22 November, 2024
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La direzione sanitaria dell’AREUS ha diramato un protocollo sperimentale per i trasporti primari urgenti ATS/AREUS da condividere con l’azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari, l’azienda ospedaliera universitaria di Cagliari e l’azienda ospedaliera universitaria di Sassari.

«Al fine di garantire al massimo la sicurezza dei pazienti e l’appropriatezza delle cure – si legge nel protocollo – stante l’attuale assetto organizzativo di AREUS e ATS, si conviene quanto segue:

• i soccorsi primari per di codici di elevata gravità (rossi e gialli) vengono indirizzati prioritariamente presso i Pronto Soccorsi dei centri Hub e Spoke (DEAI di II e I livello) che saranno di seguito elencati;

• i soccorsi per patologie di bassa gravità (codici verdi) sono indirizzati presso i Pronto Soccorsi di base e dei presidi di Area disagiata oltre che naturalmente ai centri Hub e Spoke di competenza territoriale.

Tali disposizioni valgono per i mezzi di soccorso avanzato. Per i mezzi di soccorso di base per i codici verdi vale il Pronto Soccorso dello stabilimento ospedaliero più vicino, mentre per i codici rossi e gialli valgono le indicazioni da parte della centrale operativa del 118 privilegiando l’ospedale più idoneo.

Definizione degli ospedali:

• Area Centrale Operativa Cagliari.

(1) Hub AO Brotzu

(2) Spoke San Martino di Oristano, Nostra Signora di Bonaria di San Gavino Monreale: SS Trinità – Marino di Cagliari (traumi minori), Policlinico Universitario dell’AOU Cagliari, Sirai di Carbonia, CTO di Iglesias (Ginecologia e Ostetricia)

(3) altri stabilimenti (gestione di soli codici verdi) San Giuseppe di Isili, San Marcellino di Muravera e Mastino di Bosa

(4) Punto di primo intervento diurno: stabilimento di Ghilarza (No urgenze)

• Area Centrale Operativ Sassari

(1) Hub SS Annunziata AOU Sassari

(2) Spoke San Francesco di Nuoro (DEA di I livello con funzioni di Hub per alcune specialità di riferimento). Civile di Alghero, Segni (solo codici verdi) di Ozieri, Giovanni Paolo II di Olbia, Nostra Signora della Mercede di Lanusei

(3) altri stabilimenti (gestione di soli codici verdi): Dettori di Tempio Pausania, Paolo Merlo di La Maddalena, San Camillo di Sorgono

(4) Punto di primo intervento diurno: Marino (No urgenze) di Alghero.

In casi eccezionali e particolari (es. difficile intubazione delle vie aeree), previo allerta da parte della Centrale Operativa i Pronto Soccorsi di tutti gli stabilimenti ospedalieri collaborano col personale dei mezzi di soccorso ai fini di stabilizzare il paziente e reindirizzarlo all’ospedale più idoneo.

Tale protocollo sarà oggetto di revisione successivamente alla piena implementazione del servizio di elisoccorso.»

Il protocollo della direzione sanitaria dell’AREUS è datato 20 aprile 2018.

Le reazioni nei centri interessati, nello specifico a Iglesias, non si sono fatte attendere.

«La decisione di chiudere il pronto soccorso di Iglesias è racchiusa in un provvedimento dell’azienda del 118 – denuncia l’ex deputato Mauro Pili, leader di Unidos -. Disposizione folle: tutti i codici rossi e gialli da Buggerru sino al Basso Sulcis vengano trasferiti al Sirai di Carbonia. Con questa scandalosa decisione non solo si mette a repentaglio la vita di tutti coloro che orbitano nel bacino iglesiente ma finirà per congestionare in modo gravissimo il già sovraccarico Pronto Soccorso di Carbonia. Un provvedimento che ha un solo obiettivo: risparmiare sulla pelle dei cittadini. La disposizione diramata qualche giorno fa e già operativa e le ambulanze medicalizzate possono trasportare pazienti al CTO solo per le emergenze ginecologiche ed ostetriche. Quella che viene definita un’operazione sperimentale non è altro che la prova generale della chiusura del pronto intervento dell’ospedale iglesiente. Ancora una volta si registra un provvedimento teso a ridurre la sicurezza e la salute dei cittadini mettendo a repentaglio in questo caso proprio la vita umana. È semplicemente inaccettabile che questa Giunta regionale – aggiunge Mauro Pili – continui a tagliare elementi essenziali come il pronto soccorso e il primo intervento. Tutto questo compare in un quadro d’insieme che in tutta la Sardegna mina alla radice la vita dei pazienti. Questo provvedimento va revocato immediatamente senza ulteriori perdite di tempo. Si abbia il coraggio di riconoscere il fallimento e ripristinare i servizi essenziali come l’assistenza ai codici rosso e giallo. Solo una Giunta regionale di incapaci e i responsabili può aver deciso una follia simile. Ci sono gli elementi per far venir meno il rispetto dei livelli essenziali di assistenza e pertanto la violazione dei diritti fondamentali dei pazienti. Se non ci sarà l’immediata revoca di questo il responsabile provvedimento – conclude Mauro Pili – mi farò carico di promuovere azioni anche in altre sedi per contrastare questa grave violazione dei diritti del malato.» 

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Le delegazioni di ProgReS e Unidos – presenti i segretari nazionali Gianluca Collu (ProgReS) e Mauro Pili (Unidos) – hanno avviato un confronto sulle strategie politiche per valutare le condizioni di una collaborazione sui temi condivisi. 

Dal dialogo tra le parti è emersa l’esigenza di mettere in atto iniziative comuni per una più efficace difesa degli interessi nazionali sardi propedeutico alla realizzazione di un ampia convergenza nazionale delle forze politiche sarde, anche in vista dei prossimi importanti appuntamenti elettorali.

Agli incontri politici con Fronte Indipendentista Unidu, Partito dei Sardi e Unidos ne seguiranno degli altri all’interno del quadro di consultazioni a tutto campo.

 

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L’annuncio fatto ieri dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda circa la pubblicazione entro questa o la prossima settimana, del decreto ministeriale Ambiente/Sviluppo per la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee al deposito nucleare di superficie, sta scatenando fortissime reazioni sia tra le forze politiche sia tra le popolazioni, in particolare in due regioni, Basilicata e Sardegna, in cui si teme possano rientrare alcuni siti.

Il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, ha annunciato la netta e non negoziabile contrarietà della Regione qualora dovesse essere la Basilicata individuata tra i possibili siti, come già avvenuto in passato. «Saremo pronti in quel caso ad una seconda Scanzano», ha detto Marcello Pittella, esponente del Partito democratico, riferendosi al “decreto per la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee al deposito nucleare di superficie”. Nel 2003 Scanzano Jonico (Matera) venne individuata dal Governo Berlusconi per ospitare il sito unico: ma, dopo una protesta popolare di oltre due settimane, il decreto venne ritirato.

Durissimo anche l’intervento della senatrice di Liberi e Uguali Loredana De Petris, secondo la quale «è inconcepibile che un governo in carica solo per il disbrigo degli affari correnti, che non esprime alcuna maggioranza parlamentare, si arroghi il diritto di indicare per decreto le aree nelle quali dovrebbero essere depositate le scorie nucleari. Pd e governo continuano a mostrare la stessa arroganza del potere che ha funestato l’ultima legislatura. Ma una questione come quella delle scorie nucleari è troppo importante per la vita e la salute delle persone – ha concluso Loredana De Petris – per poter essere affidata a un governo privo di ogni legittimità in materia».

In Sardegna, ieri si sono pronunciati, nettamente contrari, il portavoce di AutodeterminAtzione Anthony Muroni e il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu, mentre il deputato uscente di Unidos, Mauro Pili, che negli ultimi anni ha condotto una durissima battaglia contro l’ipotesi che in Sardegna possa essere individuato un sito idoneo ad ospitare le scorie nucleari, ha ripubblicato su facebook, il suo intervento fatto alla Camera quattro anni fa.

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Mauro Pili (Unidos), deputato uscente del gruppo Misto, ha annunciato poco fa con un intervento in diretta su Facebook, che «il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ormai a fine mandato, ha firmato un atto con il quale ha deciso, contro il parere del Comitato Misto Paritetico della Regione Sardegna, di autorizzare la realizzazione a Teulada, di due mega villaggi mediorientali e mittle-europei che, sostanzialmente verranno utilizzati per quelle che vengono chiamate guerre simulate, ma che in realtà sono una speculazione immobiliare cementizia, un affare di Stato senza precedenti del valore di 20 milioni di euro, attribuiti ad una sostanziale trattativa privata tra il ministero della Difesa e la società Vitrociset».

«Stiamo parlando – aggiunge Mauro Pili – di una cementificazione di 20 milioni di euro che deve essere realizzata all’interno di un sito di importanza comunitaria, di un’area che è comunque censita sul piano ambientale con il massimo rispetto.»

«E’ evidente che si tratta di un atto gravissimo, unilaterale, con il silenzio totale del presidente della Regione Autonoma della Sardegna che sa anche lui da qualche ora della firma di questo provvedimento del Ministro – ha attaccato Mauro Pili -. Dov’è Pigliaru, dove la maggioranza, dov’è la Giunta regionale di fronte ad un atto così violento del ministro della Difesa che, in contrasto con tutto quello è stato detto in questi mesi dal Comitato Misto Paritetico, approva un atto in totale dispregio del rapporto istituzionale con la Regione. Perché Pigliaru non reagisce, perché non dichiara, perché non ha annunciato questa firma ed il suo ricorso al Tribunale amministrativo regionale, per esempio, per impugnare quell’atto che è in violazione totale delle norme urbanistiche, paesaggistiche, della competenza primaria ed esclusiva della Regione sul paesaggio e sulla governance del territorio. Il governo del territorio è materia esclusiva di pertinenza e competenza della Regione Autonoma della Sardegna.»

«E’ vietato per chiunque costruire nel Sulcis qualsiasi tipo di albergo a Teulada, si è fatta una battaglia contro gli insediamenti turistici, si sono contrapposti poteri forti, poteri interessati, hanno fatto di tutto, hanno fatto persino demolire alcune realtà già realizzate – ha detto ancora Mauro Pili – tutto questo è successo soltanto lì, ed oggi però di fronte a questo divieto di sviluppo economico per Teulada, per il Sulcis, per tutto quel territorio, c’è chi con un atto d’imperio, autorizza la realizzazione di questi due mega villaggi mittle-europei e mediorientali, per fare guerre, per combattere guerre simulate, come se l’Italia avesse nella sua Costituzione l’elemento autorizzativo per fare delle guerre.»

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Mancano poche ore alla scadenza dei termini per la presentazione delle liste e dei candidati nei collegi plurinominali e uninominali di Camera e Senato e un po’ tutti i partiti sono ancora alle prese con gli ultimi dubbi sulle scelte da fare in vista delle elezioni Politiche del 4 marzo prossimo. Solo CasaPound ha ufficializzato le proprie liste ieri (domani pubblicheremo tute le liste). A fronte di tanti dubbi, ci sono già tante certezze, quelle che riguardano i nomi dei deputati e dei senatori uscenti che non saranno ricandidati.

Il Sulcis Iglesiente nella legislatura appena conclusa aveva tre deputati: Francesco Sanna ed Emanuele Cani del Partito democratico, Mauro Pili del gruppo misto (eletto cinque anni fa per la seconda legislatura consecutiva nel collegio circoscrizionale della provincia di Carbonia Iglesias con Il Popolo della Libertà). Dei tre, Francesco Sanna è l’unico che verrà ricandidato, al secondo posto, dietro un’altra uscente, Romina Mura, nel collegio plurinominale Sardegna 1 (Cagliari – Oristano) della Camera dei deputati. Il Partito democratico non ricandiderà Emanuele Cani (cinque anni fa eletto come capolista) e non sarà della partita Mauro Pili. L’ex presidente della Regione nel corso della legislatura ha lasciato il gruppo del Popolo della Libertà (ritornato Forza Italia) ed ha guidato il suo movimento civico Unidos, schierandosi nel gruppo misto. Nei giorni scorsi era emersa l’ipotesi di una sua candidatura nelle liste della Lega di Matteo Salvini, che in Sardegna ha stretto un’alleanza con il Partito Sardo d’Azione, ma ieri sera è stato il diretto interessato a mettere a tacere tutte le voci e a porre fine ufficialmente alla sua esperienza da parlamentare, con un lungo post pubblicato nel blog unidos.io e nei suoi profili facebook, che pubblichiamo integralmente.

Cercherò di dirvi ciò che devo con la semplicità e la sincerità che vi sono dovute.

Queste parole le rivolgo a Voi, amiche e amici, a Voi che avete sopportato con me momenti difficili e gioito per quelli più entusiasmanti.

Tante gioie e infinite amarezze, sempre affrontate, però, con il rigore di chi si è battuto a testa alta e schiena dritta per una giusta causa.

Siamo stati per questo contrastati e combattuti, mai amati dai poteri forti, ostacolati dalla partitocrazia dei potenti, perseguiti da invidie e gelosie da bassa lega.

Abbiamo resistito e non ci siamo fermati. Abbiamo conosciuto il dolore dei tradimenti, di coloro che ci hanno colpito alle spalle, per un tozzo di potere o una manciata di denari.
Incuranti siamo andati avanti, anche quando la voce sibillina esortava a lasciar perdere.

A Voi che quotidianamente mi avete esortato a non fermarmi, vorrei dirvi, però, con lealtà: lascio Roma, ma non lascio la mia terra, non abbandono il mio e il nostro sogno di libertà per il Popolo Sardo. Ritorno per strada, per costruire se ne avrò la forza e il sostegno il riscatto della nostra terra.
A chi mi ha esortato a resistere, a riproporre la mia candidatura alle elezioni politiche, sento il dovere di rivolgere un pensiero di gratitudine per la sincera stima che mi avete voluto riservare.

Con altrettanta fraterna amicizia, però, vorrei ricordare ad ognuno che per me la politica non è mai stata compravendita, non è mai stata appartenenza ideologica, non è mai stata carrierismo e mai sarà sottomissione ai potenti o ai potentati di turno. Prima di tutto è stata ed è dignità politica e umana, onestà intellettuale, rigore morale e coerenza!

Ho iniziato la mia esperienza politica a 22 anni con la mia lista civica, contro i potenti di allora, nella profonda e sincera terra dei miei amici minatori. Sapevo sin da allora quanto sarebbe stato ardito abbattere il muro della partitocrazia e del potere costituito. La storia ha detto altro. Della mia città ne sono diventato Sindaco a 26 anni quando nessuno avrebbe scommesso un soldo bucato, contro destra e sinistra. Non per merito mio, certo, ma del coraggio di cambiamento di quella mia comunità. Cercai di ricambiare quella immeritata fiducia, ma non ci riuscii come avrei voluto. I miei concittadini mi riconfermarono a gran voce, anche allora immeritatamente. Premiarono il mio metterci il cuore, la passione in quel che facevo.

Tanto di più avrei voluto e dovuto fare.

Le vicende della vita e le battaglie civiche mi catapultarono a 32 anni alla Presidenza della Regione. Mi tremavano le vene dei polsi. Accettai l’ardita proposta, sotto la spinta di uno slancio giovanile irruento e incosciente.

In pubblica piazza rivolgendomi ad una distesa infinita di cittadini, però, dissi: non chiedetemi di essere un Presidente di destra o di sinistra, chiedetemi di essere il Presidente di tutti i Sardi.

Fu record assoluto di preferenze. Tante speranze e tante aspettative. Che andarono subito deluse. I carnefici erano dentro casa, potentati e faccendieri, preferirono fermare sul nascere quel sogno di cambiamento.

Resistetti, anche allora.

Dopo due anni di abusivo governo il Consiglio Regionale ripristinò la legalità democratica riassegnandomi la Presidenza della Regione. Fu un calvario, ma rivendico quell’esperienza come una delle mie più entusiasmanti e incisive azioni di governo. In quei 20 mesi feci carte false per rimettere in moto la mia terra. Ci fu in lungo e in largo un pullulare di cantieri, di opere, le campagne ripresero ad avere l’acqua grazie ad opere ciclopiche realizzate lavorando per la prima volta giorno e notte, l’agricoltura ripartì, il turismo segno l’inversione di marcia con l’arrivo dei low cost e della continuità territoriale, l’occupazione in due anni balzò di 6 punti in percentuale e il Pil della regione doppiò quello della crescita italiana. Da Regione ultima nella spesa europea balzammo al primo posto, partì la svolta innovativa dell’Egoverment. Le industrie ebbero energia a basso costo, si fecero le prime grandi azioni di bonifica ambientale.
Un anno prima del voto i franchi tiratori e gli ascari di palazzo fecero il resto.

Quell’esperienza fu segnata in modo indelebile da una legge elettorale che non prevedeva l’elezione diretta del Presidente ma solo un’indicazione degli elettori. Ai potentati poco interessava che i sardi mi avessero tributato il più alto numero di preferenze della storia!

Arrivò il Parlamento, nel 2006!

Lo dissi a chiare lettere: vado a rappresentare la Sardegna. Furono migliaia i miei voti contrari alle indicazioni di partito, in difesa della mia terra. Attaccai frontalmente ministri e discepoli del potere trasversale. Feci saltare operazioni, conquistai norme essenziali per il futuro dell’isola.

Toccavo con mano l’ostilità nei miei confronti e delle mie battaglie. Gli ascari agivano nel silenzio. Ne ho respinto gli assalti, reiteratamente. Le energie, già poche per difendere la Sardegna, però, si dilapidavano respingendo gli agguati di palazzo.

Non vi era più molto tempo da perdere.

Per me sarebbe stato facile continuare ad essere capolista e rieletto per altri vent’anni. Troppo comodo e da ignavi. Ho alzato l’asticella, non promesse, ma decisioni!

Ho esortato ad alta voce e in pubblica piazza: vi do sei mesi per approvare il decreto per il riequilibrio insulare e revocare la convenzione con la Tirrenia. Dopo sei me ne vado per combattervi a viso aperto!

Lasciai, con amarezza! Ma senza rassegnazione.

Ecco, da allora ad oggi sono passati 4 anni. Ne ho patito di ogni colore, in silenzio, dinanzi a chi vedeva dietro quella mia decisione un interesse nascosto! Beata stoltezza. Ho ignorato con sommesso sforzo coloro che con la grazia da elefantiaci lepidotteri gettavano discredito e dubbi sulla mia e nostra azione politica. Del resto ognuno nella sua vita sceglie il terreno che meglio gli si addice.

Ho combattuto in parlamento a viso aperto. Da solo! Senza un bicchiere d’acqua di conforto. Ho patito l’isolamento politico e umano, che ho sopportato e superato solo per la convinzione della causa della mia terra.

Di certo anche un infante avrebbe compreso che quelle battaglie non erano certo il dispiegamento di un tappeto rosso per la carriera!

Di quelle battaglie, ne ero e ne sono tuttora orgogliosamente convinto!

Dunque, non mi associo alle voci stridenti di coloro che si sentono rinnegati da Roma per chi sa quale causa! Del resto non avendo mai percepito parole di difesa per la Sardegna da parte di taluni escludo siano stati esclusi a causa di un improbabile patriottismo Sardo!

La differenza è sostanziale: io ho scelto di non esserci. L’ho scelto anni fa quando avevo tutto, quando avevo candidatura e carriera assicurata! Ho scelto di battermi per la mia terra senza secondi fini. Che piaccia o non piaccia ai miei vetusti o novelli detrattori!

Ho ascoltato con parsimonioso sorriso le perorazioni mercantili di chi offriva posti certi e candidature sicure. Ho sommessamente fatto notare ai tanti interlocutori che la Sardegna non è merce di scambio. Ho con cortesia spiegato che la Sardegna non è Italia.

Una terra violentata in lungo e in largo dallo Stato che la ripaga con mercimonio da quattro soldi, con una legge elettorale che ha cancellato le identità regionali già condizionate nel passato.

Del resto la colpa, però, è anche di chi confonde il voto con il tifo.

Queste sottospecie di leader che si susseguono in Sardegna sanno già che i sardi voteranno a prescindere da ciò che faranno, o molto più probabilmente non faranno, per la nostra terra.

Ci sono sardi che votano per tifo, una volta a destra, una volta a sinistra, una volta le stelle una volta la padania.
In molti si innamorano di pseudo leader! Di slogan plasmati ad hoc per il plasmare popolo!

Peccato che nessuno di questi, nessuno, abbia a cuore le sorti della Sardegna! Sono colonizzatori sottovuoto spinto che sbarcano in terra sarda a sbancare voti per poi usarli contro di noi.

Della Sardegna non sanno niente. Giungono nella nostra isola con la logica della toccatina al cesso. Quattro parole, quattro pacche e tutti contenti. Compresi quei quattro mercenari lasciati in libertà dalla buoncostume che si vendono al miglior offerente!

Povera terra nostra senza la coscienza di un Popolo che sa reagire.

Ed è inutile pensare che i candidati anagraficamente sardi faranno la differenza. Il servilismo sarà la regola, andranno a Roma a scaldare una poltrona, riposare le corde vocali, per non disturbare il padrone!

Sono elezioni contro la Sardegna! Contro le identità, contro la libertà del Popolo sardo.

Candidarsi per alcuni è mera retorica, esibizionismo da infantile carrierismo, compresi coloro che perseguono fantomatiche ammucchiate elettorali, promosse da taluni personaggi che hanno maldestramente insultato, offeso e osteggiato la nostra libera battaglia per la Sardegna!

Bene fanno i pastori della nostra terra a rigettare le schede! Si preparano alla guerra, per difendere i pascoli, il latte, il formaggio, la terra arsa dalla siccità!

Io personalmente sto con chi combatte! Sono con chi reagisce, con coloro che non si fanno condizionare dal mero tifo ideologico! Con chi non porta il cervello all’ammasso!

La nostra sfida deve essere alta. Serve un grande piano di resistenza del Popolo Sardo! Tanto chiunque vinca dovremo difenderci, con un piano d’attacco, economico, sociale e culturale!

Preferisco continuare a perseguire, come ho sempre fatto nella mia vita, ciò che appare impossibile, piuttosto che accettare la rassegnazione di un popolo destinato a restare sottomesso alle logiche di uno Stato vigliacco!

Torno per strada, dunque. Per reagire al servilismo, per contrastare il silenzio. Per continuare a costruire la via Sarda allo sviluppo.

Per questo motivo non partecipo a queste elezioni contro la Sardegna, ma sarò in piazza, in ogni piazza, della nostra terra per la più grande azione giudiziaria collettiva contro i poteri forti mai messa in campo nell’isola e non solo.

La class action contro Abbanoa sarà un’azione straordinaria che restituirà ai Sardi il coraggio di difendersi, di ribellarsi e di costruirsi da soli il proprio futuro. Del resto l’acqua è il primo elemento della vita. E da qui ripartiamo, per la libertà del Popolo Sardo.

Il nostro futuro non è nelle mani di un parlamentare che lascia, ma nella coscienza di un Popolo.

Io resto con voi, ma vorrei che ognuno di voi restasse con la Sardegna!

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Dopo le polemiche dei giorni scorsi, seguite soprattutto al trasferimento di un paziente da Iglesias all’ospedale San Francesco di Nuoro, denunciato dal deputato di Unidos Mauro Pili, l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, interviene oggi sull’emergenza presente nei reparti di Rianimazione degli ospedali sardi.

«Come sta accadendo nel resto d’Italia, anche in Sardegna i posti letto dei reparti di Rianimazione degli ospedali sono utilizzati per pazienti con gravi complicazioni respiratorie conseguenza dell’influenza – dice l’assessore della Sanità -. Questi casi – attualmente in Sardegna sono 25 – si aggiungono all’ordinaria attività dei reparti e rendono necessari trasferimenti nei posti liberi e nei quali, secondo normali protocolli sanitari, i pazienti possono trovare pronta risposta.»
«Nel caso del Sulcis, a fronte di otto posti letto di Rianimazione, tutti occupati, si registrano quattro casi di persone con complicanze da influenza – aggiunge Luigi Arru -. Sette casi a Sassari, quattro a Olbia, tre a Lanusei, due a Oristano, quattro al Policlinico, uno al Santissima Trinità.»
«Pur nell’emergenza, il sistema sanitario sta rispondendo in un’ottica di rete, trovando – per quanto possibile – risposte di prossimità, garantendo la presa in carico qualificata e senza rischi per i pazienti. A differenza di altre regioni – conclude Luigi Arru -, questo tipo di assistenza intensiva si è resa possibile senza interrompere le attività elettive chirurgiche.»

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«Dal pronto soccorso del Cto di Iglesias spedito all’ospedale di Nuoro. E’ successo tutto stanotte per l’ennesimo sfascio della sanità sarda. Ospedali dimezzati e reparti chiusi e pazienti in emergenza trasferiti a 200 km di distanza. Altro che pronto soccorso, una situazione ormai al limite della grave interruzione di servizio pubblico essenziale.»

Lo ha scritto poco fa il deputato di Unidos Mauro Pili nel suo profilo facebook.

«Quello accaduto la notte scorsa all’ospedale Cto di Iglesias è roba da terzo mondo della sanità – ha concluso l’ex sindaco di Iglesias – con un paziente gravissimo costretto ad un trasferimento a Nuoro per mancanza di posti letto nel raggio di 200 km.»

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«Con felicità comunico che poco fa il tribunale di Cagliari ha ammesso la class action contro Abbanoa.»

Lo ha detto, poco fa, il deputato di Unidos Mauro Pili che ha anche annunciato che questo pomeriggio, alle ore 16.30, terrà una conferenza stampa al THotel di Cagliari, per illustrare insieme ai legali gli estremi della sentenza.

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Il deputato di Unidos Mauro Pili ha presentato ieri una proposta di legge che prevede una norma per l’indizione del referendum per l’autonomia della Sardegna, quando a deciderlo sarà il Consiglio regionale della Sardegna o la richiesta arriverà dai sardi con la sottoscrizione di almeno 100.000 firme.

«Serve uno strumento democratico per far scegliere ai Sardi se continuare ad essere discriminati dallo Stato italiano o meno – sostiene Mauro Pili – uno strumento di tutela e di rispetto del Popolo Sardo. Se lo Stato persiste nelle discriminazioni, se insiste nella violenza nei confronti del patrimonio ambientale della Sardegna, se continua a trattare la Sardegna come una colonia, è giusto che i Sardi abbiano uno strumento per difendersi. Per questa ragione la proposta di legge costituzionale nasce per dare alla Sardegna uno strumento democratico di difesa e di libertà.»

Mauro Pili ha presentato la sua proposta di legge nel corso di una conferenza stampa tenuta a Montecitorio. L’ex presidente della Giunta regionale nelle scorse settimane ha avviato a Barcellona una condivisione di «percorsi anche giudiziari» con le massime autorità catalane incontrando il leader catalano Jordi Cuixart, presidente dell’Omnium Cultural, e legali internazionalisti sardo-catalani.

«Dinanzi ad uno Stato che niente ha fatto per riequilibrare divari e discriminazioni, non resta che perseguire un percorso democratico che consenta ai Sardi di reagire con uno strumento referendario che consenta di scegliere se restare o meno sotto questo regime italiano – ha sottolineato Mauro Pili –. Quello che inizia con questa proposta di legge, reiterata dopo due anni, e calibrata sul diritto internazionale sull’autodeterminazione, è un cammino definito sul piano identitario, economico, culturale e statuale. Per questa ragione questa proposta di legge costituzionale prevede la facoltà del Popolo Sardo di esprimersi con un referendum sull’autodeterminazione-indipendenza.»

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Il presidente del *consorzio biotecnomares, la dott.ssa Daniela Cacciuto, interviene sulla questione delle quote di ripartizione della pesca del tonno rosso e, in particolare, su quanto ha affermato il deputato di Unidos Mauro Pili, che dopo la bocciatura alla Camera del suo ordine del giorno ha accusato il Pd ed il Governo di essere contro i pescatori sardi.

«Le quote tonno rosso assegnate all’Italia per il 2017 sono state di 3.304 tonnellate e non di 1.950 tonnellate, come sostenuto dall’on. Mauro Pili – scrive in una nota Daniela Cacciuto – e le quote assegnate alla Sardegna sono state di 325 tonnellate e non di 165. Il sistema della circuizione è esclusivamente appannaggio della regione Campania con 12 imbarcazioni e non vi sono imbarcazioni della regione Sicilia che invece ha il sistema palangaro con 30 imbarcazioni – aggiunge Daniela Cacciuto -. Per il prossimo anno il Governo tramite l’ICCAT (organismo europeo che decide…sul tonno, ecc..) aumenterà le quote di circa 1.100 tonnellate rispetto alle 3.304 tonnellate di quest’anno; di queste 1.100 di aumento, gran parte andrà esclusivamente, il 70%, alle tonnare fisse, ed il 30% alla cosiddetta pesca indivisa sportiva, questo per far sì che si riaprano le tonnare fisse di Favignana, chiuse da oltre un decennio, in quanto anche Favignana così come la Sardegna, è un sito di riproduzione del tonno rosso.»

«Il consorzio biotecnomares, poiché nel 2008, attraverso il partner Università di Bari ha ottenuto la riproduzione del tonno rosso – aggiunge Daniela Cacciuto -, ha inviato alla Regione Sardegna la proposta di istituzione del distretto del tonno ed ora finalmente si sta avviando la sua costituzione.»

«Quindi vorrei dire all’on.le Mauro Pili – conclude la dott.ssa Daniela Cacciuto – che tutto quanto ha detto è completamente falso.»

* Il Consorzio Biotecno-Mares ha sede a Cagliari ed è costituito da piccole, medie imprese e università. Gli scopi del Consorzio si riferiscono alla realizzazione di attività che permettano uno sviluppo tecnologico sostenibile, eco-compatibile e di qualità (soprattutto nel campo dell’acquacoltura) per permettere un miglioramento ambientale. Le principali attività del Consorzio sono lo studio e la realizzazione di sistemi di sviluppo di competenze e di progettualità di ricerca nel settore delle biotecnologie, nonché delle metodologie eco-compatibili e sostenibili del comparto dell’acquacoltura.