22 November, 2024
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Festival dei Tacchi, ventesima edizione. Raggiunge un traguardo importante la rassegna storicamente organizzata in Ogliastra da Cada Die Teatro. Da venerdì 2 fino all’8 agosto i comuni di Jerzu, Ulassai e Gairo diventerano ancora palcoscenico per il Festival internazionale che sposa teatro e arte con ambiente, paesaggio, tradizioni, sviluppo del territorio e del turismo locale.

Il ricco cartellone dell’edizione 2019 (già illustrato a Cagliari nello scorso maggio) viene presentato ancora, a ridosso dell’inizio del festival, mercoledì 31 luglio, alle 11.00, alla stazione dell’Arte di Ulassai. All’incontro con la stampa interverranno il direttore artistico del festival, Giancarlo Biffi, e i rappresentanti delle amministrazioni comunali coinvolte: il sindaco di Jerzu, Carlo Lai, l’assessore alla Cultura del comune di Jerzu, Fabrizio Contu, il sindaco di Ulassai, Gian Luigi Serra, il vicesindaco di Gairo, Sergio Lorrai. Parteciperanno, inoltre, il direttore artistico della Stazione dell’Arte di Ulassai, Davide Mariani, ed il presidente della Cantina Antichi Poderi di Jerzu, Marcello Usala.  Saranno presenti anche alcuni partecipanti al laboratorio “Per un teatro di comunità”, condotto da Mauro Mou, in corso a Jerzu, e i rappresentanti delle Pro loco di Jerzu e Ulassai.

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Spettacolo, laboratori e giochi: è ancora questa la ricetta vincente per la serata di chiusura di “Capitani coraggiosi d’estate”, la tranche estiva della stagione di teatro per ragazzi organizzata e curata da Cada Die Teatro, sotto la direzione artistica di Tatiana Floris e Silvestro Ziccardi, nella Corte della Vetreria di Pirri.
Domani, venerdì 12 luglio, si partirà alle 19.30, con “Schioppi e galoppi”, laboratorio a cura dei Cemea Sardegna (Centri di Esercitazione ai Metodi dell’Educazione Attiva). Il sigillo sulla rassegna lo metterà alle 21.30 “Più veloce di un raglio”, di e con Mauro Mou e Silvestro Ziccardi, fortunata produzione di Cada Die Teatro. Liberamente tratto dal racconto “L’asino del gessaio” di Luigi Capuana, con la collaborazione di Alessandro Lay per la drammaturgia e la messa in scena (il suono è di Giampietro Guttuso, il disegno luci di Giovanni Schirru, l’organizzazione di Tatiana Floris), lo spettacolo ha ricevuto diversi importanti riconoscimenti, come l’Eolo Awards per la migliore novità di teatro ragazzi e giovani, il Premio Rosa D’oro, il Premio Padova – Amici di Emanuele Luzzati.
«C’era una volta un gessaio che aveva tanti asini, magri, brutti e sporchi; ma tra tutti questi ne aveva uno che era il più brutto di tutti. Era magro, storto, spelacchiato, con la coda scorticata, le zampe così rovinate che sembrava reggersi in piedi per miracolo. Ma quando il suo padrone gridava “Avanti focoso!…” l’asino alzava la testa, abbassava le orecchie per essere più aerodinamico e, roteando la coda come fosse l’elica di un aeroplano, partiva più veloce d’un raglio!»

Fra racconto, rappresentazione e contrappunto musicale, ecco la storia del gessaio e del suo spelacchiato asino Focoso che, liberato da una malefica stregoneria, diventerà principe.
Mauro Mou e Silvestro Ziccardi narrano una storia che parla di redenzione, dove nulla è come appare e dove sono gli umili ad avere la loro giusta rivincita sulle ingiustizie operate dai nobili e dai prepotenti: «Non bisogna farsi ingannare dalle apparenze, anche un asino può avere un cuore nobile e i re e le principesse talvolta devono rimboccarsi le maniche per guadagnarsi un po’ di nobiltà».

Anche domani sarà aperto il Cafè ludico, uno spazio in cui conoscere e sperimentare giochi in scatola, tavolieri, giochi di società, presentati e proposti dagli esperti dei Cemea.

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Cala il sipario su “Un Teatro piccolissimo”, la rassegna dedicata ai bambini di età compresa fra 1 e 6 anni, organizzata da Cada Die Teatro come parte integrante di “Sul filo – Una rete per piccoli equilibristi”, un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, nato con l’obiettivo di creare un polo di servizi per l’infanzia nell’Area Vasta di Cagliari.

Domani, martedì’ 4 giugno, va in scena alla Vetreria di Pirri “Tre bottoni e la casa con due ruote”. Produzione di Cada Die Teatro, liberamente ispirato al racconto “La casa di Tre Bottoni” di Gianni Rodari, lo spettacolo verrà rappresentato alle 10.00 per le scuole e nel pomeriggio alle 18.00.

Protagoniste sul palco Francesca Pani (che cura anche scenografie e costumi) e Lara Farci, giovani attrici formatesi alla Scuola di Arti Sceniche La Vetreria di Cada Die Teatro, la messinscena e la regia sono di Mauro Mou (filastrocche di Andrea Serra, musiche originali di Mauro Mou e Matteo Sanna, disegno luci di Giovanni Schirru, suono di Matteo Sanna). «La nostra storia racconta di una casa, una casa un po’ speciale: la casa di Tre Bottoni. Tre Bottoni è un falegname costretto ad andare via dalla propria città, perché nessuno compra più i mobili che lui realizza con tanta cura; quindi con chiodi e martello si costruisce una piccola casa con le ruote, che può portare in giro per il mondo. Una casa su misura, senza eccessi, ma capace di accogliere le persone che chiedono aiuto e ospitalità. E’ una casa aperta a tutti, ma proprio a tutti, dai più bisognosi fino a sua maestà il Re, con il suo cavallo… Un lavoro rivolto ai più piccoli dedicato all’accoglienza. In un momento in cui si alzano barriere e ci si chiude dentro case fortezza, in cui si vive tranquilli ma soli, vogliamo raccontarvi di un luogo capace di accogliere tutti, in cui ci si possa rannicchiare e sognare».

“Tre bottoni e la casa con le ruote” sbarcherà, poi, venerdi 7 giugno in Lombardia, dove sarà ospite dell’importante Vimercate Ragazzi Festival – Festival Nazionale di Teatro per le nuove generazioni (alle 16.00 al Parco Trotti).

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Cada Die Teatro porta in un minitour per le scuole una sua pluripremiata produzione di teatro per ragazzi, “Più veloce di un raglio”, di e con Mauro Mou e Silvestro Ziccardi, prima in Emilia, poi in Svizzera: domani, mercoledì 22 maggio, andrà in scena a Castel Maggiore (Bologna), al Teatro Biagi D’Antona, alle 9 e alle 11; venerdì 24 sarà a Chiasso, al Cinema Teatro, alle 14.00.

Liberamente tratto dal racconto “L’asino del gessaio” di Luigi Capuana, con la collaborazione di Alessandro Lay per la drammaturgia e la messa in scena (il suono è di Giampietro Guttuso, il disegno luci di Giovanni Schirru, l’organizzazione di Tatiana Floris), lo spettacolo ha ricevuto diversi importanti riconoscimenti, come l’Eolo Awards per la migliore novità di teatro ragazzi e giovani, il Premio Rosa D’oro, il Premio Padova – Amici di Emanuele Luzzati.

«C’era una volta un gessaio che aveva tanti asini, magri, brutti e sporchi; ma tra tutti questi asini ne aveva uno che era il più brutto di tutti. Era magro, storto, spelacchiato, con la coda scorticata, le zampe così rovinate che sembrava reggersi in piedi per miracolo. Ma quando il suo padrone gridava “Avanti focoso!…” l’asino alzava la testa, abbassava le orecchie per essere più aerodinamico e, roteando la coda come fosse l’elica di un aeroplano, partiva più veloce d’un raglio!»ù

Fra racconto, rappresentazione e contrappunto musicale, ecco la storia del gessaio e del suo spelacchiato asino Focoso che, liberato da una malefica stregoneria, diventerà principe. Mauro Mou e Silvestro Ziccardi narrano una storia che parla di redenzione, dove nulla è come appare e dove sono gli umili ad avere la loro giusta rivincita sulle ingiustizie operate dai nobili e dai prepotenti: “Non bisogna farsi ingannare dalle apparenze, anche un asino può avere un cuore nobile e i re e le principesse talvolta devono rimboccarsi le maniche per guadagnarsi un po’ di nobiltà”.

 

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Minitour in Lombardia per “Laribiancos”, produzione storica di Cada Die Teatro, tratta dal romanzo “Quelli dalle labbra bianche” di Francesco Masala. Lo spettacolo, adattato per il palcoscenico da Pierpaolo Piludu, che ne è anche il protagonista sotto la regia di Giancarlo Biffi e con le musiche originali di Paolo Fresu (disegno luci di Giovanni Schirru e suono di Giampietro Guttuso e Matteo Sanna), sarà in scena domani, giovedì 28 febbraio, alle 20.30, al Teatro Cesare Volta di Pavia e venerdì 1 marzo, alle 11.00, all’Auditorium San Dionigi di Vigevano.

“Quelli dalle labbra bianche”, pubblicato per la prima volta nel 1962, è un capitolo importante della letteratura sarda. Al centro del romanzo di Francesco “Cicitu” Masala il villaggio di Arasolè, con le sue storie dolorose legate alla tragedia della seconda guerra mondiale sul fronte russo. Ad Arasolè, un giorno, il campanaro Daniele Mele – la voce narrante delle memorie del villaggio – chiama a raccolta il paese per rendere omaggio, dopo vent’anni, ai caduti in guerra. Mele è l’unico superstite fra i dieci compaesani che partirono per la Russia verso l’impresa più ardua della loro vita, in una trincea in mezzo alla pianura russa ghiacciata, una disastrosa avventura dal tragico epilogo. Ad Arasolè erano “quelli dalle labbra bianche”sos laribiancos, i poveri, i “vinti”.

Note sullo spettacolo: “Li chiamavano “sos laribiancos”, “quelli dalle labbra bianche”: era il segno distintivo, inconfondibile, dei poveri di Arasolè, un paesino della Sardegna, ai confini con le foreste del Goceano. Sos laribiancos si riconoscevano subito: mangiavano poca carne, pochi carboidrati, poche proteine… mangiavano troppo poco. Lo spettacolo nasce da un profondo interesse e dall’alta considerazione per l’opera di Francesco Masala. In diverse occasioni il poeta-scrittore di Nughedu San Nicolò mi ha manifestato il desiderio di vedere in scena il testo teatrale Sos laribiancos, nella versione sardo logudorese. “… e se invece di una messa in scena fedele, provassi a narrare la vicenda?”. E’ nato così un racconto che si rifà sia al romanzo Quelli dalle labbra bianche, che ad altre opere di Masala dove compaiono a più riprese Culubiancu, Mammutone, Tric Trac e gli altri laribiancos di Arasolè partiti un pomeriggio di sole del 1940, sopra un carro bestiame, per andare a fare la guerra. Dove possibile ho cercato di lasciare inalterata la suggestione poetica delle parole dell’autore. Allo stesso tempo, spero con il giusto rispetto, ho dovuto scegliere, aggiungere, assemblare, tradire”. (Pierpaolo Piludu)

Sempre venerdì 1 marzo, Pierpaolo Piludu si trasferirà poi in Emilia, dove al Teatro delle Ariette di Castello di Serravalle (Bologna), alle 20.30, racconterà della ricerca, che va avanti da più di quindici anni, sui testimoni dei bombardamenti su Cagliari del 1943. Interverrà Gerardo Guccini, docente di Storia del teatro e dello spettacolo al DAMS di Bologna e profondo conoscitore del teatro di narrazione. Verrà presentato un frammento del documentario “Quando scappavamo col cappotto sul pigiama”, prodotto da Rai Sardegna, con la regia dello stesso Pierpaolo Piludu e di Cristina Maccioni, e un trailer teatrale dello spettacolo “Cielo nero”, scritto insieme a Francesco Niccolini, con la regia di Mauro Mou.

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Cagliari, la guerra, i bombardamenti del 1943, che rasero quasi al suolo la città. La Stagione di Teatro La Vetreria, organizzata come sempre sul palco del centro culturale di Pirri da Cada Die Teatro, prosegue con la storia di due fratelli, la Storia e i suoi drammi, frutto di una lunga ricerca d’archivio. Ancora domani, domenica 25 novembre, alle 18.00, va in scena al Teatro La Vetreria “Cielo Nero”, di Francesco Niccolini e Pierpaolo Piludu, con lo stesso Piludu, la regia di Mauro Mou, la collaborazione alla messa in scena di Alessandro Mascia, Mario Madeddu, Marilena Pittiu e Silvestro Ziccardi (voci bambini registrate: Luca Pisano e Ousseynou Seck; disegno luci: Giovanni Schirru; sonorizzazione: Matteo Sanna; produzione: Cada Die Teatro).

Il lavoro ripercorre la vita di Efisio ed Antioco, due gemelli del quartiere di Stampace che vissero durante il fascismo. Protagonisti di una storia più grande di loro, sono testimoni della follia della guerra e della distruzione della città di Cagliari. «Un viaggio lungo venticinque anni, dove si torna da una guerra e si parte per un’altra, ci si innamora e si fa a botte, si gioca, si ride e si fa l’amore: insomma si diventa adulti, si soffre di gelosia e solitudine, si seppelliscono i propri cari e una città bellissima e amata diventa un cumulo di macerie – spiegano gli autori -. Efisio e Antioco Mereu sono gemelli, due gemelli che più gemelli di così non si può. Eppure sono diversissimi, nei pensieri e nei destini: il primo è indifferente al fascismo che si avvicina, il secondo è anarchico e antifascista nell’animo e quando scoppia la guerra viene spedito sul fronte peggiore che ci sia, la Russia. Efisio, invece, finisce in Marina, al sicuro, sul lungomare di Cagliari. Fino al ’43, quando i bombardieri americani riducono in polvere buona parte della città».

“Cielo nero” è l’ultima tappa di una ricerca portata avanti dal 2005 da Pierpaolo Piludu e da Cada Die Teatro, in collaborazione con l’Università di Cagliari e l’Istituto Superiore Regionale Etnografico della Sardegna, sui bombardamenti su Cagliari del 1943. Da questo paziente lavoro sono nati un video-archivio con i racconti dei testimoni, uno spettacolo teatrale dal titolo “Cagliari 1943. La guerra dentro casa” (con 20 allievi della scuola di Arti Sceniche La Vetreria), un libro (edito da Aipsa) e un documentario prodotto dalla RAI.  

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Cagliari, la guerra, i bombardamenti del 1943, che rasero quasi al suolo la città. La Stagione di Teatro La Vetreria, organizzata come sempre sul palco del centro culturale di Pirri da Cada Die Teatro, prosegue e riparte dalla storia di due fratelli, dalla Storia e dai suoi drammi, da una lunga ricerca d’archivio. Domani, sabato 24, alle 21.00, e domenica 25 novembre, alle 18.00, al Teatro La Vetreria va in scena “Cielo Nero”, di Francesco Niccolini e Pierpaolo Piludu, con lo stesso Piludu, la regia di Mauro Mou, la collaborazione alla messa in scena di Alessandro Mascia, Mario Madeddu, Marilena Pittiu e Silvestro Ziccardi (voci bambini registrate: Luca Pisano e Ousseynou Seck; disegno luci: Giovanni Schirru; sonorizzazione: Matteo Sanna; una produzione di Cada Die Teatro).

Il lavoro ripercorre la vita di Efisio ed Antioco, due gemelli del quartiere di Stampace che vissero durante il fascismo. Protagonisti di una storia più grande di loro, sono testimoni della follia della guerra e della distruzione della città di Cagliari. «Un viaggio lungo venticinque anni, dove si torna da una guerra e si parte per un’altra, ci si innamora e si fa a botte, si gioca, si ride e si fa l’amore: insomma si diventa adulti, si soffre di gelosia e solitudine, si seppelliscono i propri cari e una città bellissima e amata diventa un cumulo di macerie – spiegano gli autori -. Efisio ed Antioco Mereu sono gemelli, due gemelli che più gemelli di così non si può. Eppure sono diversissimi, nei pensieri e nei destini: il primo è indifferente al fascismo che si avvicina, il secondo è anarchico ed antifascista nell’animo e quando scoppia la guerra viene spedito sul fronte peggiore che ci sia, la Russia. Efisio, invece, finisce in Marina, al sicuro, sul lungomare di Cagliari. Fino al ’43, quando i bombardieri americani riducono in polvere buona parte della città».

“Cielo nero” è l’ultima tappa di una ricerca portata avanti dal 2005 da Pierpaolo Piludu e da Cada Die Teatro, in collaborazione con l’Università di Cagliari e l’Istituto Superiore Regionale Etnografico della Sardegna, sui bombardamenti su Cagliari del 1943. Da questo paziente lavoro sono nati un video-archivio con i racconti dei testimoni, uno spettacolo teatrale dal titolo “Cagliari 1943. La guerra dentro casa” (con 20 allievi della scuola di Arti Sceniche La Vetreria), un libro (edito da Aipsa) ed un documentario prodotto dalla RAI.

 

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Cala il sipario sulla terza edizione di “Transistor – nuove generazioni e.mo.ti.con (memoria emotiva)”, il festival dedicato alle giovani generazioni ideato e organizzato, sotto la direzione artistica di Mauro Mou, da Cada Die Teatro, in collaborazione con l’associazione Cultarch e per il 2018 con “I libri aiutano a leggere il mondo”, la manifestazione letteraria promossa dall’associazione Malik. Quattro giorni fitti di incontri, spettacoli, concerti, installazioni, laboratori, inseriti nel cartellone di 10 Nodi – i festival d’autunno a Cagliari, con un focus specifico sulla memoria delle emozioni, che domani, domenica 4 novembre, giungono all’approdo e si chiudono nel porto di casa, al Teatro La Vetreria di Pirri.  

Si comincia alle 18.00, con “Un diario di 14 miliardi di anni”, a cura di I.D.e.A.S – Incontri di Divulgazione e Astrofisica in Sardegna, con Riccardo Murgia, dottorando in Astrofisica alla SISSA di Trieste, e Matteo Tuveri, dottorando in Fisica Teorica all’Università di Cagliari, tra i fondatori di IDeAS. «Quando il nostro universo era ancora un bebè, era estremamente più piccolo, caldo e denso rispetto ad oggi – spiegano. Il compito dei cosmologi è di ripercorrere le tappe della sua evoluzione, scrivendo una sorta ‘diario cosmico’: la cronaca di un viaggio affascinante e misterioso, cominciato quasi 14 miliardi di anni fa. Proveremo a raccontarvelo».

A seguire, Antonio Catalano, artista artigiano e poeta, porta in scena il suo “Mi arrendo alle fragole”. Accompagnato da un vecchio giradischi e da qualche vecchio vinile di canzoni popolari d’amore, in un’atmosfera intima e sognante, un personaggio racconta le proprie fragilità, i propri dubbi, i propri sogni e, attraverso di essi, ci fa guardare il mondo. «“Mi arrendo alle fragole” è una raccolta di poesie, discorsi inutili, narrazioni, piccoli riti, gesti, sussurri, balbettii, come un piccolo archivio dei sentimenti, come segni dell’animo che partono dal cielo e arrivano sulla madre terra attraversandoci il cuore. La via del cuore, la via che ci pone a riguardare il mondo con gli occhi della meraviglia», scrive l’autore.

Ancora, Carovana SMI propone poi “L’eredità della memoria”, con Ornella D’Agostino. Meraviglia e spaesamento nell’incontrare la vita degli altri: l’esperienza di Carovana con i suoi diari di viaggio, luoghi di incontro, discussione e condivisione di idee per vivere una cittadinanza multiculturale.

La serata si conclude con il Progetto Stregoni di Johnny Mox and Above the Tree: “Stregoni band live” – A project about music & migration (associazione Here I Stay / Cada Die Teatro/Associazione Malik).

Transistor avrà, in realtà, una coda, fatta di due appendici: lunedì 5 novembre, al Teatro La Vetreria, a partire dalle 16.00, si terrà “Stregoni band show case”, un laboratorio musicale multiculturale diretto da Johnny Mox, Above the Tree, Jobe Baboucarr ed Emme Godspower (un’iniziativa firmata Cada Die Teatro, Associazione Malik, Carovana SMI, Here I Stay, La Carovana); fra l’11 e il 16 dicembre, per Transistor incontra “La città che viaggia – Festa della Creatività”, nell’ambito della rassegna di Carovana SMI, Cada Die Teatro e Carovana presenteranno la performance IS ANIMEDDAS URBAN PARTY, ideata e diretta da Mauro Mou, parole di Emanuele Cioglia, con I Cuori di Panna Smontata.

 

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Transistor – nuove generazioni e.mo.ti.con (memoria emotiva), giornata numero tre, ancora densa di appuntamenti. Il festival dedicato alle giovani generazioni ideato e organizzato da Cada Die Teatro, in collaborazione con l’associazione Cultarch e con “I libri aiutano a leggere il mondo”, e diretto da Mauro Mou, propone per domani, sabato 3 novembre, al Teatro La Vetreria di Pirri, un menù ricco e variegato.

Si parte dalla mattina, quando, dalle 10.00 alle 13.00, Antonio Catalano porterà a termine Piccoli diari sentimentali, il suo laboratorio di costruzione poetica per re-imparare a meravigliarsi!
L’artista artigiano piemontese ritorna anche nella sessione serale, a partire dalle 21.00, al Teatro La Vetreria, proprio con “Piccoli diari sentimentali”, installazione collettiva con la direzione musicale del maestro e compositore Daniele Ledda (Casa degli Alfieri/ Antonio Catalano/ TiconZero). Daniele Ledda utilizzerà il suo sistema “Snake”, un vocabolario gestuale nato per guidare le improvvisazioni musicali, per creare delle composizioni istantanee del gruppo, coordinando corpi, suono, parola, movimento e visione.

Subito dopo “Tessiture tipografiche”, con Stefano Asili (Associazione CAP09), laurea in Fisica, grafico, docente alla Facoltà di Architettura dell’Università di Cagliari, si occupa di identità visiva, design, di allestimenti e architettura di interni. Le Tessiture Tipografiche sono un modo nuovo di raccontare la Sardegna, l’amore per la propria terra, attraverso la lettura e le lettere, rispettandone l’anima e la storia ma inventando qualcosa che prima non c’era per cercare di sorprenderla.

Sarà poi Pierpaolo Piludu, attore storico di Cada Die Teatro, a salire sul palco del Teatro La Vetreria con Pòsidos. Molto legato alle tematiche della Sardegna, per oltre un mese ha ascoltato ininterrottamente, mattina, sera e talvolta anche di notte, storie e leggende del Montiferru.  

Infine, alle 23.00, ma al Muzak – genuine music, in via Stretta 3 a Cagliari, Eleonora Marroccu, in arte Su Fogu, giovane fotografa sarda, originaria di Pimentel, presenta Tempus – Diario fotografico emotivo con didascalia -, con la partecipazione di Francesco Bachis, antropologo, e musicista, e Marco Trincas, educatore.

 

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Seconda giornata per Transistor – (nuove generazioni) e.mo.ti.con (memoria emotiva), il festival dedicato alle giovani generazioni ideato e organizzato da Cada Die Teatro, in collaborazione con l’associazione Cultarch e per l’edizione 2018 con “I libri aiutano a leggere il mondo”, quest’anno incentrato sul tema la memoria delle emozioni.

Domani, venerdì 2 novembre, si riparte dalla mattina: dalle 10.00 alle 13.00, al Teatro La Vetreria di Pirri, Antonio Catalano prosegue con Piccoli diari sentimentali, il suo laboratorio di costruzione poetica per re-imparare a meravigliarsi!

Transistor propone poi una sessione serale ricca di appuntamenti. Alle 21.00, sempre al Teatro La Vetreria, Teatro del Sottosuolo, Cada Die Teatro e Cuori di panna Smontata presentano “Dove sta Sasà?”, omaggio a Salvatore Cantalupo, con Edoardo Angius, Riccardo Atzori, Lara Farci, Pasquale Imperiale, Sara Mascia, Mauro Mou, Francesca Pani, Federico Piras, Amedeo Podda, Valentina Della Ratta, Vincenzo De Rosa, Francesco Rocco. Al grande pubblico Cantalupo era noto per il ruolo del sarto nella serie televisiva “Gomorra”, tratta dal libro di Roberto Saviano. Ma era soprattutto un eccellente attore di teatro e di cinema, che ha lavorato con registi importanti come Antonio Neiwiller (che nel 1987 con Mario Martone e Toni Servillo fondò Teatri Uniti, un guppo storico del nuovo teatro napoletano), lo stesso Martone, Alice Rohrwacher, Francesca Comencini, Marco Risi e Peter Marcias. Salvatore Cantalupo è morto, improvvisamente, lo scorso 13 agosto, vinto da una malattia che lo ha portato via in pochi giorni. Era in tour proprio in Sardegna, ospite del Festival dei Tacchi, che Cada Die Teatro organizza ogni anno in Ogliastra, per un laboratorio e uno spettacolo. Avrebbe dovuto interpretare “Quegli angeli tristi, azione n. 9”, un omaggio alla vita del grande regista russo Andreij Tarckovskij.

A seguire, Diarismo – Festival Transistor 2018, con Mauro Mou e Francesca Pani, e, ancora, Antonio Catalano, che comincerà a tirare le fila del suo laboratorio con “Appunti per piccoli diari sentimentali”.

In chiusura di serata “Lezioni di infelicità”, conferenza – spettacolo liberamente tratta da “Istruzioni per rendersi infelici” di Paul Watzlawick, frutto di un laboratorio condotto eideato da Silvestro Ziccardi, con alcuni allievi del Liceo scientifico Pitagora: Alice Campus, Daniele Casula, Chiara Corda, Federica Corona, Emanuele Ghironi, Eleonora Marcheselli, Chiara Matta, Riccardo Orrù, Benedetta Paolone, Ilaria Pusceddu (disegno luci di Emiliano Biffi, suoni, musiche e immagini di Matteo Sanna).