alle tematiche del lavoro, dalla quale emerge una attenta e critica osservazione della società sarda, nelle molteplici contraddizioni prodotte nel corso della sua industrializzazione, dalla filiera mineraria prima e dagli impianti petrolchimici poi; un acuto osservatore della realtà isolana e dei suoi rapporti di forza tra arcaismo e progresso, tra stenti e povertà del lavoro agropastorale e miglioramento delle condizioni sociali ed economiche ottenuto anche “grazie” allo stravolgimento del territorio. Proprio la violenza di tale stravolgimento, l’avanzata dei mostruosi mezzi meccanici che, distruggendo migliaia di ettari di rigogliosa macchia mediterranea,rendono possibile la bonifica agraria nelle nostre terre, dal Campidano a La Nurra, risalta nelle forti immagini racchiuse da Fiorenzo Serra in una serie di cortometraggi, prodotti dall’Eftas (Ente per la Trasformazione Fondiaria della Sardegna oggi Ersat), volti a testimoniare l’attività di trasformazione fondiaria messa in atto in Sardegna negli anni Cinquanta.